Eccoci, buonasera. A quanto pare a Riyadh è stato raggiunto l'accordo, un'intesa di massima indiretta tra russi e ucraini, perché non si parano le due delegazioni e triangolano solo attraverso la mediazione americana, ma l'accordo, l'intesa sarebbe di 30 giorni in cui la guerra prosegue, perché questa è la sostanza, ma non ci saranno più presi di mira obiettivi. come quelli energetici, le infrastrutture energetiche e non ci saranno ostilità nel Mar Nero.
È qualcosa, ma certo non è ciò che può bloccare la guerra. È un elemento però che può permettere alla Casa Bianca di dire abbiamo già ottenuto un risultato. Casa Bianca che come si sa, ve ne parlavamo ieri sera, si era saputo da poco, è stata squassata. Da quelle rivelazioni di un giornalista, il direttore di The Atlantic, che inopinatamente era stato inserito in una chat segretissima attraverso il social signal in cui il vicepresidente degli Stati Uniti, il segretario alla difesa, il consigliere per la sicurezza nazionale e altre figure importanti dell'amministrazione Trump stavano pianificando e hanno deciso modi e tempi del bombardamento nei confronti delle postazioni.
degli UTI in Yemen. Uno scandalo vero e proprio, un caso al di là di tutto vero e proprio clamoroso di divulgazione di qualcosa che doveva essere assolutamente segreto. Stupefacente è il tentativo della Casa Bianca di dire che non è stato rivelato alcun segreto, ma il giornalista è testimone diretto e ha evidentemente con sé le prove di quello che ha rivelato e non soltanto. Al di là di questo c'è ciò che emerge, ve l'avevamo fatto già notare ieri dalla chat, una disprezzo sottovalutazione del ruolo dell'Europa, che ha avuto evidentemente reazioni nel nostro continente.
In cui peraltro, per stare alla scena italiana, continua il braccio di ferro a distanza, mascherato in realtà da ottimi rapporti, è il caso di dire, diplomatici, tra Tajani e Salvini. In una giornata dove ci sono, e ve ne daremo conto, altre piccole tensioni, dove c'è un colpo di scena nel caso Santanché, che ha cambiato uno dei legali e che probabilmente allungherà i tempi della decisione sul suo eventuale rinvio a giudizio. E il Governo ha anche trovato il modo di ovviare a quello che ieri era stato denunciato dai sindacati come qualcosa di incongruo e soprattutto...
di costoso per le persone che attraverso l'IRPEF pagano ciò che dovrebbe essere dovuto e anche di più come acconto se non interverrà qualcosa di nuovo. Il governo in realtà è corso ai ripari e promette di rimettere le cose a posto. Parleremo del fatto che in Medio Oriente ciò che vi abbiamo detto ieri in tempo reale si è a quanto pare almeno in parte... artesanato, malmenato e poi arrestato. Il regista Ballar, vincitore del premio Oscar per il documentario fatto insieme a un pacifista israeliano, era stato preso di mira da coloni ebraici in Cisgiordania, era stato poi fermato dalla polizia israeliana ed è stato liberato oggi.
Ma ci sono altre novità ovviamente da quel conflitto. Come vedremo... Ci sono anche, purtroppo, i dati, le notizie di tre morti sul lavoro nella stessa giornata.
E ci sono due esiti processuali. Uno definitivo. Olindo e Rosa sono i responsabili. La Cassazione ha tolto anche l'ultima speranza.
Chi cercava di rifare il processo di Erba ed è stato anche condannato all'ergastolo, quel calderon indicato come l'assassino di Diabolio. quel Piscicelli che è stato ucciso in un parco di Roma ed era una figura chiave della malavita romana. Ma chiuderemo con una bellissima notizia perché Federica Brignone, già trionfatirice della stragione e vincitrice della Coppa del Mondo Femminile, ha vinto anche una delle coppe di specialità, come vedremo proprio nell'ultima pagina del giornale.
