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La Campagna d'Egitto di Napoleone

Ciao a tutti e bentornati a Pillole di Storia, bentornati alla nostra serie dedicata a Napoleone Bonaparte di cui stiamo raccontando la vita dagli inizi in Corsica fino ad arrivare alla sua fine a Sant'Elena. Nelle ultime puntate stiamo raccontando la storia della campagna d'Egitto, la seconda grande campagna di Napoleone che lo portò così lontano dalla Francia con un sogno, chissà se poi sarebbe mai stato in grado di realizzarlo, di marciare addirittura verso l'India, emulando Alessandro Magno emulando tanti condottieri del passato seguendo la sua via verso oriente. Se veramente questa era la sua idea o se era anche solo un sogno, quell'idea venne però completamente spazzata via a causa di una sconfitta. Una sconfitta che non fu direttamente Napoleone a patire, non avvenne sul campo di battaglia dove era lui a comandare, ma una sconfitta che avvenne per mare, quando la flotta di Nelson, che aveva cercato di fermarlo nella sua rotta verso l'Egitto, e aveva fallito, piombò sulla flotta francese nella Baia di Aboukir, affrontandola nella battaglia del Nilo. E come andarono le cose? Beh, ovviamente quello che vi racconterò oggi, anche se credo che la maggior parte di voi lo sappia, ma come vedrete sarà una battaglia molto, molto particolare. Quindi, mettetevi comodi, iscrivetevi al canale se non lo siete già, cliccate sulla campanella per essere aggiornati ogni volta che esce un nuovo video, Se volete recuperarvi le vecchie puntate dedicate a questa playlist o altre storie di questo periodo, in descrizione sotto il video trovate tutto quello che vi serve. Adesso sigla e poi iniziamo a raccontare. Nella scorsa puntata abbiamo raccontato di come Napoleone, siamo arrivati alla fine di luglio, inizio di agosto del 1798, fosse riuscito a vincere le forze mamelucche nella battaglia delle piramidi e ad entrare in quella che era la capitale dell'Egitto mamelucco, cioè il Cairo. La vittoria non era stata però completa, perché i due signori mamelucchi, cioè Ibrahim Bey e Murad Bey, erano riusciti a sfuggirli. Murad Bey si era spostato verso sud, in quello che viene chiamato l'Alto Egitto, Ibrahim Bey invece si era allontanato verso nord-est spostandosi verso il Sinai. Inizialmente Napoleone avrebbe voluto condurre una campagna contro Murad Bey, probabilmente per porre fine alla sua eventuale ribellione e stabilizzare così tutto l'Egitto. Ma venuto a sapere che la situazione ambientale non era buona, c'erano ovviamente tante ribellioni, per di più il Nilo stava iniziando a strabordare, questo avrebbe reso difficile qualunque campagna, decise di provare la via diplomata. contattò il console austriaco del Cairo, in quel momento l'Austria era un paese neutrale, la cosa era fattibile, console austriaco che conosceva personalmente Murad Bey e gli chiese di raggiungerlo nell'Alto Egitto per portargli un suo messaggio, una proposta di pace, una proposta che prevedeva che se Murad Bey avesse riconosciuto il dominio francese sarebbe rimasto come governatore di una delle province dell'Alto Egitto. Inutile che vi dica che questa proposta non raccoglierà in nessun modo i favori di Murad Bey. Per quanto riguardava Ibrahim, invece, la questione era un po'più complessa, anche perché non si sapeva quale fosse il destino delle sue truppe e soprattutto quale sarebbe stata la sua volontà. Napoleone, in realtà, in quel momento aveva in mente un altro piano. Una volta arrivato al Cairo, infatti, aveva cercato in tutti i modi di contattare quello che era teoricamente il vero governatore dell'Egitto. Non dimenticatevi che i Mamelucchi controllavano l'Egitto, ma teoricamente l'Egitto era ottomano. Ora, il sultano ottomano aveva nominato un proprio governatore, il quale in effetti si doveva trovare teoricamente al Cairo, privo di qualunque potere, e Napoleone aveva cercato di contattarlo per convincerlo a prendere il potere. Perché questo? Beh, non dimenticatevi che Napoleone durante questa campagna, almeno nella prima fase, farà di tutto. per cercare di non scontentare gli ottomani, anzi di presentarsi in Egitto come colui che veniva a liberare l'Egitto dai Mamelucchi per ridarlo agli ottomani. Poi, come vedremo, la cosa diventerà un po'meno utile, ma ne parleremo nelle prossime puntate. Il problema è che questo governatore dell'Egitto non si trovava da nessuna parte e quindi l'unico modo per giungere a una pace era provare a contattare anche Ibrahim Bey. Ora... Dato che Ibrahim Bey non sembrava essere intenzionato a nessun tipo di scambio diplomatico, Napoleone capì che l'unico modo che poteva avere per affrontarlo era sconfiggerlo e catturarlo, o al limite anche ucciderlo. Ibrahim Bey, nel suo allontanarsi dal Cairo, aveva incrociato una carovana di pellegrini che tornava dalla Mecca, nel grande pellegrinaggio che si fa per, fanno sonno tutti i musulmani, una volta nella vita, alla Mecca. Una carovana che non era solo ovviamente piena di pellegrini, ma era piena anche di tantissime ricchezze, ricchezze