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Introduzione all'Umanesimo e ai suoi pensatori

Ciao a tutti, oggi parleremo dell'umanessimo, l'abbiamo citato già altre volte a proposito di Petrarca, a proposito di Boccaccio, ora vediamo nello specifico cosa vuol dire. L'umanessimo è una... grande corrente letteraria che nasce in Italia tra la fine del 300 e la prima metà del 400 e investe completamente la cultura, non solo chiaramente la religione, ma anche la cultura la letteratura, ma la pittura, la scultura, la danza, la musica e chiaramente investe anche la letteratura. Con l'umanesimo c'è una nuova visione dell'uomo, già l'abbiamo vista ad esempio in Boccaccio, al centro della riflessione degli intellettuali non c'è più soltanto la salvezza eterna come avveniva in Dante, ma c'è l'uomo, l'uomo viene visto in maniera diversa. La vita non viene vista soltanto un percorso per raggiungere la vita eterna, ma viene vista un qualcosa che deve essere curato, rispettato e amato a prescindere dalla salvezza eterna. E'una corrente letteraria che si oppone al periodo del Medioevo e pone l'attenzione e privilegia innanzitutto il razionalismo. Cosa vuol dire il razionalismo? La ragione. atteggiamento, qualunque pensiero, qualunque idea viene passata al baglio della ragione, se è razionale, cioè spiegabile attraverso la ragione, allora viene accettata, se non è razionale viene rigettata, è una corrente culturale ottimista e qui c'è da aprire una piccolissima parentesi, ci sono due grandi correnti della filosofia, la filosofia di La prima è quella dell'umanesimo che dice che prima eravamo nelle caverne, eravamo uomini primitivi, mangiavamo vermi allo stato brado come gli animali, piano piano ci siamo civilizzati, quindi da uno stato negativo andiamo piano piano a migliorare, a civilizzarsi, a progredire attraverso la ragione. Quindi è una filosofia della storia positiva. Il futuro è meglio del passato. Poi c'è un'altra corrente di filosofia della storia all'opposto. Cioè dire prima eravamo felici perché vivevamo, sì è vero che vivevamo nelle caverne, ma vivevamo a contatto con la natura e vivevamo liberi e felici. Poi piano piano attraverso il progresso, attraverso la civiltà siamo stati sempre meno felici. Quindi la storia viene vista come una caduta, come un pedale. peggioramento, prima eravamo felici, poi no. L'umanesimo appartiene alla prima categoria, nella filosofia della storia ottimista, il passato era incivile, il futuro è civile e progredito, è una corrente letteraria laica, laica vuol dire che i problemi che vengono affrontati si risolvono a prescindere da Dio, si risolvono a partire dall'uomo. E questo laicismo si vede soprattutto nella concezione della fortuna, già abbiamo visto in boccaccio, le vicende umane vengono rimescolate, vengono mandate a gambe per aria, dal caso, dalla fortuna, non è tutto scritto dalla provvedenza divina, non è tutto indirizzato alla salvezza. Abbiamo la fortuna, il caso che regge le vicende umane ed è un mondo più caotico chiaramente. importante dell'umanesimo è la visione dei classici. Loro rileggono i classici e li interpretano in maniera nuova. Cosa vuol dire? I grandi classici, cioè le opere greche e latine, venivano viste prima dal cristianesimo in base a se potevano essere adattate con la lettura cristiana. Un esempio famosissimo è la Quinta Ecologa di Virgilio, un grande poeta latino, che parlava di un bambino che... sarebbe nato e avrebbe salvato l'umanità. Chiaramente lui parlava di Augusto, invece la tradizione cristiana ha interpretato questo come in Gesù. È chiaro che è un modo di storpiare il messaggio dei classici. Loro cosa hanno fatto? Hanno rinforzato la tradizione ...riletto i testi latini e greci, partendo veramente da quello che hanno scritto i latini e greci, e non dalle traduzioni cristiane, e quindi hanno ripulito, hanno riportato al messaggio originario. Un grande esempio... Un esempio di rilettura dei classici è la donazione di Costantino. Secondo questa donazione, l'imperatore Costantino ha donato alla chiesa di Roma un grande pezzo di terra. attraverso la quale poi poter gestire la proprietà e diventare proprietari terrieri, diventare re. Lorenzo Valla ha studiato dal punto di vista filologico dei termini, delle parole, questa donazione di Costantino e ha detto che è un falso, perché quei termini non potevano essere usati nel periodo di Costantino, perché non esistevano. Se proprio dobbiamo fare una critica dell'umanessimo, dobbiamo dire che è un circolo molto molto ristretto. intellettuali, non si è aperto al grande pubblico. I due grandi pensatori dell'umanessimo sono Machiavelli, per quanto riguarda la prosa, Machiavelli e Guicciardini. Machiavelli nasce a Firenze nel 1469 da una famiglia borghese, dopo la morte di Savonarola entra a servizio della Repubblica di Firenze, conobbe Cesare Borgia, i più grandi signori. d'Italia