Questo è altro un minuto. Buonasera, passi avanti in quello strano negoziato triangolare a Riyadh, gli Stati Uniti che incontrano gli ucraini e poi incontrano i russi. Ne viene un minimo comune multiplo, diciamo che il sì di tutte le parti ha una sorta di tregua per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, non soltanto le centrali ma anche i... punti di passaggio ovviamente pipeline di petrolio e anche tutto ciò che ha a che fare con il settore energetico, non solo ma anche la guerra sul Mar Nero, questo favorisce tra l'altro la possibilità di riprendere il commercio navale verso sud anche per i russi che avrebbero una sorta di via libera tacito da parte degli Stati Uniti. Questo sembra quello che si è ottenuto.
Questo non vuol dire che ci sia una tregua. La guerra continua, meno queste cose. Accordi presi, altri da discutere, altri non affrontati.
Dalla maratona negoziale di Riyadh cominciano ad emergere i risultati dei colloqui separati tra la delegazione americana e quelle ucraine e russe. Non c'è una data per il cessato del fuoco. Donald Trump sperava di ottenerla entro il 20 aprile. Non c'è lo stop ai bombardamenti russi.
Non si è discusso dei territori occupati. Russia, Ucraina e Stati Uniti concordano però nel garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Nero, nello stop agli attacchi alle infrastrutture energetiche, nella presenza di paesi terzi a garanzia. Sulle navi commerciali nel Mar Nero c'è un via libera per ora a metà.
Chi fa ha accettato, mentre Mosca lo subordina alla revoca delle sanzioni ai cereali e fertilizzanti, alla banca agricola, al suo ritorno nel sistema di pagamenti internazionali SWIFT. Nel Mar Nero non transiteranno navi militari e questo riguarda più Mosca che Kiev, che non ha una flotta, mentre quella russa, decimata dai droni marittimi ucraini, ha lasciato Sebastopoli per ripararsi a destra, al Novorossiysk. Per controllare ci saranno paesi terzi, come la Turchia, che già fu garante del primo accordo sul grano con le Nazioni Unite. Se i russi dovessero violare questo accordo, ha detto Zelensky, chiederemo al Presidente Trump di imporre nuove sanzioni e di fornirci altre armi.
Un pop di 30 giorni degli attacchi alle infrastrutture energetiche. Ci sarà ancora da discutere tra Mosca e Washington. Il consigliere americano Waltz dovrebbe avere già da oggi un colloquio con il Cremlino.
Sul resto c'è ancora tutto da fare. Washington si è impegnata a rimanere accanto a Kiev per lo scambio dei prigionieri, il rilascio dei civili e dei bambini rapiti dai russi. Dariad dunque arriva a un inizio, mentre sulle città ogni notte piovono missili e droni.
Ieri sono state colpite Kharkiv e Sumy, entrambe vicino al confine. oltre il quale gli ucraini continuano a centrare le postazioni militari come quella nel Kursk, dove sono stati uccisi 30 soldati di Mosca. Kiev avrebbe anche usato per la seconda volta il missile a lungo raggio Long Neptune, lanciato su una base militare in Crimea. Il nuovo modello, sviluppato dagli ucraini, era già stato utilizzato la scorsa settimana contro una raffineria a Tuapse.
Questo per quanto riguarda la trattativa, ma sui rapporti... tra gli Stati Uniti e le guerre e c'è da segnalare il clamoroso autogol, così è stato definito, da parte dello Stato Maggiore di Trump con quella chat attivata per stabilire tempi e modi dell'attacco nei confronti degli Houthi dello Yemen che, come si sa, sono quei guerriglieri islamici filo-palestinesi che colpiscono le navi mercantili che transitano dalla zona per andare... nel Mar Rosso e sono navi in qualche modo legate a paesi che hanno interessi in comune con Israele.
Poi quell'attacco ci fu, ma quella chat in cui si parlava di questa azione da programmare, questa azione veniva programmata proprio attraverso i messaggi incrociati tra Vance Exet, che è il segretario della difesa, Wolf, che è il consigliere per la sicurezza nazionale e tanti altri. aveva un convitato in più, che era il direttore di un giornale, era un giornalista, che poi ha raccontato tutto. Una falla clamorosa e che evidentemente adesso è oggetto di fortissime tensioni negli Stati Uniti stessi.
