[Musica] [Applauso] [Musica] [Applauso] [Musica] [Musica] 3 il 22 aprile del 1516 uscì dai torchi dell'antica stamperia di giovanni mazzocco da bondeno la prima edizione a stampa dell'orlando furioso di ludovico ariosto questo poema eccezionale una matrice determinante per la storia della cultura europea per la vita dell'immaginario europeo le cui prime edizioni è un cui manoscritto autografo parziale perché non abbiamo manoscritti globali di tutta l'opera dell'ariosto si trova qui in questa bellissima biblioteca ferrarese a palazzo pari al paradiso la biblioteca comunale che non a caso il nome stesso dell'ariosto biblioteca ariostea ora qui andiamo ora a vedere le copie della prima edizione del plando furioso e di un manoscritto autografo dedicato proprio ad alcuni canti del poeta poema destinato alla corte estense alla corte di ferrara del resto è stato dedicato al cardinale ippolito d'este fratello del duca di ferrara alfonso ma tra l'altro iniziato a la scrittura iniziata nei primi anni del cinquecento e uno dei primi documenti è dato dalla dal fatto che l'ariosto andò a mantova la cui marchesa era isabella la sorella del duca alfonso elesse alcuni passi del poema che era in elaborazione a lei che era fresca di parto che aveva appena partorito ora ecco questo indica proprio tutto il legame che c'è dell'ariosto con con il mondo ferrarese con con la corte di ferrara ma il bello di questo grande poema che si riconnette al modello ferrarese del boiardo dell'orlando innamorato di boiardo di cui continua la narrazione senza mai nemmeno nominarlo boiata questa è una cosa abbastanza curiosa no però ecco pur partendo da questo contesto nou dove c'era la grande vitalità della tradizione romanzesca e i romanzi anche francesi medievali erano molto letti a ferrari partendo da tutto questo l'ariosto costruisce un'immagine totale del mondo dove le contraddizioni dell'esistere e tutti i rapporti più vari che si danno nell'esistenza c'è una vera e propria antropologia del poema praticamente no un'interrogazione continua sulle modalità di vivere di essere nel mondo nei rapporti interumani ecco tutto questo però si proietta attraverso l'immagine dell'avventura della contraddizione comica anche del anche del gusto del gioco perfino del fantastico tutto questo però mira a costruire un organismo che vuole essere di per sé perfetto non che deve essere lavorato come emblema di bellezza che vuole dare una parola essenziale sul mondo pur partendo a volte da dal mero divertimento da una vera e propria non cha lance quasi indifferenza della scrittura una scrittura che scorre con grande agevolezza ma nello stesso tempo studiatissima lavoratissimi dove le cose più complesse più letterarie si presentano in realtà come spontanee quella di ludovico ariosto è la storia di una lunga fedeltà alla sua città e al suo poema nasce l'otto settembre 1474 a reggio emilia suo padre nicolò è un nobile al servizio degli estensi dal 1484 e a ferrara dove intraprende gli studi giuridici e partecipa alla vita di corte nel 1503 entra al servizio del cardinale ippolito d'este e diventa chierico fondamentale è l'incontro con pietro bembo con cui ariosto stringe una profonda amicizia è più volte ambasciatore a roma durante i pontificati di giulio ii e di leone decimo dal 1522 ricopre il delicato incarico di commissario ducali della garfagnana movimentata e anche la storia d'amore della sua vita con alessandra benucci che sposa in segreto tra il 1528 è il 1530 nel 1525 rientra stabilmente a ferrara dove lavora all'ampliamento e alla revisione dell'orlando la terza edizione del poema è stampata nell'ottobre del 1532 ariosto si spegne meno di un anno dopo il 6 luglio del 1530 3 l'orlando furioso è il primo grande capolavoro di tutta la letteratura mondiale che sia stato concepito per la stampa tra certo letto oralmente alla corte estense però la cura dell'ariosto in particolare fu quella di far stampare il suo capolavoro con la prima edizione che qui abbiamo qui davanti del 22 aprile 1516 questa edizione apparve allora è veramente il primo dei grandi capolavori della letteratura mondiale no che ha avuto la prima uscita in questa forma della stampa che era relativamente recente l'invenzione come come ben noto non risaliva la seconda metà all'inizio della seconda metà del quattrocento e la riassicurato per esempio l'acquisto della carta anche chiedendo che di essere esentato dal dazio che allora si imponeva nel passaggio sempre da uno da uno stato all'altro ora questa prima edizione dell'orlando furioso che si trova qui nella biblioteca ariostea di ferrara non fu per lui la sola soluzione ci torno più volte sulla sul poema romanzo ci tornò più volte con molte correzioni la struttura globale resta la stessa è un'opera che dove la narrazione si dispone in tre filoni tre grandi filoni uno è quello della guerra tra carlo magno i paladini di carlo magno e i mori che dall'africa avevano erano giunti giungeranno nel corso del