che Ibrahim Bey aveva derubato e che probabilmente contava di utilizzare per scatenare ribellioni in altre zone dell'Egitto. Napoleone per questo decise di mandare alle Calcagna un suo generale, Regnier, il quale peraltro era un generale particolare perché pensate era proprio un po'la quintessenza del generale del popolo. Era entrato nell'esercito francese nel 1792, quindi proprio all'inizio delle guerre rivoluzionarie, con il ruolo di semplice fuciliere, cioè di soldato semplice. Poi le sue capacità gli avevano fatto far carriera e raggiungerà appunto il ruolo di generale. Rendetevi conto quanto nell'esercito francese si potesse far carriera. Napoleone ne era. un perfetto esempio. Ad ogni modo Regnier si mosse con molta cautela, anche perché l'Egitto era sì teoricamente stato conquistato dai francesi, ma tra le grandi città i francesi sicuramente il loro dominio non riuscivano ad imporlo. Tanto che ad un certo punto Napoleone fu talmente stufo della lentezza che temendo che Ibrahim Bey potesse in qualche modo sfuggirgli prese con sé 300 cavalieri, perché finalmente poteva disporre di una buona cavalleria avendo trovato dei cavalli in Egitto e si mise personalmente all'inseguimento di Ibrahim Bey, che intercettò lungo la strada verso il Sinai. Ora, aveva però fatto un po'mali conti, perché quando agganciò i mamelucchi, scoprì che questi avevano ben mille uomini, mille soldati, 500 mamelucchi, quindi cavalieri, e 500 fanti arabi, che, inutile dirlo, misero in discreta difficoltà Napoleone, il quale però fu salvato proprio da Regnier, che era arrivato nel frattempo con le sue truppe, che ribaltò la situazione e riuscì a scacciare i Mamelucchi. Ibrahim Bey però non si arrese, ma riuscì ad andarsene, anche perché i francesi ormai avevano capito che era meglio non cercare di combatterlo ancora, e Napoleone venne a sapere da uno degli arabi catturati che quel governatore ottomano che lui aveva cercato così tanto nei giorni precedenti si trovava proprio con Ibrahim Bey e si stava allontanando anche lui. Cerca ovviamente di convincerlo a tornare indietro, ma fu tutto inutile. Ogni tentativo di accorgersi di questo, accordarsi con gli ottomani in questo modo sembrava essere fallito. Nei giorni successivi Napoleone rimase più o meno in zona, anche perché i suoi generali avevano conquistato altre città nel delta del Nilo e si occupò di dividere queste zone tra vari governatori, affidandoli ovviamente a vari generali, tra cui ad esempio Murat, a cui sostanzialmente chiedeva di controllare con le truppe il territorio, ma anche di creare, un po'come è successo al Cairo, dei divan, cioè degli riunioni a cui partecipavano i maggiorenti della zona per cercare di mostrare che i francesi non venivano lì come dominatori. Quando stava per ripartire per il Cairo, venne però raggiunto, siamo ormai al 13 agosto, da un messaggero, il quale era partito da Alessandria il 2 di agosto, aveva fatto molta fatica a raggiungerlo lì, perché lo abbiamo detto, le campagne egiziali non erano proprio un posto dove un francese da solo potesse andare, e finalmente lo aveva agganciato e gli aveva portato una lettera, una lettera che purtroppo per Napoleone cambiava completamente tutti i suoi sogni per quella campagna. Che cos'era successo? Beh, facciamo un piccolo passo indietro. Vi ricordate che cosa aveva fatto Nelson mentre Napoleone si spostava verso l'Egitto? Nelson, il quale era partito in ritardo da Tolone perché aveva dovuto aspettare l'arrivo della squadra che gli era stata mandata dal suo ammiraglio, Aveva iniziato un inseguimento delle forze di Napoleone, senza sapere effettivamente dove Napoleone stesse andando. Quando Napoleone aveva conquistato Malta, Nelson aveva raggiunto la Sicilia, e qui aveva saputo che Napoleone era stato a Malta ed era ripartito, ma a causa di un errore sulle informazioni, aveva pensato che Napoleone fosse partito tre giorni prima, così gli avevano detto, lo aveva anticipato, la flotta inglese aveva superato quella francese che procedeva... molto più lentamente perché era carica di navi da trasporto che portavano truppe, rifornimenti e quant'altro, le due flotte non si erano incrociate, e questo era stato un grosso colpo di fortuna per i francesi, e Nelson era arrivato ad Alessandria il 29 di giugno, molto prima che arrivasse Napoleone. E anzi, chiedo scusa, il 28. Quando era arrivato ad Alessandria e aveva scoperto che Napoleone non si trovava qui, aveva deciso di ripartire. e anche qua secondo grosso colpo di fortuna di Napoleone, perché pensate, lo abbiamo raccontato, Nelson era ripartito il 29, poche ore prima che la prima nave francese arrivasse in Porto d'Alessandria, quindi veramente anche qui un grosso colpo di fortuna. Con le sue 14 navi di linea, navi da guerra, aveva quindi mosso verso nord. Aveva raggiunto l'isola di Cipro, perché aveva avuto il dubbio che i francesi si stessero dirigendo in questa direzione, Poi, cinque giorni dopo, mentre i francesi sbarcavano e occupavano Alessandria, aveva iniziato a muovere verso ovest, zigzagando