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Lezioni sulla Storia di Roma Antica

Salve, sono Carlo Rolle. Forse alcuni di voi avranno visto le mie lezioni sul Medioevo, che sono sul mio canale di YouTube e che continueranno. Ho dedicato anche alcune lezioni alla poesia latina dell'età augustea. E in entrambe di queste serie... È capitato e mi capiterà ancora di fare riferimenti a periodi precedenti. Per questo ho pensato di proporvi una breve serie che ripercorre la storia di Roma Antica. Quattro lezioni per parlare dell'ascesa di Roma Antica. roma fino alle soglie dell'impero cioè fino all'inizio del principato di ottaviano augusto è l'avventura di un popolo che partendo da pochi villaggi dei pastori arrivò caso ancora unico a controllare tutto il Mediterraneo, oltre a vasti territori intorno ad esso. Sarò più sintetico del solito perché dobbiamo coprire più di 700 anni e perché il mio scopo è solo quello di fornire una base informativa per analisi più approfondite, come quelle dedicate al Medioevo. Sulle origini di Roma esistono varie leggende, la più famosa delle quali è naturalmente quella della sua fondazione da parte dei discendenti del profugo. gotroiano Enea, che dopo molte peripezie giunse a stabilirsi con i suoi uomini nell'Antico Lazio. Sarebbe lungo parlare di queste leggende. È probabile che alcune di esse contengano elementi storici, ma non è facile individuarli. Altri racconti pongono la nascita di Roma nel 753 a.C. Gli autori antichi menzionano date che differiscono di pochi anni, queste date risalenti circa al tempo di Giacomo. di Omero, non hanno sempre convinto gli storici. Tuttavia, negli ultimi anni, l'archeologia ha potuto accertare alcune cose. Certo è che nel IX secolo a.C. esistevano sui colli di Roma alcuni villaggi, e tra essi uno spazio protourbano che li univa, e che Varrone, il grande erudito della letteratura latina, chiama il Septimontium. All'interno di questo vasto spazio proto-urbano, condiviso fra diversi villaggi, fu fondata Roma, e fu fondata effettivamente tra il 775 e il 750 a.C., mediante complessi riti, in parte mutuati dal popolo etrusco. Dell'Italia precedente all'VIII secolo sappiamo poco. Popoli diversi si dividevano la penisola. A nord del Tevere, e almeno fino all'Arno, vivevano gli Etruschi. forse provenienti dal vicino oriente. La loro lingua è diversa da tutte le altre dell'Italia antica. È un popolo che possiede i segreti della metallurgia ed esercita l'attività mineraria. Si serve della scrittura, usando i caratteri greci. Le loro città sono numerose nell'VIII secolo e la loro civiltà in espansione, specialmente verso la pianura padana e il delta del Po. Nella dorsale appenninica, a destra, del Lazio e della Campania, vivevano popolazioni indo-europee, alle quali è stato dato il nome collettivo di Osco-Umbri. Sulle coste dell'Italia meridionale e della Sicilia si estendeva invece una catena di città greche, che diventeranno sempre più prospere, e la cui influenza si irraggiava verso l'interno. A nord dell'Arno e fino alle Alpi marittime viveva l'antico popolo di Sardegna. dei Liguri, forse pre-indoeuropeo. Di essi sappiamo poco, perché la loro espansione era probabilmente già terminata al tempo della fondazione di Roma. Nel nord-est viveva il popolo indoeuropeo dei Veneti, agricoltori e pescatori. Nella pianura padana si trovavano già, o arriveranno poco dopo, anche i Galli, una popolazione celtica. I popoli celtici avevano una presenza vasta, in Europa erano naturalmente un popolo indoeuropeo, e la loro lingua era quindi imparentata alle lingue italiche come il latino. Sulla costa adriatica della Puglia si trovavano presenze di altre civiltà antiche, quali i Messapi, di origine illirica, e gli Iapigi, forse di origine