Nonostante l'impegno che teneva occupato Filippo Brunelleschi per seguire il cantiere della cupola di Santa Maria del Fiore, di cui abbiamo in precedenza conosciuto la storia, il nostro Filippo Brunelleschi verrà via via coinvolto e chiamato a lavorare in altri cantieri molto importanti nella Firenze dei primi decenni del Quattrocento. Vi nomino alcune delle opere che vi farò vedere, non le analizzeremo in modo del tutto approfondito, ma vi parlerò dell'Ospedale degli Innocenti, vi farò vedere la Sacrestia Vecchia di San Lorenzo, la Cappella dei Pazzi, vi farò vedere la Chiesa di San Lorenzo e quella di Santo Spirito, giusto per avere un po'una scaletta dei nostri lavori. Filippo Brunelleschi, vi ho detto, incarna perfettamente l'idea dell'architetto moderno, colui che ha rivoluzionato l'architettura all'inizio del primo rinascimento, da che, dicevamo, i cantieri erano grandi luoghi di costruzione anonimi, nel senso che partecipavano tantissime maestranze, ma non c'era un singolo che si prendeva l'incarico, la responsabilità di progettare e seguire.
passo passo la lavorazione, la messa in opera del progetto, ecco Filippo Brunelleschi invece davvero incarna questa figura totalmente nuova e moderna, ma lo farà anche perché vedrete, lo vedete anche già in questo disegno molto bello che ho trovato di riproduzione di una delle sue opere che vi illustro tra un attimo, vedrete che Brunelleschi torna a proporre un'architettura che è fatemelo dire, a misura d'uomo. È un'architettura che non risulta né opprimente né annientante, com'era invece magari l'effetto che si produceva entrando nelle cattedrali gotiche. Qui vedete la cattedrale di Chartres all'interno e davvero l'effetto è sconfinato, maestoso e l'uomo, il fedele, si sentiva piccolo piccolo sopraffatto da queste dimensioni.
così enormi. No, dimentichiamoci tutto questo perché invece il nostro Filippo Brunelleschi tornerà a ragionare, come già dicevamo, a ragionare sulle proporzioni delle parti da impiegare nell'architettura. L'architettura è paradossalmente l'arte che dovrebbe coinvolgerci di più perché è quella che noi possiamo percorrere, quella dentro cui possiamo entrare. Non ci avete forse mai pensato ma noi entriamo nelle opere d'arte quando varchiamo lo spazio.
di un edificio di architettura, ma Brunelleschi, vi dicevo, tornerà a riflettere sul senso delle proporzioni, in particolare proporzioni che abbiamo detto e definito musicali, poi lo capiremo ancora un po'meglio insieme tra poco, e tornerà a ragionare, riflettere e impiegare forme geometriche molto semplici, come voi potete già vedere a questo colpo d'occhio, queste forme quadrate per la pianta dei suoi edifici e spesso anche per l'alzata, per l'altezza, perché la forma quadrata a questo punto se ho in pianta e in alzata viene a fare una specie di cubo, ecco, una struttura che si rivela essere anche molto stabile. Oltre a queste forme semplici, geometriche, tipiche della razionalità dei primi anni del Quattrocento, Il nostro Filippo Brunelleschi che aveva compiuto tantissimi viaggi a Roma di studio come sappiamo, tantissimi qualche viaggio a Roma di studio come sappiamo, riporterà in uso la vera e propria sintassi classica, in particolare quella romana perché lui appunto era stato a Roma. In particolare che cosa riprenderà dall'architettura classica?
Sicuramente tornerà a usare gli ordini architettonici, vi ricorderete che quando vi ho parlato ad esempio del architettura prima romanica e poi gotica, vi dicevo che anche soltanto guardando i capitelli vedevamo che non ce n'era uno uguale all'altro e non c'era un sistema di ordini, perché gli ordini non erano soltanto riferimento alla classicità nel senso di codici, no? Dorico, Ionico, Corintio, si trattava proprio di proporzioni e regole matematiche. Ecco, allora Filippo Brunelleschi tornerà a ristudiare, riscoprire gli ordini architettonici, qui già intravedete. dei capitelli corinzi in parte, ma vedrete che, lo vedete già qui, tornerà a usare anche, a riflettere e usare tanto, l'arco a tutto sesto.
