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Analisi della separazione dei poteri

Salve e benvenuti in una nuova puntata di Studio Noisis. Continuiamo con le nostre letture di testo, continuiamo a leggere, ad affrontare, ad approfondire, a mettere in risalto le parti fondamentali della storia del pensiero, della storia dei nostri pensatori preferiti. Oggi voglio portarvi un testo particolarmente importante per la storia della filosofia del diritto. leggeremo un capitolo di uno dei libri, di una delle opere più interessanti all'interno del mondo della filosofia del diritto, che è lo spirito delle leggi di Montesquieu, come avrete capito già dal titolo di questo video. Cosa andremo a leggere per oggi? Andremo a leggere un passo con anche l'integrazione di un piccolo commento, ovviamente vi lascio sempre tutto in descrizione qua sotto, e andremo a leggere il capitolo 6 del libro undicesimo, quasi integralmente, non integralmente a dire la verità, le parti principali, ma che ci permetteranno di analizzare la suddivisione dei poteri all'interno dell'opera, dello spirito delle leggi. Perché? Perché Montesquieu parla, quella che è diventata celeberrima, come la separazione tra i poteri, ma come dicono gli studiosi di Montesquieu sarebbe più opportuna riferirsi alla distribuzione dei repoteri su cui tutte le democrazie, le repubbliche, eccetera, eccetera, oggi si formano, si fondano. Cioè, uno Stato, per definirsi libero, non deve essere democratico, come pensano alcuni, ma deve essere fondato sulla suddivisione, sulla distribuzione dei poteri. Innanzitutto facciamo un piccolo preambolo. Questo capitolo sesto... del libro undicesimo è la parte più importante dell'opera, della vastissima opera, lo spirito delle leggi di Rousseau che io possiedo in questa edizione della La Terza. Sono riuscito a trovarvi anche la traduzione, la stessa traduzione. Suddividere i tre poteri è fondamentale, ma non voglio indugiare troppo, voglio subito buttarmi nella lettura perché il percorso è abbastanza lungo e ci richiederà impegno, ci richiederà anche un certo sforzo per orientarci. Perché? Perché appunto ci basiamo sulla distribuzione dei poteri. Cioè per Montesquieu non c'è una separazione dei tre poteri, che saranno i classici poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, ma c'è un controllo reciproco. Quindi i poteri sono distribuiti, ma non separati. Si influenzano, si controllano. Vi ho messo anche due note, perché è importante che si trovano in fondo alla nostra opera e che commentano proprio questa sezione dell'opera. Perché vi ho messo queste note? Perché è importante, importantissimo anzi, vedere perché questo commento che fece Montesquieu alla Costituzione inglese, che lui riteneva la più importante, la meglio riuscita, che difendeva maggiormente la libertà dei cittadini, è così importante. importante. Commenta così Garat, appena fu completata fu un francese, fu Montesquieu, a penetrare con un sol colpo di genio ciò che il genio di tutti gli inglesi ha trovato nel corso di dieci o dodici secoli procedendo a tastoni e barcollando nelle tenebre. Fu Montesquieu a insegnare all'Inghilterra i principi e le regole di tutti i movimenti irregolari e irregolari della sua organizzazione sociale. E un altro storico dice Robert Von Moll Certo gli inglesi erano coscienti di avere una costituzione originale e si sentivano fieri e felici di possederla ma per secoli nessuno pensò a estrarre il pensiero generale e filosofico da questa organizzazione particolare e di innalzarla a principio. Questo onore l'Inghilterra lo lasciò a uno straniero, a Montesquieu. Qualche riga sopra leggiamo Montesquieu Non si è proposto di dare un quadro completo della Costituzione inglese, ma solo di dimostrare che la Costituzione della nazione inglese ha per oggetto diretto la libertà politica. Ecco perché è così importante il commento che in questo capitolo Simon Teschie fa alla Costituzione inglese. Perché la Costituzione inglese, la prima che si fonda sulla distribuzione dei tre poteri, è fondamentalmente la Costituzione che gli altri Stati europei devono seguire. ai quali si devono adattare. Voglio leggere subito, partire subito da una lettura in maniera tale da capire meglio anche la grande opera che ha fatto Montesquieu a cui tantissimi intellettuali inglesi hanno tributato grandi onori. In ogni stato vi sono tre generi di poteri. Il potere legislativo, il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto delle genti, Il potere esecutivo di quelle cose che dipendono dal diritto civile. In