benvenuti buongiorno buongiorno a tutti io sono marilisa palumbo sono responsabile esteri del del corriere e oggi assieme alla nostra corrispondente dagli stati uniti viviana mazza Vi racconteremo un po' di quello che succede tra qualche giorno negli Stati Uniti, che è un voto importante perché ha delle conseguenze non solo in America ma un po' in tutto il mondo. Io voglio ringraziare la Fondazione Corriere Edesse Lunga, è bellissimo. oggi essere qui con alcuni ragazzi presenti perché quattro anni fa che eravamo in pandemia parlava una platea vuota diciamo e solo collegata da casa e non era altrettanto bello insomma era un po' inquietante quindi è molto bello vedere alcuni di voi ragazzi qui e ci sono addirittura 15.000 persone collegate quindi insomma tantissima tantissima gente prenderemo domande sia da voi qui presenti in sala sia da casa alcune stanno ... da scuola, alcune stanno già arrivando e cercheremo di guidarvi e di rispondere alle vostre curiosità.
Intanto volevo vedere se Viviana c'è. Ciao Viviana, buongiorno. Buongiorno a tutti.
Tra l'altro un applauso speciale a Viviana perché negli Stati Uniti è molto presto. Negli Stati Uniti è molto presto e tra l'altro Viviana sta anche andando un po' in giro per l'America per raccontarci questo voto. Quindi si vota martedì perché la Costituzione degli Stati Uniti prevede che si voti sempre.
il martedì dopo il primo lunedì in novembre. È una cosa un po' bizzarra, come tante cose sono un po' bizzarre rispetto a questo sistema elettorale molto antico, come vedremo, e che risale a un tempo diverso da quello di oggi. C'è un tempo in cui c'era una società agraria, quindi si votava a novembre perché era un momento migliore, non c'era né la semina né il raccolto.
Il martedì perché altri giorni della settimana, tra il giorno del Signore e il giorno del... del mercato erano più scomodi e quindi si decise per il martedì, si decise per il martedì che adesso invece magari non è più tanto comodo perché insomma naturalmente le persone lavorano di martedì ed è anche il motivo per cui ci sono tantissime persone che votano prima del giorno delle elezioni, tanto che qualcuno dice il 5 novembre è la data diciamo in cui finiscono le elezioni americane perché in realtà le operazioni di voto si sono aperte già da molti giorni, moltissimi americani hanno già votato con diverse modalità, cioè si può andare di persona in alcuni seggi elettorali prima di quel martedì, si possono fare gli absentee ballot, cioè se si è all'estero oppure se si è anche, a differenza che in Italia per esempio dove è molto più complicato, se anche solo temporaneamente in quel periodo questo NAC per consentire ai soldati di votare durante la guerra civile, quando erano al fronte, anche se si è lontani solo per un mese, si può richiedere questa scheda elettorale che arriva nel proprio domicilio temporaneo e si può votare anche se non si è nel proprio luogo di residenza. La scheda è una scheda, ne ho qui un prototipo, questa è una scheda del...
dello stato del Michigan, che tra l'altro sarà uno stato decisivo e non so quello che si può vedere, però diciamo quello che volevo era solo per mostrarvi per quante cose si vota, cioè noi parliamo solo dell'elezione e della scelta tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Kamala Harris, ma in realtà si vota per tantissime cose, cioè si votano, si vota per un terzo del senato, per tutto il congresso, cioè la camera dei deputati e poi si vota per le camere statali perché ogni stato americano ha un proprio Parlamento, un proprio congresso, quindi poi si vota addirittura per il reggente dell'università, i giudici perché i giudici sono eletti, si vota per lo sceriffo, per il commissario del parco, quindi vedete questo elenco sterminato di tutti. di scelte che sono davanti agli elettori americani. Come funziona brevemente il sistema elettorale? Cioè gli americani vanno a votare ma in realtà poi il voto è suddiviso per stati, ci sono 538 grandi elettori, come sono divisi questi grandi elettori?
Ogni stato elegge alcuni grandi elettori ed è un sistema giuritario per cui chi prende un voto in più prende tutti i grandi elettori tranne in due casi, in Nebraska e in Maine che sono delle eccezioni e questi grandi elettori sono decisi, corrispondono al numero di deputati più i due senatori che sono uguali per tutti gli stati americani per bilanciare. Quindi naturalmente il peso degli stati più popolosi è maggiore perché stati come la California, New York o il Texas hanno più grandi elettori. E il sistema americano cosa ha determinato?
È il motivo per cui sono in molti a discuterlo e a sostenere che andrebbe modificato, ma è un processo complicatissimo perché, come vi dicevo prima, risale veramente alla tradizione di questa democrazia, risale diciamo alla convenzione di Filadelfia, parliamo del 1787, quindi immaginate. Perché alla fine cosa succede? Che ci sono alcuni stati dove in qualche modo è scontato l'esito delle elezioni e in realtà non sono alcuni stati, sono la maggior parte degli stati, cioè sono stati che sono o sicuramente blu, che è il colore dei democratici, o sicuramente rossi, che è il colore dei repubblicani.
E poi ce ne sono invece alcuni che cambiano però ogni quattro anni perché ci sono dei cambiamenti demografici importanti che determinano questi cambiamenti, che sono quelli in bilico, cioè quelli che vengono decisi per una manciata di voti. Ed è lì che si decidono le elezioni americane. Non solo si decidono lì in questi pochi stati, ma si decidono spesso in alcune contee di questi stati.
Quindi va a finire che un numero veramente ridotto di elettori diventa decisivo rispetto. a tutto il resto della popolazione e quest'anno gli stati in bilico, quelli che in inglese si chiamano swing states, sono sette, non ci sono più stati come la Florida e l'Ohio che forse qualcuno di voi ricorderà ma siete probabilmente troppo giovani, però per tanto tempo sono stati soprattutto l'Ohio ma anche la Florida, proprio gli stati decisivi che si guardavano la notte delle elezioni per capire come stava andando e chi avrebbe vinto, invece questi stati sono ormai quasi decisamente repubblicani e quindi ce ne sono altri che sono l'Arizona, la Georgia, il Nevada, il Michigan, la Pennsylvania, il Wisconsin, ci sono questi stati del nord che sono considerati il blue wall, il muro blu perché sono solidamente democratici ma invece Trump li aveva vinti nel 2016 e Biden li ha riconquistati nel 2020 e quindi adesso si tratterà di capire che cosa succede. Quindi volevo farvi questa piccola introduzione, poi attraverso le vostre domande sicuramente possiamo andare ancora più nel dettaglio, però volevo chiedere a Viviana che è lì e che sta seguendo appunto da una parte all'altra e soprattutto viaggiando in questi stati in bilico. A che punto siamo? Perché questa è una corsa, qualcuno ha scritto, non c'è mai stata una corsa così in parità a pochi giorni dal voto.
Sì, è una corsa in cui... Intanto buongiorno a tutti e grazie per essere venuti così numerosi ad ascoltare me e Marilisa. Allora sì, è una corsa effettivamente strettissima, nel senso che i due candidati sono testa a testa.
ed è un testa a testa per, se volete dare un'occhiata andate sul sito realclearpolitics.com e costantemente aggiorna i sondaggi giorno per giorno e fa la media. E vedrete che la differenza è spesso in media di 0,2 punti percentuali, di 1,3 punti percentuali, cioè questa è la distanza che c'è. Tra Kamala Harris e Donald Trump, in stati come il Michigan, in stati come il Wisconsin, in Pennsylvania, quindi è molto difficile prevedere sulla base dei sondaggi chi vincerà.
Ogni tanto ci sono dei sondaggi che portano leggermente avanti l'uno o l'altra, ma sempre o quasi sempre all'interno del margine di errore, almeno in questi stati in bilico, che è di 3 punti percentuali. se all'interno di questi tre effettivamente davvero non sappiamo chi vincerà. E ricordate anche che nel 2020 Joe Biden batté Donald Trump per pochissimi voti in diversi di questi stati. Per esempio in Georgia per appena 12.000 voti, tant'è che ci fu il famoso caso di Donald Trump che chiamò il segretario di Stato della Georgia, un repubblicano, e gli disse ...
Non è che mi puoi trovare questi 11.000 e top voti che mi mancano, è un caso che poi è stato anche uno degli aspetti che hanno portato a una sua incriminazione. Quindi effettivamente è un margine ridottissimo ed è per questo che in questo momento i candidati sanno loro appunto girando il paese, facendo spesso più comizi in un giorno, per esempio Ieri Donald Trump era in Arizona e in Nevada, nello stesso giorno sono stati due importanti comizi, Kamala Harris è stata con Obama e con Springsteen in Georgia per cercare di mobilitare proprio in Georgia, vi dicevo prima, in questo margine strettissimo, sia i propri elettori e sia cercare di strappare, di erodere qualcuno dal campo potenzialmente avversario. o comunque indeciso Perché una cosa molto interessante a proposito di quello che diceva Maria Elisa dei cambiamenti demografici, lo stiamo vedendo quest'anno, perché Trump per esempio sta cercando di prendere degli elettori afroamericani o latinos che magari tradizionalmente venivano visti più come nel campo dei democratici, anche se poi gli israelici sono sempre stati un elettorato molto diviso, che a volte abbiamo questa visione stereotipata.
