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Riflessioni su femminicidio e società

Non abbiamo mai parlato di quello che è successo, del fatto che è successo del femminicidio di Giulio, perché non è nostra competenza Io ho in testa delle domande che mi faccio che non hanno niente a che vedere, oh Dio no, non hanno niente a che vedere, forse non è giusto Non sono incentrate sul fatto di cronaca in sé, di cui hai parlato tu tantissimo, troppo, a volte fuori il luogo sono delle domande che mi faccio da persona, ti va se te ne faccio un po'e ne parliamo insieme questo è un disclaimer anche per gli ascoltatori prima che poi iniziate perché capisco che avete tutti i nervi a fior di pelle cercheremo, cercherò per quanto possibile non c'è nessuna opinione nelle cose che chiederò sono proprio domande ho delle domande, voglio sapere cosa ne pensa una persona che ha studiato non voglio fare delle domande a un uomo Gigi o Gigio che hanno un bar, hanno una concessionaria di macchine, così che mi dicono la loro, di quella roba lì non me ne frega niente perché vale il giusto. Vorrei chiedere a una persona che tratta con la testa delle persone delle cose. Mi sembrerebbe molto sensato anche perché è battute a parte. te e senza piaggeria trovo sempre molto intelligenti le tue domande anche quando apparentemente vanno controcorrente quindi la possibilità di fare pensiero farlo in diretta e in radio e tu ci stiamo prendendo un rischio, fare pensiero è una roba che ci stiamo prendendo un rischio incredibile. Sai perché ce lo prendiamo? Perché a me in questi giorni comunque su Instagram sapendo del nostro appuntamento del mercoledì l'hanno chiesto, quindi prima ancora che tu lo domandassi a me sappi che le persone questa cosa la vogliono sentire, magari non tutte però tu le hai avvisate è un altro mettere le mani avanti fuori facciamo un patto tra noi ascoltatori noi ci facciamo delle domande, cerchiamo di farle in una maniera più onesta e senza metterci delle opinioni dentro ma facciamo solo delle domande facciamo che tenete giù le mani da quei cazzo di social e non scrivete niente di quello che sentite qua dentro i social vi fate questa cosa qua, perché poi una cosa sentite in radio una cosa che voi riportate scritta sul vostro twitter fa sì che viene fuori un... ma il primo passo è togliere whatsapp come diceva Pocanzi leviamo whatsapp, leviamo i soldi, leviamo twitter, leviamo tutto allora stanno scrivendo qualche ascoltatore ma perché le domande non possiamo farle anche noi? no no no, le domande dovete proviamo a farlo senza l'opinione, perché mi sembra che come tutti gli argomenti che solleticano un po'il nervo Poi uno abbia già preso una decisione prima, cioè non fa più domande, ha deciso da che parte deve stare, posto che qui è una questione dove non è che ci sono due parti da cui uno deve stare, la parte è abbastanza scontata. Però insomma, partiamo dall'inizio. Questa cosa che è successa mi ha turbato, come mi turba sempre ogni volta che accade, in questo caso un po'di più e mi sembra abbia turbato tutti un po'di più. La prima domanda che volevo farti è, secondo te come mai, cioè cos'è successo di diverso? questa volta che ci ha infastidito, turbato rattristato, fatto incazzare come delle iene però mi sembra più delle altre volte sono perfettamente d'accordo al netto del fatto che magari poi gli ascoltatori vogliono dare il loro contributo rispetto alla sensibilità individuale, io questa cosa sono andata a cercarmela ho avuto bisogno di chiederla perché devo dirti che oltretutto è successa una cosa che non mi era mai capitata cioè in studio, in questi giorni giorni Direi che il 50% dei miei pazienti fanno le sedute parlando di Giulia Cecchettin e dell'effetto che ha fatto loro il racconto di questo fatto di cronaca e quindi ho avuto bisogno anch'io di capire. Quello che è emerso fa un po'il paio con quello che avevo considerato anch'io. Allora, in ordine sparso, intanto l'idea di questa presunta e virgolettabile normalità, normalità del viso pulito. normalità di questa ragazza che aveva una vita fatta di una laurea imminente dove sembrava che non ci fossero apparentemente fattori di rischio e ragioni di perturbazione di un'intera esistenza. Questa famiglia che è la famiglia della vittima