Ora che abbiamo ben chiari i caratteri fondamentali e i limiti del sistema liberista e del sistema collettivista, andiamo alla scoperta del sistema economico misto, che prova a mettere insieme le caratteristiche migliori dei due sistemi economici precedenti. Il sistema economico misto, o economia mista, nacque come sistema economico di intervento alle numerose crisi che si verificarono tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Esso puntava a superare limiti come come lo sfruttamento della classe operaia, tipico del liberismo, e la riduzione delle libertà individuali, che caratterizzava il collettivismo.
Questo sistema si diffuse negli Stati Uniti d'America in seguito alla crisi economica del 1929, distinta da una grande depressione in cui si verificarono pesanti ripercussioni, tra cui un elevato tasso di disoccupazione e uno stato di povertà generale che manteneva basso il livello dei consumi. Contrariamente a quanto credeva il presidente Elisabeth, liberista Herbert Hoover, in carica nel 1929, non era sufficiente attendere che il mercato ritornasse al proprio equilibrio spontaneamente, ma l'intervento dello Stato era necessario per risollevare il paese dalla crisi. Per questo motivo il presidente Franklin Delano Roosevelt, eletto nel 1932, istituì il New Deal, cioè un piano di politica interna con lo scopo di superare la crisi grazie all'applicazione di riforme sul piano economico che prevedeva il finanziamento di lavori pubblici e sostegni da parte dello Stato. Questo avrebbe portato a una graduale riduzione della disoccupazione e a un aumento dei consumi, che avrebbe incentivato le imprese a produrre maggiormente. Il New Deal venne creato sulla base delle teorie della scuola keynesiana, la scuola di pensiero economico su cui si fonda il sistema economico misto.
L'economia mista prese piede anche in Gran Bretagna e in altri paesi europei, dopo la seconda guerra mondiale. mondiale consentendo la formazione di uno stato sociale o welfare state, cioè uno stato del benessere creato con lo scopo di ridurre il divario sociale. Questo infatti interviene offrendo servizi pubblici essenziali come l'istruzione e la sanità, fornendo assicurazioni sociali per la vecchiaia e le condizioni di invalidità e perseguendo una politica fiscale in cui le imposte che vengono applicate sono proporzionali al reddito percepito.
Quindi, Chi detiene un reddito minore è soggetto a imposte più basse. Per finanziare questa condizione di benessere sociale, lo Stato va ad incrementare la spesa pubblica e questo implica l'imposizione di maggiori tributi ai cittadini. La scuola keynesiana venne fondata dall'inglese John Maynard Keynes, che, con l'opera Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, riconducibile al 1936, rivolse varie critiche al liberismo, tra cui la critica alla libertà e alla libertà di un'esistenza. libera concorrenza, che poteva essere possibile solo nell'Ottocento, in cui tutte le imprese non erano di dimensioni tali da ricoprire una posizione privilegiata, come quella monopolistica.
All'inizio del Novecento, la nascita di gruppi industriali sempre più grandi e dominanti rese il monopolio una realtà che andava ad oscurare la libera concorrenza ambita dai liberisti. La critica al salario naturale, che era talmente esiguo da essere inevitabilmente fonte di scontri da parte dei liberi, è stata riconosciuta come una cosa molto importante. parte dei lavoratori.
La critica alla legge del liberista se, secondo la quale non è l'offerta a determinare la domanda, ma il contrario. Con questa nuova concezione gli imprenditori avrebbero dovuto ricorrere agli investimenti per le proprie imprese, solo se la domanda dei loro prodotti avesse mostrato segni di crescita. Nella prossima lezione analizzeremo insieme i caratteri fondamentali e i limiti del sistema economico misto. Sì