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Strategie per l'ADHD a Scuola

Grazie a tutti. Giulia a sedere le regole sono per tutti uguali, ok? Allora, uno, due, tre. A destra, a destra. Adesso però vi dovete stare a sentire bene. Oggi faremo un testo sulla plantuno, però a piccoli gruppi, a gruppi di tre. Però vi dovete seguire bene, perché io vi do uno schema, lo dovete seguire e poi lavorare insieme. I gruppetti di tre, l'idea si siede. Posso mettere una mattina, un pomeriggio, una giornata, quello io lo definisco io. All'interno però, attenzione, del mio gruppo non posso decidere. Allora, così avete la storia in sequenza disegnata. Allora, iniziamo, va detto con Augusta, voglio dirci tutte cose concordate con lei, per cui... il suo grosso problema, ma è chiaro perché è proprio suo, è quando l'attività non è strutturata, ad esempio sabato che abbiamo fatto gli alberi, è chiaro che c'è il DIY, chi viene a prendere le foglie, lei lì va in tilt, va proprio in crisi, la vedi che lei ha proprio... una sofferenza del tipo cosa faccio dove sono gli alberi lei lì non è riuscita anche perché lei nel rumore nel movimento di tutti gli altri lei va in palla proprio è in tinte Allora già l'anno scorso avevamo detto a tutti di non portare più i giochini. Qualche giorno fa scrivete sul diario non si portano più i giochini e lei con la sua vocina tranne Giulia, io l'ho fulminata e lei mi ha detto anche Giulia perché lei esce. con il mano con tutti i pupazzetti io gli ho già detto che a me non piace che escano quei pupazzetti in mano per la sicurezza perché scendono le scale e si spaccano il naso e poi l'altro giorno gli ho detto fai terza elementare non si esce col pupazzo in mano mettilo nello zaino e chiuso però visto che tutti i giorni è una lotta Gli obiettivi più generali, che sono quelli legati alle sue difficoltà, quindi attenzione e autonomia, sono quelli che dalla prima penso che continueranno fino alla quinta, che sono aumentare un pochino i tempi di attenzione e soprattutto di ascolto. Lei il contatto visivo non ce l'ha quasi mai. Quindi appunto c'è il discorso dell'autonomia e proprio l'aumentare un pochino i tempi di attenzione, proprio sulla consegna, lei la consegna e non l'ascolta. Quindi o gliela dici proprio Giulia ascolta, mi guarda. E va bene, noi facciamo così, è chiaro che il nostro obiettivo è quello di minimamente aumentare un pochino, però penso che sicuramente sarà un obiettivo proprio a lungo termine. Grazie a tutti. Poi la ma. La ma? Allora, cerchiamo la ma, poi riscriviamo qua. La ma. C'è mamma? Ah, sì, c'è mamma. Sì. Allora, poi riscriviamo qua. Mamma. Mamma ti mette il foglio. A portare. perché lì sotto non abbiamo più spazio. Qui è un altro esercizio, ma Monica ha detto solo l'uno. Sai che avevamo scritto? Esercizio, pagina 4, numero 1. Allora, scrivo solo quello? Devi scrivere. Siamo arrivati a me? Eh no, Giulia, dobbiamo andare avanti a fare l'ordine. Allora, dobbiamo scrivere? Non vedo dove c'è tutto questo. Cosa è questa roba? E poi non vedo le scurette. Ma mamma lo sa scrivere anche senza cuore? No! No, non voglio! No! Giulia, ecco! Allora, non importa se... Allora, lo scriviamo qua! Tranquilla! Non voglio! Invece sì! No! Dove è andata la matita? Lì! Oh, sono andata! Dai! Allora, io ti tengo un libro in piedi così? No! Lo vedi? No! Lo lascio lì! Allora, forza! Cos'è? Cos'è? Dai! Lo sai che cos'è? Dai! Giulia, ma... No, non ti credo colorare. No, vabbè, ma io volevo sapere che cos'è, se sai che cos'è quel disegno lì. Dai! Eh? Non dici? No, non lo sai. Però a me sembra che avessi da ripassare i numeri in francese. Ti facciamo un po' aiutare da amico con i numeri in francese? No. Ma i numeri in francese? No. Dai, ti voglio amicare, ti bene? Ma non lo sapevo! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! Ma si! ti chiede i numeri e non me li in francese. E li sai dire poi? Prova a dirgli a me. Vediamo se la mamma li sa. Ok. Non c'è nessun metodo che permetta di recuperare la stanchezza quando sopraggiunge, bisognerà solo aspettare facendo camminare il cavallo fino a che la respirazione non torni normale. il tempo fisiologico di cui ha bisogno il muscolo per reincorporare l'ossigeno e poter tornare così alla situazione iniziale. Negli esercizi anaerobici gli animali consumano l'energia della cellula. Ma come accorgi? il teio, il chino, guarda come corre, guarda il profumo del cavallo, guarda come fa delle narici. Così come voi vi sentite inadeguati come genitori che non sanno da che parte prenderlo perché comunque siete sempre sconfitti, la stessa esperienza la fa l'insegnante. Allora, se non si comprende il problema che è un problema oggettivo che mette in difficoltà tutti, cosa viene fuori? Che si cerca chi è il responsabile, per cui la scuola è una scuola di rispetto, La scuola dice se ci fossero dei genitori in grado di educare