Ecco, però... gli ispanici sono sempre stati un campo di battaglia, però effettivamente quest'anno stiamo vedendo che Kamala Harris, pur avendo una maggioranza in questo tipo di elettorato, perché per esempio tra gli elettori afroamericani, Kamala Harris ha comunque almeno il 78% di questo elettorato, e Trump intorno al 12%. Però soltanto 4 anni fa, il 12% di Trump era il 9% e Biden aveva il 90%, anziché il 68%.
Capite che quando è una sfida che si gioca su numeri piccolissimi, anche questo tipo di percentuali contano. Quindi Trump sta facendo questo gioco di cercare di prendere anche parti dell'elettorato che erano prima tradizionalmente. democratiche anche per esempio i lavoratori sindacali c'è stata una guerra per cercare di tirare dalla propria parte i sindacati da parte di Trump e i sindacati che dovrebbero essere anche quelli tradizionalmente democratici infatti c'è stato uno scontro proprio incredibile anche tra la leadership e gli elettori di questo partito che diceva Maria Elisa prima negli stati industriali c'è stata una fortissima insoddisfazione con il partito democratico ma anche con il partito repubblicano tradizionale, per via delle loro politiche economiche, della globalizzazione in passato, e Trump ha attirato nel 2016 questo elettorato e anche elettori insinacalizzati. Dall'altra parte Kamala Harris sta andando in giro moltissimo nei sopporghi delle grandi città di questo ambilico, quindi Philadelphia, Pennsylvania, Milwaukee, Wisconsin. e Detroit, in Michigan, accompagnata da una ex deputata del Partito Avverso, stanchi andando moltissimo in tv, e tra le cose che sta facendo in tv è andata su Fox News, una tv di destra, per parlare alle donne conservatrici, perché cerca di sfilare dal campo repubblicano un elettorato spesso laureato che vive nei suborghi di questa città, e che magari è stanco o infastidito dalla retorica, dal linguaggio di Trump sull'immigrazione, sul fatto che esiste un nemico interno, sul fatto che sul suo flirt anche con l'estrema destra.
Infatti non dimentichiamo che nelle primarie ci fu una percentuale che non poteva permettere di vincere, ma comunque era significativa, che andò alla rivale di Donald Trump, cioè Nikki Haley, e quindi anche lei è una donna peraltro. C'è questo tentativo dell'uno e dell'altro campo di stilare questi numeri, anche piccolissimi, queste nicchie, che però possono determinare effettivamente la vittoria in un clima così spaccato e polarizzato. Secondo me è utile adesso fare anche un piccolo passo indietro, perché queste elezioni sono state elezioni incredibili, dove è successo veramente di tutto.
quasi non ce ne ricordiamo perché ogni singolo evento degli ultimi 12 mesi è di per sé clamoroso, cioè queste sono delle elezioni in cui il presidente in carica Joe Biden si è ritirato dalla corsa, allora normalmente cosa succede? Che poi è anche il motivo per cui… La politica americana affascina così tanto anche fuori dai confini americani perché la campagna elettorale è estremamente spettacolare è fatta e scandita da tanti momenti clou che è interessante seguire normalmente ci sono delle primarie, il presidente in carica fa delle primarie praticamente pro forma perché comunque quasi sempre salvo casi clamorosi è riconfermato dal proprio partito a magari degli sfidanti che sono come dire residuali nel senso che destinati a prendere delle percentuali molto basse e poi ci sono le primarie dell'altro partito, c'è tutto un percorso che comincia dal famoso Iowa, poi c'è il New Hampshire, i primi stati sono la South Carolina, poi c'è il Super Tuesday che è il primo martedì di marzo. e poi si arriva fino a che i candidati prendono tutti i delegati e vengono, si dice, incoronati alle convention che sono queste feste di partito molto grandi che si tengono durante l'estate dove anche la scelta della città in cui svolgerle è naturalmente legata magari o alla necessità di conquistare quel determinato stato insomma ha sempre delle motivazioni allora quest'anno cos'è successo? Diciamo Biden si è ricandidato nonostante qualcuno quattro anni fa avesse già pensato e noi siamo andati a rivedere le pagine dei giorni successivi al voto e c'era un pezzo proprio di Viviana su Kamala Harris che diceva insomma alla vicepresidente con un occhio al 2024 perché comunque c'era qualcuno che pensava che probabilmente Biden magari si sarebbe fatto da parte ancora prima cioè sarebbe stato in ragione della sua età un presidente da un solo mandato e avrebbe passato lo scettro a Kamala. Questo a un certo punto è sembrato non succedesse più, cioè Biden ha fatto queste primarie pro forma ed è stato riconfermato.
Nel frattempo Trump ha rifatto le primarie, Trump altra candidatura anomala perché un candidato che è stato eletto presidente nel 2016, sconfitto nel 2020, decide di ripresentarsi e a un certo punto pareva che avesse degli sfidanti. molti plausibili, c'era il governatore della Florida Ron DeSantis che a un certo punto negli anni scorsi è sembrato un astro nascente del partito repubblicano, è una figura in grado di incalzare Donald Trump e magari anche di sconfiggere, c'è stata Nikki Haley, ma in realtà anche lì le primarie sono finite molto velocemente in favore di Donald Trump. Però che cosa è successo?
Un altro appuntamento, diciamo, clou tradizionale della campagna elettorale americana sono i dibattiti televisivi, che poi sono quelli a cui ci si è ispirati in tanti altri paesi del mondo, però in qualche modo questa tradizione nasce lì, della sfida tra i due candidati e di solito si svolgono nella parte finale della campagna elettorale, cioè tra settembre e ottobre ce ne sono di solito tre, tra i presidenti e uno o due tra i vicepresidenti. Quest'anno si è deciso di farlo prima, questo dibattito si è svolto a fine giugno. Che cosa è successo Viviana?
Sì, effettivamente ha stravolto completamente tutta questa campagna elettorale, perché c'è stato questo dibattito tra Biden e Donald Trump, un dibattito televisivo che è stato devastante per Biden. Io avevo seguito Biden nell'anno... è mezzo passato, anzi quasi due anni, anche in giro negli Stati Uniti, ai suoi discorsi ed effettivamente la sua fragilità era fisica, era percepibile e ogni tanto anche la sua stanchezza quando andava per il G20 in India e poi andava in Vietnam partendo la notte, poi questi viaggi comunque pesantissimi, ma in quel caso Biden era venuto in Italia e quindi era stato un po' più forte. per il G7, poi era volato e aveva interrotto il viaggio prima, poi era volato a Hollywood, quindi in California, per una raccolta fondi in cui già si vedeva che era stanco, infatti George Clooney che aveva partecipato a quella raccolta fondi poi avrebbe scritto un editoriale sul New York Times parlandone, scrivendone e dicendo che Biden si doveva ritirare, ma lo fece dopo questo dibattito, nel dibattito effettivamente Biden non riusciva a esprimersi in alcuni casi, diceva delle cose che sembravano quasi delle frasi interrotte, si capiva che si era preparato delle cose ma non riusciva a completare la frase, era chiaramente una cosa mai vista in un dibattito televisivo. Peccato la nazione, dopo quel dibattito la gente diceva, anche i sostenitori di Biden, dicevano noi non possiamo più non vedere quello che abbiamo visto.
Quindi anche se credevano in Biden, credevano che lui fosse stato un grande presidente, credevano nelle sue politiche, lo ammiravano, però non potevano più credere che Biden potesse restare in corsa. E questo era stato comunque dopo almeno un anno, se non di più, in cui effettivamente molti dicevano che Biden è troppo vecchio, lo dicevano gli elettori, lo dicevano gli elettori nei sondaggi che credevano che Biden fosse troppo vecchio, ma lui aveva… deciso che voleva ricandidarsi, era convinto di essere il miglior candidato per battere Trump, lo aveva battuto una volta ed era convinto di poter essere ancora una volta quello che doveva farlo. Così quando Trump si era candidato già alla fine del 2022, poi pochi mesi dopo Biden aveva annunciato che si sarebbe ricandidato anche lui.
C'erano state delle voci all'interno del partito, comunque anche vicine. ai democratici, anche voci di editorialisti che avevano cominciato quasi subito questo tam tam anche sui giornali di dire però forse adesso Biden dovrebbe ritirarsi e lo facevano quando c'erano dei segnali, ma lo facevano anche perché non tutto si vedeva, infatti alcuni giornalisti poi hanno in qualche modo criticato anche la mancanza di trasparenza da parte dell'amministrazione, della famiglia Biden che hanno cercato in qualche modo anche di celare, di nascondere quanto... pian piano comunque le condizioni di salute o semplicemente l'anzianità di Biden stessero influendo.
Ci fu un articolo del Wall Street Journal che venne molto criticato a un certo punto, questo prima del dibattito di fine giugno, poco prima, in cui venivano interpellati in realtà effettivamente molti repubblicani con nome e cognome. ma c'erano anche fonti del Partito Democratico che però non volevano metterci il nome, che insomma erano più caute, che comunque facevano capire che in molti incontri Biden aveva delle giornate sì e delle giornate no, come spesso accade quando, accade a tutti noi, però sicuramente accade di più quando invecchi, e quindi c'erano delle giornate in cui lui non riusciva tanto a concentrarsi, e questo articolo è stato criticato perché le fonti erano soprattutto repubblicane. ma in qualche modo si è rivelato accurato.