Abbiamo appena, vi ho appena mostrato il confronto con le cattedrali gotiche, vedete che gli archi ogivali spingevano la struttura verso l'alto, scaricando velocemente il peso a terra, ma in questo modo le proporzioni erano totalmente modificate. Vedete che invece... L'architettura di Brunelleschi si presenta così, proprio a colpo d'occhio, a respiro, un'architettura profondamente razionale. Tra l'altro Filippo Brunelleschi impiegherà sempre le membrature degli elementi costruttivi in modo visibile. Cosa intendo dire?
Io dico spesso che Brunelleschi è quasi un primo architetto minimalista. Cosa intendo dire? Forme geometriche essenziali.
Oggi quando pensiamo al minimalismo pensiamo a quello. Non solo, ma lui usava sempre elementi costruttivi che coincidevano con gli elementi decorativi. Voglio dirvi, guardate questo esempio, adesso ne parliamo un po'meglio, è l'ospedale degli innocenti, vi spiego tra un attimo cos'è, ma vedete che abbiamo delle colonne, tra l'altro a fusto liscio, vi dico anche questo tra un attimo, colonne con i capitelli e gli archi, con la moda natura degli archi, ecco, sono gli elementi costruttivi che sostengono la struttura, la trabeazione al di sopra, ma sono anche gli elementi decorativi, perché vedete che c'è un gioco coloristico tra i materiali che Brunelleschi impiega, che saranno quasi sempre dati da questo gioco di contrasto geometrico, ritmico, visivo, tra pietra serena, quella grigia che vedete, era la pietra larenaria locale tipica di Firenze, e il contrasto con l'intonaco bianco. Capiremo tutto questo un po'meglio tra un attimo.
Vi dicevo che i capitelli corinzi e le colonne con il fusto liscio, in realtà, forse Brunelleschi le aveva davvero ripescati dall'architettura del Pantheon, per dire, ma forse anche le aveva ripescati dall'architettura romanica toscana. In particolare dal battistero non ve l'ho inserita come immagino l'abbiamo vista talmente tante volte, ma vi ho inserito ad esempio qui invece la facciata e poi vi ho messo in un altro passaggio tra poco, l'interno della basilica di San Mignato al Monte, sempre a Firenze. Quindi siamo nel pieno romanico, vedete appunto le colonne a fusto liscio e il capitello Corinzio e il disegno dell'arco a tutto sesso che ancora si impiegava in questo caso nel romanico toscano.
Un'altra caratteristica, ecco questo all'interno del battistero, vi ho messo all'interno perché vi metto spesso all'esterno, ma forse sull'interno non ci siamo mai fermati più di tanto. Un'altra delle caratteristiche tipiche di Brunelleschi, poi analizziamo un po'meglio le opere, riguarda l'uso che lui faceva delle paraste o delle lesene scanalate. Vi ricorderete che le paraste o le lesene sono elementi architettonici.
Nel caso delle paraste sono quasi sempre angolari, come se fossero dei pilastri piatti, dicevamo, che hanno una funzione puramente decorativa, in particolare le lisene, le paraste possono anche avere un po'una funzione portante. Le vedete in questo caso, sono queste strutture appunto scanalate e le scanalature che Brunelleschi impiegava erano sei scanalature verticali, come se la parasta fosse una specie di quarta parte. di un pilastro, come se fosse una colonna quadrangolare, scanalata.
Perché? Perché le colonne corinzie avevano 24 scanalature e quindi è come se Brunelleschi avesse voluto riportare in uso le colonne dell'epoca appunto romana, ma nella versione appunto rinascimentale. Quindi è un'imparzialità, cioè sei scanalature, quelle che voi vedete, intuite, intravedete.
Nell'interno di questa sagrestia vecchia di cui parliamo tra poco. Ancora, quali altri elementi lui tornerà a impiegare? Userà dall'architettura classica, ma in parte anche dal romanico toscano, l'abaco del capitello sormontato da una porzione di trabeazione. Ve lo mostro qui. Questo elemento noi lo chiameremo dado brunelleschiano.
Allora, vedete, c'è la colonna liscia, la vedete sotto. Sopra vedete che c'è un capitello corinzio o corinzieggiante, vedete che abbiamo due girali di foglie di acanto con delle volutine a spirale intorno, anzi sopra. Poi vedete che al di sopra del capitello abbiamo un abaco appunto concavo, con questa forma appunto stondata, al di sopra del quale abbiamo, io ho detto, una porzione di trabeazione.