che in qualche modo ci ha aperto come le porte di casa, ci ha fatto sentire tutti i parenti con dei gradi di separazione molto stretti. questo parlare con convinzione da parte di Elena Cecchettin, la sorella, con molta dignità da parte del padre. Oltretutto credo che abbia fatto molto effetto l'iconografia, cioè le immagini che sono state distribuite di Giulia Cecchettin dimostrano il volto di una ragazza che sembra anche tanto più giovane della sua età e che forse esce dallo stereotipo comune della donna valchiria provocatrice che rischia di suscitare i bollenti spiriti degli uomini. Questo ci permette in effetti di rompere tutta una serie di fake news e bufale relative al fatto che ci sono degli elementi che non hanno nulla a che vedere con lo scatenamento della violenza perché in effetti in questi casi si tratta sempre e puramente di azione di controllo che non viene in qualche modo solletato. criticata dalla altra per le sue caratteristiche, per come si pone, per come parla a quel maschile lì, che non è solo il maschile del maschio, ma è il maschile del maschilismo, cioè di una certa idea, in questo caso come in tutti, insita nel fatto che non puoi pensare di disturbare con la tua vita la mia vita. Quindi se mi lasci, se vai avanti, se ti laurei e poi vai via da Padova e io rischio di allargare il delta tra me e te, è una cosa che non sapendo reggere... non posso sopportare come ti dicevo ci ho proprio pensato tanto cercando di farmi le domande e a grandi linee ho diviso, ho provato a dividere l'emozione riprovevole che questa cosa ha suscitato in me appunto non come un flusso di sdegno, quindi c'è questa parte qua in cui mi sono chiesto perché anche a me ha dato più fastidio che altre volte questa cosa che è successa l'altro aspetto è evidentemente ogni notizia che noi sentiamo tende a... ne stabiliamo anche la gravità in base a quanto la soggettivizziamo o a quanto la riteniamo più vicina a noi io da papà di due figlie è chiaro che questa cosa qua ti terrorizza per il futuro il numero delle vittime 105 che poi mi dicevi forse nel frattempo sono diventate 107 è un numero incredibile vuol dire 10 al mese di vittime quest'anno di femminicidio è un numero enorme quindi... Perché succede così spesso? Ho letto anche l'intervista che hai rilasciato ieri sul Corriere, è una cosa che ho sentito dire anche da altre voci autorevoli, c'è questa incapacità di gestire il rifiuto, la voglia di avere un controllo. Secondo te? è una cosa che andrà a migliorare, che è possibile migliorare, perché, ok, il motivo è questo mi dicevo, però mi sembra che la società al netto delle sensibilizzazioni siamo con le donne, di qua, di là, sta andando esattamente nella direzione opposta cioè, la società sta andando nel continuare a ripetere alla gente tu sei importante, tu vali più di tutto, tu devi essere il più figo cioè, che ognuno di noi abbia una specialità dentro di sé che poi molto spesso, in realtà, ragazzi secondo me ecco questa è un'opinione molto spesso no non c'è nessuna speciale veniamo così illusi di essere speciali che riteniamo inaccettabile che qualcuno non riconosca quanto siamo speciali si annuisco ascoltandoti con grande convinzione e pensando a come articolare questo discorso da fare in radio perché dovremmo parlarne probabilmente per ore ore ore allora io credo che sia fondamentale non mollare il colpo e in questo momento ripartire da una tolleranza zero per quanto a qualcuno possa dare fastidio disturbare come se ci facessimo carico di questioni minori o piccole però qual è la faccenda di fatto noi siamo seduti su millenni di una cultura che è radicata filogeneticamente di cui tutti siamo intrisi che risperiamo di cui l'unica differenza è chi se ne rende più consapevole però Ale mi metto in mezzo probabilmente Pur in quanto, tra virgolette, esperta, oppur in quanto donna, io stessa, forse nel mignolino del piede, trovo dentro un'idea di prevaricazione, di controllo, nemico della tutela, del rispetto e della libertà dell'altro. Perché? Perché a mia volta sono stata cresciuta così e per quanto non cresca le mie figlie in questo modo, o ci provi quantomeno, Di fatto siamo condizionati da qualcosa che ci entra sotto pelle e come un fiume carsico ci agisce dentro senza che necessariamente