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Le Battaglie dell'Iliade

Flipped Classroom sull'Iliade L'Iliade è un poema epico scritto da Omero, che narra le vicende della guerra tra Achei e Troiani. Il poema inizia con la visita del sacerdote di Apollo, Crise, presso il re Agamennone. Crise chiede ad Agamennone la restituzione della figlia Criseide, ma Agamennone rifiuta di accettare la richiesta di Crise. Il rifiuto di Agamennone provoca l'ira di Apollo che per punizione provoca una pestilenza fra l'esercito del re Acheo Agamennone. Su consiglio di Atena Achille convoca un consiglio di guerra e chiede ad Agamennone di restituire Criseide. Agamennone accetta a patto di ricevere Briseide, la schiava assegnata ad Achille, che va su tutte le furie. Dopo l'intervento di Atena Achille accetta la proposta ma si ritira dal conflitto tra Achei e Troiani. Deluso e amareggiato, Achille invoca davanti al mare la madre Teti. Il figlio racconta alla madre del torto subito e le chiede di parlare con Zeus e di intercedere in suo favore. Mentre gli dei celebrano un banchetto, Teti riferisce tutto a Zeus, che decide di prendere le difese di Achille, ma Hera si ingelogisce. Efesto riesce a smorzare la tensione, facendo ridere lei e tutti gli invitati del banchetto degli dei. Durante il consiglio di guerra prende la parola il soldato Terzite che sferra un duro attacco al re Agamennone e invita Iachei ad abbandonare l'assedio di Troia. Ulisse cerca di calmare Terzite con decisione. Prima battaglia. Nell'Iliade sono descritte quattro battaglie. Vediamola prima di queste. Cerchiamo di analizzare da vicino gli schieramenti della prima battaglia. Gli Achei erano molto più numerosi dei Troiani, che fra i loro comandanti principali avevano i fratelli Paride ed Ettore, figli di re Priamo, il re della città di Troia. Tra i condottieri degli Achei ricordiamo Ulisse, che troveremo anche nell'Odissea, Agamennone, Menelao, Diomede e Agiace. La battaglia ha inizio. Paride, vedendo il marito di Elena che era fuggita con lui da Sparta, fugge dal terrore. Ettore lo rimprovera. Paride ritrova il coraggio e propone a Menelao di risolvere il conflitto con un duello fra loro. Re Priamo assiste al duello con Elena. A un certo punto Paride sta per soccombere e viene salvato solo dall'intervento divino di Afrodite, che lo porta al sicuro avvolto dalla nebbia. Quindi Elena di Sparta era la moglie di Menelao. Elena è fuggita con Paride. Dopo il salvataggio di Paride, i combattimenti si interrompono, ma Zeus durante una riunione con gli dei invia Atena a Troia per far riprendere i combattimenti. Così l'arcere Pandaro, istigato da Atena, scocca una freccia che ferisce Menelao e tale episodio fa riprendere i combattimenti. Seconda battaglia Anche gli dei prendono parte ai combattimenti. Atena, ad esempio, è dalla parte degli Achei, mentre Ares, Apollo e Afrodite sono dalla parte dei Troiani. Diomede fa strage dei Troiani, grazie anche alla carica di fiducia impartita gli da Atena. Enea, dall'altra parte, combatte, ma in difficoltà. Così Apollo giunge a salvarlo. E diciamo pure che gli serve vivo per l'Eneide. Incitati da Ares, i troiani riprendono coraggio, ma sopraggiungono Hera e Athena, che su autorizzazione di Zeus prestano soccorso a Iachei. Hera si trasforma in Stentore, un soldato che urla incitando Iachei. Nel frattempo Ettore torna all'interno delle mura di Troia ed esorta la madre Ecuba a recarsi con le donne di Erechia. più anziane al Tempio di Atena per chiedere il favore della Dea. Inoltre Ettore l'eroe troiano incontra la moglie Andromaca con il figlio Astianatte e tra loro si svolge una tenera scena piena di amore e affetto. Ritornato sul campo di battaglia, Ettore propone un duello per risolvere il conflitto. Achille non c'è, in quanto ancora in attrito con Agamennone per la storia di Briseide. Agliace e Telamonio è l'avversario prescelto di Ettore. I due si affrontano dando prova di pari valore. Si instaura una nuova tregua per permettere agli eserciti di seppellire i caduti. In seguito gli Achei scaveranno delle fosse a protezione delle loro navi. La fase successiva del conflitto è favorevole ai troiani, che spingono fino alla riva del mare Iachei, che sono riusciti a salvarsi solo grazie al muro di protezione delle navi costruito durante i giorni di tregua. Ettore e Paride osservano la costruzione delle mura dalla loro città. Hera ed Atena erano nuovamente pronte a soccorrere Iachei, ma Zeus le aveva fermate, quindi Zeus in qualche modo assume un atteggiamento di neutralità. e vuole che anche gli dèi intervengano il meno possibile sulle sorti del conflitto. Agamennone convoca un consiglio di guerra, è scoraggiato e Troia sembra inespugnabile. Vuole abbandonare la guerra, ma Nestore, al seguito della spedizione, consiglia saggiamente ad Agamennone di rappacificarsi con Achille. Agamennone accetta la proposta di Nestore e manda un'ambasceria all'eroe Acheo. L'ambasceria di Agamennone è composta da due personaggi graditi ad Achille, Ulisse e soprattutto Fenice, l'anziano pedagogo di Achille, al quale Achille è molto affezionato. I due dicono ad Achille che Agamennone è pronto a restituirgli Briseide, a ricoprirlo di doni preziosi e a dargli in sposa una delle sue figlie. Ma l'eroe Acheo rifiuta, in quanto è