[Musica] ma lo volevo dire lei dunque un uomo pacifico è ha perduto il treno per un minuto sa arriva alla stazione e me lo vedo scappare davanti poteva corrergli dietro già e da ridere lo so bastava santo dio che non avessi tutti quegli impicci di pacchi pacchetti pacchettini più carico di un somaro ma le donne commissioni commissioni non la finiscono più tre minuti creda appena sceso di lettura per dispor miino dini tutti quei pacchetti alle dita due pacchetti per ogni dito doveva esser bello sa che avrei fatto io gli avrei lasciati nella vettura e mia moglie anzi le mie figliuole tutte le loro amiche strillare mi ci sarei passato un mondo perché lei forse non sa che cosa diventano le donne in villeggiatura ma sì che lo so appunto perché lo so dicono tutti che non avranno bisogno di niente questa soltanto capaci anche di sostenere che ci vanno per risparmiare poi appena arrivano in un paesello quad e dintorni più brutto è più misero e lercio e più imbizzarriscono a pararlo con tutte le loro galanterie più vistose le donne caro signore ma del resto nella loro professione se tu facessi una capatina in città caro avrei proprio bisogno di questo di quest'altro e potresti anche se non ti secca caro il se non ti secca e poi già che ci sei passando di là ma come vuoi caramia che in tre ore di sbrighi tutte queste faccende ma che dici prendendo una vettura il guaio è che dovendo trattenermi tre ore sole sono venuto senza le chiavi di casa oh bella e perciò ho lasciato tutto quel monte di pacchi e pacchetti in deposito alla stazione me ne sono andato a cenare in trattoria poi per farmi svaporare la stizza a teatro si crepa va dal caldo all'uscita dico che faccio sono già le 12 ma le quattro prendo il primo treno per tre ore di sonno non fare la spesa il mini sono venuto qua questo caffè non più davvero non chiude un signore e così ha lasciato tutti quei pacchetti in deposito alla stazione perché nella domanda non vi stanno forse sicuri erano tutti bellegati no no non dico ben legati me l'immagino con quell arte speciale che mettono i giovani di negozio nell'invitare la roba venduta che mani un bel foglio grande di carta doppia rossa levigata che per se stessa un piacere vederla così liscia che uno ci metterebbe la faccia per sentirne la fresca carezza la stendono sul banco e poi con garbo disinvolto vi collocano su in mezzo la stoffa lieve ben piegata levano prima da sotto il dorso della mano un lembo poi da sopra vi abbassano l'altro e ci fanno anche con svelta grazia una rimbocca turina come un di più per amore dell'arte poi ripiegano da un lato dall'altro a triangolo e cacciano sotto le due punte allungano una mano la scatola dello spago tirano per farne scorrere quanto basta a legare l'involto e legano così rapidamente che lei non ha neanche il tempo di ammirare la loro bravura che già si vede presentare il pacco col cappio pronto a introdurvi il dito si vede che lei ha prestato molta attenzione nei giovani di negozio io caro signore giornate intere c plus sono capace di stare anche un ora fermo a guardare dentro una bottega attraverso la vetrina mitch dimentico mi sembrava d'essere vorrei essere veramente quella stoffa la di seta quel board a tino quel nastro rosso celeste che le giovani di merceria dopo averlo misurato sul metro ha visto come fanno se lo raccolgono a numero 8 intorno al pollice al mignolo della mano sinistra prima di incartarlo guardo il cliente vuole cliente che escono dalla bottega coninvolto appeso al dito in mano o sotto il braccio li seguo con gli occhi finché non li perdo di vista immaginando quante cose immagino lei non può farsene un'idea mi serve mi serve questo le serve scusi che cosa armi rosie dico con l'immaginazione alla vita come un rampicante attorno alle sbarre di una cancellata non lasciarla mai posare un momento l'immaginazione aderire aderire con essa continuamente alla vita degli altri ma non della gente che conoscono no a quella non potrei ne provo un fastidio se sapesse una nausea alla vita degli estranei intorno ai quali la mia immaginazione può lavorare liberamente ma non ha capito anzi tenendo conto delle minime apparenze scoperte in questo e in quello che sapesse quanto e come lavora fino a quanto riesco ad addentrarmi vedo la casa di questo e di quello ci vivo mi ci sento proprio fino ad avvertire sa quel particolare alito che cova in ogni casa nella sua nella mia ma nella nostra noi non lo avvertiamo più