poema fin sotto parigi l'altro filone è quello di orlando le avventure di orlando e la sua follia la follia di orlando tema ma non detto impresa maineri ma dice l'ariosto è un'invenzione sua no che per la prima volta viene messa in campo e poi c'è la vicenda più propriamente estense che quello dell'amore tra ruggiero ebrard è la e la donna guerriera bradamante che saranno i fondatori fuori della casa d'este ora dopo l'edizione del 1516 offerta al cardinale ippolito d'este di cui lui era diretto dipendente fratello che il cardinale del duca alfonso dopo questa edizione l'ariosto cominciò a riguardare il poema riscriverlo ci fu una seconda edizione con molte correzioni soprattutto linguistica del 1521 ma poi l'impegno più forte fu per l'edizione del 1532 nella quale l'ariosto segui qui anche nella biblioteca ariostea c'è appunto questa edizione 1532 per la quale lario seguì seguì anche le indicazioni linguistiche di pietro bembo know personaggio autorevolissimo della cultura del tempo che nelle prose della volgar lingua aveva indicato la lingua toscana fiorentina degli antichi scrittori dante petrarca boccaccio soprattutto petrarca e boccaccio come modello linguistico da seguire mentre la lingua dell'ariosto era più piena di elementi padani e latinismi e cose che erano un po lontane dal modello del bimbo e l'ariosto lavorò per molti anni non nella correzione del della lingua del poema ma non solo della lingua anche e lavorò per delle aggiunte delle giunte che portarono i canti da 40 a 46 nel manoscritto autografo troviamo anche una singolare postilla che riguarda una visita qui di vittorio alfieri nel 1783 già scritto in fondo ad una pagina vittorio alfieri vide e vennero ma tanti secoli dopo per un'opera che tra l'altro è stata vivamente letta ma da nella cultura settecentesca propria non è l'orizzonte dai tempi di alfieri nel 1516 il testo era un po diverso tra l'altro è interessante come lavorare dell'ariosto sia strettamente collegato al suo orecchio letterario a tantissime cose che lui aveva dentro lo disse della cultura antica latina ma anche della cultura più vicina volgare e dante in particolare in realtà l'inizio del del poema non è altro che un eco vuole deliberatamente essere un eco di due versi del xiv canto del paradiso dove un personaggio un nobile romagnolo rimpiange la cortesia delle antiche corti di romagna le donne i cavalieri gli affanni a gli aggi che ne invogliava amore cortesia vedete come qui nella prima edizione di venti donne cavalieri antiqui amori le cortesie l'audaci imprese io canto vedete di donne cavalier nell'edizione nel l'edizione nel 1532 in questa bellissima anche dal punto di vista grafico e di zio benedizione perché poi c'è una cura ecco il rapporto con la stampa non è soltanto esteriore nome è legato anche alla cura della bellezza del libro che era si cominciava allora è il bello che lo fa fare a degli artigiani ferraresi che lavorano nel nella nella zona di ferrara ma no e qui vedete come invece la redazione finale era quella ben nota che insomma molti con conoscono a memoria le donne i cavalier l'arme gli amori le cortesie l'audaci imprese io canto ora qui si prova un'emozione particolare no nel confrontarsi con questi tre documenti che riguardano tutto questo percorso di lavoro dell'ariosto la prima edizione del 1516 i manoscritti autografi e il punto d'arrivo comunque è l'edizione del 1532 dedicata ancora al cardinale ippolito che poi non era stato per nulla grato all'ariosto che nel frattempo anche morto nel 1520 il poema vuol rimanere proprio sempre legato a questo momento iniziale no in cui il poeta ha creato questo formidabile organismo ma poi la arricchito sempre nel corso del tempo e forse se fosse vissuto ancora sicuramente ci sarebbe ancora tornato [Musica] le donne i cavalier l'arme gli amori le cortesie l'audaci imprese io canto che furono al tempo che passano i mori d'africa il mare e in francia non quel tanto seguendoli re ei giovani furori d'agramante lo re che si dia tanto di vendicare la morte di troiano sopra re carlo imperatore romano [Musica] le cortesie l'audaci imprese e sono proprio queste le cose che ariosto nella sua giovinezza share neri se vede e assimila le cortesie cortesia sono le attività della corte non vuol dire propriamente gentilezza vuol dire il vivere e una determinata una dimensione le audaci imprese cosa sono dal punto di vista ferrarese e sono proprio quello che il grande scrittore il grande poeta vedeva davanti ai suoi occhi nella vita artistica e urbanistica della città che si dipanava davanti a lui era cominciato già da prima e proseguiva nella sua giovinezza che cosa l'espansione fisica architettonica concettuale dello spazio urbano un può sembrare una banalità che vuol dire espansione di che ma se noi ci accordiamo dalla vita del tempo la cosa assume un significato molto rilevante nel corso del 1400 c'era stata una lunga elaborazione in molti centri d'italia sull'idea della costruzione