Finiscono davanti alla Commissione Servizi Segreti del Senato i leader dell'intelligence americana, il minimo sindacale per i protagonisti della discussione sui piani d'attacco contro gli uti, fatta sul social signal, una chat crittografata ma tutt'altro che sicura, e poi finita sulla rivista Atlantic dopo che il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz aveva per errore invitato un giornalista, Jeffrey Goldberg. Non abbiamo discusso nulla di segreto o confidenziale, si difendono il direttore dell'intelligence americana Tussi Gabbar e quello della CIA John Ratcliffe, ma non è assolutamente quello che è successo, tanto che lo stesso Goldberg spiega di essersi sentito obbligato, cercando di riportare per intero le conversazioni alle quali hanno partecipato il capo del Pentagono Exet, il consigliere per la sicurezza nazionale Waltz ed il vicepresidente Vance, più diversi funzionari di altissimo livello. di non divulgare le notizie tecniche sul piano di attacco, le forze messe in campo con tanto di progressione temporale. La vicenda è divenuta immediatamente parte dello scontro politico in America con i senatori democratici che chiedono la testa di Walsh e come minimo un'inchiesta dell'FBI, provando in questo modo a ritrovare una rilevanza che hanno perso, mentre il presidente, sul quale negli anni ogni scandalo è scivolato senza lasciare traccia, continua a dimostrare di sapere estendere questa sua capacità. anche agli uomini della sua squadra di governo.
Il capo dell'FBI, Kash Patel, voluto da Trump proprio per ridimensionare il bureau e portarlo sotto il pieno controllo della Casa Bianca, spiega che una futura inchiesta non è in programma e nel frattempo lancia una task force contro il terrorismo interno, indicando con questo termine chi dà fuoco alle Tesla. Trump, peraltro, ha già spazzato il campo sul futuro di Waltz. È un brav'uomo, ha detto alla NBC.
L'incidente gli insegnerà ad essere più cauto. Come dire, il presidente non ha alcuna intenzione di chiedere la sua testa. I membri del governo sono stati tutti scelti per l'approvata fedeltà ed è questo l'unico comandamento da non infrangere. Dalla chat inoltre viene fuori qualcos'altro che interessa direttamente gli europei.
Quello che veramente Donald Trump e di suoi pensano di noi. Patetici scrocconi, chiama gli europei il segretario alla difesa Exet. Non posso credere che siamo di nuovo noi a dovergli risolvere i problemi.
Rincara Vance parlando della protezione dei traffici nel Mar Rosso. Non sono voci isolate. Vance e Dexet sono i leader di un movimento popolare sempre più ampio per il quale il vecchio continente da troppo tempo ha fondato la sua prosperità sulle spalle degli americani ed ora deve cominciare a pagare.
E questo è un problema grosso che ci riguarda. Già in realtà Vance nel suo discorso, il suo esordio a Monaco di Baviera in quella... sulla sicurezza europea aveva parlato molto chiaramente in termini che non erano stati affatto accomodanti nei confronti dell'Europa, dell'Europa tradizionale, l'occasione in cui tra l'altro aveva chiaramente appoggiato sia quel Georgescu che poi è stato estromesso definitivamente dalla gara elettorale in Romania, sia alternative für Deutschland.
Questa volta nella chat parla in maniera molto dura. Odio dover salvare ancora una volta l'Europa. E gli rispondono un po' tutti. Tra cui il nostro ministro degli esteri, Tajani, che dice premesso che la parola odio non mi piace, non è il mio linguaggio, voglio ricordare a tutti che i nostri mercantili ce li proteggiamo da soli con la nostra marina mercantile che ha battuto diversi droni lanciati da aiuti contro di noi. Forse è appena arrivato Vance, magari non conosce quello che è successo prima.
ma siamo integrati in una serie di operazioni anche con Stati Uniti e Gran Bretagna. Lì c'è la marina militare italiana, i nostri mercantili ce li proteggiamo, non ce li proteggono altri e noi proteggiamo altri come altri proteggono noi. Questo per mettere i puntini sulle i con grande rispetto e senza odiare nessuno. Ha aggiunto Tagliani, peraltro, che l'Italia è alla guida della missione Aspides, che è una missione Aspides. che è una missione europea che secondo me è il primo passo verso la difesa europea.
