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Il Bicentenario di Charles Darwin

Buonasera, benvenuti a Giovediscienza, benvenuti anche a coloro che ci stanno seguendo sul web in diretta e coloro che magari nei prossimi giorni ci vorranno rivedere, perché come sapete questi nostri incontri vanno in una specie di archivi, in un deposto. di giovediscenza dove potranno essere visti anche dei posteri che sicuramente saranno molto curiosi di conoscere durano in genere 4 5 anni in rete poi dopo se ne vanno quindi mi accontenterò di questa breve immortalità Avete sentito la voce di Pier Giorgio Di Freddi, che probabilmente ricorderete perché molti anni fa, ormai, venne qui e disse non ho mai tenuto una conferenza a una lampada, che era quella lì. È vero, infatti questa è la sensazione che si ha su questo palcoscenico. Oggi è una data particolare, molto speciale, è il 12 di febbraio del 2009, sono 200 anni esatti dalla nascita di Charles Darwin. E naturalmente non potevamo non celebrare questo anno. anno darwiniano, che è due volte un anniversario importante per l'anno della nascita, ma anche per il centocinquantenario della pubblicazione dell'Origine delle specie, 1859. Un libro che fu pubblicato, se ricordo bene, in novembre, in 1250 copie, che si vendettero, credo, in pochissimi giorni e poi fu ristampato numerosissime volte, in edizioni via via arricchite, fino a un'edizione di 16.000 copie circa una decina di anni dopo. dopo la prima edizione. Chi sia Pier Giorgio Di Freddi, era forse necessario dirlo quando venne a tenere la sua conferenza a quella lampada, oggi è un po'meno necessario, anzi direi che è del tutto superfluo. Sapete che è un matematico di formazione, è un logico matematico, per essere più precisi, che ha studiato all'Università di Torino, ma poi anche negli Stati Uniti e nell'allora Unione Sovietica. Sapete che dopo aver studiato, ha insegnato nella nostra università, alla Cornelia Università. negli Stati Uniti e in altri luoghi ancora, credo anche in Unione Sovietica, hai restituito il sapere che avevi ricevuto, oltre ad alcuni mesi di prigionia, ma questo è un altro capitolo che non stiamo a rievocare. E sapete che da molti anni ormai Pier Giorgio Di Fredi si dedica anche alla divulgazione scientifica o all'informazione scientifica, prima dalle pagine di Tutto Scienze e della Stampa, adesso dalle pagine di Repubblica e lo fa anche con una nutrita serie di libri che... nell'ultimo numero di Tutto Libri, supplemento della stampa, dove annunciavamo anche questa conferenza sabato scorso e dove segnalavamo questo suo libro, in principio da Darwin, che come vedete è strettamente collegato alle cose che tra poco cercheremo di dirvi, sappiamo che Pier Giorgio Di Freddi è quello che è stato definito in quel piccolo articolo su questo libro una gallina dalle uova d'oro per il suo editore, perché ha scritto un sacco di libri e sono stati tutti dei grandi successi. Con gli editori in genere si è dei polli più delle galline. galline ma comunque molto gentilmente poi pier giorgio mi ha invitato a scrivere un libro per la sua collana io spero che venga un altro e quanto sta per uscire insomma staremo staremo a vedere come andranno le cose insomma non vi devo raccontare troppo su più giorgio di freddi credo che voi siete venuti qui per ascoltarlo proprio perché già lo conoscete e allora io vorrei introdurre questa nostra chiacchierata su darwin sarà un dialogo un po come quello che abbiamo fatto la settimana scorsa con margherita da introdurre questo discorso proprio dalla presenza di darwin a torino una presenza indiretta ma molto importante questa città nella seconda metà dell'ottocento è stata la città dalla quale si è irradiato in tutta italia il positivismo la visione positivista della scienza Anche Milano naturalmente è stata una città importante da questo punto di vista, ma il positivismo scientifico direi che ha forse in Torino il suo vero centro di radiazione e sicuramente questo lo possiamo affermare per il darwinismo. L'origine delle specie era appena stato pubblicato in quel novembre del 1859, qualche anno dopo, in una sera, credo l'11 gennaio del 1860, un certo Filippo De Filippi, zoologo, un certo per noi ma allora noto docente universitario, non torinese di origine, tenne una conferenza intitolata L'uomo e le scimmie con una sola M. Questa conferenza fece molto clamore, ebbe molti consensi ed ebbe almeno altrettanti dissensi, perché all'epoca, e non solo all'epoca, avvicinare l'uomo alle scimmie e con le scimmie e collegare queste creature con un filo evolutivo era qualcosa di assolutamente scandaloso. Quella conferenza fu poi pubblicata in una rivista che si chiama Il Politecnico e venne ripubblicata varie volte successivamente. Quindi era una specie di giovediscenza dell'epoca, possiamo metterla così. Una delle prime occasioni di divulgazione avvenne nel teatro di chimica in Via Po 16, che non c'è più. ed ebbe appunto un pubblico non specialistico, un pubblico come quello che immagino io al di là di questa lampada abbagliante. Allora Pier Giorgio Di Freddi, ci vuoi raccontare qualche cosa sull'arrivo del darwinismo in Italia? Fu veramente molto precoce questo arrivo e direi che poi anche questa città ha dato molto a Darwin, gli ha dato un premio all'Accademia delle Scienze di 12.000 lire se ricordo bene, e soprattutto gli ha pubblicato l'opera Omnia. Sentendo tipo... parlare naturalmente mi è venuto in mente Andreotti perché chi di voi ha sentito lo spettacolo di Benigni Benigni ogni tanto dice che lui racconta Dante ma soltanto perché l'ha letto ma all'epoca di Dante Andreotti già c'era perché ci sembrano che si e io temo che anche nel caso tuo tu eri presente a quella conferenza lì già con i gemelli di scienza non facevi ancora la direzione però effettivamente è successo che 150 anni fa a Torino, Torino era come oggi, esattamente nello stesso modo. Anche oggi, ed è successo anche a qualcuno che sta qui su questo palco, capita di dire delle cose che non piacciono a qualcun altro e questo qualcun altro in genere ha dei pulpiti da cui può predicare e può dire le cose e effettivamente il Cardinal Poletto ha fatto addirittura, credo qualche mese fa, una richiesta pubblica di perdono per cose che io avevo detto in un'intervista. vista alla stampa, so che la stampa ha ricevuto delle telefonate, non dico minatorie perché loro non hanno bisogno di mettere le mine, possono direttamente invocare il dio dei fulmini che vi faccia direttamente le cose e però all'epoca succedevano esattamente le stesse cose. Io nel libro qui ho riportato alcuni brani dei giornali dell'epoca perché questa conferenza che tu hai citato dell'11 gennaio 1864 di questo professore che è un po'il fasolo della situazione. Filippo De Filippi, effettivamente innescò anche in Italia questa polemica contro il darwinismo che già in precedenza, ho detto questo era il 64, quindi erano passati 5 anni dalla pubblicazione dell'origine delle specie, ma in Inghilterra subito l'anno dopo, nel 1860, mentre noi facevamo l'unità d'Italia, già i laici da una parte, gli scienziati da una parte e i fondamentalisti religiosi dall'altra, non cattolici ovviamente in Inghilterra erano anglicani, comunque subito incominciarono a fare un'attività. appunto a fare battaglia contro il darwinismo la cosa è singolare perché darwin ricorda che lui non aveva voluto parlare dell'uomo nell'origine delle specie lo dice in un brano dell'autobiografia e dice anche i motivi per cui non aveva voluto voluto parlare posso magari leggere alcune parole di darwin visto che oggi stiamo celebrando per l'appunto il suo anniversario lui dice nell'autobiografia non appena mi convinsi nel 37 38 che le specie erano mutabili non poteva fare a meno di credere che l'uomo dovesse essere regolato dalla stessa legge perciò presi appunti su questo problema per mia personale soddisfazione ma senza alcuna intenzione di pubblicarli perché pensavo che altrimenti avrei solo aggiunto pregiudizi contro le mie opinioni per evitare che mi si potesse accusare di aver voluto nascondere il mio pensiero però nell'origine delle specie ho ritenuto apportuno aggiungere una frase e l'unica frase nell'origine delle specie un libro di 600 pagine estremamente dense Grazie. parla dell'uomo è la seguente, dice è probabile che sarà fatta luce sull'origine dell'uomo e sulla sua storia, nient'altro c'è un brevissimo fugace accenno all'uomo. Quindi era molto coraggiosa questa conferenza arrivata nel 1864 perché anticipava un libro che poi avrebbe scritto Darwin solo nel 1871. Ma la cosa interessante per l'appunto è che nel momento stesso in cui il libro fu pubblicato, l'anno dopo subito si scatenarono le reazioni e ci fu questo... questo primo dibattito a Londra tra un biologo e un vescovo. Il biologo era il famoso Thomas Huxley, che poi difese Darwin sempre, perché, ne parleremo in seguito, Darwin era una persona molto schiva, non voleva fare conferenze, non voleva fare meno che mai dibattiti, addirittura non voleva guardare e ricevere amici perché si sentiva male fisicamente in questa occasione. E quindi Huxley si prese un po'questo compito di fare il darwinista d'assalto, fu chiamato appunto il mastino di Darwin. E dall'altra parte c'era un vescovo, il vescovo Wilberforce che passò alla storia proprio per questo dibattito. Lui cercò di essere spiritoso il vescovo e a un certo punto nel dibattito chiese ad Axley, dice ma lei discende dalla scimmia da parte di nonno o di nonna? Perché non sapeva bene. E Axley però gli rispose in maniera che poi passò alla storia, cioè le sue parole furono io trovo meno vergognoso di scendere da una scimmia che da una persona come lei che usa la propria intelligenza per oscurare la storia. la verità e questo è il modo in cui il vescovo passò alla storia. Però era il 1860, nonostante Darwin non avesse parlato delle scimmie, subito tutti avevano capito dove l'evoluzione andava a parare. Ed ecco che allora anche in Italia, appunto qualche anno dopo, nel 64, Filippo De Filippi fa questa conferenza, L'uomo e le scimmie. Sentiamo un resoconto che è stato pubblicato alcuni anni dopo da Michele Lenzona in un libro che si chiama Naturalisti italiani, di che cosa successe. L'italiano è un po'arcaico ovviamente perché siamo nell'ottocento e dice i giornali seri come i faceti si impadronirono dell'argomento, quell'enorme parte del pubblico che dice perché sente dire, grida perché sente gridare, urla perché sente urlare fu tutta addosso al De Filippi. Certi colleghi rabbrividirono, altri inorridirono, ci fu chi credò essere un'infamia che il governo lasciasse un uomo così fatto strillare dalla cattena. anzi, strillare, ma anche strillare, dalla cattedra le scellerate massime nell'anima degli studenti. E fu un coro a proclamare il De Filippi campione di materialismo. E pensate che questo povero De Filippi era un cattolico praticante, tra l'altro. Anzi, aveva cercato di conciliare l'evoluzionismo con la fede. Sì, infatti, lui cercava di fare il suo lavoro. Poi, tra l'altro, se ne andò a Hong Kong, dove morì, perché all'epoca, tra l'altro, fare il naturalista succedeva spesso, di andare in posti esotici, e lo stesso... Lo so, Darwin quando racconta le sue avventure, alle quali accenderemo in seguito, fa