questo qui, io non avrei difficoltà e potrei fare scuola. I genitori dicono se ci fosse una scuola in grado di gestirlo, ci si arrabbia reciprocamente, ci si danno... delle responsabilità l'uno contro l'altro si entra in conflitto e non se ne viene fuori. Quindi il primo passo è quello di riconoscere che siamo di fronte ad una difficoltà oggettiva. che fanno fatica poi a imparare delle cose, è chiaro che fanno fatica a programmare un problema di geometria, a fare un problema, cioè le cose non sono a compartimenti stagni, allora sì, ha la DHD, però quella DHD lì in quel ragazzino, che cosa gli sta comportando? Acronimo ADHD che sta per significare Attention Deficit Hyperactivity Disorder e quindi è il disturbo di attenzione in cui può essere presente una iperattività motoria. Che limite porre tra la naturale vivacità che dovrebbe essere presente nei bambini e quando questa vivacità invece diviene patologica? E questo è uno dei primi punti di conflitto. Quando al bambino di 7-8 anni gli si dice il tuo quaderno fa schifo, hai scritto tutto per traverso e cose del genere, quello cos'è? Perché non se ne è reso conto, se ne è reso conto, ma non se ne è nemmeno Uber che ha scritto in quel modo lì, fatto sia che non è capace di scrivere in un altro modo, è dalla rabbia. piglia il quaderno, lo strappa, lo fa in mille pezzi, lo butta per aria, risponde con una pernacchia alla maestra che non ha capito niente. Notoriamente spesso questo tipo di disturbi vengono amplificati da questi elementi di non comprensione. Non è che bisogna farsi montare in testa da questi bambini, ma bisognerebbe cercare di capire qual è l'elemento di deficit che caratterizza il loro comportamento. Anche perché ci sono stati dei riscontri derivati da indagini di immagine che hanno individuato dei deficit di alcune strutture cerebrali. La patologia viene dibattuta recentemente perché si sono proposti dei farmaci per cercare di controllare, di curare la patologia. La cultura di conoscenza in questo senso è veramente a livelli bassissimi. Purtroppo c'è una sottovalutazione, talvolta la non conoscenza. Questo non vuol dire quindi poi creare masse di persone affette da patologie, ma anzi cercare con una migliore conoscenza di ridurre, di individuare. individuare solo quelli che in effetti avrebbero bisogno di essere aiutati e di ricevere le terapie adatte per la loro patologia. Vieni a sederti qua e guarda se ti muovi ancora, che andiamo in un'altra sezione se non la smetti di dare fastidio. Stai attento! Guarda la data del giornalino. Luglio. Eh. Senti bene questo. Questo è il suono di stop. Tanto ci sono dei colori diversi. Quando se posso fare così, non vale tracopiarlo, diciamo. Stop! Mi raccomando non uscire dal quadrato. Vai! In quest'altro test qua, tu dovrai guardare solo la freccia nera centrale, premere il più velocemente possibile la letterina P. Questa palla sai che piace a tanti bambini Però lei usa la nostra fisioterapista, non è un gioco. Non è un gioco. Allora... Sei calmato? No, non voglio giocare. Ma non è un gioco, allora. Ma no, è bello. I bimbi, i bimbi, ma mi ascolti? Ti sto parlando, i bimbi con quello fanno terapia. No! Stai seduto adesso, sei grande. Stai seduto e fermo. Posso stare seduto là? No. Ok. Seduto lì e fermo. Fuori non esci più. Dai. Non fa ridere. Senti immediatamente. No. Conto fino a tre. Uno. due, tre. In piedi e vai sedere. In piedi e vai sedere. Dai. E poco attento e si distrae facilmente. Molto vero. Lui magari prendeva i cubetti, giocava, dopo 40 secondi non lo si trovava più e andava già a prendere un altro gioco. Cioè perdeva proprio interesse nei giochi. Quindi passava proprio da un gioco all'altro. Non riusciva a stare fermo su un gioco. Non riusciva. E' arrabbiato e permaloso? Abbastanza. Ha un tempo di attenzione limitato? Sì, secondo me sì. Molto? Molto. Ogni cosa deve essere proprio come vuole lui. Discute in modo polemico con gli adulti. Sì, molto polemico. Le sue richieste devono essere soddisfatte immediatamente. Sì, molto vero. Non viene invitato da... andare a casa degli amici oddio sì non è mai stato invitato è vero questo è molto vero corre di qua e di là o si arrampica in situazioni in cui non dovrebbe molto vero parla troppo Molto vero, interrompe sempre, non aspetta il proprio turno. Intenzionalmente fa cose che infastidiscono gli altri. Molto vero, molto, stuzzica, magari uno che sta guardando la televisione lui passa davanti con le braccia così, si sta stillando davanti alla televisione, di sfida. È una sfida continua. Si sente inferiore agli altri? Sì, molto. Si sente inferiore, sì. Perché dice, vedi che loro ce la fanno fare certe cose perché io non ce la faccio. Dice che lui non è uguale agli altri. Vuol fare, ma lui dice, io so che non ce la faccio. Lui vorrebbe fare. Quindi si rende conto. Si rende conto che non riesce. Che non riesce a