della città quale luogo ideale della vita dell'uomo dell'essere umano la città ideale un un principio che risaliva ai primi del quattrocento i tempi del brunelleschi di lombatti st alberti poi si era sviluppato nel corso di tutto il secolo alcuni studiosi architetti storici avevano elaborato delle tesi molto complesse e validissima ancora adesso in base a cui la città è il prodotto è un prodotto unitario sintetico della mente umana non è un luogo fatto di tanti edifici è una struttura complessiva dentro alla quale l'individuo si muove e sviluppa letteralmente sviluppa il senso della propria vita era cominciato già da parecchio tempo quell'operazione che poi gli storici hanno chiamato l'addizione erculea a ferrara e alcune dal nome di ercole ercole primo destra questa operazione con sistema sostanzialmente nella creazione unitaria di una struttura urbana che si agganciava all antica struttura medievale più caotica meno razionale meno ordinata per creare l'ordine supremo della struttura urbana se ne vedevano i presupposti e nel grande ciclo figurativo degli affreschi del palazzo di schifanoia quegli affreschi fatti negli anni settanta del quattrocento già descrivono in modo perfetto l'ideale estense le cortesie e le audaci imprese c'è infatti la vita della corte e c'è l'organizzazione della struttura architettonica culturale artistica della città ariosto ha visto questo ha visto a mano a mano svilupparsi la razionalizzazione dello spazio urbano ha visto nascere quei mitici palazzi primo fra tutti il palazzo dei diamanti progettato da biagio rossetti che è poi il progettista generale dell'addizione erculea che si è sviluppato poi lentissimamente nel corso del tempo ma è molto bello questo fatto vede uno sviluppo della città improntato al principio supremo della ragione rinascimentale e il suo poema è tutto basato sulla follia sembra un po strano allora come questo fatto è la ragione che predomina o è la follia ma proprio su questa dialettica emerge la grandezza di mensa del poema ariostesco e rifugia nell immensa grandezza dell'arte dell'architettura della sua città [Musica] [Applauso] ma perché varie fila a varie tele dopo mi sono che tutte ordire intendo lascio rinaldo e l'agitata prua e tornò a dir di bradamante sua siamo nella sala dei mesi del palazzo di schifanoia a ferrara dove c'è questo formidabile ciclo tardo quattrocentesco di fronte al quale chissà quante volte ludovico ariosto si sarà fermato aveva guardato tante scene che sono distribuite no secondo i diversi mesi e diversi segni zodiacali scene in cui si mettono insieme gli aspetti più diversi della vita ferrarese della vita nobiliare da una parte della vita perfino delle classi servili popolari contadine ma tutto questo insieme viene come trasposto in qualche cosa di ideale dove gli elementi fantastici anche in un'architettura molto fantastica raccolgono anche tanti dati della cultura classica dati simbolici orizzonti immaginari d'ogni tipo ora questo tipo di ciclo pittorico rappresenta proprio quell insieme di intrecci culturali aveva caratterizzato fortemente l'opera del boiardo che era proprio contemporaneo di questa di questo ciclo vittorio l'opera del boiardo l'orlando innamorato o innamoramento d'orlando sarebbe in realtà il suo titolo originario aveva messo insieme elementi della tradizione romanzesca arturiana della letteratura cortese delle avventure amorose fantastiche magiche e elementi del dell'epica carolingia della grande epica dei dei paladini di carlo magno e ha messo insieme questi elementi aveva fatto per la prima volta di orlando l'eroe il paladino per eccellenza il puro il santo il martire della fede praticamente che era orlando ne aveva fatto invece un personaggio trascinato dalla more tenendo insieme tantissimi elementi confrontando questo orizzonte romanzesco con sé anche con la tradizione classica con con i classici antichi con tanti elementi che sono qui molto ben presenti tanti punti delle immagini di questo di questo ciclo rispetto a boiardo e ariosto fa qualcosa di più continua il romanzo di boiardo trasforma orlando da innamorato in folle lo fa diventare anche furioso qualche cosa che dice lui non ha fatto mai nessuno prima di me ma poi facendo questo trasforma la narrazione il piacere dell'avventura della magia come la trasforma in qualcosa di come dire di inseguimento dell'illusione di percorso nel labirinto della vita in tutti i suoi aspetti in tutte le sue possibilità nella costruzione di una realtà che continuamente sfugge di un modello di vita che si collega certo all'orizzonte della corte che qui è particolarmente messo in evidenza esaltato all'orizzonte cortigiano in cui l'ariosto crede fermamente e legato al suo mondo alla sua attività però nel rappresentare l'ideale della corte estense della corte rinascimentale né rappresentarla ne individua anche i caratteri contraddittori la mette in gioco continuamente la contraddice coi valori cortigiani che sono espressi con forza