I giovani giapponesi sono felici. Questo è ciò che risulta da un sondaggio condotto dal governo nipponico secondo il quale quasi l'80% della nuova generazione si dice soddisfatto della propria vita. Questo è il valore più alto mai registrato dal 1967, dati certamente rassicuranti, indice di una qualità di vita ben al di sopra della media rispetto perlomeno a molti altri paesi, compreso il nostro.
Ma allora, perché i media nipponici parlano da anni della crescente infelicità di questa cosiddetta gioventù sfortunata. Il nostro video di oggi nasce proprio da questa domanda, un video che credo possa essere il più importante tra quelli portati ad oggi sul canale. Per anni abbiamo parlato del Giappone, della sua storia, della cultura...
della cultura, della società. Ebbene, oggi, al duecentesimo video ambientato nel sollevante, è il momento di mettere in pratica ciò che abbiamo imparato, per poter capire le problematiche che affliggono i giovani giapponesi. Trovare la risposta vi anticipo non sarà facile, ma state con me perché stiamo per alzare il sipario su quello che probabilmente è uno degli aspetti più oscuri del Giappone odierno, nonché uno dei meno conosciuti, il problema nascosto della gioventù giapponese. Per iniziare questo viaggio dobbiamo un attimo decostruire quelle che sono le problematiche principali che affliggono la società nipponica. Ovviamente sappiamo già qual è la principale, ovvero l'enorme pressione alla quale tutti sono sottoposti, indipendentemente...
dall'età o dal genere. Questo infatti è un elemento che caratterizza l'intera vita dei giapponesi sin dall'infanzia. Lo stesso sistema educativo è altamente competitivo. I più giovani vengono educati sin da subito a cercare l'eccellenza, ad inseguire i risultati accademici prima di ogni altra cosa. Lo stesso sistema scolastico e di conseguenza poi quello lavorativo è fondato sull'eccellenza.
Se non si frequentano determinate scuole con risultati al di sopra della media, non si potrà accedere ad aziende di un certo livello una volta terminati gli studi. In poche parole, ciò che un bambino delle elementari riuscirà a conseguire sarà determinante per la sua vita adulta. L'effetto domino che lo porterà ad avere o meno una carriera è una sua responsabilità fin dall'età di 6 anni. Capite bene quindi la dose di pressione alla quale vengono sottoposti, aggravata anche dal doversi conformare al resto delle loro classi.
Come si dice in Giappone, ve l'ho anche già detto, il chiodo che sporge viene preso a martellate. In poche parole, se non riesci ad amalgamarti al contesto in cui ti trovi, verrai inevitabilmente schiacciato. Questo si traduce in ragazzi e ragazze costretti ad annullarsi solo per seguire la massa, con la c**a consapevolezza che un solo scivolone potrebbe segnare il loro futuro per sempre.
Basta avere i capelli di colore diverso, perché magari ci sei nato, o prendere dei voti al di sotto della media perché magari hai una situazione difficile a casa, o cercare di ribellarsi e insomma in qualunque di questi casi si verrà visti come al di fuori dai compagni di classe. E tutto ciò porta ahimè al bullismo. Il bullismo in Giappone è un fenomeno sì diffuso ma anche estremamente crudele. Impedire ad un soggetto di far parte dell'insieme in una società che lo richiede espressamente porta i giovani ad abbandonare gli studi o, nei casi più gravi, anche a togliersi la vita. E questo avviene anche in tenera età.
Ma tutto ciò non si limita al mondo della scuola, anzi, è in gran parte presente anche nell'ambito lavorativo. Il retaggio delle generazioni passate, infatti, prevede che i giovani, una volta usciti dalle università, cerchino un posto fisso in aziende prestigiose, nei limiti concessi dalle scelte che hanno intrapreso durante il percorso di studi. A tutti.