forza del primo, cioè del primo potere, che noi abbiamo definito il potere legislativo, che è il potere più forte per Montesquieu, il principe o il magistrato fa le leggi per un certo tempo, o per sempre, e corregge o abroga quelle che sono già state fatte. In forza del secondo, che qui subito viene definito il potere esecutivo delle cose che dipendono dal diritto delle genti, ma che molto semplicemente è il potere esecutivo, in forza del secondo fa la pace o la guerra, invia o riceve ambasciate, stabilisce la sicurezza, previene le invasioni. Questo è il potere esecutivo. Infatti poco dopo lo dirà. In forza del terzo, il potere che sopra definisce il potere esecutivo di quelle cose che dipendono dal diritto civile, punisce i delitti o giudica le controversie dei privati. Chiameremo quest'ultimo potere il potere giudiziario. E l'altro, cioè il secondo potere, è il potere esecutivo dello Stato. Quindi c'è un potere legislativo, che è il potere del principio del magistrato, poi c'è un potere esecutivo, che è il potere... di fare la pace alla guerra, di inviare o ricevere ambasciate, di stabilire la sicurezza, eccetera. C'è un potere giudiziario che è il potere di sedare, giudicare le controversie. La libertà politica per un cittadino consiste in quella tranquillità di spirito che proviene dall'opinione che ciascuno ha della propria sicurezza. E perché si abbia questa libertà bisogna che il governo sia tale che un cittadino non possa temere un altro cittadino. Quando nella stessa persona o nello stesso corpo di magistratura il potere legislativo è unito al potere esecutivo, non vi è libertà, poiché si può temere che lo stesso monarca e lo stesso senato facciano leggi tiranniche per eseguirle tirannicamente. Cioè, se chi fa le leggi può anche decidere come applicarle, può anche decidere come farle rispettare, può anche decidere i provvedimenti concreti. È ovvio che non c'è più democrazia, non c'è più libertà soprattutto, e quindi c'è potere tirannico, c'è sopraffazione. Non viene meno libertà se il potere giudiziario non è separato dal potere legislativo. Il potere sulla vita, se fosse unito al potere legislativo, cioè se i giudici detenessero il potere di fare le leggi, il potere sulla vita e la libertà dei cittadini sarebbe arbitrario. Infatti il giudice sarebbe legislatore. Se fosse unito al potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore. E questo è il caso più, forse, attuale per certi aspetti. Se il giudice deve fungere solo da un applicatore della legge, se il giudice però è anche colui che fa le leggi, va da sé che dopo il giudice può fare delle leggi e può giudicare come gli pare. È un po' il problema di quando si conferisce interpretabilità alla legge da parte dei giudici, in quanto l'interpretabilità ovviamente è un fattore soggettivo e non sottoposto a controllo oggettivo. Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo o lo stesso corpo di maggiorenti o di nobili o di popolo esercitasse questi tre poteri, quello di fare le leggi, quello di essere... eseguire le decisioni pubbliche è quello di giudicare i delitti o le controversie dei privati. Se questi tre poteri fossero detenuti da un unico corpo o gruppo di persone, ovviamente sparisce, svanisce la libertà. C'è la tirannide, c'è il soppruso. Nella maggior parte dei regni d'Europa, il governo è moderato, perché il principe che ha i due primi poteri, lascia ai sudditi l'esercizio del terzo. Presso i turchi, dove i tre poteri sono riuniti nella persona del sultano, regna un orribile dispotismo. E ho inserito anche questa parte che leggeremo adesso perché parla proprio dell'Italia, delle repubbliche italiane. Nelle repubbliche italiane, dove questi tre poteri sono riuniti, la libertà è minore che nelle nostre monarchie. Perciò il governo ha bisogno per mantenersi di mezzi altrettanto violenti di quelli del governo dei turchi. Il governo delle repubbliche italiane viene paragonato al governo dei turchi. E la cassetta in cui qualunque... Ne fanno testimonianza gli inquisitori di Stato presenti a Venezia. E la cassetta in cui qualunque delatore può in qualunque momento gettare mediante un biglietto la sua accusa. Considerate quale possa essere la situazione di un cittadino in queste repubbliche. Lo stesso corpo di magistratura ha... Come esecutore delle leggi? tutto il potere che si è dato come legislatore può devastare lo Stato con le sue volontà generali e siccome altresì il potere di giudicare può distruggere ogni cittadino con le sue volontà particolari. Cioè a Venezia, nelle repubbliche