Allora, quindi vediamo se possiamo introdurre un po' Catullo e magari leggere anche qualcosina insieme, così da rendere il tutto, se possibile, più interessante. Oh, come vedete, dal punto di vista delle notizie biografiche non abbiamo moltissimo. La fonte migliore e maggiore di informazioni per noi è San Girolamo, che ha scritto poi a un certo punto una serie di cose sugli scrittori latini.
San Girolamo che ci aiuta a capire che Catullo sarebbe morto molto giovane, per cui doveva avere all'incirca 30 anni quando morì. Il periodo in cui vive, come vedete, è proprio questo primo secolo di cui abbiamo parlato, è proprio il momento culminante di questa epoca di Cesare. È nato nella Gallia Cisalpina, a Verona, da una famiglia molto ricca che annoverava tra i suoi amici Cesare. politicamente schierata con Cesare, anche se, come mi sembra di avervi raccontato in un'altra occasione, Catullo, un po' per scherzo, un po' per imitare forse altri poeti, scrive dei versi contro Cesare, un po' cattivi, anche se poi la tradizione vuole che si sia riconciliato con lui proprio in occasione di un viaggio di Cesare, durante il quale avrebbe soggiornato presso questa sua villa vicino Sir Mion.
Come tutti i giovani di buona famiglia, giovani anche... anche ricchi dell'epoca, va a Roma, chiaramente, dove comincia verosimilmente a studiare, ma dove soprattutto comincia a venire in contatto poi con quelli che saranno i poeti nuovi, cioè quei sodales, gli amici, quelli che andranno a costituire questo gruppo di giovani, di intellettuali, perché poi sono degli intellettuali, di studiosi anche del mito, della tradizione greca, i quali condividono sia scelte di vita, quindi stanno insieme, insomma, si scrivono poesie, occasione di compleanni di feste di amori gioiosi o tristi dei loro appunto amici si insomma condividono scelte appunto di poetica da quello che sappiamo si sarebbe allontanato da roma una sola volta e avrebbe affrontato questo lungo viaggio in bitinia con memmio che era stato lì inviato per una con degli incarichi politici e a quanto pare lo avrebbe affrontato per oltre che per l'amicizia che lo legava a questo importante personaggio politico romano anche con l'intento di visitare poi la tomba del fratello che era morto appunto in una zona più o meno della Troade per cui scrive anche un componimento molto famoso proprio per questa visita alla tomba del fratello che cosa abbiamo di... catullo abbiamo un liber così è noto l'insieme delle sue poesie un libro appunto nel quale abbiamo 116 poesie tant'è vero che anche nel testo che voi avete letto di queste ecco questi componimenti vengono presentati sempre come carmina e poi il numero del carmen il numero della poesia non hanno un titolo vero e proprio hanno al limite un dedicatario è un testo questo che Insomma, deve aver subito un po' di traversie dall'antichità, perché in realtà a noi è noto da un unico codice che aveva il Vescovo di Verona e che risale al IX secolo d.C.
Tutta la tradizione in realtà è riconducibile soltanto a questo codice. Traversie in realtà non solo legate alla filologia, alla tradizione, ma traversie proprio legate anche alla sua pubblicazione, perché da quello che si riesce a capire poi... Testi alla mano, proverò a spiegarvi anche perché il Liber così come a noi è giunto innanzitutto non comprende tutte le poesie di Catullo perché abbiamo citazioni diversi che non compaiono in questo codice, ma soprattutto non sembra essere stato messo insieme da Catullo.
Già per quello che viene detto nel Carmen numero uno viene utilizzato un'espressione, vedremo l'Ibellum, che poco si adatta a questo insieme di poesie. E poi c'è una organizzazione del testo che apparentemente sembrerebbe di tipo metrico, cioè le poesie vengono scelte sulla base della metrica, sulla base della tipologia del verso con il quale sono state costruite, quindi insomma non sembrerebbe un'organizzazione catuliana. Proprio in virtù di quello che vi dicevo prima, Catullo muore molto giovane, per cui è possibile che i suoi sodalesti, i suoi amici, questo gruppo dei poete nuovi, abbiano poi messo insieme, pubblicato, quelle che ritenevano le cose migliori, magari scritte da Catullo, senza un ordine preciso, ma appunto rispettando soltanto il criterio della metrica.