Tutto ciò si somma alla cosiddetta cultura dei salarymen, derivata ancora una volta dal periodo del dopoguerra. Quando il Giappone ebbe il suo momento di massimo benessere economico, gli eroi del paese erano proprio i lavoratori che, con i loro turni infiniti in fabbrica e la totale dedizione ai loro datori di lavoro, avevano permesso al sollevante di tornare a splendere. E'peccato che questo abbia creato un'aspettativa nei confronti degli impiegati che non è mai venuta meno, nonostante i tempi siano cambiati.
un'aspettativa di turni di lavoro lunghi ben più del dovuto ed una totale sottomissione alla gerarchia interna dell'azienda. I lavoratori, dunque, sono portati a restare in ufficio anche per 20 ore in una sola giornata, subendo continue vessazioni dei superiori che non si fanno troppi problemi ad umiliarli davanti agli altri colleghi con urla o insulti di vario genere. Questo è particolarmente vero per le cosiddette Black Company, argomento di cui ho parlato. al lato spesso e che trovate nelle schede qui sopra.
Il vero problema di queste aziende è che non lasciano andare i propri dipendenti che, se dovessero scegliere di licenziarsi, non otterrebbero una lettera di raccomandazione finendo per non essere poi assunti altrove. E purtroppo queste trappole spesso hanno solo due vie di uscita o quella più drastica, con molte persone che scelgono di recarsi nella foresta di Aokigahara per non fare ritorno o il johatsu. Anche di questo in realtà ne abbiamo già parlato, ma farò un breve riassunto per i nuovi. In Giappone, purtroppo, c'è ben poco sostegno verso le persone che hanno bisogno di un aiuto. in particolare se psicologico.
A questo si accompagna un altro elemento chiave della cultura nipponica, ovvero il salvare la faccia, detto anche menmoku. Tendenzialmente quindi le persone saranno portate a non cercarlo nemmeno un aiuto, tenendo per sé problemi che spaziano da salute, debiti, umore o anche solo i propri pensieri. È il concetto di honne, ovvero ciò che davvero uno pensa, ciò che davvero uno prova ma non dice, e tatemae, ovvero...
la facciata che si tiene in pubblico. Sul lavoro questo può tradursi nel non far notare delle cose ad altri colleghi per evitare magari un conflitto o nell'ambito personale invece il non esprimere ad altri le proprie preoccupazioni per non scaricarle sul prossimo. Ovviamente la sommatoria di questi elementi fa in modo che non solo le persone si sentano sotto pressione ma che la tengano dentro di loro fino ad esplodere e quando esplodono spesso cercano un modo per scomparire.
Il giocazzo appunto è Questo il fenomeno per cui una persona scompare dalla mattina alla sera per fuggire dai suoi problemi, spesso facendosi una nuova vita altrove con l'aiuto di apposite aziende e abbandonando purtroppo i propri cari. Viene da sé che per chi rimane invece la pressione non fa che salire ulteriormente, causando danni emotivi devastanti. E purtroppo sono anni che questo tipo di fenomeno non fa che aumentare, sempre più persone si sentono schiacciate dal peso di una società rimasta forse troppo indietro rispetto ai tempi che corrono.
Gli anni della prosperità economica, durante la quale chi lavorava notte e giorno in cambio poteva permettersi di vivere nel lusso, sono belli che finiti. Così come quelli in cui le persone potevano iscrivere senza problemi i propri figli a scuole prestigiose, stendendo un tappeto rosso lungo il loro futuro. In poche parole, adesso si spaccano la schiena, ma non se la godono neanche. Per non parlare poi delle conseguenze della pandemia, dell'esplosione del reattore di Fukushima, o del pesante callo demografico che il Giappone subisce anno dopo anno. La popolazione è sempre più anziana e questo rischia di far crollare il sistema sanitario del paese.
Non dimentichiamoci poi che il valore dello yen continua a calare a picco e che la situazione economica del Giappone non sta propriamente migliorando. Alla luce di tutto questo, quindi, cosa si intende realmente quando si dice che i giovani giapponesi riescono a essere felici? In realtà sta tutto nel capire oggi cosa significa la felicità per loro. Il Giappone, con tutti i suoi problemi del caso, resta pur sempre un paese molto sicuro, con un bassissimo tasso di criminalità. alti livelli di educazione, estremamente funzionale e con un tasso di disoccupazione molto basso.