controllare. Che non riesce a controllarsi. Che non riesce a trattenersi, sì. al fatto dell'agitazione proprio. fisica, lui che parla sempre tanto, che sa anche che gli altri magari non piacciono le certe cose che lui dice, si sente colpevole delle cose che fa e che non vorrebbe fare. Cosa mi preoccupa di più di vostro figlio? Il futuro soprattutto, il suo futuro. Pippi, Forte Barbalà, Barba... Zitta! Zitta! Trappare le orecchie a fumi Noi siamo stati messi sulla strada dell'ipercinesia all'inizio perché l'abbiamo portata da una logopedista perché non parlava e la logopedista ci ha mandato in neuropsichiatria infantile perché... perché era ipercinetica, non stava mai ferma. La logopedista non si era riuscita a fare nulla? No, infatti, infatti a noi è stato subito detto che, anzi non ha neanche visto la logopedista, ha visto la foniatra, perché a Cuneo si passa prima della foniatra, e la foniatra... ha tradetto che non si poteva fare né una valutazione né una terapia perché era troppo agitata. Per cui si diceva sempre ma sì, è vivace, è vivace, è vivace, è vivace, e poi una questione di maturità, maturando cambierà, si fermerà, invece paradossalmente più la scuola andava avanti e quindi più le difficoltà aumentavano aumentavano anche dal punto di vista apprendimento. Lui era sempre peggio, sempre più agitato, eccetera. Occasionalmente ho sentito parlare di questa sindrome. Perché io non riuscivo a capire, quindi Francesca aveva un problema grande, ma io ne avevo un altro. Più che capire non riusciva ad accettarlo. Non capire e non accettarlo, tutte e due, tutte e due assieme. Io mi sono sentita con un sacco di sensi di colpa, perché diceva, ecco vedi, io sono una mamma inadeguata, a questo bambino, non riuscirò mai a tirarlo. lo su, finché poi è cominciato l'asilo con i problemi di integrazione, lui era un bambino che picchiava gli altri, aggressivo, non riusciva a stare con gli altri, bestemmiava in un asilo di suore e quindi su tutti i momenti eravamo chiamati, ma io dicevo noi abbiamo tanti difetti, devo dire la verità, lui con tutti i fetti non ha mai bestemmiato, quindi questa cosa qui da dove venisse, comunque le madonnine, tutti i santi ci accompagnavano tutti i giorni. Finché poi è arrivata la scuola siamo andati avanti così. così senza sostegno e le maestre avevano chiamato un vigile che praticamente stava davanti al banco di Francesco perché Francesco non toccasse gli altri bambini e quindi non poteva essere mescolato con gli altri bambini. Ce l'ha con quel bastone. E allora una volta che siamo... Vallo a poggiare, va bene? arrivo subito un attimino piano piano Emy il bastone ha detto la Steffi che non si usa e con te non si può va bene lo vedi chi ha la punta e puoi farti male beh con te si è vero ecco quando Ci siamo a Popocorti che non riusciva a stare da nessuna parte, non stava fermo. Lui passava da un'attività all'altra, da un gioco a un altro. Ma senti, io che ti porto la palla? Si, portagliela bene. Ma andiamo allora? Stefania, ha detto che questo bastone sta giù, va bene? È pericoloso, vedi che ha la punta? Si può anche uccidersi qualcuno. Lo sai, vero? Può essere come una lancia Eh, può fare molto male Adesso vedi che sto parlando con Alberto Mi lasci parlare un attimino? Dopo vieni da Sì, adesso giochi con loro un attimino E dopo, fino a che io parlo con Alberto Poi arrivo, va bene? Va bene Mamma mia, voglio andare dentro perché voglio farvi vedere Che cura c'è Ecco, queste saranno caratteristiche Che probabilmente sono di suo e che danno il latte fatto peggiore in determinate situazioni, in determinati momenti, quando si sente escluso, quando non riesce a controllarsi eccetera. E quindi noi un po' per far più luce ci siamo rivolti a un centro, per correttezza non faccio nomi, un centro appunto dove hanno diagnosticato il problema della DHD. Noi abbiamo anche accettato di dare un farmaco. Ecco, solo io posso capire, o solo gli altri genitori che hanno vissuto la mia stessa esperienza, possono capire quello che provo. Perché quando tu... No, no Emanuele, non è da toccare gli strumenti a me. Emanuele! No sulla macchina! Tu stesso vedi che ha delle difficoltà a soffermarsi, a stare nel gruppo, a seguire anche quelle che sono le regole sociali, perché non puoi perché ti gira toccare il seno a una persona. o tirargli il carrello al supermercato nelle gambe, o lanciare un bastone contro una macchina. E quello io mi sto proprio rendendo conto, me ne ero resa conto, però sai, rendersi conto è accettare. passa un po', passa un po' e forse in questo senso anche la documentazione da parte del genitore è molto importante, cioè perché lui si comporta così, cosa ha nella sua testa dentro di sé che lo porta a comportarsi in questo modo, se è un qualcosa che è indipendente dalla sua volontà e che lui non riesce a controllare, solo il farmaco può aiutarmi. Solo il farmaco