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Primavera dei Popoli del 1848

allora noi appunto lo abbiamo sentito qui abbiamo già esaurito il 59 e il 66 quest'anno parliamo del 48 io vi parlerò soprattutto del nostro 48 della prima guerra d'indipendenza però abbiamo chiamato questa serata insomma la primavera dei popoli grazie o anche solo apporto anche quando viene il buio e quindi diamo un breve inquadramento su quello che è stato come evento europeo il 48 evento europeo e quindi mondiale perché l'europa in quell'epoca domina il mondo il 48 quando uno va a vedere da vicino è un momento veramente sbalorditivo cioè si capisce che poi per generazioni sia diventato proverbiale che si sia continuato a dire è successo un quarantotto faccio un quarantotto perché veramente anche rispetto agli avvenimenti del novecento è difficile trovare un anno in cui hai l'impressione che il mondo sia in subbuglio e stia cambiando velocissimamente come succede nel 1848 e comincia tutto in italia anzi comincia tutto in sicilia dove credo che non avessero la minima idea del fatto che quello che loro stavano facendo si sarebbe ripetuto nei mesi successivi in mezza europa comincia in sicilia per una faccenda siciliana perché in sicilia c'è una fortissima insoddisfazione nei confronti di napoli e della monarchia borbonica siamo nel regno delle due sicilie e questo ai siciliani non piace per niente perché una volta fino alla rivoluzione francese fino a napoleone alla restaurazione c'erano due regni separati c'era un regno di napoli e c'era un regno di sicilia il che vuol dire che la sicilia aveva il suo parlamento la sua costituzione i suoi impiegati suoi funzionari separati da quelli di napoli intendiamoci a chi interessavano queste cose come tutte le altre cose di cui parleremo interessavano all'aristocrazia sia interessavano alla borghesia la borghesia colta alla borghesia degli avvocati dei medici degli insegnanti interessavano quelli che leggeva il giornale probabilmente interessavano anche agli operai delle città perché l'italia è un paese di città e le città erano piene di popolo di artigiani di operai che però non erano ignoranti non erano analfabeti sapevano cosa capitava nel mondo interessava meno probabilmente ai contadini che in tutta italia erano molto più tagliati fuori dalla discussione politica e dal seguire cosa capita però comunque c'era un pezzo di sicilia c'era una classe dirigente siciliana che odiava il regime borbonico che odiava essere assoggettata a napoli che odiava pensate un po il fatto che la sicilia fosse piena di impiegati che venivano dal continente anziché essere reclutati in sicilia le tensioni durano da anni finalmente nel gennaio il 12 gennaio del 1848 in sicilia scoppia la prima insurrezione del 48 europeo è un insurrezione a cui il re ferdinando ii incontreremo un sacco di personaggi conosciuti della nostra storia della storia europea è via via sono tutti lì il re ferdinando ii l'ultimo vero grande re borbone prima di francesco che si troverà al disastro nel 59 60 ferdinando ii per il momento cerca di tenere tranquilla la sicilia concede concede la costituzione alla sicilia la costituzione è una parola chiave del 48 la costituzione vuol dire che tutti i ceti sociali più moderni le aristocrazie colte le borghesie gli intellettuali gli studenti non ne possono più di vivere in monarchie assolute vogliono vivere la monarchia va anche bene ma non assoluta il che vuol dire che vogliamo votare per un parlamento vogliamo avere dei partiti politici per poter scegliere vogliamo che non ci sia troppa censura sui giornali e la costituzione ciò che garantirebbe tutte queste cose vogliamo essere come i due paesi più avanzati d'europa l'inghilterra e la francia che queste cose i modi diversi gialle hanno sul resto del continente in italia in germania le persone colte e le persone che fanno affari hanno quello in testa bisogna modernizzare in quella direzione il fatto che ferdinando ii cerchi di calmare i siciliani non serve a niente il 23 gennaio in sicilia un comitato riunito a palermo dichiara ufficialmente decaduta la monarchia borbonica a questo punto lo shock l'onda dello shock si trasmette a napoli napoli insorge il 27 gennaio per avere una costituzione e ferdinando ii concede la costituzione sarà promulgata l'undici febbraio ma si sa appunto dal 23 gennaio che è stata concessa nel resto d'italia la cosa si propaga come un'onda a napoli dando alla costituzione il resto d'italia è fatto di vari staterelli semi indipendenti il granducato di toscana è il primo che si decide lì non c'è bisogno di grandi rivoluzioni il granduca di toscana leopoldo ii decide di concedere alla costituzione 11 febbraio giusto per che capiate in che momento stiamo vivendo ci sono le aristocrazie le borghesie gli studenti che stanno facendo la rivoluzione borghese vogliono la costituzione le garanzie diritti politici fondamentalmente poi naturalmente però in europa c'è la rivoluzione industriale in corso stanno nascendo nuove classi sociali gli operai e io gli operai sono organizzati cominciano a organizzarsi e molti di quelli che organizzano gli operai dicono non bastano le costituzioni i diritti politici ci vuole di più sta accadendo tutto nello stesso momento il 21 febbraio viene pubblicato a londra il manifesto del partito comunista di marx in altre parole dello stesso momento in cui stanno culminando le rivoluzioni borghesi si comincia a preparare la rivoluzione proletaria la tappa successiva però in quel momento se ne parla poco sotto gli occhi di tutti ci sono le rivoluzioni borghesi cioè quelle appunto per le costituzioni per il liberalismo dicevo che ci sono due paesi in europa che queste cose già le hanno l'inghilterra e la francia la francia dalle mille nel 1830 ha fatto la rivoluzione ha cacciato via i borboni ha messo sul trono luigi filippo parente dei borboni cugino orlean con l'idea di dire ci teniamo la monarchia ma una monarchia liberale parlamento partiti politici e così via la francia dovrebbe essere già a posto quello che tutti vogliono ce l'ha già invece non basta i francesi non sono mai contenti questa è l'impressione che hanno i contemporanei e beninteso francesi hanno i loro motivi ma visti da fuori la gente si dice ma cosa vogliono ancora il confronto a noi stanno mille volte meglio invece no il 22 febbraio il giorno prima è stato stampato emesso nei negozi a londra il manifesto del partito comunista il 20 ma non centra il 22 febbraio parigi insorge luigi filippo il re borghese il re che aveva presieduto alla grande crescita economica il re che aveva detto al suo popolo ha rescisso ev arricchitevi perché l'europa sta crescendo con ritmi che sono quelli che oggi alla cina è questo è fondamentale per capire cosa sta succedendo l'europa di allora da vent'anni da 25 anni cresce con dei ritmi pazzeschi ebbene ai francesi non basta il re che ha detto arricchitevi vogliono buttare giù la monarchia cade la monarchia luigi filippo abdica governo provvisorio governo provvisorio vuol dire repubblica suffragio universale mica tutti i borghesi sono d'accordo che il suffragio universale una bella cosa maschile e si intende in italia lo darà giolitti nel 1914 il suffragio universale in francia lo danno 1848 è una delle cose che ha portato il popolo in piazza degli stati italiani indipendenti dopo il regno di napoli delle due sicilie dopo la toscana il granducato di toscana rimarrebbe la monarchia sabauda il regno di sardegna governata dall indeciso carlo alberto il quale però per quanto indeciso coglie che nell'aria c'è qualcosa bisogna farlo il 4 febbraio il 4 marzo sto cercando di andare in ordine cronologico immaginatevi quelli che apriva il giornale al mattino