Certo, quello che poi è stato visto il giorno del dibattito, e vi consiglio di riguardarvi delle clip perché è molto difficile da descrivere in un certo senso, però un'altra cosa che vi colpirà, secondo me, è come Trump abbia gestito queste cose, perché comunque non inferiva troppo sul rivale, cioè appunto... parole, cioè non era brutale come avrebbe potuto essere, ma era quasi derisorio e quindi era una situazione effettivamente per Biden e per il Partito Democratico insostenibile e quindi è cominciato in maniera a quel punto massiccia un tentativo di pressione su Biden per ritirarsi e lui ancora non voleva, è iniziato da parte del congresso e io ho sentito in quel periodo delle persone che stavano facendo pressione anche. che cercavano per esempio un ex candidato alla nomination del partito e altri, che dicevano che c'erano queste strategie per fare pressione su di lui senza dirglielo esplicitamente, quindi dicendogli che lui doveva fare il bene del paese, insomma tutte queste strategie.
E poi è arrivato Nancy Pelosi, la speaker della Camera democratica più anziana di Biden, che si è ritirata dal ruolo di speaker ma che è ancora comunque deputata di San Francisco, una donna italo-americana che è effettivamente una potenza come macchina di raccolta fondi per il partito perché raccoglie moltissimi soldi non soltanto per se stessa ma per tutti gli altri candidati del congresso e che ha capito che con Biden, che pure è un suo amico da tantissimi tempi, un suo alleato, qualcuno che le ha consigliato, ha capito che... Con Biden non si rischiava solo di perdere la presidenza a questo punto, ma si rischiava di perdere anche molte delle elezioni per il congresso e quindi si sarebbe potuto avere non solo Trump alla Casa Bianca, ma anche un congresso dominato dai repubblicani, che per i democratici e per il loro programma di governo sarebbe stato la fine. E quindi a quel punto Nancy Pelosi ha condotto quella che molti credono sia la battaglia più...
che poi ha portato effettivamente al ritiro di Biden, tant'è che i due non si parlano tuttora. Io sono stata la scorsa settimana ad un incontro della Casa Bianca organizzato per gli italo-americani per il mese, in occasione del mese dedicato agli italo-americani, a Cristoforo Colombo. L'anno scorso ero stata ad un simile evento con Jill Biden, che è italo-americana, la moglie di Biden, che è italo-americana.
Quest'anno c'era anche Joe Biden, non c'era... Nancy Pelosi, questo è un evento in cui Nancy Pelosi di solito è ovviamente protagonista in quanto la più importante italo-americana. Biden è ancora, dicono le persone vicine a lui, arrabbiato perché lui pensava, nonostante questa disastrosa apparizione televisiva, comunque di poter andare avanti in qualche modo, non aveva accettato che non era più in qualche modo la persona adatta. La convention dove eravamo sia io che Mary Lisa, la convention del partito a Chicago, è stato un momento molto particolare perché ovviamente un mese dopo il suo ritiro e l'incoronazione di Kamala Harris è stata stravolta completamente.
Biden, normalmente il candidato alla nomination del partito, parla l'ultimo giorno, l'hanno fatto parlare il primo giorno e poi lui se n'è andato, se n'è andato in vacanza, non è neanche rimasto durante tutta la convention. quel discorso che ha fatto nella prima sera è stato in un certo senso il discorso che avrebbe dovuto fare nell'ultima ricevendo la nomination, ma allo stesso tempo era un discorso in cui a un certo punto lui ha detto, perché lui è stato al congresso per 50 anni, vicepresidente, in politica per 50 anni della sua vita, è un uomo di 81 anni, e a un certo punto lui ha detto, una volta mi dicevano che ero troppo giovane, per fare politica, perché lui iniziò appena a 30 anni, giovanissimo, e adesso mi dicono che sono troppo vecchio. C'era questa sorta di senso di... Si capiva in tutte le sue parole che era in qualche modo una sofferenza, anche se dicono che non si veda quanto si è arrabbiato, perché ovviamente adesso lui fa campagna per Kamala Harris e tutto il resto.
Perché è anche naturalmente un modo per... difendere la propria eredità, assicurarsi che il Partito Democratico vinca le elezioni. Lì poi tra l'altro c'è stato anche tutto un dibattito quando Biden dopo un mese dal disastro televisivo ha finalmente deciso di ritirarsi dicendo di mettere il paese davanti al proprio egoismo, lui che appunto era stato come diceva Viviana il senatore più giovane della storia americana.
Si è dibattuto, ma molto brevemente, su come scegliere il successore, perché come vi ho spiegato prima, normalmente c'è un processo di primarie, invece naturalmente non c'era tempo di fare alcunché e la convention democratica era veramente dietro l'angolo. Per un po' si è pensato che si potesse eleggere, si potesse fare quella che si definisce una convention aperta, che erano le convention che esistevano un tempo, che non si sono mai più svolte in quel modo. ormai dagli anni 60, quindi che potessero essere i delegati a scegliere il candidato a sostituire Biden. C'erano diversi nomi perché il Partito Democratico è ricco di figure interessanti, giovani, ambiziose, Gretchen Whitmer che è la governatrice del Michigan, Shapiro che è il governatore della Pennsylvania, Pete Buttigieg che è il ministro dei trasporti, insomma c'erano Gavin Newsom che è il governatore della California, Insomma figure diverse, ma a un certo punto si è compreso che in realtà sarebbe stato impossibile mettere in campo questo procedimento e tutto si è svolto molto molto velocemente perché Biden nel ritirarsi ha spinto questa scelta perché prima ha detto mi ritiro e poi pochissimo dopo ha fatto uscire un comunicato in cui diceva che sosteneva Kamala Harris.
E nel giro di più o meno 48 ore, 3 giorni, così tutto il partito democratico ha... fatto uscire degli endorsement l'appoggio, il sostegno a Kamala e quindi si è deciso automaticamente che sarebbe stata lei la candidata naturalmente con una serie di dubbi discussioni, perplessità abbiamo fatto bene, non abbiamo fatto bene perché Kamala Harris nel 2020, 2019-2020 aveva fatto delle primarie per quelle che poi ha vinto Biden per essere lei la candidata e diciamo erano andate molto male nel senso che nonostante lei fosse una delle favorite, di quelle seguite con più attenzione anche dai media, molto velocemente la sua campagna si era afflosciata, anche per dei dissidi interni molto forti che facevano parlare di una sua incapacità di gestire il gruppo. E poi era stata scelta da Biden e qualcuno dice un po' anche cinicamente in risposta a quella che si chiama l'identity politics, cioè la politica dell'identità.
grosso tema in America, andare per le donne, gli afroamericani, i latinos, cercare di barrare queste caselle e quindi aver scelto una donna con il suo tipo di eredità, in parte nera, in parte indiana, era sembrato anche un modo per rispondere a una parte dell'elettorato. E poi gli anni da vicepresidente... Presidente è il mestiere sulla carta più facile del mondo, fondamentalmente non devi fare nulla se c'è la parità in Senato, il voto del vicepresidente vale doppio perché rompe quella parità in quanto presidente del Senato.
In più le erano state affidate anche dei dossier che secondo alcuni lei non aveva svolto molto bene, però erano dossier come l'immigrazione, quindi forse il più spinoso, il più difficile di tutti. stati questi dubbi attorno a lei. La convention invece l'ha incoronata con un entusiasmo incredibile, appunto noi eravamo lì ed è stata una convention perfetta nel senso che si è visto un partito che a differenza del partito repubblicano che aveva tenuto la sua convention a Milwaukee ed era sembrato fondamentalmente un clan, cioè un partito clan dove al centro di tutto c'è Trump e la sua famiglia, i suoi figli, i suoi collaboratori più stretti. Una... Un partito che è diventato trampiano e in qualche modo ha espulso anche delle figure storiche dei conservatori perché come diceva Viviana per esempio la figlia di Dick Cheney sta facendo campagna elettorale con Kamala Harris, Dick Cheney era il vice di Bush che all'epoca anche contestatissimo, odiatissimo dai democratici, figure come Mitt Romney non ci sono, figure come George W. Bush non ci sono, proprio un partito clan.
Mentre il partito democratico... democratico dimostrava di avere tante forze perché le stesse persone che vi ho citato prima che erano diciamo impredicato anche di poter essere eventualmente dei candidati si stanno spendendo pancia a terra per cercare di fare eleggere Kamala, il tentativo era di esprimere un messaggio molto positivo, cioè un messaggio non cupo e angosciante come era stato un po' quello di Biden che diceva dobbiamo salvare la democrazia, la democrazia. era un messaggio, una delle parole chiave della convention dei primi giorni della campagna di Kamala Harris era gioia, l'altra frase importante era turn the page, siamo noi il partito della libertà, siamo noi il partito che non vuole che siano imposte delle scelte sui nostri corpi, naturalmente il riferimento era tutto quello che è successo sull'aborto sul quale poi magari torneremo perché è uno dei temi chiave.
E quindi c'era stato, e in effetti lei ha avuto anche uno slancio dopo quella convention e dopo il dibattito con Trump che a differenza del disastro di Biden invece era andato molto molto bene per lei. E poi invece adesso le cose si sono un po' come abbiamo detto all'inizio veramente testa a testa quindi quel piccolo vantaggio che lei aveva si è esaurito e anche i tuoni della campagna elettorale sono un po' cambiati perché perché Kamala Harris è tornata un po' a usare questa retorica un po' da fine di mondo, cioè siamo di fronte a un attacco alla democrazia, la rielezione di Trump sarebbe un disastro, Trump è un fascista, c'è stato adesso tutto questo dibattito che abbiamo affrontato anche sul giornale sull'uso di questo termine, no Viviana? Sì, è verissimo e colpisce anche perché comunque effettivamente è una campagna così rapida tra l'altro, perché è iniziata una campagna di 100 giorni, quindi queste differenze che magari avvengono in qualunque campagna elettorale, però in questi 100 giorni così compatti si notano in una maniera sicuramente maggiore. Ma c'è ovviamente una ragione, c'è sempre una strategia dietro queste scelte.
