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Analisi della poesia di Petrarca

bentornati su questo canale letterati e letterati oggi proseguiamo con l'analisi del canzoniere di petrarca analizzeremo in particolare delle canzoni anzi esattamente una canzone chiare fresche e dolci acque una delle canzoni più famose di tutta la raccolta del canzoniere componimento numero 126 redatto tra 1.345 il 1350 si tratta di una canzone di cinque strofe dette anche stanze di endecasillabi e settenari ogni strofa sostanza è composta da tredici versi divisi in fronte e firma quindi se i versi per la fronte e se versi per sir ma la canzone poi può essere ulteriormente scomposta il 6 versi della fronte possono essere divisi in tre versi e tre versi per l'esattezza il primo piede il secondo piede della fronte e per la firma invece si parla di volte quindi prima volta e seconda volta in mezzo troviamo il cosiddetto verso chiave sì lo so cosa state pensando che io stia parlando in aramaico in realtà no sono delle metriche delle forme metriche della lirica italiana molto importanti e in petrarca sono addirittura fondamentali altrimenti ci perdiamo buona parte del significato della sua opera partiamo subito chiare fresche dolci acque ove le belle membra pose colei che solo a me per dorna gentil ramo ove piacque con sos pirmi rimembra a lei di fall e al bel fianco colonna erbe fiori che la gonna leggiadra dico verse con l'angelico seno a ed è sacro sereno ove a marco degli occhi il core ma perche e nato dienza insieme alle dolenti mie parole estreme suddiviso in diversi colori fronte chiave e firma così appunto che vi accorgiate che non sono parole il nostro voto troviamo subito all'inizio del componimento una nastro fe ove le belle membra pose ecco è un inversione in realtà sarebbe ove pose le belle membra colei che solo a me par donna questa è una perifrasi saidi indicate appunto lauda che è appunto è osservata dal poeta mentre si fa il bagno nelle acque di un fiume accompagnata dalla natura ed è proprio qui che a morte in questo caso si tratta di personificazione il corna perse dice petrarca gli sia per il quale in questo caso ovviamente una metafora non si tratta di un infarto ecco il poeta si rivolge alle acque al ramo all'erba al fiore all'aire e chiede loro udienza che è deluso di ascoltare le sue parole date udienze insieme alle dolenti mie parole estreme andiamo alla seconda stanza 6 e pur mio destino che il cell in giostra d'opera che a mosca e sochi lag rimando chiuda qualche grazie al meschino corpo fra voi ricopra e torni l'alma al proprio albergo e nuda la morte sia maine cruda se questa span e porto a quel dubbioso passo che lo spirito l'asso non polli ha mai in più riposato portone in più tranquilla fossa fuggirla carne travagliata e lossa amor quest occhi lacrimando chiuda è chiaramente una nastro fec e amor chiuda questi occhi sarebbe l'ordine naturale tra virgolette troviamo poi porto e porto attenzione perché si tratta di una parono masia o per meglio dire ancora di un bisticcio di parole porto da portare e porto da luogo d'approdo o di partenza delle navi e un gioco di parole la carne travagliata e lossa invece una tipologia cioè due termini dal significato simili unite da congiunzione il poeta spiega che appunto il pensiero della morte lo preoccuperebbe di meno se sapesse di essere seppellito dove vide l'aula farsi appunto il bagno tra le bellezze naturali soffrire di meno nella speranza di essere sepolto qui la morte sia cruda dice pietralta ancora terza stanza tempo verrà ancor forse causato soggiorno torni la fera belle mansueta e là ove mi scorse nel benedetto giorno volga la vista di sì o se lieta cercandomi e ho pietà già terra entra le pietre vedendo amor gli speedy in guisa che sospiri si dolcemente che mercè min petre e faccia forza al cielo asciugandosi gli occhi col bel velo la fera delle mansueta non può che essere ovviamente metafora di laura troviamo poi viziosa e il dieta si tratta di un'altra tipologia e ancora una volta troviamo un altro tra virgolette gioco di parole tra pietà e pietre è una parola ma si sa due parole simili da significato diverso che danno ritmo alla poesia il poeta immagina che laura tornando al posto in cui aveva visto il petrarca noti che qui sepolto si impietosì ska tal punto da intercedere chiedere grazia per dio in tal senso laura mantiene in un certo senso la fisionomia che aveva la donna nella poesia stilnovista una sorta di filtro tra l'uomo e dio da behrami scende a dolce nella memoria una pioggia di fior sopra il suo grembo e della sise dea unite in tanta gloria coperta già dell'amoroso nembo qual fior cada sul lembo quali sulle trecce bionde che o lo forbito e perle era in quel di a vederle qual si posava in terra e qual sull'onda qual con un vago errore girando pari a dire qui regna mole troviamo una metafora le trecce bionde come oro forbito e perde troviamo ogni inizio del verso nella seconda parte della poesia appunto nella firma la ripresa del termine qual si tratta appunto di una natura che significa appunto ripresa è una figura retorica e questa natura si accompagna anche un ellisse anzi più ellissi quel fior cade a cade a regge anche il resto successivo è la stessa cosa ovviamente vale per posava che reggio appunto il 2 qual successivi abbiamo visto come nella prima strofa o stanza il tutto era scritto al passato e giocava appunto tute il ricordo del poeta che vedeva appunto laura anche in questa strofa stanza dopo le due precedenti se arriva appunto di nuovo a rimembrare la scena di laura al fiume è il luogo a tutte le caratteristiche del cosiddetto locus amoenus la natura è pienamente stilizzata non c'è niente di perfettamente definito tutto appare come un sogno ma il poeta prosegue quante volte di ceo all'ordine di spavento costei per fermo cioè sicuramente in acqua in paradiso così carco d'oblio il team portamento e il volto e le parole il dolce riso ma ve anzi diviso dall'immagine vela chi dice a sospirando qui come del mio o quando credendo essere in cella laddove non era da indien qua mi piace questa erba sic altrove non ha pace il volto e le parole il dolce viso è chiaramente un po di sindh eto'o è unito quindi dalla congiunzione è dall'immagine vela appunto perché l'amore il sentimento dell'amore estrania così tanto il petrarca da credere di essere in paradiso il poeta appunto distante dall'immagine vera dalla realtà se tu avessi ornamenti quanto hai voglia potreste arditamente uscì del bosco e g fra la gente si conclude così con questa terzina e il cosiddetto congedo il poeta chiede alla poesia di uscire dal bosco da cui è nata e andare fra la gente io spero di non avervi annoiato la poesia italiane anche questa metrica e figure retoriche io ne approfitto per salutarvi e ci vediamo al prossimo video [Musica]