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La storia della vita e l'equilibrio terrestre

Musica Musica Ascoltami, per favore. Come me, tu sei un Homo sapiens. Un uomo pensante.

La vita. Un miracolo dell'universo. È comparsa circa 4 miliardi di anni fa. In noi esseri umani.

Soltanto 200.000 anni fa. Eppure siamo riusciti a sconvolgere l'equilibrio che è indispensabile alla vita stessa. Ascolta attentamente questa storia straordinaria, che è anche la tua.

E poi decidi che cosa vuoi fare. Queste sono le tracce delle nostre origini. All'inizio il nostro pianeta non era altro che un caos di fuoco. Una nube di particelle di materia, uguale a tanti altri ammassi stellari nell'universo.

Tuttavia, qui è nato il miracolo della vita. Oggi, la vita, la nostra vita, è solo un anello della catena degli innumerevoli esseri viventi che si sono succeduti sulla Terra nel corso di 4 miliardi di anni. Ancora oggi, nuovi vulcani continuano a scolpire il nostro paesaggio. Ci fanno intuire come doveva essere la Terra alle sue origini.

Un magma roccioso che sorgeva dalle profondità, si solidificava, si screpolava, ribolliva... o formava una sottile crosta prima di tornare inattivo per un po'. Questi pennacchi di fumo che emergono dalle viscere della Terra ci mostrano com'era l'atmosfera primordiale. Un'atmosfera priva di ossigeno, Un'atmosfera densa, carica di vapore acqueo, piena di anidride carbonica.

Una fornace. La terra si raffreddò, il vapore acqueo si condensò e ricatte sotto forma di piogge torrenziali. Alla giusta distanza dal sole, non troppo lontano e non troppo vicino, la Terra è in un equilibrio perfetto che le permette di conservare l'acqua allo stato liquido. L'acqua traccia dei percorsi, come le vene del corpo umano, i rami degli alberi, come va scelto il tempo. ...celli che apportano linfa vitale al pianeta.

I fiumi trassero minerali dalle rocce e li dissolsero gradualmente nell'acqua dolce degli oceani. E gli oceani diventarono salati. Da dove veniamo? Come si è creata la prima scintilla di vita?

Miracolo del tempo, alcune forme di vita primitiva esistono ancora nelle sorgenti termali calde. Sono loro a colorarle. Sono gli archeobatteri. Tutti si nutrono del calore della Terra?

Tutti, tranne i cianobatteri o alghe verdi-azzurre. Sono gli unici che si orientano verso la luce del Sole per catturare la sua energia. Sono i principali antenati di tutte le specie di piante di ieri e di oggi.

Questi piccoli batteri e i loro miliardi di successori hanno cambiato il destino del nostro pianeta. Hanno trasformato la sua atmosfera. Cos'è successo al carbonio che avvelenava l'atmosfera?

È ancora qui, imprigionato nella crosta terrestre. In questi luoghi, un tempo c'era un oceano popolato da microorganismi che hanno formato delle conchiglie usando il carbonio dell'atmosfera disciolto nell'oceano. Queste rocce sono composte da miliardi e miliardi di strati di conchiglie dei microorganismi.

Grazie a loro, il carbonio venne sottratto dall'atmosfera e si svilupparono altre forme di vita. È la vita che ha modificato l'atmosfera. La vita vegetale si nutriva dell'energia del sole che le permetteva di separare la molecola dell'acqua e di trarne l'ossigeno. E l'ossigeno riempì l'aria.

Il ciclo dell'acqua sulla Terra è un processo di rinnovo costante. Cascate, vapore acqueo, nuvole, pioggia, sorgenti, fiumi, mari, oceani, ghiacciai... Il ciclo non si interrompe mai.

C'è sempre la stessa quantità di acqua sulla Terra. Nel corso dei millenni, tutte le specie si sono dissetate con la stessa acqua. Che sostanza stupefacente è l'acqua! Una delle più instabili.

Può assumere lo stato liquido dell'acqua corrente, quello gassoso del vapore o quello solido del ghiaccio. In Siberia, la superficie ghiacciata dei laghi in inverno mostra le tracce delle forze che l'acqua sviluppa quando si congela. Più leggero dell'acqua, il ghiaccio galleggia, forma un mantello protettivo contro il freddo sotto il quale la vita continua.

Il motore della vita è la connessione. Tutto è collegato. Niente basta a se stesso.

Acqua e aria sono inseparabili, unite nella vita e per la nostra vita sulla Terra. La condivisione è essenziale. La distesa verde che si intravede tra le nuvole è la fonte dell'ossigeno nell'aria.

Il 70% di questo gas, che è indispensabile ai nostri polmoni, proviene dalle alghe che colorano la superficie degli oceani. La nostra Terra si basa su un equilibrio, in cui ciascuno ha un ruolo preciso ed esiste soltanto grazie all'esistenza di un altro. Un'armonia delicata e fragile, basta un nulla per spezzarla. Il corallo è nato dall'unione delle alghe con le conchiglie. Le barriere coralline ricoprono meno dell'1% della superficie degli oceani, ma sono l'habitat di migliaia di specie di pesci, molluschi e alghe.

L'equilibrio di tutti gli oceani dipende da loro. La Terra calcola il suo tempo in miliardi di anni. Ci sono voluti più di 4 miliardi di anni per creare gli alberi. Nella catena delle specie, l'albero è come una scultura vivente perfetta, una sfida alla forza di gravità.