e ogni pochi giorni leggevano queste cose il 4 marzo carlo alberto concede la costituzione a dire il vero non la vuole chiamare costituzione la chiama lo statuto lo statuto albertino perché costituzione una parola un po troppo di sinistra puzza un po il nome è meglio non metterla però comunque è di fatto una costituzione anche il regno di sardegna si è allineato il resto dell'italia del nord è il lombardo veneto siamo sotto dominio austriaco ma anche l'austria comincia tumultuare il 13 marzo insorge vienna è un insurrezione molto particolare viene una grande città ma è anche un è una grande città ove sta cominciando a essere una grande città operaia ma è anche una grande città universitaria di cultura piena di studenti sono gli studenti a vienna che insorgono gli studenti a vienna i soul vero per la costituzione per la modernizzazione del paese e hanno in mente un obiettivo polemico al governo da prima che loro nascessero c'è il principe metterli e con un altro di quei protagonisti della storia che abbiamo sentito tutti nominare il principe metternick che era già lì ha il tempo di napoleone e gli studenti di vienna hanno una prima richiesta via metterli che rappresenta la conservazione il passato il dire no a qualunque riforma gli studenti di vienna sono talmente forti che il giorno stesso in cui scoppia la loro insurrezione metternick che è molto vecchio scappa da vienna dopo di che scappa dall'austria e cerca asilo politico in gran bretagna in un giorno il governo metta nick è accaduto a vienna anche i quartieri operai cominciano a mobilitarsi a quel punto gli studenti dicono all'imperatore che loro quello che volevano l'hanno avuto e che se c'è da sparare sugli operai loro sono pronti in altre parole le associazioni armate degli studenti migliaia di studenti armati dicono chiaramente che loro la rivoluzione la vogliono fare ma quella borghese non quella proletaria e se i quartieri proletari si muovono loro staranno con l'imperatore però intanto la situazione è estremamente in sospeso questo il 13 marzo a vienna ha già sei un altro stato italiano indipendente ed è lo stato della chiesa dove c'è un nuovo papa pio ix il 13 marzo è insorta vienna il 14 marzo anche pio ix ultimo fra i sovrani italiani concede la costituzione allo stato pontificio solo che avete capito come funziona questa cosa si allarga per ondate si è allargata in italia poi da vienna si allarga nell'impero austriaco il 13 marzo di sorta vienna il 15 marzo insorge budapest ea budapest e il 15 marzo festa nazionale ungherese oggi a budapest il 15 marzo gli ungheresi insorgono per avere l'autonomia all indipendenza all'interno dell'impero asburgico in altre parole accanto alle rivoluzioni fatte per modernizzare il paese ci sono le rivoluzioni fatte per l'idea nazionale per l'idea dell indipendenza 15 marzo insorge budapest dopodiché nell'impero asburgico è un'epidemia a catena 17 marzo insorge venezia che pochi giorni dopo proclama la repubblica di san marco 18 marzo insorge milano cominciano le cinque giornate di milano su cui adesso mi fermerò giusto per dirvelo quello stesso 18 marzo insorge berlino nel regno di prussia la popolazione di berlino insorge le truppe sparano 300 morti dopodichè la popolazione prende il sopravvento e per calmare la piazza quattro giorni dopo il re di prussia federico guglielmo iv è costretto a uscire in piazza con un bracciale con i colori tedeschi nero rosso e oro cosa vuol dire questo anche l'insurrezione di berlina un'insurrezione nazionale per unificare la germania al re di prussia finora questo non interessava per niente gli piaceva di più un sistema in cui c'erano di prussia l'impero d'austria ma l'opinione pubblica tedesca in parte vuole la germania unita e i colori della germania unita sono quelli che la germania usa ancora oggi nero rosso e oro mentre la prussia era nero rosso e bianco il re di prussia esce in piazza berlino col bracciale nero rosso e oro per calmare la folla e mandare il messaggio che lui sta con le aspirazioni del popolo giusto per darvi un'idea mi spingo avanti poi torno alle nostre faccende il 17 aprile in una provincia sperduta dell'impero asburgico che è la rutenia attualmente fra polonia e ucraina viene abolita la servitù della gleba vedete come da un lato ci sono capitali moderne dove la questione è il parlamento la libertà di stampa e dall'altro ci sono pezzi d'europa dove la questione all'ordine del giorno è la servitù della gleba che non è ancora stata abolita ma tutte queste istanze sono tutte collegate dopodichè il 18 marzo è insorta milano milano in quel momento a 160 mila abitanti dentro questa città grande per l'epoca non immensa ma grande di 160 mila abitanti c'è una guarnigione austriaca di 14mila soldati la popolazione attacca la guarnigione le cinque giornate di milano sono una cosa che oggi edifici le immaginare perché sono una di quelle cose che è diventata proverbiale l'abbia in tutte sentite nominare no le cinque giornate di milano e allora diventa una cosa un po leo grafica si le barricate dietro le barricate i popolani e i borghesi uniti nella lotta il popolano col berretto il borghese col cilindro ma dietro la barricata tutti sparano sì ci sono le barricate quelli che sparano ma le cinque giornate di milano non e mica solo quello cinque giornate di milano è il sangue che scorre a fiumi e il giovanotto barbuto che esce all'improvviso dietro un portone con un coltello e sgozza il soldato austriaco isolato che è rimasto lì un po troppo sono i soldati austriaci che entrano in una casa da dove gli hanno sparato e a baionetta the ammazzano tutti quelli che ci sono in casa e il sangue le migliaia di morti per le strade alla fine i milanesi hanno qualche centinaio di morti ma la guarnigione austriaca a 4.000 morti in quei cinque giorni in una milano che rispetto a quella di oggi è piccolissima va dal castello sforzesco porta romana lì dentro per cinque giorni ci si combatte con una ferocia ecco per darvi un'idea del livello carlo cattaneo uno dei grandi leader politici e intellettuali milanesi che era lì e che poi lo racconta carlo cattaneo si vanta noi non ammazzavamo i prigionieri capite che quando c'è da vantarsi che non ammazza i prigionieri e perché gli ostici li ammazzavano invece gli austeri ci prendevano qualcuno armato lo fucilavano mettevano al muro e lo fucilavano e quasi dimenticato da noi ormai oggi nel nostro mondo di oggi in cui come dire c'è chi ama vestirsi da bersagliere e c'è chi ama vestirsi da fante del quattordicesimo reggimento imperial regio quasi dimenticato l'odio etnico che c'era allora in certi settori della popolazione l'odio per yuki generali e gli ufficiali di stato maggiore austriaci che a milano sono considerati dei the who thoman cioè dei fanatici della supremazia razziale tedesca ma anche l'odio per quell esercito dove si parlano 10 lingue e in un'epoca di nazionalismi i nostri guardano quell'esercito dove si parlano 10 lingue come come un esercito bastardo milano e in preda a una frenesia di odio le atrocità che si raccontano probabilmente non sono state commesse fino alla prima guerra mondiale in genere i racconti di atrocità inventano abbastanza le atrocità vera non di meno e solo dalla seconda guerra mondiale in poi che le atrocità vere sono diventate inimmaginabili e hanno superato quelle raccontate se uno va a vedere al tempo delle cinque giornate si parlava di bambini infilzati sulle baionette gente bruciata viva in casa il soldato austriaco ucciso a cui nello zaino land rover ha trovato lo zaino pieno di vita di donne mozzate con gli anelli d'altra parte ai soldati austriaci raccontano che le donne italiane calano gli occhi ai prigionieri austriaci probabilmente appunto