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La Crisi dei Missili di Cuba

Ciao a tutti e bentornati a Pillole di Storia. Io sono Ikudo e questa è la biblioteca di Alessandria e questo è il microfono nuovo che è esattamente identico a quello vecchio ma quantomeno funziona e questo permette di riprendere le pillole alla fine di una settimana che è stata a dir poco incasinata tra microfono rotto, video scomparso, quello di ieri che non è purtroppo recuperabile in nessun modo ma pazienza, chi l'ha visto l'ha visto e lo potrà raccontare ai posteri. Oggi ho deciso di raccontarvi, in realtà questa pillola doveva uscire la settimana scorsa, ma pazienza, ho deciso di raccontarvi una storia che mi avete chiesto un sacco di volte, fin dai primissimi video. Una storia che ho sempre un po'evitato di raccontare perché mi sembrava conosciuta, ampiamente conosciuta e sviscerata da tanti programmi molto più approfonditi di queste pillole. In realtà, secondo me, l'argomento di oggi, che l'avete letto dal titolo, è la crisi dei missili cubana, uno dei punti cardine della storia. della guerra fredda, l'argomento di oggi secondo me è molto interessante non tanto per l'evento in sé, cioè anche ovviamente per l'evento in sé, ma soprattutto perché permette di provare a puntare un faretto, tipo quello che c'è in faccia che mi rende così pallido in questo momento, un faretto dritto sulla guerra fredda, per capire come le grandi potenze si muovessero, come cambiassero gli equilibri di forza e come diplomazia armi ma molto spesso anche l'opinione pubblica riuscissero a modificare e rendere vittoriosa ora una ora l'altra fazione senza che entrambe d'altronde entrambe volevano evitarlo scendessero in guerra l'una contro l'altro la storia di oggi ci riporta all'inizio degli anni 60 Un'epoca in cui la situazione di equilibrio atomico era ancora molto diversa da quella cui siamo abituati a pensare, in cui entrambe le potenze potevano facilmente eliminarsi l'un l'altra, per intenderci la situazione degli anni 70 piuttosto che degli anni 80, dove in caso di lancio da parte ad esempio americana verso l'Unione Sovietica, l'Unione Sovietica avrebbe avuto tutti i missili per poter colpire e distruggere gli Stati Uniti. E'una situazione frutto dell'evoluzione. dei missili che permise di arrivare alla creazione di missili intercontinentali che da una parte all'altra ovviamente del globo potevano colpire oltre che di missili specializzati posizionati ad esempio sui sottomarini. All'inizio degli anni 60 però la situazione era leggermente diversa perché già c'erano i primi missili intercontinentali ma il loro sviluppo era abbastanza arretrato tanto che l'unione sovietica non aveva solamente una ventina e aveva grossi dubbi peraltro sul loro funzionamento. mentre gli Stati Uniti erano un pochettino più avanti, ma ne avevano poco più di un centinaio, comunque un numero abbastanza limitato. Per questo, per il cosiddetto equilibrio atomico, cioè questa possibilità per entrambe le potenze di colpirsi vicendevolmente qualora l'altra avesse colpito per primo, acquisivano molta importanza un altro tipo di missili, cioè i missili a medio e corto raggio. Qual è la differenza? Beh, è ovvia. Un missile intercontinentale è in grado di partire da Mosca e colpire Washington. Un missile a medio e corto raggio deve invece partire da un punto più vicino. Il vantaggio è duplice. Dovendo fare meno strada ovviamente serve un missile meno evoluto, ma soprattutto arriverà a bersaglio molto più rapidamente. In questa situazione, all'inizio del 1960-1961, ad avere la meglio erano gli Stati Uniti, perché l'Unione Sovietica non aveva... un punto da cui lanciare vicino verso gli Stati Uniti, sì, dalle parti più periferiche della Siberia poteva colpire al massimo l'Alaska, avvicinarsi alla costa occidentale, ma nulla più, mentre invece dall'altra parte gli Stati Uniti potevano installare i loro missili negli alleati europei della NATO, cioè in Turchia ad esempio e in Italia, da dove avrebbero potuto colpire molto facilmente la parte europea. dell'Unione Sovietica, cioè la parte più ricca. e ovviamente più importante per l'apparato sovietico. Questa situazione era ben nota, ma nel 1959 successe qualcosa che cambiò questo equilibrio. Nel 1959, come ho parlato in una pillola in passato, la trovate in descrizione, è molto riassuntiva, volendo si potrebbe ampliare, ma dà già un'idea, nel 1959 terminò la rivoluzione