al nord di Creta, cercando di capire dove stessero andando i francesi, cercando di capire se, come qualcuno dei suoi comandanti aveva iniziato a pensare, i francesi non avessero in realtà finto di puntare all'Egitto, puntando invece ad andare a nord, a Costantinopoli, chissà, forse in alleanza proprio con gli ottomani. Questo viaggio fu lungo e sostanzialmente inutile, anche perché era una rotta poco battuta da navi mercantili e non riuscirono a trovare grosse informazioni. Tanto che ad un certo punto a Nelson venne un altro dubbio, cioè che quella nave che lo aveva informato della partenza di Napoleone verso est lo avesse ingannato e che in realtà Napoleone, una volta presa Malta, avesse o navigato verso la Sicilia per poi conquistarla o addirittura navigato verso ovest per attraversare le colonne d'Ercole, portarsi nella Manica e organizzare uno sbarco in Inghilterra. Pochi giorni, il 20 di luglio, quindi sostanzialmente il giorno prima della battaglia delle piramidi, Nelson era arrivato in Sicilia e qui aveva scoperto due cose. La prima, che Napoleone non era sbarcato sull'isola. La seconda, che nessuno aveva visto una flotta francese dirigersi verso ovest. Ma allora, Napoleone dove era finito? Quattro giorni dopo riparte e si muove verso la Grecia, sempre con l'idea che Napoleone possa essere andato a Istanbul. E qui arriva il colpo di fortuna, perché si ferma in un'isola del Peloponneso, Corone, che si trova a sud del Peloponneso, e il governatore ottomano locale gli dice che è venuto a sapere, grazie ai suoi contatti a Costantinopoli, che Napoleone è sbarcato in Egitto e lo sta conquistando. A questo punto il nostro si convince finalmente di aver trovato la sua traccia. Pochi giorni dopo incrocia un mercantile francese che sta portando del vino verso l'Egitto, e da qui capisce che ormai è certo che Napoleone si trovi lì, e a tutta velocità si dirige verso Alessandria. Ora, nel suo viaggio verso Alessandria, Nelson probabilmente si stava chiedendo che cosa potesse fare. Perché? Perché la sua convinzione era che la flotta francese avesse riparato nel porto di Alessandria, porto protetto, munito. dove la sua flotta di 14 navi di linea per quanto potente non avrebbe mai potuto penetrare perché sarebbe stata completamente distrutta. La cosa voleva dire che al limite poteva limitarsi a mettere un blocco di fronte al porto di Alessandria, ma quanto avrebbe potuto mantenere quel blocco senza rifornimenti? Come avrebbe potuto fare a mantenere quelle navi così lontano dai centri di rifornimento inglese? Quando la prima nave inglese al matt... del primo di agosto si presentò di fronte al porto di Alessandria, ovviamente cercando di non farsi troppo scorgere, e iniziò a, con il cannocchiale, a guardare all'interno del porto, scoprì che effettivamente le navi francesi si trovavano lì. Quando però poi iniziò a contare quelle navi, a controllare come fossero fatte, si rese conto che all'interno vi erano navi mercantili, navi militari di bassa stazza, navi da trasporto, navi da supporto, tanti tipi di navi, ma mancavano le navi da guerra. mancavano le navi di linea e le fregate che Nelson sapeva per certo Napoleone aveva portato con sé. Ma che fine avevano fatto? Beh, Nelson ovviamente non lo sapeva. La prima opzione era che fossero tornati indietro e che ancora una volta gli inglesi non fossero riusciti ad intercettarle. Pare, pare, ma questo ce lo dice Napoleone che è sempre bravissimo ad assolversi da qualunque sua colpa, che Napoleone effettivamente avesse consigliato all'ammiraglio Bruyere di fare questo, cioè se le navi non potevano entrare dall'estandria perché troppo grandi, la cosa migliore era prendere e tornarsene indietro per evitare che venissero danneggiate. Bruyere però aveva preso un'altra decisione e Nelson lo scoprì. Come? Beh, non dandosi per vinto, prendendo due navi e mandandole verso ovest ad esplorare la costa per cercare la flotta francese. E proprio quelle due navi alle 14.30, due e mezza del poveriggio, trovarono le navi, ovviamente avvistandole da lontano, grazie ai loro alberi, trovarono le navi francesi in una baia ad una ventina più o meno scarsa, 15-20 km da Alessandria, la Baia di Aboukir. Ora, Bruyere aveva portato qui le navi, come vi dicevo, perché non potevano entrare per dimensione all'interno del porto di Alessandria. La Baia di Aboukir non era ovviamente protetta come il porto, ma era sicuramente un riparo abbastanza protetto. Aveva la forma di una specie di mezzaluna. aveva una penisola che usciva fuori verso ovest dal lato dove sarebbero arrivate le navi inglesi e in punta questa penisola c'era anche un forte con dei cannoni. In più Bruyere aveva fatto disporre le navi in una specie di lunga linea curva, quasi a seguire la linea della costa, di modo che le navi potessero proteggersi l'un l'altro e per maggior sicurezza, così come era prassi all'epoca, aveva fatto disporre tutti i migliori cannoni, più cannoni possibili, verso il mare, di modo ovviamente da poter fermare qualunque attacco che fosse giunto da quella