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Diritti e Limitazioni sulla Libertà Religiosa

Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume. Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto di un'associazione o di istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività. La Costituzione torna a parlare di religioni dopo averlo già fatto all'articolo 3, che come ricorderete pone il divieto di discriminazioni tra cittadini in base al credo, e dopo averlo fatto anche all'articolo 8, che riconosce uguali libertà e diritti a tutte le confezioni. religioni religiose. Tornerà a farlo all'articolo 21 in tema di libertà di manifestazione del pensiero. Non meravigliatevi di tanta attenzione nei confronti della fede. Il rapporto col divino è uno dei primi bisogni dell'uomo. Nasce prima ancora del senso del divino. del diritto e della legge stessa. Sin dalla preistoria, l'uomo ha avvertito la necessità di rapportarsi con qualcosa più grande di lui che governasse l'imprevedibilità del creato e della vita. E dunque la Costituzione, per quanto laica, non poteva ignorare questa esigenza. Lo Stato mantiene anche nell'articolo 19 una posizione di neutralità e imparzialità nei confronti di tutte le religioni. L'unica preoccupazione dei padri costituenti era quella di garantire che il libero esercito della religione non andasse contro i principi generali dello Stato. Pertanto l'articolo 19 della Costituzione, nell'affermare che tutti hanno diritto a professare liberamente la propria fede religiosa, sia da soli che in gruppo, pone anche dei limiti. Li vedremo insieme a breve. Questa è la Costituzione! Partiamo innanzitutto dai diritti. Il testo dell'articolo 19 è così ampio da poter abbracciare qualsiasi tipo di comportamento religioso purché non contrario alle leggi penali e al buon costume. Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, dice la Costituzione. Pertanto i diritti di chi crede in un Dio comprendono il diritto di aderire alla religione, che si preferisce e di riconoscersi nei suoi principi e valori. Il diritto di professarla, ossia rispettarne i precetti e le abitudini. Il diritto di pregare, sia in luogo pubblico che privato. Di diffondere la propria religione, ossia fare proselitismo, anche casa per casa. Il diritto di edificare edifici di culto ove svolgere i riti religiosi. Il diritto di svolgere processioni e rituali in pubblico in luogo aperto al pubblico. Viene anche riconosciuto il diritto di creare una prot... religione e di cercare dei seguaci diffondendola liberamente e pubblicamente. Lo statuto dei lavoratori stabilisce peraltro che il datore di lavoro sia al momento dell'assunzione che nel corso del rapporto di lavoro non può fare indagini sulle opinioni e sulle convinzioni religiose dei dipendenti. Per rispettare la costituzione la legge ci riconosce anche il diritto all'obiezione di coscienza, ossia il diritto a non compiere attività proprie di una determinata professione o mestiere ritenute in corso di lavoro. contrasto con il proprio credo. Così, ad esempio, i medici possono sottrarsi alla pratica dell'aborto e fin quando il servizio militare era obbligatorio ci si poteva rifiutare di usare le armi. Questi diritti vengono riconosciuti agli appartenenti a qualsiasi religione senza alcuna... distinzione. La discriminazione non può provenire né dallo Stato né dai privati. Così, ad esempio, una persona che crede in Allah non può ricevere un diverso trattamento in un ufficio pubblico, su di un treno o in un ristorante. in un bar rispetto a un cattolico. Un induista deve essere libero di indossare anche nel luogo di lavoro gli abiti della propria religione, a meno che non sia prescritta una divisa aziendale uguale per tutti. Il burka è libero purché, a richiesta della polizia, chi lo indossa sia pronta a togliere il velo dal volto. Ai testimoni di Geova viene consentito di rifiutare le trasfusioni di sangue, anche se ciò dovesse essere necessario per salvare la propria vita. La Costituzione, difatti, stabilisce che nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non vi è un obbligo di legge. Se però il rifiuto coinvolge un minorenne, i genitori non possono prendere una decisione che potrebbe pregiudicare la salute e fino anche la vita del loro bambino. Sarà pertanto il giudice tutelare a decidere cosa sia meglio per il minorenne, nominando a tal fine un curatore speciale che autorizzi i medici a effettuare la trasfusione. Questo è un tipico esempio in cui la libertà religiosa viene limitata perché in contrasto con i