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Il Concilio di Trento e la Chiesa

Buongiorno a tutti, eccoci di nuovo qui. Oggi parleremo del Concilio di Trento, il diciannovesimo concilio nella storia della Chiesa, un concilio molto importante non soltanto per la storia della Chiesa ma per la storia in generale. Fu un concilio che segnò un'epoca, l'epoca cosiddetta della controriforma.

Partiamo brevemente da Lutero, ci ricordiamo che nel 1517 Lutero diede avvio alla cosiddetta riforma. luterana. La risposta della Chiesa Cattolica fu, da un certo punto di vista, purtroppo per una serie di motivi che adesso velocemente vediamo, tardiva.

Avrebbe forse potuto affrontare prima il problema luterano e magari risolverlo sul nascere. Invece per un motivo o per l'altro il Concilio di Trento, che fu il grande concilio che rispose e affrontò la riforma luterana, e tutte le altre riforme, quella calvinista e così via, venne convocato solo nel 1545, quindi di acqua sotto i ponti nel frattempo ne era passata e la riforma luterana e quella calvinista nel frattempo si erano diramate un po'in tutta Europa, in alcune zone in modo più capillare rispetto ad altre, ma cominciavano a consolidarsi. Facciamo una rapida carrellata per capire cosa... fino alla convocazione del concilio di Trento.

Lutero affigge le sue famose tesi nel 1517, ci sono una serie di papi che incrociano la riforma luterana, il primo è Leone X, che è il papa che scomunica Lutero. Poi abbiamo Adriano VI, vedete che fu già precettore di Carlo V, Rimase al soglio pontificio molto poco, per cui non ebbe il tempo materiale per organizzare un concilio che potesse arginare la riforma luterana. Clemente VII lo avevamo già incontrato perché è il papa che deve affrontare la crisi con Enrico VIII, il re d'Inghilterra.

Clemente VII era un papa piuttosto energico, un protagonista anche politico del suo tempo. Siamo nei primi decenni del 1500 e questo periodo è caratterizzato, come già avevamo visto, da continue lotte tra Francia e Spagna, soprattutto per il possesso del Ducato di Milano. E quindi Francesco I, re di Francia, contro Carlo V, imperatore e al tempo stesso re di Spagna. Tanto che qualcuno diceva a quel tempo, Francia o Spagna basta che se magna, perché i francesi...

spagnoli continuavano ad andare e ritornare in Nord Italia e nel Ducato di Milano per poter prendere possesso di quella regione. Ecco, Clemente VII decide di lasciarsi coinvolgere, che del resto forse non poteva fare altrimenti in queste lotte, e si schiera ad un certo punto con la Francia nella Lega di Cognac, perché Carlo V sembrava troppo forte a tutti. imperatore, re di Spagna, quella sburgica sembrava una morsa che avrebbe presto soffocato tanto la Francia quanto il papato.

Trimente VII si schiera politicamente con la Francia, però ne usci scottato, perché ad un certo punto, in una delle varie battaglie, i famosi lanzi chenecchi tedeschi, cioè i mercenari tedeschi, al soldo di Carlo V, penetrano in Italia e riescono addirittura arrivare a Roma 1527 un anno nefasto per tanti motivi perché Roma venne messa al sacco per circa un anno i Lanzichenecchi riescono a penetrare a Roma a prenderne possesso a saccheggiarla a infierire, a trucidare sulle persone ad asportare tesori artistici alcuni affreschi di Raffaello vennero rovinati con dei graffiti che... che insultavano il Papa in quanto anticristo perché i Lanzichenecchi erano luterani. Insomma, per circa un anno Roma cade preda della furia dei Lanzichenecchi. Poi i Lanzichenecchi si ritirano e Clemente VII capisce che non tira buona aria e decide di scendere a compromesso con Carlo V e quindi dimostrarsi molto più docile. Carlo V faceva pressione affinché il Papa una buona volta convocasse un concilio ecumenico in grado di arginare le controversie teologiche, Clemente VII sconfitto sul campo a seguito del sacco di Roma decide di convocare questo concilio ma ad una condizione e cioè che tutti gli stati cristiani fossero in pace.

La situazione di pace internazionale era una condizione pressoché necessaria affinché il concilio potesse deliberare e affrontare problemi luterani con tutta la serenità, per così dire, psicologica e materiale del caso. Il problema qual era? Che in quegli anni in Europa c'era tutto fuor che pace, perché appunto Francia e Spagna, Francesco I e Carlo V erano sempre in guerra, quindi quella condizio sine qua non di fatto non si verificò mai.

