che dire per me un piacere veramente mezzo avere qui dopo due anni banna 3 vedo tra 18 vero adesso pira bignamini era di nuovo una colazione nel 2018 e si parlava di rega ragazzi e mutanti i nostri figli quando crescono e all'improvviso da un giorno all'altro non sono più con i bambini carini vezzosi docili nella delle creature mutanti questa curva giro libreria ho scoperto che aveva scritto di nuovo un libro e questa volta sul suo diventare donne e quindi noi ci siamo sentita quasi un anno fa in occasione dell'uscita del libro e l'abbiamo invitata e adesso scopriremo come si diventa donne a tutti e grazie comincerei con il leggero sarà breve un piccolissimo grande ginevra ha compiuto vent'anni ed entrata a pieno diritto nel gruppo di chi donna è ormai quasi pronta per esserlo la conosco da quando ne aveva poco più di dieci ed era arrivata nel mio studio spaventata come un pulcino con gli altri grandi grandi a interrogarmi su che cosa rispetto succedendo come mai all'improvviso verse paura di tutto e la bambina coraggiosa intraprendente che era prima si fosse volatilizzata caccia dove abbiamo lavorato insieme in fasi diverse per dieci anni e il dialogo è ancora aperto a ogni tappa ginevra incontra il dolore del blocco della perdita di speranza e poi della comparsa di nuove prospettive esplorando aspetti diversi di sé e lavorando di volta in volta soluzioni creative e conquistandosi un pezzo di saggezza in più ci si rincorrono le stagioni e le agende su cui segnare quando incontrarci che lei non manca di riconoscere ogni nuovo anno commentando colori e varianti stavolta il silenzio dura molti mesi ma in un attimo i fili si rintracciano quando ginevra torna a raccontarsi basta ricreare lo spazio della parole dell'ascolto ora che è arrivata al traguardo dei vent'anni gli occhi grandi grandi ancora accesi dalla curiosità la bambina resta un ricordo affettuoso e qualche o serve una giovane donna impegnata finalmente a nascere autorizzarsi a venire al mondo individuo che occupa uno spazio femmina che afferma quel che liberandosi dai fantasmi dell'infanzia e dai vincoli di false sicurezze essere umano che si riconosce il diritto dell'imperfezione permettendosi di desiderare e di sognare questa è forse la sua sfida più grande le parole che scrive in una sorta di dialogo interiore e che mi regala come un tesoro condiviso su un augurio per tutte le ragazze impegnate nella ricerca di set alla fine avevo paura di diventare la priorità di qualcuno quando non ero mai stata neanche la mia in fondo che dirigo io perché dovrei prendermi il mio spazio se mi viene tanto meglio spostarvi per lasciare il posto agli altri mi sembra più facile perché vuol dire che a quel punto mi rispecchio in loro non ho una mia felicità non ho un mio volere sevo semplicemente quello di un altro perché assumersi la responsabilità di dire io sono con la persona più importante cioè con se stessi ecco vi avevo letto questo piccolo brano che secondo me rende l'idea più di mille descrizioni di qual è un po il lavoro che io faccio come psicoterapeuta di adolescenti di giovani e donne e che in un certo senso è veramente un po di cercare di accompagnare le ragazze a nascere come donne a diventare grandi ed è proprio per questo per questa questione del che cosa significa oggi diventare grandi diventare una donna che per cercare di rispondere a questa questione che nessuno ingaggiata insomma nella ricerca che ha dato vita a questo libro la faccenda del diventare grande e oggi non è una questione da poco nel senso che non certo un certo qual modo oggi è un po come se diventare grandi venisse vissuto dagli adulti da chi grande almeno una graficamente dovrebbe esserlo non proprio come una bella cosa e come se nella rincorsa del mito di un'eterna giovinezza il fatto di continuare ad essere un po incompiuti un po acerbi con mille possibili prospettive ancora davanti fosse un vantaggio e diventare adulti fosse una perdita la rinuncia a quelle mille altre possibili alternative di sé che potremmo avere davanti ma questo non è certo un aiuto per i nostri ragazzi nel senso che quando si è davvero nel guado quando si ha davvero ancora indefiniti poter avere un idea di una meta di un approdo di un passaggio che aiuti a definirsi è qualcosa di assolutamente necessario e allora la questione del quand'è che si diventa davvero grandi quando si diventa adulti è una questione cruciale nell'accompagnare i nostri ragazzi è perché ho scelto il versante femminile insomma no della faccenda ho lasciato da parte quello maschile dove intanto perché sono donna anch'io e perché in un certo senso da sempre mi interrogo anch'io su che cosa si lippi che diventare una donna poi perché nel mio mestiere lavoro soprattutto con ragazze e quindi è un po come se in quel versante riaversi raccolto tante più storie testimonianze e poi perché in un certo senso la questione del genere femminile