può aiutarmi, cioè deve subentrare un qualcosa dall'esterno che fa da grip, che lo aiuta, che lo contiene, proprio a livello metabolico, però non deve essere lui. l'unica cosa, perché lui sta facendo anche un percorso di psicoterapia, noi come genitori stiamo facendo un parent training, ecco non deve essere l'unica cosa probabilmente il farmaco, non deve essere l'unica cosa la... psicoterapia perché ovviamente la psicologa non riesce a lavorare se lui non riesce a soffermarsi sulle cose, a concentrarsi, a dire ti ascolto. Ecco l'ascolto da parte di questi bambini in certi momenti non esiste. Posso parlare qui? Dì ciao dai! Ciao Alberto, di lì! Ciao Alberto! Non capisco niente! E devi solo parlare al microfono! Ma io non sento! Ma è lui che sente, non devi sentire tu! Noi parliamo! Ma posso dire qualcosa? Ciao Manuele, mi senti? Ciao Emy, mi senti? Va bene così? Mi senti adesso? Sei lì in compagnia di Alberto che ti ha fatto provare gli strumenti? Ti vedi? Sei contenta adesso? Mi ha detto, proverò a risolvere il tutto entro alcune settimane, mi ha detto ti chiamo io appena ce l'ho. Cioè Luca mi aveva chiesto di trovare quest'articolo, non ho trovato il giornale però qua ci sono tutti. Ok, ma questo è? Ah sì, Corriere Salute. Ovviamente parla anche di noi, però quello che volevamo verificare era il taglio. È uscito in questi ultimi giorni, proprio poche settimane fa, fine settembre, questo studio è stato pubblicato su Lancet che dimostra che la DHD ha un'origine genetica. Hanno riscontrato in X bambini a DHD una differenza nei cromosomi. Il discorso è proprio questo. Tutti i nostri dibattiti, diciamo, signori, è acceso ed è ancora aperto il dibattito nel mondo scientifico. E questa è la dimostrazione. Ogni studio si riapre il dibattito. Non esistono certezze. un gran fermento a livello scientifico, questo comunque si è positivo perché significa che se ne parla, se ne discute. Il Ritalin è roba che scotta perché è destinato ai bambini e in America è da tempo l'oggetto di violente polemiche. subito esplose anche da noi. Il retinib sembra sia efficace nella cura di una sindrome chiamata deficit di attenzione e iperattività o ADHD. Psicofarmaci per bambini, attenti agli abusi. Secondo molti medici, lo scopo è quello di vendere prestazioni farmaceutiche e sottoporre a terapia milioni di pazienti in tenerissima età. Il tema è delicato, il dibattito acceso nella comunità scientifica e non solo. ...sanitato giù le mani dai bambini... Chiaramente ci occupiamo di infanzia, però una campagna ci sta particolarmente a cuore, diciamo, negli ultimi anni. ...perto con un po' di allarme alla pratica sanitaria di somministrare, a misura sempre crescente, psicofanaci ai bambini per cercare di sedare i loro disagi. Siamo rimasti allarmati dai dati americani, 11 milioni di bambini... 11 milioni di bambini hanno assunto una pastiglia di psicofarmaco per cercare di sedare un disagio, di migliorare le performance a scuola, eccetera. In Italia, per fortuna, abbiamo un neuropsichiatra più saggi. I numeri non sono così, però nella vicina Olanda sono veramente pochi milioni di persone. Già 400 mila bambini e adolescenti assumono psicofarmaci per... Beh, in Italia va meglio, ma quanto meglio? Il Ministero della Salute ha istituito un registro dove è obbligatorio, appunto, accreditarsi. ed è stata creata una griglia di controllo forte, molto più forte che in altri paesi e questo aiuta anche a tenere più basse le prescrizioni. Quindi dove? Ti puoi rimettere le scarpe. Quindi dove? Fino qua. Oh mamma, sei sicura? Sì. Dai, vieni che rimettiamo le scarpe. Oh mamma, quanto alta! Però un po' arrivo fino alla fine. È vero? Vieni qua. E' vero che quando le gonfie dovevano... Cosa è quello? I controlli in genere sono mensili. Viene richiesto l'esame obiettivo neurologico. Descrivere se è normale o alterato, il peso, la statura, la pressione, la frequenza e poi gli esami strumentali. Pronto? Due. Parla. Ah! Dove? Non alzare, dove? Allora, il 28 ottobre facciamo gli esami del sangue. No, Poi ci richiede come il quadro clinico, quindi se migliorato, stabile o peggiorato, e se sono insorte reazioni avverse o effetti collaterali, in quel caso bisogna compilare un'apposita scheda. Ho detto la firma qua. Giù di piano che devo rompere. continuiamo con una al mattino poi vediamo se facendo i rientri il caso poi di fare 5 più 5 perché avevamo provato l'anno scorso ma non aveva tanto il problema è che poi si si svegliava alle 5 del mattino, alle 5 del mezzo del mattino, non so per quale motivo, ma aveva proprio visto che andava a dormire uguale, ma si svegliava molto presto. Ma quella del pomeriggio che ora gliela davate? Verso le 2 mi sembra. E allora continuiamo con 10. Cosa hai fatto? Dai, dagli la stella, abbiamo finito. Questo è mio. Ok, stella mia. Dai, metti il tuo. Possiamo andare. Salute Giulia. Dai. Giulia, basta