Inoltre, grazie alla deflazione che il paese ha subito dopo lo scoppio della bolla economica, il mercato si è riempito letteralmente di prodotti ad alta qualità ma dal basso prezzo, anche grazie allo scoppio del fast fashion. Aggiungiamoci anche il fatto che molti giovani ricevono aiuti consistenti dalle loro famiglie, in particolare dai loro genitori. Anzi, moltissimi vivono ancora a casa con loro fino all'età di... 30 anni o finché non decidono di sposarsi. Perciò non devono neanche preoccuparsi della loro situazione economica, che poi se ci pensate non è neanche così diverso da ciò che accade qui in Italia.
In poche parole, quello che rende felici i giovani adesso è la diapositiva di questo preciso momento storico. Guardando solamente a ciò che hanno attorno e senza pensare al domani, possono effettivamente ritenersi soddisfatti. Questa generazione, non a caso, viene definita come ucimuchi o insulare.
vi sta la loro tendenza a concentrarsi sul qui e ora e su ciò che hanno attorno, sia questo il quotidiano, i loro amici o la famiglia. Insomma, tutto quello che hanno vicino senza guardare a quello che c'è dopo. Le preoccupazioni più generali, più in grande, come la politica, l'economia o la società, sono via via andate alla deriva per lasciar spazio a qualcosa di più immediato. Il problema è che tutto ciò...
ha una data di scadenza, non può andare avanti per sempre. Prendiamo l'esempio che facevo poco fa dei genitori. È vero che oggi i giovani possono contare su di loro, ma con l'invecchiamento della popolazione e l'impoverimento delle nuove generazioni, ben presto non sarà più così. I giovani non potranno più contare sui genitori, anzi dovranno spendere dei soldi per occuparsi di loro, delle loro cure nell'età anziana, mentre i figli di un domani non potranno più adagiarsi sull'aiuto della generazione precedente, perché ormai avrà speso già tutto.
Anche qui, sempre un po'come in Italia. Inoltre, le famiglie generalmente è difficile che facciano più di un figlio e questo porterà nel tempo ad una generazione di anziani che non hanno nessuno su cui contare, aggravando il problema già presente della solitudine nella terza età. Insomma, se al momento la situazione sembra sotto controllo, molti elementi lasciano intendere che ben presto la soddisfazione generale potrebbe lasciare il posto ad un vero e proprio problema su scala nazionale.
Ma in tutto questo, non dimentichiamoci che resta ancora quel 20% di giovani che già adesso sono insoddisfatti, ragazzi e ragazze che sono già in una situazione precaria, e qui. Entriamo nel vivo di questo video, arriviamo a ciò di cui avrei voluto parlarvi sin dal principio. I Toyoko Kidss, la generazione perduta. Visitando l'affollatissima zona di Kamukicho, a Tokyo, in particolare nell'area del cinema Toyoko, che, sì, insomma, è quello con sopra Godzilla, si possono notare gruppi di ragazzi caratterizzati da un trucco pesante e da loro vestiti belli larghi. Sono proprio i Toyoko Kidss, dove il To sta appunto per Toyoko e Toyoko per vicino a, i ragazzi vicino al cinema Toyoko, un termine nato a...
appena quattro anni fa nel 2020. Ma quindi chi sono queste nuove figure del panorama tokiense? Possiamo definire i Toyoko Kidss come quella gioventù perduta che ha scelto di lasciare la società giapponese, ragazzi e ragazze, spesso minorenni, che vivono per le strade o in internet caffè guadagnandosi da vivere attraverso il lavoro nei locali notturni o tramite attività illecite come prostituzione, spaccio o crimini minori. La loro è una vera e propria subculture, se così la possiamo chiamare.
Stiamo parlando della... nascita di un nuovo piccolo mondo giapponese come lo sono stati quello dei posozoku, delle gyaru o degli stessi cosplayer. La zona in cui risiedono oggi un tempo era conosciuta come Kumageki Mae, luogo che dal 1990 in poi è stato la casa dei senza petto e di quei bambini, anche molto piccoli di 4-5 anni, che dovevano trovare un posto dove stare mentre le madri andavano a lavorare come accompagnatrici nei numerosi locali notturni della zona. Dal 2020 tuttavia... qualcosa è iniziato a cambiare.
Ricordate quando parlando di senza tetto in Giappone vi raccontai di come il governo giapponese, in vista delle Olimpiadi, avesse iniziato a ripulire le strade? Ecco, è esattamente ciò che è successo con i senza tetto della zona. Sono stati semplicemente ricollocati altrove, di modo che gli stranieri, arrivando a Tokyo per le Olimpiadi, non li vedessero per le strade.
