Nuova lettura di Così parlò Zaratustra, oggi leggo e analizzo con voi e per voi il passaggio intitolato L'Ombra. Così parlò Zaratustra, edizione Mondadore. Il mendicante volontario se n'era appena andato via e Zaratustra era un'altra volta solo con se stesso, quando egli udì dietro di sé una nuova voce.
Fermo Zaratustra, aspetta dunque. Sì, solo io, Zaratustra, io, la tua ombra. Ma Zaratustra non attese perché era stato colto all'improvviso da un senso di fastidio per la grande affluenza eressa sulle sue montagne.
Dove è andata a finire la mia solitudine? Disse. Davvero questo per me è troppo, queste montagne brulicano di gente. Il mio regno non è più di questo mondo, ho bisogno di nuovi monti. La mia ombra mi chiama, che importa la mia ombra?
Mi corra pure dietro, io le correrò davanti. Così parlò Zaratustra al suo cuore e corse via. Ma chi gli era dietro lo inseguiva, così che tosto furno...
In tre a rincorrersi, cioè davanti il mendicante volontario, poi Zeratustra e terza dietro a tutti la sua ombra. Non da molto correva così, allorché Zeratustra si rese conto della sua stoltezza ed un colpo si scrollò di dosso ogni senso di fastidio e disgusto. Come, disse, le cose più ridicole sono sempre accadute presso di noi vecchi eremiti e santi.
In verità la mia follia è cresciuta. tanto sulle montagne. Adesso sento sbattere l'una dopo l'altra sei vecchie, sei vecchie gambe di pazzi. Ma è lecito a Zaratustra avere paura di un'ombra?
Alla fine... Mi sembra anche che essa abbia gambe più lunghe di me. Così parlò Zaratustra ridendo con gli occhi e i visceri e si arrestò e si rigirò bruscamente ed ecco che quasi buttò per terra il suo inseguitore e ombra.
Così da presso già lo seguiva tallonando e così debole anche era quello. Quando lo esaminò con lo sguardo fu preso da spavento alla vista improvvisa di uno spettro tanto sottile, nerognolo, incavato e con... aria da sopravvissuto gli parve il suo inseguitore. Chi sei? gli chiese Zaratustra con foga.
Che cosa fai qui? E perché ti dici mia ombra? Tu non mi piaci. Perdonami, rispose l'ombra, quello che sono e se non ti piaccio ebbene Zaratustra in questo io lodo te.
tuo buon gusto. Io sono un viandante che già da molto tempo ti stava alle calcagne, sempre in cammino ma senza meta, anche senza casa. Così mi manca che è poco, che davvero per essere l'ebreo errante salvo il fatto che non sono eternamente errante e non sono ebreo. Come?
Dovrò sempre essere in cammino, vorticosamente sollevato da ogni vento precario, spinto via senza posa o terra. Tu sei diventata troppo rotonda. per me.
Già mi sono posato su tutte le superfici, simile e stanca polvere. Ho dormito su specchi e vetri di finestre, tutti prendono da me, nessuno dà, tendo alla rarefazione. Assomiglio quasi a un'ombra, ma dietro a te, Zaratustra, sono volato, seguendoti più a lungo di ogni altro, anche se mi nascondevo a te, ero tuttavia la tua ombra migliore.
Dunque, dovunque ti sedevi, sedevo anch'io. Con te mi sono aggirato nei mondi più freddi e lontani al pari di uno spettro che corra volontariamente sopra tetti invernali e neve. Con te ho cercato di introdurmi in tutte le cose più proibite, più cattive, più lontane e se in me vi è qualche cosa che assomiglia alla virtù è che io non ho paura di alcuna proibizione.
Con te ho apprezzato o con te ho spezzato ciò che il mio cuore venerava, ho rovesciato tutte le pietre di confine e le immagini, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, ho insegnato a tutti i miei amici, seguito i desideri più pericolosi, davvero al di là di ogni possibile delitto, sono corso via una volta. Conto è un disimparato la fede nella parola, nei valori e nei grandi nomi. Quando il diavolo cambia pelle non decade anche il suo nome, questo infatti è pura pelle, il diavolo stesso forse è pelle. Niente è vero, tutto è lecito, così disse a me stesso, io mi precipitai nelle acque più con la testa e con il cuore, come me ne sono stato spesso lì. dopo questo nudo come un gambero rosso.
Ah, dove è andato tutto il bene, il pudore, la fede nei buoni. Ah, dove è andata a finire quell'innocenza menzoniera che un tempo possedevo, l'innocenza dei buoni e delle loro nobili bugie. Troppo spesso, in vero, ho tallonato stretto la verità, ma allora lei mi ha messo i piedi sulla testa, talvolta ho pensato di mentire, ah ecco, solo allora ho colto la verità. Troppe cose mi sono divenute chiare e ora che non mi importa più di nulla, non vive più nulla, che io ami come potrei ancora amare.
me stesso. Vivere Come ne ho voglia o non vivere proprio, così voglio e così vuole anche il più santo, ma in me io come ne ho ancora voglia? Ho io ancora una meta, un porto verso cui corre la mia vela, un buon vento, ah, solo chi sa verso dove naviga, sa anche quale vento sia buono e propizio alla sua navigazione. Che cosa mi è rimasto ancora? Un cuore stanco e sfacciato, e una volontà incostante.
ali svolazzanti, una spina dorsale spezzata. Questo cercare la mia casa, o Zaratustra, tu lo sai bene, questo cercare era la mia afflizione. Essa mi divora. Dov'è la mia casa?