Ora, quando si studia questo liber oggi, un po' tutti i libri di letteratura usano questo tipo di classificazione che io vi propongo. e che è la seguente, sostanzialmente il libro si divide in tre parti si considerano i primi 60 componimenti, i primi 60 carmina, li si considera come nuge questa parola nuge deriva appunto dalla prima poesia che poi dopo vi faccio vedere in una scheda brevemente la parola nuge significa sciocchezzuole e questa sezione, diciamo così, del Liber Catulliano è fatta appunto di poesie molto brevi. Qua il metro è variegato, molti in decasilla bifaleci, trimetri giambici, qualche metro greco, tipo per esempio Leo di Saffiche, e la tipologia, dal punto di vista del contenuto di queste poesie, diciamo che si può considerare come autobiografica.
La maggior parte sono poesie d'amore, altre sono legate all'amicizia, altre sono per esempio riflessioni letterarie, quindi Catullo che... discute anche un po' del suo modo di intendere la poesia, del suo e dei suoi amici appunto degli altri poete nuovi come Calvo, come Cin e tutti gli altri. C'è una sezione centrale che va appunto dai Carmina 61 al 68 come vedete nella scheda, che è costituita dai cosiddetti Carmina Docta ed è una sezione problematica sulla quale poi non ci soffermiamo tanto oggi ma lo faremo in un'altra occasione. Carmina Docta che significa? Significa che sono poesie dotte, poesie erudite, poesie innanzitutto un pochino più lunghe in genere, anzi alcune molto più lunghe di quelle delle quali vi ho parlato per la prima sezione.
Sono poesie nelle quali l'erudizione, il mito, anche riferimenti per esempio a personaggi, a tradizioni, a miti poco conosciuti. Celebberrimo il caso dell'Attis che è un personaggio stranissimo, poi vedremo un pochino meglio. Ma insomma è tutta una sezione sulla quale da sempre gli studiosi di Catullo un po' discutono, un po' ragionano, perché sembra sposarsi poco con la prima e con la terza, proprio perché se nella prima e nella terza comunque l'autobiografia, l'eros, questo circolo con cui Catullo in qualche modo condivideva le sue scelte, vengono fuori, in questa sezione verrebbe fuori, viene fuori più la cultura. più l'erudizione di Catullo stesso, di cui verrebbe perché poi forse in realtà, insomma, pur essendo questa una sezione un po' particolare, molto complessa, molto difficile da gestire, forse ci sono delle riflessioni che gli studiosi fanno e che ci può aiutare a unirle alle altre due.
La terza sezione, 69-116, in linea di massima sul piano del contenuto è molto simile alla prima, quindi abbiamo ancora componimenti brevi e il più delle volte sono di tipo... autobiografico c'è qualche componimento in più di attacco a dei personaggi che catullo prende un po in giro perché con non ne condivide le scelte di poetico perché sono secondo lui personaggi meschini e abietti la come dire la differenza più netta tra questa terza la prima sezione come ho cercato di spiegarvi anche prima e di tipo metrico perché qui per lo più prevalgono metri dattivici quindi o esame il distico elegiaco e si fa appunto con l'esametro dattilico. Per quello che riguarda invece la poesia di Catullo, provando un po' a introdurre il discorso e dopo, ripeto, tra un attimo a guardare magari velocemente qualche testo, Catullo è sicuramente il simbolo, forse quello più importante, più significativo, insomma più particolare anche per alcuni aspetti, di questo arrivo a Roma della poesia soggettiva.