Giulia, adesso basta! Su! Forza! Vieni via! Dai, vieni via! Su! Ehi! Dai! Togli lo scotto e dà la stella! Chiama, senti! Guarda che hai lasciato anche tutto fuori, eh! E contiene stella! Quella è stella? Oh, donna! Ah no, non è normale! ...lo posso sedere scambiato volando... Dai, metti il tavolo dai lì... ...dicono andiamo... Arrivederci signora! Ciao Giulia! Ciao! Metti il tavolo dai lì... Apri i menti al volo questa! Piano! Ciao! Vieni a testo! Dottoressa Miazza, come e perché questo bambino è arrivato alla sua attenzione? Dunque ha 7 anni... comunque non era previsto altro. Un'ultima cosa che può essere di interesse, la mamma l'ha detto se quando le è stato proposto Strattera le sono stati anche evidenziati i rischi o gli effetti collaterali di questa terapia? Il caso è estremamente delicato, primo perché sono coinvolte le famiglie con i bambini, secondo perché c'è una violazione chiara dei protocolli ministeriali, terzo perché stanno arrivando altre segnalazioni oltre a quelle che abbiamo messo online. Noi dobbiamo obbligare le altre famiglie a fare le cose che non sono le nostre. ASL e i centri ADHD a certificare per iscritto che hanno fatto terapie non farmacologiche assieme al farmaco o ancora meglio, come prevedono per altri protocolli, prima del farmaco, perché il farmaco deve essere riservato solo ai farmaci. dei casi limite non può essere mai la soluzione di prima linea allo psicofarmaco. Potrebbe essere opportuno a questo punto emettere un comunicato. Prima, per ragioni di forma e di riguardo, vorrei comunque sentire l'Istituto Superiore di Sanità. Diciamo che dobbiamo sollecitarli affinché intervengano. Il compito di intervenire è loro, noi possiamo anche esercitare pressioni stampa come organismo di vigilanza. Ai genitori, alle famiglie serve per avere la certezza. che i loro diritti di libertà di scelta terapeutica vengono rispettati e che i genitori sappiano e conoscano tutti gli effetti collaterali. Come istituto superiore di sanità abbiamo ricevuto dal Ministero della Salute l'incarico di definire un protocollo per la corretta diagnosi e terapia dei... bambini con ADHD. Siamo partiti a fine giugno del 2007, quindi siamo un po' più di tre anni e mezzo. Il fatto che la diagnosi sia posta in modo accogliente. curato garantisce dal fatto che non andiamo a esporre a un rischio per quanto basso, ma pur sempre presente, un soggetto che non avrebbe bisogno di… il farmaco viene dato a chi effettivamente ne ha bisogno, viene esposto certo a un rischio minimo, noi con il registro facciamo un monitoraggio mensile, in America c'è un ricorso massiccio all'assunzione le farmaci perché... Essendo tutto a carico del cittadino, un'ora di psicoterapia costa 100 volte di più di una confezione di farmaco che ti copre per un mese intero. Noi stiamo più o meno con queste cifre perché è stato valutato che una famiglia che ha un bambino con questa diagnosi spende dai 10.000 ai 15.000 euro l'anno se dovesse pagare tutto quanto di tasca sua. come costi retti poi ci sono i costi in indiretti ovviamente, bisognerà arrivare a inserire nei LEA, cioè nei livelli essenziali di assistenza anche queste terapie che una volta inserite in questi livelli essenziali di assistenza, qualsiasi regione italiana dovrà garantire l'erogazione di questi servizi, cosa che adesso non è, perché alcune regioni lo garantiscono e altre no. quali professionisti rivolgerli per le terapie, perché l'intervento completo è sui genitori, sugli insegnanti e sul bambino, quindi effettivamente l'intervento sul bambino anche se non è anche così piccolo, può anche essere rimandato. Quello che non può essere rimandato è l'intervento sui genitori e sugli insegnanti. E un centro di diagnosi cura questo ve l'avrebbe dovuto indicare subito. Allora, l'intervento sui genitori è un intervento specifico che si chiama parent training. La maggior parte delle scritture non lo riesce a fare nel pubblico, però ve l'avrebbero perlomeno dovuto spiegare ho un libro che mi hanno regalato, Thomas Gordon è un esperto di comunicazione efficace e ha esteso queste sue abilità nei corsi per i genitori tanti anni fa e ti dico che è stato molto utile, anzi forse se non sono affogata nei miei casini è stato proprio perché qualche cosa l'avevo fatta prima. E' stato quello che tra tutti quanti i trattamenti che ho fatto, per i genitori è quello che risulta il più efficace. Sei triste? Sei incazzato? Non lo so, non lo so. Raccontami Non riesco a fare nulla L'umore è solito Tu sai fare un sacco di cose molto bene No Sì invece Sei simpatico Sei carino Veramente sai A me sei molto simpatico E trovo che sei brava a fare un sacco di cose Sì. Comunque tu non sei oggettivo, perché io ti ho visto e tu sei bravo a fare un sacco di cose. Tutte le attività di questo campus sei bravo a fare, capito? Tu sei sempre solare e sorridente e così devi