Questo ha creato una sorta di vuoto nella zona di Kabukicho, permettendo a questa nuova cultura urbana di insediarsi. I Toyoko Kidss, infatti, non vanno... assolutamente confusi con i senza tetto.
Non si parla solo di un ricambio generazionale tra i vagabondi della città. Molti, infatti, terminate le loro serate in compagnia, rientrano nelle loro case. Poi c'è chi dorme negli hotel o chi dorme per strada, ma diciamo che è solo una percentuale. Quindi le loro si possono definire delle fughe momentanee da un ambiente casalingo che li fa sentire magari oppressi. Non è un caso, infatti, che il loro arrivo sia avvenuto post-pandemia.
Durante il periodo in cui le famiglie sono dovute rimanere chiuse in casa, la situazione domestica in Giappone è peggiorata notevolmente, con un picco di casi di violenza e di divorzi. Molti giovani quindi hanno iniziato a cercare riparo altrove, di fuggire da quella situazione traumatica e di riunirsi ad altri come loro. Quando qualcuno parla di altri membri del suo gruppo, infatti, non usa mai il termine Toyoko Kidss, questo gli è stato dato da altri, bensì Kaiwaimin, letteralmente persone della c*****a.
comunità. Pensate quanto è forte il senso di appartenenza. E infatti, come in ogni squadra, gran parte del senso di appartenenza, appunto, è dato da uno stile ben preciso. Per le ragazze si parla di un dark kawaii, un'estetica basata su felpe oversize che arrivano fino alle cosce e gonne curte, accompagnate di solito da un trucco che ricorda un po'i personaggi degli anime.
I ragazzi invece tendono ad un look un po'più emo. caratterizzato da vestiti neri molto larghi e catene o borchie. In realtà il loro stile ha un nome vero e proprio, che sarebbe Jirai-ke, che sarebbe tipo stile mina, tradotto in italiano.
Proprio questo loro stile permette ai Toyoko Kidss di diventare icone fashion sui social. Esiste addirittura una girachia interna ai Toyoko basata sul numero di follower, con soggetti talmente famosi online da essere chiamati dei... imperatori o imperatrici. Proprio questi ultimi hanno un gran numero di follower, permettendogli di raggiungere con il loro messaggio altri giovani in difficoltà e di invitarli a scappare di casa per unirsi ai Kaiwaimin.
Proprio per questo pensate che ci sono ragazze o ragazze, anche minorenni, arrivati a Tokyo da Osaka dopo aver visto i loro inviti sui social. Pensate quanto sono influenti! Non c'è neanche unità minima per diventare un Toyoko Kids.
Chiunque abbia bisogno di un riparo viene accolto a braccia aperte dai membri attivi. Appena una nuova persona arriva, le viene dato il benvenuto. Poi le viene affiancato un senpai che le spiegherà un po'come funzionano le cose all'interno della comunità.
Nei primi giorni solitamente qualcuno dei senior userà i suoi risparmi per pagare una camera in qualche motel, dove farà poi entrare clandestinamente 4-5 kaiwaimin. Ma con il tempo... Anche le nuove leve dovranno poi iniziare a portare dei soldi all'interno della comunità.
Ecco, è proprio qui che arriva il problema, perché le vie per guadagnare sono abbastanza prevedibili. Per le ragazze, ad esempio, c'è la prostituzione, anche per le minori. Le senpai insegnano alle più giovani come fare, come trovare clienti, come comportarsi, quanto chiedere, finché a loro volta anche le nuove leve non prenderanno sotto la loro ala. altri membri giovani.
I ragazzi invece principalmente si occupano di organizzare gli incontri per le ragazze, oltre a lavorare nei locali notturni e ovviamente a spacciare. I giovani sanno bene che tutte queste attività sono illegali nel paese, ma è l'unico modo che hanno per poter vivere fuori casa per lunghi periodi di tempo. Perché ricordiamo che sono minorenni, non possono essere assunti altrove. Tenete conto poi che una ragazza con questo lavoro può arrivare ad avere anche 5-6 clienti ogni giorno.
guadagnando cifre elevate che possono raggiungere i 7-8 mila euro al mese. E a questo punto potrebbe sorgervi spontanea una domanda. Perché se guadagnano tanto non si prendono un appartamento e smettono di vivere per la strada? I motivi principalmente sono due. Da un lato per rimanere insieme ai loro compagni, che ormai considerano come una vera e propria famiglia.