È l'unico elemento naturale che è in perpetuo movimento verso il cielo. Cresce senza fretta, attirato dal sole che nutre le sue foglie. L'albero ha ereditato dai minuscoli cianobatteri la capacità di catturare l'energia della luce. La accumula e se ne nutre, trasformandola in legno e foglie, che poi si decompongono in una miscela di acqua, minerali, vegetali e sostanze organiche. E così, gradualmente, si è formato il suolo.

Il suolo brulica di un'attività incessante di microorganismi che lo nutrono, lo scavano, lo arieggiano, lo trasformano e creano l'humus, il fertile mantello a cui è collegata tutta la vita sulla Terra. Che cosa sappiamo della vita sulla Terra? Quante specie conosciamo? Un decimo?

Un centesimo, forse? E che cosa sappiamo dei legami che le uniscono? La Terra è un miracolo.

La vita resta un mistero. Si formano le famiglie di animali, unite da abitudini e riti, che si tramandano attraverso le generazioni. Alcuni si adattano alla natura dei pascoli e i pascoli si adattano a loro. Entrambi ci guadagnano. L'animale placa la sua fame e l'albero metterà nuovi germogli.

Nella grande avventura della vita sulla Terra, ogni specie ha il suo ruolo, ogni specie ha il suo posto. Nessuna è inutile o dannosa. Tutte contribuiscono all'equilibrio. È allora che tu, Homo sapiens, uomo pensante, entri in scena.

Raccogli i benefici della meravigliosa eredità di 4 miliardi di anni di vita della Terra. Hai soltanto 200.000 anni, ma hai cambiato la faccia del mondo. Malgrado tu sia vulnerabile, hai preso possesso di ogni habitat e conquistato interi territori, come nessuna specie aveva mai fatto. Dopo 180.000 anni di nomadismo, grazie ad un clima più clemente, l'uomo si ferma. Ora non dipende solo dalla caccia per sopravvivere.

Sceglie di stabilirsi in zone umide che abbondano di pesci, selvaggina e piante selvatiche, luoghi in cui la terra, l'acqua e la vita si armonizzano. Ancora oggi, la maggior parte degli esseri umani abita lungo le coste dei continenti, sulle rive dei fiumi e dei laghi. Sul pianeta, Una persona su quattro continua a vivere come vivevano i suoi simili 6.000 anni fa. L'unica energia è quella fornita dalla natura, stagione dopo stagione.

È il modo in cui vivono un miliardo e mezzo di persone, più dell'intera popolazione di tutti i paesi ricchi. Ma l'aspettativa di vita è breve e il duro lavoro non dà tregua. Gli imprevisti della natura pesano sull'esistenza quotidiana.

L'educazione è un privilegio raro. I bambini sono l'unica ricchezza di una famiglia, perché c'è sempre bisogno di nuove braccia per provvedere al suo sostentamento. La genialità dell'uomo è nell'aver preso coscienza della sua debolezza.

La forza fisica e la resistenza di cui la natura l'ha dotato in modo insufficiente vengono trovate negli animali, che aiutano l'uomo a scoprire nuovi territori. Ma come si può conquistare il mondo con lo stomaco vuoto? L'invenzione dell'agricoltura ha cambiato la nostra storia.

È successo meno di 10.000 anni fa. L'agricoltura è stata la nostra prima grande rivoluzione. Ha creato i primi scambi e ha dato vita alle città e alla civilizzazione. Il ricordo di migliaia di anni alla ricerca di cibo è svanito.

Abbiamo reso i cereali il lievito della vita. Abbiamo moltiplicato le varietà e imparato ad adattarle al nostro terreno e al nostro clima. Siamo come ogni altra specie del pianeta.

Il nostro bisogno principale è riuscire a sfamarci. Quando il suolo è meno generoso e l'acqua scarseggia, siamo capaci di fare sforzi prodigiosi per ottenere dalla Terra il nostro sostentamento. ...dellato il suolo con la pazienza e la devozione che la terra esige, come un gesto rituale che ricomincia senza sosta. L'agricoltura è ancora l'attività più diffusa sul pianeta. Metà della popolazione mondiale coltiva la terra e più di tre quarti lo fa manualmente.

L'agricoltura è una tradizione che si tramanda attraverso le generazioni con il sudore, il duro lavoro e la fatica. Perché l'uomo sa che è indispensabile alla sopravvivenza. Dopo aver contato solo sulla sua forza per tanto tempo, l'umanità scoprì un modo per attingere all'energia sepolta nelle profondità della Terra.

Queste fiamme hanno origine dalle piante, sono una riserva di sole, energia pura, l'energia del sole, catturata in milioni di anni da milioni di piante più di 100 milioni di anni fa. È carbone, è gas. È questa riserva di sole che ci ha liberati dalla schiavitù della Terra.

Con il petrolio è cominciata l'era dell'uomo che si libera dalle catene del tempo. Con il petrolio alcuni hanno conosciuto un benessere senza precedenti e in 50 anni, nell'arco di una sola vita, la Terra è cambiata più radicalmente che in tutte le generazioni precedenti dell'umanità. Veloci, più veloci.

Negli ultimi 60 anni, la popolazione della Terra è quasi triplicata e più di 2 miliardi di persone si sono trasferite nelle città. Veloci, più veloci. Shenzhen, in Cina, con le sue centinaia di grattacieli e i suoi milioni di abitanti, era solo un villaggio di pescatori fino a 40 anni fa.