La gioia serviva e serve ancora comunque come elemento per attirare un certo tipo di elettorato. Se andavi ai comizi di Biden non c'era nessuno prima che Kamala Harris diventasse la candidata. Quando Kamala Harris è diventata la candidata io sono andata ad alcuni dei primi comizi e lei stessa sembrava in qualche modo sorpresa che ci fosse così tanta gente che aveva questa espressione di qualcuno che non è abituato ad essere accettato. acclamato per diversi minuti consecutivi.
E c'era questo senso di gioia, che era anche un senso di sollievo, perché il candidato non era più Joe Biden, che è una cosa tristissima per l'uomo Joe Biden, ma è una cosa comprensibile dal punto di vista del fatto che i democratici si erano sostanzialmente rassegnati al fatto che avrebbero perso. Quindi per la prima volta c'era una candidata che poteva potenzialmente dare la vittoria. e c'era questo senso che forse si poteva fare campagna elettorale per qualcuno e non soltanto contro qualcuno, cioè contro Donald Trump, come era avvenuto praticamente in un anno e mezzo di campagna elettorale, perché le campagne elettorali americane durano almeno due anni, quindi questi tre mesi finali hanno stravolto anche questo senso, hanno dato questo senso proprio di sollievo e quindi di gioia, ma questo non basta per vincere.
I sondaggi, come dicevamo prima, sono strettissimi. Donald Trump continua ad avere il suo appoggio in America e c'è una società profondamente divisa. A margine della convention democratica, che è questa grande festa all'interno di un'arena, ci sono sempre moltissimi incontri anche degli strateghi del partito. Io e Maria Lisa siamo andati, per esempio, ad uno di questi incontri con David Plouffe, che è... stato un importantissimo manager della campagna elettorale di Obama già nel 2008, e che era là perché Kamala Harris l'ha preso come stratega, perché sapeva di aver bisogno di gente davvero in gamba per cercare di vincere.
Una cosa importantissima che ha detto David Plouffe già allora, quando c'era comunque questo senso di entusiasmo per Kamala Harris, è stato guardate che questa sarà una lottata, durissima sarà una lotta distretto per distretto negli stati in bilico perché trump comunque non avrà mai meno del 46 48 per cento dell'appoggio a livello nazionale nei sondaggi e se non di più e quindi noi dobbiamo combattere veramente l'ultimo voto quindi c'era questo senso di dover combattere l'ultimo voto che è quello che secondo me sta portando ha portato anche a questo a questo cambiamento anche di tono, perché i democratici vogliono anche prendere un elettorato, quindi non solo i giovani che stanno cercando di trascinare, non solo tutta questa gente che ha bisogno anche di essere motivata, che magari già voterebbe democratico, ma vuole essere entusiasmata, volente essere entusiasmata dal ritorno di Obama, dal concerto di Beyoncé, dal concerto di Springsteen, ma hanno bisogno anche... di convincere a votare quelli che in realtà sarebbero elettori moderati, indecisi, più che magari avevano anche votato per Trump, e che però sono delusi o addirittura trovano terrificante il linguaggio sull'immigrazione, su questo linguaggio sulle deportazioni di massa, e quindi sottolineare gli aspetti... aspetti diciamo della minaccia alla democrazia è utile anche a Kamala Harris certo ovviamente ogni volta che lo fa c'è chi le fa osservare che questo è quello che faceva anche Biden e quindi in che modo lei sta offrendo un messaggio positivo la cosa secondo me più complicata di questa campagna di Kamala Harris è comunque che lei sta avendo difficoltà a formulare un messaggio che sia eleggete me cioè In questa elezione dovete votare per me e non solo contro Trump, perché non è chiaro quanto forte sia lei come candidata.
Come vi raccontava Mary Lisa, lei è una candidata che ha avuto molti problemi in passato. Come vicepresidente aveva uno dei tassi di approvazione, se non il tasso di approvazione da vicepresidente più basso nella storia da quando sono stati registrati questi tassi di approvazione del vicepresidente. Anche se è una figura molto...
diciamo non centrale nelle decisioni. Adesso che è alla ribalta, dopo questo momento di entusiasmo, è cominciato ad esserci questo senso tra molti elettori di non sapere davvero chi è Kamala Harris, chi è davvero Kamala Harris, che cosa rappresenta Kamala Harris, ha cambiato posizione tante volte nel passato, 100 giorni non sono sufficienti a definire davvero chi è. Quando fa delle interviste spesso... Il dibattito è stato molto molto forte contro Trump, ha fatto interviste per esempio, vi raccontavo prima quella su Fox News, la tv di destra, anche quella è molto ben gestita e forte, ma a volte fa degli scivoloni, deve definire se stessa come qualcuno di diverso sia da Biden che da Trump, però allo stesso tempo non può prendere le distanze troppo da Biden, che comunque è impopolare come tasso di approvazione, perché è la sua vicepresidente. Quindi si trova in questa situazione molto difficile nel definire che cosa è e che cosa farebbe, di diverso anche rispetto a Biden, e dunque quando poi ricorre anche lo stesso linguaggio anti-Trump di Biden, alcuni le fanno notare che è un po' una contraddizione con quel messaggio positivo che voleva indicare.
E' molto interessante come questa campagna in questi 100 giorni ha cercato di conquistare una coalizione, perché poi quello serve per vincere, una coalizione che viene motivata da diverse cose. Se ci riuscirà, se sia stata efficace, lo potremmo dire secondo me solo tra pochi giorni. Tra l'altro bisogna dire anche che lei si trova ad affrontare un rivale che è... Uso la parola straordinario non con un accesso positivo, ma proprio straordinario perché è fuori dall'ordinario. Un'altra delle cose che hanno degli eventi di questa campagna elettorale che di per sé avrebbe potuto segnarla e definirla è stato il tentativo il 13 luglio di assassinare Donald Trump, no?
Butler, l'avrete sicuramente visto tutti. e soprattutto avreste visto, vi ricorderete questa immagine di lui che colpito si rialza con gli agenti dei servizi segreti che lo circondano e lui però che si dimena per farsi vedere, tira su il pugno e questa immagine che era iconica, qualcuno l'aveva associata alla posa della bandiera americana a Yojima, quindi si pensava ecco questa è l'immagine del... di Trump che vince le elezioni, cioè we fight, fight fight fight, combattiamo combattiamo combattiamo, sembrava finita lì, sembrava veramente finita lì e dopo una settimana è ricambiato di nuovo tutto. Viviana io ti volevo chiedere che candidato è Donald Trump e anche che campagna sta tenendo, se e come è diversa dalle campagne precedenti? Sì, è vero che Donald Trump è un candidato incredibile nel senso che è qualcuno che i democratici non si sono mai trovati di fronte prima, non usa le stesse armi, le stesse strategie ed è un incredibile comunicatore perché, che piaccia o non piaccia Donald Trump, sa effettivamente mobilitare il suo popolo, sa effettivamente mobilitare...
la gente, i suoi sostenitori e lo fa con gli stessi temi in realtà che sono stati i temi del passato, del 2016 i suoi comizi spesso sono pieni di gente che viene dalle zone rurali elettori bianchi, elettori working class sono stata a Butler, non ero a Butler quando ci fu l'attentato ci sono stata tre mesi dopo quando ho fatto gracentemente un comizio proprio nel luogo dell'attentato ed è il primo a fare, cioè il primo ex presidente nel suo caso, ma ci sono stati per esempio Reagan e altri che sono stati vittime di attentati in cui sono sopravvissuti e non hanno mai fatto un comizio nello stesso luogo. Il fatto stesso che Trump lo abbia fatto, lo abbia trasformato in una celebrazione, ma il fatto stesso che si sia in quel secondo rialzato. Se guardate le foto dell'attentato, lui effettivamente si abbassa sotto questi proiettili e ha la prontezza, l'istinto di rialzarsi e di sollevare il pugno con la gente che anche in quella situazione drammatica in questo mondo può vederlo e può vedere questo come un segno di forza. Questa capacità di Trump di comunicare al suo elettorato, che come vi dicevo prima, si basa in parte sull'immagine, si basa in parte su questa sua capacità televisiva. Trump è un uomo che ha imparato a vendere se stesso sin da giovanissimo, sin da quando è ereditato.
l'impero immobiliare del padre lo ha portato da Brooklyn a Manhattan sin da quando ha saputo vendere il suo marchio appunto su una serie di progetti immobiliari anche durante le bancarotte facendosi dare dalle banche centinaia di milioni di dollari perché speravano poi di recuperare sui soldi in bancarotta vendendosi ai media come imprenditore fai da te insomma con qualcuno che si era fatto da solo anche quando in realtà non avrebbe mai potuto fare le cose che ha fatto senza l'appoggio che gli ha dato il padre. E poi anche in televisione lo show televisivo di Apprentice in cui lui sostanzialmente era questo, anche lì presentato come un brillante leader, perché effettivamente è stato qualcosa che poi lo ha portato ad essere visto da tutto il resto dell'America, lo ha esportato dal New York al resto dell'America. vendendolo come sicuramente un imprenditore più di successo, ancora più di successo di quello che in effetti era, in cui licenziava possibili candidati, apprendisti, imprenditori.