E a questo aggiungiamo, verso la fine del pontificato di Clemente VII, la tensione con Enrico VIII, che poi porterà allo scismo anglicano. Insomma, un contesto internazionale estremamente caotico e violento, vedi il sacro di Roma, alla fine impedì anche sotto il pontificato di Clemente VII di convocare questo concilio ecumenico che da tante parti era invocato, era auspicato. Tenete conto che Il concilio ecumenico era auspicato soprattutto da Carlo V, perché il problema luterano insisteva soprattutto nel territorio tedesco, il sacro romano impero e quindi Carlo V. Ma Carlo V, per quanto potente, era fondamentalmente l'unico sovrano a fare pressione sul papa affinché convocasse questo concilio, concilio che avrebbe risolto i problemi interni dell'impero e quindi avrebbe risolto un sacco di grane a Carlo V. Ma molti altri potentati europei, ripeto, erano avversi. Enrico VIII nel 1534 ormai stava già consumando lo scisma e quindi assolutamente non era in buoni rapporti con il papato.

Il re di Francia, Francesco I, si era addirittura alleato con i protestanti tedeschi per poter fronteggiare Carlo V. I luterani tedeschi, certo, non erano disposti a sottostare al papa. I luterani tedeschi, sì, auspicavano la convocazione di un concilio, ma la formula era questa, un libero concilio in terra tedesca. Libero concilio significa un concilio che escludesse il Papa, ed evidentemente quindi non potevano accettare che fosse proprio il Papa a convocare il concilio. Ecco, per cui Carlo V era l'unico che faceva pressione sul Papa, ma tutti gli altri remavano contro.

Poi in realtà noi sappiamo che anche quando verrà convocato il concilio, il concilio sfociò inesiti opposti rispetto a quelli che si era prefissato o aveva immaginato Carlo V. Carlo V sperava che il concilio appianasse i contrasti dottrinali e invece alla fine il concilio di Trento finisce con il segnare una riga rossa molto solida, molto rigida tra l'ortodossia e la religione. cattolicesimo e l'eresia il protestantesimo e quindi finì con l'acquire le differenze il concilio di Trento non con il risolverle ed altronde non poteva essere altrimenti perché i luterani avevano tirato troppo la corda da un punto di vista dottrinale per cui con nel 1545 quando poi verrà convocato il concilio di Trento le differenze dottrinali erano tali e questo soprattutto ad opera dei luterani che avevano introdotto una serie di novità, per così dire, nei loro articoli di fede, erano tali per cui una sintesi teologica diventava impossibile. Il Concilio di Trento non poteva fare altro che prendere atto fondamentalmente di una frattura già avvenuta e ribadire le verità cattoliche di sempre. Per cui, alla fine, Carlo V riuscirà ad ottenere la convocazione del Concilio di Trento Ma gli esiti del concilio tridentino saranno opposti rispetto a quelli che lui sperava.

Finalmente, con Paolo III, venne convocato il concilio. Appena salì al soglio pontificio Paolo III, subito fece sapere che era sua intenzione convocare il concilio. E venne convocato una prima volta, nel 1537, a Mantova.

Fu però un primo tentativo fallito, perché? Perché in linea teorica tutti i vescovi del mondo, di fatto tutti i vescovi d'Europa, avrebbero dovuto essere convocati e partecipare ai lavori. Cosa accadde?

Che nel 1537 Francia e Spagna erano ancora in guerra, per cui il re di Francia, Francesco I, non vedeva di buon occhio un concilio ecumenico che... implicasse una convergenza politica ed interessi tra il Papa Paolo III e l'imperatore Carlo V. Per cui quando Roma mandò le lettere di convocazione al concilio di Mantua in Francia per convocare l'episcopato francese, il re di Francia Francesco I diede ordine che quelle lettere inviate da Roma non venissero recapitate ai vari vescovi. Per cui i vari vescovi francesi non ricevettero la convocazione e non poterono partecipare al concilio di Mantova. Per cui il concilio di Mantova nemmeno cominciò, cioè fallì prima di partire, proprio per l'opposizione politica di Francesco I, che volle impedire ai propri vescovi di partecipare a quel concilio. Divenne quindi chiarissima una cosa, che il concilio ecumenico, per quanto fosse un appuntamento strettamente...

religioso, dottrinale, non poteva avere luogo senza il consenso politico dei grandi potentati europei, perché ancora una volta religione e politica sono legate assieme. È giusto anche distinguerle concettualmente, ma poi di fatto ci sono sempre delle implicazioni reciproche, della religione sulla politica o della politica sulla religione. Per cui un primo tentativo a Mantua fallisce. Pensate che ad un certo punto, l'anno successivo, Paolo III pensava, sperava di poterlo convocare nuovamente, questa volta in Veneto, a Vicenza.