cubana, con la presa di potere da parte di Fidel Castro. Ora, non molti lo sanno, ma all'inizio Fidel Castro non era dichiaratamente schierato sul lato sovietico. Anzi, all'inizio fece addirittura un viaggio negli Stati Uniti per cercare appoggio proprio dagli statunitensi, che d'altronde erano il gigante a un passo dalle coste cubane. Gli statunitensi però non appoggiarono Fidel Castro, ma anzi, nel 1961 appoggiarono addirittura uno sbarco portato da anticastristi nella Baia dei Porci che fallì miseramente nel suo tentativo. di ribaltare il risultato della rivoluzione. In questa situazione ovviamente Castro si avvicinò al nemico degli Stati Uniti perché il nemico del mio nemico è mio amico e quindi si avvicinò all'Unione Sovietica. Per l'Unione Sovietica Cuba rappresentava il classico uovo di Colombo perché se avessero messo dei missili sull'isola avrebbero potuto colpire molto rapidamente tutta la costa orientale degli Stati Uniti, non solo utilizzando i missili che già avevano, come facevano gli americani in Turchia, ma anche bypassando tutto il sistema di difesa missilistico statunitense che si trovava ovviamente sulla costa occidentale, cioè quella più vicina all'Unione Sovietica. La cosa gli americani la sapevano benissimo e avevano ben presto messo in chiaro che non avrebbero tollerato in alcun modo un'infiltrazione di armi offensive. tradotto di armi atomiche, sul suolo cubano. Sempre per quella famosa dottrina Monroe che voleva che le Americhe dovessero rimanere, diciamo, un giardino di casa degli Stati Uniti. Ma è un'ovvia situazione di sicurezza nazionale. Tutte queste cose erano assolutamente note a Sergei Nikita Khrushchev, che all'epoca era presidente del Soviet Supremo, presidente dell'Unione Sovietica, diciamo così, capo dell'Unione Sovietica. So, Khrushchev aveva, sapeva... Benissimo che gli americani in caso di un tentativo sovietico di portare dei missili avrebbero reagito. Ma nonostante questo iniziò a ragionare se si potesse lo stesso fare e lo fece basandosi sulla convinzione che l'allora presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, fosse un presidente giovane, acculturato di certo ma poco propenso al decisionismo, che ad un certo punto avrebbe cercato un accordo e avrebbe o accettato i missili a Cuba così come i sovietici dovranno accettare quelli in Turchia, o avrebbe scambiato qualcosa per quei missili. E quel qualcosa, secondo Khrushchev, non poteva che essere Berlino-Ovest, che da circa un anno era praticamente assediata dal muro e che era la grossa spina nel fianco nel sistema sovietico del patto di Varsavia, perché era una parte della Repubblica Federale di Germania, o meglio, era una parte del mondo occidentale, piantato. dentro la Repubblica Democratica Tedesca, quindi uno stato del patto di Varsavia. Per questo Khrushchev all'inizio del 1962 mandò dei propri tecnici a Cuba. Secondo alcune versioni Fidel Castro era molto contento della cosa perché vedeva in quei missili la possibilità di difendersi o meglio di far la voce grossa con gli Stati Uniti. Secondo altre versioni invece Fidel era contrario perché già sospettava che Gli Stati Uniti avrebbero reagito e fu tacitato con la promessa di ricevere anche armi leggere e armi antinavi che gli sarebbero invece servite in caso di un nuovo tentativo di sbarco. Quello che è certo è che a gennaio del 1962 dei tecnici militari e nucleari raggiunsero Cuba, nascosti in mezzo a una delegazione di agronomi che aveva invece raggiunto l'isola per iniziare quei contatti agricolo-economici che avrebbe poi mantenuto fino alla fine. nella caduta dell'Unione Sovietica. In mezzo a quegli agronomi, come detto, c'erano dei tecnici, i quali cercarono di capire quali fossero le migliori posizioni per piazzare i silos dei missili. Gli americani, ad un certo punto, però, iniziarono a capire qualcosa. Le spie gli riportavano di strani movimenti, gli riportavano il fatto che troppe armi, troppi aerei sovietici stavano arrivando sull'isola. Troppi anche per difendere un'isola che in quel momento almeno ufficialmente non era sotto nessun tipo di attacco, anche se in realtà sappiamo che l'amministrazione Kennedy stava preparando un nuovo sbarco, probabilmente più in forze, per cercare di cacciare Fidel Castro. Per questo Kennedy e il suo Stato Maggiore decisero di iniziare una serie di voli di aerei sfia che nei mesi successivi iniziarono a perlustrare, si chiamavano U-2, li vedete nell'immagine, a