Buonasera, grazie per l'invito, grazie a tutti voi per essere qui oggi, l'introduzione di Carla è stata, devo dire, piuttosto chiara. Io mi occupo appunto di geopolitica, che è quasi una dannazione, specialmente... di questi tempi proveremo a capire velocissimamente cosa è la geopolitica perché non è lo studio delle relazioni internazionali, anche se spesso viene confusa con lo studio delle relazioni internazionali, specialmente in Italia, devo dire, ma anche all'estero.
meglio così? Ok scusa, dicevo mi occupo di geopolitica che spesso in Italia ma non soltanto anche all'estero viene confusa come scambiata per lo meno per lo studio delle relazioni internazionali invece è disciplina piuttosto diversa che soprattutto conduce ad un approccio alle relazioni internazionali per l'appunto molto diverso inizialmente proveremo a capire che cos'è velocissimamente ma altrimenti non ci intendiamo, diventa un po'complesso il discorso di per sé per affrontare Ritorneremo anche qui non troppo nel dettaglio, anche perché siete tutti insegnanti, conoscete molto bene la storia, quindi non è il caso che io vi debba spiegare cosa è successo nel tempo di guerra fredda, ma capire come è interpretata la guerra fredda in geopolitica, che cosa soprattutto succede dopo la guerra fredda e che cosa succede oggi. Senza lasciare, anzi assolutamente lasciando stare il futuro, sebbene la geopolitica si dedichi molto alla futurologia, grazie ad un approccio molto...
deterministico in alcuni casi alle relazioni internazionali e anche con una forma di grande furbizia perché ci sono i miei colleghi molto più titolati di me che realizzano libri anche molto famosi da qui a 100 anni, beati loro, forse altro perché non ci saranno per essere smentiti e che è un grande vantaggio, è un problema dei loro nipoti, è comunque un vantaggio. Che cos'è velocemente la geopolitica? Perché non è lo studio delle relazioni internazionali?
Perché la geopolitica è in assoluto... assoluto una disciplina, nessuna pretesa di scientificità in quest'ambito per carità, ma è una disciplina che nasce anzitutto al servizio del governo, cioè una disciplina che nasce proprio tra la fine dell'Ottocento, diciamo nasce a mediello dell'Ottocento ma si sviluppa tra la fine dell'Ottocento e soprattutto all'inizio del Novecento tra Germania, Francia e Stati Uniti, principalmente in Germania però nella sua prima fase, al servizio del governo, cioè al servizio dell'interesse nazionale, al servizio dello Stato-Nazione. E questo non è un dettaglio.
taglia, è un caveat che però ci serve per capire chi studia geopolitica e di che cosa si occupa, normalmente a chi si occupa di geopolitica, ai miei colleghi eccetera, vengono proposti ruoli all'interno dei governi perché normalmente le amministrazioni chiedono a chi si occupa di geopolitica che cosa fare, lo chiedono come sappiamo anche a molti altri, i risultati sono ambivalenti. L'altra caratteristica della geopolitica è che sembra un bisticcio di parole ma la geopolitica fa totalmente... a meno della politica, cioè la politica come la intendiamo soprattutto in Europa e soprattutto in Italia è del tutto secondaria in geopolitica, cioè non ha grande rilevanza, anzi oserei dire che non ne ha nessuna, cioè la geopolitica si concentra soprattutto sulle costrizioni, sulle caratteristiche geografiche, demografiche, geografiche appunto ma storiche eccetera che impongono agli stati in azione e non soltanto agli stati in azione di essere ciò che sono, cioè impongono la strategia. che poi adottano in maniera del tutto inconsapevole e che prescinde da qualsiasi valutazione di tipo politico o ideologico e per interpretare la guerra fredda questo devo dire ci è molto utile, cioè il primo dettame di chi studia la geopolitica è stabilire che spesso e volentieri, ma lo deve dire quasi sempre, il decisore politico assume le decisioni appunto in una strategia, nella parte strategica indipendentemente dalla sua volontà, cioè si impongono a se stesso.
per le caratteristiche della nazione che presiede in quel momento e anche per il movimento degli altri attori internazionali a partire dagli altri stati con i quali ovviamente ha a che fare. Quindi una disciplina che ha questo tipo di caratteristiche è molto diversa, appunto, dallo studio delle relazioni internazionali, che come sappiamo si tinge sempre di ideologico, quindi c'è tutto un filone umanitaristico piuttosto che un altro filone che invece viene definito realistico, quasi se appunto si potesse prescindere dallo studio della realtà, si potesse appartenere soltanto a un filone, lo studio della realtà, ma comunque queste questioni a noi oggi non ci interessano, meno che mai. oggi qui, ma ci servono appunto per stabilire che cos'è la geopolitica e come guarda il mondo della geopolitica. Perché dicevo è utile per stabilire, per interpretare meglio insieme cosa capita nella guerra fredda, perché esistono strategie per l'appunto degli stati in azione che rimangono tali finché non cambiano le caratteristiche strutturali che le hanno create, che le hanno germinate. Cioè la strategia di un paese cambia non per volontà ovviamente di chi lo amministra, non solo perché spesso non ne ha idea.