Veloci, più veloci. A Shanghai, in 20 anni sono stati eretti 3.000 edifici e grattacieli e centinaia sono in costruzione. Oggi, più della metà dei 7 miliardi della popolazione mondiale vive in centri urbani. New York, la prima megalopoli del mondo, è il simbolo dello sfruttamento di tutte le ricchezze offerte dalla terra al genio umano. La forza delle braccia di milioni di immigranti, l'energia del carbone, l'enorme potenza del petrolio.

L'America è stata la prima ad utilizzare i fenomenali e rivoluzionari poteri dell'oro nero. Nei campi le macchine hanno sostituito l'uomo. Un litro di petrolio genera l'energia sviluppata da 100 paia di braccia in 24 ore. Negli Stati Uniti sono rimasti solo 3 milioni di agricoltori. Producono abbastanza cereali da sfamare 2 miliardi di persone.

Ma la maggior parte della produzione non viene destinata all'uomo. Qui, come in tutti i paesi industrializzati, i cereali sono trasformati in foraggio o in biocarburanti. L'energia della riserva di sole allontana lo spettro della siccità che minacciava i racconti.

Neanche una goccia sfugge alle richieste dell'agricoltura, che si accaparra il 70% dell'acqua consumata da tutta l'umanità. In natura tutto è collegato. L'espansione delle superfici coltivate e delle monocolture ha aumentato la crescita dei parassiti.

I pesticidi, un altro regalo della rivoluzione petrolchimica, li hanno sterminati. Magri raccolti e carestie sono un ricordo lontano. Adesso il problema è cosa fare dell'eccedenza di raccolto prodotto dall'agricoltura. I pesticidi si diffondono nell'aria, nel suolo, nelle piante, negli animali, nei fiumi e negli oceani.

Penetrano nel cuore delle cellule come la cellula madre, quella che hanno in comune tutte le forme di vita. I pesticidi sono dannosi agli uomini che hanno liberato dalla fame? Questi agricoltori con le loro tute protettive probabilmente ne hanno un'idea. Poi ecco i fertilizzanti, un'altra scoperta della petrolchimica. Hanno portato una produttività insperata in zone che prima venivano ignorate.

Le colture che si adattavano al terreno e al clima sono state rimpiazzate da quelle più produttive o più facili da trasportare. E così, nell'ultimo secolo, tre quarti delle varietà che i contadini avevano selezionato nel corso dei millenni sono scomparse. Con cimi nel terreno e plastica di sopra, a perdita d'occhio. Le serre del deserto di Almeria in Spagna sono l'orto d'Europa, una città piena di verdure della stessa dimensione.

Ogni giorno centinaia di camion trasporteranno i prodotti nei supermercati del continente. Più un paese è sviluppato e più carne consumano i suoi abitanti. Come soddisfare una domanda in aumento in tutto il mondo senza ricorrere ad allevamenti che sembrano campi di concentramento? Veloce, più veloce, come il ciclo vitale del bestiame che non vede mai un pascolo.

Produrre carne più in fretta del ciclo di vita degli animali è diventata una routine quotidiana. In questi immensi recinti, calpestati da milioni di bestie, non cresce neanche un filo d'erba. Un esercito di camion da ogni parte del paese. porta tonnellate di cereali, soia e mangime iperproteico che si trasformeranno in tonnellate di carne.

Il risultato è che occorrono 100 litri di acqua per ottenere un chilo di patate. 4.000 litri per ottenere un chilo di riso e 13.000 litri per ottenere un chilo di manzo. Per non parlare del petrolio, usato nel processo di produzione e nel trasporto.

La nostra agricoltura dipende dal petrolio. Sfama il doppio di esseri umani sulla Terra, ma ha sostituito la varietà con la standardizzazione. Ha regalato a molti di noi un benessere insperato, ma ha reso il nostro modo di vivere del tutto dipendente dal petrolio. Questa è la nuova misura del tempo. L'orologio del mondo ormai batte al ritmo di questi meccanismi infaticabili che attingono alla riserva di sole.

L'intero pianeta ascolta questi metronomi delle speranze e delle illusioni. Speranze e illusioni che aumentano con i nostri bisogni, i desideri sempre più insaziabili e gli sprechi. Sappiamo che il nostro mondo è un mondo di esperienze, La fine del petrolio è imminente, ma ci rifiutiamo di crederci. Per molti di noi, il sogno americano si incarna nel nome di una città.

Los Angeles. In questa metropoli, che si estende per più di 100 km, il numero di auto è quasi uguale a quello degli abitanti. Qui, ogni notte, si ripete il fantastico spettacolo dell'energia.

Il giorno sembra il pallido riflesso di queste notti che trasformano la città in un cielo stellato. Musica Veloce, più veloce. Ormai le distanze non si misurano più in miglia, ma in minuti. L'automobile crea nuove periferie, in cui ogni casa è un castello, a distanza di sicurezza dall'asfissiante centro della città e con file ordinate di villette, lungo strade senza uscita. Questo modello di villaggi felici è diventato un sogno universale, diffuso dalla televisione in tutto il mondo.

Persino qui a Pechino viene clonato, copiato e riprodotto in queste case standardizzate che hanno cancellato le pagode dal panorama. L'automobile è diventata il simbolo del benessere e del progresso. Se questo modello fosse seguito da tutte le società, sul pianeta non ci sarebbero 900 milioni di veicoli come oggi, ma 5 miliardi.

Veloci, più veloci. Più il mondo si sviluppa, più cresce la sete di energia. Ovunque ci sono macchinari che scavano, revoltano, strappano alla terra pezzi di stelle, sepolti nelle sue profondità, fin dalla creazione. I minerali.