Vi ricordate che cos'è la... ai ai ai tempi duri, dobbiamo andare a recuperare il passato, vi ricordate cos'è una trabeazione? Ovviamente ne abbiamo parlato quando io vi raccontavo gli elementi del Tempio Greco, e vi dicevo che la trabeazione è composta dalla successione in verticale, partendo dal basso, di architrave fregio. e cornice.
Allora, dal momento in cui Brunelleschi recupera l'ordine corinzio, l'architrave corinzia era tripartita in senso orizzontale, lo vedete molto bene qui al di sopra del capitello, vedete che c'è questa sorta di dado, lo chiamiamo in questo modo, la parte più bassa è tripartita in senso orizzontale, equivale, equivalrebbe all'architrave ionica o corinzia. Al di sopra vedete che abbiamo un fregio, che nel caso di Brunelleschi può essere, come nel caso della chiesa di San Lorenzo che vi sto mostrando. un fregio decorato oppure in alcuni casi avremo addirittura un fregio con le facce lisce, ancora più luminoso, lineare l'effetto e al di sopra una cornice, quindi questo sarà il nostro dado brunelleschiano.
L'effetto quale sarà? Quello di slanciare ulteriormente, vedete che l'imposta dell'arco è al di sopra del dado brunelleschiano, quindi vuol dire che gli archi a tutto sesto che Brunelleschi impiegherà avranno un effetto, come dire, un respiro, mi sento proprio di... sospendere il respiro per un attimo perché vengono innalzati con un effetto ancora più razionale, ancora più pulito, ancora più luminoso. Ma ancora un po', riflettiamoci, perché questa esigenza? Beh, ma Brunelleschi aveva fatto questi viaggi a Roma, era innamorato della classicità, anche in senso costruttivo, l'abbiamo visto nella cupola di Santa Maria del Fiore, ma come poteva in un'epoca come quella rinascimentale reintrodurre gli elementi di un tempio pagano, all'interno del tempio cristiano, cioè le basiliche, si è inventato questa stratagemma, questo dado, così lo chiamiamo noi, appunto il dado brunelleschiano, questo elemento architettonico che in qualche modo rubava un frammento della traveazione del tempio classico per portarlo all'interno delle chiese, delle basiliche cristiane.
Ok, cominciamo il vero e proprio lavoro sulle sue opere. La prima opera che voglio raccontarvi non in modo approfonditissimo, è l'ospedale degli innocenti. Vedete la scritta?
Si scrive spedale perché non era un ospedale come lo intenderemo noi oggi, ma era una specie di orfanotrofio. C'era una ruota che si trovava all'ingresso di questo edificio e le ragazze madri che non volevano occuparsi dei loro neonati abbandonavano questi bambini all'interno di questa ruota che veniva fatta appunto ruotare e i bambini venivano quindi trasferiti. piangenti venivano trasferiti all'interno di questa struttura e c'era qualcuno che quindi se ne prendeva cura. Ora, ospedale degli innocenti, il nostro Brunelleschi verrà incaricato di realizzare questo progetto tra il 1419 e il 1423. È importante per noi anche perché è un po'forse una prima volta in cui abbiamo l'idea della sistemazione anche di una struttura che si affaccia su una piazza, che è la piazza di Santissima Annunziata.
E quindi diventa quasi una specie di prima piazza rinascimentale, anche perché voi vedete che c'è questo bellissimo portico, questo affaccio con questo dialogo che ovviamente si faceva un po'da tramite tra lo spazio della città, lo spazio esterno e lo spazio interno della vera e propria struttura dell'ospedale. Qui vi ho messo la pianta, vedete che nella parte bassa vediamo la gradinata, vedete proprio le linee orizzontali che segnano la gradinata. E poi abbiamo le vere e proprie campate, chiamiamole davvero così, per queste arcate che avete visto in questa foto, poi nella parte dietro abbiamo un bellissimo chiostro, anche questo forse un po'il prototipo davvero del chiostro rinascimentale, sulla sinistra la vera chiesa legata alla struttura e sulla destra il dormitorio per gli orfani.