perché l'alito stesso della nostra vita mi spiego vedo e lei dice di sì sì perché dico deve essere un bel piacere codesto che lei prova immaginando tante cose piacere io già mi figuro mi dica un po è stato mai a consulto da qualche medico bravo io no perché non sono mica malato non si allarmi me lo domando per sapere se ha mai veduto in casa di questi medici bravi la sala dove i clienti stanno ad aspettare il loro turno per essere visitati ah si mi toccò una volta ad accompagnare una mia figliola che soffriva di nervi bene non voglio sapere dico quelle sale già fatta attenzione divano di stoffa scura di foggia antica quelle seggiole imbottite spesso compagne quelle poltroncine europa comprata di combinazione roba di rivendita messa lì per i clienti non appartiene mira alla casa il signor dottore a per sé per le amiche della sua signora un ben altro salotto ricco bello chissà come striderebbe qualche seggiola qualche poltroncina di quel salotto portata qua nella sala dei clienti a cui basterà questo arredo così alla buona decente sobrio vorrei sapere se lei quando andò con la sua figliola guardo attentamente la poltrona o la seggiola su cui stette seduto aspettando io no veramente nel già perché non era malato ma neanche i malati spesso ci badano compresi come sono del loro male eppure quante volte certuni stanno lì intenti a guardarsi il dito e fa segni vani sul bracciolo lustro di quella poltrona su cui stanno seduti pensano e non vedono ma che effetto fa quando poi si esce dalla visita riattraversando la sala il rivedere la seggiola su cui poc'anzi in attesa della sentenza sul nostro male ancora ignoto stavamo seduti ritrovarla occupata da un altro cliente anch'esso col suo nale segreto o la ruota impossibile in attesa che un altro qualsiasi venga occuparla ma che dici ha già il piacere dell'immaginazione chissà perché ho pensato subito a una seggiola di queste sale di medici dove i clienti stanno in attesa del consulto già veramente non vede la relazione neanche io ma è che certi richiami di immagini tra loro lontane sono così particolari e ciascuno di noi e determinati da ragioni ed esperienze così singolari che l'uno non intenderebbe più l'altro se parlando non ci vieta assino di farne uso niente di più illogico spesso di queste analogie ma la relazione forse può esser questa guardi avrebbero piacere quelle seggiole di immaginare chi sia il cliente che viene a sedere sull'oro in attesa del consulto che male covi dentro dove andrà che farà dopo la visita nessun piacere e così io nessuno vengono tanti clienti ed esse sono la povere seggiola per essere occupate ebbene è anche un occupazione simile la mia ora mi occupa questo ora quello in questo momento mi sta occupando lei e creda che non provo nessun piacere del treno che ha perduto della famiglia che lo aspetta in villeggiatura di tutti i fastidi che posso supporre in lei mutanti sa ringrazi dio se son fastidi soltanto c'è chi sa di peggio caro signore io le dico e ho bisogno ad attaccarmi con l'immaginazione la vita altrui ma così senza piacere senza punto interessarmene anzi anzi per sentirne il fastidio per giudicare la sciocca e vana la vita così che veramente non debba importare a nessuno di finirla e questo è da dimostrare bene sa con prove ed esempi continui a noi stessi implacabilmente perché caro signore non sappiamo da che cosa sia fatto ma c'è c'è ce lo sentiamo tutti qua un'angoscia nella gola il gusto della vita che non si soddisfa mai che non si può mai soddisfare perché la vita nell'atto stesso che la viviamo e così sempre ingorda di se stessa che non si lascia assaporare il sapore nel passato che ci rimane vivo dentro il gusto della vita ci viene di là dai ricordi che ci tengono legati ma legati a che cosa a questa sciocchezza qua queste noie a tante stupide illusioni insulso occupazioni sì sì questa che ora qua è una sciocchezza questa che ora qua è una noia e arrivo financo dire questa che ora è per noi una sventura una vera sventura si signori a distanza di 4 5 10 anni chissà che sapore acquisterà che gusto queste lacrime nella vita per dio al solo pensiero di perderla specialmente quando si sa che è questione di giorni ecco vede la dico l'acqua il cantone vede quell'ombra di donna ecco se nascosta come chi fiera non l'ha vista se nascosta una donna mia moglie già la sua signora mi sorveglia da lontano e mi parrebbe creda ad andarlo a prendere a calci ma sarebbe inutile e come