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Futurismo e Boccioni: Arte Dinamica

noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo l'insonnia febbrile il passo di corsa noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro dal piacere o dalla sommossa così scrive filippo tommaso marinetti nel 1909 nel manifesto del futurismo nuovo movimento artistico maturato in quegli anni nella città di milano nel 1910 proprio a milano umberto boccioni dipinge la città che sale primo grande riassunto degli intenti pittorici futuristi così come dichiarati nei due manifesti da lui firmati in quello stesso anno noi vogliamo rendere magnificare la vita moderna incessantemente e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa ed è proprio la vita moderna di una metropoli di inizio novecento come milano che compare rappresentata nello sfondo di questo dipinto quella del progresso tecnologico delle tramvie delle industrie e dei cantieri che la crescono popolati da decine di operai al lavoro in primo piano ecco invece il movimento aggressivo il passo di corsa di cavalli imbizzarriti circondati da uomini che cercano di domarli occasione per l'artista di studiare il moto veloce figlio anch'esso della modernità celebrata dal futurismo e forse metafora stessa del nuovo stile che indomabile vuole sconvolgere l'arte italiana secondo i futuristi le cose in movimento si moltiplicano si deformano susseguendosi come vibrazioni nello spazio che percorrono e per poter rendere questa deformazione dei corpi causata dalle moto boccioni sceglie di utilizzare la tecnica divisionista fatta con pennellate di colore puro accostate sulla tela ma senza chiudere i contorni o definire le tonalità che in questo modo si fondono l'una nell'altra in un continuo agitarsi e compenetrarsi di masse dai toni brillanti ed i lampi di luce