Come dire, voi parlate ma qui dobbiamo far da soli, abbiamo capito e faremo da soli. Ma peraltro le questioni internazionali, le questioni dell'Europa che deve fare da sola sono anche, come si sa, l'oggetto della disputa tra lo stesso Tajani e l'altro vicepremiere italiano. Non mi sono sentito oggi con Salvini, ma mi pare che le parole di Salvini siano state chiare come le mie. I rapporti sono più che positivi.
Lavoriamo insieme al governo, poi siamo forze politiche diverse, questo sì. Avremmo fatto il partito unico, la legge. Lega è la Lega, Forza Italia è Forza Italia. Oggi tocca al vicepremier Forzista Tajani lucidare i rapporti all'interno della maggioranza.
Negando le tensioni con Salvini, non mi riferivo a lui, quando ho parlato di populisti quaraquacuà, spiega il ministro degli esteri, che nega l'irritazione per le fugue in avanti del leader leghista ansioso di diventare testimone all'italiano dell'amministrazione americana. attivissimo sulle relazioni con l'altra sponda dell'Atlantico, tra telefonate al vicepresidente Vence e sostegno ai satelliti di Musk. Anche se, per amor di verità, recita una nota della Lega, al momento non è in agenda alcun viaggio negli Stati Uniti del vicepremiere e quindi non è previsto alcun incontro con Elon Musk. Via dal tavolo un elemento divisivo, anche se restano a verbale, le dichiarazioni di Salvini anti-armi e anti-Europa. opposta a quella di Tajani che rilancia sulla appartenenza alla famiglia dei popolari nella plancia di comando a Bruxelles e l'ancoraggio europeo con la linea comune che ne deriva, fondamentale.
Distanze colmate nella forma, nessun vertice di maggioranza all'orizzonte perché non c'è niente da chiarire la linea ufficiale. Vietato aprire un vaso di Pandora, l'antivigilia del vertice dei volenterosi di Parigi. convocato da Macron giovedì sulla pace e sulla sicurezza in Ucraina, a cui parteciperà la Premier. Vero banco di prova per Meloni, finora in equilibrio tra Bruxelles e Washington. Scettica sulle fughe in avanti dell'asse Macron-Starmair, finora ha cercato di prendere tempo nel tentativo di evitare strappi con l'amministrazione americana.
Perciò su quell'appuntamento e sui posizionamenti ufficiali che ne deriveranno, gli occhi sono puntati. In certezze che alimentano nervosismo e scintille, clima nel quale i decibel... facilmente si alzano tra leati e non solo.
Nel tentativo di spostare il mirino fuori dai propri confini, da giorni esponenti della maggioranza puntano il dito su Romano Prodi. Per la sua reazione brusca, la domanda di una giornalista qualche giorno fa su Ventotene, duramente criticato dalla destra, che tira in ballo Schlein, che non si sarebbe pronunciata. A sinistra invece il dito è puntato su Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia. Finché c'è questo pezzo di M...
Non parlo, ha detto riferendosi a Giacomo Salvini, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha pubblicato il libro sulle chat interne del partito della Premier. Parole intimidatorie da Donzelli, violenza verbale inaudita, attaccano le opposizioni solidarizzando con il giornalista. Sì, premesso che non è che i giornalisti hanno sempre ragione, in questi due casi è abbastanza evidente che sia Davini Aurefici sia Giacomo Salvini sono in qualche modo vittime di trattamenti non ortodossi, non sono casi epocali, non è successo nulla di irreparabile, però questo dà il senso di una fortissima tensione, peraltro su cose...
non paragonabili con l'importanza di ciò che abbiamo appena visto sin dall'inizio del telegiornale. Il fatto è che la politica vive una strettoia, come abbiamo ben capito, e c'è un altro aspetto che lo testimonia, quello che sta succedendo per il caso Sant'Anchea. Una mossa difensiva a sorpresa che sembra poco gradita dai compagni di partito. In vista dell'udienza preliminare domani a Milano in cui il giudice deve decidere se mandare a processo Daniela Santanchè per il reato di truffa all'Inps, la ministra del turismo ha iniziato a dire che la giudice deve decidere se mandare a processo Daniela Santanchè per il reato di truffa all'Inps. ha inaspettatamente cambiato uno dei due legali del collegio difensivo.
