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Riflessioni sulla Prima Guerra Mondiale

Queste immagini di trincea ci riportano la memoria a cento anni fa, quando l'Italia combatteva la prima guerra mondiale contro l'Austria-Ungheria. Il teatro delle nostre battaglie furono le regioni del Friuli-Venezia-Giulia, del Trentino e del Veneto. Ma lo scacchiere del conflitto era molto più complesso.

Migliaia di chilometri di trincee segnavano il volto di tutta l'Europa e molte erano le nazioni coinvolte. Quindi, prima di entrare nel vivo dei combattimenti, e osservare da vicino la vita dei soldati, sarà bene fare un passo indietro. Dobbiamo capire come iniziò questa guerra, questa guerra terribile, che in quattro anni provocò milioni di morti e feriti, molti di più di qualsiasi conflitto precedente.

Da tempo in Europa c'erano molti punti di crisi. Il principale era il collasso dell'impero ottomano. al quale fra il 1908 e il 1913 furono strappati quasi tutti i territori nei Balcani. Anche l'impero asburgico era debole. Ne facevano parte tante nazionalità diverse, che aspiravano all'autonomia e in qualche caso all'indipendenza.

Nel frattempo, tutte le potenze europee avevano iniziato una pericolosa corsa agli armamenti. e si erano aggregate in due alleanze politico-militari contrapposte. La Triplice Alleanza Germania, Austria, Italia e la Triplice Intesa Gran Bretagna, Francia, Russia. Ma ecco la scintilla della guerra. Il 28 giugno 1914, un giovane nazionalista serbo uccide a Sarajevo, in Bosnia, l'erede al trono dell'impero austro-ungarico.

Dopo l'attentato di Sarajevo, l'Austria si assicurò l'appoggio della Germania e dichiarò guerra alla Serbia. Ma ben presto il meccanismo delle alleanze si mise in moto. e la catena delle dichiarazioni di guerra rapidamente allargò il conflitto. La Germania prese l'iniziativa e invase il Belgio neutrale per aggredire la Francia.

A quel punto Francia, Gran Bretagna e Russia entrarono in guerra contro la Germania e l'Austria-Ungheria. Ma ben presto l'avanzata tedesca in Francia fu arrestata e la guerra di movimento si trasformò in una sanguinosa guerra di posizione. L'artiglieria pesante bombardava senza tregua i fanti rintanati nelle trincee e nelle fortificazioni.

mentre gli assalti si infrangevano contro le raffiche delle mitragliatrici. Milioni di soldati morirono in queste inutili battaglie. Gli imperi centrali, Austria e Germania, si trovarono quindi a combattere una difficile guerra due fronti praticamente fermi, uno nell'Europa occidentale e uno in quella orientale.

Molti pensavano che l'apertura di un terzo fronte a sud sarebbe stata decisiva, ma l'Italia, pur facendo parte della triplice alleanza, fin dal 1914 si era dichiarata neutrale. La politica del nostro paese cambiò solo nel 1915 e Lucia ci racconta il perché. Sì Oscar, in Italia le forze politiche erano divise fra i neutralisti che non volevano la guerra e gli interventisti che volevano invece fare dell'Italia una grande potenza e strappare il Trentino e la Venezia Giulia agli austriaci.

per completare l'unificazione nazionale. Ecco perché alla fine nel 1915 l'Italia entrò in guerra non a favore ma contro l'Austria e la Germania. Ora mi trovo sull'alto piano del Carso.

in provincia di Gorizia. Proprio qui l'esercito italiano e quello austriaco si fronteggiavano a poche centinaia di metri l'uno dall'altro ed è ancora possibile percorrere i camminamenti utilizzati dai soldati durante la guerra. Venite! Immaginatevi la vita qui, nel caldo dell'estate, nel gelo dell'inverno, i soldati ammassati in pochissimo spazio e sempre esposti al pericolo delle artiglierie nemiche. Guardate, questa impronta è stata lasciata sul cemento fresco da un soldato.

Si possono distinguere chiaramente le chiodature tipiche degli scarponi da montagna utilizzati dalla fanteria che operava. ...sull'altopiano del Carso. Ora mi sono spostata al cosiddetto trincerone italiano, una grande linea difensiva voluta dal generale Luigi Cadorna.

Guardate, questa era la postazione di una mitragliatrice, mentre queste erano le feritoie da cui sparavano i fucilieri. Sapete che cosa c'era qui, dove restano solo questi ruderi? Beh, questo era un ospedale militare, che serviva ad accogliere i feriti più gravi dalla prima linea.

Entriamo! Guardate com'è piccolo. Immaginate in quali condizioni dovevano operare i medici.

Dopo gli assalti, i feriti giungevano qui a decine e molti dovevano essere amputati. Questa era la sala operatoria. e questo pozzetto serviva per far scorrere il sangue fuori dall'edificio.

Ah, un'ultima cosa. I medici che hanno prestato servizio qui hanno condiviso con i soldati esperienze che li hanno segnati per tutta la vita. Per questo, prima di abbandonare il campo, ognuno di loro ha inciso il suo nome qui, su questo muro. I luoghi che Lucia ci ha mostrato testimoniano uno dei momenti più tragici della nostra umanità. D'altronde, l'industria metteva a disposizione armamenti potentissimi e in grande quantità, cannoni sommergibili.

i primi carri armati, i gas velenosi e infine gli aerei, anche se in quegli anni non venivano ancora utilizzati per i bombardamenti. Durante la guerra, col passare dei mesi, i civili di tutte le nazioni cominciarono a patire miseria e fame perché tutte le risorse erano destinate allo sforzo bellico. Sembrava la fine del mondo, sembrava che quel conflitto non dovesse finire mai, finché non arrivò il 1917, l'anno decisivo. Il 1917 fu l'anno decisivo per le sorti della guerra.

In febbraio una rivoluzione scoppiò in Russia e nell'ottobre i comunisti presero il potere con le armi. Ben presto il nuovo governo portò la Russia fuori dal conflitto. In aprile gli Stati Uniti entrarono in guerra a fianco dell'Intesa, che da quel momento ebbe una superiorità di mezzi decisiva.

La vittoria era solo una questione di tempo. In ottobre l'esercito italiano subì una disastrosa sconfitta a Caporetto e dovette ritirarsi per molti chilometri. Ma sul fiume Piave e al monte Grappa riuscì a bloccare l'avanzata nemica.

L'ingresso in guerra degli americani, insieme al coinvolgimento di tutte le colonie dell'impero inglese, fece del conflitto una vera guerra mondiale, la prima. Chi vi prese parte, però, la ricordò come la Grande Guerra. Eccoci all'epilogo.

Nel novembre del 1918 l'intesa, grazie all'appoggio degli americani e alla crisi degli austro-tedeschi, riuscì a costringere gli imperi centrali alla resa. I tre imperi, quello tedesco, quello austriaco e quello ottomano, crollarono e furono sostituiti da repubbliche. L'Europa era ridotta a un cumulo di macerie, macerie materiali e morali. Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro, di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto, ma nel cuore nessuna croce manca, è il mio cuore il paese più straziato.