rimanere, perché questa cosa deve essere relativizzata. Non può essere un po' più importante, coraggio, perché non lo è, capito? non devi lasciare che ti... Che ti demoralizzi così tanto, capito? Pazienza! Ma perché gli altri sono capaci a fare tutto? Tu che hai visto che sei capace a fare tutto? Scusami! Cinque! E io scritto due! E però ci sono tre gialli, sai? Ma che ho? Ma che ho? bravo metti qui il polsino, te lo metto io? no, sei capace? sei un uomo capace? quasi mette lì faccio la signora delle frecce Ci piace il piatto? Cosa non ci vedi? Uno Bravo! Ehi! E' un po' da... Che tiro? Quando la leggo lui si sente che io sembra, sempre che ci sia qualcosa di simile. Ha di sentire come un cavallo. Sai che non si piange? Giulia! Vuoi andare con i cavalli o devo andarci? Lei! L'ha detto mia madre. Sono bambini che abbiano una malattia di ADHD, ma non sono ADHD, sono Luciano, Lorenzo, Sasha... e poi hanno l'ADHD, quindi non invertiamoli e fargli piccole patologie ambulanti perché questo non va bene a nessuno io sono l'unico che l'ascolto, l'unico se ascolto il mio figliolo che dà fastidio a tutti, io sono l'unico ascoltandolo come in tutte le cose io lo prendo la sua confidenza, la sua ammirazione e vedrai che sorpresa di sorpresa, mamma in particolare ti chiederà un consiglio eventualmente e quando chiede quel consiglio è perché veramente la vuole. Trovo estremamente utile il parent training per le famiglie perché non solo abbiamo la possibilità hanno i genitori di trovare delle tecniche, delle metodologie di intervento per i nostri figli, ma soprattutto abbiamo la possibilità di parlare del nostro essere genitori, quindi delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni, della nostra delusione anche, perché entrare nel tuo dolore con profondità e con sofferenza ti permette poi di reagire, di elaborarlo e di avere anche un comportamento diverso. con tuo figlio o con tua figlia. Io mi sono accorta per prima, purtroppo, che il bambino aveva delle gravi difficoltà di comportamento, un po' segnalate dalla scuola, perché comunque già al nido lui mordeva i bambini, e quindi problemi sociali da subito, portandolo alla piazzetta piuttosto che al parco giochi, le mamme e i bambini scappavano, la socializzazione né per lui né per noi. Un giorno si è portato un coltello in classe. Ma io che ne sapevo? è venuto da me e mi ha detto mamma una cosa straordinaria domani faremo ma tu non devi guardare nello zaino mi ha detto perché domani ci sarà una cosa spettacolare è un segreto all'indomani mi sento telefonare e che è successo? arrivo là suo figlio è uscito col coltello ha fatto un disegno voglio uccidere tutto il mondo restiamo solo io e Marcello ammazziamo tutti restiamo solo a comandare solo io e te naturalmente Marcello sapeva che era un gioco Mio figlio? No! Questo è stato il primo anno, il primo anno bocciato mio figlio. La psicologa, il risultato è stato, il bambino ha problemi con la mamma. Tutto è da ricercarsi lì. Sono diventata una beso, ho detto ok, io mi posso anche mettere in discussione, ma tu non mi puoi dire, con una volta che mi vedi, solo perché mio figlio è legato a me, ha 5 anni, ha 6 anni, non riesce a rimanere con te in una stanza. che stiamo sconosciute a dire queste cose. Abbiamo avuto più o meno un esordio tutti quanti uguali, cioè siamo passati dalla colpa della mamma, la colpa, ecco, io perché ero ansiosa, quindi avevo trasmesso quest'ansia terrificante a mio figlio che era diventato così. parlare nei dottori, però mi deridevano perché io sono ignorante, io sono mamma poi, e le mamme sono fissate, non è che ne possono sapere, sono apprensive, sono stupide, è natura, e sono ansiose, ah sì l'ansia tu ce l'ha trasmessa il tuo figlio, grazie alla mia ansia mio figlio sta venendo fuori bene, a com'era piccolo e mi dicevano tu ti devi accontentare di una via di mezzo, mi disse un dottore, allora io quel dottore non l'ho visto più apprenditi. Cioè tu non vuoi dire a una mamma che devi accontentare con un video di una via di mezzo, che non ne poteva uscire bene, no? Perché le diagnosi fatte fino a dieci anni fa davano unicamente la colpa alla famiglia rispetto a certi disturbi. Mentre invece ci sono dei disturbi che sono neurobiologici, quindi legati a un determinato funzionamento cerebrale. E veramente dobbiamo chiarirgli scusa, sposarci con loro. Per noi è fare qualcosa di effettivo, in effetti intervenire dove c'è bisogno piuttosto che chiedere scusa, quella è la cosa importante che secondo me noi abbiamo tutti bisogno. Perché io so psicodinamico e per cui non lo riconosco, io so giunghiano e non lo riconosco, so cognitivo comportamentale e lo riconosco e lo riconosco troppo delle volte perché poi si va dal niente al tutto. Queste sono le cosiddette disabilità invisibili. le disabilità sociali, le disabilità strumentali che nella concezione dell'handicap