Però anche questo tentativo fallì, pensate un po', per l'opposizione delle autorità veneziane, della Serenissima. Non perché fossero contrari al concilio, assolutamente, ma perché temevano che convocarlo a Vicenza, e quindi nello stato... della Serenissima, potesse esercitare una cattiva impressione sul sultano dei turchi. Pensate come sono collegate le cose, che era Solimano il Magnifico. Perché Solimano il Magnifico di concili ecumenici evidentemente sapeva poco o nulla, è islamico.

Però cosa poteva sospettare Solimano il Magnifico? Che quel concilio convocato a Vicenza in territorio della Serenissima potesse equalizzare tutti i turchi. tutti i regnanti europei cristiani contro di lui e questo avrebbe potuto avere delle ripercussioni negative sui rapporti delicatissimi, molto fragili, precari tra impero ottomano e Venezia. Sapete che tra ottomani e veneziani c'era un rapporto molto fragile, fatto di rapporti commerciali ma anche spesso e volentieri di guerra. Per cui la Serenissima alla fine respinse l'ipotesi di Vicenza come sede del concilio ecumenico.

1542 ci fu un altro tentativo e il concilio venne convocato a Trento. Allora Trento era una città importante e significativa perché, come vi dicevo, i luterani domandavano un libero concilio in terra tedesca. Inizialmente il Papa pensava di estendere l'invito anche ai vescovi o ai pastori luterani, in modo tale la speranza era questa di poterli riassorbire nella Chiesa Cattolica, ricucire lo scisma. E Trento era una città significativa perché era un buon compromesso.

Vedete sulla cartina dove si trovava Trento. Trento si trovava all'interno dei confini del Sacro Romano Impero, per cui era di cultura italiana fondamentalmente, però politicamente, formalmente, imperiale. Per cui poteva essere un buon punto di incontro tra il mondo tedesco, per lo più protestantizzato, e l'ecumene cattolica. Ma anche questa volta nel 1542 fallisce la convocazione perché ancora una volta Francesco I si ritrova in guerra contro Carlo V e i piani saltano.

Non si poteva convocare un concilio mentre le due grandi superpotenze europee del momento si stavano scannando sui campi di battaglia. Arriva finalmente la volta buona, 1545. Seconda convocazione a Trento. Qui comincia, effettivamente, prende avvio il concilio.

La congiuntura politico-militare europea è favorevole, perché? Perché Francesco I perde una battaglia importante contro Carlo V e nel trattato di pace successivo Carlo V impone a Francesco I di accondiscendere alla convocazione del concilio di Trento, per cui sconfitto sul campo di battaglia, indebolito politicamente, Francesco I cede e finalmente nel 1545 i vari vescovi cattolici e in parte anche luterani si recano a Trento. I luterani seguiranno solo le prime sedute e poi abbandoneranno i lavori, per cui alla fine dei conti il concilio di Trento sarà un concilio solo esclusivamente cattolico che come vi ripeto, segnerà una netta divisione o prenderà atto di una netta divisione tra la dottrina cattolica e il mondo luterano. È il diciannovesimo concilio ecumenico nella storia della Chiesa. Attualmente siamo arrivati a 21. Ci sarà il concilio Vaticano I, ventesimo, e il concilio Vaticano II, ventunesimo.

Ecco qui nella slide vedete proprio il Duomo di Trento sullo sfondo, la cattedrale di San Vigilio, che fu il luogo dove i dogmi tridentini venivano proclamati dopo essere stati discussi in altre zone della città. Qui in primo piano vedete la fontana di Nettuno, fontana scelta probabilmente apposta nel 1700 perché Nettuno tiene in mano il tridente come da tradizione e il tridente richiama l'antico nome di Trento, che era Tridentum, da cui concilio di Trento o concilio tridentino. Tridentino significa alla fine Trentino, è sinonimo.