quindi di quando una donna oggi diventa tale è la questione che ci interroga di più perché il genere femminile e quello che negli ultimi decenni ha vissuto più cambiamenti se noi pensiamo fino a prima della rivoluzione del degli anni sessanta diventare donna era una faccenda quindi diventare una donna adulta è una faccenda piuttosto semplice che si risolveva dentro dell'assoluzione di compiti principalmente biologici era un po quello che faceva a fremere di indignazione simon de beauvoir il fatto che in un certo senso noi fossimo chiamati ad essere delle buone fattrici e che quindi una donna diventasse tale quando veniva scelta e fecondata e quindi quando poteva dentro la dominio insomma della cultura patriarcale passare dalla famiglia del padre alla famiglia del marito di cui poteva contribuire a portare avanti il nome ecco oggi direi che per fortuna insomma anni di battaglie ci hanno un po affrancato da questa da questo passaggio così automatico e così limitante no anzi in un certo senso un po come se le donne noi donne un po come delle pioniere del far west ci fossimo conquistate di tutto no mille ambiti mille settori dove poterci finalmente affermare ma il paradosso di questa cosa e che è un po come se allora a diventare donna fosse un'impresa dal valore altissimo quasi idealizzata tante persone e tante tante donne con cui ho chiacchierato poi nel costruire questo libro quando dicevo gli chiedevo quand'è che ti sei sentita per la prima volta essere diventare una donna che hai pensato sono diventata una donna molte dicevano strade ma io do un anno sono ancora c'è troppo diffusa vuol dire diventare uno quasi fosse diventata un'impresa molto molto ambita è molto impegnativa e che ci vede tutte appunto sull'orlo di crisi di nervi stressate a rincorrere 100.000 ambiti 100.000 obiettivi senza sentirci mai all'altezza per cui la questione di quali sono i fattori cruciali gli elementi propri essenziali che ci permettono di dieci bene sono diventata grande mi sembra appunto che non sia per nulla ascoltata e si accompagna un'altra faccenda che mi ha messo molto in crisi mentre scrivevo ero molto preoccupata ed è quella se si può ancora parlare di universo donna cioè se ancora il genere può in qualche maniera a definirci se dire sono una femmina può dire qualcosa che ci caratterizza indipendentemente dalla nostra storia dal nostro contesto e soprattutto riparo da qualsiasi odioso stereotipo se appunto vuol dire ancora qualcosa essere una femmina rispetto all'essere un maschio nel senso che è un po come se oggi una parte insomma della della nostra cultura seguisse un po l'idea che per liberarci da appunto dai pregiudizi dagli stereotipi anche proprio da dalle ingiustizie che hanno caratterizzato per tanti anni il femminile la soluzione fosse eliminare il genere e quindi no io non lo vedo intanto i nostri ragazzi tante ragazze quando gli chiedono ma tu cosa vuol dire per te essere una femmina è come se vuole essere un po come i cagnolini quando entrano in acqua e si scuotono poi via l'acqua volessero sbarazzarsi di questa faccenda dicendo ma io sono una persona cosa significa essere una femmina rispetto non parliamo dei maschi cioè quasi come a dire solo maschio di quasi equivale a dire una cosa orrenda senso non essere prepotente proprio che vivo dei miei istinti primitivi e questo contribuisce non poco a molte forme di depressione maschile anche a un decadimento proprio a livello ormonale nella produzione del testosterone forme di infertilità ci sono questioni molto forti intorno al fatto di rifiutare il genere e di viverlo come una sorta di limitazione alla propria libertà di essere individui e quindi di scegliere quel che si vuole essere non è un caso che oggi tanti ragazzini e quasi un veramente sembra quasi una sorta di di forma di pid e infila a proposito di tanti ragazzini oggi preadolescenti mutanti che le arrivano dicendo ragazze che dicono io sono un maschio io non sono una femmina e vogliono essere chiamate con un nome da maschio è come se il fatto di partire dalla loro natura quello che diceva cacciare ieri dal proprio corpo dal proprio base biologica fosse un limite intollerabile al desiderio di affermare la propria individualità e di scegliere che cosa essere e attenzione perché per questi ragazzini e ragazzine quando arrivano da noi con questa loro urgenza quello che vivono è tutt'altro che una baldanzose orgogliosa affermazione della loro libertà quello che vivono in una confusione profondissima e una grande fatica a stare del proprio corpo allora la faccenda del genere vogliamo che esiste ancora vogliamo accettare ancora di riconoscerci cometa come appartenenti a un genere oppure no è una questione veramente non da fuoco la mia impressione ovviamente qui parlo di quanto donna è che rinunciare al genere vuol dire rinunciare ad una forma molto preziosa di appartenenza vuol dire rinunciare a una forma di