capire che non era così facile questo lavoro. Ebbene, cosa successe? Morì e ricevette i sacramenti a Hong Kong. E allora due preti qui a Torino ringraziano pubblicamente dal pulpito Dio per letteralmente aver toccato il cuore ad un gran peccatore al momento della sua morte. Insomma, il darwinismo è partito in questo modo, col piede diciamo così sbagliato, e continua ad andare avanti col piede sbagliato.... ma non per colpa sua naturalmente, perché le reazioni scatenate da coloro che non accettano di essere discendenti dalla scimmia, né da parte di nonno né da parte di nonna, continuano a perdurare a tutt'oggi. Se ne potrebbe parlare a lungo, ma forse è meglio parlare più positivamente di quello che Darwin ha fatto, perché è più importante in fondo delle reazioni di coloro che non conoscono nemmeno il darwinismo. Anzi se posso dire, spesso quando si sentono dibattiti sul darwinismo la cosa interessante è che questi cretori... credono di fare delle astute pensate, ma allora come mai? E questa è la rivelazione che non hanno mai letto Darwin, perché del libro di Darwin, che appunto come ho detto è un tomone di 600 pagine, un terzo circa è dedicato all'esposizione della teoria dell'evoluzione, ma il resto sono le obiezioni passate e presenti e future soprattutto, perché lui se le era immaginate, le cose che avrebbero potuto dire contro la sua teoria, ci aveva pensate e già ci aveva risposto. Quindi insomma il dibattito purtroppo è fatto un po'a questi livelli e tale rimane. Per chiudere il capitolo Darwin e Torino, allora diciamo ancora che poi Michele Lessona, che abbiamo appena sentito citare in questo suo scritto, Michele Lessona che era nato credo a Venaria Reale, curò poi l'edizione dell'opera omnia di Darwin quest'opera all'origine del spesso mi pare uscita da Zanichelli poi la UTET che abbiamo qui accanto al nostro teatro la UTET pubblicò l'intera opera di Darwin tradotta da Canestri e da altri curata da michele le sona il quale tratto fece questo viaggio insieme con filippo de filippi filippo e de filippi morì appunto ad hong kong pare di un'infezione al fegato di colera comunque qualcosa del genere e torino di conseguenza anche dal punto di vista editoriale e la città di darwin a tutti gli effetti ci ho detto forse il caso di descrivere un po questo si sta cercando appunto non è che lo stesse a sentire tema cercavo una citazione perché un altro oltre italiano, ebbe addirittura l'onore di essere citato da Darwin direttamente nella prefazione del secondo libro che lui scrisse sull'origine dell'uomo. E questo signore naturalmente fu ancora più coraggioso del De Filippi, ormai era il 1869, quindi 5 anni dopo, 10 anni dopo il libro di Darwin, e si chiamava Francesco Barrago, all'Università di Cagliari, e fece una conferenza con un titolo che Darwin dice è un sillogismo quasi blasfemo.... Io non trarrò la conclusione, ma vi dirò la premessa maggiore o minore del silogismo che era il titolo di questa conferenza. L'uomo fatto a immagine di Dio fu fatto anche a immagine della scimmia. La conseguenza è ovvia per coloro che conoscono l'aristotelismo. Capite come erano i tempi negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione del libro di Darwin. Allora parliamo di questo giovane Darwin, è un ragazzo che nasce in una famiglia benestante. ricca, in una famiglia colta, una famiglia aristocratica potremmo anche dire. Tra i suoi antenati c'era anche credo Watt, quello che noi chiamiamo Watt, che forse bisognerebbe dire Watt. Che ha anche antenato di Watt, in modo che qui a Torino. Sì, alla lunga, proprio alla lunga, un cugino d'acquisto. Era un ragazzo direi piuttosto timido che il padre, convinto di iscriversi a medicina, frequentò all'inizio i corsi di medicina. medicina, inorridiva in sala settoria di fronte ai cadaveri che venivano sezionati per spiegare l'anatomia, svenne credo durante una di queste lezioni e abbandonò la medicina. Aveva degli interessi naturalistici, sì, però coltivati direi non in modo professionistico, non con studi all'università. Finché arriva il 1831 e c'è la grande occasione di dare la sua vita. Non so se intanto avete visto le immagini, scorrere le immagini del nostro Darwin. Ecco, adesso comincerà a scorrere questa cosa. Siamo arrivati però già al 1831, che è l'anno in cui ha un'opportunità. Può, e lui desiderava farlo, può farsi il giro del mondo su un naviglio, cos'era? Era un brigantino, un maestà come lo si chiamava. Beagle, che vuol dire bracchetto. Bracchetto, sì, come portarsi a casa, quello di Snoopy, diciamo così. Infatti lui fece un capitolo del mio libro intitolato così, a spasso col bracchetto, cioè andare in giro per il mondo su questa nave. Questa nave, appunto il Beagle, aveva un capitano che era Fitz Roy e aveva un cartografo anche che era Stokes, se non sbaglio. Poi c'era ovviamente la ciurmaglia, Darwin poteva dormire in cabina, credo, con Stokes, non stava nel lettino. che poi era in sostanza un'amaca, perché era alto 1,80 m, quindi i piedi uscivano da quest'amaca e soprattutto soffriva terribilmente il mal di mare. Quindi pensate cos'è un giro del mondo su un brigantino per un giovane che patisce il mal di mare. E qui credo che stiamo già arrivando alle immagini del viaggio, ti darei la parola per raccontarci qualcosa di questo viaggio. Lui era soprattutto un geologo in quel momento, non era ancora un biologo. Fu arruolato come geologo perché in realtà Stokes credo che fosse il primo capitano del... del beagle e il beagle aveva già fatto un giro intorno al mondo perché all'epoca siamo agli inizi dell'ottocento quindi sembrano pochi anni in fondo sono passati 200 anni ma ancora non si conoscevano esattamente le coste dell'isola america per esempio di tante altre isole quindi la missione di questo brigantino e c'era anche una nave principale che si chiamava l'ammiraglia tra l'altro proprio direttamente andarono in sud america per rilevare le coste del sud america nel frattempo possiamo far vedere il secondo filmato di appunto sul viaggio ma questo credo che sia invece vedremo se mangia un po avanti le cose le immagini vanno indipendentemente dalle parole e dicevo darwin fu arruolato perché il capitano fitz roy che aveva preso il posto Quando Stokes si era suicidato, pensate quali condizioni potevano esserci in questi viaggi, erano viaggi terribili che spesso provocavano malattie, morti anche a coloro che li facevano, le condizioni erano durissime, tra l'altro Darby racconta gli stessi episodi, a volte anche divertenti, per esempio anticipando leggermente quello che poi diremo in seguito. Lui racconta che in Amazzonia ad un certo punto si prese il gusto di contare quante zanzare avevano punto in cibo. 5 minuti su una mano ed erano più di 50, in 5 minuti, ora poiché anche in Amazzonia le giornate durano 24 ore, potete immaginarvi, il conto è presto fatto e Darwin stesso ebbe parecchie malattie, a un certo punto fu costretto per qualche settimana a letto e così via, erano viaggi in quantità, comunque questo Fitz Roy che era un personaggio molto singolare che alla fine divenne famoso poi a parte il fatto di essere stato il capitano di Darwin in questo lungo viaggio, oggi è più che altro ricordato perché è colui che ha ha introdotto le previsioni atmosferiche, le previsioni del tempo, e non solo le faceva nel suo ufficio, in questo suo incarico governativo, ma ebbe anche l'idea di metterle sui giornali. Quindi fu la prima volta che le previsioni atmosferiche venivano fatte, naturalmente potete immaginarvi, non le c'entrano nemmeno oggi con il computer e con la teoria del caos, immaginiamoci all'epoca. Quindi fu molto criticato e credo che cade. in depressione finché una mattina e questa è la fine del capitano Fitzroy si alzò, salutò la moglie, andò in bagno e si tagliò la gola con un coltello, quindi questo è il capitano che chiese ad un certo punto di ritorno dal primo viaggio di arruolare un geologo perché aveva capito che gli sarebbe servito nel secondo viaggio che stava per fare e l'ammiragliato lanciò il concorso come oggi diremmo e questo concorso, il bando del concorso cominciò a fare lo scaricabarile tu vuoi andare? No, no, no, assolutamente vai e va ci tu, va ci tu, finché ad un certo punto arrivò la domanda a un sacerdote che si chiamava Henslow, che era uno degli insegnanti di Darwin al collegio di teologia. Darwin, dopo aver smesso di cercare inutilmente di diventare un medico, era stato indirizzato da suo padre preoccupatissimo per il fatto che era un pessimo studente. Fin da bambino a lui non piaceva stare in aula, non gli piaceva fare i compiti, lui voleva stare nei prati a raccogliere fiori, piante. a osservare gli animali, era già un naturalista da bambino. E allora il padre capì che, anzi, si preoccupava, dice tu diventerai la disgrazia della nostra famiglia, pensati tu, il papà di Darwin. E ad un certo punto, prima lo mandò all'università a medicina, poi quando vide che non funzionava a medicina lo mandò a teologia e Darwin a un certo punto si era quasi rassegnato ad aver diventato un pastore protestante. Il pastore in fondo era la cosa più vicina al naturalista che poteva fare in maniera ufficiale. E questo sacerdote che gli insegnava le scienze praticamente in seminario, così possiamo dirlo, a un certo punto prima pensò di partire lui, poi lo disse al cognato, ma anche il cognato disse ma c'ho la moglie, non mi vuole lasciare partire, finché arrivò finalmente lo scaricabarile a Darwin. E lui molto scientificamente decise che avrebbe dovuto indagare le motivazioni, dice ma partire per un viaggio così lungo sarà utile la salute, sarà utile la carriera, poi quando torno magari... magari mannoio, eccetera, però alla fine decise di partire e fece questo viaggio meraviglioso. Anzi, io vi consiglio, se dovete leggere uno solo dei libri di Darwin, non so per qual motivo, se ve l'ha consigliato il medico, che uno e non di più, leggete Il viaggio di un naturalista intorno al mondo, che sono i racconti appunto di quello che significava all'epoca viaggiare, noi crediamo di essere avventurosi, tutti torniamo dalle vacanze dove sono stati tutti i nostri vicini di casa e tutti i nostri amici, credendo di aver fatto chissà quante cose. quali avventure? I viaggi alle piazze. erano appunto cose molto diverse e questi viaggi, prego, no no, finisci questa cosa tranquillamente, questi viaggi erano meravigliosi perché si vedeva di tutto, si capitava in cose che non sarebbero mai capitate a casa, per esempio ad un certo punto... Darwin fu coinvolto in due rivoluzioni nel Sud America, incontrò il generale Rosas che poi divenne dittatore dell'Argentina, oppure dal punto di vista naturalistico assistetta a degli spettacoli e anche dei fenomeni interessantissimi. ad esempio a Concepción ci fu un terremoto, uno spettacolo anche quello dal punto di vista naturale, un terremoto tremendo che distrusse completamente la città e provocò uno tsunami, oppure da un'altra parte in Sud America lui racconta di aver visto piovere farfalle, pensate che spettacolo meraviglioso, uno sciame di farfalle diceva che era largo e lungo un paio di chilometri e alto circa 200 metri e vedeva appunto questo rutilare di farfalle che sembrava addirittura che piovessero, veramente formidabile. Però ci sono