nello stesso tempo sono continuamente contraddetti messi in dubbio ecco c'è qualcosa di inafferrabile mente labirintico nell'opera dell'ariosto che credo risulta proprio anche dal suo modo originale di confrontarsi con con la cultura con cui era così strettamente il rapporto con la vita quotidiana anche con cui era assolutamente il rapporto è che qui in questo ciclo viene esaltata forse poi tra i tanti cicli pittorici rinascimentali questo è è uno di quelli dove più si riconosce la contraddittoria complessità di questo mondo che pure è così tanto lontano da noi no e che l'ariosto nella sua opera ha fatto diventare qualcosa di essenziale assoluto qualche cosa che vale addirittura come patrimonio dell'umanità di lei [Musica] qual pargoletta o dame o capriola che tra le fronde del natio boschetto alla madre veduta abbia la gola stringere dal pardo o aprirle il fianco al petto di selva in selva dal cru del si invola e di paura trema e di sospetto ad ogni sterpo che passando tocca essersi crede allen piaf era in bocca quel di e la notte e mezzo l'altro giorno s'andò aggirando e non sapeva dove [Musica] la magia e uno dei dati più determinanti della narrazione del poema non soltanto perché ci trascina sull'orizzonte dell'avventura del meraviglioso del fantastico ma anche per dei motivi più profondi che potremmo definire come di tipo antropologico in realtà la magia crea delle delle figure anche strane impossibili come l'ippogrifo il cavallo alato che non è un cavallo non è un uccello e tutte e due le cose un grifone ton che trascina nell'aria ruggiero per iniziativa del mago atlante che poi viene usato come strumento di volo che percorre praticamente tutto l'universo allora conosciuto e anche quello non ancora conosciuto da parte di astolfo che farà dei viaggi per su tutta la terra a cavallo dell ippogrifo ma l'ippogrifo appunto è un elemento fantastico che però serve anche a catturare il personaggio soprattutto di ruggiero ea risolvere certi certe situazioni narrative ma poi la magia agisce fortemente anche attraverso l'offerta di immagini false di immagini illusorie di immagini che catturano a verso tutti gli altri personaggi tutti i personaggi gli esseri umani in genere per quello dicevo è un orizzonte antropologico quello della magia perché tutti gli esseri umani dal punto di vista dell'ariosto sono catturati da qualche immagine illusoria che li trascina verso un desiderio che non si colma mai fino in fondo veramente e la magia rappresenta proprio la costruzione di queste immagini illusorie i maghi praticamente costruiscono dei simulacri che catturano il desiderio degli altri e in fondo anche l'amore è una sorta di magia da questo punto di vista e c'è un episodio emblematico che è quello del palazzo di atlante dove vengono catturati tutti i cavalieri che inseguono delle immagini di ciò che decide erano che non sono immagini vere ma sono immagini costruite dal magro dal mago atlante proprio per chiudere tutti dentro questo palazzo incantato che è un palazzo inesistente in fondo da un palazzo che è un simulacro di palazzo dove però tutti quanti entrano inseguendo l'immagine del proprio desiderio e orlando di entra perché vede un gigante che cattura angelica e lui vuole naturalmente salvarla know entrate ma non è la vera angelica lui entra dentro questo palazzo dove ci sono tutti gli altri personaggi ciascuno dei quali insegue l'immagine del proprio desiderio la persona o la cosa amata ruggiero insegue bradamante bradamante insegue ruggiero ma sono tutte immagini false e che si che vengono incontro ai personaggi proprio per catturare il senso del loro desiderio il desiderio ci trascina verso l'illusione e la magia è lo strumento che rende evidente la forza dell'illusione e del desiderio tutti cercando il won tutti gli danno colpa di furto alcunché lor fa tabbia del destriero che gli ha tolto altri è in affanno abbia perduto altri la donna arrabbia altri d'altro l'accusa è così stanno che non si sa a partir di quella gabbia e vi sono molti a questo inganno presi stati le settimane in fieri e i mesi [Musica] [Applauso] [Musica] il desiderio che inganna che porta fuori di sé trova la sua manifestazione più assoluta più esemplare nell'amore l'amore al centro di tanti movimenti dei personaggi del furioso è circolata per tutto circola in tutti i rapporti tra i sessi soprattutto e il resto tra l'altro c'è una interrogazione continua dell'elemento illusorio collegato all'amore del l'aspetto di follia che insidia spesso l'innamoramento ma c'è anche un attenzione al valore intimo dell'amore al valore del del sentimento autentico che lui specchia tra l'altro in quello proprio per la donna amata per alessandra benucci strozzi la donna da lui amata per la quale ci sono degli accenni particolari delle cose dette e non dette che però la evocano continuamente senza nominarla con un affettuosità interna che caratterizza proprio l'atteggiamento del poeta il quale è molto attento all'orizzonte