dell'autobiografia cioè dell'individuo di cui abbiamo parlato anche in quella lezione un pochino introduttiva di che cosa è fatta la poesia di catullo è fatta di se stesso è fatta delle passioni delle speranze di tutto quello che il poeta pensa delle sue scelte di vita del fatto per esempio che non vuole affatto seguire una carriera politica fatta salvo ha fatto salvo questa eccezione insomma vi dicevo di questi versi scherzosi contro cesare è fatta dalla presenza degli amici, è fatta dal fratello, insomma, quindi tutto quello che ha a che vedere con la vita del poeta. E in primis l'eros, in primis l'amore. L'amore è una scelta di vita, è una scelta di vita significativa, perché, come abbiamo provato a capire anche parlando un po' dei Poete Novi, l'amore collocava Catullo e collocava i suoi amici in una sfera un pochino di emarginazione rispetto a quella che era la realtà della Repubblica e di Roma.
Chi si dedica all'amore è come agli occhi di Cicerone, per esempio, agli occhi di tanti conservatori dell'epoca, viene visto come uno sfaccendato, come nulla facente, come uno al quale non interessa nulla di quello che accade a Roma. Quindi è una scelta anche importante. Questa poesia di Catullo poi è fatta anche da, è fatta di un certo tipo di tono, un tono molto leggero, molto colloquiale, lo avete visto anche cominciando a tradurre, è un latino anche molto discorsivo, è un latino che sembra avere molto a che fare con il sermo quotidianus, cioè con la lingua latina parlata normalmente, dalle persone certo di una media cultura, però senza una particolare ricchezza o figure retoriche o quant'altro. Ed è un tono che si vede subito, lo vediamo tra un attimo anche da questo Carmen iniziale che lui rivolge a Cornelio Nepote. Cornelio Nepote era un suo amico, era uno storico, era un erudito che stava scrivendo, come lui dice in questo stesso pezzo, stava scrivendo una opera di tipo storico.
Vedete, lui utilizza delle parole che io vi avevo messo in grassetto, insomma, in questo componimento, che sono poi ... significative per capire di che stiamo parlando. Lui comincia dicendo a chi dono questo grazioso nuovo libricino. Ecco, questa parola libellum è una parola particolare perché la parola libellum, che indica appunto un libricino, un libricino fatto di piccole cose, non rende giustizia a quei famosi carmina docta di cui vi dicevo poco anzi e che stanno nella sezione centrale. Ecco perché una delle ragioni per le quali si pensa che il libricino, così come noi lo leggiamo, non è è come dire, quello che Catullo voleva mettere insieme, è proprio questo Carmen iniziale che farebbe riferimento a qualche cosa di diverso.
Da questo primo componimento viene fuori la parola nougas, nuge. Infatti, dice tu, solevi considerare che queste mie sciocchezzuole avessero un qualche valore. Questa è l'idea della poesia di Catullo, o meglio, questo è quello che Catullo pensa di questi suoi versi. Badate bene, sciocchezzuole non vuol dire che siano...
fesserie, insomma cose da buttare, vuol dire versi veloci, vuol dire versi brevi, vuol dire versi immediati, versi legati a situazioni reali che chiaramente in questo componimento iniziale Catullo contrappone a questi tre volumi ponderosi che Correnio Nepote stava scrivendo sulla storia dei popoli italici. E poi nell'ultimo verso lui dove Catullo dice plus un homaneat perenne seclo, cioè tutta questa idea tipica dei poeti nuovi, ma dei poeti in generale, io direi, non solo Catullo, che quando scrivono sperano che la propria opera possa resistere, possa durare più di un secolo, possa durare per l'eternità e la gloria che i poeti nuovi cercavano e che, ripeto, per quanto concetto molto banale, nella Roma di cui stiamo parlando, anche questa insomma è una cosa significativa, in genere i romani speravano che la propria opera fosse una cosa molto più importante, ma non è così. speravano nella gloria politica, nella gloria guerriera, ecco certo non nella gloria della letteratura, quindi anche queste sono evidentemente delle situazioni che nascono nel mondo greco, quindi legate un po' all'influenza dei greci. Ora, nel qualche altro componimento, per esempio questo è il Carmen 101, vi avevo detto del fratello, no?
