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Vittorio Alfieri: Vita e Opere

disdegnando e fremendo immacolata trasse la vita intera in morte lo scampo dal veder peggio vittorio mio questa per tenera età nel suolo altri anni ed altro seggio conviene agli alti ingegni così scrive leopardi giacomo leopardi più tardi un pochino più tardi di vittorio alfieri un autore che vive nella seconda metà del settecento nasce nel 1749 umore nel 1803 e anticipa alcuni sentimenti predominanti che caratterizzeranno la 800 che sono i sentimenti romantici e il risorgimento italiano vediamo una biografia una biografia burrascosa che in realtà ci dice molto di questo autore vittorio alfieri nasce nel 1749 ad asti siamo in piemonte da una famiglia assolutamente nobile il padre muore presto comunque una famiglia molto ricca che apparteneva a l'alta nobiltà e per questo alfieri viene iscritto all'accademia militare di torino che era una delle più importanti d'europa in quel momento qui diciamo che alfieri conosce quella che sarà la sua passione per i cavalli come lui dirà spesso se non avesse fatto lo scrittore avrebbe fatto il cavallaro era talmente matto che acquistò 19 cavalli ne acquistava 1 tutte le volte che componeva una tragedia al di là di questo in questi anni si forma la sua personalità un uomo irrequieto nuovo irascibile un uomo che non si accontentava mai che avevi emozioni fortissime e tuttavia lui odiava la carriera militare sentiva questa esperienza come una sorta di gabbia e odiava anche la totale in educazione che c'era proprio la accademia milita di torino tanto che si farà sostanzialmente cacciare più volte uscito dall'accademia militare di torino partecipa come molti giovani nobili dell'epoca nel 1700 al cosiddetto grand tour cosa in cosa consisteva al grand tour era una sorta di viaggio per le grandi città europee chiaramente lui aveva le possibilità economiche per farlo diciamo che alfieri oltre a visitare le tappe tipiche dell'epoca quindi la francia l'inghilterra l'olanda ma anche la spagna il portogallo visitò addirittura i paesi scandinavi e la russia quindi viaggio davvero tantissimo e tutte queste queste tappe che sono peraltro contrassegnate da amori travolgenti da amori fortissimi tutti amori clandestini badate bene nel senso che lui si innamorava sempre di donne sposate tanto che una volta finì addirittura fare un duello con il marito legittimo duello che alfieri ha vinto tra parentesi e quindi forti amori grandi viaggi che in realtà lo spingevano a portarsi sempre oltre i limiti e tuttavia lui rimaneva sempre deluso le uniche tappe che veramente lo impressionano positivamente furono i paesi del nord dove c'è questa natura indomita no queste cascate spaventose questa natura incontaminata che diciamo influenzeranno tantissimo diciamo il suo modo di modo di essere no mentre invece le tappe in francia o in germania o anche in austria lo facevo molto riflettere dal punto di vista politico soprattutto quando lui sarà in francia dove sarà anche ospite a versailles d'altra parte lui era un nobile no lo disgusta profondamente lo disgusta erano profondamente perché alfieri sarà sempre percorso per tutto il corso della sua vita un siero anti tiranno un fiero anti monarca e lui rimane proprio disgustato disgustato dalla reggia di versailles disgustato dalla reggia austriaca che si trovava a vienna a un corteo disgustato dalla reggia di berlino e questo incrementerà tantissimi suoi sentimenti anti monarchici nel 1773 dopo tutti questi viaggi alfieri e ancora un ventiquattrenne quindi un uomo giovane torna a torino torna torino e qui fa un incontro particolarmente importante per la sua vita una certa gabriella falletti un donna che era più anziana di lui di ben dieci anni è sposata anche lei con la quale ebbe un amore passionale perché è così importante questa tappa perché un giorno mentre diciamo questa gabriella non stavo bene alfieri per la prima volta prende in mano una penna e comincia a scrivere comincia a scrivere una tragedia comincia a scrivere una tragedia dal titolo cleopatra che un primo momento non porterà a termine ma è davvero una svolta perché lui sente questo ce lo dirà la sopra autobiografica la vita che sostanzialmente prendendo in mano la penna si sentiva come purificato come una sorta di processo di catarsi dove finalmente trovava la pace che tanto aveva cercato nel 1775 due si dividono e al firi comincia a studiare come un pazzo legge di tutto legge tantissimo gli autori classici amerà