Il concilio venne finalmente convocato, vi dicevo, nel 1545. Però dovete subire una serie di traversie che ne implicarono l'interruzione per tre volte. Infatti vedete che venne convocato il concilio a Trento, poi ci fu la peste, i vescovi dovettero trasferirsi a Bologna, anche grazie alla supervisione del medico più importante del tempo, Girolamo Fracastoro, di origini veronesi, poi poté di nuovo essere convocato a Trento, una seconda volta, poi ci fu un'interruzione dei lavori per dieci anni, pensate un po', e alla fine la fine dei lavori tra il 62 e il 63. Insomma il concilio di Trento... seguì un percorso piuttosto accidentato.

Complessivamente, comunque, si tenne il concilio dal 1545 al 1563. Cosa discussero i vescovi al concilio di Trento? Due grandi questioni. Lo si ritrova, ne rimane traccia, proprio sui documenti del concilio tridentino stesso. Questo sacrosanto e generale concilio ecumenico tridentino, dice un documento del concilio di Trento, considerando l'importanza degli argomenti da trattare, specie di quelli compresi nei due argomenti, cioè l'estirpazione delle eresie e la riforma dei costumi, per cui è stato soprattutto riunito, eccetera, eccetera.

Cosa dice in questo incipit? il concilio di Trento che gli scopi principali per il quale era stato convocato il concilio erano due estirpare l'eresia e cioè cercare di affrontare il luteranesimo sul proprio terreno dottrinale per recuperare al cattolicesimo tutte quelle regioni che avevano seguito Lutero e secondo scopo non meno importante la riforma dei costumi cioè la riforma interna della Chiesa Cattolica. Per cui il Concilio Tridentino, che produsse diversi documenti, d'altronde i lavori si prolungarono diversi anni nel tempo, dal 1945 al 1963, possono essere distinti in due grandi categorie.

I decreti disciplinari, che mirano alla riforma della disciplina interna del clero cattolico, e i decreti dottrinali, che mirano a ribadire le verità cattoliche in contrapposizione a tutti quei cambiamenti di carattere eretico che aveva introdotto in quegli anni Lutero, Calvino, Melantone e tutti i loro epigoni. Allora noi oggi affrontiamo il primo gruppo di questi decreti, cioè i decreti disciplinari. Parleremo dei decreti dottrinali in un'altra occasione.

Con i decreti disciplinari la Chiesa Cattolica accoglie molte critiche dei protestanti. Protestanti avevano mosso alcune critiche legittime, le avevamo viste, nei confronti di alcuni mali costumi o di alcuni abusi dell'autorità ecclesiastica che c'erano. Già la Chiesa se ne era accorta, ma non aveva mai avuto la forza per intervenire con efficacia. Con questi decreti disciplinari i cattolici accettano le critiche mosse dai protestanti e cercano di porvi rimedio. Sostanzialmente si cerca di aumentare la disciplina gerarchica all'interno della Chiesa, cioè il controllo dei vescovi sui parroci e a cascata dei parroci sui fedeli, perché di abusi ne venivano a tutti i livelli, a livelli più alti i vescovi, a volte i cardinali, ma anche a livelli più bassi, per così dire.

e cioè a livello di popolo. Ci si rese conto che cosa? Che, una cosa che la storia insegna molto spesso, che l'eccessiva libertà di cui avevano fruito molti all'interno della Chiesa fino a quel momento, se non limitata o da vincoli esterni, una legge, o da vincoli interni, l'etica che promana dall'interno, l'eccessiva libertà può portare...

non solo all'anarchia ma anche a gravi disordini, abusi e ingiustizie. E quindi si capì che bisognava aumentare il controllo gerarchico e quindi da un certo punto di vista limitare la libertà per ottenere un bene maggiore. Il bene maggiore che cos'è? Ridurre, se non abolire, gli abusi, le ingiustizie e le incoerenze che gravavano sulla Chiesa Cattolica. Per cui maggior controllo per ottenere un bene superiore.

Ho spiegato un po'da tutti. anche dai luterani. Ecco, questi decreti disciplinari poi concretamente vanno ad individuare alcuni casi concreti di cui si voleva trovare la soluzione una volta per tutte. Per esempio, i vescovi. Si decise a Trento che i vescovi non avrebbero potuto ricevere più benefici, cioè non avrebbero potuto essere ordinati Vescovi, quindi essere ordinari di più diocesi.