Privilegio del potere. L'80% dei minerali è consumato dal 20% della popolazione mondiale. Prima della fine del secolo, lo sfruttamento eccessivo avrà esaurito quasi tutte le riserve del pianeta.

Veloci più veloci. I cantieri navali sfornano petroliere, navi container e metaniere per soddisfare le esigenze di una produzione industriale globalizzata. La maggior parte dei beni di consumo percorre migliaia di chilometri dal paese di produzione a quello in cui sarà venduto.

Dal 1950 gli scambi internazionali si sono incrementati di 20 volte. Il 90% della merce viaggia per mare. 500 milioni di container trasportati ogni anno raggiungono i grandi centri di consumo del mondo, come Dubai. Dubai rappresenta il culmine del modello occidentale, un paese in cui l'impossibile diventa possibile, costruire isole artificiali nel mare, ad esempio.

Dubai ha poche risorse naturali, ma il denaro del petrolio può fare arrivare milioni di tonnellate di materiale e lavoratori da tutto il pianeta. Dubai non ha terreni agricoli, ma può importare il cibo. Dubai non ha l'acqua, ma può permettersi di usare immense quantità di energia per desalinizzare l'acqua marina e costruire i grattacieli più alti del mondo.

Dubai ha sole a volontà, ma nessun pannello solare. È il simbolo di una modernità totale che non smette mai di sorprendere il mondo. Dubai è il nuovo faro per la ricchezza mondiale.

Nulla sembra più lontano dalla natura di Dubai, ma nulla dipende dalla natura più di Dubai. Questo non è che l'emblema del modello occidentale. Non abbiamo capito che stiamo per esaurire quello che la natura ci fornisce.

Dal 1950 la pesca è cresciuta più del quintuplo, da 18 a 100 milioni di tonnellate all'anno. Migliaia di navi fabbrica stanno svuotando gli oceani. Tre quarti delle aree di pesca sono impoverite, esaurite o in procinto di esserlo. Molti pesci di grandi dimensioni sono scomparsi perché non hanno il tempo di riprodursi. Stiamo distruggendo il ciclo di una vita che ci è stata donata.

Con il ritmo attuale, le risorse ittiche sono a rischio di esaurimento. Il pesce è l'alimento principale di un essere umano su cinque. Abbiamo dimenticato che le risorse sono scarse.

500 milioni di persone vivono nelle zone desertiche del mondo. più di tutta la popolazione europea. Conoscono il valore dell'acqua, sanno utilizzarla con parsimonia.

Qui dipendono da pozzi alimentati dall'acqua fossile, che si è accumulata nel sottosuolo quando la pioggia cadeva ancora sul deserto, 25.000 anni fa. L'acqua fossile permette alle coltivazioni di crescere nel deserto e fornisce cibo alle popolazioni locali. I campi hanno una forma circolare perché il sistema di irrigazione è collegato ad un perno centrale. Ma c'è un prezzo molto alto da pagare.

L'acqua fossile non è una risorsa rinnovabile. In Arabia Saudita, il sogno di un'agricoltura industriale nel deserto è svanito. Come su un'antica pergamena, questi punti luminosi ci mostrano i terreni abbandonati. Il sistema di irrigazione c'è ancora, e anche l'energia per attivarlo, ma le riserve di acqua fossile ormai si sono esaurite.

Israele ha reso il deserto terra coltivabile. Anche se queste serre ora sono irrigate goccia a goccia, il consumo d'acqua è in continuo aumento, come le esportazioni dei loro prodotti. Il grande fiume Giordano ora è solo un ruscello.

La sua acqua ha raggiunto i supermercati di tutto il mondo in cassette di frutta e verdura. Il caso della Giordania non è unico. Sul nostro pianeta un grande fiume su 10 non raggiunge più il mare per parecchi mesi all'anno.

Privato delle acque del Giordano, il livello del Mar Morto si abbassa di più di un metro all'anno. L'India rischia di essere il paese che soffrirà di più per la mancanza d'acqua nel prossimo secolo. Una massiccia irrigazione ha sfamato la popolazione crescente e negli ultimi 50 anni sono stati creati 21 milioni di pozzi. Ma in molte parti del paese bisogna scavare sempre più in profondità per trovare l'acqua. Nell'India occidentale il 30% dei pozzi è stato abbandonato.

Le falde acquifere si sono esaurite. Questi bacini raccolgono l'acqua piovana, ricaricando le riserve del sottosuolo. Nella stagione secca, le donne dei villaggi locali scavano senza sosta. A migliaia di chilometri vengono consumati tra gli 800 e i 1000 litri d'acqua per persona ogni giorno.

Las Vegas è stata costruita nel deserto. Milioni di persone vivono qui e altre migliaia se ne aggiungono ogni mese. Gli abitanti di Las Vegas sono tra i più grandi consumatori d'acqua al mondo. Palm Springs è un'altra città del deserto, ma ha una vegetazione tropicale e campi da golf.

Per quanto potrà continuare questo miraggio? La terra non può resistere. Il fiume Colorado, che rifornisce d'acqua queste città, è uno di quei corsi d'acqua che non raggiungono più il mare. Il livello dei laghi di raccolta creati lungo il suo corso è crollato.