Questo è il bellissimo chiostro, appunto vi dicevo vedete la struttura. Vedete le proporzioni per Brunelleschi saranno sempre fondamentali e lo scopriremo molto bene tra un attimo. In particolare vi dicevo l'ospedale degli innocenti, vedete che presenta questo portico che si affaccia sulla piazza come se fosse alloggiato al di sopra di uno stilobate, uso un altro dei termini che abbiamo impiegato. dalla architettura dei templi greci. In realtà, quindi, lo stilobatrimo sappiamo essere l'ultimo gradino del crepidoma, quindi la scala che noi vediamo, questi nove gradini che separano la piazza dal vero e proprio spazio dell'ospedale, ci richiamano quest'idea dello stilobate, del crepidoma dello stilobate.
Ma vedete che ci sono nove arcate. Lo vediamo, vediamo dove ve l'ho messo, nove arcate, lo vediamo forse qui nel progetto si vede un po'meglio, ecco sono nove gradini dicevamo ma sono anche nove arcate con archi a tutto sesto, nove campate coperte con volte a vela, lo vedete in questo caso e lo vedete forse meglio ancora qui. Al di sopra di questa struttura voi vedete che ci sono delle finestre timpanate.
Vi ricordate che le finestre timpanate sono finestre che sono sormontate da una figura a timpano, cioè triangolare, ancora una volta a richiamo dei frontoni dei templi greci. Diciamo sempre che ogni volta che troviamo la forma del timpano c'è un richiamo alla classicità. Beh, con Brunelleschi il richiamo alla classicità è molteplice, l'abbiamo visto.
Notate anche come queste finestre cadano in modo perfetto a piombo alla metà delle campate di questi archi che noi vediamo. Le finestre timpanate, tra l'altro vi segnalo che erano presenti però anche nel battistero di San Giovanni di Firenze alternate alle finestre invece centinate, quindi con gli archi. Vedete che queste finestre poggiano sulla cornice più alta della trabeazione, trabeazione che, vedete, parte tangente agli archi che vediamo nella parte appunto sotto.
ed è sostenuta da un ordine maggiore di paraste che troviamo all'estremità, scorrete con gli occhi a sinistra e a destra della foto e vedrete che abbiamo delle paraste, le paraste o le eseni in questo caso sono paraste, che sono però affiancate, queste paraste che vedete lateralmente, da delle colonne libere. Ora vi faccio vedere un elemento. un affresco su cui noi lavoreremo tra non tante lezioni, che è un affresco meraviglioso di Masaccio, che presenta un'architettura che da molti è stata definita brunelleschiana, perché vedete che gli elementi sono gli stessi, le sene o palasse che siano, tanto questo è un affresco, scanalate con le sesche da nature, al di sopra abbiamo i capitelli corinzi, al di sopra abbiamo la trabiazione con architrave, spazio orizzontale tripartito e così via, vedete che davvero questi elementi torneranno, quindi davvero questo è molto curioso.
Nello spazio tra i timpani, cioè lo spazio che separa le arcatelle, c'erano dei tondi progettati da Brunelleschi, tondi concavi a scodella scavati esattamente come erano quelli che vedete là in alto appunto nello spazio tra la cornice dell'arco e i capitelli corinzi. Ecco, nel tempo questi tondi sono stati sostituiti da delle ceramiche invetriate della famiglia dei Della Robbia, in particolare sarà Luca Della Robbia il grande artefice di queste produzioni, ma la famiglia dei Della Robbia sarà specializzata nel 400 appunto con queste ceramiche invetriate ottenute grazie a delle cotture particolari della ceramica. Ora, c'è un elemento, ecco qui state vedendo la foto dell'interno di San Mignato al Monte, vi dicevo, sempre romanico, quindi vi sto facendo fare un passo avanti e indietro nel tempo per farvi capire.
Ecco, da San Mignato al Monte, Brunelleschi, diciamo che si farà ispirare anche per il pulvino modanato sopra il Capitello Corinzio. Io prima ve l'ho chiamato Abaco, vedete che sopra il Capitello c'è questa sorta di abaco. che in questo caso è un vero e proprio pulvino, vi ricordate che il pulvino l'abbiamo incontrato noi parlando di architettura bizantina, aravenna in particolare.
Ecco, questo elemento verrà ripescato da Brunelleschi dal Romanico di San Mignato, ma, vi dicevo, Brunelleschi lavora per forme geometriche molto semplici e proporzioni serrate. In particolare... Non vi stupirà a questo punto, vi ricordate che vi dicevo l'architettura di Brunelleschi potrebbe quasi essere suonata come se fosse una partitura perché rispecchia delle proporzioni matematiche tra le forme e le misure degli elementi che impiega. Allora non vi stupirà a scoprire che lo spazio tra le colonne, il cosiddetto intercolumnio è pari all'altezza, quello che vedete come in contraddistinto con la lettera A.