normale peraltro, ma perché comunque se un tale decisore politico, se un tale leader decidesse di cambiare la strategia di un paese contro le caratteristiche strutturali del suo paese, contro le caratteristiche strutturali dei paesi con i quali ha a che fare, semplicemente non ci riusciremmo, se l'Italia oggi decidesse di avere la stessa strategia della Norvegia, così semplicemente per capriccio, non potrebbe farlo, perché l'Italia comunque sempre in mezzo al mar Mediterraneo sta, sempre 60 milioni di abitanti ha, molto più di quelli che ha la Norvegia, ha una disciplina sociale inferiore rispetto alla Norvegia, vive una fase storica diversa e così via. Questo semplicemente per fare un esempio di quando, visto che è stato eletto Trump... sembra che sia arrivata l'apocalisse di quanto un decisore politico conti relativamente poco quando si tratta di strategia, perché a parte normalmente un decisore politico delle questioni di cui parliamo oggi non si interessa, veramente si occupa, beato lui, di cose più divertenti, ma normalmente è inconsapevolmente vittima delle costrizioni della geopolitica, non è mai artefice. Esiste una parte che è indipendente dalla strategia e che ovviamente è la tattica, perché strategia e tattica sono questioni differenti, la strategia è il proposito assoluto di uno stato nazionale, è ciò che persegue in senso assoluto, la tattica è il modo in cui persegue questo proposito assoluto, la tattica può variare, non solo può variare, ma la tattica può essere edulcorata, può essere inquinata da una cosiddetta narrazione, dalla propaganda, può diventare anche ideologica, la tattica può essere anche ideologia, ma non cambia il proposito. proposito strategico perché appunto come diceva il proposito strategico non si cambia per capirci, visto che l'argomento di oggi è partire dalla guerra fredda, ciò che succede in guerra fredda che apparentemente, almeno per chi studiava geopolitica all'epoca, io fortunatamente non c'ero, ma chi studiava geopolitica all'epoca aveva l'impressione che la geopolitica era una cosa che non era una cosa, ma che era una cosa che non era non contasse più.
All'inizio della guerra fredda, quindi siamo nel 1946 su per giù, come percezione geopolitica, si ha la sensazione che la geopolitica non conti più, perché? Perché esiste l'elemento nucleare. E allora intervenendo l'elemento nucleare successivamente ovviamente a Hiroshima e Nagasaki ci si convince, molti studiosi lo fanno, anche studiosi geopolitici, che la geopolitica non abbia più senso perché se è possibile la guerra nucleare il perseguimento dell'interesse nazionale, sebbene strategico, dovrà essere soltanto tattico.
Perché oltre una certa soglia evidentemente non si può andare. Non solo, l'altra caratteristica oltre all'elemento nucleare che sembra seppellire la geopolitica e non si capisce bene perché è l'elemento nucleare. ideologico che per l'appunto non pertiene alla geopolitica ma apparentemente sembrava averla seppolta, averla seppellita all'epoca, perché se era vero che il mondo era diviso in due blocchi che si contrapponevano fra loro anche e soprattutto secondo qualcuno per ragioni ideologiche ovviamente da una parte il mondo liberale dall'altra il mondo socialista comunista, la geopolitica a quel punto non serviva più perché gli interessi strategici delle nazioni apparentemente non erano più guidati dalla loro capacità di stare al mondo. demografica, economica, culturale eccetera ma dall'ideologia di due superpotenze che costringevano tutti gli altri a schierarsi in senso ideologico o con questo o con l'altra parte ovviamente anche soltanto pronunciarle oggi queste parole sono molto fantasiose ma all'epoca ci si credeva veramente ma ci si è creduto per decenni anche ripeto non sarebbe grave se chi ha creduto a questo tipo di approccio fosse un politologo piuttosto che un sociologo eccetera grazie non è che ci credeva anche chi si occupava di geopolitica e che il discorso è molto diverso.
Perché queste sensazioni, queste percezioni non possono essere applicate alla geopolitica? Perché nonostante l'ideologia che avevano l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, la strategia di due paesi resta costante dall'inizio del Novecento fino ad oggi. Attraverso tutta la Guerra Fredda, parliamo in questo caso ovviamente di Stati Uniti e di Russia che è il residuo principale.
non solo è l'istituto principale dell'Unione Sovietica, ma l'Unione Sovietica è una trasformazione dell'impero russo, per cui tra Stati Uniti e Russia la loro strategia si mantiene costante per tutto il Novecento fino ad oggi, è la stessa identica, cioè gli Stati Uniti hanno la stessa identica strategia dall'inizio del Novecento ad oggi, e la Russia ha la stessa identica strategia dalla fine dell'Ottocento ad oggi, nonostante tutto il percorso comunista, nonostante tutto il passaggio dell'Unione Sovietica. Quindi era vero esattamente il contrario, non solo l'ideologia non aveva sepolto la geopolitica, ma era la geopolitica che muoveva inconsapevolmente evidentemente per qualcuno i movimenti, muoveva appunto la strategia delle due superpotenze. Quali sono, così ci intendiamo, le strategie?
