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La storia dello scisma anglicano

Un saluto a tutti, ben ritrovati. Oggi parliamo dello scismo anglicano, un evento straordinario nella storia, talmente importante che le sue conseguenze si ripercuotono e sono ben visibili ancora al giorno d'oggi. Da dove partiamo? Dalla guerra delle due rose. Dal 1455 al 1485, per esattamente 30 anni, L'Inghilterra piomba in una sorta di guerra civile. Due grandi fazioni si scontrano. La casata dei Lancaster, il cui simbolo era una rosa rossa, come vedete qui, contro la casata degli York, il cui simbolo era una rosa bianca. Eccola qui. E ovviamente l'obiettivo era la presa del potere, il trono inglese. La guerra delle due rose finisce con una battaglia, 1485, la battaglia di Bosworth Field. In quella battaglia si affrontano, come vedete qui, Enrico Tudor della casata dei Lancaster contro Riccardo III della casata degli York. Fu una battaglia memorabile e resa ancora più celebre da... una tragedia di Shakespeare che appunto si intitola Riccardo III. Quella famosa tragedia dove a un certo punto Riccardo III è in mezzo al campo di battaglia, viene disarcionato dal cavallo, è più o meno circondato da nemici e a un certo punto grida un cavallo, un cavallo, tutto il mio regno, perché in quel momento era re d'Inghilterra, per un cavallo, perché il cavallo era l'unico strumento che gli consentiva, gli avrebbe consentito di salvarsi in quella situazione. e invece viene affrontato dai suoi nemici e muore sul campo. Con la battaglia di Bosworth Field Enrico Tudor mette fine alla guerra delle Due Rose e può finalmente instaurare un periodo di pace in Inghilterra. Periodo di pace determinato anche dalla saggezza politica di Enrico Tudor perché... non si è contenta di sconfiggere con la forza il proprio avversario, ma vuole anche assestare politicamente le cose in maniera pacifica una volta per tutte. E che cosa fa? Sposa, la vedete qui, Elisabetta di York, quindi sposa una sua rivale, in modo tale che la discendenza, il figlio di Enrico Tudor ed Elisabetta di York, fosse una sintesi perfetta, per così dire, delle due casate. evitando strascichi a lungo andare di lotte intestine per la presa del potere. Enrico Tudor, quindi nel 1485, diventa il re d'Inghilterra e dà avvio ad una nuova casata, la casata dei Tudor, che governeranno in Inghilterra per più di cento anni. Enrico Tudor avrà in tutto quattro figli, due femmine e due maschi. I maschi erano Artur o Artur, il primo genito, e Enrico, che poi diventerà Enrico ViiII, il secondo genito. Enrico ViiI riesce a mettere a segno un colpo straordinario, perché riesce a far fidanzare ufficialmente, in prospettiva ovviamente del matrimonio, il suo figlio primogenito Arthur con una delle rampolle, per così dire, più corteggiate d'Europa. Era una figlia dei re cattolici, quindi una figlia dei re spagnoli, Ferdinando di Castiglia e Isabella d'Aragona, ovvero Caterina d'Aragona. I due erano ancora adolescenti, avevano 16 anni lei e 14 anni lui, si fidanzano ufficialmente e cominciano a intrattenere una corrispondenza, corrispondenza in lingua latina, perché in quel momento era l'unica lingua franca che studiavano un po'tutti. Fu un ottimo colpo. da parte di Enrico ViiI perché ovviamente in quel momento la Spagna aveva appena scoperto l'America e quindi si apprestava a diventare la nazione più ricca e anche più potente d'Europa. E in effetti il Cinquecento è il grande secolo della Spagna, Paolo V e Filippo II. E comunque questi due giovani rampolli, ancora adolescenti, cominciano a intrattenere una corrispondenza, non si conoscevano, il destino volle che venissero forzatamente fidanzati e cominciano a scriversi in latino. Quando finalmente i due si incontreranno per sposarsi, I due si sposeranno nel 1501, giusto per dare una data. Era la prima volta che si vedevano, si erano conosciuti pochi giorni prima del matrimonio e quando si incontrarono per la prima volta si accorsero che l'uno non capiva l'altra. Perché è vero che entrambi avevano studiato il latino, ma è anche vero che lo avevano studiato con accenti e pronunce completamente diverse, per cui la scena dovette essere un po'grottesca. questi due adolescenti si incontrano, non sanno neanche chi sono, sapevano chi erano ma non sapevano nulla l'una dell'altra, non sapevano neanche discutere, ma la ragione di stato volle che dovetero sposarsi. Correva l'anno 1501 e tuttavia il matrimonio durò molto poco, perché già l'anno successivo Già l'anno successivo Arthur morì, aveva circa 16 anni e morì di tubercolosi. A quel punto Enrico ViiI, il re, fu obbligato ad elevare il suo figlio secondogenito, Enrico, che poi diventerà Enrico ViiII, si chiama Enrico sia il padre che il figlio secondo genito, a Principe del Galles. Principe del Galles è un titolo onorifico che viene affidato all'erede al trono, per cui il principe erede al trono, ci possono essere più principi, ma solo il primo genito erede al trono, viene anche insegnato di questo titolo particolare, e cioè Principe del Galles. Ecco, Enrico ViiI, dicevo, fu obbligato a elevare il suo secondo genito ai re del trono, ob torto collo, perché il padre, il monarca, non nutriva grande stima nei confronti del suo secondo genito. E in effetti poi Enrico ViiII, quando diventerà re, si rivelerà un monarca affascinante per certi aspetti, ma anche estremamente egoista, ipocrita e violento per altri aspetti. Era un personaggio molto rancoroso, continuava a rimuginare sulle eventuali colpe altrui, su eventuali complotti contro di lui, ed era molto vendicativo. Forse questi aspetti del carattere non molto propedeutici ad un ruolo come quello del monarca rendevano il padre piuttosto scettico sulla possibilità di elevare il proprio figlio a principe del Galles, ma d'altronde non poteva fare altrimenti. Nel 1509 Enrico ViiI muore e prima di morire però penso bene di fare che cosa? di non vanificare tutti gli sforzi profusi per ottenere dai re cattolici il fidanzamento con il proprio figlio primogenito, Arthur, che però nel frattempo era morto. Per cui cosa riuscì a fare Enrico ViiI, e questo fu veramente un maestro, nel orchestrare un secondo matrimonio, quello tra la ambitissima principessa spagnola Caterina d'Aragona, sempre lei, vedova del figlio Artur, con il suo secondo genito. Per cui la povera Caterina d'Aragona, provata a mettervi nei suoi panni, dovete passare ob torto collo, causa di forza maggiore, da un fratello all'altro fratello, da Artur a Enrico, che poi diventerà ottavo. Nel 1509 Enrico ViiI muore, ma i due rampolli erano già fidanzati. Caterina d'Aragona ed Enrico ViiII. Quindi nel 1509 sale al trono Enrico ViiII, il secondo del suo casato, e poche settimane dopo l'ascesa al trono sposa anche la giovane Caterina d'Aragona. I primi anni del suo regno furono abbastanza tranquilli, Enrico ViiII era ancora molto giovane, aveva 18 