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Le Avanguardie Storiche nel Design

Con il termine avanguardie si intende gruppi di movimenti artistici che rinnovarono il contesto culturale. Ci si riferisce in modo particolare alle Avanguardie Storiche con i movimenti di inizio Novecento per differenziarle dalle Neo Avanguardie della seconda metà del secolo. In questa lezione restituiremo un quadro sintetico delle avanguardie storiche e della loro influenza sul design. Nonostante le specifiche differenze, esistono caratteri comuni tra le varie avanguardie. Si autodefiniscono tramite i manifesti, ossia, dei testi che illustrano le caratteristiche e le intenzionalità del movimento; Prendono le distanze dalla tradizione, adottando fattori scioccanti, che scandalizzano o colpiscono il pubblico, così da mettere in discussione la definizione stessa di arte; Sviluppano tecniche innovative come il collage, l’assemblage, il fotomontaggio e si appropriano della fotografia, del film e dell’azione performativa. Infine, esse tentano di superare il confine tra arte e vita e tra arte e oggetto comune. Il Cubismo nasce negli anni intorno al 1907 dalle ricerche di Pablo Picasso e Georges Braque: sebbene non sia un’avanguardia vera e propria poiché i suoi autori non arrivarono mai ad un manifesto. Questo movimento si configura come uno dei più influenti poiché cerca di includere nello spazio pittorico la dimensione temporale attraverso la sintesi visiva e concettuale di differenti punti di vista di un oggetto. Similmente, anche l’Espressionismo non è un movimento d’avanguardia, senza un manifesto vero e proprio, ed accoglie più tendenze e sperimentazioni, come i gruppi tedeschi Die Brücke e Der Blaue Rieter e i Fauves francesi. Tutti concorsero alla creazione di un linguaggio in cui la realtà è deformata espressivamente in relazione ai sentimenti che l’artista vuole comunicare. La prima vera e propria canonica avanguardia è il Futurismo, sorto intorno alla figura del poeta Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1909 produsse il Manifesto del Futurismo, un testo che esprime la chiara volontà di rompere i legami con la storia per spingere verso un futuro dominato dalla velocità e dalle macchine. I futuristi tentarono di interpretare il sentimento di rottura e di espressione della dinamica modernità, cercando di infondere agli oggetti d’uso e agli spazi i principi della loro arte. Tra il 1927 e il 1932 Fotunato Depero ad esempio realizza un progetto in cui la componente rivoluzionaria del Futurismo si concilia con la produzione industriale, la Bottiglia del Campari Soda. La bottiglia prodotta industrialmente ha proporzioni maneggevoli, e la superficie parzialmente goffrata garantisce la presa salda. Depero per valorizzare il colore rosso squillante fortemente comunicativo, non aggiunge nessuna etichetta, ma prevede che il marchio sia impresso sul vetro trasparente così bottiglia e contenuto sembrano un tutt’uno. Nel 1917 nacque a Zurigo il movimento Dada, con il suo manifesto redatto dal poeta Tristan Tzara. Il Dadaismo nasce in risposta alle atrocità della guerra: poiché il mondo razionale e scientifico aveva prodotto l’orrore bellico, l’irrazionalità viene adottata come una forma di ribellione. I dadaisti, quindi, producono opere in cui dominano la casualità, l’automatismo e l’apparente mancanza di logica. Tra gli artisti più noti del movimento è Marcel Duchamp, che attraverso l’opera Fontana del 1917 compie un atto rivoluzionario: egli usa un comune oggetto di produzione industriale, un orinatoio in ceramica, e lo eleva ad opera d'arte. Questa tecnica, che assume il nome di ready made, è l’espressione del pensiero che l’artista produce anzitutto idee e non oggetti e che quindi il vero valore dell’arte sta nel concetto e non nell’esecuzione. Il dadaismo, ebbe poco impatto nell’immediato sulla cultura del design, ma l’uso dell’oggetto comune tramite il ready made e la concettualizzazione avranno forti influenze sul lavoro di molti progettisti, soprattutto nella produzione più contemporanea. Nel 1917 venne pubblicato il manifesto del De Stijl, chiamato anche Neoplasticismo, corrente nata nei Paesi Bassi ad opera di differenti artisti, tra i quali l’architetto e teorico Theo Van Doesburgh e il pittore Piet Mondrian. Riflettendo sulle atrocità della Prima guerra mondiale questi autori volevano combattere l’individualismo considerato come la causa del conflitto e per aprire ad una dimensione universale, astratta e geometrica, perfettamente esemplificata