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La Gioconda: storia di un capolavoro

Perché la Gioconda si trova in Francia al Louvre? Quando ce l'hanno rubata? Ma è stato Napoleone? Beh, in ogni caso i francesi ce la devono restituire. Quante volte avete sentito dire queste cose? Quante volte magari vi è capitato anche di dirle? Ecco, eppure la Francia è entrata in possesso della Mona Lisa in maniera regolare, acquistandola intorno al 1518-19, quindi spiace dirlo, ma non ce la deve dare indietro. Tantissime altre opere d'arte in teoria sì, eh, ma lei... No! Se siete curiosi di conoscere questa storia, questo video è ciò che fa per voi. Ah, piccolo spoiler! L'unica persona che abbia mai davvero rubato la Gioconda è un italiano. Si è discusso di ogni minimo particolare della Gioconda di Leonardo e si è detto tutto e il contrario di tutto. Noi però in questo video non entreremo nel merito di aspetti come chi rappresenti davvero, cosa indichino il suo sorriso e il suo sguardo. Quale paesaggio si è rappresentato sullo sfondo? Insomma, non parleremo del quadro in sé. Per certe informazioni rimarremo su quello che comunemente viene ritenuto più attendibile. Ora torniamo indietro nel tempo. Ragazzi, super news! Ora esiste anche l'app Digiopop. La potete scaricare sullo store del vostro smartphone, c'è una brevissima registrazione da fare e poi dentro trovate di tutto, articoli, video, serie, insomma, se vi interessa scaricatela. Grazie mille! Ci troviamo a Firenze, a fine 400 quasi 1500 e vi prego chi ha colto la citazione scriva qui sotto un fiorino. La città toscana è e rimane il cuore del rinascimento, un lungo periodo di fioritura della cultura e delle arti nato in Italia e che si è poi diffuso in tutta Europa. Tra i nomi più illustri del tempo c'è il nostro protagonista, Leonardo da Vinci. E che ve lo dico a fare, Leonardo è stata una delle menti... più grandi ed eclettiche della storia dell'umanità. Ha fatto il pittore, lo scultore, l'anatomista, l'inventore, lo scrittore, l'urbanista, di tutto di più. In quegli anni è già un VIP per così dire, uno che se dici, oh lo sai che conosco Leonardo? Fai un figurone, almeno in certi ambienti. E per arrivare a fine mese, diciamo così, dipinge anche opere su commissione. Così, stando al racconto di Giorgio Vasari, un altro grande artista storico dell'arte di poco successivo, Nel 1503 Leonardo riceve un quadro su commissione. Da chi? Da un mercante di seta fiorentino, tale Francesco del Giocondo, che rifornisce di seta la corte dei medici a Firenze ed è anche cliente di Piero, papà di Leonardo e che di lavoro fa il notaio. Ora, che cosa chiede di ritrarre Francesco del Giocondo a Leonardo? Sua moglie Lisa Gerardini. Così ecco che abbiamo già smarcato i due nomi con cui viene chiamata la donna ritratta nel quadro. Gioconda perché è moglie di Francesco del Giocondo e Monna, cioè signora Lisa, perché si chiamava Lisa. Lineare, no? Poi vabbè, ci sono tante altre teorie sul fatto che quella ritratta fosse davvero Lisa, ma come vi ho già detto qui, non approfondiamo. Leonardo comincia così il quadro, ma non è che lavora H24 su quello, anzi, nel frattempo fa tanto altro. Così impiega ben quattro anni ad arrivare a un'opera che si può dire più o meno compiuta, ma... non contento, la perfeziona per ulteriori sei anni fino al 1513 e per farlo la porta con sé in giro anche in altre città, tra cui Milano. Insomma, mi sa che l'avete già capito. Dal 1503 al 1513 sono dieci anni. Va bene la pazienza, però il povero Francesco del Giocondo e il suo quadro non l'ha mai visto. Non solo. Leonardo nel 1516 riceve la proposta del re di Francia Francesco I di raggiungerlo alla sua corte. Pensate quanto doveva essersi espansa la sua fama. E niente, il re gli offre un sacco di soldi, un castello dove vivere e il titolo di primo pittore, ingegnere e architetto del re. Ora, se foste stati voi Leonardo, cosa avreste fatto? Le valigie. Ecco, appunto. L'artista toscano si trasferisce quindi nella valle della Loira. In particolare gli viene dato il castello di Clolusè, presso la cittadina di Amboise. E indovinate un po'? Tra i quadri che si porta dietro c'è anche la Gioconda, che peraltro Leonardo continua a sistemare qui e lì. Lo sappiamo grazie alla testimonianza scritta di Antonio de Beatis, segretario del cardinale Luigi d'Aragona, che vede l'opera nel castello nell'ottobre del 1517. Ora, momento decisivo. Leonardo da Vinci muore. proprio ad Amboise il 2 maggio del 1519 all'età di 67 anni. E qui le ipotesi da raccontare sono due, anche se il risultato non cambia. Secondo alcuni, nel 1518 l'artista aveva già venduto la Gioconda insieme ad altre opere a Francesco I per la somma di circa 4.000. 