femminile all'autenticità del desiderio femminile è vero che l'amore e inganno illusione ma di un inganno illusione che può dare delle delle prospettive di autenticità di valore e le donne da questo punto di vista lo rappresentano un elemento di di dolcezza di autonomia di legittimità del desiderio tra l'altro si potrebbe dire addirittura che da certi punti di vista ariosto a un atteggiamento quasi proto femminista ci sono delle delle storielle delle vicende dove si affaccia la tradizione misogina ma ce ne sono altre in cui si affaccia la legittimità all'affermazione della legittimità del desiderio femminile tale per esempio ciò che viene sostenuto dal personaggio di rinaldo che tra i paladini all'aspetto la posizione della prospettiva di difensore delle donne e in uno degli eventi narrati nella prima parte del poema libera da un'ingiusta accusa la regina di scozia la figlia del re di scozia ginevra ma l'orizzonte del desiderio si afferma poi anche come fuga come lontananza dall esperienza già datano è il caso di angelica per esempio che fugge con un desiderata da tutti i paladini fugge poi con un povero paggio va allontanano quindi in un certo senso con la sua scelta personale scalza fa cadere tutto la passione del desiderio che ha suscitato negli altri personaggi [Musica] liete piante verdi e limpide acque spelunca opaca e di fredde ombre ed errata dove la bella angelica che nacque di dalla fronda molti in mano amata spesso nelle mie braccia nuda già acque della comodità che qui immedata io povero meno ricompensarvi d'altro non posso che d'honneur lo darvi era scritto in arabico che il conte intende sa così bene come latino fra molte lingue molte cave a fronte prontissima aveva quella il paladino e gli scrivono più volte e danni e ponte che si trova tra il popol saracino ma non si vanti se già ne ebbe frutto condanno orna che può scontare gli il tutto tre volte 4 e 6 le se lo scritto quello infelice e pur cercando in mano che non vi fosse quel che era scritto è sempre più lo vede a chiaro e piano ed ogni volta in mezzo il petto afflitto stringersi il cor senti a con fredda mano rimase al film con gli occhi e con la mente fissi nel sasso al sasso indifferente [Musica] la narrazione della follia di orlando si ricolloca proprio al centro del poema è il punto nevralgico del poema e viene narrata con un'intensità tragica formidabile che orlando vede si trova nel luogo dove sono passati angelica medoro e man mano lentamente a più gradi dopo aver cercato variamente di auto illudersi di credere che ciò che vede non è vero alla fine capisce che angelica è fuggita con con questo paggio medoro no e scoppia la sua follia totale assoluta dirompente che proprio la follia dell'eroe l'eroe eccessivo l'eroe più potente di tutti gli altri nel momento in cui perde se stesso si perde diventando quasi un personaggio al sud un uomo selvatico tra l'altro riprende proprio l'immagine tradizionale della tradizione medievale dell'omo servati cus che non capisce nulla distrugge la realtà dovunque passa ora questo elemento eccessivo della follia d'orlando sarà corretto soltanto con ritrovamento del senno col viaggio di astolfo sulla luna ma ariosto poi considera che un po di follia se la follia di orlando è una follia eccessiva totale assoluta che riguarda solo l'eroe un po di follia di follia piccola più o meno grande caratterizza ogni forma dell'essere umano e nell'amore si inserisce questa follia che l'ariosto tende a rappresentare facendo riferimento proprio agli elementi che la correggono continuamente ci gioca intorno con una ironia continua come è evidente per esempio in una bellissima nelle bellissime ottave che introducono il canto successivo a quello in cui viene rappresentata la follia della lando e ariosto lì si domanda che cosa dove la follia può si può collocare se la follia di orlando e così eccessiva la follia può essere dappertutto la follia in ogni momento dell'esperienza amorosa queste non sono più lacrime che fuori stillo dagli occhi con si larga vena non supplì rom le lacrime al dolore finir ca mezzo era il dolore appena dal fuoco spinto ora il vitale umore fugge per quella via dagli occhi mena è quella che si versa e trarrà insieme e il dolore e la vita allora estremi non sono non sono io quel che paio in viso quel che era orlando è morto e teso terra la sua donna in gratissima l'ha ucciso sì mancando di ferri ha fatto guerra io son lo spirito suo da lui diviso che in questo inferno tormentando si terra a ciò con l'ombra si sa che sola avanza esempio a chi in amore pone speranza [Musica] nelle arti figurative proprio alla fine del quattrocento il tema della follia ha acquistato un valore e un peso notevolissimo in tutta l'europa nel tempo basti pensare al fatto che forse il più grande poeta della follia prima di ariosto è un pittore e degli aironi mons bosh e il grande maestro dei paesi bassi che ha improntato tutta la sua opera a questo argomento la rappresentazione di