Partiamo dagli Stati Uniti, velocissimamente così inquadriamo la guerra fredda. Gli Stati Uniti sono anzitutto una talassocrazia, cioè sono una potenza marittima. Il loro modo di guardare al mondo avviene attraverso i soldi.
i mari, attraverso gli oceani e la più grande eredità che hanno avuto dall'impero britannico è questa, oltre alla common law, cioè alla tradizione e alla giurisprudenza, la più grande eredità che hanno avuto gli americani come percezione del mondo è quello che dominare i mari, dominare gli oceani è il loro primo interesse strategico, che il loro dominio sul mondo è sempre attraverso i mari e si valuta l'ascesa di una potenza esterna, di una potenza concorrente in base alla capacità di questa potenza, anzi... tutto di stare sui mari o la non capacità di stare sui mari. L'evento più straordinario che colpisce di più la storia americana è un evento pressoché poco noto in Europa, risale a 1812, quando gli inglesi risalgono il fiume Chesapeake, arrivano fino a Washington e...
danno fuoco alla Casa Bianca. Bruciano la Casa Bianca insieme ai canadesi, ma all'epoca i canadesi erano semplicemente inglesi, ma comunque danno fuoco alla Casa Bianca, ma al di là dell'evento simbolico in sé, peraltro molto doloroso, evidentemente attraverso gli occhi americani, è la marina inglese che li conduce alla Casa Bianca, cioè la sensazione tutta americana che bisognasse impedire, interdire alla marina britannica di arrivare nel continente nord americano nasce in quel preciso momento e non abbandonerà più l'approccio strategico degli Stati Uniti, che rimane questo, cioè controllare i mari e gli oceani, oggi gli Stati Uniti, adesso che parleremo del caos, oggi gli Stati Uniti controllano tutti i mari e tutti gli oceani esattamente come lo facevano vent'anni fa, se c'è un dato che ci può allontanare dal caos è evidentemente questo. da cui nasce anche la dottrina Monroe, gli Stati Uniti intendono impedire a qualsiasi nazione che non sia americana, che non siano loro stessi essenzialmente, di intervenire nell'emisfero occidentale, ovvero nelle due Americhe e per intervenire nell'emisfero occidentale bisogna essere una potenza marittima se si prescinde dalle potenze locali, quindi Brasile, Argentina, Messico. Da questo punto di vista la strategia americana resta impedire, oltre a controllare tutti i mari, impedire che qualcuno possa insediare nel controllo dei mari, impedire che nella cosiddetta massa euro-asiatica, cioè Europa e Asia unite insieme, il luogo della terra dove vive da sempre... la maggior parte degli esseri umani, una potenza unica oppure l'unione di due potenze diventi egemone in Eurasia, quindi come potenza continentale per eccellenza, quindi non marittima, e a quel punto possa essere in grado di insidiare l'egemonia americana.
Dal punto di vista americano le due potenze che potevano raggiungere questo... obiettivo sono sempre le stesse, sono sempre le stesse perché sono due Germania e Russia che attraverso gli occhi degli americani nella loro unione che può essere non solo un'unione appassionata e d'amore ma soprattutto un'unione di sopraffazione di una potenza sull'altra di un'annessione di una sull'altra, unendo la tecnologia, la disciplina sociale, le capacità tedesche agli idrocarburi e alla vastità del territorio russo, questa unione, che si dice gerussia in geopolitica, avrebbe potuto... impedire agli Stati Uniti di controllare il mondo, cioè avrebbe insidiato il dominio globale degli Stati Uniti. Gli americani non a caso combattono due guerre mondiali e una guerra fredda per impedire questo. A di là di qualsiasi ideologia, lotta al comunismo, ci hanno liberato, ci vogliono bene, eccetera, gli americani combattono due guerre mondiali e la guerra fredda, cioè sostengono la guerra fredda per impedire a Germania e Russia di unirsi.
Ripeto, non necessariamente, tra l'altro i tedeschi e i russi si amano molto poco, quindi... evidentemente per sopraffazione l'uno dell'altro, semplicemente per annessione, come ad esempio non capiremo perché durante la seconda guerra mondiale ad un certo punto Hitler decide bene di aprire un secondo fronte, quello orientale, di invadere l'Unione Sovietica, ovviamente all'epoca puntava soprattutto l'Azerbaijana che era il massimo produttore di petrolio, però il proposito è lo stesso, cioè unire la tecnologia tedesca con gli idrocarburi all'epoca dell'Unione Sovietica e oggi della Russia. Questo che l'incubo per eccellenza americano guida la strategia americana... Dalla fine dell'Ottocento ancora oggi, ciò che succede a Maidan, ci arriveremo quindi nel 2014, i movimenti surrettizi americani a Maidan, in cui cavalcano la protesta, intendo gli Stati Uniti, cavalcano indirettamente la protesta, sono tanto antitedeschi, tanto antirussi. Di quanto sentiamo parlare di fronte occidentale, il fronte occidentale è sempre molto relativo, perché a Germania è un peso troppo importante.
per essere semplicemente frontocertati, anche contro la sua stessa volontà, appunto torniamo al discorso iniziale, i paesi sono ciò che sono indipendentemente dalla loro volontà, i tedeschi spesso si stupiscono, per esempio gli americani si interessino così tanto a loro. ma si stupiscono genuinamente, basta frequentarli un po', ma un paese delle capacità della Germania che ha 80 milioni di abitanti non si può stupire se il mondo, in particolare la prima potenza del mondo, si interessa a loro anche con una punta di cattiveria per dirla in termini umani, che ovviamente non c'è. non c'è strategia.