anni. anni quando salì al trono e nonostante la sua giovane età non si abbandonò a chissà quale eccesso, anche se il suo carattere lo spingeva verso quella direzione. Non si abbandonò a grandi accessi fondamentalmente grazie all'ascendente che esercitava su di lui il primo ministro, il Lord Cancelliere, che era il cardinale Wosley, che manterrà questa carica di Lord Cancelliere per 14 anni. Per cui il giovane Enrico ViiII poteva appoggiarsi su questa figura carismatica e esperta nei primi anni del suo governo. Certo, riuscire a mantenere Enrico ViiII entro i binari giusti non dovette essere facile per il buon cardinale Wosley, perché, contrariamente al padre, Enrico ViiII non amava l'attività intellettuale. Riteneva la lettura una cosa inutile e noiosa. Viceversa preferiva la caccia, preferiva la danza, preferiva la musica, preferiva la bella vita e poi potremmo dire gli anni successivi preferiva anche le belle donne e vedremo il perché. Comunque nonostante questo carattere piuttosto irruento i primi anni andarono abbastanza bene. Certo ogni tanto quando andava bene Enrico ViiII si interessava anche di teologia si interessava anche di astronomia, però anche nel fare questo non mascherava il suo carattere molto irruento. Capitava delle volte che nel cuore della notte si svegliasse, avesse voglia di osservare il cielo o si ponesse qualche particolare domanda di carattere teologico astronomico e nel cuore della notte andasse a svegliare di soprassalto un grandissimo intellettuale di corte, Tommaso Moro, su cui torneremo tra un attimo. il quale evidentemente non poteva fare altro che a consentire alle richieste del re e quindi vestirsi in fretta e in furia, salire sul tetto del palazzo reale, osservare le stelle e intrattenere qualche dotta conversazione con Enrico ViiII. Ecco, però questi momenti, al di là del fatto piuttosto sconveniente per il povero Tommaso Moro, erano momenti di curiosità intellettuale piuttosto rari. Il carattere di Enrico ViiII era estremamente energico, estremamente focoso, poco dedito, per così dire, alla attività intellettuale. Salito al trono nel 1509 dovette anche adempiere ai propri doveri di monarca e uno dei primi doveri era ovviamente dare alla propria casata, ai Tudor, dare al trono d'Inghilterra e dare all'Inghilterra stesso, dei discendenti. E si mise subito di buzzo buono. Diciamo che dal 1509, o 1510, 1518, insomma nell'arco di dieci anni più o meno, un po'meno, la moglie, Caterina d'Aragona, ebbe ben... sei gravidanze, però che andarono quasi tutte male perché alla fine di queste sei gravidanze rimase in vita o per un motivo o per l'altro solo una bambina che i due monarchi chiameranno Mariaria e che poi diventerà ad un certo punto anche regina d'Inghilterra. Mariaria Tudor passata poi alla storia anche come Mariaria la Sanguinaria. Su questo titolo torneremo più avanti. Ecco, il problema qual era? Il problema, beh, probabilmente per Caterina è anche la fatica e il peso di dover affrontare così tanti parti in così poco tempo. Per il marito, per Enrico ViiII, il problema era il fatto che lui cercava una discendenza maschile, un figlio maschio. È vero che le femmine potevano salire sul trono d'Inghilterra e infatti Mariaria salirà sul trono inglese da 1553 al 1558. Però era un rischio perché una regina femmina si sarebbe sposata con un suo parigrado e quindi con ogni probabilità con un re straniero. E un re straniero probabilmente... alla lunga avrebbe traghettato l'Inghilterra entro la propria orbita di influenza, entro la propria sfera politica. Per cui c'era il serio pericolo che... Con una regina femmina l'Inghilterra, attraverso politiche matrimoniali poco accorte, finisse inglobata e sottomessa ad una potenza straniera. Sarebbe stato molto meglio, questa era la mentalità del tempo, avere un figlio maschio. Figlio maschio che ricottava o cercava in tutti i modi, ma che non riusciva ad ottenere. E questo sarà un grosso problema e vedremo il perché. Ancora, oltre a questi problemi di discendenza, Enrico ViiII dovete affrontare un altro grossissimo nodo, un nodo religioso, perché ricordo che nel 1517 comincia a diffondersi la dottrina luterana. Dottrina luterana che era eretica per la prospettiva cattolica e anche in Inghilterra le Dei luterane cominciano piano piano a diffondersi, addirittura cominciano a penetrare nell'Università di Cambridge e poi cominciano anche a penetrare nel Palazzo Reale attraverso Anna Bolena, su cui torneremo, e la sua ristretta cerchia di conoscenze. Ebbene, Enrico ViiII, che atteggiamento assume nei confronti di questa nuova dottrina? La chiamavano così in Inghilterra, nuova dottrina, cioè la dottrina luterana. Era una dottrina che oltre a opporsi radicalmente al cattolicesimo, Lutero definiva il Papa l'Anticristo, era una dottrina che già in Germania, nel mondo tedesco, nel Sacro Romano Impero, aveva dimostrato tutta la sua... carica rivoluzionaria. I grandi potentati si ribellano all'imperatore, i cavalieri si ribellano ai grandi potentati, in ultimo si ribellano i contadini e poteva essere non solo religiosamente sovversiva ma anche e soprattutto politicamente. In ogni modo Enrico ViiII decide di... respingere, di affrontare per estirpare nel limite del possibile queste nuove idee che cominciano a diffondersi. Per cui scrive, o meglio firma, nel 1521 questa Assertio Septem Sacramentorum, che era un, come dice lo stesso titolo, era un'asserzione, un discorso sui sette sacramenti, un discorso difensivo dei sette sacramenti, cioè un discorso che giustificava i sette sacramenti e quindi un discorso assolutamente cattolico, perché i protestanti invece contestavano i sacramenti, fatta eccezione per il battesimo e per la cena del Signore, ovvero l'eucarestia, anche se la intendevano in modo molto diverso rispetto all'ortodossia cattolica. Per cui Enrico ViiII prende posizione a favore del Cattolicesimo e questa presa di posizione gli fa guadagnare tra l'altro un appellativo, un titolo onorifico molto importante che gli venne conferito direttamente dal Papa, quello stesso Leone X che in questo periodo aveva scomunicato Lutero. Il titolo che ottenne Enrico ViiII fu il famoso titolo di Defensor Fidei, Difensore della Fede, sottointeso cattolica, titolo attribuitogli direttamente da Papa Leone X. Questo a dire il riconoscimento e l'apprezzamento del Papa nei confronti di un monarca che cercava di arginare l'eresia luterana. C'è da dire una cosa che, come vi dicevo, Enrico ViiII non era un grande intellettuale, il suo carattere lo portava altrove. non era un grande frequentatore di biblioteche e di libri. Dovette, ma questo non è mica un peccato capitale, ebbe però la saggezza di appoggiarsi ad uno straordinario intellettuale che aveva portata di mano, che era il noto, famosissimo Tommaso Moro, uno degli intellettuali più in voga, più rinomati, dell'Europa rinascimentale, conosciuto