queste cose non succedevano ma il livello di odio è spaventoso il comandante della guarnigione austriaca fa rapporto a vienna il giorno dopo l'insurrezione 19 marzo comandante della guarnigione austriaca naturalmente il maresciallo radetzky maresciallo radetzky scrive a vienna la città di milano è sconvolta dalle fondamenta ed è difficile farsene un'idea il carattere di questo popolo mi sembra cambiato come per un colpo di bacchetta magica il fanatismo ha pervaso ogni età ogni ceto ogni sesso la de ski tiene duro per quattro giorni dentro le vie di milano perdendo migliaia di morti poi capisce che se rimane lì li ammazzano tutti perciò deve abbandonare milano è una delle decisioni più difficili della sua vita è evidente abbandonare milano e quindi per far cosa ma dentro milano non si può più stare quando scrive a vienna lo comunica questa è la più terribile decisione della mia vita ma non posso tenere più a lungo milano tutto il paese è in rivolta perché naturalmente cinque giornate di milano a ondate si sono propagate dappertutto non tutte le città del lombardo veneto ma nel lombardo veneto lombardo a occidente quasi tutte le città sono in sorte perciò radeschi sa che dovrà abbandonare milano e venire dove venire qua naturalmente venire nel quadrilatero dove per ora le città non sono insorte mantova verona non sono in sorte il quadrilatero è il posto dove naturalmente l'esercito può rifugiarsi se riesce ad arrivarci perché il paese è insorto e dall'altra parte del ticino carlo alberto sicuramente dichiarerà guerra non l'ha ancora dichiarata ma ha concesso la costituzione poche settimane prima non c'è dubbio carlo alberto dichiarerà guerra e l'esercito di radetzky disfatto pieno di perdite senza niente da mangiare dovrà attraversare mezza lombardia per venire a rifugiarsi qua con i piemontesi che con un esercito molto più grande e li possono inseguire possono rompere tutti i ponti alle mie spalle e nono travi per riattare lì sempre radeschi non so niente di ciò che accade alle spalle dell'esercito non arrivano informazioni corrieri vengono presi ammazzati dai ribelli in questa situazione milano assiste con immensa gioia allo sfollamento dell'esercito austriaco che abbandona la città corre voce che certi ufficiali dello stato maggiore austriaco per denaro sarebbero disposti a tradire ea consegnare radeschi agli insorti il governo provvisorio ne discute nel governo provvisorio solo uno dice sì sì accettiamo la proposta se c'è carlo cattaneo tutti gli altri dicono no è una cosa immorale noi non ci abbassiamo ad accettare queste cose tanto il radetzky lo prenderemo egualmente ed effettivamente il 23 marzo il giorno in cui radeschi esce da milano carlo alberto di chiara guerra normalmente una guerra fra il regno di sardegna e l'impero austriaco sarebbe una cosa ridicola è inconcepibile l'impero austriaco a 7 volte la popolazione del regno di sardegna però qui da un lato all'impero sembra in preda alla rivoluzione e dall'altra il regno di sardegna non è solo perché gli altri regnanti italiani il granduca di toscana il re ferdinando ii di napoli perfino papa pio ix nell'entusiasmo del momento si uniscono alla guerra e promettono di mandare truppe e allora questa questa non sarà più soltanto una guerra una guerra come dire piemontese e sabauda può diventare una guerra nazionale anche troppo a dire il vero perché carlo alberto preferirebbe che fosse una normale guerra di un re contro un altro re poi si vede chi vince e io mi prendo una provincia qui non si sa cominci ma non si sa dove si arriva e se la rivoluzione si espande le guerre che piacciono a carlo alberto ea tutti i re le fanno gli eserciti regolari in divisa che obbediscono agli ordini ma qui affluiscono volontari tanti perché appunto l'italia è uno strano paese ci sono tanti contadini che di politica non si occupano ma non i contadini non sono come noi potremmo credere la stragrande maggioranza della gente l'italia è un paese di città di mille città e in ogni città ci sono gli artigiani gli operai i piccoli borghesi e questi sono tutti pieni di entusiasmo e arrivano volontari in gran numero e carlo alberto disco raggio in tutti i modi armi per voi non ce ne sono armare troppi volontari rischia di essere pericoloso non si sa dove andiamo a finire già portare l'esercito di carriera piemontese con i suoi ufficiali di carriera i suoi generali che sono tutti i nobili a fare questa guerra rivoluzionaria è già una cosa dura perché tutti loro sono cresciuti in un altro mondo e con altri valori il regno di sardegna fino a pochi anni prima era un regno assolutamente reazionario come quello borbonico dove i patrioti venivano impiccati e adesso l'esercito di quel regno che è sempre quello con gli stessi generali gli stessi ufficiali gli stessi principi va a fare la guerra rivoluzionaria italiana uno dei principi sabaudi il duca di genova dopo dirà io non so come siamo riusciti a convincere l'esercito andare a combattere sotto il tricolore questa insegna nuova cioè nuova vecchia ma che era proibita fino a poco tempo prima non so come ci siamo riusciti perché qui si andava a combattere dice il duca di genova per una causa grande e generosa se si vuole ma totalmente opposta tutti i principi in cui eravamo stati allevati qui abbiamo un esercito della restaurazione il trono e l'altare che va a fare una guerra rivoluzionaria sperando che non sia troppo rivoluzionario alla fine ecco però i soldati gridano viva l'italia è lo stato d'animo è lo stesso di milano e delle cinque giornate di entusiasmo e di odio di odio feroce fanatico per cui alle truppe piemontesi si racconta che i nemici calano gli occhi e le unghie ai prigionieri che sventrano le donne incinte ea loro volta ai soldati austriaci si continua a raccontare che gli italiani anche loro cava gli occhi ai prigionieri prezzo piemontese va in guerra è un esercito di mestiere ma fino a un certo punto perché in quell'epoca si sta molto discutendo è meglio avere dei soldati di mestiere che fanno la leva per il servizio per dieci anni almeno lo imparano bene e sono tenuti in pugno e fa un fedeli al re però sono pochi oppure è meglio avere tanti coscritti che fanno qualcuno hanno due di addestramento poi li mandi a casa ma li richiami quando ce n'è bisogno e così hai un esercito numeroso il piemonte è ancora in l'esercito striata un esercito di mestiere di caserma come si diceva allora con soldati che vengono appunto da parla in 10 lingue diverse ma prestano sempre servizio in una zona diversa da quella in cui sono nati in mezzo a gente che parla un'altra lingua e quindi i soldati sono fedeli ai loro ufficiali e loro generali al loro imperatore l'esercito piemontese a metà strada un nucleo di veterani ma poi ha scelto la strada di addestrare tanti coscritti che sembra ed è in realtà la strada migliore la prussia fa così per esempio quindi quando scoppia la guerra si richiamano i coscritti a decine di migliaia peccato che i comandi piemontesi non ho capito un aspetto fondamentale del sistema prussiano se hai un esercito di coscritti richiamati che hanno imparato il mestiere in un anno di leva e poi i richiami quando c'è bisogno deve anche avere gli ufficiali di complemento e gli ufficiali di complemento per forza di cose devono essere borghesi che anche loro hanno fatto un po di addestramento nell'esercito piemontese l'idea di fare dei borghesi ufficiali non entrata in testa nessuno risultato l'esercito piemontese sarà molto numeroso e avrà una massa di reclute che hanno imparato il mestiere si e no un anno fa due anni fa tre anni fa e pochissimi ufficiali per inquadrarli quindi grossi battaglioni grossi reggimenti ma tutto questo però malcolm andato poco mobile goffo nei movimenti