unione che fa la forza e che non deve necessariamente non deve porsi come contro all'altro no all'altra metà della mela ma che ci fornisce un senso di appartenenza da cui poter spiccare poi i voli che vogliamo nei confronti della nostra libertà di interpretare il nostro genere come vogliamo noi però questa è una questione insomma da qui sono partite nel mio interrogativo i miei interrogativi quindi insomma libro nasce dall idea di quando si diventa donne e se ancora c'è qualcosa che ci accomuna in quanto donne indipendentemente dalla nostra storia da dove siamo nati contesto eccetera eccetera e allora cosa ho fatto sostanzialmente in questa ricerca ho interpellato le mie pazienti nel senso che loro sono il primo bacino preziosissimo sia quello che mi portano sono le loro fatiche a diventare donna le loro difficoltà nella crescita e quindi ho interpellato prima di tutto loro poi ho studiato letteratura un po scientifica sulla sabbia musica reggae ci dà un po di dicevo quindi le mie pazienti libri colleghi colleghe maestri ma tantissimo devo dire le scrittrici nel senso che noi abbiamo davvero un nuovo importantissimo che ci accomuna dove proprio ci riusciamo rispecchiare che quello delle parole e le parole scritte quello delle quello delle scrittrici delle narratrici che ci descrivono l'etica insomma del loro diventare donne sono un luogo preziosissimo poi mi sono riferita per esempio simon de beauvoir ma mille altre e poi le chiacchierate il senso che ci siamo un po invitato io e la mia editor questa formula di uscire dal luogo dello studio dove io sono una psicoterapeuta e la ragazza è lì per essere aiutata e invece di incontrare donne di età che i testi luoghi diversi davanti a un caffè e dove proprio essere due persone animate dalla stessa ricerca dentro l'intimità che appunto no noi conosciamo molto bene quella della parola e con molte con con queste donne si partiva sempre da questa domanda quella che citavo prima cioè quando è stata la prima volta che hai pensato sono davvero diventata una donna è la cosa che mi ha colpito insomma da questi momenti così veramente calvi di intimità e di chiacchiera e che una corsa tra è che quasi mai c'è sempre c'era un momento di silenzio dove la persona si immergevano della sua vita della sua storia è sempre poi emergevano dei ricordi di un momento forte emozionante e intenso e tutti questi ricordi tutti questi eventi insieme mi sembra che costruiscano davvero una sorta di epica al femminile di imprese passaggi molto emozionanti che davvero è come se un po ci aiutassero a definire quali sono queste tappe del viaggio verso il diventare una donna e se trovo a vedere appunto i tratti le pennellate che hanno in comune questi queste piquet al femminile devo dire che quasi praticamente mai nessuno ne ha parlato del diventare dell'essere scelta che con data ecco come momento adesso essere diventata una donna piuttosto mi parlavano esattamente del contrario cioè non tanto del costruire una coppia ma del poterne fare a meno quindi l'esperienza traumatica e dolorosa della fine di una relazione spesso anche di un abbandono è come se venisse proprio raccontata come un veramente come un'odissea affettiva che permetteva di dire ce l'ha fatta e permetteva di accedere a quello che una delle donne con cui ho parlato chiamava il nucleo pulsante di quello che sei l'essenza quella che riesce a sopravvivere un po veramente come nei riti iniziatici dei guerrieri no delle tribù delle popolazioni selvagge c'è questa cosa del trovato affrontando quel dolore le radici di me e ho sentito che ce la potevo fare e allo stesso modo non è la pro dare alla casa da sposa ma è molto spesso la pro dare a quella piccola stanza magari non lontano da casa oa quel monolocale un po così abbarbicato è messo insieme sul momento che però costituisce il punito e in cui in qualche maniera tu sei in grado di riconoscerti e di caratterizzati o ancora più in generale l'esperienza del lutto di una perdita e la possibilità di sentire che resti in piedi ecco nel raccontare questi eventi c'è sempre vibrare no perché tutti li abbiamo attraversate in qualche modo tutti riconosciamo e ho l'impressione che davvero questo costituisca in qualche modo una primo elemento fondante oggi di questa epica al femminile che ci permette in qualsiasi luogo dove siamo quando lasciamo parlare le parole di sentirci e di riconoscerci e ci sono poi come dire delle maree per cui mi vien da dire delle boe delle reti di macro timide decorose faccende che è come se in questo punto no attraversare la propria crescita al femminile le donne incontrano e si trovano comunque a maneggiare a me verrebbe da dire come se fossero delle questioni con cui devono fare i conti e fare un po pace e per me quello che ho trovato sono principalmente tre poi magari qualcuno gliene vengono in mente anche la prima è il corpo e qui mi torna in mente quello che diceva