siamo lucidi quando lo facciamo. Quindi questo tanto per dirti che secondo me il cambiamento è possibile, adesso provo a dirti come, ma molto lontano nel tempo. Noi non saremo qua a vederlo perché di fatto c'è ancora chi fa molta fatica a trattare questi argomenti con contezza. e ad assumersi la propria responsabilità se volete lo faccio io per prima io sono responsabile di tutte queste gravissime tragedie Stefani Andreoli è responsabile nel suo piccolo dopodiché cosa succede? abbiamo un grado zero un cerchio più ristretto che è quello della famiglia. Hai ragione tu. Soprattutto la famiglia contemporanea oggi non aiuta a fare educazione perché è una famiglia molto morbosa, è una famiglia totemica che mette il figlio al centro e che gli dà in effetti l'idea che non sia necessario imparare a tollerare le frustrazioni o i no perché di fatto non vengono forniti in nessuna circostanza. L'importante è che il figlio sia appagato, l'importante è che il figlio sia felice. Quindi non ci facciamo gli anticorpi rispetto agli anticorpi. accadimenti della vita noi siamo al mondo per stare bene ma la vita in qualche modo per quanto giochi nella nostra squadra fa di tutto per farci gli sgambetti ed entrare da dietro a gamba tesa se non siamo preparati a questa cosa qui cresciamo con una fragilità narcisistica lo dico alla maniera psicanalitica che in effetti non ci permette di stare bene con l'altro qual è il tratto specifico della relazione narcisistica, di fatto la distanza, cioè simuli di esserci ma non ci puoi essere con l'altro perché per primo non ci sei tu, c'è un avatar che mandi in giro al tuo posto ma la tua essenza, la tua verità non può mai venire fuori. Poi c'è un piano più largo che è quello eh dell'istruzione, della scuola. Il nostro paese è fanalino di coda in Europa. perché siamo praticamente non gli unici ma quasi gli unici a essere rimasti senza i programmi ministeriali di educazione all'affettività e alla sessualità nelle scuole c'è un livello ideologico per cui c'è chi tira in ballo il gender, spoiler, per chi ci sta ascoltando la teoria gender non esiste, è propaganda viene promulgata da chi non ha un'idea di che cosa stia parlando, non è vero che portare l'educazione affettiva nelle scuole voglia dire eliminare il sesso biologico dei maschi e delle femmine non è vero che significa far diventare tutti omosessuali non è vero che significa privare i maschi della virilità cioè queste sono tutte boiate per l'amor del cielo non date retta informatevi poi c'è tutto un aspetto per il quale L'abbiamo accennato, la scuola non è più della scuola, la scuola è diventata dei genitori e queste famiglie morbose di qui sopra vogliono essere le uniche titolari delle informazioni che vengono trasmesse ai figli anche quando non sono minimamente competenti per farle. Questa mattina sono stato a visitare una scuola, tutto bene, una cosa che mi ha, come dicono i giovani, triggerato è questi, già nella scuola dove vanno le mie figlie adesso, è così ma credo un po'in tutte le scuole, Questo, continuare a sottolineare quanto la famiglia debba essere inserita nella scuola. No! Perché probabilmente sapendo che le famiglie vogliono questo, siccome ti devono vendere un prodotto, dicono, e questa è una scuola in cui voi siete parte della scuola. Io dicevo, ma no, ma no, ma deve essere il contrario. Questa dovrebbe essere una scuola in cui voi, a noi quasi, non ci fate neanche mettere piede qua dentro. Mamma mia, Ale, come applaudirei. come applaudirei sì. Non ho avuto il coraggio di alzarmi e dirglielo però. Ok lo stai dicendo in radio nel programma più ascoltato in questa fascia oraria per cui vale lo stesso dunque poi la scuola diventa manchevole è il secondo anello di una costruzione di pensiero e mentalizzazione che facciamo mancare perché di fatto dentro cosa c'è? Siamo un paese strampalato e perverso Ale siamo il paese che fa i minuti di silenzio e Quando, guarda, me l'ha scritto ieri la mamma di un adolescente su Instagram, ho detto questa cosa dovrebbe fare le prime pagine di tutti i giornali di stamattina, è tornato a casa e ha detto sì mamma abbiamo fatto il minuto di silenzio e poi non ne abbiamo parlato. Cioè noi crediamo che parlare delle cose e le faccia succedere, siamo terrorizzati dall'idea