quella che l'ambiente intellettuale in cui bosch operava era veramente definita la follia ma la follia in che senso non nel senso nostro di persone che hanno attraversato la psicanalisi le scienze psicologiche in senso lato è quindi attribuiscono a questa parola o un significato ben diverso da quello che veniva attribuito dagli uomini del quattrocento del 500 la follia nell'ottica di bosch nelle sue rappresentazioni è il deragliamento dall'ordine costituito di una società basata su una piramide burocratica costruita sul pensiero religioso cristiano fondamentalmente è un pensiero analogo a quello espresso da erasmo da rotterdam che non a caso viene dallo stesso ambiente culturale in cui operò ieronymos bosh e siamo nel momento del passaggio dal quattrocento al 500 il momento in cui alcuni grandissimi artisti operanti ta l'italia le fiandre affrontano questo argomento e che cosa è veramente essenziale nella ricerca culturale spirituale dell'essere umano l'obbedienza a principi stabiliti in sacri testi che non possono essere discussi ma solo commentati o l'immersione nel profondo in quello che noi potremmo chiamare il profondo su base proprio psicoanalitica quella è la follia dal punto di vista di bosch di erasmo vale a dire una verità molto più profonda che ci porta alle radici delle cose su questo lavoro ariosto e su questo si muovono alcuni dei grandi maestri dell'arte ferrarese giusto appunto i presupposti sono proprio nella nella reggia di schifanoia nelle opere di quei grandissimi grandissimo pittori e ferraresi come cosmè tura francesco del cossa francesco del cossa in particolare perché i documenti storici ci raccontano che fu questo sommo pittore il protagonista di schifanoia anche se a schifano gli hanno lavorato tanti tanti artisti non tutti oggi identificabili e tanti anni fa negli anni trenta del novecento uno dei più grandi storici dell'arte del nostro tempo roberto longhi commentando schifanoia parlava proprio di esplosione di follia per esempio il rapporto agli affreschi del mese di settembre tra i più belli di schifanoia dove in effetti si vedono figurazioni che sembrano uscire dalla gabbia razionalizzante di quella che è la grande pittura rinascimentale che su quella di piero della francesca per dire un nome di un sovrano nazionalista ai nostri occhi attuali su quello spunto la pittura e la scultura ferrarese hanno camminato molto e al tempo al tempo di ariosto forse l'esponente più alto di questo mondo è dosso dossi pittore celebratissimo è anche molto discusso che lavorò tutta la vita menzione con suo fratello giovanni battista dossi una coppia singolarissima che ha lasciato un'impronta molto molto forte su questo tema della liberazione della mente e dell'assorbimento di alcuni principi che oggi potremmo chiamare della follia all'interno del discorso figurativo ariosto lo do dosso dossi nell'orgoglio zoe [Musica] a cavallo dell ippogrifo astolfo giungere sulla montagna del paradiso terrestre da lì attraverso l'aiuto di san giovanni col carro di elia col carro biblico di elia sale sulla luna per recuperare il segno d'orlando ma lì ci sono non c'è soltanto inizino la ragione perduta tornando ma ci sono tutte le cose perdute dagli esseri umani è un altro mondo quello della luna e un altro universo e segnato proprio dall'alterità infatti c'è un ottava bellissima che come altri fiumi altri laghi altre montagne sono lassù che non son qui tra noi è l'alterità che però contiene lo specchio della terra e di tutte le cose perdute sulla terra ci sono tutti gli oggetti perduti del desiderio che appunto sono finiti lì la vanità dell'illusorietà della vita trova appunto l'immagine assoluta non simbolica né in tutte le cose perdute dagli esseri umani che si coagulano quasi degli strani oggetti ora è un'invenzione formidabile per la quale l'ariosto sente anche delle tracce di autori e vicini a lui non tantissimo ma di qualche decennio prima come leon battista alberti però a questi motivi che vengono da una tradizione ariosto da un una espressione veramente assoluta l'immagine della futilità dell'esistere perché il poema dell'ariosto in fondo è un poema di chi crede fortemente nel valore della vita nel valore dell'esperienza umana in tutte le sue forme ma nello stesso tempo guarda pure allo svanire di questo valore alla futilità dell'esperienza al consumarsi di ogni momento di ed esperienza e la luna lassù contiene tutto questo insomma è l'altra faccia della vita l'altra faccia del mondo l'altra faccia dell'esperienza umana con cui anche chi crede nel valore della propria esperienza deve confrontarsi e tutto questo l'ariosto ce lo presenta appunto con un aerea leggerezza con una continua dissolvenza del linguaggio si potrebbe dire che perfettamente corrispondente al valore che lui dà a questa futilità delle essenziale utilità ma essenziale dell'esistere altri fiumi altri laghi altre campagne sono lassù che non son qui tra noi altri piani altre valli altre montagne calle