è pari all'altezza delle colonne, così come è pari alla profondità, è come se fosse uno spazio cubico vuoto, cavo, che noi percepiamo, in particolare vi ho mostrato prima questa foto, quando si percorre questa galleria, questo portico, sembra quasi di attraversare uno spazio razionale, cubico, vuoto, molto bello questo effetto. Ancora, voi vedete che... L'altezza delle finestre timpanate è la metà dell'altezza delle colonne, quindi dell'intercolumnio, quindi dello spazio tra le colonne e il muro, così come vedete che se è un quadrato la forma di base che troviamo tra le colonne, l'arco a tutto senso che c'è sopra ovviamente è di altezza della metà. e così via, se potete vedere appunto la dimensione dell'altezza dallo stilobate alla cornice su cui appoggiano le finestre è due volte A, così come dalla cornice fino al colmo del tetto vedete che è di nuovo l'altezza, quindi davvero proporzioni molto articolate, molto studiate, ripetute.
Qui ho trovato un altro schema. che ci mostra ancora meglio questo effetto. Guardate come tutta l'architettura però sia estremamente semplice e nuda. Gli elementi costruttivi coincidono con gli elementi decorativi, non c'è bisogno di aggiungere nient'altro. È un concetto di architettura coraggiosissimo e modernissimo, non occorre decorare, gli elementi usati, impiegati, sono già lì in vista, perché sono perfetti per essere mostrati così come sono.
Qui vi ho messo un po'di altre foto perché appunto non trovavo foto che mi accontentassero del tutto dell'ospedale degli innocenti quindi ho cercato un po'ed ecco qui c'è un progetto anche sull'illuminazione. Ok e alla fine forse qualcosa di decente l'ho trovato spero per darvi l'idea. Spostiamoci rimaniamo a Firenze e voglio a questo punto raccontarvi qualcosa della sagrestia vecchia che Brunelleschi realizzerà tra il 1422 e il 1428. Siamo nel compito. complesso di San Lorenzo. Perché parlo di complesso?
Perché Brunelleschi sarà incaricato di realizzare la basilica di San Lorenzo, ve la mostrerò dopo, ma vedete appunto che è una basilica con un corpo longitudinale, con una parte coperta da una cupola che voi vedete, ma parliamo di sagrestia vecchia perché Brunelleschi costruirà la sagrestia vecchia, ma durante il Cinquecento Michelangelo Buonarroti costruirà invece la sagrestia nuova, quindi davvero dobbiamo specificare quali. dei due edifici stiamo analizzando. Allora qui vi ho messo anche un altro schema che ho trovato molto bello, ho fatto uno studio di architettura che stava rielaborando un progetto per l'apertura del museo, del complesso, ecco quello che vi ho indicato con la freccia aranciona è la sacristia vecchia di Brunelleschi, dall'altra parte, quindi in questo caso la vediamo a sinistra, invece la sacristia nuova di Michelangelo, per il momento non ce ne occupiamo. Allora qui di nuovo la pianta, pianta della basilica, quindi pianta basilicale, tre navate con il transetto, vi mostro anche il fatto che ci siano le absidi quadrangolari, ancora a risentire dell'influenza del romanico e del gotico toscano, già l'abbiamo visto molto bene.
Allora analizziamo adesso la sagrestia vecchia. Qui vedete a destra la pianta, una pianta appunto quadrata, con la parte segnalata in giallo nella parte alta della pianta, in realtà è la scarsella, questo spazio con l'altare che era tipico di queste costruzioni appunto toscane. Pianta quadrata in cui davvero ancora una volta la forma del quadrato e la forma del cerchio giocano tra loro. A questo punto...
Anche se l'immagine non è bellissima, guardatela per un attimo giusto per capire ancora una volta i moduli. Brunelleschi lavora con l'idea del modulo, l'architettura modulare, l'abbiamo già visto prima, forse non ho ribadito abbastanza l'effetto del ritmo che si viene a creare, lo spazio scandito ed ecco che torno a usare la definizione di architettura musicale. Ecco, lo vedete molto bene anche in questo caso.