come è stato pensato e come era ancora pensato nel 92 non erano contemplate e quindi si tratterà ora di fare un passaggio, io credo un passaggio culturale in cui quel riconoscimento di persona portatore di handicap, perché questo portatore di handicap non si usa più da nessuna parte se fosse detto di diverso, riconoscimento di esigenze speciali, si chiamasse così, non spaventerebbe, riconoscimento di esigenze speciali, quindi ti riconosco che tu hai diritto a tutta una serie di cose e ad un percorso pedagogico, un percorso didattico, un percorso scolastico che sia individualizzato, personalizzato. Iniziamo questo piccolo esperimento di incontro fra i ragazzi che hanno l'ADHD. Faremo delle attività che speriamo vi piacciono, così tutti voi possiate condividere un'esperienza di gioco, un'esperienza di amicizia e capire che non è un problema inaffrontabile il risultato. Allora, di tutte queste cose che Grande Orso ci ha detto, Grande Osservatore, uno che si mette in pizza, ha subito eccetera, a te quale piace di più? Perché ora devi darci un agentino. Volpe come lì abbiamo lupo maestro e cane lupo soldato, noi ora siamo volpe. Volpe sognante potrebbe essere il tuo caso, volpe sognante. non che sogna, ha le sue visioni, le sue sensazioni, volpe sognate. Volpe sognate, viva! Giulia, che animalezzo ti piacerebbe essere? Un cavallo che fa polvere. Un cavallo che fa polvere? Un cavallo scalciante che fa polvere. Hai un bel giorno! Che cos'è il ritmo? Che cos'è il ritmo? Il ritmo è... Cos'è il ritmo? Io lo so! Dai! E quando cantiamo tutti insieme? Senti, senti! Possiamo farlo con il tavolo? Senti, intanto... Con le mani... Con le mani è meglio! Sui bordi! Fattem che... Arriba! Siamo arrivati qua, adesso facciamo il gioco dei cinque sensi, noi alcuni educatori con i bambini, mentre i genitori fanno un gruppo separato. Per loro l'automatismo spesso non esiste e quindi da fuori voi dovete essere il loro. dialogo interno quindi dire allora adesso che cos'è che devi fare? Dobbiamo andare a letto, allora quando devi andare a letto che cos'è che devi fare? Devo andare in bagno, lavarmi i denti e cominciare a farvi raccontare da loro quello che va. a fare o che dovrebbero fare, gli devono apparecchiare la tavola. Perché per loro spesso è tutto facilissimo o è tutto difficilissimo, o tutto bellissimo, o tutto bruttissimo. Adesso faremo un'esercitazione a coppie proprio come genitori, diamo un foglio ciascuno, un abbiero ciascuno, provate a pensare nella vostra singola situazione di quale strategia visiva potreste aver bisogno per, facciamo un esempio. problema che avete E poi allora, questa è Giulia a scuola, e allora poi abbiamo fatto, dobbiamo trovare un sistema di fare. Qual è il problema che avete scelto? Era il discorso di fargli raccontare cosa fa a scuola, quindi con le foto delle maestre, i vari disegni delle attività, matematica, magari mettere i numeri, le lettere per italiano e via dicendo. Perché voi pensate che spiegandoglielo se vede i numeri capisce che è matematica. ok penso di sì spero di sì potete fare quelle quelle prove delle carte libro poi tocca a lei ginnastica e andate avanti a vedere se lei riconosce tutte queste cose una volta che le riconosce e provate a farla raccontare provateci poi ci sarà un ritorno vediamo ce la facciamo rotolare Ho formato un uccello. Tu dicevi, quando poi entrano le altre stanno... E' meglio se le rimette a posto perché poi credono che io lancio le pietre. Cattale! Va bene. Giulia guarda che gli altri stanno già andando, poi noi rimaniamo indietro. Oh! Giulia! Aspetta quanto! Avete spiegato a quelli che non l'avevano mai fatto come si costruisce un fuoco fatto così? Dentro i rametti piccoli e poi man mano che si va all'esterno i rami un po' più grossi. Quindi noi dobbiamo fare molta attenzione a queste cose, non possiamo accendere un fuoco ovunque. a caso senza fare attenzione se sopra ci sono foglie di alberi, se siamo vicino a una casa, a una tenda oppure come c'è scritto qua se c'è il vento, piano o forte che sia il vento bisogna fare molta attenzione. Il puro sangue inglese nasce per la competizione, però il suo successo dipende dalla salute, dalle cure, dall'alimentazione e dall'educazione che riceve. È la razza sportiva per eccellenza e la numero uno nella velocità. Ha dato buone prove di resistenza in gare come l'endurance e possiede tutte le caratteristiche per eccellere nel salto agli ostacoli. Se il suo cavaliere lo saprà montare correttamente... Avrà fra le mani un animale facile da controllare e risponderà perfettamente ai suoi ordini. Avrà solo bisogno di un buon addestramento e di un adeguato allenamento per essere un perfetto soggetto da corsa, da salto o da campagna. Da campagna? Poi dopo le radici c'è il tronco, dal tronco parte la chioma. Guarda questi qua. Ha ragione Giulia? La corteccia. No, allora Giulia senti un