ancora arrabbiato con Agamennone per quanto accaduto. Achille tratta con cortesia l'ambasceria, insieme al suo fedele amico Patroclo, e chiede a Fenice di dormire nella sua tenda. Agamennone manda in perlustrazione Ulisse e Diomede. nel campo dei troiani. I due trovano un troiano, Dolone, che stava facendo altrettanto da Iachei e lo uccidono. Quindi i due uccidono anche il re di Tracia, Reso, che era giunto in soccorso dei troiani e ruberanno dei bellissimi cavalli appartenuti a questo re. Terza battaglia. Achille osserva dalla sua nave una nuova battaglia tra Achei e Troiani e gli Achei subiscono perdite gravissime. Tra i feriti anche Ulisse, Diomede e Macaone, un altro eroe al seguito della spedizione. Achille manda Patroclo da Nestore a chiedergli informazioni. Nestore chiede a Patroclo di farsi prestare le armi di Achille per ingannare i Troiani. La situazione è disperata per gli Achei. i troiani guidati da Ettore sfondano il muro che gli Achei avevano costruito e arrivano alle navi Achei. La battaglia prosegue ma la situazione degli Achei è disperata. Vi ricordate che Zeus aveva vietato l'intervento di Hera e di Atena quando gli Achei si erano salvati grazie alla costruzione del muro? Hera però si fa prestare il cinto magico da Afrodite che riesce a stregare Zeus distogliendolo dal campo di battaglia. Così Poseidone ne approfitta intervenendo a favore degli Achei che come abbiamo visto sono in difficoltà. Zeus si risveglia dopo i momenti trascorsi con Hera e si accorge di Ettore colpito da Iace a terra. L'influenza degli dèi a favore degli Achei aveva dato i suoi frutti. Zeus si infuria, fa tornare Poseidone in mare e ordina ad Apollo di curare Ettore, che tornato in forze riesce a trascinare i troiani e a dar fuoco alle navi degli Achei. Patroclo convince Achille a farsi prestare la sua armatura, così corre a soccorrere gli Achei. Vedendo Achille i troiani iniziano a demoralizzarsi, mentre gli Achei riprendono vigore. Patroclo travestito da Achille e gli Achei fanno strage dei troiani che ripiegano faticosamente. Achille aveva raccomandato a Patroclo di essere prudente, di non spingersi verso le mura di Troia, ma Patroclo non ascolta e preso dalla foga si spinge fino alle mura, che sono protette da Apollo. Euforbo aveva ferito Patroclo, Ettore lo finisce e scopre che Patroclo aveva preso l'uniforme del suo nemico Achille. Ettore è preoccupato e sente che questo episodio avrà delle pesanti conseguenze per lui e Ettore prende l'armatura che appartiene ad Achille quindi spoglia Patroclo dell'armatura che indossava che era di Achille. La salma senza armi di Patroclo viene recuperata da Iace e Menelao che la conducono nell'accampamento greco. Alla notizia della morte di Patroclo, Achille si dispera e va su tutte le furie. La madre Teti corre dal figlio disperato. Achille dichiara alla madre di voler tornare a combattere. Teti conosce il destino del figlio, che verrà ucciso da Paride, e tuttavia si recherà da Efesto a chiedere al Dio di forgiare nuove armi per il figlio Achille. Quarta battaglia Achille dichiara agli Achei di essere pronto a tornare a combattere. Hera compie un incantesimo per far parlare il cavallo di Achille, Xanto, il quale preannuncia all'eroe che la sua morte è vicina. In occasione della quarta battaglia Zeus continua a voler rimanere neutrale, tuttavia consente agli altri dei di essere liberi di potersi schierare. Vediamo come si schierano le divinità. 2.1 Era, Atena, Poseidone, Ermes e Defesto si schierano con gli Achei. 2. Ares, Apollo, Afrodite, Latona e Artemide con i Trujani. Come era prevedibile Achille fa strage dei nemici. Il fiume Scamandro è colmo di sangue e il fiume intende fermare Achille travolgendolo con le sue acque, ma Efesto giunge a salvare Achille dalle acque del fiume. I troiani, demoralizzati dall'andamento della quarta battaglia, si rifugiano all'interno delle mura di Troia. Tornato a lottare, Ettore fugge dalla paura alla vista di Achille. Gli si fa incontro Atena, che prende le sembianze del fratello di Ettore, Deifobo, invitandolo a smettere di avere paura, per poter così affrontare a duello Achille. Così Ettore sfida a duello Achille che vince lo scontro e porterà via il cadavere di Ettore legandolo per i talloni sul suo carro, mentre il padre Priamo, la madre Ecuba e la moglie Andromaca, straziati dal dolore, assistono alla scena dalle mura della città. Gli Akei celebrano i funerali di Patroclo che saranno accompagnati anche da giochi atletici in suo onore. Achille umilia la salma di Ettore girando attorno alla tomba di Patroclo con il suo carro e Ettore è ancora attaccato al carro di Achille. Apollo è seccato di questo comportamento, così Zeus convoca Teti, la madre di Achille, affinché comunichi ad Achille l'indignazione degli dei. Priamo giunge nella tenda di Achille, offre ricchi doni all'eroe degli Achei in cambio del corpo del figlio Ettore. Achille si commuove anche perché il re dei Troiani gli ricorda molto il padre, così Achille decide di dare al re Priamo il corpo del figlio Ettore. Priamo giunge nella città di Troia con la salma di Ettore che può così avere degne esequie. Ettore è compianto da tutti i suoi parenti e dagli abitanti che sentono vicina la fine della loro città a causa della caduta del suo più grande difensore Ettore.