Uscito l'avvocato Salvatore Sanzo e entrato Salvatore Pino, avvocato storico di Medeset. Il nuovo legale ha presentato istanza di rinvio per due motivi. Non conosce gli atti del processo e poi mancava il secondo collega impegnato in un altro dibattimento. Il GUP deciderà domani e la procura potrebbe presentare opposizione.
C'è poi un altro cavillo. Il giudice tra un mese cambierà ufficio. Il presidente del Tribunale di Milano entro fine mese deciderà se chiamare un nuovo giudice.
È il processo dove la procura contesta a visita. Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, di cui Daniele Santanchè è stato al presidente dal 2016, di aver messo 13 dipendenti in cassa integrazione e in deroga Covid a zero ore, mentre questi comunque continuavano a lavorare, ricevendo visibilia dall'Inps tra maggio 2020 e febbraio 2022 126 mila euro di fondi. Proprio perché c'è di mezzo lo Stato è il processo più insidioso per la ministra, con tanto di mozione e di sfiducia presentata dai 5 Stelle e poi respinta, e le opposizioni scatenate contro di lei, che aveva detto di voler valutare un passo indietro nel caso di rinvio a giudizio. giudizio.
I suoi avvocati avevano fatto ricorso in Cassazione per spostare il processo a Roma, ma la decisione dell'Alta Corte di tenerlo a Milano aveva intensificato la pressione politica nei suoi confronti. In più Santanchè è già a processo per falso in bilancio e sotto inchiesta per bancarotta. La mossa dell'avvocato ora sembra un modo per prendere tempo, ma la linea del partito sembra chiara. Come ha detto lei stessa, in caso di processo dovrebbe lasciare la carica, ha detto oggi il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio, Galeazzo Bignami. Posizione sposata anche dal responsabile organizzativo del partito, Giovanni Donzelli.
Ieri vi abbiamo parlato di quella questione che riguardava l'IRPEF e che aveva messo in difficoltà il governo per una denuncia, per un'indicazione da parte dei sindacati, che era evidentemente corretta, visto che il governo appunto ha aggiustato il tiro. Dopo giorni di polemiche, oggi il governo ammette l'errore. Se calcolato con le vecchie aliquote più elevate delle attuali, l'acconto dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, IRPEF, danneggerebbe i contribuenti. L'esecutivo dunque promette di intervenire anche sulla normativa per consentire l'applicazione delle tre aliquote 2025, proprio per determinare tale acconto.
Siamo soddisfatti di aver difeso le persone che rappresentiamo, inducendo il governo a rivedere una norma profondamente ingiusta, fanno sapere i vertici di CGL e del Consorzio Nazionale CAF-CGL. Se alle parole seguiranno i fatti, scrivono poi in una nota, i salari e le pensioni di milioni di cittadine e cittadini, già pesantemente colpiti dall'alta inflazione cumulata in questi anni, e poi... non soberanno ulteriori riduzioni.
Ma facciamo un passo indietro. In principio era il decreto legislativo 216 del 30 dicembre 2023. In vigore dal giorno successivo, il provvedimento aveva ridotto da 4 a 3 gli scaglioni dell'IRPEF. Delle 4 aliquote, 23, 25, 35 e 43%, ne sarebbero rimaste 3, grazie al passaggio dal 25 al 23% per i redditi tra i 15.000 e i 28.000 euro annui. e aveva previsto l'aumento delle detrazioni da 1.880 a 1.950 euro per i redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro.
Fin qui, tutte buone notizie, se non fosse che l'articolo di quel decreto avesse previsto il ricalcolo delle dichiarazioni dei redditi con le vecchie aliquote e detrazioni per il 2024 e il 2025. per determinare se il contribuente fosse in debito verso il fisco e quindi dovesse versargli un acconto. Con l'avvicinarsi del periodo dell'anno in cui l'Agenzia delle Entrate dà il via ai calcoli dell'IRPEF, la CGL ha denunciato come l'impatto della riforma fiscale sulle tasche dei lavoratori, in alcuni casi, a zeri del tutto il risparmio legato alla sforbiciata dell'aliquota dal 25 al 23%. Costata 4 miliardi e 300 milioni, la misura, secondo il Ministero dell'Economia, avrebbe prodotto tale conseguenza solo sui lavoratori dipendenti titolari di altri redditi.