direzione. L'attacco quindi teoricamente non era facile, tutt'altro, ma quando Nelson venne informato del ritrovamento della flotta francese, decise che quella era comunque una possibilità che doveva avvicinarsi, doveva capire se ci fosse una possibilità di attacco e se quella fosse la sua unica possibilità di ottenere una vittoria. Alle 4 del pomeriggio, Bruyere venne informato dell'arrivo della flotta inglese. Li guardò da lontano, vide che le navi erano ancora abbastanza sparse, non sembravano sarsi preparando ad un attacco, e pensò che in realtà quell'attacco non sarebbe avvenuto. In effetti i francesi non erano esattamente nella miglior condizione per reggere l'attacco, eh. Perché le loro navi erano più numerose rispetto a quelle inglesi, avevano una nave di linea in più, poi avevano le fregate, ed erano quasi sempre navi dotate di... più cannoni rispetto a quelli inglesi, quindi sulla carta erano avvantaggiate. Il problema è che alla flotta francese mancavano gli uomini, perché una parte degli uomini era stata mandata ad Alessandria e a Rosetta su navi leggere per procurare dei rifornimenti, un'altra parte degli uomini si trovava invece a terra, dove stavano scavando dei pozzi per procurarsi l'acqua, e la cosa terribile è che quelli rimasti a bordo erano quasi sempre gli uomini peggiori, uomini che non avevano un lungo periodo di ferma all'interno... della flotta francese, ma che erano stati reclutati un po'alla belle medio prima di partire tra pescatori, gente che faceva, che guidava delle navi a Tolone, insomma cercando di mettere in piedi una qualunque tipo, un qualunque tipo di ciurma. Perché loro rimanevano a bordo? Beh perché Napoleone aveva dato ordine di evitare qualunque tipo di scontro con la popolazione e quando la flotta era arrivata ad Alessandria erano proprio stati loro quelli che avevano dimostrato di essere più problematici. Ad ogni modo l'ammiraglio francese... Quando vide arrivare la flotta inglese, come vi dicevo, si convince che l'attacco non sarebbe avvenuto. Era ormai tardi, massimo alle 8 sarebbe calato il sole e pensò che gli inglesi non avrebbero mai attaccato sapendo di dover combattere di notte in una zona che non conoscevano. Valutò che le navi erano ancora troppo sparse e valutò che la sua posizione era facilmente difendibile. Quindi diede ordine di far arrivare, tornare sulle navi, gli uomini che erano sbarcati a terra, cosa che però avvenne con molta... molta calma, diede ordine alle navi di muoversi leggermente per acquisire una miglior posizione, cosa che peraltro creò un certo malcontento perché i capitani delle varie navi gli fecero presente di aver troppi pochi uomini per poter sia manovrare che usare i cannoni, e diede ordine alle navi di avvicinarsi di più per evitare che ci fossero spazi fra di loro. Queste cose non vennero fatte bene, le navi cercarono di muoversi, non riuscirono a catturare a raggiungere la posizione corretta e... Questo anche perché pensate che su alcune navi mancava più di un terzo dell'equipaggio, quindi le cose non erano proprio facili. Queste manovre servivano anche perché Bruyere temeva che di notte Nelson avrebbe potuto lanciare qualche piccolo attacco per attaccare delle navi isolate. Metterle una vicino all'altra serviva ovviamente a proteggerle anche da questo. In realtà però Nelson la pensava in maniera completamente diversa e alle 3 del pomeriggio, cioè un'ora prima ancora che i francesi lo avvistassero, aveva già deciso che se bisognava combattere, bisognava farlo in quel momento. E bisognava farlo perché più tempo fosse passato, più i francesi avrebbero avuto modo di prepararsi, e perché in quel momento spirava alle spalle della flotta inglese un vento meraviglioso, che gli avrebbe reso molto più facile avvicinarsi alle navi francesi per fare l'unica cosa che poteva dare loro la vittoria. Trasformare una battaglia, possibilmente complicata, in uno scontro fatto, combattuto, nelle vicinanze. E dove? il maggior addestramento dei suoi uomini, avrebbe potuto avere la meglio. E così alle 4 aveva annunciato che appunto ci sarebbe stato lo scontro. Aveva parlato brevemente con i suoi comandanti, gli aveva informati ognuno di quello che sarebbe stato il piano. Come sempre nella flotta inglese veniva lasciata una certa libertà di azione, lo abbiamo già raccontato qualche pidola fa, ogni capitano sapeva che se ci fosse stata l'occasione avrebbe potuto agire da solo per cercare di ottenere dei risultati. Dopodiché Nelson si ritirò, mangiò, non molto, per prepararsi alla battaglia, e poi si ritirò nella sua cabina, pare afflitto da un grave mal di denti. Mentre lui si ritirava però, i suoi uomini facevano quello che dovevano fare, e lo facevano con una precisione che nella flotta francese non esisteva. Ora, l'idea che la flotta inglese fosse perfetta, ovviamente è completamente falsa. Abbiamo raccontato come anche nella flotta inglese ci fossero ammutinamenti, ci fossero dei problemi, ma di certo... c'era un ordine, una precisione e soprattutto un addestramento che la flotta francese si