in Inghilterra e anche in tutta Europa. Tommaso Moro è conosciuto soprattutto per essere l'autore di quel libro di stampo filosofico, filosofia politica, molto famoso, intitolato Utopia. È un libro che potete trovare ovunque, in biblioteca, ma anche nelle librerie, perché viene continuamente repubblicato, perché è continuamente comprato e letto. Ecco, l'Utopia è proprio il... testo che poi rese immortale Tommaso Moro. La parola utopia, apro una piccola parentesi, è una parola che si inventò, che coniò proprio Tommaso Moro e deriva dal greco topos, significa luogo. U davanti è una negazione, sarebbe come dire probabile, improbabile. Quindi utopos sarebbe non luogo. Che cos'è un'utopia? È un non luogo, una cosa che esiste in nessun luogo, e cioè che non esiste. Cioè è un ideale così perfetto che non può trovare un riscontro concreto empirico in nessun luogo sulla Terra. Quindi un modello che esercita una sua forza d'attrazione, a cui ci si può avvicinare, ma che non può mai essere completamente rispecchiato in tutta la sua perfezione e pienezza. È un genere letterario, quello dell'utopia, inaugurato, se volete, da Platone con la Repubblica. Anche Platone immaginava uno stato ideale, sapendo benissimo che... andava teorizzando uno stato di cose irraggiungibile. Ecco, anche Tommaso Moro fa una cosa del genere però nel 1500 e quindi affrontando problematiche in parte diverse ovviamente rispetto a quelle di Platone. Tommaso Moro quindi fu la grande spalla intellettuale a cui si appoggiò Enrico ViiII per stendere questa... questo discorso, l'asserzio septem sacramentorum. Tommaso Moro che non solo aiutò Enrico ViiII in questa circostanza, sperando che in quel periodo Enrico ViiII l'avesse fatto dormire, che non continuasse a svegliarlo di soprassalto nel cuore della notte perché altrimenti gli si annebbiava la mente, ma Tommaso Moro che aiutava Enrico ViiII anche in... in altre faccende di carattere intellettuale. Tommaso Moro era dotato di un'intelligenza straordinaria e spesso Enrico ViiII si appoggiava a lui per poter discernere l'eresia. Cioè era Tommaso Moro che riusciva ad esaminare le dottrine prodotte di cui si discuteva in Inghilterra. e capire se fossero di carattere eretico, se non fossero di carattere eretico o se ci fosse qualche errore che si annidava da qualche parte. Era Tommaso Moro che diceva, infatti cito testualmente, non vi fu mai eretico che disse solo menzogne. Non vi fu mai eretico che disse solo menzogne. Cioè, nell'eresia si trovano elementi di verità e anche elementi erronei, di falsità. Bisogna essere intellettualmente molto acuti e molto preparati per sapere entrare nei meandri dei discorsi e discernere, conservare ciò che è corretto e scartare invece ciò che è erroneo. Ecco, per fare questo, per analizzare ed eventualmente respingere le dottrine scorrette, Enrico ViiII si appoggiava soprattutto non solo, ma anche a Tommaso Moro. Benissimo. Entriamo negli anni 20 e rimane il problema della discendenza, e cioè Caterina d'Aragona aveva avuto quelle sei gravidanze, ma purtroppo intorno alla metà degli anni 20, 1525-1527, insomma quegli anni lì, divenne ormai chiarissimo che Caterina non avrebbe più potuto avere figli. entrò a meno pausa e quindi il discorso era assolutamente da scartare. Enrico ViiII comincia a disperarsi, comincia a pensare che il suo matrimonio fosse maledetto da Dio, comincia a cercare qualche soluzione ma non sapeva esattamente come risolvere la questione. Se non che intorno a quegli anni 1525-1527, insomma comincia ad infatuarsi. di una giovane dama di corte, la famosa Anna Bolena. Era una dama di compagnia di Caterina, come tante altre dame. Ebbene Enrico ViiII comincia ad invaghirsi e comincia a corteggiarla. Non fu una scelta molto popolare perché quando ormai divenne chiaro che Enrico ViiII aveva una nuova compagna, non una moglie ufficiale, ma comunque... una compagna ufficializzata, perché ormai quel rapporto cominciava a diventare di dominio pubblico, ecco la sua immagine pubblica ne risenti parecchio perché Caterina d'Aragona era molto amata, era molto popolare in Inghilterra, viceversa Anna Bolena non ispirava simpatia, per cui pensate che addirittura ad un certo punto a Londra ci furono anche delle manifestazioni contro Anna Bolena. Enrico ViiII, col suo carattere energico, testardo e irruento, cosa fa? Come spesso fece nella sua vita, prende la cosa di petto, e cioè promulga delle leggi attraverso le quali il popolo inglese veniva obbligato ad onorare Anna Bolena come fosse stata una regina. E quindi viceversa, se non l'avesse onorata come una regina, sarebbe popolo inglese. o i singoli individui incappati nelle relative pene. Maria Anna Bolena non era una regina, era una concubina. E quindi il problema comincia a diventare abbastanza evidente e soprattutto il problema comincia a richiedere con sempre maggiore insistenza di essere risolto. E lo risolve a suo modo Enrico ViiII. come sempre in maniera energica. 1533 divorzia da Caterina d'Aragona, non poteva più dargli figli e si sposa con Anna Bolena. La povera Caterina d'Aragona viene anche mandata al confino, viene mandata fondamentalmente in esilio, per carità in una reggia. con tutta la servitù al seguito nel Cambridge Shire, però viene fondamentalmente isolata. Divorzia e si sposa con Anna Bolena. Qual è il problema? Che prima di divorziare con Anna Bolena, Enrico ViiII chiese al Papa Clemente ViiI il permesso di divorziare. con Caterina d'Aragona, perché il matrimonio è un sacramento, era stato celebrato validamente e quindi non c'era nessun motivo per il quale Enrico ViiII potesse divorziare da Caterina d'Aragona. E infatti Clemente ViiI gli nega la possibilità del divorzio. Non c'era nessun buon motivo. per cui Enrico ViiII dovesse divorziare dalla spagnola, dalla Caterina d'Aragona. E allora Enrico ViiII, vi dicevo, fa da sé, divorzia da Caterina e si sposa con Anna Bolena. Però a quel punto lì, se da un certo punto di vista può risolvere il problema dinastico, nella speranza che Anna Bolena gli partorisse un figlio maschio, si dà... Da quel punto di vista risolve anche il problema delle contestazioni popolari, perché Anna Bolena a quel punto diventa regina e quindi a maggior ragione non la si può contestare, però si apre una frattura enorme con il Papa, una frattura enorme, perché Enrico ViiII procede autonomamente al divorzio disobbedendo esplicitamente a un diniego da parte di Clemente II. E allora cosa fa Enrico ViiII? Ancora una volta procede in maniera unilaterale. Nel 1534 convoca il Parlamento inglese e fa emanare dal Parlamento il famosissimo atto di supremazia. Era una legge che dichiarava il re d'Inghilterra, quindi in questo momento Enrico ViiII, ma poi ovviamente anche tutti i suoi discendenti, fino al giorno d'oggi, capo supremo della Chiesa anglicana. Cioè, con l'atto di supremazia, il Parlamento inglese, subendo la