tantissimo plutarco plutarco delle vite parallele legge gli illuministi legge shakespeare legge macchiavelli e nel 1777 conosce luisa stolberg contest ad albany e questo sarà veramente l'amore della sua vita nel senso che luisa lo accompagnerà fino alla morte e addirittura curerà diciamo la pubblicazione postuma di alcune sue opere come per esempio la vita nel 1778 disgustato appunto da la tirannia la nobiltà lui rinuncia al titolo nobiliare lascia tutto quello che aveva la sorella giulia sorella che lui amava tantissimo anche questo ce lo dice nella vita e poiché lui si dedicherà da quinto e soltanto appunto alla letteratura e alla scrittura decide di essere uno scrittore a tutto tondo decide di dedicare proprio la sua vita interamente a questa vocazione tanto che si trasferisce in toscana prima a firenze e poi a siena dove cerca proprio disk e monti zar si no un'azione un po diciamo simile a quella che farà manzoni cioè cercherà proprio di togliere dalla sua lingua a tutti quegli elementi che facevano parte delle piemontese e soprattutto tutti quegli influssi francesi che il dialetto piemontese nei fatti aveva per imparare la lingua dei grandi autori della letteratura italiana quindi dante petrarca ma anche tasso in realtà perché da solo influenzerà tantissimo quindi diciamo lui studia il toscano o meglio studia il fiorentino letterario ma anche cercherà di studiare il fiorentino della lingua comune come diceva spesso alfieri io voglio non solo scrivere in un toscano ma voglio sognare in toscano voglio pensare in toscana e dal 78 in poi lui comincia a scrivere e scrive un po di tutto scrive tragedie scrive sonetti che verranno poi raccolti in una sorta di appunto libro di componimenti poetici chiamato rime scrive trattati politici della tirannide e del principe delle lettere scrive la sua grande opera autobiografica la vita in realtà però noi guardiamo alfieri soprattutto come un autore tragico sono le tragedie che lo hanno reso famoso nei due trattati politici e la tirannide del principe delle lettere noi capiamo quello che è il suo pensiero politico vittorio alfieri aveva abbracciato quelli che hanno gli ideali illuministici no gli ideali rivoluzionari e tuttavia se ne distacca al tempo stesso se ne distacca al tempo stesso perché era un uomo senza mezze misure assolutamente senza mezzi termini nel senso che per lui esisteva o il tirannicidio quindi l'uccisione del tiranno pure il suicidio era per la libertà assoluta non aveva fiducia nelle masse nel senso che non credeva che dal popolo ignorante qual'era potesse venir fuori una vera rivoluzione quindi era un illuminista sì ma molto molto pessimista nel 1786 lui soggiornerà a parigi e assisterà insieme a luisa alla rivoluzione francese con tutti gli esiti della rivoluzione francese e per lui questo episodio sarà come poi è stato anche per goldoni una forte delusione una cocente delusione rimarrà veramente disgustato tanto che nel 1792 tornerà a firenze e si dedicherà soprattutto opere di tipo satirico come il miso gallo le satire ma anche le commedie anche in chiave anti francese perché appunto lui rimane totalmente deluso da questa esperienza parliamo ora del pensiero dell'indole quindi del carattere e della poetica di alfieri perché di queste tre cose messe insieme perché in realtà sono tre cose è profondamente interrelate fra loro nel senso che la vita il carattere di alfieri il suo modo di essere la sua persona si riversano poi anche nelle sue opere nel suo pensiero politico e poetico d'accordo sono tre elementi che vanno insieme il vostro libro dice una cosa molto corretta dice vittorio alfieri è un uomo che si è fatto da sé in che senso non tanto nel senso che si è costruito un mestiere che lo ha portato al successo lui il suo è un processo proprio inverso lui è un uomo che aveva tutto era un uomo nobile che a un certo punto decide di essere qualcos'altro cioè lui decide di essere l'uomo libero rifiuta la nobiltà e decide di essere il letterato ok questo perché perché trova nella letteratura quel senso di libertà e quel senso di azione che effettivamente non aveva trovato in altro le sue opere sono profondamente autobiografiche anche se non lo sono esplicitamente i personaggi delle sue tragedie in particolar modo molto spesso riprendono i suoi moti dell'animo sono che personaggi sono i personaggi del cra ge degli alfieri dicevamo la tragedia è il genere dove lui eccelle maggiormente è il genere che lo ha reso famoso soprattutto proprio per come sono i suoi