sognava completamente. Molti anni dopo, Napoleone, che pensate sarà trasportato a Sant'Elena da una nave chiamata Bellerofonte, che parteciperà alla battaglia di Aboukir, corsi e ricorsi storici, proprio sul Bellerofonte dirà di aver notato la differenza tra la flotta francese, molto rumorosa, dove gli ordini venivano urlati più volte, dove c'erano discussioni, e la flotta inglese, dove invece tutto veniva fatto rapidamente e in un discreto silenzio. Ad ogni modo, mentre Nelson riposava, i cannoni vennero preparati, venne sparsa della sabbia sul ponte per evitare che l'acqua o il sangue potessero rendere difficile camminare, vennero spostati tutto quello che poteva in qualche modo essere d'intraggio, venne tolto quello che poteva bruciare e le navi si prepararono a lanciare l'attacco. Qualche ora dopo, mentre il sole iniziava a scendere, non ancora dietro l'orizzonte, ma dietro il promontorio che a ovest chiudeva la baia, le navi inglesi si dirigevano a tutto il mondo. in tutta velocità verso quelle francesi. Avevano alzato la bandiera da combattimento, che Nelson in questo violò le regole, era una bandiera bianca, e si stavano lanciando all'attacco. Perché la bandiera bianca? Beh, questo è interessante. Nelson teoricamente era un ammiraglio del blu. La flotta inglese era divisa in tre parti, blu, bianco e rosso, e teoricamente al momento dell'attacco ognuno di loro doveva innalzare la bandiera del proprio colore. Il problema era che Nelson sapeva benissimo che la battaglia si sarebbe combattuta principalmente di notte e dato che temeva che la bandiera blu sarebbe stata confondibile col tricolore francese decise di usare invece la bandiera bianca che aveva all'interno una croce rossa. In più, per permettere di riconoscere più facilmente le navi, diede ordine che ogni nave creasse un gruppo di quattro lanterne luminose che in qualche modo dovevano aiutare a riconoscersi. Tutto per evitare qualunque problema. Man mano che la flotta inglese si avvicinava a quella francese, e anche i francesi capivano che si stavano preparando a combattere, Nelson si rese conto di una cosa. Venne informato della manovra che i francesi avevano tentato di fare per smuovere la flotta, e questo gli fece capire che i francesi non si trovavano al limite massimo della dove potevano portare le navi, cioè non si trovavano al massimo vicino... alla zona di secca dove le navi non potevano andare, come sarebbe stato ovvio, in modo da proteggersi completamente un fianco, ma si trovavano abbastanza lontano. Aggiungiamoci che lui sapeva benissimo che le navi francesi erano più grosse, quindi avevano maggior pescaggio, andavano un po'più a fondo, per dirla in maniera più semplice, e questo gli permise di capire che c'era la possibilità non solo di attaccare le navi francesi dal lato lungo il mare aperto, per intenderci, ma di infilare delle navi... tra la fila francese e la costa, in modo da prendere le navi francesi da due lati e attaccarle da entrambe le direzioni. Ora, la cosa era fattibile sulla carta, ma era complicata, complicatissima, perché gli inglesi non avevano realmente idea di dove stessero andando a infilare le navi. Tutt'altro perché non avevano delle mappe, pensate che l'unica cosa che avevano della zona... era una mappa schizzata che era stata trovata su un mercantile francese catturato, tanto per darvi un'idea. Cioè, non avevano veramente conoscenza, ma quella era un'ottima possibilità. Se fossero riusciti a prendere le navi francesi da due parti, le avrebbero potute colpire in contemporanea e questo le avrebbe devastate. La prima nave inglese ad infilarsi in quei pochi metri tra le secche e la flotta francese fu la Goliath. il cui capitano aveva sostanzialmente giurato che avrebbe fatto con la massima attenzione. Calcolate però che mentre avanzavano cercando di evitare di incagliarsi, dovevano teoricamente anche stare attenti al fuoco delle prime navi francesi, tra cui la prima, la Guerrere, che però in realtà non riuscirono a sparare molto, perché non erano preparate a farlo da quella parte, avevano spostato i migliori cannoni dall'altra parte, addirittura alcuni di quei cannoni su quella fiancata non erano proprio pronti, e erano... disturbati da tutta una serie di oggetti che erano stati qui accatastati, insomma i francesi non erano minimamente pronti per lo scontro. La Goliath riuscì a passare e una volta visto il suo passaggio altre quattro navi la seguirono una dopo l'altra, mentre Nelson con la sua avant-garde, che era la sua ammiraglia, guidava l'attacco dall'altra parte, quello dove ci si aspettava che ci sarebbe stato il fuoco maggiore. Tutte le navi inglesi, tranne una che si incagliò nel tentativo di passare verso la costa, riuscirono a iniziare questa manovra e le navi francesi, ripeto, già con poco equipaggio, già più lente a utilizzare i cannoni, si trovarono prese in mezzo dalla flotta inglese. E fu ovviamente un disastro. Non andò in realtà tutto proprio perfettamente alla flotta inglese, perché un'altra nave, proprio la bella aerofonte, quella che poi