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Visita e Storia della Cappella Sistina

Ciao a tutti! Mettetevi comodi, oggi vi porto a visitare la Cappella Sistina. È la cappella privata del Papa e dal 1870 è il luogo dove avviene il conclave, cioè la riunione in cui i cardinali elettori del collegio cardinalizio eleggono un nuovo pontefice. Cum clave vuol dire appunto chiuso a chiave, perché i cardinali si chiudono qui dentro finché l'elezione non è avvenuta. Una volta eletto, il Papa viene condotto nella camera lacrimatoria. Una cappella che si trova a sinistra dell'altare sotto il giudizio universale ed è chiamata così perché il nuovo Papa, in genere, scoppia in lacrime per l'emozione della nomina. Nota originariamente come Cappella Magna e dedicata a Maria Assunta in cielo, prende il nome da Papa Sisto IV, che ne ordinò il restauro tra il 1475 e il 1481. Qualche anno dopo, nel 1504, Papa Giulio II decise di rifare le decorazioni all'interno della cappella. cappella, deteriorate da motivi di stabilità. Una lunga crepa si aprì nella volta e allora Bramante, architetto di palazzo, provò a tamponare la situazione. Ma i danni dovevano essere tali da convincere il pontefice ad affidare il lavoro di decorazione a Michelangelo. Una curiosità, pare che fosse stato proprio Bramante a suggerire Michelangelo per metterlo in difficoltà, in quanto questi era scultore e dipingere non gli piaceva affatto. Mi sa che poi alla fine non gli è andata male, che dite? L'artista? Sottoscrisse inizialmente un contratto che prevedeva la realizzazione di 12 apostoli nei pennacchi e nel resto motivi ornamentali. Successivamente lo stesso Buonarroti, il quale riteneva il progetto Cosa Povera, prese un nuovo incarico dal Papa che lasciava all'artista la piena ideazione del programma. Entro una possente architettura dipinta, Michelangelo pose nove storie centrali, raffiguranti episodi della Genesi, con ai lati figure di ignudi, sostenenti medaglioni con scene tratte dal Libro dei Re. Alla base della struttura architettonica, dodici veggenti, cioè profeti e sibille, sedono su troni monumentali a cui si contrappongono più in basso gli antenati di Cristo, raffigurati nelle vele e nelle lunette. Infine, nei quattro pennacchi angolari, l'artista rappresentò alcuni episodi della miracolosa salvazione del popolo di Israele. Michelangelo non è l'unico artista di fama ad aver lavorato nella Cappella Sistina. Sisto IV incaricò degli affreschi alle pareti altri pittori di spicco, come Sandro Botticelli, Domenico Chirlandaio e Pietro Perugino. Parliamo di misure. La volta della Cappella Sistina è lunga 40 metri e larga più o meno 13, ha le stesse dimensioni del Tempio di Salomone per come è descritto nell'Antico Testamento. Michelangelo, abbiamo detto, era la prima volta che si cimentava con l'affresco, con il quale agli inizi ha avuto non pochi problemi, chiamandolo lavoro ma... e disperato. Quanto ci ha messo? Più di quattro anni, da luglio 1508 a ottobre 1512. L'inizio dei lavori fu molto lento, ha dovuto imparare tecniche per lui sconosciute fino a quel momento e ha dovuto imparare i segreti della prospettiva, ancora più difficile da realizzare trattandosi di una superficie curva. È vero che Michelangelo dipinse la cappella Sistina sdraiato sulla schiena? Non è vero. Lo ha fatto certo Neston nel film del 1965 Il tormento e l'estasi, ma era solo una trovata scenica. Il vero Michelangelo non ne aveva bisogno, perché aveva ideato un sistema di ponteggio che gli facilitò il lavoro. In pratica il ponteggio imitava la curvatura della volta. È pur vero però che Michelangelo spesso doveva dipingere sopra la testa piegandosi indietro. Una posizione senz'altro scomoda che gli provocò mal di schiena e di braccia. Michelangelo ha frescato la volta della Cappella Sistina tutto da solo? Sì e no. Il progetto e i bozzetti sono sicuramente suoi, ma aveva bisogno di molti assistenti, se non altro per mischiare le vernici e portarle su e giù dal ponteggio. Una curiosità. Michelangelo fu furbo nell'avvalersi dell'aiuto degli assistenti. Li assumeva e li licenziava spesso, così da farli avvicendare nel lavoro, in modo che nessuno di loro potesse rivendicare il merito di aver messo mano ad alcuna parte del soffitto della Cappella