minoica. Il quadro etnico e linguistico dell'Italia antica è quindi molto ricco e complesso. Quanto all'area tirrenica da Lazio in giù, era popolata da una civiltà protolatina, frutto di un'immigrazione indoeuropea probabilmente risalente a secoli di ...mille millennio avanti Cristo, dunque di molto antecedente alla colonizzazione greca. Le lingue di queste popolazioni sono vicine a quelle degli osco-umbri. La loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, la loro religione è la religione di un'esplosione, fu esposta all'influenza della civiltà greca e di quella etrusca. Il collegamento tra la fondazione di Roma e Troia, la città natale di Enea, è antichissimo. di molti secoli precedente l'Eneide di Virgilio. Enea, fuggito da Troia, avrebbe infine sposato Lavinia, figlia del re latino. Il loro figlio Ascanio avrebbe fondato Alba Longa, dove avrebbero regnato trenta re, fino a Numitore. Secondo la leggenda, Numitore avrebbe dovuto regnare, ma suo fratello Amulio usurpò il suo posto. Per non avere per avere futuri rivali, Amulio uccise i figli del fratello e costrinse la figlia di Numitore a diventare sacerdotessa del culto di Vesta, la dea del focolare domestico. Le Vestali erano obbligate alla castità, e quindi Amulio escludeva che rea Silvia potesse mai procreare. Ma secondo la leggenda, il dio Marte stesso avrebbe reso rea Silvia madre di due gemelli, Romolo e Remo. Essi vennero nascosti e in età. ad un'età adulta essi avrebbero fondato Roma. O meglio, la fondazione fu effettuata da Romolo sul Palatino. Questa sarebbe stata la famosa Roma quadrata. L'area fu santificata da riti propiziatori e delimitata da una prima cinta muraria, che definiva l'area protetta dalle divinità che avevano presieduto questa fondazione, l'area del Pomerio. Per compiere questa fondazione, fondazione Romolo dovette prevalere su alcuni antagonisti, tra i quali il fratello Remo, che avrebbe voluto fondare la città in un altro luogo, probabilmente nella zona dove si trova oggi l'Eur. Romolo avrebbe infine ucciso il fratello, colpevole di aver oltrepassato un confine sacro, nonché altri suoi antagonisti. Si trovano in queste leggende tracce di miti indoeuropei. e anche di miti greci, come la fecondazione di rea Silvia da parte di un dio. Urbem Romam a principio reges habuere. Il potere a Roma fu inizialmente detenuto dai re. Questo il solenne incipit degli Annali di Tacito, uno dei capolavori della storiografia di ogni tempo. I re di Roma sarebbero stati sette, o meglio otto, perché Romolo regnò insieme ad un re sabino, Tito Tazio. L'epoca dei re durò dalla fondazione di Roma fino al 509 a.C. Sono anni in cui storia e mito sono strettamente intrecciati. In questi anni cresce la città. Gli edifici, inizialmente capanne con tetti di materia vegetale, diventano poi edifici più solidi e imponenti, ricoperti di tegole. Tra questi edifici ve ne sono molti pubblici e religiosi, come avviene nelle città stato-grecche. Inoltre si creano ponti e acuedute, si scavano fognature, si erigono mura, la città subì certo la pressione della potenza etrusca, attirata dalla prospettiva di controllare il miglior guado del Tevere, quello su cui si trova l'isola Tiberina. Dei sette re di Roma ricordati dalla tradizione, gli ultimi tre sono legati al mondo etrusco. Tarquinio Prisco proveniva da Tarquinia, anche se suo padre sarebbe stato originario di Corinto. Servio Tullio sarebbe stato originario di Tiberina. sarebbe stato un figlio illegittimo di Tarquinio Prisco, e sarebbe stato infine deposto e ucciso da un altro figlio legittimo del re etrusco, di nome Lucio Tarquinio, detto il Superbo. Ma nel 509 la città insorge contro Tarquinio il Superbo, l'aristocrazia si ribella e caccia il monarca, rifiutando la trasmissione ereditaria