Multa per gentes et multa per equa ra vectus. Ad venias miseras frater ad inferiastu, lui qua racconta appunto di essere andato a visitare la tomba del fratello e di essersi fermato, lui dice, alloquerer mutam cinerem, fermato a parlare con questa ombra ormai senza parola del fratello a lui sottratto troppo prematuramente. Quindi il dolore per la morte del fratello, cioè come vedete siamo sempre davanti all'espressione di sentimenti che... che sono e restano individuali, insomma, e che fanno parte di quello che Catullo evidentemente era. Però il cuore di tutto quello che noi diciamo, il cuore di questo Liber, la ragione che ha reso poi questo Liber famoso nei secoli, è sicuramente l'amore.
Catullo era innamorato, per un po' almeno fu innamorato, a quanto pare, pazzamente di questa donna, una donna che lui chiama lesbia e che chiama lesbia con un... con uno pseudonimo, diciamo così, con un soprannome, perché lesbia fa riferimento all'isola di Lesbo, fa riferimento a Saffo, all'Eros, all'Amore, ma che noi sappiamo attraverso uno scrittore più tardo che si chiama Apuleio, in un'opera di Apuleio che si chiama in italiano Apologia, in latino si dovrebbe dire Apologia, sappiamo che questa donna si chiamava Clodia, è una donna di cui ci raccontano altri, ci racconta anche Cicerone in alcune delle sue reazioni. Perché questa donna aveva la sfortuna, o la fortuna, vedete un po' voi, di essere sorella di un personaggio molto noto nella Roma del tempo, che era Publio Clodio, il quale però era un nemico giurato di Cicerone, per cui tra i due ne successero di tutti i colori. Clodio fu responsabile a un certo punto dell'esilio di Cicerone, Cicerone difese colui che uccise Clodio, insomma, quindi...
I rapporti non erano proprio idilici. In ogni caso Cicerone parla di Clodia anche nelle lettere, nella procerio e ne dice di tutti i colori, per cui la dipinge come una specie di depravata pervertita che ne faceva un po' di tutti i tipi. Una cosa è certa, che questa donna, questa Clodia, era più grande di Catullo ed era sposata a Quinto Metello Celere, che era un console romano, per cui era una donna molto...
molto in vista e Catullo ebbe una storia con questa donna, insomma, quindi vi ricordo un po' tutte le varie cose che vi ho raccontato a proposito dell'amore a Roma. Il primo Carmen che, secondo la tradizione, Catullo dedica a questa donna è un Carmen che poi approfondiremo meglio anche con la professoressa Giannacone, perché è un Carmen in cui lui traduce un ode di Saffo, non so se avete già studiato Saffo, la cosiddetta ode della gelosia, nella quale... Secondo gli studiosi sarebbe il primo, in ordine cronologico, dei componimenti dedicati a lesbia, a Clodia. Catullo era pazzamente innamorato di questa donna e il Liber ci permette di seguire come dire, un po' il diario di questa storia d'amore.
Quando parlo di diario di questa storia d'amore ovviamente dovete immaginare sempre un diario poetico, un diario letterario, quindi è una storia d'amore trasfigurata non solo attraverso gli occhi dell'innamorato, ma anche e soprattutto trasfigurata attraverso la letteratura, attraverso la poesia. Per esempio questa appunto è la traduzione di un famoso pezzo di Saffo, che noi di Saffo peraltro conosciamo come frammentario e che in Catullo invece è integro, quindi c'è un pezzetto alla fine. strano in cui Catullo inserisce una nota moralistica molto ormaneggiante ma insomma poi ci torneremo basti dire che in questo pezzo viene fuori tutta l'emozione dell'uomo che vede la donna insomma che sente il cuore palpitare quando questa donna arriva Catullo traducendo Saffo rende esattamente quella che si potrebbe dire una sintomatologia dell'amore cosa succede a una persona quando la donna amata o l'uomo amato gli passano al canto praticamente E questo è il primo dei momenti. In realtà poi noi nel Liber ne troviamo un po' di tutti i tipi di componimenti e molti di questi sono famosi, particolarmente famosi. Perché?