E questo suo modo di essere è qualcosa che lui ha esportato in politica, comunque con successo. E l'altro aspetto è che ha saputo cavalcare e capire e cavalcare alcuni... alcune problematiche che c'erano nella società americana, legate anche e soprattutto all'economia e alle diseguaglianze che si erano create nella società americana.
L'economia americana, gli stati industriali in particolare, questi tre stati che lui effettivamente ha conquistato, Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, questi stati industriali del nord che sono parte della battaglia adesso di nuovo per la Casa Bianca. che Biden era riuscito a riconquistare nel 2020, ma lì c'è una classe operaia, soprattutto di operai bianchi, di persone, ovviamente working class che lavorano anche nelle fattorie, nelle zone rurali, che possiedono magari queste terre, gente che comunque si è sentita abbandonata in qualche modo. dalla politica sia dal Partito Democratico che dal Partito Repubblicano, si sentite abbandonate dagli accordi commerciali che hanno portato il lavoro all'estero, si sentite abbandonate da una classe dirigente che anche a un livello comunque non solo appunto delle politiche ma anche a un livello retorico non riconosceva che i problemi di questa zona, di queste zone industriali, le fabbriche che chiudevano tutto questo, erano anche il risultato delle loro politiche, che dicevano a queste persone, beh, se state male, se avete problemi, è perché non siete istruiti, dovete andare a studiare, dovete investire nella vostra istruzione, perdendosi in un certo senso una parte di questo messaggio che è anche un insulto a queste persone, perché era come dire, è colpa vostra.
E' comunque un insulto anche ad uno stile di vita che è stato parte della storia della tradizione americana in quelle zone per lungo tempo. E Trump, che è uno che vede il mondo diviso in vincitori e perdenti, che ha un senso dell'umiliazione come qualcosa che usa contro gli altri, ma devi sempre essere attento a non essere dalla parte sbagliata della lama, ha capito e colto come queste persone si sentivano? e come venivano trattate dal sistema e come si sentivano escluse dall'elite, avevano questa forma di risentimento nei confronti dell'elite e l'ha saputo cavalcare e usare. E' molto interessante che adesso come vice Trump abbia scelto come numero due, come candidato alla vicepresidenza J.D. Vance.
J.D. Vance è un senatore dell'Ohio che è iniziato però ad essere famoso come scrittore di un libro che si chiama Legia Americana. e che è stato anche un best seller. J.D. Vance viene da questa America industriale, perché viene dall'Ohio, è rurale in qualche modo perché i suoi antenati, i suoi nonni, i bisnonni venivano dal Kentucky, e in questo libro in realtà J.D.
Vance raccontava proprio i problemi di queste classi sociali che si sentono abbandonate dal sistema, soltanto che all'inizio J.D. Vance era anti-Trump, e quindi diceva sostanzialmente che Trump Trump offriva una sorta di pillola dorata, una sorta di miraggio a queste persone, che le illudeva, che riconosceva i loro problemi, ma poi non offriva nessuna soluzione e quindi era un critico durissimo di Trump e poi adesso invece è diventato il suo vicepresidente, il suo candidato alla vicepresidenza, che è una cosa... un altro degli aspetti incredibili di questa campagna elettorale sicuramente, ma è molto interessante che effettivamente Trump abbia scelto lui, lo ha scelto appunto proprio perché risponde a questa a questa retorica della nostalgia, questo linguaggio della nostalgia che ha adottato per convincere questa parte della popolazione, che poi offre soluzione o no, questa è un'altra questione, però come vi dicevo prima e come dicevamo con Maria Elisa è un candidato straordinario perché effettivamente unisce questa capacità di intrattenimento, questa capacità che è anche portata all'estremo. Ora se devo dire che cosa è diverso, anche Trump... sta invecchiando.
Trump ha 78 anni e sicuramente i suoi comizi sono diventati sempre più, diciamo, lui parla, adesso non mi ricordo il termine, ma lui proprio ha un termine per indicare il suo modo di uscire fuori tema, lui sostiene che è geniale, nel senso che secondo lui in questo modo lui unisce vari temi e porta ad un senso compiuto il suo discorso, ma in realtà spesso i suoi discorsi non hanno. escono proprio fuori tema, sono una sorta di flusso di coscienza in cui poi magari dice anche delle cose molto estreme, fa dei paragoni, per esempio parla degli immigrati paragonandoli a Hannibal Lecter, quindi al killer del silenzio degli innocenti. Gli piace dire queste cose estreme che fanno in qualche modo, che gli americani chiamano red meat, qualcosa che proprio tu nutri il tuo...
e la tua base in maniera più grezza, in qualche modo, dandogli qualcosa di cui ridere, di cui denigrare anche gli altri. Quindi ha tutte queste tecniche che usa e che non so però se, questa è la domanda che soltanto le elezioni ci potranno dire, se lo aiutano di più o lo danneggiano di più, perché allo stesso tempo c'è una parte dell'elettorato americano a cui questo non piace assolutamente. Mi piacciono le scelte che lui ha fatto, per esempio sulle tasse, sulla politica per Israele, però non gli piace necessariamente questo suo modo di parlare, di esprimersi e notano questa sua tendenza ad andare fuori tema. Già a Butler, quando ha fatto quel comizio tre mesi dopo, alla fine dopo aver parlato c'è stata almeno mezz'ora in cui è rimasto sul palco ascoltando musica classica.
la gente ha cominciato ad andarsene e pochi lo hanno notato, ma poi ad un ulteriore comizio, alcuni giorni dopo, quando nel mezzo del comizio ha interrotto tutto e si è ascoltata l'opera, lui piace molto l'opera, anche canzoni rese note da Pavarotti, alcuni hanno detto ma che cosa sta succedendo, ma cosa sta facendo, quindi sicuramente c'è questa tendenza. che sono sicuramente parte del suo carattere di chi è, si stanno accentuando con l'età e quindi c'è chi è preoccupato che effettivamente anche nel suo caso l'età abbia sempre di più un peso. La magia di Trump, Viviana raccontava di come lui parli a quell'elettorato rurale e riesce a spingere su tutto il mondo, temi economici un milionario che probabilmente non ha mai fatto la spesa da solo in tutta la sua vita però insomma questo è anche un po' un classico di alcuni populismi di destra però noi abbiamo parlato tantissimo e ci sono un sacco di domande dalle scuole collegate ma prima ne prendiamo magari un paio di qua e poi andiamo avanti a rispondere velocemente così cerchiamo di rispondere più o meno a tutti, alcune in realtà abbiamo già risposto parlando però ...
Ce ne sono tante molto interessanti. C'è qualcuno qui? Non siate timidi.
Vedo una mano, no? Ecco, qui davanti. Aspetta, aspetta che arriva il microfono così ti sentono anche i collegati.
Ascoltiamo. Secondo voi quanto vanno ad influire i sostenitori delle varie campagne? Quanto vanno ad influire i sostenitori come ad esempio... Elon Musk piuttosto che Taylor Swift perfetto perché questa era anche una domanda che arrivava da un altro liceo collegato secondo me fondamentalmente non è che spostino voti, cioè non è che uno proprio decide di votare perché glielo dice Bruce Springsteen il sostegno delle star in qualche modo serve a motivare ecco Su Taylor Swift poi non lo so, perché Taylor Swift, come voi sapete molto meglio di me, voi potete insegnare a me, è comunque un fenomeno fuori scala. Si è parlato di pill delle città che sono cresciuti per i suoi concerti, di terremoti causati dai suoi fan.
Quindi, insomma, probabilmente magari sull'elettorato giovane un personaggio come Taylor Swift può avere una sua influenza. Ma soprattutto... Il sostegno delle star serve intanto a raccogliere fondi, questa è una delle campagne forse la campagna più costosa della storia degli Stati Uniti, la quantità di soldi che è stata raccolta anche solo negli ultimi 16 giorni è un miliardo di dollari, sono cifre alle quali non si riesce neanche a pensare, a capire esattamente quanto siano.
Quindi servono per la raccolta fondi? Servono. Altra cosa fondamentale per la mobilitazione, cioè per convincere le persone comunque ad andare a votare, ad appassionarle alla corsa.
E questo in un'elezione che vi abbiamo detto è così testa a testa, il cosiddetto ground game lo chiamano, no? Il ground game sarà fondamentale. Infatti c'è stato un consigliere, anche lui un ex consigliere di Obama, che ha detto questa è una corsa dove siamo dentro il margin of error cioè il margine di errore ma anche il margin of effort cioè quanto sforzo faranno i singoli partiti per portare a votare le persone o convincerle a votare in anticipo come peraltro è già successo e sta già succedendo.
Su Elon Musk è un altro grande tema perché siamo di fronte a una gigantesca anomalia e questo secondo me è un discorso che voi soprattutto ... che siete costantemente immersi nei social media, nei social network, che siete nati dentro questo tipo di società dovreste seguire e al quale dovreste prestare attenzione. I social media sono stati immaginati per tanto tempo all'inizio come con la certezza che sarebbero stati una forza di democrazia e di libertà che avrebbero consentito diciamo uno spirito di comunità che avrebbero aiutato a rompere anche i muri delle dittature, Viviana ha anche seguito le primavere arabe per esempio e in quegli anni nel 2011 si pensava che anche la mobilitazione e l'utilizzo di Twitter potesse aiutare.