del potere. Nasce la Repubblica, che non è naturale, naturalmente la Repubblica nell'accezione della lingua italiana, ma la res publica, la cosa pubblica. È, come la poleis greca, un modello opposto a quello delle monarchie orientali. La città crea e perfeziona nel corso del tempo istituzioni nuove, che si riveleranno per secoli solide ed efficaci. Il governo è affidato a due consoli, che si controllano a vicenda, al Senato, alle genti spaziali. Gente spatriarcali. Ci manca il tempo per percorrere la storia e le caratteristiche di queste istituzioni. Certo è che la storia di questa città fu contrassegnata da una capacità di assimilazione non scontata nel mondo antico. Questa capacità di assimilazione non era caratteristica delle città greche. A Roma lo schiavo liberato non diventava uno straniero, come accadeva in Grecia, ma semplicemente un appartenente alla classe più bassa. dei cittadini liberi. I suoi figli sarebbero state di condizione sociale più elevata. Quando Roma conquistava una città, poteva assimilarne gli abitanti insieme al suo territorio, ed essi avrebbero mitigato l'amarezza della sconfitta, con la prospettiva di partecipare a loro volta alle conquiste future. Questa capacità di assimilazione, che riguarda anche la religione, diede a Roma l'accesso ad un potenziale umano importante e una stabilità politica che consentì alla città di svilupparsi senza rivolgimenti violenti nel periodo critico. tra il V e l'ultima parte del II secolo a.C., periodo durante il quale Roma conquistò il controllo del Mediterraneo. Inoltre Roma seppe servirsi delle alleanze con altre città. città, stipulare con esse trattati e rispettarli. La sua oligarchia coltivava alleanze, legandosi alle aristocrazie di altre città, anche con i matrimoni e preparando sempre nuove alleanze politico-militari. Nel V secolo Roma è legata alle città della Lega Latina. Avvengono dei conflitti, ma essi hanno più che altro un un carattere stagionale e locale. Nel IV secolo avviene un conflitto di maggiore portata. Una popolazione di Galli Senoni, che aveva raggiunto qualche anno prima la costa adriatica, tra Rimini e Ancona, si dirige su Roma. Tra il 390 e il 387 sconfigge le legioni sul fiume Allia, a pochi chilometri da Roma, e poi saccheggia la città. Ma il canale è iniziato. Il Campidoglio resiste all'assedio e i Galli si allontanano. La città ha resistito. Nei quasi 800 anni seguenti non subirà altri saccheggi. Nella seconda parte del IV secolo Roma comincia ad espandersi in Italia. L'alleanza con la popolosa colonia greca di Capua consente ai Romani di accerchiare le tribù del Lazio meridionale, come quella dei Volsci. Grazie a questo collegamento, Roma si assicura il controllo della fascia litorale tirrenica tra il Lazio e la Campania. Ma questo territorio è esposto alle incursioni degli abitanti della dorsale appenninica, i Sanniti, popolo appartenente alla famiglia Osco-Umbra, bellicosi come tutti i popoli di pastori, che devono conquistarsi l'accesso ai terreni su cui condurre i loro animali. coriacei come tutti i popoli di montagna. Le guerre sannitiche saranno tre, dal 343 al 341, dal 326 al 304 e dal 298 al 290. Saranno durissime e costringeranno i Romani a mutare le loro tattiche militari per adattarsi a terreni di montagna, ad organizzare blocchi di vallate o di alzature. di alture a rendere meno rigido lo schieramento degli uomini in battaglia. Nel 321, nel corso della seconda guerra sannitica, ci sarà l'episodio delle Forche Caudine. I Romani subiranno un'umiliazione divenuta proverbiale. Presi in trappola in una gola, dovettero arrendersi, e spogliati dalle insegne delle armi, passare a capochino sotto un giogo, di fronte ai nemici sbeffeggiani. pronti a uccidere chi mostrasse con il suo