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Significato della Moltiplicazione

...dall'angelo secondo Luca. In quel tempo Gesù prese a parlare alle folle del Regno di Dio e a guarire quanti avevano... Il giorno cominciava a declinare e i dodici gli si avvicinarono dicendo congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dittori per alloggiare e trovare cibo. qui siamo in una zona deserta. Gesù disse loro, voi stessi date loro da mangiare. Ma essi risposero, non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare i viveri per tutta questa gente. C'erano infatti circa 5.000 uomini. Egli disse ai suoi discepoli, fateli sedere a gruppi di 50. Fecero così e li fecero sedere. Egli prese i panni e i due pesci, alzò gli occhi e recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati. 12 ceste. Parola del Signore. Laudetur. E' una delle espressioni che da quando, insomma, mi ricordo un po' della Bibbia, della parola di Dio, mi sono entrati in testa perché colpivano. di San Paolo che dice quello che ho ricevuto è quello che vi ho trasmesso. Quindi in quello che adesso ci racconta c'è tutto, potremmo cancellare tutto il resto, ci potremmo cancellare Potrebbe rimanere solo queste parole che Paolo riporta e avremo tutto. Tutto, quindi, prese il pane, prese il vino, questo è il mio corpo, questo è il mio sangue, fate questo in memoria di me. Io credo che vada presso questo pane e questo vino anche un po' come una chiave per comprendere quello che possiamo ovviamente, per comprendere l'immagine di Dio che Gesù ci ha voluto lasciare. Dovremmo proprio credo pensarla così, dovremmo vedere Dio come un pane e come un vino. Come un pane, quindi come scito, che ci è dato perché le nostre cellule si possano tutte nutrire, prendere energia, perché possiamo camminare, pensare, gesticolare. parlare, incontrarci con gli altri, viaggiare. Pensate, Dio che non sceglie di essere Dio, di salire su un trono, ma di farsi come se si frantumasse e potesse entrare dentro ognuno di noi per essere cibo. È un'idea nuova di religione. Non era in linea con i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme. A volte dubito, però sì, anche per noi c'era ad esempio la preghiera che c'era nel messale che diceva «Facchia d'Oriano, il mistero del pane del Dio». Noi abbiamo creato l'adorazione in Parigi, si chiama così, un momento di preghiera. Il momento di preghiera è speciale, ma questo padre è stato dato con prendete e adoratelo. È stato dato con prendete e mangiatelo. Vuole essere mangiato, non adorato. Oltretutto noi, siccome non abbiamo studiato la storia della Chiesa, tra catechismo abbiamo fatto un po' di morale e un po' di dogmi, ma la storia della Chiesa non la conosciamo, e crediamo che certe cose siano da sempre. Ma per moltissimi secoli, credo almeno fino al 1700 se non 1800, tutto il pane che si consacrava durante la messa veniva consumato, non c'era, non si conservava. meno per l'adorazione, lo si conservava per i casi straordinari, per i malati, per portarlo lontano, per portarlo dove non c'era il sacerdote, ma non c'era l'adorazione ecaristica e credo che sia un'invenzione che ha avuto anche una tanta importanza, è stata molto bella, credo di Santa Margherita le Cocche mi pare di ricordare, una santa delle fine Settecento 700, 800, qualcosa del genere. Sono un po' confuso con questi ricordi, ma potete... potete andare a vedere, perché non è nell'idea, vedete, io credo che quando la Bibbia ci invita a riscoprire il volto di quel Dio che si è fatto conoscere attraverso la Sacra Scrittura, attraverso la storia degli uomini, dobbiamo accoggerci che Dio non ha giocato a fare il Dio. Il suo scopo non è mai stato se stesso. Lo scopo dell'agire di Dio, della sua parola, è sempre stato la vita, la vita dell'uovo, la vita in questo mondo. Ha sempre parlato per questo. Non so, anche quando ascoltiamo... in mirandoli come quello che abbiamo sentito nel Vangelo, no? La moltiplicazione dei pani. Perché l'ha fatto? Per far vedere quanto era forte, grande e potente? No! Tanto che dopo scappa. Fatto, troviamo soprattutto... mi parla di un angelo di Giovanni ma per miracolo scappa perché lo volevano fare re uno che risolve il problema dell'alimentazione oggi sarebbe il problema dell'energia uno che risolve il problema e non si vuole re lui non voleva essere questo perché ha fatto questo miracolo perché la gente aveva fame per loro non l'ha fatto per dimostrare che lui schioccava le dita e risolveva i problemi sempre che sia andata così, ma ora non entriamo nell'album. L'agire di Dio è sempre questo, quindi questo pane è proprio un volto di Dio che vuole essere cibo per noi e non solo cibo, una cosa che a me piace molto, l'ho detta credo tutti gli anni, perché io ad esempio non mi riesce a mangiare il formaggio senza pane. Perché non riesco a sentire, mi sfuggono, il pane mi aiuta a sentire bene il sapore, a tenerlo dentro la bocca, a masticarlo, proprio a assaporarlo. E mi piace questa cosa, perché