porterà Napoleone a Sant'Elena, sbagliò la manovra di attacco alla flotta inglese e invece di seguire le altre navi ad attaccare le prime navi della flotta francese, chiedo scusa, colpì, arrivò verso il centro della flotta, arrivando di fronte all'Orienne, che era appunto l'ammiraglia della flotta francese. nave che era molto più grande, dotata di molti più cannoni e dove peraltro si concentravano anche i migliori marinai della flotta. Quando la Bellerofonte si trovò di fronte all'Orienne, le due navi si scambiarono ovviamente dei colpi di cannone e molto presto, ad aver ragione nello scontro, nonostante i danni che arrivavano da entrambe le parti, furono proprio i francesi. Tanto che la Bellerofonte, che aveva perso peraltro un terzo del suo equipaggio, fu costretta a tagliare gli ormeggi e ad andarsene quasi come un relitto, non più. in nessun modo guidata. Aveva subito danni talmente grandi, danneggiando anche quelle famose quattro lanterne che dovevano fare da segnale, che un'altra nave inglese, giunta poco dopo, la scambiò per una nave francese che si allontanava. Ma dato che gli ordini erano quelli di non inseguire navi che si fossero allontanate, si decise di lasciarla andare. E questo salvò la bella Erofonte, che per quanto molto danneggiata, riuscì ad arrivare alla fine della battaglia. Intanto la battaglia, come gli stessi testimoni descrissero, stava diventando semplicemente infernale. Gli scontri, così come aveva ordinato Nelson, avvenivano a pochissima distanza. Il fumo ormai copriva praticamente tutte le prime navi, sia francesi che inglesi. Si era fatta notte, il sole stava ormai quasi completamente tramontando e la Luna non riusciva ad illuminare quello che succedeva, proprio perché c'era troppo fumo. C'erano urla, c'erano strepiti, c'erano esplosioni. Insomma, veramente qualcosa di infernale. Immaginatevi questi marinai che si trovavano a caricare continuamente questi cannoni, che ogni volta che sparavano ovviamente avevano un rincuro, dovevano essere rimessi in posizione, che avevano un peso considerevole, alcuni pesavano 4 tonnellate, dovevano continuare a caricarli e dovevano aspettarsi i colpi che arrivavano dalla nave di fronte a pochissima distanza. Erano talmente vicini che è stato descritto che alcune palle di cannone che avevano un peso di circa 2 tonnellate, ebbero abbastanza forza da sfondare una fiancata da una parte, tranciare tutto quello che trovavano poi sulla nave durante l'attraversamento e uscire dall'altra parte. Ora la cosa non è proprio certa, però capite che veramente deve essere stato qualcosa di terrificante, sia da una parte che dall'altra. Intanto però, Lorien non si era effettivamente salvata, perché mentre la bella Erofonte si stava allontanando, altre due navi inglesi si erano dirette verso di lei. e avevano, invece che puntato direttamente per colpirla, avevano cercato di inserirsi tra la bell'aerofonte e altre navi. Vi avevo detto che l'ammiraglio francese aveva dato l'ordine di serrare le fila, le cose non erano esattamente andate in questo modo e le due navi trovarono lo spazio per potersi infilare, iniziando a colpire l'Orienne da varie direzioni, colpendole e danneggiandola sempre di più. In mezzo a questa carneficina anche gli ammiragli vennero feriti. Venne ferito Nelson, che venne colpito da una scheggia alla testa e fu necessario portarlo sotto coperta per poterlo soccorrere. Venne colpito in maniera molto più grave l'ammiraglio francese Bruyere, il quale venne colpito da una palla di cannone che gli tranciò una gamba, alcune fonti dicono addirittura due, ma per poter continuare a dirigere la battaglia pare che si fosse fatto legare ad una sedia per poter guardare quello che stava capitando. Vero o falso che sia, è sicuramente un'immagine molto molto forte. In tutto questo però c'era una parte della flotta francese che non era ancora stata toccata dai combattimenti ed era sostanzialmente la retroguardia, quella più lontana, che aveva due navi di linea, peraltro anche importanti dal punto di vista del numero di cannoni, che fino a quel momento non erano ancora entrati in battaglia e che erano comandate da colui che teoricamente era il vicecomandante della flotta, cioè il contraammiraglio Villeneuve. Ora, Villeneuve. probabilmente avrebbe dovuto prendere quelle sue due navi e fare quello che aveva fatto Nelson dall'altra parte, cioè portarsi oltre le navi inglesi, in modo questa volta da prendere le navi inglesi in mezzo tra le sue e quelle che già stavano combattendo. Non sarebbe stata una manovra facile, serviva ovviamente un buon addestramento, e quello mancava, serviva vento, ma abbiamo detto che il vento era a sfavore, ma sarebbe stata teoricamente l'unica possibilità per provare a ribaltare le sorti della battaglia. Villeneuve non fece assolutamente nulla, disse di non aver ricevuto nessun tipo di ordine, di continuare ad aver seguito gli ordini che gli erano stati impartiti dal suo ammiraglio e rimase con le sue navi perfettamente immobile, aspettando l'evolversi della battaglia. Intanto però