dai quadri di Mondrian. Gerrit Rietveld, un giovane falegname, bene interpreta i principi del movimento con la sedia Red & Blue Chair del 1919. Questa poltrona in legno è costituita da una struttura ortogonale di listelli che sorreggono i due piani corrispondenti alla seduta e allo schienale. La composizione così netta dà l’impressione che le varie parti siano enti matematici infiniti, piani e rette materializzati in un oggetto. La Red & Blue Chair insieme ad altri progetti come la Berlin Chair, la Casa Rietveld Schröder, e la Zig Zag Chair, rappresentano la manifestazione degli ideali del Neoplasticismo in forma di oggetti. Anche in Russia si svilupparono alcune avanguardie che coincisero con la rivoluzione sovietica. Dal 1913 il poeta Vladimir Majakovskij e il pittore Kazimir Malevič avviarono una sperimentazione che confluì nel Suprematismo, una corrente fondata sull’assoluta astrazione… di cui il quadro di Malevič Quadrato nero su sfondo bianco, fu considerato il grado zero ed il punto di partenza di una nuova concezione dell’arte. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, che sancì l’avvento dell’Unione Sovietica, emerse il desiderio di un’arte non solo contemplativa, che permettesse la costruzione di una società nuova attraverso il progetto e la produzione. Da questa idea di costruzione culturale nacque il Costruttivismo. Emerge il lavoro degli architetti Vladimir Tatlin e Konstantin Mel'nikov e di Alexandr Rodchenko ed El Lissitzky, artisti multidisciplinari il cui contributo all’innovazione della grafica, della fotografia e del progetto ha molto influenzato autori e designer attraverso tutto il ‘900. Nel 1919 nacque a Weimar la Staatliches Bauhaus sotto la direzione dell’architetto Walter Gropius. Gropius convocò nella nuova scuola alcuni tra i migliori artisti del tempo come Johannes Itten, Vassilij Kandinskij, Paul Klee, László Moholy-Nagy, stabilì contatti con il De Stijl attraverso conferenze e con il Costruttivismo attraverso le visite di El Lissitzky. Ciò fece della Bauhaus un eccezionale luogo culturale di scambio tra le arti e il mondo del progetto. La scuola si caratterizzava per il rapporto dialettico e collaborativo tra professori e allievi e per un percorso di formazione che prevedeva: 6 mesi di Grundkurs, ovvero un corso di base propedeutico ai successivi insegnamenti; e 3 anni di corsi in cui gli studenti acquisivano competenze sulle principali tecniche artistiche ed esperienza pratica e teorica nella lavorazione dei materiali in specifici laboratori. Al termine di questo percorso l’allievo conseguiva il diploma e il titolo di maestro. Il fine della formazione della Bauhaus era quello di formare progettisti capaci di controllare il progetto, dall’ideazione alla sua esecuzione, e di confrontarsi con l’industria, così facendo si definì la moderna figura del designer. Tra il 1925 e il 1926 la scuola si trasferì per ragioni politiche a Dessau, dove Gropius progettò la nuova sede, che è uno dei riferimenti dell’architettura Razionalista. Il complesso era costituito da 3 edifici differenziati in base alle funzioni di alloggi, aule, e laboratori, collegati da corpi di fabbrica per le parti comuni. Ogni volume architettonico corrisponde a volumi regolari dai tetti piani e da ampie finestre continue. Nel 1928 Gropius lasciò la direzione, dopo di lui si avvicendarono due direttori: dapprima Hannes Mayer e in seguito Ludwig Mies van der Rohe. Nel 1932 Mies van der Rohe trasferì la scuola a Berlino, dove fu definitivamente chiusa per ragioni politiche. Negli anni di attività della Bauhaus emergono alcuni studenti: Gunta Stolzl che innovò moltissimo le tecniche di tessitura, diventando poi professoressa del laboratorio. Marianne Brandt che ideò alcune celebri lampade e un servizio da tè e da caffè che richiama quelli di Christopher Dresser. Marcel Breuer, studente prima e docente poi, dal 1925 al 1928. Nel 1925 egli si interessa alla lavorazione del materiale che diventerà il simbolo dell’estetica moderna nel progetto di arredo, ovvero il tubolare metallico, con il quale realizzò la celebre sedia Wassily progettata per l’appartamento di Kandinskij. Il tubolare metallico delinea una struttura trasparente e resistente animata da curve nette. La sospensione dei piani dello schienale e della seduta, che richiama il lavoro di Rietveld, è ottenuta tramite la tensione del tessuto (oggi sostituito dal cuoio). Intorno al 1928 progettò anche la famosa Modello B33 e la Modello B32 detta Cesca, intramontabili icone del progetto moderno.