che i nostri figli sappiano che non è vero. sappiano chissà che cosa perché poi se lo sanno allora lo fanno perché noi siamo i primi. A noi le cose simboliche ci piacciono tantissimo. Mamma mia. A noi le cose simboliche ci piacciono tantissimo. Allora dobbiamo mettere una canzone, Stefi, poi andiamo avanti a parlare. Adesso raccogliamo anche un po'di cose che sono arrivate dagli ascoltatori. Michele Bravi su Radio DJ. Il nuovo D.H.C. in American Town. Allora abbiamo fatto una bella chiacchierata insieme alla dottoressa Stefania Andreoli sul fatto di cronaca di Giulia Cecchettin di questo weekend cercando di tralasciare tutta la morbosità, le cose di cui sono parate che non ci riguardano. partendo un po'da abbiamo fatto quasi un po'una seduta di terapia avendoti qui in studio perché è una cosa che mi ha fatto risuonare varie corde durante questo weekend appena è successo mi ha fatto fare delle domande e te le stavo un po'facendo, cercando, lo ripetiamo perché comunque magari qualcuno si è sintetizzato adesso non stiamo dando opinioni giudizi sul fatto Stiamo cercando di capire come vivere in questo mondo. Stiamo dando significato, che è l'unica cosa sensata da fare al momento. Prima, a un certo punto, hai parlato di tolleranza zero. Pochi giorni, proprio pochi giorni, forse il giorno prima che succedesse questa cosa, mi hanno chiesto di firmare, perché comunque era un argomento su cui c'era grande sensibilità nell'ultimo periodo, di firmare una lettera contro la violenza per le donne. Lì per lì l'ho fatto. Perché mi sembrava la cosa giusta da fare, perché è una cosa in cui credo. Dopo questa cosa, non so se questa cosa ha influenzato, però me lo sono richiesto e lui mi ha detto, ma tu l'hai fatto perché ci credi veramente? Perché poi una parte di me in realtà pensa che queste cose qua non servano poi di fatto a niente. Cioè che un gruppo di personaggi famosi faccia il suo bel post o che un gruppo di personaggi famosi firmi una petizione così. Questa cosa mi sembra di una disumanità tale che non me lo vedo l'assassino di turno a un certo punto dire. No, fermi tutti, fermi tutti. Aspetta, forse Alessandro una volta ha detto che non va fatto. Cioè, stiamo parlando di cose talmente enormi che non serve che te lo dica io, non serve che io ti firmi una cazzo di lettera per dirti che non si ammazzano le donne. Cioè, quindi, quindi, quindi cosa? Cioè, cosa si fa? Perché poi quando sento parlare di sensibilità, giusto, ma queste mi sembrano cose dove non esiste la sensibilità. Quindi come fai a sensibilizzare una sensibilità che non esiste? Cioè, la sensibilità si crea veramente. o devi avere, cioè queste cose qua attecchiscono su me, su Maurizio, su Walter, su di te, su delle persone che con tutti i nostri difetti, con tutte le nostre pazzie, con tutte le nostre cose siamo delle persone più o meno funzionali, con tutte le nostre storture, ma quando c'è una cosa del genere, in quell'essere umano lì, nello specifico, o in tutti quelli che hanno fatto cose del genere queste cose qua hanno un'utilità? o è una cosa per sciacquarci la coscienza o io ho firmato una letterina, sono a posto mi interessa moltissimo il discorso che fai è molto alto Ale, provo a renderlo radiofonico, allora tanto per cominciare sono d'accordo circa il fatto che certe azioni siano puramente retoriche in qualche modo bene partecipare perché non ti tiri indietro è chiaro che non può finire lì A me sembra che il fatto di fare dibattito in questo momento possa servire a fare un paio di ragionamenti. Il primo, a costo di andare controcorrente, in effetti Ale, io non andrei a pigliare il target più difficile, cioè quello di chi in qualche modo ha tutta un'altra visione rispetto alle cose che stiamo dicendo, ha un'assenza di sensibilità o forse ha una sua sensibilità. che è sintonizzata sulle sue convinzioni anziché su quelle che possono inglobare e tenere presente il rispetto verso l'altro. Perché io credo che quelli siano gli ultimi da andare a prendere e bisogna andarli a prendere in tanti. Mi spiego meglio, secondo me al momento bisogna irrobustire la consapevolezza e l'empatia nelle persone che stai citando, cioè te, Maurizio, Walter, me, la Fosca, noi altri e renderci sempre più minuziosi a te. attenti ogni passo che