Perché Catullo riesce a emozionare. Catullo al di là del fatto che siamo in un contesto scolastico che è latino, che va tradotto, Catullo è uno che parla ai sentimenti, che parla al cuore, che alla fine riesce comunque a... far sentire la forza di questa passione.
E badate bene, come molte storie d'amore, soprattutto come molte storie d'amore di Roma, di questo mondo in cui, come vi ho detto l'altra volta, e magari tra un attimo ci torneremo con dei pezzi, l'amore è una cosa un po' strana, perché l'amore appunto nasce quando meno te lo aspetti, però nasce molto spesso al di fuori di quelli che sono, o che teoricamente sarebbero i contesti, come dire, giuridici, istituzionali, come quello del matrimonio, in cui invece Dovrebbero venire fuori questo pezzo, per esempio questo Carmen, il numero 5 a Lesbia, è uno di quelli che tutti citano come esempio di questa passione. Vivamus mea lesbia atquamemus, viviamo mia adorata lesbia e amiamo. E dice non curiamoci affatto, non consideriamo nemmeno un asse i rimproveri dei vecchi particolarmente severi. E qua viene fuori anche un po' un'opposizione tra questa...
L'idea dell'amore, che chiaramente è l'idea di un certo tipo di vita, è quella dei vecchi troppo severi, che sono i conservatori, evidentemente, quei romani alla mania di Cicerone, che chiaramente non potevano vedere di buon occhio una cosa come questa. Questo è famoso, dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi cento ancora, insomma, e il luogo diventa poi, da Catullo in poi, certe espressioni diventano luogo comune. il bacio, il riempire di baci l'innamorato, gli occhi dell'innamorato come veicolo attraverso il cuore, il sentimento in qualche modo passa nel cuore dell'innamorato. Pensate per esempio allo stil nuovo, all'importanza degli occhi nello stil nuovo, tanto per dirne una molto velocemente.
E quindi ci sono, come vi dicevo, questo tipo di pezzi e poi ci sono quei pezzi, questo per esempio è il Carmen XI che lui indirizza a due amici che si chiamano Furio E' Aurelio nel quale invece l'amore evidentemente è finito, perché lui a un certo punto dice cum suis, riferito a lesbia, cum suis vivat valeatque mequis, cioè se ne stia pure con i suoi amanti. La parola mequis non è una parola, come dire, di accezione particolarmente positiva. Dice quegli amanti che lei tiene tutti insieme dopo averne messi insieme più di 300, 300, ma senza amarne nessuno davvero, nullum amans vere.
come a dire appunto una donna dai costumi particolarmente facili, sì, ma soprattutto una donna che poi sta con tutti ma non si lega con nessuno. Insomma, capite bene che un ritratto del genere non è proprio il massimo per una donna, quindi significa che questo amore aveva lasciato un segno. Lui questa cosa poi la sottolinea anche nella similitudine finale quando dice questo amore è caduto come il fiore del...
del prato che è stato reciso dall'aratro, un aratro che passa e che taglia l'ultimo fiore del prato, così è caduto questo amore tagliato dal comportamento, distrutto dal comportamento di questa donna. Ora, come vi dicevo, chiaramente il Catullo parla al cuore, e questo è evidente, sono emozioni, sono sensazioni, sono modi di essere che passano attraverso i secoli, però, come vi dicevo l'altro giorno, è anche giusto contestualizzare storicamente tutto questo, tutto questo, altrimenti non si riescono a capire alcune cose, non si riescono a capire anche alcuni versi, che tra un attimo vi faccio vedere per chiudere, nei quali viene fuori anche una contrapposizione lessicale, per esempio, molto interessante, tra l'idea dell'amare e l'idea del benevelle. Amare et benevelle, amare e voler bene, sono due cose uguali, sono due cose diverse. probabilmente al tempo di Catullo potevano essere due cose diverse perché sai, si può voler bene a una persona perché come dicevo prima, tu con una persona magari ci vivi, ci stai insieme per cui alla fine viene fuori un affetto fatto anche di frequentazione magari di condivisione, dell'aver messo al mondo dei figli insieme ma era una cosa diversa, una passione, qualcosa di più forte che evidentemente al tempo di Catullo, in quel tipo di contesto poteva essere una cosa diversa Ecco, venir fuori anche in situazioni non convenzionali, non istituzionali.