anche le risultanze scientifiche, lui partì come geologo, anzitutto elaborò teorie ad esempio sulla formazione delle isole coralline, trovò dei fossili di animali preistorici e lì incominciò a capire che c'era qualcosa di strano. Come mai? Se Dio effettivamente, secondo il racconto della Bibbia interpretato letteralmente dai fondamentalisti, aveva prima di tutto creato le specie, questa è l'idea del creazionismo, E poi queste specie erano fisse, nel senso che non cambiavano durante il corso del tempo, cioè creazionismo e fissismo messi insieme. Come mai ad un certo punto dovevano morire queste specie? Come mai si trovavano dei resti di animali che non c'erano più e soprattutto animali che però sembravano a quelli che c'erano oggi, in qualche modo collegati fra loro? Incominciò a venirgli un forte sospetto, ma due fattori principali in questo viaggio furono la chiave di volta, la chiave di watt. parentela in questo caso e tutte e due avvennero alle Galapagos. Le Galapagos che oggi sono considerate una delle mete più ambite dai turisti naturalisti di tutto il mondo, all'epoca lo erano un po'meno perché c'era una colonia penale così come d'altra parte in Australia, l'Australia è stata a lungo il luogo dove si mandavano più lontani possibile da casa e la Cayenne vicino alla Guyane, questi posti che oggi noi consideriamo le meraviglie del mondo, all'epoca erano delle prigioni. All'aria aperta. E in particolare alle Galapagos c'era un istituto di pena per detenuti, circa 200 detenuti dell'Equador. E quando Darwin arrivò alle Galapagos il sovraintendente alla prigione gli disse una cosa che sul momento lui registrò nel diario ma non gli fece particolare impressione. Dovete sapere che Galapago in spagnolo significa tartaruga, infatti le Galapagos significa l'isola di queste tartarughe che tutti avete visto in filmati e fotografi. tartarughe enorme giganti e anche centenarie spesso tra l'altro queste tartarughe erano il cibo preferito dalle navi che si fermavano su queste rotte a volte si racconta che ne raccogliessero anche 200 esemplari al giorno pensate voi e il sovraintendente diceva darvi in queste dureranno poco ovviamente le stanno sterminando tutte alcuni esemplari più grandi più vecchi non si potevano nemmeno sollevare all'epoca no senza argani e quindi si lasciavano sulle isole ma navigatori naviganti marinai incidevano la corazza quindi c'erano le date no esattamente come i turisti di oggi la stessa cosa è comunque la cosa interessante che disse questo sovraintendente a darvi fu che lui era in grado di riconoscere le isole di provenienza delle tartarughe dalla forma del della loro corazza ed altre caratteristiche del loro con andogli un indizio molto questo subito però appunto darvi non ci pensò nonostante fosse ormai al quarto anno di navigazione quindi quindi praticamente aveva già fatto tutte le scoperte, tutte le rilevazioni che poi avrebbe portato indietro. Ma nel viaggio di ritorno, che durò un anno, pensate, perché appunto dalle Galapagos fino all'Inghilterra, passando attraverso l'Australia e così via, cioè ci volle parecchio tempo. E lui cominciò a scrivere, a meditare su ciò che aveva visto. E nei diari ad un certo punto dice delle cose molto interessanti, non so se riesco a beccare al volo il... Ecco qua, credo. che il libro l'ho scritto io, eccolo qua, nelle note ornitologiche del 36, ultimo anno di viaggio, dice, quando rifletto sul fatto che gli spagnoli sono in grado di stabilire immediatamente da dove provenga una tartaruga basandosi sulla forma del corpo, sulle sue dimensioni, in particolare su quella delle scaglie, quando vedo che queste isole in vista l'una dell'altra sono abitate da una sparuta popolazione di animali frequentate da questi uccelli che differiscono fra loro solo leggermente. occupano lo stesso posto nella natura. la stessa nicchia diremmo noi oggi, devo sospettare che si tratti solo di variazioni. Se queste osservazioni hanno un minimo di fondamento, la zoologia di questi arcipelaghi merita un esame approfondito perché, e questa è una frase sottolineata, questi fatti potrebbero smentire la stabilità delle specie. Darwin capisce che il fatto che le tartarughe siano simili fra di loro, però differenti, può essere causato dal fatto che in origine c'era un'unica specie che poi si è... differenziata e si è adattata a condizioni diverse delle varie isole l'altro fatto, ho detto che ce n'erano due alle Galapagos furono i famosi fringuelli i fringuelli di Darwin su cui c'è tra l'altro un libro meraviglioso che ho citato in bibliografia che si chiama Il becco del fringuello lì Darwin non se ne accorse assolutamente subito, raccolse anzi questi esemplari di animali poi impagliati e riportati indietro in maniera molto larinfusa e quando tornò li diede ad esaminare a un biologo che si chiamava Gould come il biologo dello scorso secolo ma non credo che ci fossero parentele e questo Gould scoprì che questi fringuelli erano in realtà 13 specie diverse nonostante fossero molto simili e le differenze erano differenze nel becco, nella conformazione, nella capacità appunto di beccare e di prendere semi diversi e questo è l'altro indizio ed è un indizio tra l'altro formidabile perché oggi addirittura c'è una famiglia e mi sembra che se ne sia parlato recentemente sui giornali anche perché hanno rilasciato in... interviste in occasione di questo anniversario darwiniano, c'è una famiglia di due biologi che si chiamano Peter e Rosemary Grant che da vent'anni vivono in una delle isolotte delle Galapagos, Daphne, o meglio ci vanno per vari mesi all'anno e fanno un monitoraggio quotidiano di ciò che succede a questi fringuelli, hanno messo cartellini alle zampette a ciascuno degli esemplari, seguono coloro che muoiono, coloro che nascono a seconda delle... con formazioni non soltanto del terreno ma anche e soprattutto dei cambiamenti climatici, quindi vedono quali sono le risultanze, gli effetti delle alluvioni quando piove molto oppure delle siccità e hanno visto effettivamente l'evoluzione in atto. Questo era per dire che in fondo coloro che dicono che l'evoluzionismo non è una teoria scientifica perché non si possono fare esperimenti e non lo si può osservare questa teoria se non in tempi geologici, in tempi biblici diremo visto che sono quelli che lo dicono. non sanno evidentemente che si può fare anzitutto osservandoli direttamente in natura e poi facendoli in laboratorio. Tra l'altro il laboratorio talvolta è il nostro corpo perché quando prendiamo degli antibiotici sterminiamo batteri che abbiamo dentro di noi che ci causano infezioni, malattie e così via, però nello stesso tempo c'è una minoranza di questi batteri che si è regionata e diventa resistente e quindi noi sperimentiamo anche la pericolosità. perdita di efficacia degli antibiotici è un esempio di applicazione nel nostro corpo e su tempi brevi poi, non su tempi lunghissimi dell'evoluzione. Anzi posso citare un esempio interessante di esperimento che è stato fatto, che potete fare tutti voi anche se adesso che ve lo descrivo forse non molti saranno attratti dalla cosa. Mi immagino che almeno coloro che sono regolari, come si dice quando si va dal proprio medico curante, la mattina si alzano e vanno in bagno e fanno quello che devono fare. L'abitudine sana degli occidentali è ovviamente di non tenere le cose che vengono fatte, soprattutto la carta igienica che viene usata, la si scarica nel water tirando l'acqua. Un biologo negli Stati Uniti per un anno invece ha buttato via quasi tutto, però teneva una strisciata di questa carta igienica, pensate come si possono fare anche in casa queste cose, la prima parte si fa in casa normalmente. ma anche l'esperimento intendevo, e ha osservato che cosa succedeva all'escherichia coli, che è un batterio che noi abbiamo dentro il nostro intestino, a miliardi di esemplari, fra l'altro io ho scritto un intero capitolo su questo libro a proposito dell'escherichia coli, perché è un po'uno degli esseri, degli organismi su cui gli scienziati si sono concentrati o accaniti, a seconda di come si voglia dire, e hanno fatto ricerche che hanno portato quasi a una dozzina di premi Nobel, pensatelo. un batterio estremamente interessante, ma questo particolare biologo ha osservato che nel corso di un anno nel suo intestino soltanto delle scarichiacoli si erano formate una cinquantina di ceppi differenti di cui solo due erano sopravvissuti. Quindi quello che dicevi tu è proprio vero in senso letterale, cioè dentro di noi l'evoluzione è in atto ed è in atto in tempi brevissimi appunto. E anzi il modo migliore forse per osservare l'evoluzione dal vivo è proprio di vedere come batteri e virus si combattono. dentro gli organismi e come diventano immuni, resistenti gli uni agli altri e a volte sopravvivono, a volte invece periscono. Questa è l'evoluzione, non c'è bisogno dei tempi geologici, in questo forse Darwin ha un minimo di colpa, ma non è una colpa, perché lui nel suo libro sottolineava che questi piccoli cambiamenti avrebbero richiesto tempi lunghissimi, tempi geologici per provocare poi dei cambiamenti di specie. Lo faceva perché... Il suo maestro era Charles Lyell. un geologo che scrisse proprio in quegli anni in cui lui partì per il Colbigol i principi di geologia, anzi quello è un libro che lui si portò dietro in viaggio e incominciando ad osservare appunto le conformazioni geologiche nei vari luoghi che lui visitava con con la nave, col Beagle, incominciò a capire che Lyell aveva visto giusto, però ecco, nel caso della geologia ovviamente i cambiamenti sono in tempi geologici. E lui per analogia trasportò questi tempi geologici anche alla biologia. che non ci ha affatto bisogno di tempi biologici, le cose possono succedere nel giro di pochi giorni e in un anno addirittura le specie che si formano nel caso dei batteri sono addirittura decine. E poi ci sono altri casi anche classici, c'è il caso di una farfallina che si è adattata allo smog di una città inglese e ha modificato il proprio colore per mimetizzarsi meglio grazie allo smog, per esempio. Questo è avvenuto nell'arco di alcuni decenni. Questo è uno degli effetti della rivoluzione industriale. effettivamente questa falena credo che fosse era bianca, perlomeno chiara e ad un certo punto la fuligine la fece diventare nera, ma non nel senso che la sporcò, semplicemente nelle case sporche di fuligine una falena bianca era più... Quindi questo non era più un vantaggio evolutivo ma uno svantaggio e la farfallina che non è scema dice ma mi adatto diventando più scura ah ah ah, questo è un antropomorfismo perché non funziona quello che ho detto? Dillo eh perché in realtà non è la farfallina non c'è un finalismo nel darwinismo esatto, alcune farfalline che... invece piano piano sono diventate nere, sono state più adatte nella sopravvivenza, favorite nella lotta per la sopravvivenza e infatti questa fu una delle prime prove storiche della correttezza dell'evoluzione perché erano state conservate molti esemplari di queste farfalle nei musei di storia naturale, andando a vedere esattamente che cos'era successo, si è ricostruito questo percorso. che poi tra l'altro col passare della rivoluzione industriale e quindi anche con un po'i filtri e un po'l'ecologia ante litteram