pressione del monarca ovviamente, spacca la Chiesa. La Chiesa inglese si separa dalla Chiesa universale, dalla Chiesa cattolica, e diventa fondamentalmente una Chiesa nazionale, la Chiesa degli inglesi. sottoposta non più al Papa ma al Monarca d'Inghilterra, ad Enrico ViiII. Si tratta di un vero e proprio scisma. Ecco perché scisma anglicano. Nel 1534 la Chiesa d'Inghilterra si separa dalla Chiesa Cattolica Universale e diventa Chiesa Anna, sottoposta al monarca Enrico ViiII. Si parla di scisma in questo caso e non di eresia, perché lo scisma è una divisione per così dire politica. una divisione istituzionale, in questo caso determinata dal capo della chiesa. Il capo della chiesa non è più il papa, ma è il re d'Inghilterra. Maria non si tratta con Enrico ViiII ancora di eresia, perché la dottrina, cioè l'aspetto teorico fondamentale della religione, in questo caso del cristianesimo, rimane invariata, cioè i cattolici avevano la stessa dottrina degli anglicani. o forse sarebbe meglio dire il contrario, gli anglicani conservarono la stessa dottrina, stessa identica dottrina dei cattolici, quindi la stessa identica dottrina sui sacramenti, la stessa dottrina sul rapporto fede e opere in rapporto alla salvezza, la stessa dottrina che proveniva non solo dalla scrittura ma anche dalla tradizione, cioè gli anglicani ed Enrico ViiII non fecero come Lutero, che contestarono prima l'autorità del Papa e poi... modificarono e abbandonarono la dottrina, parte della dottrina cattolica. La dottrina anglicana con Enrico ViiII fino alla morte di Enrico ViiII rimane uguale alla dottrina cattolica. L'unico elemento di divisione, ma era un elemento molto importante, era appunto il ruolo del papa, non più riconosciuto a capo, a testa della chiesa da parte degli anglicani. Ecco perché la divisione, ripeto, è per così dire politica istituzionale e non contenutistica dottrinale. Si parla perciò di scisma e non di eresia, la differenza è sostanziale. Ovviamente con l'atto di supremazia il Papa cosa fece? Beh, innanzitutto il Papa che nel frattempo era cambiato, proprio nel 1534 muore Clemente ViiI e gli succede Paolo III. Ecco, il Papa Paolo III, pochi mesi dopo l'atto di supremazia, cosa fa? Quando si rende conto che quella strada imboccata da Enrico ViiII non era più reversibile, cioè Enrico ViiII non aveva nessuna intenzione di ritornare sui propri passi, scomunica Enrico ViiII, scomunicare significa porre fuori dalla Chiesa Cattolica, ma d'altronde era stato Enrico ViiII stesso a dire noi non siamo più Chiesa Cattolica. Quindi il Papa prende semplicemente atto di uno stato di fatto e ovviamente gli revoca quel famoso titolo, Defensor Fidei, perché quando era stato pubblicato quella Sergio Septem Sacramentorum, la sì che Enrico ViiII si era mostrato difensore della fede cattolica, ma adesso in questo momento l'aveva abbandonata la fede cattolica, istituendo una chiesa nazionale, la chiesa anglicana. e quindi ovviamente quel titolo non aveva più nessun senso di essere per cui viene revocato dal Papa Paolo III però questo suonava come un'onda, come una vergogna per Enrico ViiII come se i suoi titoli dovessero dipendere da quel Papa che stava a Roma e allora cosa fa Enrico ViiII? si fa riassegnare, riconferire il titolo di Fensor Fidei dal Parlamento inglese Ovviamente, difensor fidei di quale fede? Della fede anglicana. Maria il Parlamento gli riattribuisce quello stesso titolo, dando per scontato che fosse difensore ovviamente della Chiesa nazionale inglese, cioè della Chiesa anglicana. Ancora oggi i monarchi inglesi, e quindi la regina Elisabetta, e dopo la regina Elisabetta anche il suo discendente, sono capi, non solo capi di Stato. con poteri molto ridotti perché c'è un parlamento in inghilterra eccetera eccetera però sono non solo capi dello re d'inghilterra quindi capi dello stato ma sono anche capi della chiesa anglicana anche se oggigiorno non è la regina che si occupa di questioni ecclesiastiche affida tutte le questioni agli ecclesiastici sottoposti però formalmente formalmente è lei ad essere capo della chiesa anglicana e infatti se vi capita di andare in inghilterra Può capitare di trovarvi tra le mani dei pound, delle monete, che recchino impresso proprio questo titolo. Vedete, questo è un esempio, qui è effigiata la regina Elisabetta, questa è una moneta da due pound, e vedete cosa c'è scritto? Elisabetta II D.G. Regge F.D. Significa D.E.O. Grazia. regina, cioè regina in virtù della grazia divina, FD significa proprio Fidei Defensor, è un titolo che i monarchi inglesi ereditano dal tempo di Enrico ViiII. Andiamo avanti. Emanato questo atto di supremazia, Enrico ViiII, sempre con il suo carattere, con la sua mentalità molto irruenta e energica, scatena delle persecuzioni, a volte del terrore vero e proprio, contro i cattolici. Tutti coloro, ed erano, ce n'erano tanti, che in Inghilterra non accettarono questo cambiamento, e quindi tutti coloro che volevano rimanere cattolici, e cioè fedeli al Papa di Roma, vennero colpiti con estrema durezza da parte di Enrico ViiII. Vi leggo qualche riga da parte scritta da Franzen, tratta da un libro di Franzen, un noto storico della chiesa. Lo trovate qui sulla slide. Vedete cosa diceva? Le punizioni contro i certosini di Londra erano dei monaci che contestarono a Enrico ViiII l'atto di supremazia volendo rimanere fedeli al Papa. Furono bestiali. Essi, i monaci certosini, furono legati alle code di cavalli selvaggi e trascinati per le strade. Fecero seguito impiccagioni, mutilazioni, estrazioni delle viscere da corpi vivi, mi rendo conto che fa un po'schifo, ma se le cose sono andate così, insomma, a un certo punto è anche giusto vedere come sono andate, decapitazioni, scu... squartamenti e impiccagioni, dissezioni dei cadaveri per intimorirne i sudditi. Ecco qui vedete è la tecnica macabra del terrore, colpirne uno e in maniera macabra, terribile, per educarne cento. A fare le spese di tutto ciò furono anche non solo i monaci certosini di Londra, ma non furono i soli. Nel 1535, dopo infiniti tormenti, furono giustiziati anche il vescovo Fischer e l'ex lord cancelliere Tommaso Moro, perché rifiutarono il giuramento di supremazia. 