Dall'altro perché in Giappone, senza un garante, la casa non ha speranza di vederla manco in affitto. e come garanzie non puoi certo usare il fatto che ti stai prostituendo. Senza contare poi che, come già vi ho detto, sono minorenni, non sarebbe neanche illegale affittargli una casa. E anzi, a proposito di legalità, ovviamente i Toyoko Kidss non è che sfuggono agli occhi della polizia.
Questi ragazzi fumano, si drogano, spacciano, bevono, ovviamente tutte attività che danno nell'occhio, soprattutto... se lo fanno sempre negli stessi posti. Capita infatti che gli agenti arrestino alcuni di questi minori e che li rispediscano a casa dritti dritti dalle loro famiglie, molte delle quali magari ne hanno anche denunciato la scomparsa.
Il problema è che questa non è una soluzione. Se questi giovani sono scappati di casa in primo luogo, spesso è per sfuggire a situazioni asfissianti, spesso anche violente, ad abusi, quindi rispedirli da dove sono scappati non può che fare peggio. E il problema però a questo punto è che la polizia... non ha alternative, è letteralmente l'unica cosa che gli è stato detto di fare in queste situazioni. Se trovi un minorenne per strada, rimandalo a casa.
Però magari bisognerebbe offrirgli un aiuto a questi giovani, parlare dei problemi sia con loro che con le famiglie, capire quanto la loro situazione domestica sia effettivamente grave. Il problema però in realtà l'abbiamo analizzato poco fa, il mantenere la faccia, l'onne e il tatemae. Non solo quindi i giovani non parleranno dei loro problemi.
Ma ancora peggio, saranno le loro famiglie a tacere. Ammettere di essere oppressivi con i figli, magari ancora peggio violenti, vorrebbe dire calpestare la propria immagine pubblica, così molti semplicemente negano l'esistenza del problema. E parliamo di giovani che magari vengono maltrattati dai genitori per delle disabilità mentali vere e proprie.
Che il Giappone storicamente abbia avuto un pessimo rapporto con la disabilità, lo abbiamo già detto. Fino a qualche decennio fa le persone affette da handicap venivano sterilizzate senza che nemmeno gli venisse comunicato. E in molti contesti la vergogna verso queste persone da parte dei parenti purtroppo rimane.
Ci sono quindi casi di genitori che se la prendono con i figli come se la loro condizione fosse una loro colpa, sfociando in abusi domestici e aggravandone le problematiche. È per questo che molti poi scappano e finiscono per darsi alla delinquenza, non riescono ad adeguarsi alla società e... trovano il loro modo di vivere.
Molti sono i giovani che scappano di casa in Giappone, è un fenomeno in costante aumento e di conseguenza sempre più minori si dedicano ad attività illecite per poter sopravvivere. Ma la sopravvivenza non è l'unica forza che li spinge verso determinate attività e in questo caso parlo in particolare della prostituzione. Le ragazze infatti finiscono a lavorare nei club notturni non solo per necessità ma anche perché in certe distanze finiscono costrette in delle trappole. dalle quali non riescono più a liberarsi.
Vi ricordate, sì, quando abbiamo parlato degli host club? Questi sono locali in cui i bei ragazzi riempiono le loro clienti di attenzioni, passando intere serate con loro a bere, a chiacchierare o a flirtare. Mentre le donne si sentono apprezzate, amate, in particolar modo da ragazzi così affascinanti, Gli host, dal canto loro, cercheranno di sfruttare queste finestre di tempo per far spendere sempre più soldi alla malcapitata. In questo modo riempiono le tasche del locale e di conseguenza anche le loro.
Eh sì, perché gli host, oltre ad uno stipendio fisso abbastanza basso, guadagnano sulle vendite. In particolare incassano il 50% di tutto ciò che riescono a far spendere alle loro clienti. Questo può portarli a guadagnare cifre da giocatori di calcio professionisti, soldi che dei giovani della loro età Potrebbero solo sognarsi.