Quindi la strategia americana era e rimane questa e attraverso la guerra fredda ha come contrapposizione sì l'Unione Sovietica, perché era in quel momento da potista militare e di estensione la potenza più importante da sfidare, quella che poteva sì insidiare il dominio americano, ma non a caso dove si concentra il tentativo americano di impedire all'Unione Sovietica di estendersi oltre si concentra in Germania, la Germania che viene divisa in due, non è un caso, perché la Germania è il più importante il nocciolo della questione, il trofeo del contendere, definiamolo così. E non è un caso che il piano Marshall, di cui anche l'Italia è stata a lungo beneficiata, viene creato soprattutto per la Germania. Addirittura gli Stati Uniti impongono una sorta di protezionismo inverso in generale a Germania federale, quando iniziano a contingentare i loro prodotti, cioè l'industria americana inizia a contingentare i suoi prodotti verso la Germania federale per far rinascere l'industria tedesca, che in quel caso sarebbe stato utile ad impedire che la Germania...
cedesse, cioè che fosse risucchiata all'interno dell'Unione Sovietica quindi che accadesse esattamente ciò che gli americani hanno come incubo in assoluto dipendentemente da ogni ideologia cioè se l'Unione Sovietica non fosse stata comunista ma fosse stata esattamente come gli Stati Uniti, cioè favorevole al pensiero liberale, piuttosto che amante delle serie televisive americane, eccetera qualsiasi altra sciocchezza che vogliamo aggiungerci cioè con lo stesso identico soft power come dice Joseph Nye degli americani questa regione americana sarebbe stata identica perché le preoccupazioni strategiche sarebbero state identiche. Dall'altro lato c'è appunto l'Unione Sovietica che è semplicemente, a differenza di ciò che si pensava durante la Guerra Fredda, anche questo si capisce bene perché non era un soggetto nuovo, cioè lo era da un punto di vista amministrativo, dal punto di vista ideologico lo era senz'altro, ma era comunque una nuova incarnazione dell'impero russo, cioè una nuova fase in transizione dell'impero russo. e che aveva la sua stessa identica strategia sebbene estesa a livello globale come l'impero russo non aveva mai avuto fino ad allora stessamente la strategia russa, la Russia è un impero di per sé anche adesso la Russia è un impero la strategia russa è la stessa, la Russia ha un grandissimo problema che è sempre lo stesso, non solo non possiede tecnologia sufficiente per sviluppare i propri giacimenti di idrocarburi piuttosto che di altre risorse naturali, ma è importante che la Russia abbia un'idea di come si può fare per sviluppare i propri giacimenti di idrocarburi.
impossibile da difendere, la Russia ha sempre questo enorme problema, se il problema degli americani è impedire che due nazioni, una soltanto domini la massa eurasiatica, il problema della Russia è un problema tutto difensivo, mentre è sempre offensivo il proposito statunitense ed è per questo che era facilmente immaginabile che avrebbe vinto la guerra fredda, cioè la nazione che è potenzialmente un'isola perché vive isolata in un altro continente ed è puntualmente all'offensiva piuttosto che una è puntualmente alla difensiva, perché la Russia ha il grandissimo problema di allontanare la linea difesa. dai centri della sua nazione, quindi Mosca e San Pietroburgo, perché è un paese indifendibile da un punto di vista militare, cioè le pianure che conducono a Mosca, come sa molto bene Napoleone, ma anche Hitler, sono facilmente percorribili, non ci sono linee di difesa orografiche, non ci sono montagne, per questo che la Russia tenda ad espandersi verso l'Occidente, l'espansione verso l'Occidente, per questo la Russia è un paese così grande, non solo perché vive in una regione non temperata. mediamente disabitata e quindi estendere i possedimenti territoriali è più semplice perché non ci sono altri esseri umani, ma tende invece verso l'Occidente, cioè verso l'Europa occidentale per allontanare la prima linea di difesa da Mosca e da San Pietroburgo, perché è semplicemente indifendibile, perché è tutta pianura.
Nel passaggio tende o ad inglobare le nazioni che sono di frontiera o a renderle marche, cioè a renderle strade di cuscine, da cui la necessità... sempre russa, di avere paesi lungo il suo confine che siano stati coscinetto, cioè che siano perlomeno neutrali, possibilmente filorussi, ma perlomeno neutrali. Altrimenti non capiremmo perché l'Ucraina, al di là anche qui dell'ideologia, perché è anche vero in un certo senso che in Ucraina è nata la civiltà della Russe, lì il principe Vladimir ha convertito per la prima volta il cristianesimo e i suoi studi, tutto vero, ma l'Ucraina al di là di queste... fascinazioni molto romantiche è comunque fondamentale per la propria vita ragioni difensive strategiche cioè se una nazione antagonista degli stati uniti ad esempio controllassero realmente militarmente l'ucraina la russia non potrebbe sopravvivere ed è il proposito che da sempre guida l'impero russo, anche attraverso la fase dell'Unione Sovietica.