Ad un vescovo una sola diocesi. La diocesi è quella circoscrizione territoriale sulla quale ha autorità il vescovo. Fino al concilio di Trento i vescovi potevano ottenere più benefici, cioè essere nominati ordinari di più diocesi. Chiaramente un vescovo che doveva governare su più diocesi finiva con il governare male su tutte quante.

Per cui a Trento cosa si dice? Ad un vescovo può corrispondere una sola diocesi, il vescovo è tenuto a governare nel miglior dei modi la diocesi e quindi anche a controllare ciò che avviene all'interno dei confini della propria diocesi, per cui vengono ordinate le cosiddette visite pastorali. Ogni vescovo era tenuto a fare delle visite, periodicamente, delle visite pastorali all'interno della propria diocesi, cioè girare per le parrocchie, parlare con i parroci, parlare con i fedeli.

vedere se tutto funzionava, se ci fossero degli abusi oppure no. Visite pastorali che del resto erano già state previste secoli prima in altri concili ecclesiastici, ma che poi purtroppo caddero in disuso. Le indulgenze, vi ricordate che la riforma luterana si scatena sulla base del problema delle indulgenze. C'erano una serie di problemi, ma la goccia che fece travocare il vaso fu quella famosa colletta indulgenziale bandita da Alberto di Hohenzollern nel Brandeburgo nel 1517 che fece infuriare Lutero e che diede via a tutto il discorso. Cosa dice il Concilio di Trento nei confronti di queste indulgenze?

Potremmo risolvere la cosa con un adagio latino Abusus non tollit usum, cioè l'abuso non toglie l'uso. cioè se c'è un abuso bisogna eliminare l'abuso non quella prassi corretta da cui è derivato l'abuso in altri termini se io mangiassi che ne so 18 pandori al giorno cosa sarebbe la cosa sbagliata cosa sbagliata e l'esagerazione nel mangiare 18 pandori non nel mangiare il pandoro in sé Il Concilio di Trento, scusate l'analogia un po'profana, in sostanza imbocca questa logica dicendo che cosa? Che le indulgenze in quanto tali sono una cosa buona, è vero che la Chiesa in alcune circostanze ha il potere di concedere l'indulgenza ai fedeli, e cioè di rimettere la pena temporale del peccato, cioè tradotto di rimettere la penitenza legata ai peccati già confessati in confessionale, e...

è vero che la Chiesa ha questo potere, ma tutti gli abusi che si accavallarono su questo discorso delle indulgenze dovevano essere drasticamente eliminati. Leggiamo il documento. Il potere di conferire le indulgenze è stato accordato dal Cristo alla Chiesa che, fin dai tempi più antichi, ha usato di questa facoltà a lei divinamente concessa.

È il famoso potere delle chiavi per cui il Papa o la Chiesa come vicario di Cristo, ha il potere in alcune circostanze di rimettere o i peccati nel confessionale, in un sacramento, oppure di rimettere la soddisfazione, cioè la penitenza legata ai peccati. Per questo il Santo Sinodo, cioè il Concilio di Trento, insegna e comanda di mantenere nella Chiesa questo uso, quindi che vengano mantenute le indulgenze, molto salutare per il popolo cristiano. E tuttavia...

Nel concedere queste indulgenze si usi la moderazione per evitare che la troppa facilità nel concederle indebolisca la disciplina ecclesiastica. Quindi indulgenze sì, esagerazione o abusi delle indulgenze no. Desiderando poi emendare e correggere gli abusi che vi si annidano nella pratica delle indulgenze, col presente decreto il Concilio stabilisce in generale la completa abolizione di tutti gli indegni traffici di soldi fatti per ottenere le indulgenze. Per cui le parole del concilio sono molto chiare e ricalcano questa logica del abusus non tollit usum. Avanti, i parroci, anche i parroci vengono maggiormente responsabilizzati, parroci vengono controllati dai viscovi ma a loro volta devono esercitare un maggior controllo sui fedeli e quindi per esempio vengono introdotti i registri dei sacramenti, bisognava registrare tutti coloro che si sposavano e questo per evitare caos perché delle volte capitava che qualcuno si sposasse con qualcun altro ma non ne rimaneva traccia per cui riusciva a ottenere un sacramento.