città di anno i castelli suoi con case e delle quali mai le più magne non vive il paladino prima né poi e vi sono ampie e solitarie serve ove le ninfe ognor cacciano belve [Musica] per secoli tanti piccoli si sono ispirati all'orlando furioso però bisogna anche dire una cosa che non era poi facilissimo nel senso che l'immaginazione visiva dell'ariosto non era poi così facile a tradurre in concreta pittura si sarebbe voluto subito pronto il cinema per dare una veste visiva adeguata all immaginazione ariostesca ci voleva subito pronto kubrick 1 spielberg che rendessero vividi i sogni spaziali del del grandissimo poeta tanto è vero che per molto tempo i pittori che si sono ispirati alla riposto hanno scelto figure singole singoli episodi il più celebrato di tutti nella pittura è stato angelica e m d'oro più più facile per così dire da rappresentare e di somma suggestione anche qui c'è angelica medoro del casinò massimo a roma un luogo singolare interessantissimo dal punto di vista della storia dell'arte e della pittura ma a cui siamo molto lontani dai dai tempi dell'ariosto una un'iscrizione sul muro di questa sala ci dice che le pitture che noi vediamo perfettamente conservate molto belle sono del 1827 ma l'immaginazione vivida brillante serena dell'ariosto è riflessa bene chi ha lavorato qui un gruppo di pittori tedeschi che si erano auto definiti e così sono ricordati i nazareni per un motivo molto semplice erano dei tedeschi venuti in italia e convertiti al cattolicesimo nascevano protestanti e a roma diventano tutti i cattolici in realtà le opere che poi fanno in questo piccolo ambiente no non sono particolarmente di carattere religioso e qui è una profusione dei personaggi di cui ci racconta ariosto raffigurati con uno stile impeccabile elegantissimo che da una sorta di rievocazione del mondo rinascimentale spero ho fatto a distanza di secoli e tra i tanti personaggi ritornano proprio angelica m d'oro li vediamo raffigurati in modo molto garbato elegante affettuoso così veniva eletto l'ariosto in quel tempo e bisogna dire così possiamo leggerlo ancora adesso poema cavalleresco l'orlando furioso che ha dato origine però in fondo alla storia del romanzo europeo del romanzo moderno non a caso quello che viene considerato il primo vero grande romanzo in prosa moderno e il don chisciotte di cervantes e ricordo che quest'anno ricorre proprio il centenario della morte di miguel de cervantes ecco il don chisciotte di cervantes è costruito in un dialogo continuo con l'orlando furioso anche se è un libro che contro i romanzi cavallereschi perché don chisciotte e folle per troppa lettura di romanzi cavallereschi e se nel don chisciotte si decide di distruggere tanti romanzi cavallereschi invece nei confronti dell'orlando furioso si mantiene una vera e propria federazione che si trova tra tutte le pieghe del del romanzo cervantino con i riferimenti anche giocosi come quello al personaggio di angelica che scherzosamente viene definita andari aeg ha cioè vagabonda anto cadigia cioè capricciosa e tantissimi altri elementi tra l'altro il tema della follia nel tema della follia c'è un episodio incredibile in cui don chisciotte decir che già sappiamo è pazzo decide di fare il pazzo come orlando e si spoglia appunto come orlando furioso ora il grande successo di ariosto prezzo cervantes si prolunga poi in tutto l'orizzonte successivo nella storia della narrativa non solo del della narrativa ma pure del teatro moderno e nel novecento no arriva ad alcuni grandi cultori di ariosto come borges nel grandissimo scrittore che ha scritto anche un sonetto bellissimo suo ariosto ilo sarà best dove insiste su su questa poesia costruita sul sogno di di di ciò che è stato già sognato e del novecento italiano c'è stata una presenza fortissima dell'ariosto e abbiamo un autore come calvino che ha costruito la sua immaginazione razionale e irrazionale nello stesso tempo terrena e lunare proprio in un grande dialogo col con l'ariosto con l'orlando furioso e abbiamo avuto poi uno dei più grandi spettacoli del nostro teatro che rimane proprio come uno dei punti di riferimento della storia del di un teatro d'avanguardia ma collegato al al dialogo con i classici che è stato l'orlando furioso messo in scena da luca ronconi attraverso una ristrutturazione del del testo ariostesco destinato ovviamente alla l'uso teatrale fatta proprio da edoardo sanguineti io vi vedo signore così ho preso dalla tristezza che vorrei levarla so ogni storia davanti che assai spesso narro a chiunque qui voglio ascoltarle era il 1969 ormai lontano luca ronconi ebbe l'idea di portare il poema orlando furioso di ariosto sulla scena una scena che sarebbe stata in un luogo qualsiasi non in un teatro una scena in cui sarebbero avvenute contemporaneamente più azioni da parte degli attori il pubblico in piedi avrebbe seguito questo quel gruppo a seconda della preferenza momentanea era stimolante aderimmo in tantissimi a questo progetto