Ma perché ve ne sto parlando? Beh, perché per raggiungere certe cifre gli host sono disposti letteralmente a tutto, anche ad incastrare le loro vittime in un giro di prostituzione che potremmo tranquillamente definire traffico di umani. Vi spiego come funziona. Le clienti entrano in un locale attratte dal bel ragazzo di... turno, magari proprio perché a casa hanno una situazione difficile, non sono mai state amate e quindi vedono nelle attenzioni fittizie degli host ciò che hanno sempre cercato.
E qui capite come si delinea la trappola emotiva. Questo infatti le porta a innamorarsi di loro, finendo per spendere e spandere senza nemmeno rendersene conto. Molti locali, sapendo bene come funziona questo meccanismo, permettono alle loro clienti di pagare più là nel tempo.
Negli host club infatti, così come nei chiabaccora, la loro controparte maschile... Di regola non si chiede mai un pagamento immediato, di modo che la clientela possa divertirsi senza pensare ai soldi. In questo modo però le donne finiscono per perdere traccia di quanto hanno realmente speso, con i prezzi che fluttuano magicamente di volta in volta a loro insaputa. Magari la prima sera una bottiglia di vino viene venduta a 10 euro, la seconda la stessa bottiglia viene venduta a 30, la terza magari a 100, ma questo loro non lo possono sapere finché all'improvviso non arriva al conto.
Ovviamente si parla di cifre che le malcapitate non possono assolutamente permettersi di pagare. Così ecco che arriva la proposta, prostituirsi in nome dell'host per ripagare il debito. In Giappone ovviamente c'è un'enorme considerazione verso i debiti, nessuno si sognerebbe mai di contestarli o di non pagarli.
Così ecco che la vittima è caduta nella trappola, una trappola dalla quale purtroppo non c'è alcuna via di uscita. Da questo momento infatti verrà inviata ai cosiddetti scout, persone che si occuperanno di giudicarne il valore di mercato come fossero del bestiame e che procureranno loro degli appuntamenti. Le donne dovranno poi corrispondere il ricavato ottenuto dai clienti all'host, che nel frattempo continuerà la sua opera di lavaggio del cervello, convincendo le poverini di non volergli lo far fare, di essere innamorati di loro, ma di aver bisogno di quei soldi. Le vittime quindi...
completamente manipolate da persone che fanno leva sulle loro insicurezze più radicate, continueranno a portare soldi e a spenderne altri per passare altro tempo con gli host, in un loop infinito che sembra... impossibile da spezzare. Ad aggravare ulteriormente la situazione, inconsapevolmente, è stato l'abbassamento dell'età adulta legale in Giappone dai 20 ai 18 anni, avvenuta nell'aprile del 2022. Questo ovviamente ha fatto in modo che un'ulteriore fascia di giovani, complice di inesperienza, finissero per cadere in questa trappola, spesso attratte dagli host attraverso social come TikTok o Instagram.
E anche questa volta la pandemia ha aggravato questa situazione, facendo in modo che numerosi host si spostassero appunto sui social. per poter raggiungere ancora più pubblico, in particolare le persone più vulnerabili, ovvero le donne arrivate da fuori città e rimaste isolate a causa del lockdown. Inoltre, sempre più locali di questo genere stanno riempiendo le strade di Kabukicho, in sostituzione magari ad altre attività che hanno dovuto chiudere i battenti proprio a causa del covid. La questione, vista la sua rapida espansione, è arrivata anche alle orecchie del governo, portando Fumio Kid, il primo ministro giapponese, ad inasprire i controlli su questo tipo di attività.
La polizia quindi si sta adoperando per contrastare i locali che operano in mercati sommersi, conducendo di veri e propri ride che lo scorso anno hanno portato alla luce 145 club su 200 visitati in cui avvenivano attività illecite. Gli altri host club invece, quelli onesti se vogliamo, colpiti il loro malgrado dal comportamento scorretto dei colleghi, hanno deciso di abolire per correttezza il sistema di credito, richiedendo alle clienti di pagare subito la consumazione. In aiuto ai giovani e alle giovani scappate di casa, inoltre, è arrivato Gen Hidemori, con la sua organizzazione Nippon Kakekomidera.