Di nuovo, stare all'interno della sacrestia vecchia. equivale quasi ad avere l'impressione di essere in uno spazio cubico sormontato da una semisfera perché lo spazio è cubico e al di sopra c'è una cupola emisferica quindi questo è l'effetto. Qui vedete da sotto ecco capite molto meglio cosa vi volevo dire.
Allora intanto il nostro Filippo Brunelleschi aveva ricevuto l'incarico di realizzare questa sacrestia vecchia da Giovanni di Averardo De Medici. chiamato anche Giovanni di Bicci, il quale Giovanni di Bicci era padre di Cosimo il Vecchio, quello che sarà poi il capostipite dell'industrissima stirpe dei Medici che voi conoscete molto bene. Ma Giovanni di Bicci aveva chiesto a Brunelleschi questa struttura non semplicemente come una sacrestia, sapete che è il luogo in cui il clero si veste e si prepara per la funzione religiosa, Ma nel caso appunto di questa sagrestia Giovanni di Bicci aveva voluto anche chiedere uno spazio che potesse essere impiegato come cappella funeraria di famiglia.
Quindi nel complesso di San Lorenzo Giovanni di Bicci aveva fatto edificare questa cappella funeraria di famiglia che però era anche la sagrestia. Le due cose insieme sarà tumulato lì insieme alla moglie. Non vi stupirete se questa sagressia ci fa respirare una sorta di calma e solennità che hanno a che fare con l'idea del mausoleo, questo luogo molto sacro, solenne, silenzioso, perché è anche una tomba e quindi ecco che c'è l'idea della luce, c'è l'idea dell'ombra, c'è l'idea della geometria, della razionalità, l'idea dello spirito, del soprannaturale.
E allora, riflettiamo per un attimo, non l'abbiamo fatto prima, lo facciamo adesso. Riflettiamo un attimo sulle due forme principi che usa il nostro Brunelleschi, il quadrato e il cerchio. Quante volte io vi ho detto il quadrato è l'elemento terreno e razionale, la forma terrena e razionale per eccellenza, quella umana, quella che coincide con lo spazio terreno degli uomini, mentre la forma circolare è quella che coincide con le forme perfette del creato e quindi della natura e quindi di Dio.
Il cerchio non ha un inizio, non ha una fine, quindi è perfetto per raccontarci anche della resurrezione, dello spirito. Ecco, queste due forme meravigliose verranno impiegate in tutti i modi dal nostro Brunelleschi. Lo fa, il nostro Brunelleschi, lo vedete qui, qui vedete appunto l'alzata, lo fa con questo spazio cubico appunto sformontato da questa cupola emisferica.
è ombrelliforme, avete visto qui, nel senso che ci sono gli spicchi suddivisi da questi 12 costoloni, ma la cupola che il nostro Brunelleschi impiega è una cupola cosiddetta a pennacchi. Lo so, quando parliamo di architettura occorre che noi abbiamo dei riferimenti di definizioni, dobbiamo assolutamente capire di cosa stiamo parlando. Io vi ho parlato di cupola a pennacchi in particolare quando vi raccontavo dell'architettura.
che risentiva dell'influenza orientale. La cupola Pennacchi noi le troviamo in particolare a Santa Sofia, a Costantinopoli, per intenderci. Che cos'è la cupola Pennacchi?
Io trovo una cupola Pennacchi ogni volta che io ho un edificio di forma quadrata o poligonale o quadrangolare, su cui si innesta una cupola, cioè voi vedete che la cupola per forza ha la base circolare, allora come faccio a raccordare la forma quadrata della struttura? alla forma circolare della cupola. Si creano degli spicchi di muro curvo che noi chiamiamo vele o pennacchi. Ecco, i pennacchi sono quegli spazi che voi vedete in questa foto occupati da quei tondi e con quelli disegni al di sotto che troviamo dorati e rossi. Dovremmo un giorno fare una riflessione sull'uso del colore nell'epoca antica perché noi pensiamo al colore e pensiamo sbagliando.
alla nostra sensibilità percettiva per il colore. Il colore nell'epoca antica aveva a che fare con qualcosa che puzzava, nel senso che pensate che il rosso derivava dai molluschi, servivano migliaia di molluschi per ottenere pochissimi grammi di porpora, tanto che il porpora era un colore preziosissimo che già dall'epoca romana veniva impiegato soltanto per le rifiniture delle toghe, per dirvi dei senatori, quindi davvero per darvi l'idea. ma ne parleremo, ne parleremo. Quindi vi dicevo, cupola Pennacchi, vedete che però al di sotto, qui vediamo la struttura intanto geometrica, vedete qui l'alzato con le lesene che ci introducono alla scarsella. Vi faccio notare un'altra cosa, forse lo vediamo ancora meglio in questa foto, ci sono, anzi lo vediamo qui, ci sono 12 finestre oculi, tonde, come erano quelle del Pan, come era l'oculo del Pantheon, che sollevano, innalzano ancora di più, fanno entrare la luce nella cupola, ma vi faccio notare anche che la forma tonda della cupola non è tangente alle modanature delle pareti.