Nel corso del tempo ci siamo resi conto che spesso i regimi o le società o il business sanno usare questi mezzi. meglio di quanto non riescano a farlo le democrazie. E in qualche modo quello che succede quest'anno con Elon Musk è il culmine di questa disillusione rispetto ai social media.
Noi abbiamo il proprietario di un mezzo di comunicazione importantissimo, un uomo che da solo, a parte essere, poi si alterna con Arnoma, è l'uomo più ricco del mondo, ha 200 milioni di follower e fa campagna elettorale per un candidato, costantemente, ogni giorno. Sicuramente usate meno X di quanto non usiate Instagram e TikTok, ma noi che siamo un po' più vecchie, anzi parecchio più vecchie, usiamo X, usiamo Twitter e per tanti anni l'abbiamo usato anche proprio come una fonte di informazione, perché era un posto dove andare a cercare delle notizie, dei punti di vista interessanti, dove in qualche modo la differenza tra fake news, tra disinformazione e verità era un po' più chiara. Apri X e ti trovi davanti costantemente il tweet di Elon Musk che fa campagna per Trump e anche l'algoritmo è chiaramente, diciamo, premia i contenuti dell'estrema destra.
Non solo, ma Elon Musk ha fatto ancora un passo avanti, cioè negli ultimi giorni, a parte il fatto che sta facendo campagna elettorale, oltre che sui social, proprio fisicamente, cioè si è praticamente trasferito in Pennsylvania e qualcuno dice il vero vicepresidente è lui. perché fa costantemente comizi per Trump, ne ha fatto uno con Trump, forse anche di quello avrete visto la foto che è diventata abbastanza iconica di lui che salta sul palco, ma addirittura è arrivato ad offrire dei soldi, quindi è chiaramente un tentativo di corruzione a chi si registra nelle liste elettorali in Pennsylvania e aggiungendoci poi anche una lotteria, oltre ai soldi, adesso non ricordo quali, poi un milione di dollari. a chi viene sorteggiato tra coloro che sono andati a iscriversi, quindi chiaramente siamo andati molto oltre, credo che questa sia una cosa di cui si comincia a discutere tanto, uno dei motivi per cui, perché voi vi chiederete anche come mai Spesso si è detto che i grandi del big tech in passato erano molto vicini a Obama, hanno sostenuto la campagna di Obama, adesso perché c'è tutta invece un pezzo di quel mondo lì che sostiene Donald Trump? Una delle ragioni principali riguarda proprio la regolamentazione di queste piattaforme, cioè queste persone sanno che con i repubblicani nessuno li andrà a disturbare, mentre i democratici...
anche in questi anni con un personaggio molto importante come Elisa Khan hanno cominciato a cercare di intervenire dove per anni erano state lasciate delle praterie di libertà a questi grandi gruppi. Un'altra domanda qui? Eccoti.
Buongiorno, allora la domanda è qual è la posizione dei due candidati rispetto alle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente? Viviana lo chiedevano anche da molti collegati, ti aggiungo anche un'altra domanda che ho letto qui così magari rispondo insieme anche appunto quali saranno le conseguenze per l'Europa dell'elezione dell'uno o dell'altro. Ok, ok. Allora, forse cominciamo da Israele, perché Israele e Gaza, perché ovviamente la guerra a Gaza è stato un elemento di cui si è parlato molto negli Stati Uniti, ci sono state anche proteste nei campus, le abbiamo seguite, la Columbia University, so che ci sono state anche in Italia, ma qui è diventato un tema della campagna elettorale. In Michigan, che è uno degli stati in bilico, c'è una comunità arabo-americana molto importante e c'è stato durante le primarie un voto di protesta importante contro Biden.
Kamala Harris, allora perché contro Biden? Perché Biden comunque dopo il 7 ottobre, quindi il massacro commesso da massa di civili in Israele, poi dopo l'inizio della guerra e l'uccisione dei palestinesi, da parte di Israele a Gaza. C'è stata una spaccatura proprio dell'opinione pubblica americana con una protesta soprattutto dei giovani per le politiche comunque di Biden che ha cercato di abbracciare Israele spingendo Israele però anche a controllare il modo in cui conduceva questa guerra.
però proprio il suo rapporto anche con Netanyahu, con il premere israeliano, si è inclinato profondamente e non è riuscito finora a ottenere, cioè ha ottenuto alcune cose probabilmente, ma non è riuscito a ottenere, non c'è stato il fuoco, non è riuscito a ottenere ancora il rilascio degli ostaggi, quindi una situazione molto complicata, in cui comunque Biden è molto vicino a Israele, in passato si è definito anche sionista, ora Kamala Harris quando ha ereditato la candidatura non è che abbia cambiato la propria posizione, politica nel senso che continua a dire le stesse cose di biden cioè servono cessato il fuoco serve il rilascio degli ostaggi e condanna la violenza contro i civili da entrambe le parti però è molti mi è capitato di sentire diversi di questi attivisti che avevano accusato pesantemente biden dire che lei comunque ha una maggiore empatia riconoscere che comunque il modo in cui lei parla dei civili a gaza e sembra diciamo il modo di qualcuno che comprende maggiormente le sue posizioni e nel suo libro Bob Woodward, il mito del giornalismo americano, notava appena uscito e pubblicato da Solferino, notava per esempio che lei si è scontrata in una maniera un po' più pubblica con Netanyahu rispetto a Biden, sono forse sfumature, nel senso che i critici della posizione americana dicono comunque gli Stati Uniti non è che cambieranno adesso politica, allo stesso tempo Kamala Harris ha dovuto riflettere su qual era il vero peso di questo nelle elezioni e ha preso delle decisioni sulla base di questo. Secondo me i democratici hanno concluso sulla base di molti sondaggi che questo elettorato c'è, è critico per la guerra gata, c'è però allo stesso tempo anche tra i giovani c'è maggiore preoccupazione per l'economia e questo tema è passato in qualche modo un po' in secondo piano. secondo me rispetto a quanto poteva essere e però appunto se lei perderà in Michigan sicuramente tornerà ad essere al centro come una delle cause se dovesse essere sconfitta lì.
Trump è stato molto meno, diciamo Trump tende a criticare gli altri ma non necessariamente a proporre delle soluzioni e su Israele ha detto cose come ha detto in Ucraina se ci fossi stato io presidente non sarebbe mai successo perché è la debolezza dei miei rivali a scatenare queste situazioni. In Ucraina i democratici, il partito democratico e Biden in particolare hanno premuto per la continuazione degli aiuti, invece da un punto di vista di Trump e dei repubblicani a lui fedele il congresso, invece in particolare Banzi e il suo vice hanno fatto muro su questi aiuti. Quindi sicuramente sull'Ucraina... è il tema in cui potrebbero esserci le maggiori differenze tra le due amministrazioni. Della Nato si è parlato molto, Trump non è stato mai un amico della Nato, si teme addirittura che possa uscirne, i suoi alleati dicono che non è vero, però dal punto di vista dei finanziamenti americani e della Nato, sicuramente gli americani premerebbero ancora di più perché si siano dati più soldi dagli altri alleati.
inclusi quelli europei per la difesa, quindi sicuramente da quel punto di vista ci sarebbero delle differenze. Un altro tema per l'Europa è quello dei dazi, perché Trump minaccia dazi molto più pesanti che potrebbero anche coinvolgere maggiormente l'Europa. Biden ha conservato una politica comunque dei dazi che era stata introdotta da Trump, quindi non è che ha cambiato completamente linea, ma la linea di Trump è di...
aumentare da quel suo punto di vista, poi ancora una volta i suoi alleati dicono no, lo fa soltanto per negoziare, per ottenere quello che vuole e poi non andrebbe così lontano, la verità è che con Trump molte delle politiche da lui proposte sono vaghe appunto, non si sa o comunque anche le cose che dice non si sa fino a che punto poi le realizzerebbe e cosa realizzerebbe, a seconda di chi ascolti ti dicono cose diverse e qualcuno ti dice che neanche lui. effettivamente lo sa per la guerra in ucraina uno dei timori che possa portare ad un accordo e di pace che però favorisca in qualche modo quello che vuole putin però anche lì diciamo lui rifiuta di dare dei dettagli allora la quarta c dello razzioflacco di venosa fa una domanda multipla in parte abbiamo già risposto ma prendo invece una domanda sull'aborto cioè quanto influisce il tema dell'aborto Cerco di essere breve anche se è complicatissimo. Nel giugno del 2022 una sentenza della Corte Suprema, la sentenza Dobbs, ha abolito la precedente Roy vs Wade, che è la sentenza che garantiva il diritto federale all'interruzione di gravidanza.
Questo è stata una delle promesse realizzate di Trump, nel senso che Trump aveva promesso ai suoi sostenitori che avrebbe... nominato alla Corte Suprema che è uno degli organi più importanti del sistema di potere americano che spesso secondo alcuni è in grado di influire attraverso le sue decisioni sulla società persino più del potere esecutivo. Trump ha avuto l'opportunità, la fortuna dal suo punto di vista di nominare ben tre giudici della Corte Suprema durante il suo mandato e ha nominato dei giudici ultraconservatori e favorevoli appunto a mettere un fine al diritto all'aborto. Che cosa è successo? Che c'è stata una reazione molto forte, molto importante a questa decisione.