attimino qua. Cosa ha detto Seba? Sotto terra cosa c'è nella pianta? Le radici. Bravissima. Cosa servono le radici? Servono per far nascere la chioma. Servono per nutrire cosa? La pianta. Cosa servono le radici? Nutella? No. Mangiano spaghetti? No. Io lo so, io lo so. Mangiano la bistecca? No, ma bevono l'acqua e poi prendono il sole. Abbiate un po' di immaginazione. Non lo so. Guarda questa qua un attimo. L'ancelata. Ma perché l'ancelata? Perché me l'hai detto tu. Ma perché se mi dia una l'ancelata? L'ancia. Questa qua che sta sopra si chiama... Pagina su? Perio. Perché si chiama pagina superiore? Perché prende il? Il. Il? So? Sore. Cosa servono i stomi? Servono per fare respirare la foglia. Brava, cosa serve la foglia? Respira cosa? Anidride? Anidride carbonica. L'idea è che l'esperienza del cambiamento da scuola sia stata proprio una scelta necessaria. Bene, allora c'è stato un cambiamento. Si impegna, si impegna molto. Forse aveva proprio bisogno di questo cambiamento. Bene, bene. Quello che è il confronto dell'altra scuola che diceva che non socializzava con nessuno, non riusciva a giocare con nessuno. Lui veniva spesso rimproverato, qualsiasi cosa succedeva era sempre colpa sua. Quindi lui si vendicava in questo modo. con la maestra. Invece qui riesce, si è integrato molto bene. Quanti siete in classe? 15. Meglio che 27. Eh sì, forse è meglio. Prima eravamo 27. Eh lo so, un ambiente un po' più piccolo. Ma poi un po' più seguito. Mi aiutano di più. In che senso ti aiutano? Come che fanno aiutarti? Mi insegnano meglio. Anche se non capisce qualcosa dice che la maestra glielo spiega, lo aiuta. Ti senti più... Rilassato. Ti senti più rilassato? Sì, sì. L'anno scorso invece com'era? Non so, prima di venire. Si era proprio chiuso, poi intanto lo si vedeva con gli occhi lucidi che piangeva, ogni tanto succedeva. Anche quando ritornava da scuola. Piangeva soprattutto quando tornava da scuola. Cioè non anche l'ultimo periodo andavi volentieri a scuola. Solo quando ho saputo che mia mamma voleva cambiare scuola, mi sono subito riattivata. Forse è tornato anche un po' l'appetito e il sorriso. Quando è che andiamo? Adesso appena ci siamo. Giulia, ma non tirarmi i capelli! Quando inizia l'inverno? Eh, quasi, un po'. Ci sto già provando, eh. In montagna c'è già la neve. Giulia, se non mi tiri i capelli mi fai un fiori. Ma che belli occhi verdi che hai stamattina! Perché? Lo so, mi sono più belli del solito. Si vedono di più perché hai i capelli corti. E vabbè, però sono cresciuta. E fino a qua, fino a 1, 2, 4. Sei una cordoniera. Dimmi. Poi, allora, ho fatto tante cose da brava. Allora, quella dell'orina l'ho fatta da sola, il prelievo non ho pianto e quello del cuore... Qua, stai ferma. Bravissima! Dovrebbero dare 40 recca-lecca. Ma mamma dice sempre di... Dino, un film. La mamma dice Dino. E anche a disegnare, si prende i libri. Prima una volta prendeva i libri e ricalcava il disegno. Adesso lo copia proprio. lo riproduce lei. E l'altra cosa che ho notato è che adesso inizia a organizzarsi di più, proprio anche l'organizzazione sia dei giochi sia dei disegni. Dice anche prima le volte che cosa disegnerà, cosa che prima era impensabile. Mentre magari prima andava anche nella stanza, adesso riesce a stare più concentrata. Anche a casa? Anche a casa e anche da sola. A giocare da sola. Passa magari le mezz'ore in camera a giocare con gli animali, a organizzare proprio la fattoria, a cui mangiano questi, il recinto per gli animali, la mangiatoia per l'abbeveratoio. E sta anche, direi, delle mezz'ore tranquilla, proprio più organizzata rispetto a una volta. Ecco fatto! Fai un po' vedere, cos'hai disegnato? Tutto cosa ti sembra un cavallo, no? Un cavallo, ma... Continuando a fare ipoterapia... Come va? Ti piace Giulia? Andare a cavallo? Come si chiama il cavallo? Sono due. Due? Come si chiamano? Malibu e Baxter. Eh, Baxter? E Malibu. Malibu. Sei sorda, sai. Sono una femmina e un maschio. Hai ragione, Giulia, non l'ho sentito bene. Una femmina e un maschio? No, no. Prova a leggere. Stella ti voglio tanto bene, chiamata da Giulia Vianello. Brava, grazie! Allora senti, questo io lo conserverò con molta cura nella tua cartellina, va bene? Mamma! Ti scusi. Ok, tiro giù le stazze. Uno, vai, tu fai passare quelle. Quasi. Faccio anche l'altro. Ti do una mano? Hai bisogno? Tu dici sembra che hai paura di me, ma guarda che lei ti ascolta. Divi la giù, divi la giù. Ho preso una pallina. Non lo stai. Buonanotte. Grazie. Grazie a tutti. Allora, lo sappiamo tutti che i cavalli sono a faccia gialla, ovvero che sono due gruppi. Invece gli animali sono due peggiori perché hanno solo due gambe. Come sappiamo tutti, gli animali sono dolci in mattina. Come dicono i lupi, i lupi sono cattivi, quindi non si fanno niente, si accarazzano. Ciao e arrivederci, ci vediamo l'anno prossimo. Timbibarà a mangiare,