La mancanza d'acqua potrebbe colpire 2 miliardi di persone prima del 2025. Le zone umide rappresentano il 6% dell'area del pianeta. Sotto queste superfici calme c'è una vera e propria fabbrica in cui piante e microorganismi filtrano pazientemente l'acqua e smaltiscono l'inquinamento. Le paludi sono ambienti indispensabili alla rigenerazione e alla purificazione dell'acqua.

sono come spugne che regolano il flusso dell'acqua, la assorbono nella stagione piovosa e la restituiscono in quella secca. Nella corsa per conquistare territori, abbiamo bonificato le paludi per farne pascoli, terreni sui quali coltivare o costruire. Nel secolo scorso metà delle paludi sono state prosciugate. Non conosciamo la loro ricchezza e il loro ruolo.

Tutta la materia vivente è collegata. Acqua, aria, suolo, alberi. La magia del mondo è davanti ai nostri occhi.

Gli alberi rilasciano l'acqua del sottosuolo sotto forma di foschia. Essa crea una calotta che attenua la violenza delle piogge. Le foreste forniscono l'umidità che è necessaria alla vita. Catturano il carbonio. Ne contengono più di tutta l'atmosfera della terra.

Sono una delle pietre angolari dell'equilibrio climatico da cui tutti noi dipendiamo. Gli alberi delle foreste primarie sono l'habitat dei tre quarti della biodiversità del pianeta, cioè in pratica quasi tutta la vita della Terra. Le foreste forniscono i rimedi che ci guariscono. Queste piante secernono delle sostanze che il nostro corpo riconosce. Le nostre cellule parlano la stessa lingua.

Apparteniamo alla stessa famiglia. Ma in appena 40 anni la più grande foresta pluviale, quella ammazzonica, si è ridotta del 20%. La foresta lascia il posto all'allevamento e alla coltivazione della soia. Il 95% di questa soia serve a nutrire le mandrie e il pollame dell'Europa e dell'Asia.

E così una foresta si è trasformata in carne. Fino a 20 anni fa, il Borneo, la quarta isola più grande del mondo, era ricoperta da una vasta foresta primaria. Con il ritmo dell'attuale deforestazione, rischia di scomparire nell'arco di 10 anni. La materia vivente collega acqua, aria, terra e sole. Nel Borneo questo legame è stato infranto.

Eppure, era una delle più grandi riserve di biodiversità. Questa catastrofe è stata provocata dalla decisione di produrre olio di palma nel Borneo, uno degli oli più consumati al mondo. L'olio di palma non soddisfa soltanto la nostra esigenza di cibo, ma anche di cosmetici, detergenti e, in fase crescente, di biocarburanti.

La varietà della foresta è stata rimpiazzata da una sola specie, la palma da olio. Per la popolazione locale è una fonte di lavoro. Si tratta di un'agricoltura industriale.

Un altro esempio di massiccia deforestazione è l'eucalipto. È usato per fare la pasta di cellulosa. Le piantagioni aumentano, dato che la richiesta di carta si è incrementata del quintuplo in 50 anni. Una foresta non prende il posto di un'altra foresta. Ai piedi di questi eucalipti non cresce nulla, perché le foglie formano uno strato di sostanze tossiche per quasi tutte le altre piante.

Crescono in fretta. ma esauriscono le riserve d'acqua. Semi di soia, olio di palma, alberi di eucalipto. Per produrre il superfluo, la deforestazione distrugge quello che è essenziale.

Ma in altri luoghi, la deforestazione è l'ultima risorsa per sopravvivere. Più di 2 miliardi di persone, quasi un terzo della popolazione mondiale, dipendono ancora dal carbone di legna. Ad Haiti, uno dei paesi più poveri della terra, il carbone vegetale è uno dei principali beni di consumo.

Quella che era la perla dei Caraibi, senza gli aiuti stranieri, oggi non sfamerebbe la sua popolazione. Sulle colline di Haiti è rimasto solo il 2% delle foreste. Senza vegetazione, il terreno non viene trattenuto.

Le acque piovane lo trascinano giù dalle pendici fino al mare. Quello che rimane è sempre meno adatto ad essere coltivato. In alcune parti del Madagascar, l'erosione è spettacolare.

Intere colline hanno enormi squarci per una larghezza di centinaia di metri. Sottile e fragile, il suolo è composto da materia vivente. Con l'erosione, il delicato strato di humus, che si era formato in migliaia di anni, scompare.

Questa è una teoria sulla storia dei Rapanui, gli abitanti dell'isola di Pasqua, che potrebbe fornirci uno spunto di riflessione. Vivendo sull'isola più appartata del mondo, la popolazione ha sfruttato le sue risorse finché non è rimasto più nulla. La sua civiltà non è sopravvissuta.

Su queste terre sorgevano le palme più alte del pianeta. Ora sono scomparse. I Rapanui le hanno abbattute per farne legname e in seguito il terreno ha subito una vasta erosione.

I Rapanui non potevano più pescare, non avevano legna per costruire le piroghe. Eppure, quella dei Rapanui è stata una delle civiltà più brillanti del Pacifico. Abili agricoltori, scultori, navigatori eccezionali, sono stati stretti dalla morsa della sovrappopolazione e dell'esaurimento delle risorse. Hanno conosciuto la violenza sociale, le rivolte e la carestia.

Molti non sono sopravvissuti al cataclisma. Il vero mistero dell'isola di Pasqua non è come sono arrivate qui le sue strane statue. Il mistero è come mai i Rapanui non abbiano reagito preventivamente. Questa è solo una delle numerose teorie, ma oggi ha una rilevanza particolare per noi.