Quindi la guerra fredda, al di là dell'ideologia, in senso strettamente geopolitico, è semplicemente lo scontro tra propositi strategici, in questo caso inesorabili, di Stati Uniti. Uniti e Russia, che in quel caso aveva il nome di Unione Sovietica perché era semplicemente l'estensione dell'impero russo, ma la Russia rimaneva nettamente, non solo nettamente, il paese principale dell'Unione, ma era il paese che dettava la strategia dell'Unione, lo faceva fisiologicamente, al di là della glassa ideologica, lo faceva fisiologicamente. Gli americani iniziano la guerra fredda nel timore nucleare perché anche oggi nel trattare con la Russia il problema nucleare è evidente, perché se non c'è, ovviamente, paragone da un punto di vista strettamente militare perché la Russia non è una... la potenza marittima, gli Stati Uniti lo sono senza dubbio, sono forse la più straordinaria potenza marittima della storia, il problema era il nucleare, perché ovviamente senza tornare sul celeberimo concetto di mutua, di situazione assicurata, è chiaro che...
fare la guerra da potista continentale ad un paese che ti può distruggere nuclearmente mentre tu distruggi l'Unione Sovietica diventa molto complesso. Questo creava una sorta di equilibrio da cui appunto la situazione che era Giorgolidia non servisse più. In realtà semplicemente i due soggetti in questione perseguivano gli stessi imperativi strategici in forme diverse, cioè non affrontandosi direttamente perché non potevano farlo, ma affrontandosi o alla periferia dei due imperi o inter...
intervenendo in maniera appunto sovrettizia, indiretta e informale, chiamiamola come vogliamo, per procura, per colpire l'interesse di uno o dell'altro. Tra l'altro esiste una sorta di grammatica geopolitica, come si dice una grammatica in tutte le discipline, e non è un caso che nelle due occasioni in cui la Russia e l'Unione Sovietica violano la grammatica geopolitica e subiscono effetti molto negative, ad esempio nella guerra del Vietnam, che è una guerra appunto per procura, che ha un suo... senso da parte americana, cioè il tentativo di fare il credito roll back, cioè rovesciare, passare dal contenimento al roll back, non limitarsi quindi a contenere l'Unione Sovietica come invece era stato profetizzato alla fine della seconda guerra mondiale, ma intervenire direttamente per far perdere l'Unione Sovietica posizioni, cioè per ricacciarla indietro letteralmente, cioè lasciare che l'Unione Sovietica abbandonasse alcuni dei suoi possedimenti e si ritirasse, in questo senso il Vietnam che sarebbe passato di lì a poco. poco nelle mani dell'influenza sovietica, quindi con l'invasione nella guerra tra nord e sud, l'intervento americano aveva un suo senso, certamente da un punto di vista strategico ma anche tattico, il problema è che una guerra per procura non si combatte mai direttamente, invece gli Stati Uniti non si capisce bene perché scelgono di combattere la guerra in Vietnam ma direttamente, cioè una guerra per procura diventa una guerra vera e propria, ma non contro i sovietici, ma contro il proxy, cioè contro l'alleato in quel caso, i Vietcong, l'alleato dell'Unione Sovietica e non a caso nel momento in cui gli americani violano la grammatica geopolitica perdono terribilmente la guerra. Ancora peggio succede all'Unione Sovietica in Afghanistan nel 1979 e negli anni 80 quando anche lì per intervenire in forma di guerra di procura in Afghanistan in funzione antiamericana i sovietici invadono direttamente l'Afghanistan e ci rimangono dentro.
Quindi non solo durante la guerra fredda la geopolitica non era morta, ma violarne la grammatica addosso a un'altra guerra. ad occhi maggiormente smaliziati, forse qualcuno direbbe che il senno di poi è più semplice, meno male, perché è vero, però violare la grammatica geopolitica anche in quelle fasi determinava risultati molto negativi, quindi non era morta ma semplicemente covava sotto le scenerie per chi avesse avuto voglia di rendersene conto. Ciò che succede appunto durante la guerra fredda è lo scontro da due potenze molto diverse, una marittima e una continentale, una nettamente sicura nei suoi propositi strategici, cioè gli Stati Uniti.
perché sono un'isola, perché vivono in un continente che dominano, nel quale non hanno alcune insidie. Non a caso il momento più grave per gli Stati Uniti è quando i sovietici riescono a porre una batteria missilistica a Cuba, perché ne invadono lo spazio geografico. In realtà la minaccia dura pochissimo, ma ha un grande valore psicologico.
Mentre la Russia inizia ad essere circondata dagli Stati Uniti e dai suoi alleati in una sorta di soffocamento che poi ne determinerà l'implosione. L'imposizione che non è soltanto dovuta al continente. americano ma anche qui quindi siamo di nuovo in ambito strettamente geopolitico alle dimensioni strutturali molto deboli La Unione Sovietica non riesce a sviluppare un'industria, se non per l'uso domestico, che vada oltre lo sfruttamento degli idrocarburi.
Il momento in cui negli anni Ottanta crolla il prezzo del petrolio esattamente come è ora, basso in questi anni e noi non si vede che si ritrova impantanata in afghanistan con il prezzo del barile è sceso drammaticamente non riesce più a far fronte nemmeno alle spese ordinarie e di fatto implode su se stessa nel momento in cui e qui si la la propaganda conta, gli americani lanciano le cosiddette guerre stellari durante la presidenza Reagan, cioè fingono in realtà di armarsi oltre le loro possibilità, ma come sappiamo in geopolitica, insomma in strategia uno deve sempre prepararsi per il brutto tempo, ma per il bel tempo, i sovietici sono costretti a crederci e non hanno letteralmente le finanze per star dietro ad ennesimo armamento in quella fase che gli americani avevano l'intenzione di realizzare. molto sintetizzare la guerra fredda e un affrontarsi tra potenze che hanno imperativi strategici indipendentemente dalla loro ideologia. Ripeto, se l'Unione Sovietica non fosse stata comunista, e sono veramente sciocchezze quelle che si raccontano, appunto, che gli americani si capisce perché una nazione dovrebbe avercela con un'altra in base alla propria ideologia, normalmente uno stratega non si occupa di filosofia, ammesso che qualcuno l'abbia mai studiata, ma se anche l'Unione Sovietica avesse avuto la stessa identica ideologia americana, il risultato sarebbe stato identico.