200 esecuzioni capitali segnarono la via sanguinosa che separò violentemente l'Inghilterra dalla Chiesa Universale. Ecco, qui vedete che abbiamo delle vittime illustri. e finirono condannati a morte il vescovo di Rochester, che era questo Fischer, che era una persona estremamente colta perché per molti anni fu anche il cancelliere dell'Università di Cambridge. Ecco, anche lui era un vescovo cattolico, contestò da Enrico ViiII questa sua svolta anglicana e finì molto male, perché venne decapitato e la sua testa finì... impalata sul ponte di Londra, in bella mostra per tutti quanti. Colpire un pesce grosso, per così dire, per educarne 100, 1000, 2000 di piccoli. Maria poi soprattutto la vittima più famosa in assoluto fu Tommaso Moro, questo straordinario umanista rinascimentale che fu un braccio destro per Enrico ViiII per molti anni e che divenne addirittura lord cancelliere per un paio di anni. ma che non poté seguire il suo monarca su questa nuova strada dell'anglicanesimo. Fu un lord cancelliere molto leale, Tommaso Moro, anche ossequioso nei confronti del sovrano, ma che a un certo punto messo alle strette tra la carriera politica, tra la fedeltà al proprio sovrano, tra la volontà e l'istinto sacro santo di salvare la propria pelle, da un lato, e invece la volontà di rimanere fedele alla dottrina cattolica in cui lui credeva fermamente, a un certo punto lui ebbe l'onestà e anche soprattutto il coraggio di rimanere fedele alla seconda. Per cui anche lui non giurò fedeltà, non accettò l'atto di supremazia, non giurò fedeltà nei confronti del re in quanto capo della chiesa americana, perché non riconosceva la chiesa americana, e anche Tommaso Moro, venne condannato a morte. Prima di morire una delle sue ultime frasi fu questa, la cito per capire lo spessore, la tempra non solo intellettuale ma anche umana e spirituale di questo personaggio straordinario Tommaso Moro, lui disse così nulla accade che Dio non voglia e io sono sicuro che qualunque cosa avvenga per quanto cattiva appaia sarà in realtà sempre per il meglio ecco arrivare a dire una cosa del genere quando si è in procinto di essere condannati a morte è segno o di follia intellettuale o di straordinario coraggio di straordinaria fede se scegliete voi lui di fatto cosa dice sto per essere condannato a morte Maria anche questa cosa qui nella prospettiva di Dio sarà votata per il meglio, cioè da questo male se ne potranno trarre dei beni maggiori. Ecco, capite che è una frase che già si fa fatica a capire senza avere una spada di Damocle sulla testa, figuriamoci, quando si è in procinto di sedere sul pattibolo. Un grande intellettuale inglese, personaggio straordinario, Chesterton si chiamava, è colui che ha ideato il personaggio di padre Brown, forse qualcuno ha letto qualche novella di padre Brown. C'è esterto un personaggio straordinario, era un giornalista, scrisse opere teatrali, scrisse romanzi, scrisse dei saggi, anche un grande polemista, un uomo che visse il suo tempo senza risparmiarsi. Ecco, grande studioso, grande intellettuale, anche molto simpatico, un genio del paradosso. Su internet si trovano molte frasi, aforismi paradossali di Chesterton. Ecco, Chesterton cosa disse nei confronti di Tommaso Moro? Utilizzò questa metafora, che è calzante. Dice Tommaso Moro era un diamante, personaggio preziosissimo, straordinario. Un diamante che il suo tiranno, quindi in questo caso Enrico ViiII, gettò nel fosso. Perché? Perché non fu in grado di romperlo. Siccome Ricottavo non fu in grado di assoggettare Tommaso Moro alla propria volontà, appunto in ordine alla chiesa anglicana, decise di sbarazzarsene, ma così perse anche un personaggio di corte che dava non solo lustro alla monarchia britannica, ma poteva anche poi rivelarsi estremamente utile. Ecco, Tommaso Moro e anche Fischer vennero entrambi poi... considerati martiri dalla chiesa cattolica, Tommaso Moro è anche un santo, San Tommaso Moro. Cito un'altra vittima, questa non famosa come le prime due, però come dire, vittima di un caso significativo. Era un'anziana signora, un'anziana che problemi poteva mai suscitare un'anziana signora. Si chiamava Mariargaret Paolo. Che colpa aveva questa Mariargaret Paolo? Nessuna. Maria il problema era suo figlio. Suo figlio era un cardinale importante, un cardinale della Chiesa Cattolica, Reginald Paolo, che in quegli anni lì, quando Enrico ViiII stava emanando l'atto di supremazia, si era recato a studiare in una delle università più prestigiose d'Europa, e cioè l'università per eccellenza della Serenissima Repubblica di Venezia. e cioè, non a Venezia, l'Università di Padova, che però rientrava nella Repubblica Veneta. Erano anni straordinari quelli per l'Università di Padova, perché erano gli anni in cui quell'università era frequentata per esempio da Giacomo Fracastoro e da Niccolò Copernico e da tanti altri personaggi. Ecco, anche il nostro Reginald Paolo, cardinale, frequenta l'Università di Padova. Viene a sapere dell'atto di supremazia, non lo accetta, non concorda per nulla e anzi prende carta e penna e decide di contestare intellettualmente, quindi con carta e penna e suono di argomentazioni, quella svolta anglicana attuata da Enrico ViiII. Inscrive un trattato che si intitolava Pro Ecclesiastiche Unitatis Difensione, che significa difesa a favore della unità cattolica, quindi contro lo scisma, contro la divisione anglicana. Enrico ViiII, se avesse scritto una cosa del genere, sarebbe stato condannato a morte, evidentemente in Inghilterra. è che essendo all'estero, risiedendo all'estero, poteva pubblicarlo senza timori di rappresaglia. E proprio qui viene il problema, Enrico ViiII non potendo scagliarsi direttamente sul cardinale, purtroppo se la prese con l'anziana madre e Mariargaret Paolo venne condannata a morte per le colpe del figlio. Ecco, anche questo ci fa capire il carattere di Enrico ViiII. Il carattere è sempre molto irruento, violento e a volte anche, come dire, estremamente irrazionale da un certo punto di vista. L'accanimento contro i cattolici non fu l'unico provvedimento anticattolico, ordinato e intrapreso dal monarca, ovviamente. perché Enrico ViiII separandosi dalla Chiesa Cattolica fece quello che fecero tutti i signori tedeschi luterani quando a loro volta si separarono dalla Chiesa Cattolica e cioè cominciarono a incamerare tutti i beni della Chiesa Cattolica è abbastanza ovvio ci si separa dalla Chiesa Cattolica tutto ciò che sul territorio nazionale era di proprietà cattolica se ne approfitta si nazionalizza e si arraffano tutti i beni che si possono arraffare. Lo fecero i tedeschi, lo fecero gli svedesi e lo fece anche Enrico ViiII. Purtroppo c'è da dire che vennero distrutti molti edifici, anche di grande valore culturale, edifici gotici. Vennero fatti fondere moltissimi gioielli e oggetti preziosi, oggetti artistici preziosi. requisiti dalle chiese piuttosto che dai conventi, oro e argento, e vennero fatte saccheggiare molte biblioteche. La cultura cattolica in Inghilterra era straordinaria. Secondo la detta di alcuni storici, questi furono gli atti più rovinosi di vandalismo legalizzato nell'intera storia della Gran Bretagna. Tanto è vero... possiamo vederlo da questo slide qui, che Enrico ViiII poteva fruire di grandissime rendite provenienti dalle proprietà cattoliche. Vedete il grafico, no? Abbiamo nella linea blu, vedete i proventi. della corona inglese derivante dalla vendita dei beni monasteriali nello Yorkshire. Yorkshire si trova qui, nel nord-est dell'Inghilterra. Vedete questa linea blu? Questi sono gli introiti, cioè quello