allora posso pensare che Gesù vuole essere nella mia vita non solo il cibo, l'energia che mi consente di vivere, ma anche colui che vuole che io assapori la bellezza della vita, la senta profondamente, la maschi. Cioè la tenga dentro di me, senta che lui vuole essere pane, che mi fa sentire quanto è buono tutto il giorno. E così anche il vino, no? Questo vino che è l'allegria. che è la gioia, che è la compagnia, che è l'amicizia. Io da me non bevo, bevo poco anche in compagnia, ma quando sono in compagnia, credo che il concetto lo prendo sempre, dico sempre, per fare i brisi, perché in compagnia aiuta. Ecco, pensare che Gesù ha voluto essere, no? Pensate davvero, quel goccio di vino che tu hai brisi con gli amici. che porta l'allegria, porta la gioia nella notte in cui fu tradito, quindi proprio nel momento più difficile della sua vita non ha pensato di dominare la vita, di vincere, di piegarla ai suoi desideri, ai suoi progetti, no, ma si è proprio frantumato, come il grano per fare la farina, da qui viene il pane, si è proprio lasciato frantumare. Che punto meraviglioso questo di Gesù che vuole essere il cibo, l'energia, il sapore, colui che ci fa sentire la meraviglia di questo mondo, di questa creazione, colui che vuole essere un momento di gioia, di fraternità, di amicizia, anche nei momenti più difficili della nostra vita. Ecco, io lo trovo straordinario, non è invece che pensare al Dio con cui dovremo fare i conti della nostra vita, con cui dovremo confrontarci, andare a vedere cosa abbiamo fatto, cosa abbiamo... No, questo Dio che ci chiede invece di essere così. Ecco, non so perché abbiamo sentito sempre questo bisogno. di rimettere Dio lassù su un trono da cui lui ha voluto in realtà scendere. Non c'è, non c'è, pensate, quello che sappiamo della vita di Cetù, no? Non c'è neanche uno, neanche una volta in cui lui ha cercato... di essere adorato, di essere... se dovessi dire, usare un'espressione che tra l'altro oggi mi preoccupa molto, direi che se c'era una cosa di cui Gesù non soffriva era di narcisismo. Oggi è così diffusa, è così diffusa, a 360 gradi, ci si tiene così tanto alla nostra immagine, alla nostra... diventare un messaggio... importante, che Gesù non ha voluto capire essere, non so anche quando a me piace molto anche questo, dovrei quando penso sempre che la scrittura si spiega con la scrittura, dicevano in antica allora penso Qual è il brano che si mette insieme al pane e al vino? Io sono la porta, dice Gesù nel Vangelo di Giovanni, quella del recinto. Non dice che è la meta, è la porta. cioè è colui che ti fa passare da un mondo a un altro, da un modo di vivere, se non si dice un mondo da nascere, da questa vita alla vita dopo la morte, non è quello, che ci fa passare da un modo di vivere dominati dalla... paura, dai rimpianti, dai rimorsi, dai sensi di volo, ci fa passare da questo modo di vivere a un modo di vivere sereno, che accetta l'imperfezione, che accetta di aver sbagliato, di non essere perfetto. Ecco, una cosa straordinaria, Gesù è la porta, non è la meta. Questo è proprio nel Vangelo, no? E noi invece lo insegniamo nella nostra religione come se fosse la meta, come si volesse essere indietro leggiamo la storia dice il professor Venetti ricordatevi noi leggiamo la storia con gli occhi del serpente abbiamo creduto anche noi non solo Eva alle parole del serpente che dice no Dio non vuole che tu mangi perché lui è Dio e vuole essere il Dio assoluto e se tu mangi questo frutto diventi come lui Dio non vuole questo ti punirà se fai questo No, no. è andata così. Gesù si è fatto padre, si è fatto figlio. E mi piace ricordare, vorrei dirlo sempre tutte le volte, poi si diventa troppo noioso, ricordatevi quelle parole. Fanno testo le parole della Consagrazione. Prendete e mangiatene tutti. Tutti vuol dire tutti, che nessuno si senta escluso da questa mensa. per qualunque motivo, qualunque sia la sua condizione, qualunque sia, qualunque, prendete e mangiatene tutti, è un dono gratuito per tutti. E non è un dono che poi, prendi questa e ti senti in qualche modo alcalappiato, hai un debito, no, non è un debito, è un dono da noi. A volte penso che davvero bisogna essere un po' aver fatto l'esperienza del genitore per rendersi conto di queste cose, no? Che per quanto poi faccia piacere ai genitori che i figli siano riconoscenti, ma non lo fanno mai per riconoscenza, no? Non hanno nel bisogno di... perché dopo hanno un bisogno di essere riamati, ricompensati, ripagati. Non è mai così. Quindi io credo che questa è davvero un'esperienza che segna e che aiuta alla comprensione di come Dio ha voluto farsi conoscere da noi, poi come Dio lasciamo fare troppo in là. Ma quello che si è voluto oggi rivelare a ciascuno di noi ha scelto di essere questo, non... Il Dio sul trono che ti spaventa, ma tu impari, che ti permette di alzarti, di camminare, di ballare, di studiare, di inventare. E il vino che ti consente la gioia, l'allegria, anche nei momenti più difficili.