atteggiamento di ribellarsi all'umiliazione. Alla lunga però i Romani vinceranno, dopo aver occupato le pianure della Puglia, dove i Sanniti portavano le loro Greci a svernare. Nella terza di queste guerre i Sanniti formeranno una coalizione con Umbri, Etruschi e Galli Senoni per aver ragione della crescente potenza romana. Ma la coalizione verrà sconfitta nel 295 nella Battaglia di Sentino in Umbria. Questa grande battaglia, definita anche la Battaglia delle Nazioni dell'Antichità, segnò il predominio definitivo dei Romani nella penisola. Debellati, duri Sanniti, Sottomessa l'Etruria, raggiunta la pianura padana, occupata la Puglia e le terre dei Galli Senoni, si apriva ormai a Roma la conquista della città della Magna Grecia. Le colonie greche non avevano molte speranze di resistere al rullo compressore dei Romani. Taranto tentò una mossa disperata, chiamando in soccorso un grande comandante del mondo greco, Pirro. il re dell'Epiro. Questi, che ambiva a crearsi un suo impero, sbarcò nel 280 in Italia con le sue truppe, a cui si unirono anche contingenti di città greche e di sanniti. Nella prima battaglia i Romani furono sconfitti, anche grazie al panico suscitato dagli elefanti di Piro, per la prima volta impiegati sul suolo italico. Anche nella seconda battaglia, Pirro vinse, ma con tali perdite da doversi ritirare in Sicilia. Nell'isola, in posizione strategica nel Mediterraneo, le città greche chiesero a Pirro di aiutarle contro Cartagine, fortemente insediata nell'isola. Dopo aver combattuto contro i cartaginesi, Piro tornò in Italia, mentre i Romani stavano occupando la Magna Grecia. Sconfitto a Benevento nel 275, Piro rientrò in Epiro e morì qualche anno dopo. Così Taranto si arrese nel 272. Nel 270 i Romani occuparono Reggio, completando la conquista della penisola a sud di Roma. Durante questi decenni di guerra Roma ha imparato molto. La tecnica militare, inizialmente simile a quella degli opliti greci che combattevano in formazioni compatte, scarsamente mobili, si è molto evoluta. Le guerre con i Sanniti hanno reso le unità più flessibili, capaci di dispiegarsi e di rinserrarsi rapidamente, di manovrare adattandosi a terreni scoscesi o boscosi. Le profonde incursioni in territori ostili hanno insegnato alle legioni l'importanza delle fortificazioni, che vengono costruite ogni sera per consentire alle truppe preziose ore di sicurezza e di riposo in qualunque circostanza. I Romani hanno adottato il giavellotto dei Sanniti, perfezionandolo nel pilum, micidiale arma da lancio, nella fase che precede immediatamente il corpo a corpo, arma che penetra profondamente negli scudi nemici e li rende curati. quasi inservibili. Ma soprattutto Roma ha iniziato a creare delle strade su cui spostare agevolmente le truppe. Si inizia dalla via Appia, che collega Roma con Capua, prima importante alleata. Ma poi le strade di Roma si inoltrano nei territori appena sottomessi. La via Appia arriva fino a Brindisi, la via Salarie e la via Flaminia arrivano all'Adriatico, la via Cassia attraverso le truppe. Esse assicurano l'arrivo delle armate romane in caso di rivolte, e rendono irreversibili le conquiste. Inoltre Roma consolida il suo controllo con trattati che legano in vario modo le città conquistate, agli abitanti di alcuni viene concessa la cittadinanza romana, ad altri l'applicazione del diritto latino, ad altri ancora lo status di alleati. Tutto questo cementa le conquiste di Roma. Di fronte a Reggio, Conquistata dai Romani nel 270 sul lato opposto dello stretto, è presente con le sue forze armate Cartagine, la grande potenza del Mediterraneo occidentale. Si annuncia uno scontro di proporzioni mai viste, ma ne parleremo nella prossima lezione. Per ora vi ringrazio per il vostro interesse. A presto.