secondo matrimonio, insomma un caos. I caroci dovevano tenere il registro dei sacramenti, in particolare del battesimo, dei matrimoni e poi anche dei decessi, dei funerali. Ai matrimoni venne poi legato la pratica delle pubblicazioni, e cioè quando due persone volevano sposarsi dovevano pubblicare. la loro intenzione al matrimonio, quindi figgere in parrocchia un manifesto in cui si diceva che tizio e tizia si sarebbero sposati, per dare modo a tutti coloro che avessero avuto qualcosa da ridire su quel matrimonio di esplicitare la propria critica prima del matrimonio. Anche questa era una forma di tutela sociale per evitare strani traffici all'ombra del sacramento del matrimonio.

Tenete conto che questa prassi... e cioè di pubblicare l'intenzione di matrimonio è ancora oggi in vigore chi si vuole sposare sa che prima del matrimonio per diversi giorni deve rimanere affissa la pubblicazione dell'intenzione di matrimonio appunto per dare modo a tutti coloro che volessero opporsi di farlo in tempo ancora vennero istituiti i seminari, questo è molto importante perché? perché Nel XVI secolo in diverse regioni europee si registrava purtroppo, non sempre, ma in più di qualche caso sì, una grave impreparazione del clero, dei sacerdoti.

Pensate, cito uno dei casi più estremi, non era sempre così, però il caso estremo fa riflettere che alcuni storici hanno riscontrato che attorno al 1530, un solo. poco prima del concilio di Trento, in Inghilterra, e moltissimi preti non conoscevano, non sapevano, pensate un po', non sapevano recitare il Padre Nostro, oppure non sapevano chi fosse l'autore del Padre Nostro, perte chiusi a parentesi, perché posso immaginare che ancora oggi molti non sappiano chi è l'autore del Padre Nostro, è Gesù Cristo, il Padre Nostro è una preghiera che si trova nel Nuovo Testamento, insegnata da Cristo agli Apostoli, chiusi a parentesi. Non conoscevano il Padre Nostro, oppure molti preti inglesi non conoscevano i Dieci Comandamenti, molti non conoscevano neanche il latino, il latino che pure era la lingua della liturgia ufficiale, per cui spesso borbottavano parole senza senso, perché tanto il latino non lo conoscevano neanche i fedeli. Ecco, questo è un caso estremo, non era sempre così, capiamoci bene, però in diverse zone d'Europa l'impreparazione del clero era grave. a volte c'erano anche casi di concubinato con tanto di figli legittimi a seguito e così via.

Per cui giustamente il concilio di Trento decise di mettere mano a questo problema elevando la preparazione dottrinale e intellettuale dei propri sacerdoti, istituendo quindi i seminari che esistono ancora oggi. I seminari sono quelle scuole in cui vengono formati i futuri sacerdoti secondo una corretta dottrina. Il sacerdote deve essere anche capace di fare il sacerdote, deve esserci una vocazione, ma deve essere intellettualmente all'altezza, deve conoscere una serie di cose che gli consentano di esercitare al meglio il proprio ministero. Fu così importante l'istituzione di questi seminari che, tanto per dire il primissimo seminario istituito al mondo, venne istituito una cinquantina di giorni dopo la fine dei lavori del Concilio di Trento. Già nel gennaio del 1564, due mesi dopo la fine dei lavori a Trento, venne istituito il seminario di Larino, in provincia di Campobasso.

Primo seminario al mondo. Cosa voglio dire? Che venne sentita come un'urgenza l'istituzione dei seminari.

Tanto è vero che subito dopo la fine dei lavori, già spuntava, già germogliava il primo seminario. E poi da lì piano piano si diffusero in tutta Europa. Ecco, da ricordare in particolare, figura importante legata all'istituzione dei seminari, San Carlo Borromeo, cardinale e arcivescovo di Milano, che profuse moltissimo impegno, tempo ed energie per erigere seminari nella propria diocesi e per definirli maggiormente da un punto di vista. istituzionale. Ecco a Milano ha fatto scuola questo seminario che vedete in basso a sinistra, è il cosiddetto collegio elvetico.