e il progetto si rivela tale stimolante perché ci portò qualche cosa di nuovo a me particolarmente portò qualche cosa anche di esperienza personalissima una specie di aids ning che feci per raccontare da pazzo come ero diventato pazzo la cosa importante era la trasposizione fatta da ronconi e da sanguineti dalla terza persona del racconto dell'ariosto in prima persona perché gli attori parlano in prima persona dopo l'esperienza aver girato più o meno tutta l'europa e l'america con le repliche dello spettacolo teatrale facendo una riduzione se così si può dire cinematografica per la televisione e sette mesi di lavorazione con un direttore della fotografia che era vittorio storaro sostituito poi da arturo zavattini all con questa grotta quel piedi storti edile di viti avanti quello che mi affascina leggendo l'ariosto e generando furioso e la musicalità della lingua cioè leggendola per un attore soprattutto è quello che viene fuori è una meraviglia costante c'è un invenzione costante di suoni che si intrecciano uno dentro l'altro e fanno una musica complessiva come fosse una macchina sonora meravigliosa quando con stefano accorsi ci siamo messi all'opera nel tentativo di trasformare l'orlando furioso in un pezzo teatrale da che siamo partiti prima di tutto siamo partiti dalle indicazioni dell'ariosto stesso lui lo dice con molta chiarezza che cos'è la sua opera è una tessitura quindi come abbiamo fatto abbiamo scelto la strada del gioco infantile perché lo abbiamo chiamato poi giocando con orlando ora il gioco infantile ecco cosa permette di passare da una scena all'altra praticamente senza nulla sono solo i corpi che agiscono il bambino fa finta di avere una spada in mano e da quel momento e la spada se la fa bene e di solito quando giocano bene i bambini la spada c'è davvero in mano tutto il pubblico può aiutarti a credere che quella sia la spada l'illusione il desiderio la magia sono strettamente collegate all'orizzonte della teatralità perché c'è una teatralità interna del poema una forza di invenzione teatrale che è legata al fatto che l'ariosto voi aveva una contemporanea esperienza proprio nel teatro vero e proprio autore delle prime commedie in fondo della tradizione moderna e nello stesso tempo mettere lo share se ne potremmo dire regista quasi insomma organizzatori di spettacoli per la corte di ferrara per la quale poi lui lavorava tanti livelli e di cui dà testimonianza collegandosi per esempio alla propria esperienza quotidiana in cui in quel testo formidabile che sono le satire nou dove c'è un continuo richiamo alla quotidianità dell'esistere mostra come questo così valore dell'invenzione della finzione dell'orizzonte cortigiano sia però nello stesso tempo legato proprio ad un'attenzione alla particolarità del vivere alle occorrenze più semplici del quotidiano quindi anche le satire da questo punto di vista sono un'opera determinante proprio perché ci rivelano questa questa dimensione che ha un lettore del solo poema potrebbe potrebbe sfuggire quindi in fondo va notato come la grandezza del poema dell'ariosto sia legata proprio a questa attenzione alle più varie forme della comunicazione contemporanea il suo impegno sul teatro e qualche cosa essenziale di fortissimo da tanti punti di vista e nello stesso tempo c'è questa attenzione proprio alle dimensioni normali del quotidiano ad una vita che non fa rumore nonostante il rapporto con l'eroico il mondo della corte i grandi valori e della cultura del tempo la guerra che l'ariosto vive quasi in prima persona e la guerra che tra l'altro è un dado determinante pure della narrazione del poema ora nonostante tutto questo c'è poi l'attenzione alla vita più semplice quotidiana come in una satira l'ariosto fa riferimento al modo semplice del del suo mangiare a casa a casa mia mi sa meglio una rapa chio cuoca e cotta su stecco me inforco e mondo intingo poi de aceto e sapa ecco la semplice quotidianità del vivere e nello stesso tempo l'apertura verso la sconfinata avventura l'illusione della vanità del vivere stesso qui siamo di fronte al sepolcro di ludovico ariosto un monumento seicentesco che è stato traslato nella biblioteca ariostea qui dove siamo nel 1801 ma l'ariosto aveva scritto proprio come prova poi del suo ironico distacco verso il senso della vita e verso il suo stesso io aveva scritto un epitaffio per la sua tomba che però fa riferimento alla sua non conoscenza del futuro di lui non saprà se sarà in un sepolcro di marmo sarà sotto la terra ma questo gli è assolutamente indifferente naturalmente l'epitaffio che poi è stato messo è di tipo completamente diverso non c'è l'epitaffio che l'ariosto ha scritto per se stesso e questo è un elemento in più no che si riconnette a questa quasi distratta indifferenza verso il proprio io in cui credeva naturalmente credeva nel proprio valore ma sapeva anche minimizzare con la sua formidabile assoluta ironia il senso di se stesso e del suo destino dopo la morte [Musica]