e fa anche parecchie missioni diplomatiche, solo che nel 1512 ritornano i medici e quindi tutti coloro i quali avevano fatto parte della Repubblica Fiorentina vengono cacciati, lui addirittura viene sospettato di aver preso parte ad una rivolta contro i medici e quindi viene arrestato, torturato e mandato all'esilio per un anno e questo fu un periodo chiaramente tragico della sua vita e in questo momento tragico lui si mise a scrivere e scrisse in questo periodo. In 15 anni tutte le sue opere più famose. Piano piano si avvicina ai Medici fino a che nel 1520 i Medici gli commissionano di scrivere una storia, l'Istoria Fiorentina, la storia della città di Firenze. Giusto dopo i Medici vengono ricacciati di nuovo, c'è di nuovo la Repubblica e tutti coloro i quali avevano collaborato con i Medici vengono cacciati e lui viene allontanato di nuovo. Nel frattempo poi è vecchio e muore nel 1527. Anche lui parte dal realismo, dalla realtà, dalle vicende quotidiane, solo che lui per risolvere i problemi della quotidianità parte dai classici, parte dall'esempio dei grandi poeti latini e greci, perché secondo lui l'esempio dei grandi poeti latini e greci può essere utile per risolvere i problemi di oggi. sono sempre quelli e si ripetono nel corso degli anni e quindi se noi studiamo i classici, ad esempio la storia di Roma, cerchiamo di poter risolvere anche i problemi attuali. Ma Giavelli ha un grandissimo merito di aver separato la politica dalla morale e dalla religione, anche questo è un comportamento laico, umanista. Perché i problemi dovevano essere risolti partendo soltanto dalla situazione politica e non lasciando stare la morale, lasciando stare soprattutto la teologia, la religione. Per questo motivo si è diffuso tra gli storici della letteratura il famoso mezzo, il fine giustifica i mezzi, nel senso per Machiavelli se il fine è la conservazione dello Stato, il bene dello Stato, allora il principe, colui, il signore, colui che tiene la vita, il signore che tiene Il bene in mano, le retini dello Stato, deve fare di tutto per arrivare al bene supremo che è la conservazione dello Stato. Ora se lui deve comportarsi in maniera violenta per il bene dello Stato lo deve fare, questo è il punto. Non è che lui è un, come viene descritto, macchiavellico nel senso spregiudicato, senza regole, senza etica, ma lui fa di tutto per raggiungere il bene. supremo, per quei tempi il bene supremo qual era per lo Stato del Cinquecento? Fare in modo di creare uno Stato unitario in Italia, così come si era creata la monarchia in Inghilterra, in Francia, in Spagna, si deve creare una monarchia anche in Italia e questo come si deve fare? Anche se lui era repubblicano, dice che in Italia non si può fare, l'unica cosa è che ci vuole uno che deve, uno solo che deve. Tenere tutto insieme il bambino. E questo si deve fare partendo dalla scienza della politica, che non deve essere più unita alla morale, come dicevamo prima, e alla religione. Si deve cacciare lo straniero e si deve creare uno Stato unitario. Questo lui aveva visto, aveva riposto le speranze in Cesare Borgia, detto il Valentino, che era il figlio del Papa. Sì, era il figlio del Papa. Era un personaggio di grande spessore culturale. e politico, solo che poi alla fine non è andata bene, non stiamo qui a raccontare tutte le vicende. Anche lui c'è la fortuna, come abbiamo visto in Boccaccio, come abbiamo visto in tutti gli autori dell'umanesimo, la fortuna è appunto il caso che manda tutto a gambe per aria, la virtù personale dell'intellettuale, del politico, del principe può mitigare, può restituire. resistere ai colpi della fortuna, ma solo in parte, perché quando la fortuna o il caso si accanisce è chiaro che la virtù non può fare nulla. Come opere, le opere minori sono i discorsi sopra la prima deca di Tito Livio e sono dei discorsi nei quali, come vi dicevo prima, lui prende l'esempio degli antichi romani, come hanno fatto gli antichi romani, cosa ci dice Tito Livio per risolvere questo problema? Hanno fatto in questo modo, facciamo pure noi in questo modo, perché? L'esempio degli antichi romani è fondamentale per risolvere il mondo di ora. Poi lui scrisse anche una commedia, La Mandragola, in occasione delle nozze di Lorenzo De Medici, tutta una storia di tradimenti, di inganni. È vero che è molto divertente, però nasconde la falsità, la denuncia alla falsità del genere umano, l'ipocresia anche del tempo. in cui viveva lui, la sua opera più importante sicuramente è Il Principe, è in 26 capitoli ed è scritta nel 1513 quando i Medici ritornano a Firenze, come abbiamo già detto lui con quest'opera cerca di indicare la via, cosa deve fare un Principe per creare, per risolvere i problemi dell'Italia, deve cacciare lo straniero, devono mettersi tutti insieme, i Principati italiani. E non devono usare truppe mercenarie, perché le truppe mercenarie