cacciari cella l'assurdità di pensare che possa valere una visione riduzionistica per cui possiamo soltanto il nostro corpo oppure ce ne liberiamo possiamo essere appunto quello che vogliamo invece fare i conti con la propria matrice biologica di partenza è una questione e quindi fare pace mettersi d'accordo con il corpo da cui appunto niente ci potrà mai separare fino alla fine dei nostri giorni è una questione cruciale del diventare donna ed è un corpo che nel caso del corpo femminile ha delle caratteristiche comuni che poi di nuovo ognuno può decidere anche di interpretare in modi diversi ma delle questioni di fondo la prima è che è generata e potenzialmente generativo e si organizza per ricordarci questo suo poter essere generativo ogni mese nessuna delle donne con cui ho parlato ho dimenticato di citare il ciclo ciclo mestruale come una questione che ha caratterizzato e ha segnato il suo riconoscersi come femmine come se fosse proprio no lo si vedeva lo vedevo anche quando appunto mi occupavo di mutanti come se fosse proprio il primo momento in cui si differenziano proprio in maniera profonda innegabile le esperienze corporee ma anche emotive affettive dei maschi delle femmine allora sulla questione di come viene vissuto oggi il ciclo si è liberato per fortuna di tanti odiosi pregiudizi no che c'erano un tè e poi non si potevano toccare delle piante non si poteva cucinare bisogna insomma tutte quelle robe lì sono state eliminate ma c'è un aspetto con cui tante ragazze oggi fanno fatica a fare i conti rispetto al ciclo ed è il fatto che certo senso un'esperienza dolorosa un'esperienza che ricorda che siamo fragili ricorda che abbiamo dei limiti ricorda che non possiamo per il pieno totale controllo su quello che appunto il nostro corpo e ricacciare ne parlavano il corpo i limiti allora per molte ragazzine di oggi che inseguono quello che purtroppo è un mito con cui abbiamo davvero molto a che fare oggi cioè che per affrancarsi definitivamente dai vecchi pregiudizi del sesso femminile come il sesso debole passivo dipendente eccetera bisogna essere delle super eroine bisogna non avere mai paura bisogna appunto nola per essere sempre prestati ve vincenti efficaci in ogni ambito fare i conti con la fragilità che ti segnala quel momento lì qualcosa di difficile e spesso è all'origine di tante forme di sofferenza e che diventano proprio sintomi che poi portano le ragazzine da noi insomma nello studio degli psicoterapeuti allora la questione di fare i conti con la propria fragilità che si dichiara per esempio nel momento del ciclo ma che si dichiara per esempio nel fatto che i nostri corpi sono imperfetti è una questione con cui le nostre ragazzine fanno proprio un po fatica forse un po tutte noi oggi facciamo faticano a misurarci l'imperfezione vuol dire anche le mille variazioni che si discostano dai modelli estetici predominanti e questa faccenda di come il corpo femminile si confronti da sempre con la forza della seduzione e col tema della bellezza è un'altra questione forte con cui tutte noi donne ci misuriamo anche tollerare di dover piacere non viverlo come appunto qualcosa di schiacciante farci conti potersi anche divertire poter costruire il proprio senso di bellezza che non è la bellezza dei corpi tutti uguali e di plastica è una questione non da poco ed è un tema su cui le ragazzine di oggi sono veramente molto molto esposte anche perché la cultura dell'immagine la tecnologia no il modo in cui la nostra immagine riprodotta su mille superfici e qualcosa che mette tantissima la prova questa questione della della propria imperfezione ecco allora credo che questo tema del fare i conti col proprio corpo e farci un po la pace sia qualcosa che com'era donne ci impegna e dove forse possiamo anche proprio pensare di darci tanto tempo e possiamo pensare che il fatto che le nostre ragazze ci impieghi non bel po e facciano tanta fatica sia qualcosa con cui appunto anche in questo caso fare ingaggiare trattati di pace e darsi darsi molto tempo e molto perdono rispetto a quanto possiamo soffrire perché non siamo quello quello che vorremmo essere e questo è la prima boa no a cui facevo riferimento una seconda boa che in un certo senso è molto correlata alla questione della accettare la nostra natura imperfetta e i nostri limiti a che vedere con il confronto con l'altro e con il fatto di imparare di riuscire a fare i conti a fare pace col bisogno che abbiamo di essere amate e di amare questa è una questione delicata di nuovo per il genere femminile di oggi perché appunto un tempo era abbastanza scontato faceva parte del compito non dovevi essere scelta e doveva essere fecondata per cui era proprio naturale che tu avessi bisogno di un partner oggi invece per le ragazze di oggi di nuovo dentro quell epoca che vede il diventare donna il fatto di saper essere autonoma costruire una buona mediazione tra autonomia e