fianco a me, iniziarono a perlustrare l'isola cercando prove di quello che sospettavano. Nonostante questo, il piano di Khrushchev andava avanti. Alla fine di luglio, le prime navi partite dall'Unione Sovietica iniziarono ad avvicinarsi verso Cuba e l'8 settembre, nonostante l'Unione Sovietica e lo stesso Khrushchev negassero qualunque invio di missili, i primi missili raggiunsero l'isola. A questo punto iniziò uno strano gioco diplomatico. Da una parte l'Unione Sovietica... che veniva stimolata dai giornalisti e ovviamente anche dagli americani, negava con anche Crusoe personalmente qualunque possibilità di utilizzo dell'arma nucleare con partenza da Cuba. Dall'altra parte gli Stati Uniti fingevano di crederci ma in realtà non si fidavano e intensificavano sempre più i loro voli. Alla fine il 14 di ottobre 1962 gli U2 scoprirono quello che stavano cercando, dei silos nucleari. in costruzione e cinque giorni dopo, il 19 di ottobre, scoprirono che quattro di quei silos erano già pronti a lanciare. Inizialmente Kennedy mise sul tavolo parecchie proposte, o meglio lo fecero i suoi generali, la maggior parte delle quali era propensa all'idea di un attacco preventivo. Quell'attacco andava su vari livelli, un nuovo sbarco, un bombardamento a tappeto che radesse al suolo le installazioni, addirittura qualcuno parlava di un attacco preventivo non solo su Cuba. ma anche sull'Unione Sovietica che di certo avrebbe reagito a un attacco sull'isola. Per i primi giorni Kennedy non informò neanche i suoi alleati, tanto che gli alleati della NATO vennero informati solamente il 21 di ottobre, quando ormai la decisione su cosa fare era stata presa. Kennedy decise di mettere da parte i falchi, si presentò davanti alle telecamere e al popolo degli Stati Uniti e ovviamente al mondo, rivelò che gli Stati Uniti sapevano che i missili sovietici stavano arrivando, o meglio, erano già arrivati a Cuba. Disse che gli Stati Uniti avrebbero impedito qualunque espansione di quella forza, avrebbero cercato di agire in ogni modo affinché venisse smantellata. Diede ordine che le sue navi stendessero un gigantesco cordone sanitario, per così dire, intorno all'isola, usando il termine quarantena. In realtà non si trattava ovviamente di una quarantena, non c'erano motivi sanitari. Ma il termine esatto sarebbe stato ovviamente un blocco navale, ma il blocco navale è un atto di guerra e questo voleva almeno inizialmente essere evitato. Ma nei fatti quello che le navi statunitensi stesero intorno all'isola nel giorno successivo fu un vero e proprio blocco navale, tanto che le navi sovietiche che cercavano di oltrepassarlo venivano fermate ed ispezionate, mentre altre tornarono indietro. Tra l'altro nessuna delle navi ispezionate conteneva missili o materiale nucleare, probabilmente quelle che lo contenevano. erano giustamente tornate indietro. La situazione con questo blocco navale si fece rapidamente calda, il che portò a tre cambiamenti. Il primo fu che i sovietici iniziarono a inviare dei sottomarini e dei mezzi militari nell'aria, ovviamente per eventualmente intervenire contro la flotta statunitense. La seconda fu che le Nazioni Unite vennero convocate d'urgenza chiedendo agli ambasciatori sovietico-americano di riferire davanti a tutti. Il terzo, e ci torneremo tra poco, era il fatto che le diplomazie di tutto il mondo iniziarono ad attivarsi. In realtà c'è un quarto fattore che riguarda le persone. Quando parliamo della guerra fredda, oggi ci sembra quasi ridicolo pensare che realmente all'epoca qualcuno potesse credere che si sarebbe arrivati a un olocausto nucleare, che la guerra sarebbe scoppiata. In realtà negli anni 60 e 70 non era così, anzi un sondaggio svolto proprio tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 negli Stati Uniti riportava la convinzione della maggior parte degli statunitensi che avrebbero assistito a una guerra nucleare prima della loro vecchiaia. Ovviamente non è stato così fortunatamente, ma la convinzione era molto radicata e quando Kennedy... annunciò il blocco navale con tutto quello che comportava, improvvisamente in tutto il mondo iniziarono a moltiplicarsi gli appelli alla pace, tra cui quello del Papa Giovanni XXIII, ma soprattutto le esercitazioni in caso di guerra atomica per cosa fare. Vendono rispolverati anche i vecchi rifugiantieri della Seconda Guerra Mondiale. Successe anche qua in Italia, senza andare tanto lontano. Come