queste farfalle poi alla fine sono ritornate ma nel senso che anche quelle che avevano poi una conformazione più chiara non avevano più lo svantaggio evolutivo e quindi hanno ripreso. E visto che siamo su questo discorso allora diciamo chiaramente che non c'è un miglioramento nell'evoluzione, l'evoluzione è selezione e adattamento alle varie situazioni ma non con un... nemmeno una implicita, involontaria finalità di miglioramento, cioè non c'è un obiettivo. Anzi questo è proprio il punto centrale, io credo, su cui poi si sviluppano le polemiche, perché la famosa frase di Spencer, che in realtà era un filosofo, però coniò questa frase che Darwin poi accolse e fece diventare un po'il motto della teoria dell'evoluzionismo, cioè la sopravvivenza del più adatto. Ora più adatto non significa migliore, significa... appunto più adatto, anzi nei libri di Darwin si vede chiaramente che spesso il più adatto è dal punto di vista tra virgolette etico morale il peggiore sono proprio i peggiori che sopravvivono perché in realtà sono più adatti no no non sopravvivono nel senso così ma per esempio, guardate ad esempio i programmi televisivi, lo scorso due o tre giorni fa si è parlato di questo fatto come mai il grande fratello ha questa grande sopravvivenza, non si può dire che sia il programma migliore, magari qualcuno lo lo pensano, ma credo che coloro che vengono a seguire queste conferenze magari abbiano altre idee. Eppure sono quelli i programmi che sopravvivono perché sono più adatti al popolo televisivo, mentre invece altri poi la gente si stupisce e dice ma come? Non si guardavano quella sera famosa in cui è morta la Renglaro, appunto non si guardavano gli altri programmi e la gente guardava il Grande Fratello. Come mai c'è il Grande Fratello? Perché è più adatto appunto al pubblico televisivo. E qualcuno lo sapeva bene. E qualcuno lo sa bene perché quello lì sì che c'è la teleologia e poi detta così. teleologia, più chiaro di quello. Vorrei ancora domandarti qualche cosa su quel viaggio, cioè chiederti di raccontarci un particolare curioso. Dunque abbiamo detto c'è stato un primo viaggio senza Darwin a bordo, ma in quel viaggio furono più o meno percorse le stesse coste del Sud America fino alla Terra del Fuoco e fu... furono prelevati, perché non si può usare un'altra parola, alcuni esemplari della Terra del Fuoco, cioè un campione di popolazione fuegina, come si dice con parola precisa. furono portati a londra provarono a vestirli bene in modo che provarono anche insegnare loro l'inglese e così via e furono in qualche modo civilizzati tra virgolette e poi furono di nuovo imbarcati questa volta sì sulla nave sono ci sono visti che forse si sono visti sulla nave dove appunto viaggiava darwin furono riportati nella terra del fuoco quindi nelle stelle estremo sud dell'America meridionale. Ecco questa storia ce la puoi riassumere brevemente? Perché ha dei particolari abbastanza fascinanti che Darwin racconta, ma lo racconta anche molto bene. Un libro che consiglio a molti, perché prima ho detto di leggere naturalmente il viaggio di un naturalista intorno al mondo, però quella è una visione unilaterale, nel senso letterale, che è il racconto di uno dei passeggeri di questa nave. Ma sulla nave c'era quel capitano al quale ho accennato prima, Fitz Roy, poi ovviamente c'erano altri... dei marinai, e allora vedere una storia che metta insieme tutte queste informazioni e poi non solo, nel caso di Darwin ad esempio, lui pubblicò questo libro di viaggio, ma aveva i suoi diari, le informazioni per questo libro, le trasse dei diari, ma non mise tutto ciò che c'era nei diari in questo suo libro. E c'è un libro di un signore che si chiama, dunque esattamente Randall, credo che sia, Randall Keynes Darwin, ora naturalmente uno che abbia questo nome si può immaginare che... Vediamo un po'se lo trovo subito, eccolo qua. Ah no, Richard, pardon, Richard Keynes Darwin. Era un pronipote di Darwin e naturalmente anche legato all'economista Keynes, di cui porta il cognome, e ha scritto questo libro che si chiama Fossili, Fringuelli e Fuegini, le avventure e le scoperte di Charles Darwin, ed è edito dalla Bollati Boringhiere un paio di anni fa, 2006. Ed è un racconto affascinantissimo, anche perché in fondo, certo, leggere il libro di Darwin e fare... praticamente il viaggio con lui, però non tutte le cose che Darwin racconta forse sono le più interessanti, è un libro molto corposo. E invece questo Keynes cerca di raccontarci anzitutto le risultanze di questo viaggio, mette a fuoco e anche un po'in equilibrio tutti questi vari aspetti, il capitano, le note di Darwin, i suoi diari, le scoperte, quello che poi si è venuto a sapere in seguito anche. E in particolare, come vedete, già nel titolo c'è la parola fuegini, questa strana parola che significa semplicemente abitante della terra del fuoco. E Darwin li vide poi quando la nave ritornò, però nel primo viaggio, come dici giustamente tu, 5 o 6 di questi, o 4 o 5 di queste persone, che erano trattate appunto come animali semplicemente da esibizione, furono prelevati e portati in Inghilterra. E poi furono riportati indietro nel secondo viaggio. E si racconta sia da parte di Darwin... da parte di Keynes quali furono tra l'altro i momenti dell'incontro con i parenti. Tutti furono stupiti del fatto che anzitutto a distanza di molte centinaia di metri loro riconobbero i loro parenti dalla voce soprattutto. Ancorché vestiti di tutto punto. Esatto, però non ci furono assolutamente, perlomeno dal punto di vista così evidente, delle manifestazioni di affetto. Cioè la più completa non curanza, questi scesero, si salutarono con la madre, con i fratelli e ricominciarono a vivere così. E quando la nave ripassò di lì erano completamente ritornati alla condizione precedente. Una di queste tra l'altro fu poi rivista molti anni dopo, credo addirittura decenni dopo, sapeva ancora parlare un pochettino l'inglese ma era completamente abbruttito. Darwin racconta e fa anche addirittura una classifica perché essendo naturalista all'epoca faceva così, classificava le specie perché non le raccontava. razze, come chiamava lui, di uomini. E dice che i fuegini erano veramente al fondo di questa classifica. Anche i maori della Nuova Zelanda, dice, terribili, addirittura i maori non sapevano nemmeno parlare, dice, facevano soltanto dei suoni che non avevano nessuna parvenza di linguaggio. Oggi naturalmente gli si darebbero queste cose suonate al Darwin stesso, perché le idee di Darwin a volte erano anche un po'espressione di... C'erano tutti gli errori del tempo anche nella sua mente. Soprattutto non tanto nell'origine delle specie che oggi si può leggere senza avere particolari reazioni emotivo negative. L'origine dell'uomo è un libro più difficile da leggere, ma non come difficoltà tecnica, ma per il fatto che si fanno affermazioni anche abbastanza crude. Ve ne leggo alcune, sempre che le riesco a trovare con una dimostrazione del fatto che sono l'autore. Eccole qua, e quindi capite subito. che è ecco qua Sentite, questo è quello che poi fa scatenare le ire, anche giustamente in questo caso, di coloro che sono i detrattori del darwinismo, che parlano di darwinismo sociale, cioè di applicazione delle teorie di Darwin. alla umanità e Darwin dice letteralmente, queste sono parole sue, nell'allevamento di animali domestici l'eliminazione di quegli individui per quanto scarsi che in qualche modo sono inferiori è un elemento non trascurabile per il successo. Ne sta parlando perché sostiene che è assurdo che gli uomini si tengano questi pesi di individui inferiori perché questo, quando si parla di animali, è un elemento del successo, eliminarli. Oppure, eccettuato il caso dell'uomo, è raro che qualcuno sia così ignorante da permettere che i propri peggiori animali si riproducano, quindi l'idea è castrazione eccetera. Qui sentite delle idee che in fondo sono tipiche di una certa parte politica. che forse è più darwinista di quanto poi creda, nonostante cerchi di eliminare. Magari cerchi di opporsi al darwinismo. Oppure, questo è interessante, su questo sono d'accordo anch'io, i figli dei ricchi hanno un vantaggio su quello dei poveri nella corsa al successo, indipendentemente dalla superiorità fisica o mentale. Non diciamo assolutamente nomi e cognomi, ma comunque possiamo immaginarci che effettivamente sia così. E questa è un'osservazione molto interessante, sempre nello stesso stile. Nell'eterna lotta per l'esistenza e la razza inferiore... è inferiore e meno favorita che ha prevalso e non per le sue buone qualità ma per i suoi difetti, è quello che dicevamo prima, cioè la sopravvivenza è più adatto, non significa la sopravvivenza del migliore, tutt'altro. E tra l'altro lui dice che la Chiesa ha le sue colpe, ora uno dice come? Pure in questo la Chiesa ha le sue colpe? Certo perché ha le colpe di tutto, quindi in particolare anche di quello, ma in che modo? Beh lui dice perché ha sistematicamente impedito agli spiriti migliori di riprodursi, come? O perché li ha ruotati? cioè i migliori diventavano appunto padri della chiesa, si facevano diventare preti e così via, quelli avevano la castità perlomeno ufficiale, non potevano riprodursi ed è un peccato per esempio uno come Tommaso d'Aquino o i grandi scolastici che ci hanno lasciato queste opere così importanti nella storia del pensiero, quelli non hanno avuto discendenti perché erano preti, quindi insomma la chiesa ha una colpa in questo e l'altra colpa è che invece gli spiriti che avrebbero voluto magari riprodursi, Ogli è stato impedito direttamente, nel caso di Abelardo sapete che cosa è successo, ma più estremo, perché ancora più estremo sono tutte le persone che in fondo erano ribelli e la ribellione spesso è un sintomo di avere una personalità e un'intelligenza diversa da quella della norma perché si va contro a quelle che sono le opinioni comuni dell'epoca e cosa si faceva? Si bruciavano, si eseguivano, si mandavano all'inquisizione eccetera. E lui dice che la cosa è contraria invece negli Stati Uniti, gli Stati Uniti hanno fatto il contrario, sono stati creati in fondo, fondati dai padri fondatori che erano gente che scappava dall'Inghilterra, sono arrivati lì, hanno accolto tutti gli spiriti ribelli e sono diventati già all'epoca una potenza mondiale, oggi la prima potenza mondiale, proprio facendo il contrario di quello che ha fatto la Chiesa. E'interessante anche come osservazione sociologica questo fatto che la riproduzione in fondo deve essere in qualche modo facile. facilitata di coloro che sono gli elementi migliori, non mandandoli in galera o facendoli diventare preti, e quindi sterilizzandoli perlomeno in maniera metaforica. Allora abbiamo visto il Darwin giovane che non voleva studiare, che sveniva nella sala di anatomia, abbiamo visto il Darwin ancora giovane, ma che cercava ormai la sua strada, che si imbarca sul Beagle nel 1831, viaggia per cinque anni, torna nel 1836 con questo tacquino di appunti da cui poi deriverà tutta la sua opera. Adesso parliamo un po'di Darwin dopo il suo ritorno a casa, parliamo della sua famiglia, tra l'altro ebbe parecchi figli, uno fu anche astronomo, Charles Darwin ebbe un figlio, astronomo Georg mi pare si chiamasse, che ebbe anche