che la corona inglese ha guadagnato, vendendo mobili, argenteria e libri provenienti dai monasteri, dai conventi, dalle abbazie cattoliche. Vedete che proprio dal 1534, l'anno dell'atto di supremazia, c'è un'impennata, perché vennero venduti immediatamente tutti i beni che si potevano vendere, dopo piano piano, mano a mano che questi beni cominciavano a calare, a cessare, la linea a sua volta cala. La linea rossa invece cosa rappresenta? I proventi incamerati dalla corona inglese, derivanti dalla vendita delle terre, quindi terre che appartenevano alla chiesa cattolica o enti ecclesiastici requisiti dalla corona e rivenduti. Vedete che anche questi, piano piano, in maniera più lenta rispetto all'argenteria, ai mobili, ai libri e a quant'altro, anche questi a un certo punto rappresentano una voce, un introito che subisce una fortissima impennata. Ecco, è ovvio che è molto più facile vendere un libro o dell'argenteria o dei mobili piuttosto che un appezzamento di terra, perché l'appezzamento di terra costa di più, per cui è più facilmente vendibile l'argenteria, infatti questo è il motivo per cui, vedete, la curva legata all'argenteria si impenna prima della curva legata alla rendita delle terre. Ecco, anche qui si capisce benissimo esattamente come era successo in Germania, come questa nazionalizzazione ecclesiastica fu anche un fattore economico, perché ottenne alla corona inglese enormi guadagni, fruttuò enormi guadagni. Maria facciamo un altro esempio, questo era un esempio legato allo allo Yorkshire, quindi a tutti quei proventi che derivavano da lì. Maria guardiamo un'altra regione, qui andiamo a Norfolk, siamo proprio nel sud est dell'Inghilterra, Norfolk. Distribuzione della ricchezza, anche questo grafico è molto interessante per capire come funzionava il discorso. Un confronto 1535-1558. 1535 siamo subito dopo l'atto di supremazia, quando ci si stava accanendo sui beni della Chiesa Cattolica ma ancora il processo non era affatto compiuto. Ecco proviamo a vedere. Allora vedete questo rettangolino azzurro rappresenta le ricchezze della Chiesa, qui le percentuali ci interessano fino a un certo punto. e cerchiamo di capire la logica di fondo. Quest'altro rettangolino sono invece la proprietà, le ricchezze della corona, del re. Questo qui verde rappresenta le ricchezze della gentry, cosiddetta la piccola borghesia di campagna, coloro che avevano piccoli possedimenti in campagna di terra, che vedete faceva la voce del leone, la parte del leone. e invece questo piccolo rettangolino giallo rappresenta la ricchezza dei grandi magnati cioè dei grandi aristocratici ecco per cui in questa regione qui Norfolk e dintorni questa era la distribuzione della ricchezza nel 1535 lo vedete da questi rettangolini qui cosa cambia 20 anni dopo? cioè dopo 20 anni di anglicizzazione dell'inghilterra come cambia la distribuzione della ricchezza e vedete che il grosso cambiamento colpisce proprio i beni della chiesa perché questo rettangolino qui azzurro vedete che si rimpicciolisce moltissimo e viceversa cos'è che cresce eccolo qui cresce questo rettangolino i beni della della monarchia e cresce anche il rettangolino della gentry perché molte terre della chiesa finirono acquistate da chi terre già ne aveva, e cioè dalla piccola aristocrazia terriera. Vedete che ancora una volta una diatriba, diatriba significa contrasto di carattere teologico, dottrinale, implica immediatamente delle ripercussioni politiche ed economiche. Maria poi Enrico ViiII andò avanti nella sua azione. anti-ecclesiastica perché fece chiudere praticamente tutti i monasteri, fece chiudere gli ospedali cattolici, fece chiudere anche le scuole cattoliche. Pensate che, giusto per dare qualche numero, prima dell'atto di supremazia, negli anni immediatamente precedenti, in Inghilterra c'erano 825 monasteri. Enrico Tavolili fa chiudere praticamente tutti, quasi. C'erano quasi 10.000 frati. Dopo l'atto di supremazia ne rimangono pochissimi. Pensate che calano anche le vocazioni religiose, cioè ci furono pochissime persone, pochissimi giovani che dopo l'atto di supremazia spontaneamente prendevano la strada del sacerdozio. Perché? Perché erano poco convinti che la riforma di Enrico ViiII avesse pertinenza, per così dire, con la vita pastorale della Chiesa o con la volontà di Dio. Cioè era chiarissimo che quella riforma di Enrico ViiII era una riforma politica, aveva poco di spirituale e di religioso. Il numero delle vocazioni calò moltissimo, infatti. Ci furono anche delle regioni che si ribellarono a questo atto di supremazia. Vedete le ripercussioni anche politiche. che derivano da svolte dottrinali. È il più o meno famoso, in realtà non è conosciutissimo, la più o meno famosa rivolta che prese il nome di pellegrinaggio di grazia non si trattava di un pellegrinaggio, era proprio una vera rivolta che prese luogo in queste regioni qui settentrionali dell'inghilterra da parte di cattolici che volevano custodire, conservare e difendere la fede cattolica volevano impedire il saccheggio dei monasteri, dei conventi e soprattutto la chiusura e la dispersione degli ordini religiosi. Enrico ViiII è un po'in difficoltà, scusate non l'ho detto, questo pellegrinaggio di grazia scoppiò subito dopo l'atto di supremazia, negli anni 36-37. Enrico ViiII è in difficoltà e deve scendere a compromessi con i rivoltosi. assicurando che avrebbe mantenuto moltissime istituzioni cattoliche care ai rivoltosi. I rivoltosi si fidano, ma fanno male, perché ottenuto lo scioglimento delle truppe rivoltose, Enrico ViiII non tiene fede ai patti e fa condannare a morte i leader dei ribelli. E ancora una volta vedete che Enrico ViiII mostra l'aspetto più brutale del potere monarchico. Ci avviamo verso la fine. Come è noto, anzi arcinoto, Anna Bolena non fu l'ultima moglie di Enrico ViiII perché in tutto Enrico ViiII avrà sei mogli. E d'altronde c'è da dire, nel momento in cui si autoconferiva il potere sulla chiesa anglicana, poteva autoconcedersi il divorzio quando voleva. Era lui il capo della chiesa anglicana, doveva chiedere a se stesso il permesso per il divorzio. Per cui a un certo punto, per così dire, ci prese gusto, perché dopo Anna Bolena si succederanno altre quattro mogli. Ecco qui, vedete in questo schemetto, e chi furono le mogli e qui sotto vedete anche i loro ritratti. I ritratti vedete sono molto simili perché era una posa standard questa qui. Allora qui si potrebbe anche entrare nel gossip ma lo evitiamo, ci soffermiamo su alcuni punti più importanti di altri. La prima moglie Caterina d'Aragona e gli partori abbiamo detto diverse figli ma ne sopravvisse solo una che era Mariaria. Mariaria sarà un personaggio importante perché, come vi dicevo, poi verrà incoronata, diventerà regina, diventerà Mariaria Tudor o Mariaria la Sanguinaria. Anna Bolena, la seconda moglie, gli partorirà Elisabetta, però era una femmina