una di quelle cagnes perdute ostinate che più lei le prende a calci un più le si attaccano alle calcagna ciò che quella donna sta soffrendo per me lei non se lo può immaginare non mangia non dorme più mi viene appresso giorno e notte così a distanza e assicurarsi almeno di spolverarsi con la ciabatta che tiene in capo gli abiti non pare più una donna ma uno strofinaccio mesi sono in pole verati per sempre anche i capelli qua sulle tempie e ha appena 34 anni mi fa una stessa che lei non può credere le salta addosso certe volte le grido in faccia stupida scrollando la si piglia tutto resta lì a guardarmi concerti occhi concerti occhi che le giuro mi fanno venire qua alle dita una selvaggia voglia di strozzarla niente aspetta che mi allontani per rimettersi a seguirmi a distanza ecco guardi sporge di nuovo il capo dal cantone povera signora ma che povera signora vorrebbe capisce che io me ne stessi a casa quieta tranquillo a coccolarvi in mezzo a tutte le sue più morose sviscerate cure a godere dell'ordine perfetto di tutte le stanze della lean dura di tutti i mobili di quel silenzio di specchio che c'era prima in casa mia misurato dal tic tac della pendola del salotto da pranzo questo vorrebbe io domando ora lei per farle intendere l'assurdità mano che dico la sordità la macabra ferocia di questa pretesa le domando se crede possibile che le case ed avezzano le case di messina sapendo del terremoto che di lì a poco l'avrebbe sconquassate avrebbero potuto starsene tranquillo sotto la luna ordinate in fila lungo le strade le piazze obbediente al piano regolatore della commissione edilizia municipale case per dio di pietra e travi se ne sarebbero scappate immagini i cittadini di avezzano i cittadini di messina spogliarsi placidi placidi per mettersi a letto di piegare gli abiti mettere le scarpe fuori dell'uscio e cacciandosi sotto le coperte godere del candore fresco delle lenzuola di bucato con la coscienza che fra poche ore sarebbero morti né sembra possibile ma forse la sua signora mina si dirà se la morte signor mio fosse come uno di quegli insetti strani e schifosi che qualcuno inopinatamente ci scopre addosso dei passa per via un altro passante all'improvvisa lo ferma il cauto con due dita protese le dice scusi permette lei egregio signore già la morte addosso e con quelle due dita protese la piglia e butta via sarebbe magnifica ma la morte non è come uno di questi insetti schifosi tanti che passeggiano disinvolti alieni forse ce l'hanno addosso nessuno la vede ed essi pensano quiete e tranquilli a ciò che faranno domani e domani l'altro ora io caro signore ecco venga qua qua sotto questo lampione venga le faccio vedere una cosa guardi qua sotto questo banfo qua vede che bel tubero violaceo sa come si chiama questo un nome dolcissimo più dolce di una caramella epitelioma si chiama non si sentiva che dolcezza epitelioma la morte capisce è passata ma ficcato questo fiore in bocca ma detto niente lo caro ripasserò fra otto o dieci mesi ora mi dica lei se con questo fiore in bocca io me ne posso stare a casa tranquillo quieto come quella disgraziata vorrebbe né grido asi e vuoi che ti baci si baciami ma sa che ha fatto con uno spillo l'altra settimana s'è fatta un graffio qua sul labbro e poi ha preso la testa mi voleva baciare baciare in bocca perché dice più vuol morire con me è pazza a casa io non ci sto ho bisogno di starmene dietro le vetrine delle botteghe io ad ammirare la bravura dei giovani di negozio perché le capisce se mi si fa un momento di vuoto dentro lei lo capisce posso anche ammazzare come niente tutta la vita in uno che non conosco cavare la rivoltella ammazzare uno che come lei per disgrazia abbia perduto il treno no no non tema caro signore io scherzo me ne vado ammazzerei jimenez e mai ma ci sono di questi giorni certe buone albicocche come le mangia lei con tutta la buccia è vero si spaccano a metà si premono con due dita per lungo come due labbra socchiuse che delizia mio sei qui la sua egregia signore anche le sue figliole villeggiatura me l'immagino vestite di bianco e celeste in un bel prato verde in ombra mi faccia un piacere domattina quando arriverà i figuro che il paesello disterà un poco dalla stazione all'alba lei può fare la strada a piedi il primo cespuglietto d'erba sulla pro da nei conti i fili per me quanti si saranno tanti giorni ancora io vivrò ma lo scelga bello grosso mi raccomando buonanotte caro signore [Musica]