la situazione sull'Orienne si era fatta sempre peggiore. La nave colpita da più direzioni, nonostante i suoi cannoni, nonostante la sua forza, aveva ormai incendi che stavano scoppiando da tutte le parti. Il tentativo di spegnerli si era dovuto scontrare con la distruzione delle pompe che avrebbero dovuto far arrivare acqua, non si trovavano secchi, non c'era modo per poter in nessun modo spegnere quegli incendi e alla fine gli stessi marinai avevano capito che la nave ormai era condannata. L'ammiraglio intanto era morto, nuovamente colpito, questa volta era morto, non c'era stato modo di salvarlo e anche il capitano della nave, quello che comandava effettivamente la nave, era stato ferito e si trovava in quel momento sotto coperta morente. Quando la nave ormai aveva preso fuoco e tutti si erano reso conto quale sarebbe stato il suo destino e i marinai iniziarono a buttarsi in acqua, chi poteva cercò di salvarsi. Qualcuno non lo fece, qualcuno non lo fece perché non riuscì in tempo ad uscire dalla nave, altri non lo fecero volutamente, rimase molto famoso il fatto che il figlio del capitano, che anche lui era molto giovane e serviva sulla nave, avesse deciso di non lasciarla proprio per non lasciare il padre da solo. Alle 10 di sera però il destino dell'Orient si compì e la nave esplose con un botto che si sentì addirittura fino ad Alessandria. L'esplosione del Lorien deve essere stato qualcosa di terribile. Tutti i testimoni raccontano che l'esplosione e lo spostamento d'aria si sentirono in ogni zona della battaglia. L'esplosione fu talmente forte che corpi umani vennero sparati a decine e decine di metri di altezza e pensate che un cannone, pensate quanto erano pesanti, venne trovato sulla spiaggia, tanto era stato violento il colpo dell'esplosione. Lorien... era statua una meraviglia della flotta francese. La sua esplosione però a tutti gli effetti pose fine almeno temporaneamente alla battaglia. Dico almeno temporaneamente perché pensate, secondo molte fonti, per circa tre minuti dopo quell'esplosione non ci furono colpi di cannone. Ora, alcune delle fonti dell'epoca dissero che questo avvenne perché l'esplosione fu molto forte, ci fu un grosso effetto, e quindi gli uomini non se la sentivano di sparare ancora. Secondo altri, la causa invece furono i detriti, cioè tutti quei detriti sparati dall'Orienne crearono un fuggifuggi di persone sulle navi che volevano evitare di essere colpiti e un fuggifuggi per spegnere gli incendi che rischiavano di scoppiare sulle navi che alla fine si rallentò nell'utilizzare i cannoni. Passati quei tre minuti, però, la lotta continuò e continuerà ancora per una buona parte della notte. L'esplosione e i rumori della battaglia in generale, le cannonate, i fuochi, avevano attirato spettatori, tra virgolette, anche molto lontani. Perché pensate, sia ad Alessandria, che distava 15-20 km, che a Rosetta, che distava invece 30 km, le persone salirono sui tetti per osservare quello che stava capitando. Ovviamente non potevano vedere effettivamente le navi che combattevano, ma potevano vedere questi fuochi e queste esplosioni. La battaglia continuò con alterne vicende, che non vi sto più a raccontare perché ormai non c'era più molto da dire, addirittura fino alle 5 del mattino. Si racconta che alcuni marinai ad un certo punto fossero crollati completamente sfatti, senza più essere in grado neanche di caricare un cannone, addormentati direttamente lì dove si trovavano, per poi svegliarsi magari un'ora dopo e riprendere nuovamente a combattere. Alla fine però la flotta francese era stata quasi completamente annientata. Due navi erano esplose, una l'Orienne, l'altra una nave che pensate era stata incendiata dal suo stesso equipaggio dopo essersi arresi, cosa che peraltro aveva fatto arrabbiare tantissimo gli inglesi, secondo i quali quella era una violazione terribile del codice di guerra marinaresco. Dieci navi invece avevano smesso di combattere, sei si erano proprio arrese, quattro non si erano ancora arrese ma non sparavano più ed erano ormai incagliate verso terra. Insomma la flotta francese era a pezzi. Rimanevano ancora due navi e due fregate. Due navi e due fregate che al comando proprio del contraammiraglio Villeneuve, che finalmente si era deciso a fare qualcosa, quando capirono che ormai non c'era più niente da fare, presero la via del largo, a cominciare dalla sua ammiraglia, cioè la Guglielmo Tell, e si allontanarono dal campo di battaglia. Nelson non le fece inseguire, anche perché anche la sua flotta era in condizioni pessime. Una nave si era incagliata, la bella Erofonte era praticamente semidistrutta come... un'altra nave, tre navi erano completamente disalberate, altre sei avevano ormai pochissime vele da poter mettere su, insomma non c'era modo di inseguire quelle navi francesi e Nelson si accontentò della grande vittoria che aveva ottenuto. Sull'alba spettrale che si aprì su questo campo di battaglia, quello che rimaneva si mostrò a chi era ancora vivo. I morti erano stati tanti, 200 morti e 600 feriti per