detto... L'ONU era stato convocato. Il 23 e 24 ottobre, cioè i due giorni successivi al discorso di Kennedy, l'ambasciatore sovietico parlò a lungo alle Nazioni Unite negando qualunque possibilità che i sovietici avessero inviato i missili. Il 25 l'ambasciatore americano Adlai Stevenson prese invece la parola. Il video è molto breve, lo trovate in descrizione, anche se in inglese ve lo metto perché chi conosce qualche parola di inglese lo troverà secondo me bellissimo. Ve lo posso sintetizzare così. Stevenson prese la parola e rivolgendosi direttamente all'ambasciatore sovietico, che ovviamente era al tavolo di fronte a tutta la platea, gli chiese di confermare che i sovietici non avevano mandato missili. L'ambasciatore sovietico tentenna, inizia a rispondere lentamente. Ad un certo punto Stevenson si rivolge di nuovo a lui e gli dice chiaramente non aspetti la traduzione, tradotto ha capito benissimo, non prenda tempo. Mi risponda sì o no. Al che l'ambasciatore sovietico ancora una volta risponde con una perifrasi in russo dicendo sostanzialmente se voi avete delle prove tiratele fuori. E le prove Stevenson le aveva perché davanti a tutti tira fuori le immagini dei silos nucleari e di quello che contengono le immagini che erano state riprese proprio dagli aerei Sfia. A questo punto la situazione precipita. Tutti sanno che i due stati sono ad un passo dal saltarsi alla gola. Il livello di allerta sale, tanto che gli statunitensi decidono di alzare il livello di allerta atomica a DEFCON 2. Sapete, c'è questo livello di allerta che va da DEFCON 5, cioè pace, a DEFCON 1, cioè guerra atomica. A DEFCON 2 gli ufficiali militari americani possono rispondere ad un attacco, anche senza interpellare il presidente o comunque la gerarchia, al che ovviamente espone al rischio che qualche testa calda... possa come raccontato nel dottor stranamore possa attaccare di sua spontanea volontà o reagire in maniera esagerata ad una provocazione la stessa allerta in realtà ce l'avevano anche i sovietici anche se su questo abbiamo meno dati come dicevo prima però a questo punto anche le diplomazie si erano attivate e tra tutte le diplomazie curioso dirsi per chi non lo sa una delle più attive fu quella vaticana ora il vaticano è uno stato minuscolo ma vuoi per l'importanza religiosa, ha sempre mantenuto una forte e forte importanza diplomatica che le permetteva di mantenere contatti con le varie potenze, anche con l'Unione Sovietica, nonostante l'ateismo di Stato. La diplomazia vaticana aveva già lavorato nei giorni precedenti, molto probabilmente di concerto con quella italiana, per creare una proposta di mediazione che il Cremlino avrebbe dovuto inviare agli Stati Uniti e questo accettare. In realtà il Cremlino inviò due proposte di mediazione, la prima il 26, il giorno dopo la rivelazione di Stevenson, in cui proponeva in maniera in realtà molto pacifica il ritiro dei missili nucleari da Cuba in cambio dell'assicurazione da parte statunitense che mai avrebbero attaccato l'isola. Il giorno dopo arrivò in realtà una seconda proposta che integrava la prima e che chiedeva oltre alle assicurazioni su Cuba anche il ritiro dei missili in Turchia. e in Italia. Questa seconda proposta molto probabilmente nasceva proprio dalla diplomazia vaticana italiana, tanto che lo stesso giorno quando arrivò negli Stati Uniti si trovava già lì un delegato italiano che si disse subito pronto, a meno che il suo paese era subito pronto, ad accettare la proposta sovietica. Kennedy in realtà nicchiò, anche perché la prima proposta l'avrebbe visto uscire come vincitore, la seconda l'avrebbe visto uscire probabilmente sconfitto dal braccio di ferro e per questo... almeno inizialmente si disse pronto ad accettare solo la prima, facendo finta che la seconda non fosse mai arrivata. Il 27 ottobre però successe il fattaccio. Un aereo spia, un U-2 americano, venne abbattuto sui cieli di Cuba ed un altro riuscì a stento a scampare ad un attacco sui cieli dell'Unione Sovietica. L'abbattimento di un aereo, nonostante fosse un aereo spia, era a tutti gli effetti un atto. E quella notte l'intero mondo stette col fiato sospeso col timore che la guerra sarebbe presto giunta, che in pochi secondi l'umanità e il mondo avrebbero subito danni che avrebbero richiesto secoli per essere recuperati. Fortunatamente, quando si arrivò sull'orlo della guerra, si giunse ad un accordo. Kennedy decise di accettare la prima proposta, almeno