Che cosa succede con la fine della Guerra Fredda, che forse è quello che ci interessa di più, anche per arrivare poi all'oggi? Appunto dicevamo che l'Unione Sovietica implode, si discute molto se l'Unione Sovietica sia stata sconfitta, piuttosto che... qualcuno sostiene che invece si sia suicidata, eccetera. E'chiaro che, come dicevamo, le caratteristiche strutturali dell'Unione Sovietica non le consentivano più di tenere il passo di una potenza in grande ascesa, come gli Stati Uniti, specialmente tra gli anni 80. gli anni 90 e questo conduce anche psicologicamente l'Unione Sovietica alla resa.
Ma tra la fine della guerra fredda ed oggi molte cose sono cambiate ed altre no, cioè improvvisamente il primo dato evidente, post 1989, gli statunitensi restano l'unica superpotenza e questo non capitava veramente da molti secoli nella storia dell'uomo, che ci fosse una sola potenza di tale capacità militare ed economica. bisogna tornare indietro forse neanche all'impero britannico forse ancora indietro all'impero romano bisogna veramente realizzare un esercizio molto arritroso quindi gli statuniti si trovano per la prima volta soli nel dominio assoluto del mondo e creano quella che noi oggi chiamiamo e ci sarà utile nella nostra discussione di oggi globalizzazione che non è nient'altro che il sinonimo della Pax Americana cioè la globalizzazione è sinonimo di impero americano non è nient'altro se chiedete ad un economista probabilmente vi dirà che la globalizzazione è la libera circolazione delle merci, dei flussi finanziari, eccetera, ma un economista spesso non si rende conto, si occupa di altro che l'imperium, cioè che la capacità strategica di un paese è sempre preminente rispetto alla sua economia. Quando sentiamo dire che gli Stati Uniti sono molto avvantaggiati dal dollaro, l'avrete sentita dire questa espressione, il signoraggio del dollaro consenta agli Stati Uniti di essere gli Stati Uniti, esattamente il contrario, il principio di causalità è esattamente opposto.
Il dollaro è così forte perché gli Stati Uniti sono così forti. Dovremmo saperne qualcosa con l'euro. La moneta dipende dalla capacità dello Stato che la batte, non è mai viceversa, perché la moneta è un capriccio umano, una creazione artificiale.
La demografia... cioè l'essere 100 o 200 milioni non è un capriccio, avere un livello di produttività piuttosto che un altro non è un capriccio, avere una violenza come hanno molti americani nel guardare il mondo e nel volerlo dominare, determina la forza di una moneta, non i calcoli degli economisti. Gli Stati Uniti si trovano a creare la globalizzazione involontariamente, cioè semplicemente il loro rimanere solo al mondo e quindi la Pax Americana, l'impero americano, si trasforma in un solo mercato esteso all'intero globo. centro ovviamente ci sono gli Stati Uniti. Se volessimo ridurla ancora di più in fase strutturale, nella sua dimensione strutturale, la globalizzazione è l'assoluto controllo dei mari e degli oceani da parte americana senza preoccuparsi di nessun'altra potenza continentale o marittima.
Tant'è vero che rileggendo alcuni saggi di primi anni 90, quando il termine globalizzazione, come vi sono correndo, ma comunque si diffonde, i francesi lo trovano di scredamento orrendo, lo chiamano mondializzazione. ma non è bellissimo neanche questo, perché chiamarlo egemonia americana fa impressione, ma comunque quando si diffonde la globalizzazione molti saggi dell'epoca... stabilivano con una grande dose di ingenuità e di... un approccio economico economicistico smaccato che il commercio marittimo sarebbe molto diminuito perché con la globalizzazione, con i flussi finanziari piuttosto che con i mezzi di trasporti innovativi, la tecnologia eccetera la distribuzione delle merci per via marittima sarebbe necessariamente diminuita.
Anche lì non si capiva da che cosa nasceva la globalizzazione, ma se la globalizzazione era il controllo assoluto dei mari da parte americana era impossibile che il commercio marittimo diminuisse, infatti è aumentato il rischio di un'evoluzione di questo tipo. Negli ultimi vent'anni è nettamente aumentato, ancora oggi più della metà, siamo intorno al 60%, di tutti i flussi commerciali globali avvengono via mare. E non è un caso che la prima potenza del mondo favorisca gli scambi via mare, semplicemente perché la globalizzazione è la capacità americana in potenza di impedire a qualsiasi altra nazione del mondo di commerciare.