bisogno dell'altro e rimodula un compito il compito che vede impegnate e quello che a me capita di incontrare molto spesso è da una parte la riduzione dell'altro a specchio di sé come se no i like sui social conquiste su tender il fatto di poter appunto essere cercate desiderate collezionare esperienze no forse qualche cosa che non ha niente a che vedere con la relazione e con lo scambio ma che è proprio come una sorta di accumulo seriale e consumistico di approvazioni che è solo falsamente alimenta una fantasia di autonomia perché invece ci rende assolutamente schiave di questi laiche di queste approvazioni per cui nel libro racconto per esempio una ragazza in particolare che mi raccontava questi suoi happy hour per niente in realtà per niente felici questi suoi aperitivi con questi ragazzi che poi dopo non la richiamavano e questo suo profonda umiliazione del mam allora non gli piaccio come se davvero quei ragazzi contassero qualcosa per lei quando se se ci fosse stata insieme tre ore non li avrebbe più sopportati allora questa questione della confusione che possiamo fare tra la ricerca dell'altro come specchio come conferma è però in realtà il fatto che lo stiamo proprio riducendo lo ma non lo stiamo vivendo come una relazione è una questione su cui tante oggi si trovano ad inciampare con dall'altra parte il terrore di essere delle sotto né il terrore di aver bisogno di soffrire del fatto che l'altro potrebbe lasciarti e potrebbe ridurti in pezzettini questa questione del tollerare il legame con l'altro del no viverlo come qualcosa di umiliante di cui vergognarsi dell'essersi amiche nel fatto che l'altro per un attimo anche solo per un momento diventi così potente è una questione su cui il nuovo femminile insomma le nuove ragazze di oggi si cimentano moltissimo e dove io credo che la sorellanza il gruppo femminile torna ad essere di nuovo il valore del genere che accomuna una risorsa preziosa l'ultima boa di cui vorrei parlarvi ultima ma in realtà prima da un certo che punto di vista quanto meno cronologico è la madre per tutte noi per tutte le donne con cui ho parlato per tutte le storie che ho conosciuto il confronto con la propria madre costituisce un elemento determinante del proprio processo di crescita la madre è chiaro lo è per tutti anche per i maschi è assolutamente ma c'è un aspetto in più che ci riguardano e femmine intorno al tema del legame con la madre ed è il fatto che ed oltre ad essere il luogo da cui proveniamo e anche il primo alter ego contro ci confrontiamo è la prima altra donna con cui ci misuriamo in termini di somiglianza confronto differenze e così via allora la questione di come poter accedere ad una forma di relazione con la propria madre che non neghi l'importanza e il valore ma che allo stesso tempo ci autorizzi davvero pochino ad essere quello che siamo per esempio elaborare la colpa di lasciarla un po sola quando siamo ragazze a elaborare il dolore di lasciarla andare a elaborare anche il dolore del fatto che però noi continuiamo ad andare avanti è una questione che in quanto donne ci riguarda e che per certi versi in una parte di se e come se rimanesse intoccabile e immutabile non importa che abbiamo dieci anni o che ne abbiamo 80 ma rimane sempre fondante la relazione con la propria madre e qui veramente si aprono mille capitoli e mille storie che adesso non vi sto a narrare ma che so ma spero possiate magari avere voglia un certo punto di leggere insomma e di condividere ecco ci sarebbero mille altre cose che potrei raccontarvi rispetto a questo libro pronto non mi sembra di avere già parlato tanto quindi mi hanno detto di dire che se qualcuno vuole fare una domanda non si può usare il microfono per via delle pandemie però appunto non secondo me ci sentiamo in qualche modo se qualcuno vuole fare un'adeguata da non viterbo [Applauso] prego parliamo di ieri 2 perché c'è anche della parità di te vedersi come i denti grazie devo un po come la domanda diventare una donna politica se già da questa mattina grazie ad alcuni tipi vediamo come vendola no in italia sì siamo per entrambi sì no no no no allora la bari dico così la sentono tutti e mi dice se ho capito mi sembra che stia chiedendo come si può conciliare questa idea del diventare una donna con appunto tutta un movimento fondamentale di parità tra i sessi che in un certo senso sta proprio invece come a voler ridurre le differenze tra uomini e donne nella misura appunto di un'equità di una parità tra maschi e del mondo la donna appunto si riderà da certi ruoli ed è un po ovunque dal diventare ok sì per lui sì ma mi sembra che sia proprio la questione che ho cercato un pochino di affrontare questa qua c'è la questione di come poter recuperare un aspetto di valore dentro le diversità che non debba tradursi in termini di più o meno quindi se appunto essere uomo è più di essere donna o viceversa e che non debba applicare