Amare bene e bene sono due modi poi di rapportarsi chiaramente ad una persona. In Catullo questi due sentimenti a un certo punto nei confronti di lesbia vediamo che si contrappongono. Mi faccio vedere tra un attimo il verso molto veloce.
Così come questo amore di Catullo, questo eros catulliano, è un amore lacerato. Perché è un amore che è vero che vive di momenti bellissimi, ma vive poi anche di questa figura di Clodia che come si è detto anche stando con Catullo probabilmente ebbe altre altre relazioni insomma se ascoltiamo Cicerone se stiamo a Cicerone era una che insomma non è che perdesse molto tempo non era proprio la classica matrona romana quindi odi e tamo si può odiare e amare insieme con una espressione da ossimoro da antitesi che è diventata poi famosissima e che un altro verso famoso di Catullo perché odi e ammo perché questo amore diventa lacerato perché come vi dicevo prima da una parte c'è la passione di una storia con una con una ragazza che è bella che come dire una storia vivace frizzante ma proprio perché vissuta al di fuori di un certo contesto quello delle regole quello del matrimonio quello della costrizione ad amare una persona che magari non sai nemmeno chi sia dall'altra parte c'è il desiderio però di catullo di trasformare questa storia in un fedus in un patto che era quello che invece vivevano gli sposi Per i romani il fedus era il patto che sancivano gli sposi, quindi è come se Caturlo sognasse qualcosa che non si può realizzare, è come se Caturlo sognasse di portare questa passione, la forza di questo amore, in un contesto in cui un fedus, un vincolo, possa unire per sempre i due amanti, magari come se fossero degli sposi, ma ripeto, non tanto per il matrimonio in sé, quanto perché appunto il matrimonio era un fedus, era un patto. che Catullo desidera ma che invece con questa donna non riesce evidentemente poi a stipulare. E questi sono i due versi famosi che vi faccio vedere e chiudiamo.
Il primo è questo Odio e Tamo. Odio e Tamo mi chiede perché io faccia questa cosa. Non lo so, non posso darti una risposta, però sento che accade e ci sto male.
È un verso... è un distico questo qua, è un componimento come vedete brevissimo, però nel quale c'è tutto il senso di chi ama e di chi però di questo amore a un certo punto soffre e non poco. E nell'ultimo, questo era l'85, nel 72 a Lesbia c'è appunto questa cosa di Lesbia che lo tradisce, che non è come dire nei suoi confronti la stessa di prima e lui chiude questo componimento a un certo punto dice mi costringi ad amare una tale una tale offesa un tale comportamento costringe forse ad amare di più ma voler bene di meno cioè nel senso anche di fronte a certi comportamenti di questa donna come si diceva un po disinvolti la passione non viene meno perché la passione è qualche cosa di istintivo l'amore All'amore è difficile reagire, è difficile, come dire, bloccare una passione che tu hai dentro e certe volte razionalmente provi a spiegarti i comportamenti dell'altro anche quando davvero non li riesci a capire, no? Però nello stesso tempo a voler bene di meno perché comincia a venir meno l'idea di quel fedus, di quel patto, di quella, come dire, di quella fiducia nell'altro. E decisamente sì, per cui, sì, sì, sì, per cui, come vedete, questo verso poi contrappone.
pone benissimo anche questo tipo di situazione.