Questo che effetto ci ottiene? Un effetto di profonda leggerezza, come se davvero non ci fosse, se la cupola fosse sospesa, galleggiasse. Effetto molto bello che si crea anche grazie a...
Grazie... ve lo faccio vedere, forse era meglio tra tutte queste foto, grazie alla presenza delle finestre, che facendo entrare la luce creano un effetto di controluce per chi guarda verso l'alto e quindi sembra quasi galleggiare la cupola, un po'come succedeva davvero a Santa Sofia, molto di più ovviamente. Allora, vi stavo dicendo, guardate qui, l'architettura di Brunelleschi sarà sempre la stessa, cioè, vedete, pietra serena grigia, la troviamo dappertutto, forme quadrate o circolari, sia in pianta che in alzata.
Nella scarsella, cioè questa sorta di, chiamiamola cappella che si apre dove è costruito l'altare, che la forma avete visto che è quadrata nella pianta ma è coperta da una cupola, quella che vedete blula in fondo, ma anche nell'alzata perché vedete che i pilastri, le paraste angolari sostengono questa trabeazione, di nuovo con architrave tripartito fregio e cornice, da cui parte questo arco a tutto sesto, quindi di nuovo le forme come se fossero quadrate e circolari o semicircolari. sia nella pianta che nell'alzato, quindi un effetto molto bello, molto... molto elegante, molto raffinato, tutto questo effetto ottenuto dal gioco anche coloristico tra pietra serena grigia e intonaco bianco o biancastro, questo è uno stucco forse, un intonaco bianco giallo.
La decorazione su tutte le pareti, lo vedete forse meglio qui, ci mostra poi nel fregio questi tondi con i cherubini, con queste figure angeliche di cherubini appunto. In blu e in rosso di nuovo dovremmo fare un discorso legato al colore perché appunto il blu era blu lapislazzo, lo proveniva dall'attuale Afghanistan quindi era un altro colore preziosissimo che rivelava non soltanto, era il colore impiegato per parlare della spiritualità ma rivelava la ricchezza dei committenti, sia il rosso che il blu, noi questo ce lo perdiamo, l'oro, il rosso e il blu erano i colori più costosi in assoluto. C'era una sorta di gerarchia tra i colori e davvero questo sarebbe interessante approfondire, ma non adesso.
Prossima opera che vi mostro, anche se velocemente, La Cappella dei Pazzi, molto simile come struttura. Sarà realizzata da Brunelleschi a partire dagli anni 30 del 400, ma Brunelleschi non la compirà, quindi in realtà l'opera è stata rivista in seguito. Ma vedete qui la pianta, la vedete in basso, una struttura rettangolare al centro della quale troviamo una specie di cubo, di nuovo, coperto con una...
Cupola semisferica e le due parti laterali sono coperte da due volte a botte, lo vedete molto meglio qui. Guardate che meraviglia, sembra di entrare in un tempio antico, in un tempio classico. I viaggi romani di Brunelleschi si fanno sentire e di nuovo vedete che abbiamo gli stessi elementi. Pietra serena, paraste spesso angolari, scanalate con sei scanalature che sostengono l'architrave tripartita, il fregio. decorato la cornice e di nuovo incorniciano la struttura appunto con gli archi, le modellature ben in evidenza.
Anche in questo caso la cupola, vedete, ombrelliforme con gli oculi, le finestre alla base, vedete che gli elementi sono sempre gli stessi. Qui intanto vedete meglio i tondi di Luca della Robbia, in questo caso è proprio lui, questi tondi con questa ceramica in vetriata tipica del 400, che da un certo punto di vista sporca un po'con un colore... un po'troppo acceso questa pulizia formale che troviamo invece tipica dell'architettura di Brunelleschi, ma era tipica anche questa di quegli anni.