Le elezioni di medio termine del 2022 hanno visto i democratici frenare quella che era prevista come la red wave, l'onda rossa, proprio grazie alla mobilitazione dell'elezione. elettorato soprattutto femminile, ma non solo femminile, arrabbiato per questa decisione. In seguito ci sono stati referendum in vari stati, adesso naturalmente il tema non è più così caldo come due anni fa perché lì era proprio appena successo, però è ancora molto importante, anche perché gli americani hanno potuto vedere cosa succede con questo divieto, perché nel frattempo essendo poi la... diciamo tutto in mano agli stati, molti stati hanno messo delle limitazioni enormi, hanno vietato l'aborto anche in caso di stupro e incesto, hanno limitato le settimane a sei settimane quando magari una donna non è neanche certa o non si è neanche ancora accorta di essere incinta. E i referendum che ci sono stati in questi anni hanno dimostrato, ma lo dicono anche i sondaggi, il paradosso di tutto questo, cioè...
La maggior parte degli americani, una netta maggioranza, è favorevole al diritto all'interruzione di gravidanza. È un tentativo cinico di una parte politica conservatrice di tenere i voti degli evangelici, in particolare dell'elettorato o ultracattolico o soprattutto evangelico, che è molto importante per i repubblicani. prima di Reagan erano sempre stati pro-choice, cioè favorevoli al diritto di scelta, e poi hanno proprio virato in relazione appunto al sostegno della destra religiosa.
E infatti si vede come Trump in qualche modo si contorce su questo tema, perché da una parte è stato lui che ha nominato quei tre giudici con l'obiettivo proprio preciso di portare a quella sentenza, Allo stesso tempo dice no, ma lasciamo che siano gli stati a decidere, cioè si capisce che lui personalmente non è contro l'aborto, però non può dirlo pubblicamente. Quindi vedremo anche quest'anno quanto peserà il voto femminile che secondo tutti i sondaggi è nettamente, molto nettamente favorevole a Kamala Harris, anche perché ci saranno Avete visto quella scheda elettorale lunghissima che vi ho mostrato prima? In molti stati ci saranno dei referendum di vario tipo, ma in dieci stati ci sarà un referendum per mettere il diritto all'interruzione di gravidanza dentro la Costituzione statale, perché poi ogni stato ha anche la sua carta.
E alcuni di questi referendum si tengono negli stati in bilico di qui sopra, quindi la mobilitazione su questo tema potrebbe alla fine essere decisiva. anche in questo senso. Invece volevo chiedere a Viviana che è stata in Nebraska una domanda, adesso se la ritrovo, comunque non trovo qual è la scuola e mi scuseranno, ma se ci fosse un pareggio, questa eventualità incredibile ma non impossibile, che cosa succederebbe?
Che la scelta dovrebbe andare al congresso. Quindi è una situazione paradossale in cui l'America, molti temono che comincerebbe a litigare anche sui meccanismi di scelta del presidente e del vicepresidente, cioè sarebbero la Camera e il Senato a doverli scegliere. Quindi è una situazione paradossale.
Infatti tu nominavi l'Ebrasca perché sostanzialmente, prima dicevamo il numero dei grandi elettori, che sono necessarie per vincere. Il pareggio si creerebbe con una situazione di 269 contro 269. Un voto potrebbe determinare, un grande elettore potrebbe determinare chi ha la maggioranza di 270. E sostanzialmente in Nebraska c'è un'altra regola particolare che fa sì che non è che tutti quanti i grandi elettori dello Stato vanno al vincitore della maggioranza dei voti nello Stato, ma che si spezzino questi cinque grandi elettori, vanno due al vincitore della maggioranza e gli altri tre ciascuno al vincitore di ogni distretto elettorale. Quindi è uno Stato conservatore, quindi i due che vengono assegnati al vincitore della maggioranza nello Stato vanno a Trump, altri due distretti sono molto conservatori e andranno sicuramente a Trump.
L'ultimo distretto, quindi un solo grande elettore, è in Bilico. E questo grande elettore è in Bilico nella zona di Omaha, che è la più grande città del Nebraska, dove sono state, dove la gente mette questi cartelli con il pallino blu, che indica come un pallino blu nel mezzo di un mare rosso repubblicano, e davanti casa, quando ha intenzione di votare per i democratici. Quindi ci sono tutti questi pallini blu davanti le case, perché il Nebraska potrebbe essere lo Stato che, anzi, questo singolo distretto potrebbe essere il distretto che determina che non ci sia un pareggio ovviamente questo è solo uno scenario perché in questo momento per avere questo pareggio dai calcoli Kamala Harris dovrebbe vincere in Michigan, in Pennsylvania e in Wisconsin e perdere in Georgia, North Carolina, Arizona e Nevada che sono gli altri stati in bilico però bisognerebbe vedere prima se riesce a vincere quei tre e poi a quel punto si risolverebbe con il Nebraska, che comunque in questo momento dovrebbe evitare il pareggio, nel senso che il Nebraska è più sicuro dei tre stati in bilico del nord-est in questo momento, quindi non lo so, è uno scenario, però ce ne sono molti. Sì, infatti se qualcuno di voi è appassionato di politica e anche di statistica e di sondaggi, insomma come il sito che nominava all'inizio Viviana, questo Real Clear Politics, poi ma anche se andate sul New York Times o su qualunque giornale americano, vedrete man mano che ci si avvicina, ma già è così, tutta una serie di simulazioni sugli scenari, cioè che succede se vince questo Stato, che sono anche diversi. importanti da seguire, perché poi l'altra cosa che c'è da dire è che noi quasi sicuramente non sapremo chi ha vinto nella notte elettorale.
Noi come giornale, le televisioni, tutti si stanno attrezzando a coprire l'intera notte, noi faremo una diretta, faremo un'edizione digitale, saremo online, ma con ogni probabilità, a meno che i sondaggi non siano così sbagliati, che uno o l'altro candidato vince nettamente, per cui lo si capisce in realtà verso le 4 del mattino o le 5 del mattino, ma con ogni probabilità, anche in ragione del fatto che ci sono tantissimi voti inviati per posta. che quindi vengono contati dopo, soprattutto in stati come la Pennsylvania che sono decisivi, noi potremmo non sapere chi ha vinto per diverso tempo. Quattro anni fa, anche lì siamo andati a rivedere, perché poi uno non si ricorda e confonde un'elezione con l'altra, ma quattro anni fa si è saputo ufficialmente che Biden aveva vinto il sabato, quindi dal mercoledì mattina al sabato, anche se già dal giorno dopo si cominciò a vincere. cominciava a capire ma l'ufficializzazione c'è stata il sabato. E questo ci porta a un'altra domanda del liceo Fermi di Carpi, a proposito di quello che è successo quattro anni fa.
Chiedono qual è la posizione del partito repubblicano rispetto all'assalto al congresso, quindi assalto al congresso 6 gennaio. Tra l'altro perché 6 gennaio? Un'altra piccola cosa per dirvi come funziona.
Una volta che sono stati acquisiti i risultati, i risultati elettorali, questi grandi elettori si riuniscono, poi mandano i loro voti al Senato, poi a un certo punto il congresso si riunisce per ratificare, certificare le elezioni, che era quello che il congresso era riunito per fare quel famoso 6 gennaio che probabilmente ricorderete, in cui invece un gruppo di trampiani rivoltosi assaltò il congresso e le immagini ancora ci fanno tremare perché fu una strage. assalto al potere anche simbolicamente, il Capitol Hill, il Campidoglio, abbastanza sconcertante, morirono delle persone, dei poliziotti si sono suicidati in seguito, ci sono stati oltre 700 incriminati, insomma, qual è stata la posizione del partito repubblicano? Anche lì con torcersi, con torcersi, con torcersi perché un po' hanno condannato, un po' hanno giustificato e soprattutto Donald Trump dice io non c'entro niente, ero lì per caso, anche se era a due passi a fare un comizio e in qualche modo... modo aizzava i sostenitori contro il suo stesso vicepresidente Mike Pence che in quanto presidente del Senato era lui a dover certificare a tutti gli effetti il voto e questi rivoltosi che entrarono al congresso volevano trovarlo per impiccarlo dicevano, urlavano oltre ad essere poi entrati nell'ufficio di Nancy Pelosi, quindi diciamo Trump non è per niente pentito, dice che erano delle brave persone.
L'altra domanda riguarda cosa succederebbe al contrario se vincesse Trump. Io dubito che i democratici vedrebbero una rivolta violenta da parte del Partito Democratico. C'è timore che se invece Trump non vince allora ci sarà di nuovo una rivolta. La differenza rispetto a quattro anni fa è che il potere era nelle mani dei democratici.
dei Repubblicani, c'era la Casa Bianca, c'era Donald Trump, questa volta c'è Joe Biden, quindi probabilmente la gestione dell'ordine pubblico avverrebbe in maniera diversa, ma noi soprattutto ci auguriamo invece che non accada niente di tutto ciò perché è già una ferita difficile da rimarginare per l'America, se accadesse di nuovo non sappiamo come questo paese ne uscirebbe. Legato anche a quegli eventi Viviana… Un'altra domanda, diverse domande in realtà, tra cui della Quinta D del Majorana di Torino è perché Trump ha avuto anche guai giudiziari legati a quella vicenda e chiedono come mai è riuscito a candidarsi nonostante tutto. Magari possiamo raccontare quali sono i vari fronti legali aperti per Trump brevemente. Sì, perché in realtà nel sistema americano anche se sei sotto processo, se sei incriminato, anche se sei condannato in realtà ti puoi candidare e c'è questa possibilità che se Donald Trump venisse eletto, possibilità molto concreta, tutti i suoi guai legali scomparirebbero. Infatti proprio ieri ha detto che il procuratore speciale, che licenzierebbe in tre secondi il procuratore speciale.
che è stato assegnato e che ha portato all'incriminazione da parte del Dipartimento di Giustizia in più di uno di questi casi. I guai legali di Trump sono stati un altro tema di questa campagna elettorale, perché si alternavano i suoi comizi sostanzialmente. Noi andavamo un po' a un processo, un po' a un comizio di Donald Trump. E ce ne sono stati diversi, casi civili e casi penali, casi federali e casi statali.