oggigiorno palazzo del senato ma non ci interessa, venne fatto erigere dal cugino di san carlo borromeo collegio elvetico perché ospitava soprattutto studenti provenienti dalle zone svizzere e quindi quegli studenti più esposti alla dottrina calvinista che invece i cattolici volevano riassorbire in seno alla chiesa cattolica e qui vedete un altro seminario e anche questo è importante per altri motivi, a Valencia. Vi mostro questi due tra centinaia di possibilità per farvi mostrare come, per esempio, anche da un punto di vista architettonico ci fu una certa omogeneità. Vedete che generalmente i seminari di questo periodo nascevano con un'architettura tipicamente rinascimentale e con un grande chiostro all'interno formato da... spesso da alloggiati a due ordini, lo vedete qui a Valencia e lo vedete anche qui a Milano. Ecco, fu un modello architettonico che poi fece scuola e lo si ritrova più o meno uguale in moltissimi stati europei.

Ancora, un'ultima cosa, la redazione del catechismo. Non solo i sacerdoti avevano bisogno di essere più preparati. in materia cristiana. Ma anche i fedeli? Potete immaginare che se già molti sacerdoti ignoravano la dottrina cristiana, potete immaginare a cascata come poteva essere la situazione tra i fedeli.

Molti ignoravano i fondamentali della religione cristiana, altri erano confusi, non capivano più cos'era cattolico, cos'era luterano, cos'era calvinista. È una situazione... estremamente fluida, complessa e anche piuttosto caotica. Anche tra i fedeli possiamo ritrovare casi estremi, alcuni fedeli non conoscevano i dieci comandamenti, d'altronde spesso non li conoscevano neanche i sacerdoti, alcuni non conoscevano le preghiere, alcuni non conoscevano i sette vizi capitali, insomma bisognava formare maggiormente anche il popolo cristiano e quindi venne redatto.

il catechismo. Cos'è il catechismo? Noi abbiamo già sentito questo termine.

Da piccolo sono andato a catechismo, cioè nel linguaggio comune il catechismo è un'attività. Di per sé il catechismo è un libro, non è un'attività. Cioè chi va a catechismo dovrebbe in linea teorica essere istruito su un testo, cioè il catechismo.

Il catechismo è un testo, un libricino che compendia, cioè che riassume la dottrina cattolica, cioè che dice che cos'è la dottrina cattolica, cosa pensa la Chiesa su alcuni argomenti, quali sono gli articoli di fede propri dei cattolici, in cosa credono i cattolici da un punto di vista teorico ed esistenziale. Pensate, apro e chiudo la parentesi, che il primo catechismo, il cosiddetto piccolo catechismo, venne pubblicato da Lutero, per i luterani evidentemente, non per i cattolici. correva l'anno 1529. Ecco, anche i cattolici fecero lo stesso nel 1555, e cioè redassero un loro catechismo. Chi venne commissionato, naturalmente, era un lavoro piuttosto delicato, quello di redigere il catechismo.

Si trattava di definire cosa fosse la dottrina cattolica. Naturalmente non poteva non essere coinvolto in questo progetto un gesuita. Vi ricordo che i gesuiti in questo momento erano l'ordine forse più colto della Chiesa Cattolica, assieme a Francescani e Domenicani, però i gesuiti erano un ordine appena fondato che incarnavano in questo momento, meglio degli altri ordini, lo spirito della controriforma. Quindi venne incaricato un gesuita olandese che si chiamava Canisio, che poi fu molto attivo in Germania, riuscì a recuperare al cattolicesimo moltissime regioni tedesche. Per cui il primo catechismo fu il catechismo del Canisio.

Ripeto, quel catechismo elencava tutta una serie di punti che esplicitavano l'identità della dottrina cattolica e quindi, di conseguenza, anche la differenza tra la dottrina cattolica e la dottrina luterana. Questo tipo di catechismo fu estremamente efficace, fu un toccasana per il popolo cristiano, per i fedeli battezzati, perché in qualche modo arginò Non risolse completamente, ma arginò la profonda ignoranza dottrinale che serpeggiava un po'ovunque. Che poi, apro e chiudo la parentesi, è un'ignoranza che spesso e volentieri si riscontra ancora oggi. Ancora oggi se noi fermiamo 100 persone per la strada e domandassimo loro i fondamentali della dottrina cattolica, otterremo delle risposte piuttosto sorprendenti.

Ecco, la situazione non era molto diversa al tempo e si cercò di arginarla dando uno strumento catechetico che potesse risolvere questo problema. D'altronde, in assenza di questo strumento, non ce n'erano molti altri per potersi istruire. Certo, uno potrebbe dire la frequentazione della liturgia, della messa.