Ma per il sindacato, a subire l'azzeramento di tale vantaggio, sarebbero stati pure gli autonomi e i pensionati, anche senza altre entrate. Riconosciuto l'errore, ora il Ministero dell'Economia si dice pronto a intervenire. Torniamo all'estero perché c'è un fatto nuovo molto importante nella guerra di Gaza.
Perché? Proprio a Gaza, lo stiamo per vedere insieme, ci sono state manifestazioni con centinaia di persone scese in strada. Dovremmo sentire anche l'audio. e a protestare contro Hamas e a chiedere la fine della guerra.
Vogliamo mangiare, la voce che si sente di più. Ma c'è una protesta, come vedete, disarmata e tutta fatta di popolo, come si dice in questi casi, di persone che chiedono di poter avere da mangiare, da bere tutto ciò di cui hanno bisogno e di cacciare Hamas. Su questo, sulla scia di queste clamorose manifestazioni? C'è una presa di posizione del presidente dell'autorità nazionale palestinese Abu Mazen che dice che le manifestazioni nella striscia di Gaza sono un grido dei residenti contro le politiche di Hamas. Dobbiamo concentrarci sulla rimozione di Hamas dal potere, suggerisco all'organizzazione di ascoltare il popolo palestinese a Gaza.
Queste manifestazioni nella zona di Jabalia. e ho anche a Beit Laia nel nord della striscia sono un fatto nuovo, evidentemente importante. Ma ovviamente stiamo parlando di una guerra in cui ci sono stati mesi e mesi di bombardamenti israeliani sulla striscia dopo quello che è successo il 7 ottobre del 2023, il massacro di migliaia di ebrei israeliani.
Però c'è stato un... E poi un conflitto che ha portato a 50.000 vittime tra la popolazione palestinese. E l'episodio poi di ieri che vi abbiamo dato in tempo reale, mentre arrivavano le prime notizie, che si è risolto oggi. Hamdan Balal esce malconcio e zoppicando dalla stazione di polizia di Kiriat Arba all'insediamento proprio di fronte a Hebron dove vive il falco Benvir. Balal è il regista premio Oscar per il documentario No Other Land e il suo racconto è la sceneggiatura di una giornata terribile.
Prima l'aggressione e il risero dei coloni a Soussia, il suo villaggio nei territori occupati, poi sono stati soldati a farlo scendere dall'ambulanza per portarlo alla stazione di polizia dove è rimasto bendato per tutto. tutta la notte steso per terra senza essere curato. Il suo arresto ha sollevato l'indignazione internazionale, ma questa in Cisgiordania è realtà quotidiana e sempre più dura.
Un quadro di guerra senza uno spiraglio di tregua. Si congratulano il Premier Netanyahu e il ministro amico ritrovato Smotrich. Il voto al Parlamento israeliano di oggi sul bilancio dello Stato, 156 miliardi in euro con un aumento per le spese militari.
è stato approvato, ma in aula ecco i cartelli con il numero 59, quello degli ostaggi ancora a casa, è fuori, protesta e viene fermato come sempre chi chiede almeno un cessate il fuoco. Ancora una volta il presidente Isaac Herzog si è detto scioccato dal fatto che la questione degli ostaggi non sia più in cima alla lista delle priorità, con un governo occupato a far fuori il capo dei servizi segreti interni, lo scomodo Ronenbar, ma l'altrima. Alta Corte oggi ha congelato per ora il suo licenziamento.
Non ascolta appelli e proteste il ministro della difesa Katz. Il nostro obiettivo è riportare a casa tutti gli ostaggi. Se Hamas continua a rifiutarsi pagherà in termini di territorio che verrà preso, agenti e infrastrutture che verranno eliminate.