Sistina. Fino a Michelangelo, Dio era in genere rappresentato come una mano che indicava verso il basso attraverso le nubi. Nella Cappella Sistina si trova la prima riproduzione di Dio raffigurato con un corpo muscoloso e con il viso incorniciato da una lunga barba bianca, simile al dio greco Giove. Nel 1990, il dottor Franklin Meshberger ha scritto sulla rivista dell'Associazione Medica Nordamericana che le figure e le ombre, rappresentate dietro le vesti di Dio e degli angeli, apparivano come una giusta rappresentazione del cervello umano. A suo avviso questo sarebbe stato il modo di Michelangelo di simboleggiare il passato dell'intelligenza all'uomo da parte di Dio. Il giudizio universale è dipinto in modo da inclinarsi leggermente sullo spettatore nella sua parte alta ed è pensato così perché l'affresco infonda timore e rispetto per il potere di Dio. La grandiosa composizione si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, colto nell'attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del giudizio. Il suo gesto, imperioso e pagato, Sembra al tempo stesso richiamare l'attenzione e placare l'agitazione circostante. Esso dà l'avvio ad un ampio e lento movimento rotatorio in cui sono coinvolte tutte le figure. Sembra un direttore d'orchestra un attimo prima del concerto. Siamo di fronte alla rappresentazione di un Cristo sconosciuto in cui sono scomparse la bontà e la misericordia lasciando il passo al Cristo giustiziere. Accanto a Cristo è la Vergine, che guarda altrove in un gesto di rassegnazione. Non può più intervenire nella decisione, ma solo attendere l'esito del giudizio. Anche i Santi e gli eletti, disposti intorno a loro, attendono con ansia di conoscere il verdetto. Alcuni sono facilmente riconoscibili. San Pietro con le chiavi, San Lorenzo con la graticola, San Bartolomeo con la propria pelle, in cui si riconosce l'autoritratto di Michelangelo. Santa Caterina d'Alessandria con la ruota dentata, San Sebastiano inginocchiato con le frecce in mano. Nella fascia sottostante, al centro, gli angeli dell'Apocalisse risvegliano i morti al suono delle lunghe trombe. A sinistra, i risorti in ascesa verso il cielo recuperano i corpi. A destra, angeli e demoni fanno a gara per precipitare i dannati nell'inferno. Infine, in basso, Caronte, a colpi di remo, insieme ai demoni, fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione per condurli davanti al giudice infernale Minosse. È evidente in questa parte il riferimento all'inferno della Divina Commedia di Dante Lichieri. Assieme agli elogi, il giudizio suscitò tre contemporanee e violente reazioni. Il maestro di cerimonie del Papa, Viaggio da Cesena, disse che era cosa disonestissima, in un luogo tanto onorato, avervi fatto tanti ignudi che disonestamente mostrano le loro vergogne e che non era opera da cappella del Papa, ma da stufe e osterie. Questo lo riporta il Vasari. Michelangelo, per tutta risposta, lo rappresentò nell'affresco come Minosse, il giudice dell'inferno. Si dice che quando Biagio da Cesena se ne lamentò con il Papa, il Pontefice rispose che la sua giurisdizione non includeva l'Inferno, per cui il ritratto sarebbe stato lasciato dov'era. Le polemiche portarono nel 1564 alla decisione di far coprire alcune delle figure del giudizio ritenute uscene. L'incarico di dipingere le cosiddette Braghe Fu data a Daniele da Volterra, da allora noto come il Braghettone. Quest'artista, che tra l'altro era un allievo ammiratore di Michelangelo, rivestì le nudità con dei panni svolazzanti, fortunatamente con la tecnica della tempera a secco, che lasciò intatto l'affresco originale al di sotto. Solo la coppia San Biagio e Santa Caterina furono scalpellate e rifatti. perché la loro posizione ricordava una copula. Le braghe di Daniele furono solo le prime, altre infatti se ne aggiunsero nei secoli successivi. Fortunatamente nel 1994 l'affresco, foscato da secoli di fumo di candele, venne interamente restaurato e vennero tolte quasi tutte le braghe, a parte quelle risalenti al Cinquecento, come testimonianza della controriforma. Queste sono solo alcune delle innumerevoli curiosità sulla Cappella Sistina, che vi invito a visitare personalmente non appena ne avrete la possibilità. Un abbraccio, alla prossima, ciao!