sono truppe non italiane, italiane tra virgolette, quindi sono truppe pagate, se vanno bene, bene, alla prima difficoltà se ne scappano, non sono attaccati alla terra e ai valori che difendono. E questo è un problema. E poi un altro problema che ostacola la formazione di uno Stato unitario è la Chiesa. Secondo lui il Papa è il reale problema, perché non vuole... Vuole un'unità d'Italia, non vuole un'unità d'Italia perché non vuole che un grande Stato sia vicino di casa del Papa e quindi mantiene questo Stato apposta, appositamente, di confusione, di difficoltà degli altri Stati per evitare di avere un vicino di casa molto potente. Come abbiamo già detto lui pensa a Cesare Borgia ma un po'anche ai Medici. già detto, se serve il principe deve comportarsi anche da leone con la forza per il bene supremo. Un altro grande intellettuale del Cinquecento che viene molto spesso accomunato a Machiavelli perché le tematiche sono vicine è Francesco Guicciardini, Guicciardini nasce a Firenze dal 1483, però da una famiglia molto più grande, da una famiglia molto più grande molto ricca e vicina ai Medici, anche lui partecipa alla Repubblica Fiorentina e anche lui quando i Medici ritornano a Firenze viene allontanato, solo che Machiavelli fu torturato e messo in prigione per un anno, lui no perché apparteneva a una famiglia molto ricca. Poi nel 1516 quando il Papa Leone X, appartenente sempre alla famiglia dei Medici, sale al pontificato lo riassume, lo prende con sé e lui da qui ha una grande esperienza di uomo politico, diventa governatore della città di Modena e di Reggio Emilia e riesce a governare con fermezza e con pugno duro la situazione, le due città e ebbe la fama di essere incorruttibile e gestì nel migliore dei modi le due città. Solo che... Nel 1527, quando ci fu il famoso sacco di Roma, le truppe, i lanzicanecchi di Carlo V, che si saccheggiano Roma, fu una cosa epocale, le truppe straniere che vanno a saccheggiare Roma. che già in Roma lui viene giudicato uno dei colpevoli e viene allontanato, poi muore sempre a Firenze nel 1540. In questa letteratura accomunano Machiavelli e Guicciardini in un unico calderone, però in realtà i personaggi sono distanti tra loro, i temi che vengono affrontati sono simili, però il modo in cui lo fanno è completamente diverso. Intanto Machiavelli non parte dai principi teorici, non parte dall'esempio degli antichi come Machiavelli, secondo Machiavelli abbiamo già visto che l'esempio degli antichi romani è utile per capire e per risolvere problemi. del presente, lui è molto più realista, ogni evento storico è uno e uno solo e quindi deve essere compreso, studiato e risolto in maniera unica, da questo punto di vista l'esempio degli antichi, dei romani, dei greci non serviva a niente, perché quel era un altro problema e andava risolto in un modo, l'Italia del Cinquecento ha altri tipi di problemi, quindi quello che dice Tito Livio non ci serve a niente. Lui ha una visione ancora più cupa, nel senso che è vero che la fortuna manda a gambe per aria tutti i programmi che l'uomo può fare. In Machiavelli c'è la virtù che in qualche modo cerca di mitigare la fortuna, invece in Guicciardini è una visione ancora più pessimista. La virtù può fare ben poco, l'uomo è in balia del caso, delle vicende, della fortuna. e che se sono favorevoli, bene, se non sono favorevoli, la virtù, il principe e il signore non può fare praticamente niente. Dal punto di vista politico erano diversi, Guicciardini era monarchico, invece Machiavelli era repubblicano, anche se poi, come abbiamo visto, capisce che l'unico modo per tenere insieme l'Italia è quella di un uomo forte. Grazie. Guicciardini parte da fonti contemporanee, fonte di prima mano, invece Machiavelli come abbiamo già visto dagli antichi. Da questo punto di vista Guicciardini può essere considerato il primo grande storico della letteratura italiana perché analizza con rigore scientifico le fonti, quindi analizza la veridicità delle fonti e poi devono essere fonti di… prima mano e devono essere utilizzati in maniera seria, scientifica. Lui, l'uomo è mosso per il particolare, che cos'è il particolare? È l'interesse personale, la virtù non riesce a scalfire, abbiamo detto, i colpi della fortuna, ognuno deve pensare al proprio tornaconto, che è la molla, sembra quasi egoistico, ma è non c'è c'è il bene universale al di sopra, il bene dello Stato, ma c'è il bene proprio, che è l'unica cosa che per natura l'uomo deve perseguire, il bene proprio, anche lui critica l'apparato ecclesiastico, l'opera più importante sono i ricordi, che sono una sorta di riflessioni filosofico-politiche, non è un'opera sistematica, non è un'opera organica e lui mette in crisi già. l'ideale di progresso, di ottimismo dell'umanesimo e però attraverso la sua scrittura fonda la prosa scientifica, è il primo esempio di prosa scientifica in Italia. Grazie.