l'idea di una teoria sull'origine della Luna che in parte fu accettata al suo tempo e ha ancora qualche cosa forse di quasi vero anche oggi. Ecco parliamo un po'della famiglia di Darwin e anche di questo suo temperamento, era ipocondriaco. Non voleva incontrare nessuno se non pochissimi amici, non voleva andare in giro a spiegare la sua teoria, si sentiva appunto addosso a tutte le malattie di questo mondo. Ecco, raccontaci qualche cosa della sua casa, del suo ambiente. Tra l'altro possiamo far vedere forse l'ultimo filmato che parla proprio, non mi ricordo se era il secondo, comunque quello della casa. Darwin ha subito, se vogliamo usare i termini della sua opera, una mutazione ad un certo punto. avventuroso avventuriero che amava andare a cavallo nei campi, andare a fare l'esploratore e poi che fece addirittura il giro intorno al mondo in cinque anni, quando tornò divenne una persona completamente diversa. Ad esempio nel caso della lettera. Lui diceva che non riusciva più a leggere romanzi, non riusciva più a leggere poesie. Mi piaceva molto Shakespeare, non lo voleva più leggere. Shakespeare dice adesso che Milton lo trovava insopportabilmente sciocco e noioso. Ma qualcuno sostiene addirittura che in quel viaggio lui si è riuscito a leggere poesie. si prese delle malattie, c'è anche addirittura un'ipotesi precisa, quando stette a letto per molte settimane, sembra che una delle possibili conseguenze sia stata un'infezione da un organismo locale che poi gli lasciò appunto questa prostrazione per tutta la vita, però il risultato è quello che alla fine lui si chiuse in casa ecco la casa di Down vedete che non era esattamente una casa popolare no, certamente, poi Darwin appunto era un benestante, anzi il padre si era preoccupato quando darwin scoprì mentre faceva medicina di essere figlio di un ricco e allora disse al padre ma perché mi devo preoccupare di studiare se intanto tu sei ricco e mi potrai mantenere questo è il suo studio tra ma fra l'altro che potete anche rivedere ricostruito nella mostra che è stata inaugurata oggi a roma e io avevo visto appunto la mostra all'epoca a new york e c'è la ricostruzione dello studio di questa casa lui disse lì per 40 anni praticamente perché morì nel 82 e non si mostra Anzi addirittura racconta che quando venivano a trovarlo gli amici a cena, agli inizi, perché poi ovviamente visti i sintomi che adesso vi dirò era inutile invitarli, venivano gli amici a cena e quando se ne andavano lui dice che addirittura vomitava per il dispiacere di averli visti. E gli unici amici che non lo facevano vomitare letteralmente erano Lyle che ho citato prima, il geologo, e Huxley, il mastino di Darwin. due persone con molta parsimonia, stava con la moglie e ebbe dieci figli, perché è chiaro che stare a Dauna senza amici a un certo punto così, si è dimenticato completamente di questi figli quando racconta dei suoi libri, dice in fondo, adesso non so se anche questa la trovo al volo, ma dice ecco non ho altro da ricordare relativamente al resto della mia vita che la pubblicazione dei miei libri. Pensate che felicità a questi dieci figli. completamente dimenticati. Non fu un padre affettuoso, indubbiamente. Però in realtà soffrì molto, ad esempio, quando la figlia morì. Quel caso sì, anzi, quello contribuì poi all'isolamento ulteriore. Non solo, anche al rifiuto poi della religione, perché lui non capiva il problema essenziale della religione. Come può esserci la sofferenza, il male. La teodicea, cioè l'esistenza appunto del male. Ma è interessante andare anche a vedere come lui scelse di sposarsi, perché era molto scientifico. prima di partire per il Beagle si era messo a esaminare i pro e i contro. Sì, esatto. Anche nello sposarsi. Allora vi dico per esempio alcuni pro e contro prima del viaggio. Vedrete che non era un femminista adesso. Sconveniente per un futuro, si parla del viaggio adesso. Prima il viaggio, poi vediamo il matrimonio. Sconveniente per un futuro pastore evangelico, chissà poi perché, fare un giro intorno al mondo, che cosa gli poteva cambiare. Progetto pazzesco, questo è vero sicuramente. Non potrei più adattarmi a una vita sedentaria, che è l'esatto contrario di quello che è successo invece, perché lui andò in giro per il mondo. e poi dopo non fece altro che fare il pantofolaio. Poi disse potrebbe essere un'impresa inutile, mai naturalmente un giudizio preventivo è stato così sbagliato, ma quando decise invece tornato di sposarsi, o meglio affrontò il problema se sposarsi oppure no, fece una cosa proprio sistematica, prese dei fogli e scrisse il titolo, questo è il problema, sottolineato, cioè sposarsi oppure no. Allora leggeva ancora Shakespeare. Certo, probabilmente, this is the problem. Tu me la chiami? Mary or not to Mary. Se volete tra l'altro vedere l'originale, perché poi potete immaginare che me le inventi io queste cose, ma invece sono esattamente così come le racconto, nell'autobiografia nell'edizione in Audi ci sono vari appendici, una di queste riporta integralmente queste note, che sono piuttosto crude, sono interessanti più che altro, perché quali sono i motivi a favore o contro del matrimonio? Per esempio, uno dice da sposati non si può leggere la sera, ma chissà perché, in fondo credo che... Queste le scene che vediamo nei film oggi sono in genere marito e moglie che leggono i propri libri, invece secondo lui non è così. Si ingrassa, tutto dipende dalla moglie che uno sposa perché ci sono molte donne soprattutto moderne che non sanno nemmeno fare un uovo al paletto quindi non credo che si ingrassa. Comunque, questo è molto interessante perché rivela anche il tipo di persona che era. Se si hanno molti figli, che probabilmente è legato al fatto che non si può leggere la sera, bisogna guadagnarsi il pane. Questo è interessante. finisce di fare i figli, poi tocca pure mantenere. Vedete che non era un romantico. Era molto romantico. Siamo in pieno positivismo. Ma poi soprattutto, naturalmente, ci sono anche gli aspetti positivi. Il primo è che certe cose fanno bene alla salute, non specifica quale, ma possiamo sapere, certe cose, mangiare gli intingoli probabilmente. E poi, soprattutto, l'argomento principe, che è la cosa principale, l'argomento romantico, che lo fece decidere a favore del matrimonio, invece che no, perché scrive lui letteralmente. è sempre meglio una moglie con cane. Questo detto da un naturalista è un grosso complimento ovviamente perché è uno che ama gli animali e lui aveva comunque i cani, aveva la moglie, anzi sui cani fece delle osservazioni molto interessanti, in particolare ce n'è una che ripete sia nell'autobiografia che nell'origine dell'uomo e che quindi evidentemente gli era piaciuto molto, è quella che io chiamo la teologia da cani, perché lui cerca di capire come mai... Grazie. anzi meglio cerca di convincerci del fatto che in fondo vediamo se lo riesco a trovare forse non più così a caso, mamma mia, lui cerca di convincerci del fatto che l'uomo non è diverso dagli animali e gli animali non sono diversi dall'uomo, nel senso che non ci sono differenze qualitative, si tratta soltanto di quantità. Tra l'altro da questo punto di vista intanto tu puoi cercare, dobbiamo ricordarci che Darwin è... è anche il fondatore dell'etologia, in qualche maniera, e anche della psicologia. C'è un suo libro, appunto, sull'espressione dei sentimenti negli animali e nell'uomo, dove queste scienze che noi riteniamo più recenti, in realtà vengono già fondate nell'Ottocento. Vedo che questo passo... Come vedi, ancora non l'ho trovato. Poi disse di averlo scritto lui, ma in realtà l'ha scritto quasi tutto Darwin. Non mi ricordo, non mi ricordo. Vabbè, certo, è proprio questo il problema che mi manca. Mi manca quella... Maledizione, a meno che non l'abbia più rimessa, perché... semplicemente avendolo già messo in un altro libro. Ma comunque lui sta cercando di spiegare come mai si riesca a diventare religiosi anche se si è degli animali. E racconta questo episodio, ve lo dico a voce, semplicemente, lui dice ma a parte le religioni istituzionalizzate, da dove nasce nell'uomo l'idea di Dio? E lui dice anzitutto gli uomini sognano, e questo è un fatto ovviamente, e il sogno ci fa venire in mente. che ci possono essere degli esseri, che noi sogniamo per l'appunto, che non hanno un'esistenza materiale, cioè è dal sogno che l'uomo, soprattutto il selvaggio come lo chiamerebbe lui, l'uomo primitivo, deduce l'esistenza di spiriti immateriali. E naturalmente nel momento in cui ci sono gli spiriti poi il passo a antropomorfizzarli o ipostatizzarli è breve. E allora lui racconta tra l'altro un episodio legato appunto al suo cane, dice che un giorno a Down, in quella casa che è la casa di un uomo, che abbiamo visto, era una domenica credo molto affosa, quindi lui e il cane, la moglie stava lavorando dall'altra parte, ormai la stava tradendo con il suo cane, stavano lì seduti a far nulla e non c'era praticamente vento, però ogni tanto si alzava una leggera brezza che faceva sventolare un parasole un po'lontano e ogni volta che il parasole sventolava il cane abbiava e questo per noi sarebbe stato assolutamente un fatto insignificante, invece lui... notò questo strano collegamento cioè il cane non vedeva nessuna gente materiale però vedeva qualcosa che si muoveva e deduceva che c'erano degli spiriti in altre parole qualche ente immateriale che era la causa di queste cose lui dice ecco vedete in fondo questo è anche la dimostrazione che persino negli animali c'è un'idea degli spiriti e quindi addirittura si può arrivare a una protoreligione lui sempre parlando dei cani dice che in fondo l'attaccamento Il praticamento del cane per il proprio padrone è molto simile all'atteggiamento del fedele nei confronti della divinità e questo è un light motif dell'origine dell'uomo, cioè il fatto di dire che gli uomini e gli animali non sono diversi se non appunto per gradazione, si passa anche nelle cose che noi crediamo più tipicamente umane, cioè la ragione, il linguaggio, la religione eccetera, si passa per gradi dagli animali fino all'uomo. Allora, vediamo ancora quelle che sono le prove più recenti dell'evoluzionismo. E ce le ha date la genetica. Dobbiamo dire che quando Darwin scriveva, padre Mendel, incrociando diverse varietà di piselli, già aveva individuato alcune leggi fondamentali della genetica, pur in assenza totale del concetto di gene, che poi arriva molto tempo dopo. Quindi Darwin non sapeva niente di tutto questo, pur essendo un suo contemporaneo. E oggi però con la genetica ci possiamo addentrare. dentro l'evoluzione e la cosa sorprendente è che quando noi esaminiamo il genoma i geni anche di forme di vita molto semplici ricordavi prima le scheriche a coli ma potremmo ricordare per esempio il moscerino della frutta che è un altro di questi animali molto studiati o il vero il vero di cellule il cino rabdi test che hanno altro vermetto molto studiato fatto soltanto di un migliaio di cellule ecco quando studiamo questi animaletti così lontani da noi scopriamo che gran parte dei geni sono comuni, cioè in qualche modo la biologia mette insieme dei mattoncini, questi geni, che sono comuni a tutti noi, del resto la molecola del DNA percorre tutta la... come dire la varietà delle