e uno dei motivi per cui Enrico ViiII aveva sposato Anna Bolena e che voleva questo benedetto figlio maschio che però non arrivava. Per cui quando arriva Elisabetta, Enrico ViiII, ormai avete un po'capito di che pasta era fatto, il carattere che aveva, va su tutte le furie, se la prende prima con lei, con Anna Bolena, che poverina non era mica colpa sua ovviamente, e poi se la prende anche con l'Onipotente, col Signore, se la prende con tutti perché voleva questo maschio e questo maschio non arrivava. Elisabetta poi diventerà la famosa regina Elisabetta I. Enrico ViiII ovviamente non poteva saperlo. Il problema, quale fu uno dei tanti problemi? Che Anna Bolena, a un certo punto, la faccio breve, comincia a intromettersi in affari politici, in questioni politiche. Enrico ViiII non amava affatto questa intrusione e trova il modo per risolvere il problema, nel modo tipico di Enrico ViiII quasi, e cioè condannando la morte. viene accusata di aver fatto innamorare il re attraverso la stregoneria, attraverso gli incantesimi, viene accusata di adulterio, tra l'altro che fosse Enrico ViiII ad accusare gli altri di adulterio è una cosa singolare, ma aperta e chiusa la parentesi, e comunque con queste accuse pretestuose insomma alla fine viene fatta condannare anche a morte, per cui Anna Bolena muore condannata a morte. Enrico ViiII si risposa con questa Jane Seymour. Jane Seymour, se non altro, ha questo grandissimo merito di avergli parturito questo benedetto figlio maschio, che verrà chiamato Edoardo e che poi diventerà Edoardo Vii, re d'Inghilterra. dopo la morte di Enrico ViiII. Per cui finalmente Enrico ViiII da questo punto di vista poteva mettersi il cuore in pace perché l'erede maschio era arrivato. Purtroppo la regina Jane Seymour morì pochi giorni dopo il parto, vittima sostanzialmente non delle ire di Enrico ViiII in questo caso, ma della chirurgia del tempo. nel senso che la medicina del tempo aveva grossi limiti evidentemente e i chirurghi non seppero salvare la vita dopo il parto. Enrico ViiII si risposa con questa Anna di Clemente, spero di pronunciare bene. Questo matrimonio è sui generis perché Enrico ViiII la sposa solo e solamente per motivi politici, perché sperava in questo modo di ingraziarsi alcuni potenti alleati europei. Qui la facciamo breve, per questioni politiche. Tanto è vero che non era nemmeno fisicamente attratto dalla povera Anna di Clemente e non a caso la chiamava, non è molto carino, la giumenta fiamminga. Chiamava sua moglie, la regina d'Inghilterra, la giumenta fiamminga, che significa la asina proveniente dalle fiandre. Questa era l'opinione che Enrico ViiII aveva di sua moglie. Maria d'altronde divorzia anche pochi mesi dopo, infatti vedete che sempre nello stesso anno poi sposerà Caterina Howard, perché quando si accorge che quel matrimonio non gli avrebbe portato in dote quei vantaggi politici che auspicava, va per le spicce, divorzia Diana di Clemente e... Sposa questa Caterina Howard. Caterina si sposa con Enrico ViiII che aveva solo 16 anni e venne fatta condannare a morte poverina due anni dopo, anche qui accusata di adulterio. E infine l'ultima Caterina Parr. Caterina Parr era una donna già molto ricca di suo. Vedova due volte, evidentemente non era superstizioso da questo punto di vista Enrico ViiII, e una seguace di Erasmo da Rotterdam, rimase poi la sua ultima moglie. I chiudori successivi. Enrico ViiII muore nel 1547 e gli succede al trono Il tanto auspicato figlio maschio, Edoardo Vii. Ad Edoardo Vii segue Mariaria Tudor, detta la Sanguinaria, e a Mariaria Tudor segue Elisabetta I. Con la morte di Elisabetta I sale al trono Giacomo I di Scozia, che era già la di Scozia, Sale al trono nel 1603 come Giacomo I re d'Inghilterra, inaugurando un nuovo casato, un nuovo lignaggio sul trono inglese, e cioè il casato degli Stuart. Qualche piccola osservazione finale, Mariaria Tudor la Sanguinaria, è passata la storia come la Sanguinaria che non è un bel epitoto evidentemente. Perché? Perché Mariaria fu l'unica regina, Tudor, ad essere cattolica e a tentare di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra, dopo l'atto di supremazia di Enrico ViiII. E anche Enrico ViiI era cattolico, a ben pensarci. Gli unici due Tudor cattolici furono Enrico ViiI Enrico ViiII nella prima fase del suo regno e Mariaria Tudor. Mariaria Tudor cercò di restaurare il cattolicesimo anche reprimendo con la forza e nel sangue gli oppositori politici, gli oppositori anglicani. Diversi anglicani vennero condannati a morte, da quella sanguinaria. Però c'è da dire una cosa che Enrico ViiII non fu meno sanguinario di Mariaria Tudor. Elisabetta I Non fu meno sanguinaria perché anche Enrico ViiII e anche Elisabetta I mandarono a morte non gli anglicani ma i cattolici. cioè gli oppositori religioso barra politici. E infatti, così giusto per darvi un po'lo spessore della cosa, recentemente è stato pubblicato un libro intitolato Elisabetta la Sanguinaria. È un titolo provocatorio, ma è molto vero, perché? Cosa vuole dire? Vuole dire che... Ad essere sanguinario, cioè a reprimere nel sangue quelle condanne di morte, non fu solo Mariaria Chiudor, che pure è l'unica passata alla storia con l'epitoto infamante di sanguinaria, ma fu anche Elisabetta, che invece è passata alla storia come una grande regina, la regina del teatro, la regina di Shakespeare e quant'altro. Ecco, perché la storia ha consegnato Mariaria Chiudor? questo epiteto infamante, la sanguinaria, e non ad Elisabetta I e non a Enrico ViiII. Il motivo è molto semplice, perché poi la storia, come è noto, la scrivono i vincitori. E quindi in Inghilterra la stereografia è una stereografia di carattere anglicano. Il nemico è il cattolico e quindi sono gli atti sanguinari del cattolico che vengono... sottolineati in questo caso da parte di Mariaria Chiudor. Però c'è da dire, ripeto, che Enrico Tavoli ed Elisabetta I non agirono diversamente, anche loro repressero nel sangue il dissenso politico. Però possiamo anche ampliare l'orizzonte. In Europa era ovunque la stessa cosa, lo vedremo, e cioè i cattolici perseguitavano i non cattolici sui propri territori, ma viceversa, anche i calvinisti perseguitavano i non calvinisti, anche i luterani perseguitavano i non luterani, perché l'idea era, come avevamo visto parlando di Lutero, che la difformità religiosa provocava immediatamente uno sconquasso politico a non finire, per cui bisognava imporre l'uniformità religiosa per mantenere anche ordine politico e prevenire era meglio che curare. Colpire poche decine o poche centinaia di leader degli oppositori significava educare magari un intero paese. Per cui questa è una logica che caratterizzò tutti i governanti del tempo. Ecco perché non è giusto stigmatizzarne solo uno, come se solo lei, Mariaria Tudor, fosse stata la sanguinaria. Quindi quando approcciamo la storia stiamo anche attenti