facciamo qualche volta inciamperemo ma nel farci testimoni in qualche modo di questa nuova futuribile cultura che in modo compatto in qualche modo non fa battute in merito non dice una parola sproposito si mantiene sempre settato sulle cose da sapere riguardo agli argomenti sensibili. Secondo me in questo modo si crea io l'ho chiamata una falange armata di pensiero che inizia a fare un po'di stigma sociale rispetto invece a chi, e sono tanti Ale, perché come ti dicevo prima questa idea macista e patriarcale, anche se so che sono parole che non piacciono perché sembrano quelle delle femministe no, semplicemente è il modo nel quale bisogna raccontare queste cose qua di fatto dura da troppo più tempo di noi, noi siamo gli ultimi arrivati e quindi resiste comunque l'idea in una certa mentalità che però la donna che invece l'uomo il testosterone c'è ancora chi è convinto che esista il raptus il raptus non esiste è un concetto del tutto antiscientifico chi sappia di che cosa sta parlando non può parlare di raptus perché è come parlare degli unicorni ok c'è chi è ancora convinto di questa roba qua ma abbiamo visto quelli convinti che non esistesse il covid no cioè lo sbarco sulla luna quelli lì non li prendi perché fanno un uso di una cosa che in psicanalisi chiamiamo di niego Denial o negazione che è uno dei meccanismi di difesa più primitivi e più pericolosi in qualche modo, cioè l'uso massiccio del è solo come la penso io perché non posso vederla in nessun altro modo e non sopporterò che nessuno mi faccia cambiare idea. Allora dobbiamo essere sempre di più noi altri disposti ad avere una mente aperta e plasmabile che diventando sempre più numerosi in qualche modo spero un giorno assorbiamo. quelli che invece sono più difficili da andare a raggiungere perché credo che il semino che si possa mettere dentro atteschisca anche il loro il trattamento degli uomini violenti è molto difficile Ale, è molto lungo non tutti vengono considerati trattabili cioè di fronte ad alcuni si rinuncia perché si stabilisce che la violenza è talmente strutturata che in qualche modo possono solo continuare a essere pericolosi per la società e per se stessi però diciamo che sulla popolazione generale è un numero piuttosto esiguo noi altri siamo davvero di più allora ho ancora un pezzettino di questa autoanalisi che ho provato a farmi in questi giorni riassunto veloce delle puntate precedenti quindi l'ho patita tanto come vi dicevo primo pezzo patita come quando patisci una brutta notizia che succede, come quando vedi che succede qualcosa che non dovrebbe succedere e questo era il primo pezzo il secondo pezzo era soggettivizzazione della notizia quindi patirla in quanto padre preoccupato per un mondo in cui banalmente le mie figlie ma ognuno poi la riporta al suo caso vivono in un mondo del genere totale perdita di fiducia per la gestione di questo fatto, quindi appunto a furia di post su Instagram e di slogan, mi sembra che non facciano il loro... il loro servizio. Poi c'è la quarta parte del turbamento che ho avuto in questo weekend che è stata dettata dal fatto del senso di colpa, aggravato dal fatto di essere un uomo perché la narrazione che si sta facendo di questa cosa qua è che comunque gli uomini siano tutti colpevoli di qualcosa. Tu prima hai detto è un problema della società, io Stefania Andreoli sono colpevole di questa cosa perché faccio... ok. fin lì ci arrivavo. Te lo approfondisco? Mi sono sentito anche io in colpa e mi sono chiesto ma è giusto che mi se... perché poi veramente ho fatto ma io potrei mai fare una cosa del genere? Me lo sono chiesto con grande onestà verso me stesso e mi sono risposto no, secondo me no. Ho pensato a tutte le persone che conosco, a tutti i maschi, gli uomini che conosco, ma di questa persona qualcuno secondo me potrebbe sinceramente fare una cosa del genere e mi sono risposto di nuovo no. Questo tipo di narrazione è utile? Magari sì, non lo so, è utile perché mi viene in mente come... Quando per sostenere un'ideologia, hai presente quando succede che magari un marocchino commette un reato, arriva Salvini che per sostenere la sua ideologia si scaglia contro gli extracomunitari in generale e noi da persone funzionali tendiamo a dire non si deve generalizzare, non è che il