forme viventi ed è identica dalle piante, cioè identica no, ma insomma la struttura molecolare di base rimane costante. Ecco, queste cose noi le vediamo oggi direttamente nella genetica, cioè ci rendiamo conto che questo passaggio molto graduale da una specie all'altra e addirittura anche tra specie molto lontane tra di loro è reso possibile da un gioco di combinazione di questi geni. Su questo tema, su questo aspetto, che cosa ci puoi dire? Anzitutto è interessante soprattutto leggere, se volete leggere soltanto alcune pagine di Darwin, io vi consiglio la conclusione dell'origine delle specie, perché quello è veramente un cantico. Io addirittura il capitolo sull'origine delle specie l'ho intitolato così, il cantico delle creature, perché quello sì che è veramente una poesia sulla natura. Ma in quella conclusione Darwin si lancia in ipotesi, ovviamente all'epoca non potevano essere dimostrate, cioè... Lui parla anzitutto di una metafora che sia lui che Wallace, dobbiamo almeno citare Wallace, che in fondo è stato il co-scopritore della teoria dell'evoluzione per selezione naturale, anzi il motivo per cui Darwin poi pubblicò questo suo libro, L'origine delle specie, nel 59, è perché nel 1858 ricevette dall'arcipelago malese, da questo suo più giovane coautore in seguito e collega che si chiamava Wallace, un articolo che praticamente era il sunto, però indipendente di quello che lui stava scrivendo. Lui ne fu anzitutto estremamente turbato perché capì che ormai aveva aspettato così tanto, stiamo parlando del 1858, lui era tornato col Beagle nel 1836, aveva cominciato subito a pensare a questo che lui chiamò il mistero dei misteri, l'origine delle specie, quindi aveva lavorato a questo problema per vent'anni, forse troppo, e a un certo punto gli arriva un articolo. che dice che qualcun altro ci è arrivato indipendentemente, ha aspettato troppo. Però fortunatamente Darwin aveva scritto l'anno prima a un biologo che si chiamava Gray una lunga lettera in cui anche lui in qualche modo riassumeva le sue teorie e ne aveva parlato con altri, insomma quindi alla fine si decise nella società Linnea di pubblicare questa lettera di Darwin con un estratto dell'origine delle specie e l'articolo di Wallace, però ufficialmente Wallace è il co-scopritore. della teoria dell'evoluzione per selezione naturale. Quando poi scrisse il libro L'origine delle specie, nell'inizio, compendio storico, Darwin in realtà traccia una specie di storia dell'evoluzione, partendo addirittura da Aristotele, il quale già aveva intuito, infatti ho riportato anche questo breve pezzo nel libro della fisica di Aristotele, aveva già intuito il meccanismo fondamentale della selezione naturale. E cita Darwin una trentina di precursori, i quali non soltanto gente come Lamarck, che ovviamente... erano evoluzionisti avevano una teoria completa e complessa dell'evoluzione ma scorretta però nei tratti essenziali ma anche gente che invece aveva trovato diciamo così le idee giuste ebbene dicevo questo è l'inizio dell'origine della specie ma alla fine dell'origine della specie darwin parla di come si può intendere questo grande albero dell'evoluzione lui dicevo sia lui che wallace parlavano in usato questa stessa metafora. Agli inizi la metafora di Darwin era diversa, era quella dei coralli. E poi in seguito, anzi c'è un libro che si chiama I coralli di Darwin, sempre pubblicato dalla Latte Boriglieri, che ho citato anche qui in bibliografia, e poi questa metafora un po'cambiò e divenne quella dell'albero della vita, tra l'altro con reminiscenze anche qui, bibliche eccetera. E l'idea è poi quella, c'è questo grande tronco da cui si ripartono dei rami e naturalmente gli alberi oggi noi diremmo in termini matematici sono dei frattempo. Quindi a loro volta i rami sono come dei tronchi da cui si ripartono degli altri ramoscelli, i ramoscelli hanno dei ramoscelli ramoscelli e così via. E le specie si producono per l'appunto in questo modo. Ma in quella conclusione dell'origine delle specie Darwin si lancia a ipotizzare che in fondo ci siano state poche origini per la vita, dice 5 o 6 forse soltanto o addirittura, e questa era una cosa veramente all'avanguardia, addirittura forse un po'più. una sola, cioè l'origine sia poi scaturita da un unico organismo vivente che ha prodotto tutti gli altri. Ora le parole conclusive sono proprio queste tra l'altro di questo cantico, dice da un così semplice inizio innumerevoli forme bellissime, meravigliose si sono evolute e continuano ad evolversi, ma era all'epoca veramente soltanto una teoria, anzi si potrebbe dire quasi una visione poetica. Ebbene negli anni 60... Dopo la scoperta del DNA, anzi negli anni 50, la scoperta della doppia elica del 53 e di Watson e Crick si cominciò a pensare a come era fatto il codice genetico. Nel famoso articolo 53 Watson e Crick dicono che non ci è sfuggito, quella è una delle famose frasi della biologia degli anni 50, che la struttura del DNA potrebbe suggerire un possibile meccanismo per la riproduzione. qual era il codice genetico il diciamo così il vocabolario con cui funzionava la è questa riproduzione e questo vocabolario fu decifrato da un signore che si chiama nirenberg che ho avuto la fortuna di conoscere a lindau in uno di questi meeting dove si incontrano ogni anno 50 60 volte premi nobel tutti insieme e la concentrazione più alta di intelligenza che che si possa immaginare e poi ci sono tutti gli altri non che fanno come dante nella valle detta fiorita, io fui sesto, sessantesimo, fra cotanto sendo. E con Nuremberg ho parlato un paio di volte, gli ho fatto anche un'intervista e lui mi ha raccontato un episodio interessante della sua ricerca, cioè del fatto che quando riuscì a scoprire, a decifrare meglio il codice genetico, lo fece tra l'altro con l'escherichia coli, gli venne in mente di vedere se in realtà il codice genetico fosse lo stesso per altre specie. E infatti così fu, prese tre specie. di cui non ricordo adesso c'era una pianta mi sembra e un altro organismo e scoprì che effettivamente il codice era lo stesso questa in realtà certo non sono dimostrazioni però il modo più semplice di spiegare difficile spiegarlo in altra maniera come mai ci sia un unico codice genetico e proprio perché la vita si è evoluta no a partire da un unico origine e ricordo che nirenberg chi di voi forse la letta questa intervista che ho pubblicato negli incontri con venti strorti lui dice quello è stato veramente un momento quasi mistico e ancora adesso vi dice quando io apro la finestra e guardo sul giardino e vedo non lo so magari un uccello che sta volando un coniglio che corre per le cose e qualche fiore mi accorgo dico ecco sono io che ho scoperto che in tutti questi casi il loro codice genetico e lo stesso è in fondo ho scoperto ho dimostrato diceva lui quello che darwin aveva intuito che c'è un'unica origine per le specie. E questo è l'aspetto forse più interessante che la genetica ha permesso per l'appunto di dimostrare. Ma ce ne sono tanti altri. Uno, per finire con una piccola polemica, se posso, perché altrimenti poi la gente si annoia, c'è un signore che ha fatto questa dichiarazione ad un certo punto. Allora, vediamo se la trovo. Eccola qua. Allora, in un capitolo che non a caso si chiama osservare l'evoluzione in atto. Dichiarazione fatta il primo settembre del 2006, questo signore dice la teoria dell'evoluzione in gran parte non è dimostrabile sperimentalmente in modo tanto facile perché non possiamo introdurre in laboratorio 10.000 generazioni, il discorso che facevamo prima, cioè l'idea comune dell'uomo comune, l'uomo della strada se così possiamo chiamarlo, e che in fondo si può anche essere contrario all'evoluzione. perché questa non è una cosa che si può portare nei laboratori. Questa dichiarazione è stata fatta a Castel Gandolfo, quindi potete immaginarvi chi è che ha fatto questa dichiarazione, ma la cosa più sorprendente non è che il Papa, perché poi di lui si trattava, dica una cosa di questo genere, perché in fondo sta parlando di cose che non sa e che forse anche non capisce e allora può dire cosa gli pare. Ma la cosa interessante è che questo è stato fatto in un raduno che si chiama Creazione ed Evoluzione, in cui Ratzinger aveva... aveva radunato i suoi allievi, sapete che Ratzinger è stato professore all'università in Germania per lunghi anni, prima di arrivare al santo ufficio, negli anni 80, e questi allievi si incontrano ogni anno, fanno un meeting, sono tutti tedeschi ovviamente, quindi parlano fra loro, non c'è nemmeno problema della lingua, quindi quando si tratta di parlarsi. E'quell'anno lì nel 2006 che è un anno cruciale perché è l'anno in cui la settimana prima Ratzinger licenziò padre Cohen dalla specola vaticana. aveva difeso l'evoluzionismo contro il cardinale di Vienna Schomburg che invece aveva pubblicato un articolo sul New York Times dicendo che l'evoluzionismo è tutto sbagliato e invece bisogna seguire la teoria del disegno intelligente. Quell'anno il meeting, tra l'altro Schomburg è il principale alunno o allievo di Ratzinger, avevano radunato un po'di scienziati e queste dichiarazioni che ho letto adesso non si possono introdurre in laboratorio. laboratorio, 10.000 generazioni, sono state fatte nel pomeriggio del primo settembre, quando la mattina, di fronte a Ratzinger, che forse dormiva, il presidente dell'Accademia delle Scienze Austriaca, che parlava in tedesco, Peter Schuster, aveva detto, testuali parole, Richard Lenski, dell'Università del Michigan a East Lansing, nell'anno 1988, ha iniziato un esperimento che continua ancora oggi, vent'anni dopo. combattere del tipo e Scherichia-Coli, abbiamo capito che questo è veramente uno dei banchi di prova, che egli, Lenski, lascia evolvere in condizioni costanti. A tutt'oggi ha isolato e analizzato circa 40.000 generazioni. Ora uno sente queste parole la mattina e il pomeriggio va a dire, ah ma non si possono fare 10.000. Certo, perché se ne fanno 40.000, ma non era quello il motivo. Anche perché questi batteri ovviamente si riproducono nel giro di un'oretta, quindi è facile fare tante. 