Cioè se gli americani volessero, possono impedire a qualsiasi altra nazione del mondo, dalla Cina in giù, di avere accesso al commercio per via marittima, cioè la stragrande maggioranza. del commercio mondiale. Evidente che l'imperium è nettamente preminente rispetto all'economia, però è sempre, ma specialmente in questo caso. Noi viviamo in una fase in cui gli economisti hanno straordinario potere. 200 anni fa l'economista era il signore che viveva a priglietti isolato dal mondo e che nessuno lo stava a sentire.
Oggi invece, anche meno male per carità, perché è una scienza molto affascinante, è molto ascoltata, però un po'troppo. Perdere la dimensione imperiale delle cose significa andare fuori strada. Cioè credere che la globalizzazione esista in quanto tale, come una specie di afflato divino. È semplicemente il controllo americano dei mari.
Nel momento in cui questo diminuisse, la globalizzazione per come la conosciamo avrebbe un'altra forma. Forse neanche terminerebbe, ma avrebbe un'altra forma. Così non capiremmo, se non capissimo questo, perché la Cina in questa fase vuole creare le cosiddette vie della seta, di cui forse avrete sentito parlare. Cioè la creazione di enormi infrastrutture via terra che dalla Cina...
attraverso l'Asia centrale arrivino in Europa occidentale per collegare economicamente l'Europa occidentale alla Cina. Ma perché gli cinesi avrebbero bisogno di creare infrastrutture che peraltro sono costosissime in territorio altrui? Semplicemente perché i mari li controllano gli americani, per affrancarsi dalla possibilità tutta americana di estromettere i cinesi dalla globalizzazione, cioè estromettendoli dal commercio marittimo.
Quindi possiamo raccontarci che esiste una globalizzazione economica, perché ci mancherebbe, esiste, ma è chiaramente secondaria rispetto a... rispetto alla capacità di imperium che ha una nazione su un'altra. Quindi alla fine della Guerra Fredda si crea questo fenomeno.
La globalizzazione in quanto sinonimo dell'impero americano, esteso all'intero globo. Non a caso il paese liberale ed anche liberista, oggi un po'meno, come erano gli Stati Uniti all'inizio degli anni 90, crea un solo mercato con al centro gli Stati Uniti. Ma era del tutto inevitabile. Negli anni 90 gli americani si convincono, e questo perché appunto il potere delle ideologie che conta fino a un certo punto, ma è molto affascinante, spesso può essere anche molto incisivo, ha effetti anche su chi le distilla, su chi le crea.
Gli americani sono abilissimi. creare ideologie, la propaganda americana è in assoluto la più sofisticata del mondo, non c'è dubbio, mi occupo di Stati Uniti per fortuna o imè per mestiere e la cosa tra le cose più complesse dello studiare gli Stati Uniti è appunto andare oltre la propaganda. il soft power americano è veramente molto incisivo, anche chi era comunista negli anni 70, negli anni 80 era però appassionatissimo di cultura americana, ma quasi inconsapevolmente, la musica che ascoltava era comunque americana, perché c'è una capacità di soft power, di propaganda assoluta da parte americana che spesso per chi studia le cose della geopolitica rischia di portare fuori strada non soltanto noi, questo sarebbe proprio grave, ma gli stessi decisori politici americani.
è talmente sofisticata la loro propaganda che lo stesso decisore politico spesso ne rimane stordito, cioè si convince di qualcosa che non esiste. All'inizio degli anni 90 devo dire che questo è un sentimento molto diffuso tra i decisori politici americani, cioè la convinzione che gli Stati Uniti non avessero vinto la guerra fredda per ragioni straordinarie, ragioni strutturali, per straordinarie capacità proprie, ma semplicemente perché non lo so, perché... che la più grande potenza che l'essere umano abbia mai conosciuto e quindi incapace di sbagliare, che qualsiasi cosa avessero fatto non sarebbe risultata in un effetto negativo, che il loro modo di guardare il mondo era unico e assolutamente corretto in ogni fase della storia, di più, per citare Francis Fukuyama che la storia era proprio finita, cioè che vivessimo nella fine della storia, perché semplicemente la storia era finita nel momento in cui gli americani avevano dominato il mondo.
A te del fatto che molti hanno proprio creduto a Fukuyama e non erano amici. su questo non entreremo, ancora oggi nell'università, la fine della storia anche in Italia di Fukuyama è una lettura molto frequentata ma il problema è che questa Iubris che inizia ad informare l'azione dei decenni americani comincia a essere scollegata dalla strategia. Quindi si arriva alla fine degli anni 90 in questo clima con una monopotenza, cioè con una sola potenza globale degli Stati Uniti, con la Russia in grande difficoltà, con la Cina che cominciava a crescere, crescero economicamente ma a traino degli Stati Uniti, ovvero esportando soprattutto in Europa occidentale negli Stati Uniti, grazie alla propria manodopera a basso costo, dovuta ad una demografia, come sappiamo, gigantesca per quanto riguarda la Cina, con un'Europa occidentale che quella sì, ancora oggi, viveva e vive in dimensione post-storica, mentre gli americani nella loro pancia non accettano mai la dimensione post-storica, cioè la fine della storia per cui niente conta più niente, il declino è il...