delitto di uno è il delitto di tutti, eccetera. Per i maschi è sensato applicare questo metro di giudizio? È veramente una colpa che noi abbiamo insita da qualche parte, che non riusciamo a gestire? Non lo so. Guardale, io ti stimo, tu lo sai, ma oggi stai facendo un'operazione di onestà intellettuale, secondo me di una raffinatezza unica. Ho voglia di dire un paio di cose su quello che stai suggerendo tu. Allora, primo, non è il maschio il problema, è il maschile, è il macismo, è la virilità tossica il problema, di cui siamo intrise anche noi donne. Quindi non devi sentirti in colpa in quanto Alessandro e non Alessandra, che poi in colpa suggerirei di traslare su un senso di responsabilità, perché la colpa in questo caso non trova collocazione, secondo me. Siamo tutti noi in qualche modo portatori. portatori sani più o meno gravi di queste spore di un'idea denigratoria dell'altro quando l'altro è l'altra. Ok? Quindi quando noi siamo di fronte a episodi di gender violence non abbiamo necessariamente un uomo che si rivale su una donna. Abbiamo un o una maschilista che si rivale su una donna. Quindi direi assolviti pure, assolvetevi. uomini ma non siamo assolti come persone quindi tiro dentro anche le donne quelle che gestiscono poco questa possibilità invece di contrastare un'idea di supremazia e di superiorità che è del tutto presunta e dentro a questa roba qua secondo me la narrazione un pochino si ripulisce perché noi non possiamo in effetti avercela con i maschi Dobbiamo avercela con una certa idea del maschile di cui però siamo portatori, uomini o donne che siamo. Dopodiché mi piace da morire e invito anche gli ascoltatori a farlo, l'ho fatto anch'io, ne parlavamo a microfoni spenti prima, il fatto di ingaggiarci chiedendoci noi potremmo mai farla questa roba qua? Perché capisco che sia una domanda che fa paura, ma è l'unica domanda che fa prevenzione, cioè noi siamo animali. Per completezza, visto che hai citato quello che ci dicevamo un po'fuori onda così, la risposta poi completa è pensarci più o meno tutti, è un pensiero che è nell'animo umano, poi però sai che hai una capacità di... ehm forse dire semplicemente mettere un freno è poco cioè di non so poi lo dici tu bene di non farlo ma è solo se ci pensi che non lo fai cioè dobbiamo preoccuparci di quelli eh rispetto al maschile no? Io no io cosa centro ma io perché mi devo sentire in colpa ma che cosa centro io se sono nato maschio non prendetevela con me allora io di questi mi preoccupo e non in quanto maschi ma in quanto esseri non pensanti perché Perché l'unica prevenzione contro gli agiti di fatto la fai con il filtro del pensiero. Noi siamo animali aggressivi, siamo animali violenti, siamo carnivori, ok? Siamo portati a dominare la catena alimentare e di fatto omo homini lupus, ok? Come fai a contrastarla quella cosa qui? Perché devi portarla nelle scuole? Perché vanno educate le famiglie? Perché quando tu puoi... considerare ai piani alti cioè quelli cerebrali quelli cognitivi il peggio che potresti commettere perché potresti commetterlo poi non lo fai Ale la differenza che passa tra sono arrabbiata nera ti ammazzerei sono arrabbiata nera ti ammazzo è una differenza sostanziale se entro in contatto con la mia potenziale aggressività poi posso non metterla in campo perché mi faccio supportare dalla cultura e dall'intelligenza che in quanto animali ma umani acculturati dobbiamo utilizzare come il nostro strumento prioritario se neghiamo che centriamo qualcosa, se ci chiamiamo fuori, se non vogliamo saperne niente, se no ma a me mi viene l'ansia se no ma io non la conosco, a me cosa importa, se no ma queste sono tutte scemenze, nel frattempo muoiono tanti altri non solo le donne ecco di questi se conoscete qualcuno preoccupatevi io non ho altre domande com'è andata? No, sono... cioè sì, cioè... interessante, interessante. Ma ti sei un pochino pacificato rispetto ai tuoi interrogativi? No, cioè, un po'sì, cioè non ancora come stato d'animo, però sì, un po'sì. No, interessante, secondo me interessante. Lo stato d'animo, Ale, tienilo, perché in questo momento in cui si fa fatica a parlare di altro e le pance sobollono di fronte a questo fatto, stare bene secondo me non è un buon segno. Adesso si tratta di essere disturbati.