chi c'è al comando e al comando c'è il re carlo alberto carlo alberto a 50 anni ne ha già viste tutte in questi 50 anni lui appartiene a quella generazione della nobiltà piemontese come cavour che è nata sotto napoleone quando il piemonte faceva parte della francia ea corte e nei circoli nobiliari si parlava francese carlo alberto e vissuto a parigi fino all'età di 16 anni ancora fatto in tempo a essere nominato tenente da napoleone ha poi fatto anche una guerra da giovane dopo napoleone quando la francia dei borboni ha mandato le truppe in spagna per stroncare una rivoluzione per l'appunto e li carlo alberto c'era dalla parte di quelli che stroncavano la rivoluzione poi sono passati tanti anni la guerra non l'ha mai più fatta carducci lo sapete l'ha chiamato l'italo amleto carlo alberto che suona bene però naturalmente vuol dire vuol dire che non sapeva mai se essere o non essere non sapeva mai bene esattamente che cosa voleva perciò cosa fa uno che non è ben sicuro si circonda di consiglieri pare lo studio la guerra da tanti anni bel avendo come l'ho capita io pare che per fare la guerra puoi anche ascoltare dei pareri ma poi devi decidere da solo se provi a decidere in un consiglio di guerra non ne vieni pu fuori più fuori carlo alberto radura continuamente consigli di guerra non è mai sicuro che suo parere sia quello giusto ascolta tutti morale non si fa granché questo esercito si muove poco dall'altra parte c'è il feldmaresciallo conte radeschi ovvero johan josef wenzl graf radetzky phone rade che ai capelli bianchi perché ha 82 anni e lui ha comandato eserciti al tempo di napoleone ha comandato eserciti austriaci contro napoleone nelle guerre del 13 del 14 non è un napoleone ma è uno che la guerra la sa fare il mestiere lo conosce l'ha fatto e ha 82 anni sa farlo ancora cosa succede quando si dichiara guerra carlo alberto ha dichiarato guerra il 23 marzo la sera prima radetzky è uscito da milano con quello che resta del suo esercito e ha cominciato a marciare verso il quadrilatero con un esercito terrorizzato dove i soldati italiani disertano naturalmente dove ci si muove in un paese che non si sa se amico o nemico dove in ogni villaggio dove entri può darsi che i contadini ti sparino addosso dove non trovi da mangiare senza informazioni senza sapere cosa succede altrove e senza sapere se i piemontesi lo stanno inseguendo radetzky si muove il più in fretta che può verso oriente carlo alberto aspetta di decidere dopo qualche giorno a milano cominciano a chiedersi ma cosa stanno facendo i piemontesi esattamente il 25 marzo in generale passalacqua generale piemontese mandato a milano scrive a torino al ministro della guerra creda eccellenza che se vogliamo riuscire a qualche cosa d'onore vole bisogna assolutamente che la nostra armata cerchi il nemico se non ci mettiamo prontamente ad azioni siamo perduti quel 25 marzo la vanguardia piemontese comincia il passaggio del ticino geografia avete presente come fatta la pianura padana a nord del po vengono giù i fiumi uno dopo l'altro sesia ticino la da l'olio il mincio chiunque si muova in una direzione o nell'altra deve passare un fiume dopo l'altro i ponti sono pochi le strade sono quelle finisci sempre negli stessi posti un posto dove finisce sempre comunque custoza per esempio perché ci sono state due battaglie di custoza perché finisce sempre lì comunque le strade i ponti ti portano lì allora è fondamentale questo discorso dei fiumi il 25 marzo la vanguardia piemontese comincia a passare il ticino ma il grosso dell'esercito passa solo il 29 il giorno prima radeschi ha già passato l'olio è passato l'olio ha avuto buone notizie verona e mantova sono tranquille non sono in sorte il 2 aprile radeschi entra verona quel giorno i piemontesi sono fermi a cremona a più di cento chilometri di distanza la gente di cremona guarda e dubita anche perché il re carlo alberto non ha l'aria per niente insomma non piace per niente un cronista veronese cremonese scusate annota affatto stupore il re giacché se veniva esporre la sua vita per la nostra liberazione doveva essere allegro e ridente invece era tetro e sospettoso si diresse al suo alloggio caro alberto e non sortì mai nei due giorni interi che spetti qui a cremona beninteso il mio mestiere cioè quello dello storico militare facilissimo è stai tranquillo ai tutte le mappe tutte le informazioni 6 tutto sai com'è andata a finire e 10 ecco dove ha sbagliato doveva fare così bisogna starci attenti però certamente carlo alberto doveva sapere che stava inseguendo un nemico che se l'avesse acchiappato avrebbe vinto lui aveva vinto caro alberto doveva acchiapparlo e invece no non si muove si muove lentissimo aveva un sacco di motivi l'esercito è stato tirato su rapidamente i riservisti stanno ancora arrivando tra l'altro questa scelta appunto di fare un esercito pieno di riservisti che a questo punto bisogna convocare da casa loro nel frattempo dopo che hanno fatto il servizio di leva si sono sposati hanno fatto figli ha messo su bottega e adesso vengono richiamati sempre carlo cattaneo descrive così la truppa piemontese dal piemonte fu spinta sul mincio as forzata e marce un agente staccata appena da gli aratri e dai telai male ammaestrata nelle armi e arrugginita per i lunghi congedi tutta questa truppa arrugginita che ha troppo pochi ufficiali sta ancora arrivando e allora aspettiamo e poi è tutta questa gente bisogna dar da mangiare e quindi convogli di roba che arriva lentamente mandrie di buoi lentissime e chi osa un napoleone avrebbe osato ecco andare avanti lo stesso carlo alberto no aspetta finalmente tra il 6 e il 7 aprile i piemontesi passano l'olio e qui si accorgono di qualcosa non è più lo stesso paese la lombardia fino all olio è insorta la popolazione sta con i piemontesi anche nelle campagne sono a casa loro mentre gli austriaci vengono aggrediti dappertutto passato l'olio non è più così la popolazione non è non simpatizza con le truppe piemontesi le truppe piemontesi si trovano in paese nemico di fatto nessuno viene a dare informazioni si scopre che non hanno carte geografiche non ci hanno pensato prima arrivati lì non hanno le carte geografiche del paese quindi bisogna andare a tentoni ma si va a tentoni è in quei casi quello che ci vuole la cavalleria leggera la cavalleria leggera vuol dire che tu prima di muoverti man di pattuglie di cavalleria squadroni ma di cavalleria leggera gli austriaci ne hanno un infinità ussari perché hanno l'ungheria fulani perché hanno un bel pezzo di polonia lancieri polacchi l'austria da sempre ha un esercito che ha un'enorme quantità di ottima cavalleria leggera cavalleria leggera batte il paese arriva dappertutto raccoglie informazioni i piemontesi non hanno cavalleria leggera hanno solo cavalleria pesante corazzieri quelli che scaglia all'attacco durante la battaglia per sfondare ma cavalleria leggera non ce n'è perciò sono ciechi gli ulan e austriaci sono dappertutto gli usa le ungheresi sono dappertutto i contadini non collaborano non ci sono carte i piemontesi passano l'olio e poi si fermano e ogni notte si sente sparare da qualche parte e ci sono episodi di spavento di panico tra le truppe che sento 9 di roma essere ben comandate però si va un pò avanti lo stesso e benché io vi stia dando questo quadro un po desolante anche perché so com'è andata a finire però in quel momento ora de ski e veramente alla frutta radeschi non ha niente non riesce a difendere i ponti del mincio i piemontesi lentamente arrivano al micio fra il 9 el 11 aprile attaccano i ponti sul mincio e li prendono tutti sono tutti quei combattimenti che poi danno i nomi alle nostre vie goito monzambano valeggio tutti i piccolissimi combattimenti