Vi ho messo una serie di foto per mostrarvi la meraviglia di questi giochi, vedete ancora anche in questa copertura della volta botte, vedete che abbiamo le forme quadrate come elemento decorativo, ancora una volta quasi concettuale, quadrato e cerchio che si rincorrono meravigliosamente. Vi parlo adesso velocemente anche delle architetture basilicali che il nostro Brunelleschi realizzerà. A partire dal 1418 sarà incaricato a realizzare la Basilica di San Lorenzo, che abbiamo visto prima nel complesso dall'alto. Basilica, vedete appunto, con tre navate e cappelle laterali. Vi vorrei mostrare ancora una volta che sia le apsidiole che le cappelle laterali erano quadrangolari, quindi molto razionali e squadrate.
Guardate anche la bellezza del gioco proporzionale tra le paraste, che vedete là in fondo, che ci introducono alle cappelle laterali, che incorniciano gli elementi verticali degli archi con le modanature sempre in pietra serena grigia, il solito materiale, e vedete in questo caso la proporzione che si gioca tra, tra l'altro vi potrà ricordare ancora una volta la struttura della Trinità di Masaccio che vi ho mostrato prima, eccola qua, ve la vado a ripescare, dov'era? Un po'indietro, eccola qua. Stesso discorso, le esene con l'architrave tripartita al di sopra che incorniciano appunto elementi verticali con l'arco modanato e torniamo quindi alla nostra basilica di San Lorenzo che stavamo guardando. Ecco, ci arrivo, eccola qua. Di nuovo appunto colonne lisce, capitelli corinzi, dado brunelleschiano, questa porzione di trabeazione che vi dicevo e modanature sempre con la pietra serena.
e guardate che bello, che effetto arioso, luminoso, razionale. L'uomo rinascimentale poteva percorrere questi spazi e identificarsi con questa misura matematica musicale, proporzionale. Sembrava quasi davvero di avere riportato in uso le proporzioni della classicità, ma con un'ottica totalmente rinascimentale, moderna. Guardate, perfino il pavimento, perfino il soffitto a cassettoni con questi spazi quadrati, ribaditi. riportavano lo stesso concetto.
Sono foto in alcune case molto belle, in altre un po'meno, ma insomma ci guidano, mi riferisco perché li pesco dal web, quindi rubo quelle che trovo. Qui vi ho messo appunto il dado brunelleschiano che vedevamo prima, appunto vedete che l'effetto è quello di slanciare. Ancora di più dare respiro all'imposta dell'arco, rendere l'effetto ancora più luminoso e arioso.
L'ultima opera che vi mostro è la Basilica di Santo Spirito, più tarda, 1428-1434 circa, qui vedete appunto la pianta, la sezione e l'alzato. Allora, anche qui nel progetto iniziale Brunelleschi avrebbe voluto creare una basilica a tre navate con le capiglie di un'altra. cappelle laterali di forma semicircolare ispirata a un modello orientale.
Certo il progetto verrà poi abbandonato, le cappelle non saranno realizzate in questo modo per una questione anche di praticità anche perché poi appunto l'opera verrà compiuta più tardi, ma vedete che ancora una volta i moduli che il nostro vuole impiegare sono il quadrato e il cerchio. Il modulo perché vedete che se la campata della... navata centrale è il modulo di base, poi possiamo suddividerlo ulteriormente e ottenere il modulo delle campate, delle navate laterali e così via.
Di nuovo qui vedete appunto l'effetto molto bello, prospettico, che ci guida sia dalla navata centrale verso le navate laterali, ancora vedete qui in questo caso vedete che il dado brunelleschiano è ancora più pulito. La pietra serena grigia con la modanatura degli archi, con i capitelli corinzi, con il dado, ma vedete che il fregio, in questo caso architrave tripartito, fregio è liscio. Al di sopra c'è la cornice che conclude il tutto, ma ancora più pulito l'effetto di insieme.
Guardate la luce, la meravigliosa razionalità che si respira all'interno di questi spazi. Ecco, questi erano gli spazi degli uomini nuovi del Quattrocento. Il primo rinascimento nasce con Brunelleschi. Non soltanto per il concorso del 1401 che abbiamo visto, non soltanto per la meravigliosa realizzazione della cupola che abbiamo visto mostrarci un architetto completamente nuovo, ma anche per queste forme, per queste misure, per queste proporzioni che Brunelleschi torna a impiegare.