diritti fondamentali della persona garantiti dalla nostra Costituzione. Così come vengono garantiti i diritti dei credenti, allo stesso modo, ma in senso inverso, vengono riconosciuti anche i diritti di chi non crede. Ciascuno può quindi dichiararsi ateo senza perciò essere discriminato rispetto a chi aderisce a una religione, tant'è vero che la Corte Costituzionale nel 1979, ha modificato la formula del giuramento che i testimoni fanno in tribunale durante i processi. Formula che un tempo imponeva al test di dire tutta la verità a sua conoscenza, assumendosi la responsabilità delle proprie dichiarazioni davanti a Dio e alla legge. Oggi il richiamo a Dio è stato eliminato. Dopo aver visto i diritti dei credenti, arrivano immancabilmente i doveri, ossia i limiti. Il primo è quello secondo cui la fede è libera, ma solo se non confligge con i diritti costituzionali e con tutte le altre leggi penali. dello Stato. Può sembrare una cosa banale e scontata per noi italiani, ma l'attuazione di questa regola sta creando numerosi problemi per via dell'arrivo di stranieri, contraddizioni religiose diverse dalle nostre a volte, contrarie alla nostra stessa legge. Tuttavia, la religione non può costituire una giustificazione per violare le norme che gli altri cittadini sono invece tenuti a rispettare. Ad esempio, non perché la propria religione prevede la poligamia si può avere più di un coniuge. Non perché secondo le proprie tradizioni il matrimonio deve essere concertato tra le famiglie, si può imporre a una figlia il suo futuro sposo, le nozze sarebbero annullabili per mancanza del consenso, e non può essere giustificato agli appartenenti di un gruppo religioso indiano di portare in giro la sua religione. indosso il kirpan, un pugnale ricurvo, simbolo della lotta contro il male. In Italia è infatti vietato uscire di casa con coltelli e lame. Non possono essere ammesse le mutilazioni degli organi genitali femminili, seppur previste in alcuni paesi dell'Africa e della penisola araba. Al contrario, la pratica ebraica della circoncisione imposta ai fanciulli che raggiungono la pubertà viene ritenuta lecita in quanto non influisce sulla funzionalità degli organi della riproduzione. Tra gli obblighi connessi alla religione vi sono poi il divieto di bes... bestemmiare contro qualsiasi divinità, indipendentemente quindi dalla religione, o di turbare le funzioni religiose e di offendere le religioni. Questi divieti valgono ovviamente sia per i credenti che per gli atei. L'articolo 19 della Costituzione stabilisce anche un altro importante limite. I riti religiosi sono liberi purché non contrari al buon costume. Cosa si intende con questo concetto? Si tratta della comune morale e della decenza. Sono quindi vietati i riti orgiastici. la prostituzione sacra, i sacrifici rituali, le automutilazioni, le sette segrete, in contrasto peraltro con l'articolo 18 della Costituzione che vieta le organizzazioni segrete. L'articolo 20 della Costituzione vieta allo Stato di prevedere trattamenti sfavorevoli o discriminatori a carico di associazioni o enti solo perché perseguono fini religiosi, né li può pregiudicare con provvedimenti di carattere tributario. Anche in ragione del... principio di uguaglianza e della libertà di associazione, non si possono tassare le associazioni religiose in modo diverso dalle altre. In sostanza, gli enti e le istituzioni religiose non possono subire un trattamento differente e più gravoso rispetto alle associazioni e agli enti religiosi. agli enti non religiosi. La Costituzione si preoccupa di rendere lo Stato perfettamente laico, evitando che sotto un'apparente giustificazione fiscale si possa limitare la libertà di culto. Guardate quanta attenzione e dettagli hanno prestato i padri costituenti. Una cura a che tutto fosse effettivo e non solo sulla carta. C'è però da dire che lo Stato ha attuato un trattamento discriminatorio inverso, esentando dal versamento dell'imposta comunale sugli mobili. cioè lì ci questo nel quinquennio 2006 2011 tanto il vaticano quanto gli altri ordini religiosi a condizione che gli edifici contenessero una cappella una clausola questa che ha permesso di fatto al vaticano di non pagare più di 4 miliardi di euro su scuole ospedali cliniche e persino alberghi che al loro interno avessero anche solo un piccolo altare Questa norma è stata dichiarata illegittima nel 2018 dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha autorizzato lo Stato italiano al recupero delle imposte non versate dalla Chiesa. Recupero mai avvenuto, chissà perché.