personaggi sono personaggi potenti sono personaggi titani ci sono personaggi grandissimi in continua lotta o con forze esterne quindi con tiranni con ingiustizie oppure con terribili passioni interni quindi passioni proibite incubi fantasmi interiori quindi sono veramente grandissimi personaggi che appunto riflettono quello che era il forte sentire di alfieri la scelta del toscano dicevamo è importantissima è importantissima perché è una scelta quasi politica dicevamo che in questo processo di spumantizzazione tutto sommato alfieri anticipa quella che sarà l'operazione di manzoni o è proprio una scelta politica e ideologica lui si rende conto effettivamente che sia la scelta della tragedia che era comunque un gel non particolarmente fortunato in quell'epoca in italia sia la scelta della lingua il toscano comunque un toscano che è un toscano difficile vi renderete conto leggendo non è il toscano di goldoni è significava fare dei prodotti letterari per pochi d'altra parte questo diciamo rispecchiava la sua visione elitaria della vita in che senso ha bisogno evitare della vita lui si diceva ma un illuminista quindi credeva nei principi di libertà di uguaglianza però allo stesso tempo sentiva di essere superiore agli altri superiori alle grandi masse quindi si rivolgeva quei pochi intellettuali a quelle poche persone che lui riteneva dotate di una cultura superiore e che riponeva il loro diciamo le speranze di libertà e di cambiamento rispetto all'epoca mediocre nella quale loro vivevano quali sono le fonti d'ispirazione riscrive in tutto 21 tragedie si ispira un po diciamolo non inventa mai trame veramente nuove perché molte vengono riprese dal mito greco ma anche esattamente come aveva fatto shakespeare alcune vengono prese dalla storia greco romana come appunto una cleopatra oppure anche per esempio dalla contemporaneità e dall epoca moderna anche shakespeare aggravatosi in più aggiunge come fonte di ispirazione per esempio per gli saul una sua grandissima tragedia i passi tra alcuni passi tratti dalla bibbia dicevamo vittorio alfieri lo si capiva anche dalle parole di leopardi è un uomo che anticipa il secolo successivo o meglio un uomo che sta proprio a cavallo tra settecento ottocento nel senso che ci sono alcuni che lo definiscono un vero capo illuminista no questo concerto dell'anti piramide questo concetto della libertà no sono tutti i temi tipici dell'illuminismo però è un illuminismo dicevamo pessimista perché in effetti alfieri non crede infine in una dotta non ama nessun [Musica] nessuna costituzione politica nel senso che ovunque lui vada ne rimane sostanzialmente soddisfatto non appoggerà nemmeno i regnanti illuminati come avevano fatto altri in mano ha disgustato da tutto quindi diciamo a un illuminismo pessimista e anche utopistico nel senso che quello che lui immagina è totalmente inverificabile e in attualizzabile nell'epoca in cui lui vive sostanzialmente per quello che leopardi quando ne parla dice alfieri to vive in un epoca che non era per te dall'altro lato anticipa al secondo alcuni studiosi il romanticismo il concetto dello sturm und drang cioè delle forti passioni dell'individualismo no di ciò che ci distingue dagli altri e appunto del cosiddetto forte sentire e questi elementi della biografia di alfieri noi li troviamo proprio nella vita la vita è questa opera autobiografica rosa che viene iniziata nel 1790 e che percorre un po tutta la sua vita verrà pubblicata postuma proprio dalla stolberg è una vita letteraria un po come abbiamo visto per in sé muar di goldoni in effetti memoir di goldoni sono una delle fonti di ispirazione insieme per esempio le confessioni di russo dicevamo un'opera letteraria dove lui si presenta quasi come se fosse un eroe preso cuore dalle sue tragedie nei pregi e nei difetti nel senso che pure se l'è un gran vanitoso alfieri e lui stesso lo dice non rifugge anche dal nucleare quelli che sono i suoi difetti allora praticamente la vita si districa in quattro fasi la tua e rizia el'adolescenza la giovinezza e la virilità e dicevamo si presenta appunto come un eroe tragico quindi con tutti gli elementi che facevano parte della sua indole l'irascibilità l'impulsività il fatto di essere un uomo indomabile tirchio e allo stesso tempo amante del lusso in certe parti sembra quasi una sorta di quindi no che va per salotti viaggiano e a questi intesse questi amori clandestini vanitoso ma allo stesso tempo generoso quello che lui dirà sempre lui si sentiva un animo dal forte