Musica Dal 1950 la popolazione mondiale è quasi triplicata e dal 1950 abbiamo alterato in modo radicale la nostra isola, la terra, più che in tutti i 200.000 anni della nostra storia. La Nigeria è il maggiore esportatore di petrolio dell'Africa, eppure il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. La ricchezza è qui, ma gli abitanti della nazione non possono accedervi. La stessa cosa succede in tutto il mondo.

La metà dei poveri del pianeta vive in paesi ricchi di risorse. Il nostro sviluppo non ha mantenuto le sue promesse. In 50 anni il divario tra ricchi e poveri è aumentato come non mai. Oggi metà della ricchezza mondiale è nelle mani del 2% della popolazione più agiata. Una tale disparità può durare?

È la causa degli spostamenti di intere popolazioni, di cui non abbiamo ancora compreso la portata. La città di Lagos aveva 700.000 abitanti nel 1960. Raggiungeranno i 16 milioni nel 2025. 5. Lagos è una delle megalopoli che è cresciuta più velocemente. I nuovi arrivati sono principalmente agricoltori fuggiti dalle campagne per problemi economici, ragioni demografiche o per l'esaurimento delle risorse. Questo è un nuovo tipo di crescita urbana, provocato dal bisogno di sopravvivere e non da quello di arricchirsi.

Ogni settimana più di un milione di persone si aggiunge alla popolazione delle città del mondo. Un essere umano su sei vive in un ambiente precario, malsano, sovrappopolato, senza accesso alle necessità quotidiane come acqua, impianti igienici, elettricità. La fame si sta diffondendo, colpisce circa un miliardo di persone.

In tutto il pianeta, i poveri frugano nella spazzatura per sopravvivere, mentre noi continuiamo a cercare delle risorse di cui non possiamo fare a meno. Ci spingiamo sempre più lontano, in zone che finora avevamo risparmiato e in territori sempre più difficili da sfruttare. Il nostro modello non cambia. Il petrolio si esaurirà?

Possiamo estrarlo dalle sabbie bituminose del Canada? Le ruspe più grandi del mondo spostano migliaia di tonnellate di sabbia. Per il processo di riscaldamento e separazione del bitume dalla sabbia vengono utilizzati milioni di metri cubi d'acqua.

Servono quantità di energia colossali. L'inquinamento è catastrofico. A quanto pare la nostra priorità è accaparrarci tutte le riserve di sole. Le petroliere aumentano le loro dimensioni. La nostra domanda di energia è in continua crescita.

Acceleriamo lo sviluppo come una fornace senza fondo, che richiede sempre più combustibile. Dipende tutto dal carbonio. In pochi decenni il carbonio che rendeva l'ambiente invivibile e che la natura ha catturato i milioni di anni permettendo alla vita di svilupparsi è stato di nuovo rilasciato nell'aria. L'atmosfera si sta riscaldando.

Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile vedere una nave in questa zona. Trasporti, industrie, deforestazione, agricoltura... Le nostre attività scaricano gigantesche quantità di anidride carbonica.

Senza accorgercene, molecola per molecola, abbiamo sconvolto l'equilibrio climatico della Terra. Gli occhi sono puntati verso i poli. dove gli effetti del surriscaldamento globale sono più visibili.

Sta succedendo in fretta, molto in fretta. Il passaggio di Nord-Ovest, che collega America, Europa e Asia attraverso il polo, ora è aperto. La calotta glaciale artica si fonde. Per effetto del surriscaldamento globale, la calotta... ha perso il 40% del suo spessore in 40 anni.

L'area della sua superficie in estate si riduce di anno in anno. Potrebbe sparire nei mesi estivi del 2030, alcuni dicono del 2015. I raggi del sole che prima il ghiaccio rifletteva verso il cielo, ora penetrano nell'acqua riscaldandola. Il processo di surriscaldamento si accelera.

Questo ghiaccio contiene gli archivi del nostro pianeta. La concentrazione di anidride carbonica non era mai stata così alta da molte centinaia di migliaia di anni. L'umanità non era mai vissuta in un'atmosfera come questa.

Lo sfruttamento indiscriminato delle risorse minaccia la vita di tutte le specie? Il cambiamento climatico accentua la minaccia. Nel 2050, Un quarto delle specie della Terra potrebbe essere a rischio di estinzione. In queste regioni polari l'equilibrio della natura è già stato infranto.

Intorno al Polo Nord, la calotta glaciale ha perso il 30% della sua superficie in 30 anni. Ma con il riscaldamento della Groenlandia, l'acqua dolce di un intero continente si riversa in quella salata degli oceani. I ghiacci della Groenlandia contengono il 20% dell'acqua dolce dell'intero pianeta.

Se si sciogliessero, il livello dei mari si alzerebbe di circa 7 metri. Eppure qui non ci sono industrie. I ghiacci della Groenlandia scontano le conseguenze dei gas a effetto serra emessi altrove. Il nostro ecosistema non ha confini.

Ovunque siamo, le nostre azioni hanno ripercussioni su tutta la Terra. L'atmosfera del nostro pianeta è un insieme indivisibile. È un bene che condividiamo.

Sulla superficie della Groenlandia stanno apparendo dei laghi. La calotta glaciale si sta fondendo ad un ritmo che neanche gli scienziati più pessimisti avevano previsto dieci anni fa. Sempre più fiumi, alimentati dai ghiacci, si uniscono e si insinuano nella superficie.