Sì, è vero che si poteva partecipare alla messa, ma è anche vero che non erano frequentatissime. le messe, specialmente in campagna, perché in campagna di chiese ce n'erano poche e quelle che c'erano spesso erano cappelle private, per cui non erano molti statisticamente a frequentare le messe, almeno ordinariamente, e anche qui abbiamo dei casi estremi, a volte ci sono rimasti delle testimonianze storiche, chi partecipava alla messa, ma anche qui non era la regola, erano dei casi estremi. partecipava ma o chiacchierando o giocando a carte o presentandosi ubriaco pensate un po qualcuno anche si addormentava qualcuno entrava col cane ecco non era questa la regola lo ribadisco però erano dei casi estremi che ci dicono che c'era qualcosa da migliorare oggigiorno casi estremi di questo tipo non ce ne sono più per cui il consiglio di trento riuscì anche a tamponare queste questi falli no che andavano annidandosi in alcune realtà locali. E d'altronde se i fedeli non frequentavano, specie nelle campagne, regolarmente la messa, non solo non si istruivano alla dottrina cattolica, ma frequentavano poco anche i sacramenti, si confessavano poco, si comunicavano con l'Eucarestia poco, e così via. Con l'istituzione dei seminari, del catechismo e con l'erezione di una serie di nuove chiese anche nelle campagne, si riuscì ad arginare con buona efficacia anche questo problema.

Finisco con una curiosità. Lanciamo un ponte con la contemporaneità. Il catechismo che venne istituito concettualmente e materialmente a Trento, esiste ancora oggi. È un catechismo che poi è stato aggiornato con tutti i pronunciamenti dottrinali che ci sono stati da Trento fino ad oggi, naturalmente.

Ma è un libro che concettualmente svolge la stessa funzione del catechismo del Canisio, così come era stato concepito. E cioè, è un libro piuttosto voluminoso che contiene il pensiero della Chiesa Cattolica da un punto di vista dottrinale. Cosa pensa la Chiesa Cattolica della creazione dell'universo? Cosa ci sarà dopo la morte?

Cos'è il giudizio universale? Quali sono i sette peccati capitali? Cosa pensa la Chiesa Cattolica del purgatorio?

Cosa pensa di Satana, dell'inferno? Cosa pensa della possessione diabolica? Cito apposta questi ultimi esempi perché so che stuzzicano la curiosità. Ecco, allora, ciò che pensa la Chiesa Cattolica è contenuto nel Catechismo. Per cui, tanto per capirci, se io, se un sacerdote, se chiunque dicesse la Chiesa Cattolica pensa X, ma nel Catechismo ci fosse scritto Y, ciò che fa fede è il Catechismo.

Cioè sono i sacerdoti, i ministri a doversi adeguare al Catechismo, che è l'insegnamento di sempre della Chiesa Cattolica, e non viceversa. Infatti, vedete, questo è un Catechismo del 93. che venne promulgato dall'allora pontefice Giovanni Paolo II, il quale cosa disse di questo strumento? Che il CCC, Catechismo della Chiesa Cattolica, è un'esposizione della fede della Chiesa e della dottrina cattolica.

Io lo riconosco come uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale e come una norma sicura per... l'insegnamento della fede e quindi come strumento in grado di dare unità alla chiesa cattolica perché in grado di far convogliare gli insegnamenti cattolici su un unico strumento. Bene, questi furono nella sostanza i decreti disciplinari del Concilio di Trento che seppero infondere nuova linfa nella Chiesa e seppero anche risolvere diversi problemi che si erano accavallati fino a quel momento lì, dando un nuovo slancio all'impresa pastorale, soprattutto all'impresa alle missioni apostoliche.

dei francescani, dei dominicani, dei gesuiti in giro per il mondo. La volta prossima invece vedremo in cosa consistono i decreti dottrinali. Se i decreti disciplinari accettarono molte critiche dei protestanti, le considerarono legittime e cercarono di mettere una pezza a quei problemi, i decreti dottrinali invece segnarono, ripeto, una netta contrapposizione tra le verità cattoliche di sempre e le nuove dottrine introdotte dai luterani, per cui la grande contrapposizione poi rimarrà sull'aspetto dottrinale. Su questo ci aggiorniamo la volta prossima.

Arrivederci.