necessariamente un aspetto di maschera di gabbia di limite no per cui diventare una donna è una sorta di rinuncia perché vuol dire necessariamente privarsi di certe possibilità di affermazione di realizzazione che invece fanno parte tradizionalmente del maschile no allora mi sembra che oggi una sfida importante per noi ma questo lo penso anche per gli uomini e anzi per certi versi e li sento ancora più in difficoltà gli uomini nel poter continuare a rivendicare una loro specificità senza che questa venga letta come prevaricazione come affermazione bieca brutali no della propria forza fisica o del proprio desiderio di potere cioè credo che ci sia davvero una questione che non è una questione da poco perché neanche della nostra possibilità di riprodursi di incontrarci di amarci di aver voglia di scambiarci la uil il fatto proprio del continuare a riconoscere che ci sono delle differenze delle peculiarità ma che queste non hanno a che vedere né con la supremazia di una parte della altra né con la rinuncia ad alta delle possibilità comunque di esplorazione di affermazione che magari non appartengono tradizionalmente al proprio ruolo cioè diventare una donna e appropriarsi del proprio genere non significa rinunciare a vivere esperienze che tradizionalmente appartengono al maschile ma vuol dire viverle dentro una propria specificità ed e viverlo questo come un valore no non come una perdita e credo che questo sia davvero un po un sì una sfida oggi nel nostro esplorare i generi e veramente credo che per certi versi si è ancora più complicata per i maschi che per le femmine perché un po come se per le terne donne ci fosse ancora questo senso pionieristico nodi anche allora per i maschi sembra che debbano partire chiedendo scusa sì forse vero in passato ce ne sono stati di somma di ingiustizie perpetrate nel nome del genere però forse mi viene facile dirlo pensando a mio figlio che c'è che che colpo può fare per il fatto che che col poco avere per il fatto di essere mastiti che cosa dovrebbe scusarsi forse sì certo deve imparare a costruire una cultura di estremo rispetto per l'altro genere no però forse senza rinunciare a qualcosa che può essere una peculiarità del suo essere maschio è che un po anche noi femmine non vorremmo veder terzo dei maschi con cui abbiamo a che fare le cose si riallaccia quello di pane ha detto l'amico fa e il ruolo delle donne dei maschi allora io un omaggio stesso con donne molto contraddittorio perché si lamentavano del valore della vita e poi aiutavano tutti quindi esattamente a diventa miliardi io ho cercato un team giovanissima gli anziani signori ho cercato di fare mi aiuta si pensi uomini che per quello che vedo spero di esserci riuscito insomma volevo sapere sulla sì le mamme dei maschi è davvero questa è una questione è una questione grande cioè quanto siamo responsabili noi mamme per prime di trasmettere ai nostri figli maschi una rappresentazione insomma no del del mondo delle relazioni tra i sessi che sia rispettosa e che ci aiuti a vederli crescere insomma ea sentirci un po orgogliosi di quello che sono io credo che in questo aspetto torni ad essere fondamentale la collaborazione tra mamme e papà cioè credo che torni ad essere cruciale in questo se il papa era presente si è però la allora forse in questo non possiamo pensare innanzitutto al fatto che per ogni maschio così come per noi confronto con la nostra madre è fondante la nostra poi identità ogni maschio ha dalla sua e doversi confrontare con la sua storia e col padre da cui proviene e diventa importante esplorare trovare figure paterne alternative che possano non necessariamente padri ma figure maschili che possano proprio mostrare indicare che c'è una strada anche diversa no perché è vero che ci sono vissuti esperienze profondamente maschili su cui noi mamme possiamo essere delle ascoltatrici delle interlocutrici ma non possiamo capirli al cento per cento allora di nuovo qua torna la fatica del riconoscere che siamo parziali e interdipendente abbiamo sempre bisogno di altri interlocutori si è chiesta quando lei ha avuto la consapevolezza di essere una donna mondo del lavoro si cita il lavoro mi è sembrato di entrare in un mondo si aprì storia documentale su questo modello qui si entra diciamo destra un giorno all equilibrio rispetto alla prima consapevolezza delle proprie differenze già lo sapevo che per le differenze di tavolo dei vantaggi incerti sociali e quindi non del vantaggio di genova dei vantaggi si dei valori dei valori ripeto lasciamolo stare si può trovare i giusti mi davano un po come il giardino sì diciamo non aiuta a quell equilibrio sì allora riassumo per chi magari non ha sentito deve però effettivamente la signora avete l'accento su una questione che molto forte insomma è quanto nel momento in cui si entra nel mondo del lavoro tornano emergere degli aspetti di disparità di esclusione proprio una fatica maggiore