insignificanti gli austriaci non riesco neanche a farle saltare i ponti quindi i piemontesi sono padroni dei ponti sul mincio e potrebbero continuare ma ormai sono arrivati al quadrilatero e quindi si fermano quand'è che ci muoviamo quando ci sarà qualcosa che ci dà un'occasione di muoverci arriva notizia che a mantova i patrioti preparano l'insurrezione il punto voi capite 6 sul mincio praticamente dal lago fino a mantova ai tanti obiettivi possibili peschiera verona mantova appunto non sai bene come vanno le cose hai paura come sempre in guerra tutti hanno paura di fare un passo falso di prendere una decisione sbagliata questa notizia che mantova forse insorge allora andiamo verso mantova naturalmente però le popolazioni locali continuano a essere fredde anzi decisamente ostili in generale piemontese generale bava ci tocca osservare come quelle popolazioni siano fredde e poco o nulla animate a favore della causa italiana inclinando forse più verso il tedesco che sempre per lo ha dietro cercò possibilmente di favoreggiare le popolazioni locali in generale popolazioni contadine l'austria io non ho mai capito se l'abbia fatto davvero ma ufficialmente però nella sua propaganda l'austria batteva su questo che il governo austriaco era un governo non è non è tanto il discorso che oggi è più di moda un governo efficiente non corrotto no site l'austria tendeva a dire agli abitanti del lombardo veneto e al mondo in italia ci sono solo quattro aristocratici snob che parlano di italia di causa italiana la gente vera i contadini stanno bene con noi e questo discorso che aveva del vero anche se appunto non è vero che fossero solo 4 aristocratici perché il mondo cittadino il mondo alle proletariato urbano il mondo degli artigiani era largamente politicizzato però è vero quando si tratta delle campagne questa propaganda austriaca batte in tutta europa su questo tema e con successo i toni sono incredibili a leggerli oggi testo di propaganda austriaca tutto il moto d'italia era giro di pochi i nobili di pochi individui della razza bianca la quale opprimeva e spolpa va la razza bruna indigena delle campagne d'italia costantemente difesa dagli amministratori austriaci noi oggi a volte diciamo scherzando i ricchi sono biondi loro dicono i ricchi sono i bianchi gli abitanti delle campagne sono di un'altra razza dai nobili e noi l'impero austriaco difendiamo gli abitanti delle campagne queste cose in europa la gente ci crede quando carlo cattaneo dopo il disastro è costretto a espatriare va a parigi nei salotti di parigi trova gente che gli dice massima tutte queste balle l'italia lo sappiamo benissimo che anche da voi non ci crede nessuno che sono solo quattro aristocratici 4 gentiluomini che non hanno niente da fare e quindi pensano alla patria la nazione a queste cose qua però i patrioti a mantova preparano l'insurrezione quindi l'esercito di carlo alberto si muove in quella direzione l'insurrezione non riesce il vescovo ha avuto sentore della cosa convoca un po di cittadini e in città alla pace alla tranquillità i cittadini si lasciano convincere mantovano insorge radetzky butta dentro una guarnigione a questo punto carlo alberto deve decidere qualcosa da fare assediamo peschiera è la cosa più semplice che viene in mente non c'è bisogno di allontanarsi troppo non c'è bisogno di attraversare il mincio il quadrilatero sono quattro fortezze e noi cominciamo insediarne una ea prenderla inutile dire che napoleone aveva dimostrato da tanto tempo che le guerre si fanno andando a cercare l'esercito nemico e sconfiggendolo in battaglia e non assediando una fortezza dopo la quale ce ne sarà un'altra e poi ancora un'altra e così via no non hanno fantasia intanto cominciamo assediare peschiera come potete ben immaginare sia quelli di voi che sono tanti penso che sono di qui e lo sanno ma anche chi non è di qui basta che si guarda intorno per assediare peschiera ci vuole una cosa dei cannoni grossissimi ci vuole dell'artiglieria da assedio perché l'artiglieria da campagna come quell 8 libera e che c'è giu in una delle sale che abbiamo attraversato contro questi muri non gli fa neanche una scalfittura ci vuole l'artiglieria veramente pesante che deve arrivare dal piemonte e quindi aspettiamo che arrivi l'artiglieria d'assedio tanto abbiamo tutto il tempo che vogliamo radeschi si è chiuso in verona invece non hanno tutto il tempo che credono perché un altro generale austriaco in generale nugent a gorizia ha raccolto le truppe cacciate dalle varie città venete in sorte ha messo insieme sei mila uomini poi ha reclutato in croazia insomma messo insieme un piccolo esercito il nu gente è un altro non è vecchio come radetzky a 71 anni anche lui abbastanza vecchio per aver combattuto nelle guerre napoleoniche ha comandato eserciti ha sconfitto giochi non migliora insomma è un altro che conosce il suo mestiere e il new gent quando è pronto si muove il 17 aprile varca l'isonzo il 22 aprile prende udine è la prima città insorta che gli austriaci riconquistano con la forza qui non vi proietta delle cartine ma tanto il calcetto tutte la cartina del nord quindi la potete visualizzare questa cosa piemontese sono lì dietro il mincio si preparano assediare peschiera radeschi e dentro verona con forze insufficienti mano gent sta arrivando a portargli i rinforzi udine carlo alberto capisce che non può stare ferma non far niente abbiamo provato a manto e non è successo niente proviamo a dare un'occhiata verso verona fosse mai che a verona i patrioti vedendo che ci avviciniamo insorgono perciò i piemontesi si spostano verso verona e lì è un terreno difficile perché il quadrilatero e così importante per tanti motivi ma uno è particolarmente importante che c'è la valle dell'adige che ti collega con l'austria quindi la strada della valle della fiera devi difendere e non basta verona per difenderla perché si può passare tra il lago e verona e tagliarla la strada di innsbruck quindi quindi radetzky ha lasciato una guarnigione più avanti al di qua del mincio cioè occidente del mincio in un posto che si chiama pastrengo ha lasciato lì quella guarnigione proprio perché deve difendere la strada però una guarnigione isolata al di là del fiume è una cosa pericolosa carlo alberto viene avanti e attacca 30 aprile la battaglia di pastrengo e la prima vera battaglia della guerra tutte le altre prima infatti scaramucce insignificanti valeggio ma questa è una battaglia 14 mila piemontesi contro 8.000 austriaci gli austriaci dopo un po accedono cedono e si ritirano tranquillamente dietro il mincio senza che i piemontesi li inseguono lì si comincia a vedere una cosa che un po si intuiva già ma è la prima volta che lo si vede in battaglia capite come una guerra è fatta di movimenti direzioni strade ponti e poi ci sono dei momenti in cui invece ti trovi davanti quegli altri e li c'e la giornata di battaglia questa prima vera battaglia di basta una cosa non sono eserciti che abbiano voglia di rischiare troppo la pelle lo si vede benissimo dalle cifre delle perdite i piemontesi che hanno impegnato 14.000 uomini perdono 15 morti e 90 feriti lo 0,7 per cento delle forze impegnate le austriaci che avevano 8.000 uomini cioè molti meno e che hanno perso hanno perso 23 morti e 140 feriti 380 prigionieri almeno quello avevano il fiume alle spalle ha dovuto ritirarsi napoleone se li sarebbe mangiati tutti 8.000 carlo alberto riesce a prenderne 380 alla fine gli austriaci in questa battaglia perduta hanno perso il 5 per cento delle forze impegnate queste cifre vi diranno poco ma in una battaglia di napoleone normalmente sia il vincitore sia lo sconfitto perdeva in un giorno il 15 per cento il 20 per cento il 25 per cento certe volte delle