Uno scenario che sembra confermare quello filtrato oggi dal Financial Times. Times, operazione di terra a Gaza con la popolazione spinta a stabilirsi lungo la costa e il controllo sulla striscia dell'esercito israeliano con una presenza di 40.000 uomini. Ma già la pressione sulla striscia è insostenibile, 14 morti nei bombardamenti notturni e questa mattina viene colpito così questo edificio a Rafah con l'esercito israeliano che poi ho dovuto ammettere di non essere stato a conoscenza che proprio lì operava la Croce russa.
E dal nord della striscia arrivano le immagini di questa protesta contro la prosecuzione della guerra. Una bandiera bianca, si sarebbero sentite grida come fuori Hamas, che poi ha cercato di disperdere la folla e questi bambini hanno mostrato un cartello con la scritta «Il nostro sangue non è a buon mercato». Torniamo in Italia, purtroppo una giornata nera su una questione che resta gravissima nel nostro paese, quella degli incidenti sul lavoro.
Ce ne sono stati tre. Di mortali, stamattina un operaio di 50 anni è morto a Sant'Antonio Abate, nel Napoletano, è rimasto incastrato nel nastro trasportatore di una azienda di smaltimento rifiuti. Un altro operaio è stato investito e ucciso da un tir sulla autostrada del Sole, nei pressi di Orvieto. La vittima, dipendente di una ditta di manutenzione stradale, era al lavoro in un caltiere che era regolarmente segnalato.
Nella notte scorsa passata a Maniago, vicino a Pordenone, un giovane di 22 anni è morto lavorando a un macchinario che stampava ingranaggi. L'incidente è avvenuto in una fabbrica specializzata nella lavorazione dell'acciaio a caldo. E ora andiamo a una sentenza che è definitiva della Cassazione su una delle grandi vicende che hanno... agitato l'opinione pubblica e che sono state seguite sin da quando quella notte terribile a Erba, in Lombardia, venne sterminata una famiglia.
A scrivere la parola fine ad una vicenda durata oltre 18 anni è stata questo pomeriggio la quinta sezione penale della Corte di Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo per la strage di Erba in cui la sera dell'11 dicembre 2006 furono uccisi in casa Raffaella Castagna, il figlio di due anni, Youssef, la nonna materna e una vicina, testimone della strage. Olindo e Rosa abitavano nello stesso palazzo delle vittime e mal sopportavano quella famiglia considerata rumorosa con cui avevano in corso una causa civile.
Nei giorni immediatamente successivi il principale sospettato della strage era stato il padre del bambino, Azuz Marzuk, di cui si erano perse le tracce. I difensori della coppia chiedevano di annullare la decisione dei giudici della Corte d'Appello di Brescia che a luglio dello scorso anno avevano respinto l'istanza di revisione del processo. che ha portato alla condanna al carcere a vita i due coniugi.
I giudici hanno in sostanza accolto la richiesta di rigetto avanzata dal procuratore generale della Corte di Cassazione, Giulio Monferini. Secondo il rappresentante dell'accusa, quelle indicate dalla difesa come prove nuove sarebbero in realtà mere congetture astratte, in nessun modo utili a smontare i pilastri delle motivazioni che hanno portato alla definitiva condanna di Rosa e Olindo. Pilastri che Monferini ha individuato nelle dichiarazioni di Mario Frigerio, miracolosamente sopravvissuto alla strage, nelle confessioni dei due condannati e nelle tracce di sangue. Da parte sua invece uno dei legali della coppia entrando in aula aveva ribadito la fondatezza del ricorso per la presenza di diverse prove nuove che metterebbero in dubbio proprio i pilastri della sentenza di condanna. L'istanza di revisione era stata presentata dall'ex sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser.
Un'iniziativa che per la Corte d'Appello di Brescia, prima ancora che carente sotto il profilo della novità della prova, è inammissibile per difetto di legittimazione del proponente. Per quella iniziativa, Tarfusser ha subito un provvedimento disciplinare di censura da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo aver letto le motivazioni, valuteremo il ricorso alla Corte Europea, dicono adesso i legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi. E c'è un'altra sentenza, la Corte d'Assise di Roma ha condannato all'ergastolo Esteban Calderon, cittadino argentino accusato dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto con il nomignolo, il soprannome di Diabolic, capo ultra della Lazio, ma soprattutto figura di spicco della malavita romana.