non aver per scontato che ci sia risposto per te che invece prima magari durante il percorso di studi non ci sono e questo anzi per certi versi oggi la differenza è quasi estremizzata perché c'è una scuola che valorizza molto la figlia femminile l'apprendimento al femminile no pensiamo nell'ancora qualora la classe a classe elementare di scuole alimentare dove la naturale impulsività no la corporeità maschile tende ad essere volto svantaggiosa dentro una classe e invece femminile che tradizionalmente no con mille differenze di genere però è più e meno carico di impulsività si trova facilitato no e infatti tanti maschi o le femmine sono le preferite una delle cose che i ragazzini poi mi portano con molta veemenza e quindi c'è un percorso di studi che vede le femmine molto avanti molto promettenti molto vincenti poi arrivano al mondo del lavoro e si trovano ad affrontare delle differenze e delle esclusioni e delle mortificazioni e della giustizia che ancora esistono e questo è un tema estremamente attuale per fortuna ci sono anche delle forme nate per esempio di gestione oggi andare che riconoscono che ci sono delle forme di leadership al femminile che hanno una serie di caratteristiche di valori aggiunti no presento la ricerca della cooperazione della condivisione del piuttosto che appunto una forma più verticale di potere però è vero che su questo c'è ancora tanto da fare sa che non ho sentita più sì no sì ciao da ma mi si sì la signora sta dicendo che oggi la sua impressione che ci sia una sorta più ondata di ritorno al passato come se ci fossero delle recrudescenze soprattutto in certi ambiti lavorativi oppure certi contesti legislativi che riportano forme di esclusione pregiudizio prevaricazione nei confronti del femminile è un'impressione che anche altre hanno pesato forse il punto è che in tutti i momenti ahimè di crisi si creano delle forme di terribile ingiustizia nei confronti delle categorie che si possono identificare cui forse questo se penso alla crisi lavorativa attuale per molte donne tornato ad essere così cioè che lo spazio non ti viene garantito che te ne devi proprio conquistare fino a tollerare delle dei compromessi davvero odioso male la rivoluzione del contraccettivo la contraccezione e per noi insomma del 62 dopo una lite è un affermazione del 6 cioè io posso scegliere posso decidere e adesso le ragazze mi sembrano scritte a questo a questo punto io ho un figlio massimo venturelli e con lui parlo di queste cose perché gli dico sempre è un altro mondo anche a pressione ma non soltanto se non si trovasse ad avere dubbi dove il panino ma perché ci sia una scelta importante e e vedo ti trovi mi racconta anche delle sue amiche con una sorta di sfilacciamento consapevolezza è vero oppure è soltanto maniere lodi che mi raccontava gara no io provo mi sento un po condividere questa impressione che però leggerei con una chiave di lettura del presente che un po a che vedere con la perdita di consapevolezza del proprio corpo cioè come se giorno appunto al anche un po la diffusione del virtuale il cinismo imperante questa fantasia di poterci liberare di qualsiasi vincolo di poter fare di noi quello che vogliamo dimenticandoci della nostra natura corporea ci dimentichiamo dei limiti ci dimentichiamo del fatto che il nostro corpo è un luogo delicato è un luogo che ha delle sue regole è un luogo che va protetto come se invece il corpo fosse un biglietto da visita uno strumento di affermazione di sé e venisse in quanto tale utilizzato dimenticandosi noi questo scollamento tra per esempio tra il corpo come luogo della sessualità in quanto esperienza profonda l'intensa che come minimo che può avere delle conseguenze per il corpo come sessualità venisse scollato da una sorta di erotismo di erotismo dell'immagine che viene utilizzata per avere attenzione per avere ammirazione dove la situazione è una sorta di affermazione di sé in cui più né conquisto più o un senso di mio efficacia e mi dimentico invece di che cosa vuol dire invece la sessualità reale questa è una cosa che molte nostre ragazzine purtroppo vivono esibire dopo erotico attraverso lo schermo come se lo schermo diventasse appunto lo specchio di biancaneve che ti dice sei proprio la più bella del reale del reame dimenticandoti che di lascia e magari appunto un maschio che potrebbe invece voler e poi portati a delle esperienze che tu non hai neanche idea di che cosa siano e di cui non conosce neanche delle le conseguenze allora credo che qui sia proprio complicato perché se noi leggiamo questa cosa che fa le ragazze della nostra ottica più uno battaglia di 60 non le capiamo e loro non ci capiscono e invece dobbiamo proprio leggerle dentro questa necessità di rieducarsi all'integrazione tra la mente il corpo era il fatto che avere un corpo vuol dire avere delle fragilità e questo ci deve rendere anche orgogliosi che dobbiamo difendere le nostre