forze impegnate nella guerra civile americana che si combatterà di lì a pochi anni ci sono battaglie in cui la gente gli eserciti perdono il 30 per cento tra morti feriti prigionieri dispersi è non tutti i morti chiaro però qui i piemontesi hanno perso lo 0,7 e segno che non sono ufficiali e truppe che hanno voglia di andare avanti fino alla morte ecco poi per carità uno può dire facevano benissimo ma se uno deve valutare paragonare come si fa la guerra a questo punto abbiamo preso pastrengo e andiamo verso verona vedere cosa succede radeschi esce da verona e da battaglia e la battaglia è poco nota la battaglia di santa lucia 6 maggio è una battaglia combattuta in quella che oggi è la periferia di verona e che invece allora siccome le città erano molto più piccole era una serie di villaggi fuori i villaggi di campagna chievo san massimo santa lucia piemontesi sono venuti avanti non è che hanno deciso di attaccare sono venuti avanti per vedere cosa succede radetzky è uscito a questo punto e piemontesi decidono di attaccare ma lo decidono tardi attaccano con poche forze in modo indeciso anche lì insomma alla fine finisce un disastro i piemontesi vengono respinti su tutta la linea verona inutile dirlo non insorge mentre i piemontesi si ritirano ci sono episodi di panico poco edificanti questo devo dire dipende anche da un'altra caratteristica di questi due eserciti che si stanno affrontando ho parlato prima della cavalleria leggera che è fondamentale per controllare il paese per raccogliere notizie in battaglia c'è un'altra cosa che è fondamentale la fanteria leggera la fanteria il grosso della fanteria la fanteria di linea combatte come ai tempi di napoleone tutti in fila tutti schierati i tamburi si marcia tutte insieme si spara tutti insieme ma fin dai tempi di napoleone era fondamentale avere anche della fanteria leggera di uomini abituati a combattere in piccoli gruppi uomini addestrati bene che sanno tirare al bersaglio che ti schermano occupano i boschi le case è che devi saper combinare queste due cose la massa che avanza con la baionetta in canna e la catena dei piccoli gruppi che sanno sparare bene gli austriaci di questa fante rileggere ne hanno tanta jaeger tirolesi l'esercito piemontese non ne ha verrà creata ed è una cosa che in italia sappiamo tutti anche se pochi capiscono cosa vuol dire credo quando si dice che alessandro la marmora un certo punto crea il corpo dei bersaglieri cosa sono i bersaglieri qui tanti lo sanno ma insomma per chi non vuol dire semplicemente della gente che porta un più un piumino di gallo sul sul cappello i bersaglieri vuol dire gente che sa sparare al bersaglio diversamente dalla truppa di linea i quali siccome tanto spara tutti insieme non gli insegni mica tirare al bersaglio ma i bersaglieri sono l'equivalente degli header tirolesi soldati scelti che sanno sparare sanno muoversi in fretta ecco perché la tromba bersaglieri va sempre di corsa no perché sanno muoversi in fretta e occupare appunto le siepi le staccionate ecco nel 48 non ci sono a santa sia gli austriaci entrano nelle case inseguendo le colonne piemontesi in ritirata dalle case ti sparano addosso all'improvviso e notte panico ci sono reparti che scappano e andata malissimo però per fortuna intanto è arrivata l'artiglieria d'assedio il 18 maggio comincia il bombardamento di peschiera e intanto intanto gli altri sovrani italiani che avevamo promesso di dare una mano e lo fanno con molta calma perché i soldi sono pochi e non bisogna esporsi però quello che manda meno di tutti è il re di napoli due battaglioni però li manda il granduca di toscana manda più gente manda una divisione fra l'altro in toscana c'è grande eccitazione gli studenti di pisa hanno formato dai reparti di volontari quindi sono il contingente toscani un po più robusto il papa ha mandato un grosso contingente papa pio ix ha mandato due divisioni una dell'esercito regolare e un'altra tutta di volontari anche qui scusatemi se insisto su questo ma siccome da noi c'è un po 6 per questa domanda non ma il risorgimento che ci hanno fatto credere che tutto un popolo lo voleva ma non è che invece erano quattro gatti quelli che ci credevano ecco non è vero una cosa non avere neanche l'altra non erano solo quattro gatti c'era un pezzo di popolo che ci credeva tant'è vero che appunto a roma si recluta un'intera divisione vuol dire migliaia di volontari lo stato pontificio non ha dei grange nera lì anzi è alla ricerca affidano il comando a un vecchio rivoluzionario piemontese che si chiama durando durando pian piano è risalito da roma con le truppe pontificie il 23 aprile è arrivato a ostiglia e si è fermato 9 aprile siamo un tornato un po indietro di qualche giorno e rispetto a santa lucia verona eccetera ma qui il 29 aprile pio ix ci ha ripensato ha deciso che lui e il papa e che non deve fare la guerra e che è un sovrano italiano e non deve partecipare a una guerra interna in italia perciò perciò annuncia il ritiro delle sue truppe a questo punto al comando piemontese si sa comincia avere una vaga idea di cosa sta succedendo arrivano gent da udine perciò le truppe pontificie di durando che hanno passato il po a ostiglia sono fatte apposta per fermare nugent mentre noi più indietro a peschiera andiamo avanti con l'assegno di peschiera e radeschi se ne sta chiuso dentro verona perché senza i rinforzi è troppo debole quindi durando viene avanti si spinge fino a treviso lì son quelle guerre da generali del settecento io faccio un passo in là e vediamo cosa fa lui il mio scopo è fermarlo il suo scopo e passare oltre bisogna vedere chi è più bravo e più bravo nugent che faceva la guerra fin dal settecento è queste cose le sa perciò new gent aggira durando e si perde e continua a marciare verso verona lasciandosi durando fermo a treviso il voltafaccia di pio ix e il primo sintomo del fatto che il 48 non è che sia finito ma sta cominciando a finire che i grandi momenti ci sono stati adesso è l'ora dei ripensamenti di quelli che si sono spinti troppo avanti e sta incominciando a ripensarci ci ha ripensato pio ix il 15 maggio a napoli si riunisce il parlamento eletto secondo la nuova costituzione si scopre immediatamente che la costituzione non è fatta bene non si capisce esattamente quali sono i poteri del parlamento c'è un momento di tensione la città sta per insorgere poi viene tranquillizzata alla fine oddio di orrende attualità questa cosa il re scioglie il parlamento appena eletto e dichiara che bisogna rifare le elezioni la costituzione c'è ancora non l'ha ritirata però il fatto che il parlamento appena eletto sia stato subito sciolto il primo giorno non promette benissimo neanche quello e come dire l'assedio di peschiera intanto va avanti e tutti i giorni artiglieria d'assedio tira tira tira tira smantella qualche opera fa qualche vittima e si aspetta che la guarnigione si arrenda nelle vecchie guerre funzionava così la guarigione deve resistere un po perché deve assolutamente un generale e un comandante di guarnigione che cede appena cominciato l'assedio viene fucilato ma dopo un po tra paesi tra popoli civili si comincia a discutere quando tu cominci a finire la farina ea finire la polvere da sparo è a quel punto è legittimo arrendersi perciò si continua a sparare su peschiera aspettando che si arrenda mano gent ha portato i rinforzi arabeschi e adesso radetzky a verona si sente abbastanza forte da attaccare lui ed è velocissimo i rinforzi di nugent arrivano a verona il 25 maggio il 27 maggio la sera radetzky esce da verona dovete immaginare come la situazione l'esercito di carlo alberto e disteso lungo 70 km da pastrengo su su sull'adige giù fino a mantova troppo 70 km son tanti sono tre giornate di