sentire cioè un uomo che sentiva tutto in maniera estremamente enfatizzata e che era in grado di percepire le contraddizioni del suo tempo a differenza di tutti tutti gli esseri umani che non considerava ai mediocri note si sentiva per certi versi inadeguato alla vita del suo tempo e qui vengono fuori tutte le tematiche no anche politiche quindi la versiona tirannide l'aspirazione alla libertà eccetera eccetera è una prosa dicevamo una prosa abbastanza agile però con tantissimi neologismi avete anche proprio un riquadro sul vostro libro che riporta tutta una serie di parole inventate da alfieri che gli servivano proprio per rendere concetti che appunto lui sentiva le tragedie sono le sue opere più famose come mai sceglie proprio la tragedia come genere letterario beh perché effettivamente la tragedia era lo strumento privilegiato per esprimere i sentimenti e le passioni più elevate e anche perché lui sperava attraverso una tragedia di ottenere un vero e proprio scopo educativo sul lettore cioè educare il pubblico a avere dei sentimenti diciamo alti la stesura delle sue tragedie come lui stesso ci dirà prevedeva tre fasi l'ideazione la stesura e il cosiddetto verseggiare l'ideazione e quando diciamo alfieri prendeva la storia e diciamo creava una sorta di bozza in prosa la stesura era la vera e propria scrittura della tragedia in prosa sempre e poi c'era la resa in versi e come versi lui sceglie sostanzialmente l'endecasillabo sciolto esattamente come aveva fatto parini per il giorno e questa è la grande novità del settecento no cioè l'endecasillabo senza rime che permette chiaramente una varietà nel ritmo molto molto più forte rispetto a l'endecasillabo in rima e le sue tragedie sono piene viene giambò per esempio dicevamo la tragedia nella tragedia come strumento privilegiato è una tragedia in realtà come dice il vostro libro è più che per la messa in scena per diciamo la lettura potremmo dire nonché alfieri non volesse metterle in scena anzi farà anche delle recita allestirà delle recite o anche delle letture private alcune verso tragedie saranno anche rappresentate anche se lui in realtà non andava mai ad auto vedersi ci andava la stolder che rimaneva sempre un po del usano quindi diciamo che l'intento era effettivamente la messa in scena però come lui stesso dice il teatro del suo tempo non era adatto a accogliere le sue tragedie un po perché gli attori secondo lui non erano in grado di imparare a memoria i suoi copioni noah dove comunque abbiamo una una lingua ricercate una lingua letteraria un po perché lo stesso pubblico secondo lui non era pronto a vedere le sue opere e quindi sì lui diciamo che scrive queste tragedie più a livello letterario rispetta le unità aristoteliche questo importante in questo lui è molto tradizionale anzi addirittura nell'unità di azione lui è molto molto più rigoroso e quasi esasperato nel senso che tutto si concentra o su un'unica azione o addirittura su un unica emozione quindi prende le storie del mito e le sfronda di tutto ciò che accessorio quindi di personaggi secondari o episodi secondari è un vero e proprio teatro della parola nel senso che più che fondarsi su effetti scenici su colpi di scena si fonda proprio sui dialoghi che alfieri chiaramente cura tantissimo dialoghi che sono o scontri verbali fra personaggi o soliloqui molto molto lunghi e molto intensi quindi da veramente tantissime importanza alla parola del resto cerca di porta all'estremità sperazione quello che al teatro classico no che era più un teatro della parola che un teatro no legato agli elementi scenici e quello che veramente risalta più che la trama in sé che dicevamo si concentra più su un'unica azione sono i suoi personaggi che sono personaggi sistani ci sono personaggi soli sono personaggi che come lui sentono tutto estremamente fa in maniera forte no il vostro libro dice sono quasi dei tipi alla questa espressione non è esattamente corretta sono tipi nel senso che effettivamente nella tragedia sanno una sola cosa sostanzialmente tutto si concentra intorno a una sola azione però in realtà a ben vedere hanno una psicologia che quasi anticipa freud ok nel senso che sono presi da pulsioni contrastanti interne che effettivamente la definizione di tipo è probabilmente inadeguata diciamo che alfieri in un primo momento scrive tragedie di tema politico in che senso tema politico non nel senso che trattano le politiche per esempio prendiamo l'antigone ma che sono sempre temi etici o presi dalla storia ma