a chi conferisce quale titolo a chi, perché spesso e volentieri la questione non è affatto... neutrale e imparziale. Ancora una cosa sulla questione dottrinale. Abbiamo detto che sotto Enrico ViiII quello anglicano fu solamente uno scisma, non fu un'eresia. Effettivamente fu così, per tutta la vita Enrico ViiII rimase fedele alla dottrina cattolica anche se aveva prodotto questo scisma. Alcuni sovrani successivi però cominceranno a mettere mano anche nella dottrina, cioè a cambiare proprio l'aspetto teorico contenutistico della religione. E saranno soprattutto due, Edoardo Vii ed Elisabetta I. Saranno loro che introdurranno una serie di riforme. che cambieranno il volto della Chiesa anglicana. Il volto della Chiesa anglicana diventa da un punto di vista dottrinale una sorta di efficace, funzionale sintesi tra il cattolicesimo e il calvinismo, dottrina di cui parleremo. Ancora oggi la dottrina anglicana è una sintesi di queste due cose, una sintesi che è estremamente, come dire, confacente, estremamente funzionale. per il potere politico. Per cui con Edoardo Vii e con Elisabetta I la chiesa anglicana diventa non più solo scismatica ma anche a tutti gli effetti eretica, perché da un punto di vista dottrinale comincia a prendere la tangente e ad abbandonare la dottrina cartolica. Un'ultima cosa, John Locke, che vi cito qui, è stato un grandissimo filosofo del XViiI secolo, un inglese, uno dei grandi esponenti dell'empirismo e uno dei grandi padri del liberalismo, un nome gigante nella storia della filosofia. Ecco, John Locke si interessava di filosofia, di politica e anche di religione, ha scritto di un po'di tutto. A un certo punto... Lui commenta così la situazione diciamo dottrinale, istituzionale e dottrinale del suo paese, dell'Inghilterra. Lui dice, vedete, è una sintesi che vi ho fatto io, ma vedete le virgolette con le sue parole esatte. John Locke dei teologi non si fidava molto perché troppo spesso, dice lui, la scienza teologica viene corrotta e ridotta ad un affare economico. o di parte, allo scopo di raggiungere fini bassi o cattivi e di favorire interessi terreni. E a tal proposito Locke invitava a guardare i fatti più recenti della storia inglese che, cito, mostra con quale disinvoltura, dice Locke, con quale prontezza gli ecclesiastici adattavano i decreti, gli articoli di fede. forme di culto e ogni cosa ai cenni del sovrano durante i regni di, attenzione che gli cita, Enrico ViiII, Edoardo Vii, Mariaria Tudor, Elisabetta I. Cioè cosa sta dicendo Locke? Io mi fido poco dei teologi perché sono troppo pronti a rimodellare la dottrina sulla base dell'interesse politico, sulla base delle richieste contingenti. del potere istituzionale del momento, per cui è chiaro che non possono i teologi spacciare una dottrina come derivante da Dio se poi questa dottrina viene cambiata per favorire gli interessi terreni del monarca. Ai teologi non si può più credere e in effetti quella anglicana diventa una chiesa di Stato a tutti gli effetti, cioè una chiesa che viene... plasmata poi sugli interessi della nazione. Già da Enrico ViiII, alla fine perché si separa dalla Chiesa di Roma? Perché doveva divorziare, perché aveva bisogno di un figlio maschio e quindi un interesse terreno prevarica sulla verità di una dottrina. È la classica visione della religione come in instrumentum regni, religio come in instrumentum regni, la religione come uno strumento valido per governare, come un valido supporto dato in mano ai sovrani per governare. Molto spesso i sovrani hanno assorbito a sé la religione, hanno avvocato a sé la religione, riplasmandola secondo... i loro scopi. È chiaro che invece la religione deve riuscire a opporre resistenza e a volte l'ha fatto nella storia, pensiamo a tutta la lotta d'opposizione tra il Papa e l'Imperatore, la religione dovrebbe sempre opporsi a questo tentativo attuato dai sovrani di snaturarla per fini politici. Ecco c'è da dire che qui Locke li cita tutti quanti. Enrico ViiII, Edoardo Vii, eccetera. Però coloro che misero veramente mano nella dottrina cambiandola per farla adagiare sugli interessi politici furono solo due, perché anche Enrico ViiII non toccò la dottrina, a dire il vero. Mariaria, chiudora, era cattolica, cercò di restaurare la dottrina cattolica, non di cambiarla. Chi modificò la dottrina cattolica furono soprattutto Edoardo Vii ed Elisabetta I. Questo tentativo, a cui finisco, di assorbire la religione per farla diventare uno strumento di governo è stato definito da Jacques Mariaritain, uno dei filosofi cattolici più famosi del Novecento, come un cedimento sociologico della religione. Una bella espressione, un cedimento sociologico della religione. Cioè il problema è questo, dice Mariaritain, la religione si appoggia sempre su una cultura. Maria qual è il corretto rapporto tra la religione e la cultura, tra la religione e la politica? Cioè la religione, in linea teorica, dovrebbe purificare una cultura e elevarla verso orizzonti più nobili, orizzonti divini. Viceversa, la religione potrebbe anche essere assorbita nelle maglie della cultura, trasformata, snaturata e resa uno strumento di governo. Ecco, se è la cultura A... se scusate la religione a purificare la cultura e a traghettarla verso orizzonti più nobili più morali la religione assolve il suo compito suo compito in questo caso di carattere sociale anche se la religione non ha solo compiti di carattere sociale ma se viceversa è la cultura o lo stato ad assorbire in sé la religione cioè a traghettarla verso il basso invece che lasciarsi attrarre verso l'alto Allora c'è un cedimento sociologico, cioè la religione si lascia traghettare verso il basso, verso la società, cedimento sociologico della religione e a quel punto lì la religione diventa, ripeto, uno strumento di potere nelle mani dei governanti e quindi uno strumento che diventa particolare, che diventa locale e facilmente in opposizione alle religioni altrettanto locali, altrettanto locali. tanto particolari, altrettanto nazionali, di tutti gli altri stati. Uno dei frutti delle riforme religiosi fu questo, mentre il cattolicesimo di per sé è universale, cattolico significa universale, per cui non esiste la Chiesa Cattolica italiana, ci sono i Vescovi italiani, ma la Chiesa Cattolica è universale, è del mondo. Esistono invece in campo protestante le Chiese nazionali. appunto perché nella loro genesi storica elementi dottrinali, interesse politico e interesse economico si fusero insieme e i vari sovrani accorparono in sé tutto il potere, compreso il potere religioso. Se nel Medioevo il Papa si opponeva all'imperatore, e questa lotta aveva anche qualcosa di sano, perché si mantenevano distinti i due ruoli, con le riforme religiose, per esempio in questo caso Enrico ViiII, potere temporale e potere religioso vengono concentrati in un'unica persona. Vi ringrazio per l'attenzione, alla prossima!