500 generazioni sono pari a 75 giorni. Ora questo è per rispondere alla tua domanda, non era per fare una polemica inutile. Per carità, tu non lo faresti mai. Domani il cardinale chiederà perdono, quindi noi abbiamo questo vantaggio. E'uno degli esperimenti più interessanti secondo me sull'evoluzionismo, anzi il titolo di questo esperimento è esperimento sull'evoluzione di lunga durata. Sta durando appunto da vent'anni, si sono presi 12 ceppi di escarichi a coli, li si mettono dentro delle provette, gli si dà da mangiare ogni mattina. Allora, Al giorno dopo una parte di queste cose viene buttata via e si rimette di nuovo del nutrimento dentro e li si lascia evolvere in queste 12 provette separatamente. Ogni 75 giorni, ogni 500 generazioni, una parte di ciascuna di queste provette viene congelata per creare una specie di testimonianza fossile di questi esperimenti. Nel senso che poi si può ritornare all'indietro, si possono scongelare questi batteri congelati, farli ripartire, vedere quali sono le differenze eccetera. Una cosa interessantissima è che ad un certo punto alla generazione credo 32.127 o giù di lì è successo il miracolo, è successo che questi batteri ad un certo punto hanno avuto una speciazione, cioè sono diventati diversi da quelli che erano prima. Non solo, ma sono diventati in grado di mangiare il citrosio che è un componente che in genere gli escherichi acoli non sono in grado di assimilare e questo si è potuto determinare. esattamente quando è avvenuto. Allora si sono andati a scongelare ovviamente i record, i fossili di molte generazioni precedenti e si è scoperto che per un lungo tempo non c'erano batteri di questo ceppo, di questa nuova specie, ma ad un certo punto sono nati, si sono evoluti, sono ricaduti quasi a zero e poi di colpo invece sono saliti e hanno ingolfato l'intera provetta e quindi hanno praticamente soppiantato. Quindi c'è stata una doppia mutazione. La prima mutazione che ha permesso a questi batteri di cominciare ad assimilare un elemento che prima invece non era assimilabile. E poi una seconda mutazione che ha permesso ai pochi sopravvissuti che stavano praticamente per scomparire di diventare in realtà più adatti nella lotta per la sopravvivenza nei confronti dei batteri dell'intera provetta e di riuscire addirittura a soppiantarli. Ora perché dico questo? Ma perché uno degli argomenti cardine di coloro che credono nel disegno intelligente è proprio questo, di basarsi sul fatto che... che le probabilità che certi eventi accadano sono molto piccole. Quando le probabilità sono così piccole, allora non si può immaginare che siano avvenute per caso, non ci deve essere stato l'intervento di qualcuno. Ecco, la cosa interessante è che, poiché il DNA dell'escherichia coli non è molto lungo, in realtà durante questi esperimenti ormai tutte le possibili mutazioni sono già avvenute e quindi si può addirittura andare a vedere che cosa succede in laboratorio. Allora, a meno che... che uno effettivamente voglia scomodare Dio e dire effettivamente in quei giorni lì Dio ha deciso di fare un miracolo dentro questa provetta, ma allora qui i miracoli ne succedono dovunque, sappiamo che succedono anche nei nostri intestini quasi quotidianamente, perché queste specie di Escherichia coli si formano e si speciano anche all'interno di noi, allora è quasi una dimostrazione del fatto che il disegno intelligente in fondo è basato semplicemente su un equivoco. di credere che le probabilità piccole siano in realtà una prova della pianificazione di qualcun altro basterebbe ad esempio il gioco delle carte quando uno ha le carte la probabilità di ciascuna mano è piccolissima ovviamente cioè il fattoriale di tutte queste carte quindi quando avete 40 carte ad esempio 40 fattoriale è un numero enorme ma una mano deve per forza venire quando viene distribuita e allora non c'è nessun trucco le piccole probabilità sono ovviamente poco probabili ma non sono impossibili e se uno gioca ...fortunatamente da poche persone, anzi in realtà da una sola che io sappia... Zichichi, vedi che so divinare, lo sapevo che finivi su Zichichi... No, la cosa interessante in questo caso, perché Zichichi nei suoi libri... Bellone come tu sai dice si possono definire libri soltanto nel senso che sono oggetti di carta, ma questa è un'altra cosa di cui io non sono responsabile, l'ha detto Bellone, se ne prenda lui la responsabilità, ma in questi libri in particolare nel libro molto modesto che si dice si intitola, perché io credo in colui che ha fatto il mondo, la cosa importante sono io, e la credenza è secondaria, lui dice il darwinismo in fondo, l'evoluzionismo non è una teoria scientifica, perché? Questo è interessante però, perché lui dice non è scienza galileiana, non c'è un'equazione dell'evoluzionismo. Ora questo è interessante come obiezione, perché effettivamente uno potrebbe dire ma sì in fondo è tutta tassonomia, sono tutte storie, letteratura, non è qualche cosa che si possa quantificare. Naturalmente Le cose non stanno così, le equazioni dell'evoluzionismo, perlomeno di certe parti, in particolare della genetica della popolazione, esistono. Esistono da cento anni, naturalmente ciascuno di noi ha i propri tempi di reazione, e quindi nel caso di Zecchichi evidentemente cento anni non sono sufficienti per accorgersi che ci sono queste cose. E uno dei capitoli del libro, di cui adesso non dico molto perché ovviamente è la parte forse più tecnica di un libro che comunque tecnico non è, è proprio dedicato alla legge di... Hardy e Weinberg, cioè una formulazione matematica delle condizioni che permettono l'evoluzione. In realtà la cosa è girata al contrario, la legge di Hardy e Weinberg spiega che in determinate condizioni le popolazioni si mantengono costanti, quindi non c'è evoluzione, ma allora andando a negare in tutti i possibili modi le premesse di questo risultato, ecco che si riscoprono via via tutte le possibili condizioni che i biologi nel corso di questi 150 anni hanno scoperto. sono quelle che portano per l'appunto alla speciazione degli organismi vegetali e animali. Quindi non soltanto si possono fare prove sperimentali ma c'è anche una teoria matematica che nel caso della legge di Hardy e Weinberg è estremamente semplice, addirittura tutta la matematica che bisogna conoscere per capire quella legge è la formula A più B al quadrato uguale A al quadrato più due volte AB più B al quadrato. Una cosa che sanno anche i ragazzi. sapevano, non so se ancora oggi, i ragazzi delle medie, e quindi è una matematica molto elementare, ma ovviamente la genetica delle popolazioni va molto oltre, ad esempio l'equazione di Volterra sull'interazione fra prede e predatori è un'equazione differenziale, quindi di tutt'altro livello, cioè c'è una matematica dell'evoluzionismo, basta semplicemente sapere che c'è e studiarsene, allora sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista... sperimentale l'evoluzionismo è una teoria scientifica nello stesso modo in cui lo sono la meccanica newtoniana, quella quantistica e così via e dunque queste obiezioni che spesso, troppo spesso vengono ripetute si rivelano essere semplicemente delle ignoranze di ciò che veramente è stato fatto e allora è per questo che oggi noi festeggiamo Darwin, non perché siamo come i cristiani che a Natale festeggiano la venuta del Salvatore, sarebbe ridicolo fondare una religione. o qualcosa di simile nei confronti del darwinismo, ma è per ricordare a coloro che non lo sanno o che se lo sono dimenticati che non si tratta di opinioni, non si può dire come molto spesso si sente dire da parte religiosa, soprattutto fondamentalista, noi all'evoluzionismo non ci crediamo, vogliamo che le nostre opinioni siano insieme. insegnate allo stesso livello per par condicio come si fa soprattutto negli Stati Uniti e come si è cercato di fare nel terzo governo Berlusconi con il ministro Moratti e speriamo che adesso visto che hanno altri problemi non si ricordino di andare a toccare anche questo argomento. così come non si può andare a dire che sono dell'opinione che 2 più 2 non fa 4, la mia opinione va alla tua e dobbiamo insegnarle tutte e due a scuola, oppure che i pianeti non si muovono secondo orbite ellittiche, l'evoluzionismo fa parte della scienza a tutti i diritti sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista sperimentale, ha una differenza che ci interessa direttamente, ci ha fatto abbassare le ali, se così possiamo dire, capire che in fondo... fondo l'uomo non è altro che un animale ma d'altra parte insomma noi dovremmo essere contenti vuol dire che facciamo parte della natura siamo alla stessa stregua di tutte le altre specie dobbiamo conservare non soltanto noi stessi ma l'intera natura perché siamo appunto semplicemente una parte di esse. Grazie a Pier Giorgio Di Freddi adesso abbiamo ancora qualche minuto per le domande intanto vi ricordo Ricordo che giovedì prossimo, 19 febbraio, affronteremo di nuovo il tema dell'energia. C'è una piccola serie all'interno di Giovedì Scienze di quest'anno dedicata all'energia, un problema attualissimo. Energia e il dedalo energetico con Vincenzo Balzani, che è un chimico, uno dei 50 chimici più citati nel mondo. Università di Bologna, tra i più importanti che in questo momento siano al lavoro nei laboratori di tutto il mondo. E quindi appuntamento a giovedì prossimo con Vincenzo Balzani. E sentiamoci, parlerà soprattutto di... energia solare, come vedremo, e di come si potrebbe forse imitare la fotosintesi per ottenere dell'energia così come fanno le piante. Allora, sentiamo le domande, ci sono già varie mani alzate, vedo, ecco che arriva il microfono, buonasera. Sì, quindi lei domanda se questa affermazione che lei sentiva in un'ala universitaria negli anni 50 dal professor Charrier, che non esiste, lo ripeto per chi non ha potuto ascoltare, non esiste nessuna prova che una nuova specie è derivata da specie precedenti, ma sembrano come delle comparse improvvise, ecco, se questa nozione che era ancora insegnata in aula universitaria negli anni 50 è ancora valida. un modo di rappresentare il moto nei computer, oppure sull'autostrade. Vi ricordate quelle luci che si accendono una dietro l'altra e che danno l'impressione di un movimento, di qualche cosa, che in realtà non c'è nulla che si muova. Ora, ci sono alcuni che sostengono, per esempio, che il moto, il movimento nella meccanica, sia fatto così. Cioè, in realtà, l'universo sia un grande automa cellulare in cui praticamente ci sono... Quando noi vediamo qualche cosa che si muove, la vera spiegazione è che nulla si muove, ma semplicemente queste cellule si accendono in qualche modo per i nostri sensi e danno questa impressione. Sono spiegazioni balzane di quello che si può spiegare molto più semplicemente. Nel caso dell'autostrada è ovvio che non c'è nulla che si muove, ma noi lo sappiamo. Ma quando noi vediamo un movimento non pensiamo che sia la stessa cosa dell'autostrada, ma pensiamo che effettivamente ci sia qualcosa che sta andando in giro nello spazio. nel tempo nel caso dell'evoluzione della specie credo che sia la stessa cosa certo che tutto si può in realtà spiegare in maniera diversa anche il moto dei pianeti fra l'altro nella scolastica ad esempio si sosteneva che i pianeti giravano intorno al sole o meglio intorno alla terra all'epoca no perché c'erano degli angeli che li spingevano anzi si sapeva anche esattamente quali erano i nomi degli angeli perché all'epoca nell'università si studiavano queste cose quindi ora è come si può dimostrare che non è così per esempio Certo potrebbe essere veramente così la spiegazione, però è più semplice credere, come facciamo noi oggi, che il moto dei pianeti sia determinato da un'unica forza. Anzi, la forza della scienza è proprio quella di non fare supposizioni inutili, di ridurre tutto il rasoio di Occam. Gli enti non sono da moltiplicare. Quando le spiegazioni sono semplici, confutarle o immaginarsene di complicate solo per mantenersi. i propri pregiudizi perché poi alla fine nel caso dell'evoluzionismo e casa meccanica diverso ma nel caso dell'evoluzionismo tutte le obiezioni poi alla fine come forse si è capito anche da quello che a cui abbiamo accennato più volte questa sera tutte le obiezioni sono rivolte a far sì che in qualche modo si possa salvare il salvabile del racconto di dei gen del genesi anzi se posso citerò una una frase di pio