marcia 2 di una truppa molto veloce radetzky deve solo scegliere dove attaccare radetzky si muove velocissimo decide di attaccare giù sotto mantova l'estrema destra è uscito da verona la sera del 27 maggio il 28 maggio ea mantova ha fatto 35 km è passato il mincio in 16 ore a piedi davanti a lui c'è il corpo toscana c'è il corpo toscano del generale dello chef che comprende anche i famosi battaglioni degli studenti di pisa e li schierato ci sono anche i battaglioni napoletani è una divisione veramente italiana questa è l'estrema destra dello schieramento piemontese che quindi radeschi vuole attaccare all'estrema destra per poi prenderlo sul fianco e alle spalle queste truppe toscane napoletane sono schierate fra i due villaggi che tutti in italia conoscono curtatone e montanara che radeschi si è mosso lo hanno capito i comandi piemontesi e italiani lo ha capito dello chef che però non si muove se ne sta lì a ordine di star lì e non si muove lo sa il comando di carlo alberto che però non sa cos'altro comandare perché dello gelli appunto per impedire che veniamo aggirati e quindi magari potrebbero mandare dei rinforzi non mandano nessuno potrebbero ordinargli invece di ritirarsi salviamo le truppe perché ha tutto l'esercito di radetzky davanti dello share invece non gli danno l'ordine di ritirarsi il 29 maggio radeschi attacca a curtatone e montanara ovviamente anche qui dipende da come la guardi gli studenti pisani si fanno ammazzare è una pagina eroica il risultato finale è di fatto è che la divisione toscana viene messa in rotta viene completamente sbaragliata i superstiti fuggono fino a brescia da dove non si muoveranno più carlo cattaneo scriverà li hanno lasciati al macello certo c'è voluto comunque un giorno per cacciarli via da curtatone e montanara durante quel giorno carlo alberto finalmente si rende conto del pericolo di essere girato da sud e comincia a muovere una parte delle sue truppe per fermare questo movimento di radetzky il 30 maggio cioè il giorno dopo radetzky attacca da sud sperando di sbaragliare i piemontesi e magari addirittura aggirarli piantarli dentro il mincio però i piemontesi hanno mandato abbastanza forze per provare a fermarlo in un posto che si chiama goito a goito sia già combattuto per il ponte era stata una scaramuccia la vera battaglia di goito e questa 30 maggio del 48 e la battaglia di goito viene vinta radetzky che ha manovrato benissimo ha schiacciato i toscani il giorno prima potrebbe prendere alle spalle i piemontesi a goito viene fermato perché anche gli austriaci sono un esercito di quell'epoca neanche loro sono un esercito napoleonico non sono eserciti i cui soldati siano faty a farsi ammazzare nella speranza di avere il bastone da maresciallo nello zaino sono eserciti che combattono fino a un certo punto da cosa lo si vede dalle perdite radetzky sconfitto su 24 mila uomini perde 45 morti e 260 feriti l'uno per cento delle sue forze e abbastanza perché il suo esercito decida che la battaglia è persa e che non abbiamo più voglia di andare avanti entusiasmo immenso in tutta italia finalmente un'altra battaglia vinta dopo santa lucia ancora carlo cattaneo il quale a milano fa parte del governo provvisorio ma è all'opposizione ed è disgustato dal modo in cui il governo provvisorio gabrio casati felice confalonieri sta conducendo le cose carlo cattaneo a milano il governo venissimo e ignorante annunciò che il nemico aveva fatto tremenda battaglia per sette ore continue e che era fuggito dirottamente lasciando 5.000 morti 45 in realtà come vi dicevo però la battaglia vinta lo stesso perché la battaglia non si fa per starmi ammazzare tutti i nemici non è quello la battaglia si fa per vedere la situazione strategica e la situazione strategica che radetzky è uscito da verona sperava di intrappolare i piemontesi e dargli una legnata e invece è stato fermato e quindi ha perso e il giorno dopo peschiera si arrende come è naturale perché il comandante di peschiera è lì che aspetta di vedere quand'è che può arrendersi senza sfigurare e adesso che l'esercito di radetzky è venuto e non ce l'ha fatta ed è tornato indietro il comandante di peschiera può finalmente capitolare basta tra paesi civile funziona così e quindi peschiera capitola e carlo alberto entra in peschiera fra grida di viva il re d'italia e radeschi rientrando a verona viene a sapere che pochissimi giorni prima vienna è di nuovo in sorta c'è una nuova insurrezione a vienna il l'imperatore ha dovuto fuggire dalla capitale e non si sa se l'esercito operante in italia non dovrà essere richiamato indietro per difendere l'impero a vienna quindi le cose apparentemente stanno andando meravigliosamente 6 piemontesi si muovessero ma i piemontesi stanno fermi a questo punto radeschi si accorge che c'è ancora durando con i pontifici che se ne sta lì fra treviso e vicenza e decide che tanto per fare qualcosa andiamo a dare una legnata questi tanto siamo sicuri che carlo alberto non si muove ormai ha capito perciò radetzky si può permettere di andarsene da verona andare ad attaccare durando durando difende vicenza ci sono già molti pettegolezzi su durando che non si è mosso a venezia c'è la repubblica di san marco e in giro per l'italia si dice durando vuole diventare dittatore di venezia e per quello che non si allontana dal veneto orientale dopodiché durando viene attaccato su vicenza ea corre con tutte le sue truppe promettendo a carlo alberto che resisterà per almeno otto giorni quindi voi piemontesi dal mincio venite avanti perché io resisto a vicenza e voi potete schiacciare radetzky prendendolo alle spalle dopo aver promesso questo il secondo il primo giorno di combattimento durando viene sbaragliato il suo esercito va in rotta e durando firma la resa cioè firma un armistizio con cui si impegna a ritirarsi a sud del po e non muoversi più radeschi gli concede l'armistizio ovviamente perché di nuovo anno nessuna importanza distruggere un esercito nemico l'importante e metterlo fuori combattimento dopo questo disastro di durando carlo alberto a meno che mai ha voglia di muoversi sul mincio e non fa niente rimane fermo per tutto giugno e parte di luglio radeschi continua a ricevere rinforzi truppe austriache bloccano venezia comincia il blocco della repubblica di venezia il re di napoli richiama i due battaglioni non che facessero tutta quella differenza ma insomma i segnali si moltiplicano l'unica risorsa e di reclutare un esercito in lombardia perché carlo alberto ha bisogno di altre truppe con quelle che ha non ha coraggio di attaccare radeschi il governo provvisorio lombardo garantisce che verrà creato un esercito lombardo ci sono i volontari ma i volontari il grosso sono già in servizio non c'è più tantissima gente che ha voglia di venire a rischiare la pelle perciò il governo provvisorio lombardo ordine alla coscrizione e per prima cosa richiama tutti i veterani dell'esercito austriaco e li manda al campo di carlo alberto all'inizio ancora vestiti in borghese perché non ci sono divise questi qua si ribellano perché hanno chiara una cosa se gli austriaci mi prendono in armi vestito da civile mi fucilano perciò i coscritti lombardi rifiutano di andare al campo senza delle divise a questo punto il governo provvisorio a milano scopre che ha dei magazzini pieni di divisa austriaca perciò veste in divisa austriaca le sue truppe e le manda a carlo alberto peraltro queste truppe sono totalmente disorganizzate ancora cattaneo i più col berretto alcuni con cappelli di feltro di paglia di ogni foggia reggimenti informi che parevano agli stipendi del più pitocco popolo del globo qualche volontario però arriva e proprio in questo momento di stasi in cui non si sa cosa fare arriva