4.000 scudi d'oro, che più o meno equivaleva a due anni dello stipendio di allora di Leonardo, cioè mica da ridere. Secondo altri invece sarebbe stato Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, allievo e amante di Leonardo, a effettuare la vendita poco prima o poco dopo la morte del genio toscano. A ogni modo, ribadiamolo, da quel momento la Francia possiede in maniera regolare la Gioconda e quindi non ha senso chiederla indietro. Semplificando, è come se adesso voi compraste un quadro da un pittore francese e ve lo portaste in Italia. E tra 500 anni la Francia e i francesi lo chiedessero indietro ai vostri discendenti. Eh, ma voi l'avevate comprato! Quindi, questione chiusa. Ora, però, da dove viene quindi la storia che sia stato Napoleone a rubarci la Mona Lisa? Per questo dobbiamo riprendere la storia del quadro e considerare tre elementi particolari. Il quadro passò a Louvre nel 1665, poi a Versailles nella galleria privata di Luigi XIV e infine, dopo la rivoluzione francese, nel 1797 tornò a Louvre, ma fu lasciata abbastanza indisparte. E in effetti, se non si è appassionati o esperti d'arte, la gioconda non è che folgori proprio lo spettatore, magari in paragone rispetto a tanti altri quadri che sono più grandi, più colorati o più particolari. Ecco però che arriva Napoleone. E a Napoleone il quadro piace così tanto che lo fa trasferire nella stanza di sua moglie Josephine all'interno del palazzo delle Tuileries, per poi riesporlo al Louvre dopo la sua incoronazione a imperatore nel 1804-1805. Così ecco che abbiamo un primo elemento dei tre che vi dicevo dell'associazione Napoleone Gioconda. L'imperatore francese effettivamente amava molto l'opera. Il secondo elemento più legato al concetto di furto è che Napoleone non rubò la Monnalisa, vero, ma portò via dall'Italia, durante le sue conquiste, tantissime altre opere, comprese dello stesso Leonardo da Vinci. E la maggior parte di queste opere non ci è mai stata restituita dalla Francia, anche se abbiamo fatto dei tentativi diplomatici per riaverle. Ora, non scatenatevi! Questo fatto, ahimè, è una costante della storia. Anche noi in Italia abbiamo opere di altre parti del mondo di cui ci siamo appropriati in maniera illegittima. fin dai tempi dei romani. Insomma, anche noi abbiamo le nostre colpe nei confronti di qualcuna. Torniamo alla Gioconda e veniamo al terzo elemento di connessione con Napoleone, che riguarda l'unico vero furto subito dall'opera nella sua storia. Avvenne nel 1911 e fu effettuato colpo di scena da un italiano di nome Vincenzo Perugia. Perugia faceva l'imbianchino al Louvre e durante dei lavori di ristrutturazione, contate che allora non... non c'erano i sistemi di sicurezza di oggi, rubò il quadro sia per farsi un bel po'di soldi sia per motivi patriottici, perché sì, lui stesso credeva che la Gioconda fosse stata portata in Francia da Napoleone e in seguito lo dichiarò proprio le autorità, generando una sorta di mega fake news. Il furto ebbe un'eco mediatica clamorosa, finì su tutti i giornali dell'epoca e di fatto ha reso la Gioconda il quadro famosissimo che è oggi, contribuendo peraltro a rendere il Louvre il museo più visitato del mondo. Pensate che al tempo furono accusati del furto e perfino arrestati anche il poeta Polinaire e Pablo Picasso. Fatto sta che la Gioconda fu ritrovata solo due anni dopo, quando Perugia, dopo varie vendite fallite anche all'estero, cercò di vendere l'opera agli uffici di Firenze. L'imbianchino fu beccato, arrestato e e il quadro fu restituito alla Francia dopo un periodo di esibizione in Italia. Insomma ragazzi, una storia pazzesca. A proposito di Leonardo, prima di salutarvi volevo segnalarvi un portale strafigo in cui mi sono imbattuto durante le ricerche per il video. Secondo me è interessante per chiunque ma soprattutto per le scuole. È la sezione Svelare Leonardo di Google Arts & Culture. Ci sono tantissime opere di Leonardo digitalizzate. Potete trovare dei modellini in 3D delle sue invenzioni che potete girare e rigirare. Poi ci sono giochi, esperimenti, dettagli di ogni genere. E badate bene, nessuno mi sta pagando per avervelo detto. Semplicemente mi sono rimasto straaffascinato. Ragazzi, spero che questo video vi sia piaciuto. Grazie mille di averci seguito e ci vediamo sempre qui su Geopop, le scienze della vita di tutti i giorni. Ciao!