il decrino è il destino ineluttabile che invece è molto frequente in Europa occidentale, da cui anche la ricerca del multilateralismo, le organizzazioni internazionali, questo la pancia del paese, la pancia americana non l'ha mai abbracciato, ancora oggi come ieri resta, ci servirà per capire anche Trump, resta estremamente sicura di doverlo dominare il mondo, la storia non è finita, che le capacità di un paese piuttosto che di un altro fanno la differenza e soprattutto la fanno con violenza. Però la fine della storia informa almeno a livello ideologico anche le decisioni americane degli anni 90, così interventi molto leggeri che colpiono gli americani negli anni 90 tra la Serbia piuttosto che in Somalia. in coso, sono interventi estremamente leggeri, di un paese che tende ad intervenire meno rispetto a come faceva negli anni della guerra fredda, ma sempre in contesti astrategici, cioè semplicemente in una forma di quello che noi definiamo imperialismo. imperialismo, ma qui dobbiamo distinguere, e questo ci serve invece per capire Obama, tra un approccio imperialistico ed un approccio imperiale, che sono due cose molto diverse. Obama è un signore molto imperiale ma non imperialistico, George W. Bush, capiremo perché, è un signore molto imperialistico ma per niente imperiale.
Un atteggiamento imperiale, un imperio, te ne viene soltanto quando i suoi interessi strategici sono in ballo, nessun altro caso, mai, non per innestare democrazia in contesti esotici, non per ragioni morali. morali, non per prevenire genocidi, mai, nessun altro caso. I romani intervenivano soltanto per regioni strategiche, i britannici anche.
C'è un impero compiuto maturo, ovviamente come vedete la dimensione morale non c'è in questi calcoli, ma un impero compiuto interviene soltanto per regioni strategiche. L'approccio imperialistico è intervenire soltanto perché si può, dipendentemente dalla sua dimensione strategica, cioè io intervengo perché ne ho le capacità e tanto ciò che succede comunque non scalfisce la mia egemonia. Questo è esattamente ciò che accade dopo l'11 settembre. Gli anni 90 che scorrono placidi in questa forma di fine della storia che in realtà genera la globalizzazione, cioè l'impero americano assoluto, alla fine degli anni 90, quindi primi anni 2000, anni 2001, per l'esattezza c'è forse l'evento più sopravvalutato degli ultimi anni che è l'11 settembre, non si è mai capito perché il mondo non dovesse essere più lo stesso.
Un attentato terroristico ha chiaramente che uccidere 3.000 persone è una dimensione talmente drammatica che non è mai stata fatta. che riesce a suggestionare, ci mancherebbe che non lo facesse, ma da un punto di vista estremamente strategico non si capisce perché dovesse avere qualsiasi rilevanza, tantomeno una grande rilevanza. Normalmente, visto che prima abbiamo citato una forma di grammatica geopolitica, ad un attentato terroristico si può rispondere in due maniere, o con un'operazione di polizia... Poi, parallelamente a questa, anche ad un'altra di dimensione sociologica, che però in quel caso non pertiene agli Stati Uniti perché gli attentatori non erano americani, né tantomeno cittadini di adozione, mentre è il caso attuale dell'Europa negli attentati terroristici. oppure si decide come è possibile che ci sia dietro uno stato vero, reale, compiuto e si attacca allo stato reale in questione.
Gli americani scelgono una via mediana, un po'l'uno un po'l'altro. Quindi arriviamo all'11 settembre con i saluti. Stati Uniti soli di fatto al mondo, peraltro gli americani come tutte le grandi potenze hanno molto paura di stare soli, cioè è molto meglio avere un nemico dichiarato, specialmente come capitava durante la guerra fredda del tutto simmetrico in cui io facevo uno, lui faceva uno, poi due, due, è come giocare al computer, cioè diventa molto più semplice, quando sei solo è tutto più complicato, quindi si trovano da soli a dover rispondere ad un attentato terroristico che ha uno straordinario potere di suggestione sugli americani e quindi riverbero anche sul mondo, arriva fino a noi, il mondo non sarà più lo stesso, veramente hai di sentire. e oggi quelle cose sono clamorosamente irreali, ma per gli americani fu veramente uno shock, perché gli americani con estrema violenza si creano un'isola durante gli anni della fondazione, tra la fine del Settecento e tutto l'Ottocento, gli americani creano un'isola intorno a sé, cioè prima di tutto costruiscono il loro stato da una costa all'altra, il Canada è di fatto un paese che dipende dagli Stati Uniti, peraltro è un paese che ha la stessa cultura anglosassone, il Messico oggi...
poi ci arriveremo in futuro le cose per gli americani cambieranno, ma oggi non rappresento una minaccia. Quindi vedersi arrivare un nemico sul suolo americano è qualcosa di impensabile, molto più importante dell'attentato terroristico in sé, è la percezione di vulnerabilità alla quale noi siamo del tutto abituati. L'Italia è stata invasa nella sua storia decine e decine di volte, gli Stati Uniti una volta soltanto di fatto, quella a cui facevo riferimento all'inizio, per Arbor peraltro capita all'inizio. della seconda guerra mondiale ma non siamo nel territorio metropolitano quindi è ancora diverso sebbene il Giappone fosse una potenza reale a differenza di Al-Qaeda, però la percezione e la suggestione è diversa.
Ciò che in piena emotività nel caso post 11 settembre gli americani decidano di fare è appunto in forma mediana scegliere una strada che non sia né attaccare la potenza che immediatamente riconoscono come principale autore di quello che è capitato ovvero la rabbia saudita. vita né fare semplicemente un'operazione di polizia.