un volontario che potrebbe anche servire è un tizio che è diventato famoso in sudamerica si chiama garibaldi è vero che era in esilio per certe faccende di terrorismo di condanne a morte e così via però nel nuovo clima è tutto dimenticato o quasi è tutto dimenticato nel senso che garibaldi torno in italia per mettersi al servizio della nazione e riesce a raggiungere ai primi di luglio e il 4 luglio 4 luglio garibaldi arriva al campo di carlo alberto e si presenta il re offrendogli la sua spada carlo alberto scrive il ministro della guerra torino ho concesso oggi udienza al celebre generale garibaldi degli offerto il proprio aiuto anche degli uomini suoi dei volontari jan sempre carlo alberto gli antecedenti di questi signori e specialmente del sedicente generale il suo famoso proclama repubblicano ci rendono assolutamente impossibile accettarli nell'esercito si potrebbe forse dar loro un sussidio purché si tolgano dai piedi in altre parole era arrivato uno che sapeva far la guerra ma siccome è un rosso non lo vogliamo perciò garibaldi viene spedito via e si continua ad aspettare sempre spalmati su 70 km da pastrengo a governano in piena estate con un caldo terrificante avete visto le divise dei nostri soldati come sono anche d'estate divisa di lana e cappotto i soldati muoiono di colpi di calore il sistema dei viveri dei rifornimenti e saltato non funziona niente i soldati fanno la fame in mezzo al paese più ricco del mondo le malattie aumentano gli ospedali non bastano questo esercito rimane fermo ad aspettare non si sa cosa il 22 luglio radeschi ne ha abbastanza e decide di attaccare e comincia a sondare a vedere dove si passa trova il posto dove quelli sono più deboli custoza attacca 24 25 luglio i piemontesi provano a contrattaccare sono respinti questa è una battaglia quasi seria gli austriaci con 75 mila uomini in campo ne perdono 1602 per cento i piemontesi su 75mila ne perdono 3.400 il 5 per cento non di più continuano a non essere battaglie napoleoniche ma quel 5 per cento basta perché l'esercito piemontese non ne possa più e a questo punto è la catastrofe radeschi il 26 luglio passa il mincio e minaccia di portarsi alle spalle dei piemontesi perciò i piemontesi devono ritirarsi si ritirano in gran fretta non senza aver chiesto un armistizio cioè carlo alberto propone radetti di negoziare un accordo radetzky gli dice anche lui è incerto è sarebbe gli basterebbe che i piemontesi si ritirassero sull'adda quindi le condizioni sempre i fiumi come vedete no abbia passato il mincio c'è l'olio noi vogliamo che voi ve ne andiate dietro la da se ve ne andate dietro land siamo disposti a sospendere per il momento alle ostilità carlo alberto decide che è vergognoso ritirarsi fino all'adda perciò rifiuta queste condizioni che salvavano milano perché milano dietro laden sarebbe tenuta a milano carlo alberto rifiuta spera ancora di fermarsi all'olio forse sta di fatto che l'esercito non è in grado di tenere neanche l'olio il 28 luglio sono dietro l'olio ma il 31 luglio sono dietro la da dalla lombardia insorta i civili cominciano a scappare per timore delle rappresaglie cremona rimane quasi completamente vuota infinito numero di malati invece lasciati indietro alla cortesia degli austriaci che stanno arrivando piemontesi sono dietro la dama non riescono a difendere il primo agosto gli austriaci passano la dà a questo punto bisogna decidere con questo esercito in dissoluzione se tornare in piemonte o andare a milano la guerra è continuamente no decisioni decisioni cosa fai fai questo fai quello qual è la cosa giusta poi ti vengono i generali vengono i capelli bianchi in guerra delle guerre durano un po qui caro alberto decide che la cosa da fare andare a milano chi la vuole prendere bene dice per tentare un'ultima resistenza e difendere l'eroica città chi la vuole prendere male dice ha paura che milano se l'esercito piemontese scappa proclami la repubblica quindi in ogni caso andiamo a milano per tenere la situazione sotto controllo fatto sta che i piemontesi intanto di lui via uragani estivi grandinate improvvise gente uccisa dalla grandine testimoni oculari il 3 agosto e piemontese sono a milano e si trincerano nella periferia dei sobborghi di milano chiesa rossa il vicentino il corretto calvairate la popolazione li accoglie freddamente il 4 agosto ad es chi attacca milano qua e là la popolazione collabora con le truppe piemontesi e rimette in campo le balene nelle vie le barricate ma nell'insieme la popolazione è incerta e e l'esercito piemontese non in grado di resistere quello stesso giorno 4 agosto carlo alberto sotto la pressione della tocco austriaco chiede un armistizio aveva rifiutato l'armistizio con la linea della da adesso chiede l'armistizio in cambio chiede soltanto di poter ripassare il ticino riportare il suo esercito in piemonte a milano comincia a correre voce che carlo alberto sta negoziando con gli austriaci i primi che in piazza a milano spargono la voce di questi negoziati vengono ammazzati dalla folla come se fossero appunto agenti austriaci che vogliono creare poi invece si capisce che è vero a milano suonano le campane a martello come si faceva nel medioevo per chiamare la gente armata in strada la gente armata è in strada e non sa se rispettare gli austriaci per sparare a loro ho cominciato a sparare i piemontesi carlo alberto e dentro palazzo greppi nel cuore di milano con la folla fuori una folla ostile quella notte c'è il rischio che i milanesi attacchino il palazzo greppi e impicchino carlo alberto al balcone e c'è anche il rischio che l'esercito piemontese metta a ferro e fuoco milano per liberare il suo re poi alla fine alla fine si riesce a evitare il peggio un battaglione di bersaglieri nord bersani ci sono ancora un materia di fanteria va a prendere carlo alberto dentro il palazzo greppi lo porta fuori si firma l'armistizio ci si ritira provvisorio ancora definitivo ma insomma l'esercito piemontese abbandona milano e si ritira dietro il ticino poi il 9 agosto viene firmato dalle miss tizio definitivo alla mestizia di salasco la guerra è durata quattro mesi e mezzo ci sarà poi come sapete come dire una ripresa nel 49 non non più gloriosa e non più fortunata di questa il 48 48 italiano sta finendo ma sta finendo il cantato in tutto il mondo in tutta europa il 23 giugno parigi è insorta di nuovo sono insorti gli operai stavolta sono insorti gli operai per vedere se fatta la rivoluzione borghese si può fare la rivoluzione proletaria la rivoluzione proletaria viene repressa nel sangue dall'esercito 5.000 morti nelle strade di parigi in sicilia ferdinando ii sta riconquistando l'isola c'è l'assedio di messina ferdinando ii fa bombardare messina per cui la stampa progressista lo chiamerà poi re bomba da comunque il 7 settembre messina cade e le truppe borboniche cominciano a riconquistare il resto della sicilia rimane a roma dove il clima è tale che il 24 novembre pio ix lascia la città lì poi verrà proclamata la repubblica romana e l'altra vicenda del 49 insieme con quella della battaglia di novara se non altro li c'e ancora qualcosa acceso per il 49 per il resto è quasi tutto spento in francia repressa nel sangue la rivoluzione operaia si va alle elezioni del presidente della repubblica e viene eletto presidente della repubblica il principe luigi napoleone nipote di napoleone primo il quale farà come sapete il presidente della repubblica pro pochissimo tempo dopo di che farà il colpo di stato e diventerà l'imperatore napoleone iii e insomma il 48 è veramente finita ovviamente c'è anche chi festeggia a vienna il 31 agosto viene eseguita per la prima volta composta apposta per l'occasione la marcia di radetzky di strauss kahn [Applauso]