gli inglesi, 1200 morti per i francesi, qualcuno li aumenta addirittura a 2000, e più di 3000 prigionieri, troppi, troppi anche per Nelson, che si limitò a tenere con sé alcuni ammiragli, alcuni ufficiali, e rilasciò tutti gli altri, chiedendo loro di dare la parola di non combattere più contro la Gran Bretagna, cosa che ovviamente non rispettarono, ma quello lo sapevano assolutamente tutti. Nelson si fermò per alcune ore per cercare di riparare alla belle meglio le navi, dopodiché diede ordine a alcune navi di fermarsi al largo di Alessandria d'Egitto per imporre un blocco sull'Egitto, e con le altre iniziò una faticosa ritirata per tornare indietro. Prima di farlo, però, aveva incaricato due navi, che si erano particolarmente ben conservate nello scontro, di anticipare il rientro della flotta inglese per portare la notizia di questa grande vittoria. Ovviamente all'epoca non si poteva telefonare per dire guardate ho vinto questa battaglia. Curiosamente delle due navi, quella più importante la nave di linea, incontrerà la flotta dell'ammiraglio Villeneuve di ritorno, la quale si scontrerà contro di lei e la catturerà portandola con sé a Malta. Una piccola sconfitta se vogliamo per Nelson che però non era lì ovviamente a comandare, che però in qualche modo vendicherà di lì a qualche anno, perché l'ammiraglio Villeneuve, futuro ammiraglio Villeneuve, nonostante Napoleone lo avesse accusato in pieno della sconfitta, rimarrà all'interno della flotta francese e presto ne diventerà il comandante e sarà lui a comandare la flotta francese nell'altra grande battaglia combattuta da Nelson, cioè tra Falgar, ma ne riparleremo tra un bel po'di puntate, bisogna andare avanti di qualche anno. Nelson era ovviamente stato il grande vincitore. Quando la notizia arrivò in Europa, iniziò a circolare ovviamente per tutta Europa e venne raccontata in due modi completamente diversi. In Francia si parlò di una sconfitta causata da una flotta inglese molto più grande di quella francese, una sconfitta causata da un tradimento, anche se a un certo punto era girata addirittura a voce che lo stesso Napoleone fosse stato catturato, quindi un po'il timore che fossero qualcosa di importante c'era. Nel resto d'Europa la cosa ovviamente venne festeggiata e non solo in Inghilterra ma anche in Germania, in Austria, addirittura in Russia che teoricamente non era ancora entrata in guerra contro i francesi, il cui zar mandò personalmente un proprio regalo a Nelson per ringraziarlo di questa grande vittoria. Di regali ne arrivarono da varie zone d'Europa e la più grande, cioè un titolo nobiliare, gli arrivò una volta rientrato in Inghilterra. Peraltro pare che lo stesso Nelson prima di iniziare la battaglia avesse detto per dare coraggio ai suoi uomini, sappiate che io sono sicuro che una volta rientrati in Inghilterra io o andrò alla Camera dei Lord, nel senso che riceverò un titolo e entrerò alla Camera dei Lord, o andrò all'Abbazia di Westminster, che è il luogo dove venivano fatti i funerali ai grandi eroi. Come dire, che io muoia o che io viva, questa battaglia secondo me la vinciamo. E in effetti aveva avuto ragione. La battaglia di Abukir, o la battaglia del Nilo, perché in effetti questa battaglia viene chiamata in due modi diversi, normalmente colloquialmente Abukir, ma il nome esatto sarebbe la battaglia del Nilo, perché poi c'è un'altra battaglia di Abukir combattuta però via terra che potrebbe dar confusione, scegliete voi come chiamarla, io amo di più chiamarla battaglia di Abukir, perché questo è il nome con cui l'ho sempre ricordata. La battaglia di Abukir fu ovviamente un colpo durissimo per Napoleone, che si trovò di colpo completamente tagliato fuori dall'Europa, non poteva più ricevere rifornimenti, non poteva più ricevere aiuti, non poteva sperare di in qualche modo influenzare la politica francese, non poteva più neanche mandare indietro le lettere, tanto per dirne una che saranno prese proprio dagli inglesi. Insomma, ora si trovava da solo in Egitto e doveva decidere cosa fare. La sua unica speranza era che i diplomatici francesi riuscissero a convincere la sublime porta a siglare un'alleanza. Quella speranza purtroppo presto sarà cancellata, ma ne parleremo. nelle prossime puntate. Prima di chiudere come sempre fatemi fare un grandissimo ringraziamento ad Abbonati, Patreon e a chi fa donazioni sul conto Paypal perché anche grazie al loro sostegno questo canale riesce ad andare avanti e riusciamo a produrre nuovo materiale a disposizione di tutti. In particolare oggi vorrei ringraziare Cinzia Brunelli grazie mille tantissimo per il tuo aiuto per il resto come sempre io vi ricordo di essere curiosi perché la storia del mondo là fuori è piena di avvenimenti e storie fantastiche storie incredibili che nessuno scrittore nessun regista avrà mai la fantasia di mettere nelle loro opere... e se volete curiosare tra qualcuna di queste storie, qui a fianco c'è l'elenco delle pillole uscite fino adesso. Noi ci vediamo presto con una nuova pillola di storia. A presto. Ciao ciao!