Si potrebbe pensare che l'acqua si raffreddi nelle profondità. Al contrario, scorre sotto il ghiaccio, trascinandolo. verso il mare dove si rompe formando degli iceberg.

La dolce dei ghiacciai dell'Agroenlandia si aggiunge gradualmente a quella salata degli oceani e le zone più basse di tutto il globo sono a rischio. Il livello dei mari si alza, scaldandosi l'acqua si dilata e ha causato solo nel XX secolo un innalzamento di 20 cm. Tutto diventa instabile. La barriera corallina, per esempio, è estremamente sensibile a ogni variazione della temperatura dell'acqua.

Il 30% è già scomparso, eppure è un anello essenziale nella catena delle specie. Nell'atmosfera, le maggiori correnti di vento cambiano direzione. Il ciclo della pioggia è alterato. La geografia del clima si è modificata.

Gli abitanti delle isole basse, come queste delle Maldive, sono in prima linea. La loro preoccupazione sta crescendo. Alcuni sono già alla ricerca di nuove terre più ospitali. Se il livello dei mari crescerà ancora più velocemente, che faranno le grandi città come Tokyo, la più popolosa al mondo?

Ogni anno le previsioni degli scienziati sono sempre più allarmanti. Il 70% della popolazione mondiale vive nelle pianure costiere. 11 delle 15 città più grandi sorgono sulle coste o sugli estuari dei fiumi.

Con l'innalzamento dei mari, il sale invaderà le falde freatiche, privando gli abitanti dell'acqua potabile. I fenomeni migratori saranno inevitabili. L'unica incognita è la loro entità.

In Africa, il monte Kilimanjaro è irriconoscibile. L'80% dei suoi ghiacciai è scomparso. In estate i fiumi non scorrono più.

La popolazione locale soffre per la mancanza d'acqua. Persino sulle cime più alte del mondo, nel cuore dell'Himalaya, le nevi eterne e i ghiacciai stanno arretrando. Questi ghiacciai hanno un ruolo essenziale nel ciclo dell'acqua.

Trasformano le piogge monsoniche in ghiaccio e le rilasciano in estate, quando la neve si scioglie. I ghiacciai dell'Himalaya sono la fonte dei grandi fiumi dell'Asia. L'Indo, il Gange, il Mekong, lo Yan, Tse Chiang.

Due miliardi di persone dipendono da loro per l'acqua potabile e per l'irrigazione dei campi, come in Bangladesh. Situato sul delta del Gange e del Brahmaputra, il Bangladesh è colpito direttamente dai fenomeni che accadono sull'Himalaya e dal livello del mare. Questo è uno dei paesi più popolosi e più poveri del mondo. Ha già subito il cambiamento climatico, l'effetto combinato delle inondazioni e degli uragani sempre più intensi. potrebbe far scomparire un terzo delle sue terre.

Quando le popolazioni sono colpite da fenomeni così devastanti, alla fine, si spostano. I paesi ricchi non saranno risparmiati. La siccità sta colpendo tutto il pianeta. In Australia, metà dei territori ne sta già soffrendo.

Siamo sul punto di compromettere l'equilibrio climatico, che ci ha permesso di svilupparci per più di 12.000 anni. Un numero sempre maggiore di incendi lambisce le grandi città. E così aumenta il riscaldamento globale. Gli alberi, bruciando, liberano anidride carbonica.

Il sistema che regola il nostro clima è stato gravemente alterato. Gli elementi sui quali si basa sono stati alterati. L'orologio del cambiamento climatico sta scandendo il suo tempo in questi magnifici paesaggi. Qui in Siberia e altrove, in altre parti del globo, fa così freddo che il terreno è perennemente ghiacciato.

Viene chiamato permafrost. Sotto la sua superficie si nasconde una bomba climatica, il metano, uno dei gas Serra. Se il permafrost si sciogliesse, questo gas provocherebbe un enorme aumento dell'effetto serra, con conseguenze che nessuno può prevedere.

Ci ritroveremmo in un territorio sconosciuto. L'umanità? Non ha più di dieci anni per invertire la rotta ed evitare di entrare in quel territorio.

Un mondo che non abbiamo mai visto. Abbiamo provocato fenomeni che non possiamo controllare. Fin dalle nostre origini, acqua, aria e forme di vita erano intimamente collegate. Ma di recente abbiamo spezzato questi legami. Affrontiamo la realtà.

Dobbiamo credere a quello che sappiamo. Quello che abbiamo appena visto è il riflesso del comportamento umano. Abbiamo plasmato la Terra a nostra immagine.

Ci resta poco tempo per cambiare. Come farà questo secolo a portare il peso di 9 miliardi di esseri umani se ci rifiutiamo di fare i conti con tutto quello che solo noi abbiamo fatto? E dimmi che so essere ...e ritmi di te stesso...

...fructus ventris... ...e di niente su e su, e c'è l'editas Domini, e feri e merce. Fructus ventris Fructus ventris Fructus ventris ...fructus vetra... Il costo delle nostre azioni è molto caro. Altri pagano il prezzo senza avere responsabilità.

Ho visto campi profughi, grandi come città, disseminati nel deserto. Quanti uomini, donne e bambini saranno lasciati sul ciglio della strada domani? Dovremo sempre costruire muri per spezzare la catena della solidarietà?

Separare le persone e proteggere la felicità di qualcuno dalla miseria di altri? È troppo tardi per essere pessimisti. Io so che un singolo uomo può abbattere qualsiasi muro. Nel mondo, quattro bambini su cinque vanno a scuola. L'istruzione non era mai stata garantita a tanti esseri umani.