Quello più grosso, forse più noto, è quello che appunto menzionavate prima di questo processo federale a Washington, effettivamente per aver tentato di sovvertire l'esito del voto che si è arenato e che sostanzialmente potrebbe continuare, ma in questo momento è anche coinvolto una decisione della Corte Suprema sulla possibile parziale impunità. immunità scusate di Donald Trump in quanto presidente. E' incredibile come appunto la Corte Suprema prima Maria Elisa diceva ha un ruolo enorme nella nella vita pubblica americana e nelle decisioni governative e nelle decisioni diciamo anche politiche non governative ma politiche ed effettivamente una Corte Suprema dominata dai conservatori ha molto aiutato Trump in questo momento anche nei suoi casi giudiziari.
Poi il sistema americano è fatto di giudici che sono anche di un partito o dell'altro e questo ha anche giocato un ruolo, nel senso che per esempio il caso che forse è stato uno dei casi più pubblicizzati e più noti è quello legato a Stormy Daniels, la porno star con cui Donald Trump avrebbe avuto una relazione che sarebbe stata resa nota o che lei voleva rendere nota. proprio alla vigilia delle elezioni del 2016, che lui avrebbe pagato per metterla a tacere. Questo caso a New York ha portato ad una condanna, ha portato ad una condanna che però da parte di una giuria di New Yorkesi, ma Trump ha accusato il giudice in quanto democratico di essere di parte.
Quindi durante tutta la sua campagna elettorale, lui ha comunque fatto una campagna elettorale anche... contro il sistema giudiziario, mettendo in dubbio il suo funzionamento. Ci sono stati moltissimi indipi nei suoi casi, molti di questi sono finiti comunque in appello, se si sono conclusi oppure c'è stata la Corte Suprema che è intervenuta.
Nel caso in Georgia c'è stato un altro pasticcio perché, come raccontavo prima, per 12 mila voti Trump ha perso la Georgia nel 2020. Lì il procuratore speciale ha iniziato un altro caso contro Donald Trump per aver cercato di interferire nel risultato del voto proprio in Georgia e in quel caso lì la procuratrice a cui era stato affidato il caso ha commesso comunque delle improprietà perché aveva una relazione con una delle persone con cui lavorava che era comunque stipendiata e tutto questo ha fatto sostanzialmente bloccare il caso ed è diventato un processo contro i procuratori di cui Trump ha ampiamente goduto. Insomma c'è stato anche un altro caso per esempio per Civile a New York per frode contro la Trump Organization perché Trump avrebbe negli anni per decenni aumentato il valore, cioè sostenuto che le sue proprietà valevano più di quello che in realtà valevano per ottenere... delle condizioni più vantaggiose dalle banche, c'è stata una condanna lì e lui dovrebbe pagare mezzo miliardo di dollari, a un certo punto la procuratrice dello Stato, Letizia James, che è anche lei democratica, ha detto che avrebbe potuto sequestrare addirittura la Trump Tower e molte delle proprietà di Trump, però poi si è arrivata la colta d'appello che adesso invece sembra segnalare di essere pronta a rovesciare o comunque a rivedere questa sentenza che è diciamo... E' anche un'altra di queste sentenze che Trump sostiene essere di parte perché i giudici sono democratici. Invece in Florida, a Mar-a-Lago, un altro caso ancora, anche questo condotto, anche questo federale, quindi partito dal procuratore speciale Jack Smith, Trump è stato incriminato perché ha nascosto i documenti che aveva alla Casa Bianca, quindi anche le lettere del dittatore Kim Jong-un, documenti top secret che potevano riguardare il nucleare, anziché consegnarli agli archivi di Stato dopo la sua presidenza, agli archivi nazionali, se li ha portati in scatoloni nella sua residenza a Mar-a-Lago.
nascondendoli sostanzialmente perché ha mentito sul fatto che fossero lì o ha fatto mentire le persone che per lui lavoravano. Questo caso è arrivato di fronte ad una giudice, stavolta repubblicana, nominata dallo stesso Trump quando era presidente, che ha archiviato il caso. In questo caso qui il procuratore generale, il procuratore speciale Jack Smith, ha fatto ricorso per cercare, e quindi anche questo è in appello, per cercare invece di far ripristinare il caso.
Quindi sostanzialmente per farla breve... una marea di casi che in qualche modo lui ha combattuto e ha usato anche politicamente a suo favore, molti dei quali l'esito lo vedremo a questo punto dopo le elezioni. Un'altra cosa che è molto, una domanda che ricorre, dice Oredi di Arezzo e Leon Battista Alberti di Napoli sul clima, quali sono le posizioni dei candidati, allora una cosa che Non bella da dirvi è che si è parlato pochissimo di clima in queste elezioni, so quanto invece per voi è giustamente un tema fondamentale. Purtroppo la campagna elettorale non si è discusso di climate change. C'è da dire che Joe Biden ha con un provvedimento che dal titolo un po' sfortunato, l'Inflation Reduction Act.
perché l'inflazione in realtà poi è stata il grande dramma di questi anni, anche se poi è stata in effetti combattuta e adesso sta scendendo, ma insomma è stato forse il provvedimento, dicono gli osservatori e gli esperti, di politica green più grande della storia, non solo degli Stati Uniti ma probabilmente dell'umanità, cioè incentivi per l'economia verde, e quindi un totale distacco rispetto a Trump, che invece aveva... ha tolto gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima, quindi insomma che è un po' un negazionista climatico. La buona notizia è che secondo gli stessi osservatori, siccome anche economicamente questi incentivi verdi funzionano molto bene, probabilmente anche Trump, se fosse eletto presidente, non andrebbe a toglierli, quindi insomma questa è la speranza.
Un'altra domanda è il Caravaggio di Messina, forse ci stiamo avviando alla fine, è un tema che è stato centralissimo rispetto a queste elezioni, non tanto dell'immigrazione ma proprio del confine, del border. Sì, è il tema che più di tutti Trump cavalca ed effettivamente anche nei sondaggi e sinceramente insieme all'economia. e poi l'economia e soprattutto l'inflazione è il tema che effettivamente viene indicato come una priorità dalla maggior parte degli elettori.
L'immigrazione è quindi il confine, perché il confine con il Messico è visto come, ed è presentato da Trump, come un pericolo da cui viene questa marea di persone illegalmente e nel modo in cui lo presenta lui anche con enormi pericoli. per il resto della popolazione con un aumento della criminalità. Se vai in alcuni stati ci sono teorie del complotto secondo le quali gli immigrati arrivano e si armano e quindi sono pericolosi, potrebbero creare un'insurrezione armata.
Quindi c'è proprio anche tutto un genere di teorie legate a questo tema. Però sicuramente questo è un problema per gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno avuto difficoltà a regolamentare anche con delle leggi l'influsso di migrati dal confine con il Messico e anche il sistema di come richiedere asilo.
Durante la pandemia effettivamente hanno in gran parte bloccato, in parte anche i numeri si sono ridotti e poi è stata passata una legge che sospendeva anche la possibilità per esempio di chiedere asilo al confine, che ha lasciato però... e entrare in alcuni periodi anche un numero di persone notevole. La mancanza di una legge che effettivamente regolamenti è un problema enorme ed è un problema bipartisan. A un certo punto sembrava che il congresso fosse pronto a passare una legge per regolamentarlo, ma Trump non ha voluto, ha bloccato, ha detto ai suoi sostenitori e alla sua parte al congresso di mettere il veto a questa legge bipartisan, che era tra l'altro una legge molto dura. Era anche una legge molto dura sulla richiesta di asilo perché quando c'è un numero di immigrati più alto di una certa soglia, sostanzialmente mette in discussione anche la possibilità di chiedere e di fare le richieste di asilo politico, infatti molti attivisti di sinistra si sono opposti dicendo che questo non è legale, non è accettabile per il diritto internazionale, quindi comunque una legge che aveva anche degli aspetti molto duri, ma che è stata bocciata da Trump perché Trump voleva utilizzarla, è stata fatta bocciare da Trump perché Trump voleva utilizzare questo problema come un grimaldello.
come un tema politico ed è un tema che divide comunque molto gli americani perché anche per esempio tra l'elettorato espanico che prima dicevamo è diviso, comunque molti di loro che pure sono in origine immigrati adesso sono contro l'immigrazione illegale, quindi è un tema estremamente spinoso. Bene, grazie Viviana per averci aiutato a fare questo viaggio. Grazie. Grazie soprattutto a voi ragazzi sia qui che collegati a casa, siete stati pazienti, attenti, speriamo di aver risposto alla maggior parte delle vostre domande. Ringrazio la Fondazione Corriere d'Esselunga e spero che continuerete a seguire questo voto, noi faremo anche una diretta Instagram dalla redazione la notte delle elezioni e ci farebbe piacere se fosse con noi.
Grazie a tutti. Grazie.