Il nome non è casuale, ma fa riferimento ad una pratica risalente al periodo Edo. I Kakekomidera, infatti, erano dei templi nei quali le donne, vittime di abusi da parte dei mariti, potevano cercare rifugio, una delle poche istituzioni dell'epoca nell'ambito della tutela femminile riconosciute dallo Stato. In questa sua rivisitazione moderna, l'organizzazione accoglierebbe persone di qualunque genere, età o provenienza, comprese appunto tutti quei ragazzi in situazioni precarie.
L'ufficio non a caso si trova proprio a Kabukicho, il quartiere a luci rosse di Tokyo dove risiedono i Toyoko Kidss e offre supporto a chiunque non abbia un posto dove stare, sia pieno di debiti, stia scappando da una qualsiasi situazione o addirittura delle volte a membri di gang che vogliono abbandonare il mondo del crimine senza ripercussioni. I membri dell'associazione, oltre a fornire paste ai più bisognosi, in un certo senso diventano per loro come dei fratelli o sorelle maggiori. Cercano di far capire a questi ragazzi come ciò che stanno facendo sia sbagliato, di quanto gli rovinerà la vita e non appena questi ragazzi dimostrano di volersi aprire, sono pronti ad offrirgli tutto il supporto di cui hanno bisogno.
Ci sono stati casi, per dire, di persone che magari hanno espresso una loro passione verso il pianoforte. Così il Kakekomidera ha fatto in modo di procurargliene uno, a patto che questi smettessero di fare uso di sostanze. Il risultato, vista la fama sui social di questi ragazzi, è stato sbalorditivo. Non solo loro si sono ripuliti, ma hanno spinto anche tanti altri ragazzi a farlo.
altri loro follower a fare lo stesso. Allo stesso modo l'associazione ha mandato ragazzi all'università, gli ha trovato un lavoro, addirittura si sono occupati di andare a a casa loro per parlare con i genitori degli abusi subiti. E nel caso degli host club hanno offerto aiuto legale alle vittime per strapparle da quei meccanismi malati in cui erano state trascinate.
Il loro scopo è quello di far capire ai più giovani che aprendosi agli adulti possono ricevere l'aiuto che gli serve, non tutti sono come i loro genitori, e soprattutto che non hanno bisogno di abbandonarsi all'alcol, alle droghe o ad altre attività illecite. Proprio per questo il Kakekomidera non si limita solamente a Tokyo e ai Toyoko Kidss, ma opera anche in comunità. simili come Gurishita, che si radunano sotto al cartello della Glico di Osaka, o i Keigo Kidss, situati presso il Parco Keigo di Fukuoka. Insomma, sembra chiaro dal video di oggi che la società giapponese, con le sue pressioni, stia via via schiacciando la nuova generazione, che fatica sempre di più a guardare lontano, a pensare al proprio futuro, ed è intrappolata qui. nel suo presente.
Un presente che, purtroppo, non sempre appare radioso come vogliamo credere. Il perché ritengo che questo sia uno dei video più importanti portati sul canale, spero che ora vi sia chiaro. Quello dei giovani è un problema derivato da tutto quell'insieme di fattori culturali, di storture, di ombre, che fino ad oggi hanno sempre caratterizzato il nostro viaggio attraverso il sollevante.
Lo trovo una sorta di punto di arrivo di un pellegrinaggio durato ormai quattro lunghi anni, o forse più direi un centesimo. checkpoint perché il nostro viaggio in realtà continua. Ci sono ancora altri argomenti che vorrei trattare insieme a voi e ai quali sto già lavorando. Uno tra tanti, uno dei più richiesti da voi, il problema degli hikikomori che arriverà molto presto sul canale.
Detto ciò io spero che il video vi sia piaciuto e spero di aver fatto chiarezza su un nuovo aspetto del Giappone che ancora non avevamo toccato. Come sempre vi ricordo di lasciare un like, di iscrivervi se ancora non l'avete fatto e magari di abbonarvi per entrare nel gruppo Telegram e scambiare due chiacchiere con me. Detto ciò... ora io però vi devo salutare. Il prossimo racconto mi attende e vista la sua particolarità ho tanta ricerca da fare, ma voi fatevi trovare qui come sempre la prossima settimana per fare altri due passi insieme tra le infinite storie del nostro mondo.
Un saluto!