In questo senso chiedo e cerco e cercavo e non ho trovato. Eterno essere dovunque, eterno essere in nessun luogo, eterno inutilmente. Così parlò l'ombra di Zaratustra.
E il volto di Zaratustra si fece più lungo alle sue parole. Tu sei la mia ombra. Di segli, infine con tristezza. Il tuo pericolo non è da poco, spirito libero e viandante.
Hai avuto una cattiva giornata, guarda che non ti venga addosso una sera anche peggiore. Agli instabili, come te, anche una prigione finisce per apparire un posto beato. Hai visto come dormono i delinquenti catturati?
Essi dormono quieti, godono della loro nuova sicurezza. Bada, alla fine di non restare prigioniero di una fede, di una dura e grave illusione. Ormai infatti ti seduce e ti tenta ciò che è limitato e saldo.
Hai perso la meta in me? Come potrai smarrire questa perita leggera e consolartene? Con ciò hai perso anche la strada. Tu povera vagabonda, svolazzante, stanca farfalla, vuoi avere per questa sera una sosta, un domicilio? Allora vai là sulla mia caverna.
Là la strada porta alla mia caverna. E ora voglio di nuovo correre in fretta via da te. Già.
su di me si stende come un'ombra io voglio andarmene da solo così che intorno a me si faccia ancora una volta chiaro per questo occorre che io sia ancora lungo in cammino allegro ma questa sera da me si ballerà così parlò Zaratustra sublime, sublime, sublime uno dei passaggi più belli so che l'ho detto di forse cento passaggi ma questa è un'opera immensa con delle immagini parole, con dei suoni che danno i brividi. Qui Zaratustra dialoga con la sua ombra e dice troppo la sua ombra, ci sono già troppe persone, la solitudine è andata perduta, deve cercare nuovi monti, ci dice Zaratustra, perché ormai su queste montagne sono arrivate troppe persone e ricordatevi sempre che per Nietzsche la solitudine è il valore, è il valore. si è oltre uomini se si sta soli con se stessi, se si esce dal chiacchiericcio. Dunque questa moltitudine di persone già infastidisce Zaratustra, ha perso una sorta di profondità.
Ma si accorge addirittura che c'è la sua ombra che lo interpella, che dialoga, e la sua ombra è smarrita, la sua ombra è impaurita, perché? Perché è un viandante ormai senza meta, la sua ombra. Così come un viandante...
è Zaratustra, ma Zaratustra è un viandante che si fa proiezione, che si fa prospettiva, è un viandante che ha perso gli meta per farsi essere stesso meta, è un viandante che ha perso certezze, che ha perso la metafisica, Platone, Parmede, Aristotele, Pitagora, ha perso la metafisica occidentale, la cristianità, ha perso la metafisica occidentale, l'idealismo, ha perso l'ombra, la casa, il porto sicuro, allora l'ombra è spaventata, anche se non è stata... attaccato a Zaratustra, moro a Zaratustra, dato oltre, dato oltre tutte le cose, dato oltre ogni caso, oltre ogni dimora, è andato oltre la verità, niente è vero, tutto è lecito, niente è vero, tutto è lecito. E l'oltromismo inquietante anche di Zaratustra è essere al via del bene e del male, e portare la incertezza.
e anche il nichilismo, perché mancando ogni certezza c'è il niente, ma sul niente risorge Zaratustra, sul niente riesce a navigare, sul niente riesce ad essere, mentre sul niente, sull'assenza di valori, le persone naufragano, hanno paura, è compresa l'ombra di Zaratustra. E che triste, ma la guarda che ha costituito con distacco Zaratustra, la guarda... Con tristezza e con distacco perché è debole e impaurita.
E dunque più che mai dormiente, ma sono sonni ricchi di inquietudini. Sono i sonni di chi non riesce più a dormire, alla fine perché? Perché è venuta meno l'illusione che ci ha permesso di vivere, la grande illusione della cultura occidentale, che noi oggi potremmo dire la convincita di essere buoni, di essere i migliori, di essere i giusti. in questo periodo, è venuta a meno, è tramontata quella convinzione di essere giusti. Allora, venendo meno ogni certezza, l'ombra quasi si dissolve.
Allora Zaratustra gli indica la caverna, torna là, torna nella caverna, devi cercare te stessa, cioè immaginare un dialogo già con la propria ombra vi dice quanta sia la grandezza, oltre che filosofica, anche letteraria di Nietzsche.