pubblicamente, e chiese a Khrushchev di accettare che quella fosse la decisione. Poi però, privatamente, prese il fratello, Robert Kennedy, quello che poi venne assassinato mentre correva anche lui per la Casa Bianca, e lo spedì dall'ambasciatore sovietico dicendo che ufficialmente avrebbero accettato solo la prima proposta, ma che in realtà... di lì a sei mesi un anno avrebbero comunque ritirato i missili dalla Turchia e dall'Italia e in realtà avrebbero accettato la seconda proposta. Di fronte al rischio di una guerra e di fronte alla sostanziale accettazione di quello che era stato chiesto, Khrushchev decidette di desistere. Annunciò che i missili sarebbero stati ritirati e fece calare la tensione. Nei mesi successivi il blocco venne tolto e i missili vennero smantellati. A questo punto, quello che ci chiedono molti analisti è chi abbia vinto la crisi dei missili. Chi guarda semplicemente all'obiettivo, allo scopo, dice che a vincere siano stati i sovietici, che hanno ottenuto quello che volevano, cioè far ritirare agli americani i missili che si trovavano in Turchia e in Italia. In realtà però la maggior parte degli storici, anche quelli non di parte, assolutamente, ovviamente gli storici americani propendono per la loro parte, ma ci sono molti non schierati che invece ben seguono questa visione, La maggior parte però propende per l'idea che a vincere siano stati gli Stati Uniti. Perché? Beh, perché alla fine, almeno dal punto di vista dell'opinione pubblica, erano riusciti a ottenere quello che volevano. L'opinione pubblica sapeva che i sovietici avevano messo dei missili a Cuba e l'opinione pubblica seppe che i sovietici erano stati costretti a ritirarli. Questa semplificazione, che poi alla base delle tecniche di... come si chiama di propaganda nei tempi moderni e aveva permesso agli Stati Uniti di fare un gran figurone, almeno dal punto di vista diplomatico. In realtà a perdere erano probabilmente stati entrambi i capi di Stato. Kennedy infatti si era completamente inimicato all'ala forte dell'esercito e del congresso, tanto che secondo alcuni qua iniziarono i germi che portarono sempre secondo alcuni, sempre secondo una delle tantissime teorie, i servizi deviati, tra virgolette, la CIA a programmare l'assassinio proprio di Kennedy. Chi invece sappiamo per certo che ci rimise molto da questa crisi fu proprio Khrushchev, il quale perse in questo modo la faccia davanti al Politburo e perse gran parte del proprio potere, tanto che di lì a poco sarà sostituito. Esiste, ve lo lascio come ultima cosa a chiusura di questo video molto lungo che spero che si sia registrato finalmente col microfono nuovo, esiste infine un'ultima analisi. È un'analisi matematica che si basa sulla teoria dei giochi, quella di John Nash, per intenderci il matematico di A Beautiful Mind. Non sono un matematico, non ve la posso spiegare in profondità, ma vi posso dire questo pensiero. Secondo questa analisi l'Unione Sovietica aveva già perso nel momento in cui ha deciso di giocare, di giocare questa sfida diplomatica. Perché? Perché quando aveva posto i missili a Cuba avrebbe potuto ottenere in realtà solo due risultati. Il primo risultato era quello che avvenne veramente, cioè che gli Stati Uniti sarebbero intervenuti e avrebbero obbligato l'Unione Sovietica a ritirare quei missili e questo sarebbe stato una sconfitta perché la mossa sovietica sarebbe stata ribattuta. Il secondo risultato sarebbe stato ovviamente la guerra. una guerra atomica che sarebbe stata una sconfitta per entrambi, sia gli statunitensi, ma ovviamente anche per l'Unione Sovietica. Insomma, nel momento in cui aveva iniziato a giocare, la partita era già persa. Qualcuno magari ve la potrà spiegare meglio di me, ma io l'ho sempre trovata molto affascinante. Bene, vado a controllare che l'audio sia a posto, speriamo bene, e mi fermo qua. Spero che questa pillola vi sia piaciuta, nel caso iscrivetevi, cliccate sulla campanella per essere sempre aggiornati e io come al solito per il resto vi ricordo di essere curiosi, perché la storia del mondo là fuori è piena di avvenimenti e storie fantastiche, storie incredibili che nessuno scrittore, nessun regista ha mai la fantasia di mettere nelle loro opere. E se volete iniziare a curiosare, qui a fianco. C'è l'elenco delle epilogie uscite fino adesso. Noi ci vediamo domani, rimaniamo nello stesso periodo, ma ci spostiamo verso lo spazio. A domani! Ciao ciao!