xii perché poi non vorrei uno dice ma queste sono opinioni tu e no Pio XII mette il dito nella piaga, ma non di Gesù Cristo come Tommaso, ma dell'evoluzionismo. Nell'enciclica del 1950, l'Humani Generis, del genere umano, che parla direttamente dell'evoluzionismo, è dedicato un capitolo che con sottile ironia ho intitolato La scimmia e il primate di Roma, dice Pio XII, abbracciare quell'opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine per generazione naturale dal medesimo Adamo come progenitore di tutti gli uomini, non si può, i fedeli, oppure che Adamo rappresenta l'insieme di molti progenitori, cioè che la storia del Genesi è una storia metaforica, cioè si rappresenta nel genere maschile e femminile, perché? Perché il peccato originario fu veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente. Il vero problema per cui si fanno tutte queste resistenze nei confronti dell'evoluzionismo da parte cristiana e in particolare da parte cattolica è che così come l'evoluzionismo ci dice che ovviamente non ci sono stati un primo uomo e una prima donna, nemmeno Cavalli Sforza ce lo dice, loro cercano l'eva mitocondriale e l'Adamo... Tutto un altro significato. col cromosoma Y, però anzitutto non sono vissuti nello stesso tempo, c'è una differenza di qualche decina di migliaia di anni fra l'uno e l'altro, ma è un significato appunto diverso. Ma se non ci sono stati un primo uomo e una prima donna, che hanno direttamente, personalmente, fatto il peccato originale, allora la storia seguente è una storia che non ha senso. Per quale motivo Dio avrebbe dovuto mandare sulla terra suo figlio per incarnarsi, perché così poi è redimesso? il genere umano dal peccato originale, morendo in croce, risorgendo, eccetera, eccetera. È una storia che fa acqua a tutte le parti, si basa sul mito di Adamo e Deva. E allora certo che la Bibbia, come ci venne detto da parte religiosa, spesso va interpretata, non si può leggere in modo letterale, eccetera, ma qui è il Papa stesso che ci dice, nel caso del Genesi e dell'origine di Adamo e Deva, lì la cosa è letterale, perché senza di quella il cristianesimo non ha senso. E allora come si fa? Se si vuole salvare capre e cavoli o se si vuole, come in un proverbio di mio conio, avere il calice pieno e la perpetua ubriaca, e beh, è certo che non si può andare molto lontano. Si può accettare l'evoluzionismo fino a quando arriva l'uomo, ma quando arriva l'uomo si dice che qui c'è stato un intervento divino e le cose non si possono prendere in maniera metaforica. Questo è il vero problema, questo è il motivo per cui oggi stiamo a discutere di... darvi perché c'è qualcuno ancora che vuole farci credere che la letteratura biblica medio orientale sia perlomeno in certe parti il racconto test la testimonianza di ciò che è veramente successo all'origine sentiamo una nuova domanda poi ce n'è una credo in galleria prego io volevo chiedere da win alla fine era credente in qualche religione o degli spiriti e delle forze sovrannaturali ne parlava solo dunque il darvi ha avuto tutta una lunga vicenda nel campo della religione in un capitolo di questo libro che si chiama credere o non credere sempre molto shakespeare anna lui racconta agli inizi che da bambino come spesso succede credeva nell'esistenza di dio ma non solo era un cristiano letterale poi aveva fatto questi studi di teologia come ho detto prima era stato in seminario quando è partito per il viaggio intorno al mondo col bigl racconta nell'autobiografia che i marinai lo prendevano in giro perché lui citava sempre le scritture anche a sproposito, era più papista del papa in qualche modo, anche se ovviamente era anglicano come religione. Quando è tornato da questo viaggio nel 1936-1937 ha cominciato subito a perdere la fede nelle religioni istituzionali, anzi diceva delle cose, è bene che le dica lui perché io non mi voglio prendere responsabilità, così che poi Poletto non si preoccupa di queste cose, ma dice è impossibile per un uomo sano di mente credere a un uomo sano di mente. nei miracoli, parola di Darwin, non mia, Poletto, quindi subito lui incominciò a perdere la fede nella Bibbia, nella religione cristiana come tale, però la mantenne per un dio astratto che era quello che all'epoca era molto di moda, se così possiamo dire, soprattutto negli ambienti inglesi, anglicani, a Cambridge in particolare, perché c'era questo vescovo che si chiamava Paley, che aveva introdotto una... una metafora che ancora oggi viene ripetuta. Se tu passeggi sulla spiaggia e a un certo punto trovi un orologio, non ti viene in mente di dire, ma sì, certo, ho trovato l'orologio, ma perché per caso i pezzetti si sono messi insieme ed è diventato un orologio. Se uno trova un orologio, pensa che ci sia stato un orologiaio che l'ha fatto, poi qualcuno l'ha perso. Allora Paley diceva, beh, a maggior ragione, quando noi guardiamo alla natura, beh, questa è molto più perfezionata, molto più complessa che un orologio. Nel caso dell'orologio... pensiamo che ci sia stato qualcuno che l'ha fatto un orologiaio, a maggior ragione nel caso della natura dobbiamo pensare che ci sia stato qualcuno che ha creato la natura cioè il creatore, ecco in questo dio Darwin credette per lo meno per altri vent'anni, addirittura nella fine in quelle ultime parole dell'origine delle specie di cui vi ho letto una frase prima, lui parla del creatore direttamente, dice questa meravigliosa natura che il creatore ci ha dato, potrebbe essere solo metaforica ma l'aveva messa lì... Invece in seguito negli ultimi anni della sua vita ha dichiarato molto espressamente, ho riportato le citazioni, che lui era agnostico. Ora agnostico è una parola che è stata inventata da un biologo, non da un teologo, ed è stata inventata da Huxley, il famoso mastino di cui abbiamo già parlato questa sera più volte. Agnostico è una parola che è negativa, agnostico. L'ognosticismo, diceva Huxley, era la sicurezza nella credenza in cose di cui non si sapeva. di cui non si può sapere nulla. E allora Huxley diceva, io sono agnostico, contro gli gnostici, contro coloro che credono di sapere ciò che non si può sapere. In questo senso la parola è molto simile all'ateismo di oggi. Oggi però, nell'uso comune agnosticismo e ateismo, sono diventate due cose diverse. Gli atei sono coloro che dicono, io credo che non ci sia Dio, e gli agnostici sono coloro che dicono, io non so, non mi pronuncio su questo argomento, eccetera. Comunque, letteralmente, Darvi... diceva di essere agnostico, non si è mai dichiarato fino alla fine un ateo, anzi dice appunto così in una lettera, dice il mio giudizio su questi problemi è spesso fluttuante, questa è una lettera del 79 quindi a tre anni della morte, ma anche nelle mie fluttuazioni più estreme non sono mai stato un ateo nel senso di negare l'esistenza di Dio. Mi pare che generalmente, e tanto più quanto più invecchio, ma non sempre la migliore cosa sia stata la morte. miglior definizione del mio pensiero sarebbe agnostico. Allora uno dice, vabbè, questa è la sua posizione, non credeva in Dio, però non è che dicesse Dio non c'è, io non ci credo, non mi serve, e così via. Però è interessante vedere che cosa diceva in seguito, perché dice, un giorno ci fu qualcuno che gli propose di partecipare a una crociata, diciamo, anticlericale, e lui gli rispose in questo modo, dice, benché io sia un fervido sostenitore della libertà di opinione in ogni argomento, mi sembra, ha torto ragione, che attacchi direttamente a Dio. contro il cristianesimo e il teismo abbiano assai scarso effetto sul pubblico e che la libertà di pensiero possa meglio promuoversi con quella illuminazione graduale dell'intelletto umano che consegue al progresso delle scienze perciò ho sempre evitato di scrivere sulla religione e mi sono limitata alla scienza cioè darvi diceva io non credo alla religione però il modo migliore per far progredire questa non credenza l'agnosticismo nel caso suo o più in generale la teismo è quello di insegnare la scienza scienza nelle scuole. Però attenzione, perché non c'è soltanto l'insegnamento della scienza che ha un effetto positivo, c'è anche l'insegnamento della religione che ha un effetto negativo. E lui dice, nella sua autobiografia, a questo proposito... Sentite queste parole che furono tra l'altro espulse, censurate dall'autobiografia della moglie, autobiografia pubblicata a posto, ma la moglie tolse questa frase perché la riteneva offensiva nei confronti degli amici di Darwin, dice non dobbiamo... trascurare la probabilità che il costante inculcare la credenza di dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati da diventare per loro tanto Tanto difficile sbarazzarsene quanto per una scimmia disfarsi della sua istintiva paura e repugnanza dal serpente. Quindi sta attento se ti inculcano le idee nel tuo cervello non ancora sviluppato, tu diglielo che poi alla fine finisce poi che continua ad avere paura del serpente come nelle scimmie. E molto tardi c'è ancora questa domanda, poi non so se ce n'è una in galleria ma forse non abbiamo più tempo mi dicono. Allora, sentiamo. Professore, buonasera. Vorrei farmi capire, in parole povere, c'è una teoria darwiniana che rapporta la popolazione meridionale dell'Espagna. America. Questa teoria può essere credibile perché secondo la teoria si dice che la popolazione asiatica dell'Asia orientale ha avuto un passaggio per il ristretto di Bering e man mano che passavano, si sono affiancati alla parte meridionale di Sud America e si crede che sono originari di quella parte del continente asiatico è vero questa teoria secondo me è credibile perché hanno una semiglianza nel volto ormai ci sono cose molto più precise perché Cavalli Sforza che abbiamo citato e tra l'altro qui a Torino abbiamo il professor Piazza che ha lavorato con lui e che ha pubblicato con lui quel grande tomo sui geni e le popolazioni umane, hanno seguito la genetica delle popolazioni e sono riusciti a rintracciare addirittura i movimenti di queste migrazioni, a partire ovviamente dall'Africa. Quindi sicuramente quest'oggi questa è una teoria assolutamente accettata dal punto di vista scientifico ed è interessante anche come in fondo si può... possono fare ricerche dal punto di vista della genetica che appartengono poi alla storia, questa è una specie di biostoria che viene dedotta addirittura dai geni che noi ci portiamo dentro. Quindi questo è uno degli aspetti più interessanti, io credo è anche il motivo per cui Cavalli Sforza è così noto in Italia, è anche perché mentre molte ricerche, ad esempio quelle sulla drosofila, sulle scherichia coli, sullo studio del DNA, sono tecniche difficili da seguire, questo ha questo aspetto umanistico. di farci capire come l'evoluzionismo, in fondo, proprio perché è un'evoluzione e quindi fa parte della storia, ci può dare un'idea, addirittura corroborata dalla genetica, di quale sia stata la storia della nostra specie, dell'Homo sapiens sapiens, in particolare delle sue migrazioni, non soltanto nel caso dell'America attraverso lo stretto di Bering, ma anche dall'altra parte, cioè come sono state popolate l'Australia, le isole e così via. Grazie a Pier Giorgio Difreddi. appuntamento a giovedì prossimo con vincenzo balzani il dedalo energetico grazie grazie