fragilità non le dobbiamo legare quindi è complessa la questione no ci richiede di nuovo di fare un grande lavoro di esplorazione di ascolto per comprendere davvero con chi abbiamo a che fare e come educarle sicuramente alimentando il dialogo alimentando il confronto e stimolando continuamente il discorso veramente un po quello che faccio che diceva cacciare ieri chi ci ricorda continuamente che ci sono tutti e due che siamo anche corpo ed educarli perché non so adesso entro faccio un esempio molto concreto non un po di mesi fa mi hanno intervistato forse per io donna non mi ricordo rimasta telefonata chiedendogli un parere sulla pubblicità degli assorbenti quelli lì che fanno vedere assorbente con la macchia di sangue e per dire se secondo me evocava davvero meno a liberarsi dalla vergogna no delle mestruazioni e del ciclo ecco questo per esempio a un tema cioè siamo sicuri che il punto sia a dare delle bombe molto concrete nou dove lascia parlare il sangue così come è invece la questione non sia proprio costruire la possibilità di dar parola alla fragilità alle sensazioni del corpo e riportare un discorso sulla dignità del nostro corpo che sia libero da aspetti più ideologici no che non venga confuso con qualcosa di moralistico ma che parli di rispetto profondamente ecco secondo me in questo senso la sorellanza no torna ad essere un luogo inutile il gruppo al femminile tra donne di generazioni diverse torna ad essere qualcosa di molto prezioso quando non fa sentita donna mestruale da ragazzino iniziato quando verso 23 24 anni di volontà e la violenza di genere e la fratellanza queste donne è costati ne sa bene culturale lavorativa generazionale mi ha insegnato la bellezza dell'essere donna in diversi modi e a ricercare la mia rispetto a quella maschile e andavo perché stavamo dicendo adesso è ovviamente si parlava di donne offeso fisicamente o psicologicamente e quindi di capire quelle ferite e con tono porta ai tanti modi della della sua vita e nella aggiustare nel cucire del foulard e sulle ferite io veramente al con grande emozione devo tantissimo con il percorso perché è quello che mi ha permesso di diventare e di dire sono una donna sul ponte da edimond perseguire per dire quel modo di fare come negando la cena si beh credo che sia davvero una bella immagine no questa del potere acquisire il senso anche della propria forza attraverso il prendersi cura della fragilità e del dolore che in fondo è un compito che ci riguarda da già willermin o quello della cura lavora poterlo vivere non come un limite no un fardello odioso ma come parte di un cui andar fieri insomma mi sembra che sia bello esempio prego con la prima chiamata ma sì basti pe e femmine la cosa sta in fondo da non trascurare ma so che lei sta proprio facendo una domanda su cui proprio ci stiamo interrogando cosa deve fare l'adulto di fronte alla ragazzina che dice io mi sento un maschio voglio essere un altro perché attenzione dobbiamo distinguere quelle situazioni dove davvero c'è quella che tecnicamente chiamiamo una disforia di genere c'è un disturbo legato proprio alla relazione con il proprio genere che però sono situazioni specifiche particolari da questa forma più endemica di disorientamento confusione negazione del proprio corpo di quello che il corpo annuncia allora su questa faccenda qua siamo in pieno studio nel senso che da una parte c'è la voce quindi purtroppo non ho però vorrei condividere con voi quello su cui ci stiamo interrogando perché da una parte c'è un aspetto di accoglienza e quindi vien da dire non ha senso mettersi in una battaglia a testa a testa che non fa che per certi versi rafforzare in quella esigenza tipicamente preadolescenziale adolescenziale del pato contro per dire cosa sono se io te la condanno e tela ostacolò questa tua voglia di dire sono un maschio vado proprio a esasperarlo però dall'altra parte c'è anche bisogno di ricordare un piano di realtà no di ricordare che esiste un corpo che quel corpo dire tu avrai anche rifiutarlo ma in questo momento c'è quel corpo lì allora fammi capire che cos'è che davvero non ti va bene di quel corpo lì per cui poi proprio rigettare a mare tutto il tuo essere femminile proprio in toto farvi capire che cos'è cosa vuol dire per te essere un maschio in questo momento qui siamo a questo punto cioè stiamo studiando questa cosa quindi più che la famiglia noi facciamo questo cioè fammi capire cosa vuol dire essere un maschio per riuscire a cogliere che tipo di linguaggi c st assoluto credo che da parte della famiglia ci debba essere in questo momento qui cura di buon senso una ricerca di buon senso di equilibrio tra rispetto rispetto questa tua affermazione riconosco che sotto c'è un colore con la tratto come un capriccio ma non posso neanche seguirti ciecamente nel spiegare quello che sei va bene io vi ringrazio tantissimo e stato molto bello essere famiglia lei [Applauso]