che hanno come tematiche affrontate per esempio il concetto della tirannide o della libertà o il rapportarsi appunto con le leggi e con la giustizia in una seconda fase si avvicinerà più a tematiche di tipo intimistico quindi pulsioni interiori drammi interiori lo stile ha uno stile personalissimo è uno stile tragico è uno stile che prende ispirazione dai grandi autori dai grandi autori della letteratura italiana dante petrarca ma dicevamo anche tantissimo tasso ci sono tantissime figure di ripetizione quindi l'anafora per esempio tantissime metafore e neologismi di nuovo come nella vita e la sintassi una sintassi particolare che in alcuni punti è anche il pota tica per certi versi ma in altri è una sintassi anche spezzata fatta dai puntini di sospensione perché alfieri poneva tantissima attenzione non solo sul parlato ma anche sulle pause e su e silenti uno dei suoi capolavori è sicuramente il saul il saul pubblicato nel 1782 tra l'altro è il sauro è uno dei personaggi che alfieri amava di più è un personaggio preso dalla bibbia come sapete non è un personaggio mosso da gelosia invidia sospetto ma anche pentimento e amore ed è un personaggio veramente psicologicamente molto complesso cosa dice la trama saul è sostanzialmente questore biblico che ormai è diventato anziano che vive durante la guerra tra filistei e ebrei egli ha scelto questo non ce lo dice la tragedia per tirata giulia con incomincia un pochino più avanti nella storia ha scelto non solo come sposo di sua figlia micol ma anche come il suo futuro successore quindi come nuovo re d'israele david david un guerriero forte un guerriero giovane bello amato da dio dal popolo e dai sacerdoti a un certo punto però saul diventa geloso diventa geloso tra l'altro è convinto di aver perso l'amore di dio perché diciamo in guerra ha fatto cose appunto che corrispondevano al volere di dio e quindi che cosa fa esilia david la tragedia che inizia con il ritorno di david nel senso che sauro si trova in guerra contro i filistei da ritorna per cercare di aiutare saul e da qui comincia la tragedia david che cerca di dimostrare la sua fedeltà a saul nicola figlie anche l'altro figlio di alfieri degli alfieri si di saul che cercano di convincere il padre a riaccogliere david e alla fine saul si lascia intenerire ma poi di nuovo ritornano le ossessioni di prima ritorna la convinzione che dietro ci sia un grande complotto e alla fine che cosa sarà caccia david che era quello che avrebbe permesso a saul di vincere la guerra contro i filistei e addirittura uccide il sommo sacerdote a chi melech ea quel punto perde perde la guerra e prima ancora di farsi consegnare decide di suicidarsi l'altra tragedia famosissima è la mia va lamiera siamo nella fase della maturità di alfieri tra il 1784 nel 1786 è il dramma di una donna il dramma di una ragazza presa da un sentimento incestuoso che è l'amore verso il padre che cosa è successo è successo che mira è appunto questa principessa di cipro la madre si vanta della bellezza della figlia si vanta tanto da dire che a cipro la gente viene più che per venerare afrodite viene proprio per vedere nir la ea quel punto afrodite decide di punire non tanto la madre ma la figlia e la comicità accendo la innamorare del padre mirra e questo anche perché chiaramente non conveniva rappresentarlo sulla scena per tutta la tragedia non fa vedere di essere innamorata dal padre semplicemente è irrequieta disperata non riesce a trovare pace è infelice perché perché oltre che a negare agli altri cerca di negare a se stessa questa passione terribile tanto che a un certo punto lei se appunto scelta un marito futuro marito a cui lei è certamente affezionata decide però di accelerare le nozze perché spera sposandolo di uscire di casa e di non vedere più un tale liberarsi di questa passione proibita quando però lei arriva sull'altare rimane aumenta rimane muta e non riesce a sposare pereo però è disperato e si suicida nella parte finale noi abbiamo il dialogo con il padre il padre un primo momento pensa che la figlia appunto sia innamorata di qualcun altro che voglia nascondere al padre questo sentimento ma a un certo punto il dolore di mira viene fuori viene fuori al padre ma viene fuori anche al pubblico tanto che a quel punto mirra decide di suicidarsi con la spada del padre e anche questa è una storia di un personaggio esattamente come sound che alla fine decide di suicidarsi un personaggio in conflitto con se stesso con questi sentimenti appunto ingestibili