Tutti, dai più ricchi ai più poveri, possono dare un contributo. Il Lesoto, uno dei paesi più poveri del mondo, è quello che in proporzione ha investito risorse maggiori nella scuola. Il Qatar, uno degli stati più ricchi del mondo, ha aperto le porte alle migliori università. Cultura, istruzione, ricerca e innovazione sono risorse inesauribili.

A dispetto della miseria e della sofferenza, milioni di organizzazioni non governative sono la prova che la solidarietà dei popoli è più forte dell'egoismo delle nazioni. In Bangladesh, un uomo ha aperto una banca che fa prestiti solo ai poveri. In soli 30 anni ha cambiato la vita di 150 milioni di persone.

L'Antartide è un continente con risorse naturali immense che nessuna nazione potrà rivendicare. Un trattato firmato da 49 stati l'ha reso un tesoro condiviso da tutta l'umanità, una riserva dedicata alla pace e alla scienza. È troppo tardi per essere pessimisti. I governi proteggono circa il 2% delle loro acque territoriali.

Non è molto, ma è il doppio rispetto a 10 anni fa. I primi parchi naturali sono stati creati solo un secolo fa. Ricoprono più del 13% dei continenti. Hanno creato spazi in cui l'attività umana si coniuga con la preservazione delle specie, del terreno e del paesaggio. Questa armonia fra gli uomini e la terra può diventare la regola.

Negli Stati Uniti, New York ha capito quello che fa la natura per noi. Queste foreste e laghi danno acqua potabile a tutta la città. Nella Corea del Sud, le foreste erano state devastate dalla guerra del Vietnam grazie ad un programma di rimboschimento Ora ricoprono il 65% del paese, più del 75% della carta viene riciclato.

Il Costa Rica ha fatto una scelta fra le spese militari e la conservazione del territorio. Il paese non ha più un esercito, ha preferito investire le sue risorse nell'istruzione, l'ecoturismo e la protezione delle foreste primarie. Il Gabon è uno dei più grandi produttori di legno al mondo. Ha imposto l'abbattimento selettivo, non più di un albero per ogni ettaro.

Le foreste sono la sua principale risorsa economica, ma hanno il tempo di rigenerarsi. Ci sono programmi che garantiscono uno sfruttamento forestale sostenibile. Devono diventare obbligatori. Per produttori e consumatori, la giustizia è un'opportunità che deve essere colta.

Se il commercio è equo, ne beneficiano sia il venditore sia l'acquirente. Ciascuno può prosperare e vivere dignitosamente. Come possono esserci giustizia ed equità se per alcuni gli unici attrezzi sono le mani nude e altri mietono i campi con le macchine e hanno sovvenzioni statali? Diventiamo consumatori responsabili.

Riflettiamo su quello che compriamo. È troppo tardi per essere pessimisti. Ho visto un'agricoltura a misura d'uomo. Può sfamare l'intero pianeta se la produzione della carne non toglie il cibo dalla bocca delle persone. Ho visto pescatori attenti alle risorse ittiche e attenti alla ricchezza degli oceani.

Ho visto case che producono la loro energia. 5.000 persone vivono nel primo ecocuartiere esistente al mondo a Friburgo, in Germania. Altre città collaborano al progetto. Mumbai è stata la millesima ad unirsi a loro. I governi della Nuova Zelanda, dell'Islanda, dell'Austria, della Svezia e di altre nazioni hanno deciso che lo sviluppo delle energie rinnovabili è la loro priorità.

L'80% dell'energia che consumiamo proviene dalle fonti di energia fossile. Ogni settimana vengono costruite due nuove centrali a carbone soltanto in Cina. Ma ho anche visto in Danimarca un prototipo di centrale a carbone che rilascia il carbonio nel terreno invece che nell'aria. Una soluzione per il futuro? Non si sa ancora.

In Islanda ho visto una centrale elettrica alimentata dal calore della terra, l'energia geotermica. Ho visto un serpente di mare posato sull'acqua per utilizzare l'energia delle onde e produrre elettricità. Ho visto impianti eolici sulla costa della Danimarca.

che forniscono il 20% dell'energia elettrica al paese. Stati Uniti, Cina, India, Germania e Spagna sono i maggiori investitori nell'energia rinnovabile. Hanno già creato più di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro.

Su quali terre al mondo non soffia il vento? Ho visto zone desertiche che brillavano al sole. Sulla Terra tutto è collegato. E la Terra è collegata al sole, la sua principale fonte di energia. Perché gli uomini non possono imitare le piante e catturare la sua energia?

In un'ora, il Sole regala alla Terra la stessa quantità di energia consumata da tutta l'umanità in un anno. Finché la Terra esisterà, l'energia solare sarà inesauribile. Non dobbiamo fare altro che smettere di scavare e alzare gli occhi verso il cielo.

Non dobbiamo fare altro che imparare a coltivare il Sole. Questi esperimenti sono soltanto alcuni esempi. ma testimoniano una nuova consapevolezza, tracciano la via di una nuova avventura umana fondata sulla moderazione, l'intelligenza e la condivisione. È il momento di collaborare!

Non ha importanza quanto abbiamo perso, ma quello che ci resta. Abbiamo ancora metà delle foreste, migliaia di fiumi, laghi e ghiacciai, e migliaia di specie rigogliose. Oggi sappiamo che le soluzioni esistono. Abbiamo la capacità di cambiare. Allora, cosa stiamo aspettando?