Ucciso nell'agosto del 2019 in un... parco della capitale. I giudici però non hanno riconosciuto nei confronti dell'imputato l'aggravante del metodo mafioso. Questo è l'elemento che probabilmente susciterà discussioni.
Ma noi adesso andiamo a una notizia che rischiara la parte finale del telegiornale perché la nostra Federica Brignone, che già ha conquistato la Coppa del Mondo di Ski per l'insieme delle specialità, ha vinto anche. E la Coppa per quanto riguarda il Gigante? Artiglio ed acciaio, ma in zampa di velluto. Perché a volte la potenza è nulla senza controllo e per portare a casa l'ultimo trofeo di una stagione straordinaria si deve anche sapere andare contro la propria natura, saper domare il proprio stesso istinto da attaccante. Quando nella prima manche del Gigante la neozelandese Roving, su una rivale di Federica Brignone per la Coppa di Slalom Gigante, ha 20 punti avanti a lei in classifica.
è uscita tra le lacrime, la regina della neve 2025 si è trovata di fronte ad un dubbio davvero amletico. Essere o non essere se stessa nella seconda parte della gara. Scendere con il freno a mano tirato, sapendo che anche un tredicesimo posto sarebbe stato sufficiente per mettere le mani sulla seconda coppa di specialità dopo quella di discesa?
O nonostante le insidie di una pista che l'aveva fatta imbestialire, interpretare nell'unico modo a lei davvero congeniale anche l'ultima fatica di questa straordinaria stagione? attaccando dal cancelletto fino al traguardo, anche per mettersi davanti magari alla rivale Gut Berami, che due giorni fa le aveva impedito l'Amplen strappandole la coppetta di Super G. La risposta di Federica Brignone è ancora incisa sulla neve quasi impossibile di Sun Valley. Miglior tempo della seconda manche, se stessa fino all'ultimo centimetro, dando fondo ad una classe che le ha permesso di dare il massimo senza mai andare oltre, cedendo di soli 14 centesimi alla Gut Berami, ma portando a casa. la sua quinta Coppa di specialità in carriera.
Con questa seconda piazza Federica Brignone corona comunque una stagione da record con numeri da storia dello sci. La meno giovane atleta a vincere in Coppa del Mondo non è riuscita a raggiungere Alberto Tomba a quota 11 successi stagionali, ma lo ha comunque scavalcato per numero di podi 16, riducendo a sole tre lunghezze il distacco dagli 88 totali della bomba bolognese. Anche se in verità...
Nessun trofeo, nessun primato può davvero saziare fino in fondo la campionessa mondiale di gigante di Salbac. C'è quel gradino più alto di podio che ancora non è stato scalato, quell'oro olimpico che ha un anno scarso dai giochi di Milano-Cortina è un richiamo irresistibile per l'incoronazione a divinità sull'Olimpia delle Tofane. C'è da aggiornare la vicenda che abbiamo dato in apertura del giornale perché anche Donald Trump torna su quelle accuse che erano contenute nella chat e erano scritte dal vicepresidente J.D.
Vance sui europei parassiti, gli europei che tocca sempre difendere. Sono d'accordo, ha detto, con questo giudizio, sono dei parassiti, lo sono stati per anni, dice Trump, ma non li biasimo, biasimo Biden, come dire. È il mio predecessore che gli ha permesso di fare i parassiti. Ma ha aggiunto anche qualcos'altro che al di là dell'onore ferito dell'Europa è più incidente. Esamineremo le richieste russe per una revoca delle sanzioni.
Queste le parole di Trump. Se saltano anche le sanzioni americane a Mosca è come dire torna Putin, tutto è perdonato. Dopo di noi a otto e mezzo gli ospiti di Lili Gruber sono Roberto Saviano, Annalisa Cuzzocrea.
e Luca Iosi. Poi è martedì e tra gli ospiti di Giovanni Floris a di martedì ci sono Ernesto, Maria Ruffini ed Elsa Fornero. Ci fermiamo.
Sì, non c'è altro da aggiungere, abbiamo anche fatto tardi, quindi subito linea Lilligrubere e poi a Giovanni Floris. Ci vediamo domani sera, buonasera. Musica