italiane, ancora meglio, i giudici hanno potere di vita o di morte perché controllano la legge, controllano il potere legislativo, controllano come applicare queste leggi e quindi sono totalmente arbitrari. Il potere è uno solo, e benché non vi sia nessuna pompa esteriore che riveli un principe dispotico, lo si avverte a ogni istante. È ovvio che si chiamano repubbliche, non c'è un monarca, ma comunque c'è la forza dell'oppressione. Il potere giudiziario non deve essere affidato a un senato permanente, ma deve essere esercitato da persone tratte dal grosso del popolo, in dati tempi dell'anno. nella maniera prescritta dalla legge, per formare un tribunale che duri soltanto quanto lo richiede la necessità. E' ovvio che questo rimanda all'idea della giuria, formata da pari. Cioè l'uomo va giudicato non da persone che fanno questo di professione, ma va giudicato da pari, va giudicato da persone del popolo. Questo richiama molto il sistema della giustizia americano, come ben conosciamo, molto meno il nostro. e parla anche della cauzione, cioè dei diritti che ha l'uomo, ogni singolo cittadino, nei confronti della legge. Se il potere legislativo concede a quell'esecutivo il diritto di imprigionare i cittadini che possono dare cauzione della loro condotta, non v'è più libertà, a meno che non siano arrestati per rispondere senza indugio a un'accusa che la legge ha reso suscettibile di pena capitale. Nel qual caso sono realmente liberi. perché non sono sottomessi che al potere della legge. È ovvio che se un cittadino ha un alibi, quindi può dare cauzione della propria condotta, non c'è nessuna accusa, non c'è nessun indizio a riguardo, è ovvio che non può essere arrestato. E se viene arrestato, gli deve essere chiesto subito, immediatamente, il prima possibile, di rispondere della propria condotta. In uno Stato libero, dice qualche riga sotto Montesquieu, qualunque individuo che si presume abbia lo spirito libero deve governarsi da sé medesimo. Bisognerebbe che il corpo del popolo avesse il potere legislativo, ma siccome ciò è impossibile nei grandi stati e soggetto a molti inconvenienti nei piccoli stati, bisogna che il popolo faccia per mezzo dei suoi rappresentanti tutto quello che non può fare da sé. Ho letto queste righe perché Montesquieu è favorevole alla rappresentanza politica, anzi sostiene che la rappresentanza politica, cioè il rappresentante, vada utilizzato sia nelle grandi realtà, nei grandi stati, perché non ci può essere democrazia diretta. sia nei stati più piccoli, perché il popolo deve trovare e trova nel rappresentante politico una figura di riferimento, un competente potremmo dire. Il grande vantaggio dei rappresentanti, lo spiega qua, è che sono capaci di discutere gli affari. Il popolo non vi è per nulla adatto, il che costituisce uno dei grandi inconvenienti della democrazia. Poi parla anche del diritto di voto qualche riga sopra. Tutti i cittadini nei vari distretti devono avere il diritto di dare il loro voto per scegliere il rappresentante, eccetto quelli che sono in uno stato di inferiorità tale da essere reputati privi di volontà propria. Qui parla anche dell'accesso al voto politico. Non tutti possono votare. Coloro che hanno anche dei problemi, che non possono essere ritenuti in grado di votare, liberamente non possano avere accesso al voto. Quindi garantire la propria libertà e indipendenza di pensiero è fondamentale per avere accesso al voto politico. Dei tre poteri di cui abbiamo parlato, quello giudiziario è in qualche senso nullo. È ovvio che se il potere giudiziario viene conferito a dei miei pari e se non c'è un organo che è costantemente possiede nelle sue mani il potere giudiziario, non è possibile l'abuso attraverso il potere giudiziario. Non ne restano che due e siccome hanno bisogno di un potere regolatore per temperarli, la parte del corpo legislativo, composta di nobili, è adattissimo a produrre questo effetto. Il corpo dei nobili deve essere ereditario, lo è prima di tutto per sua natura, e d'altra parte bisogna che abbia un grandissimo interesse a conservare le sue prerogative, odiose di per sé. e che in uno Stato libero devono essere sempre in pericolo. È ovvio che il potere legislativo deve tenere, deve, potremmo dire, riunire a sé uno spaccato della società. E quindi una parte di questo potere legislativo va affidata al popolo, un'altra parte ai nobili. Ci deve essere una sorta di contesa. E Montesquieu capisce che il meccanismo del potere si gioca proprio su questa distribuzione. Cioè quando i contendenti sono, potremmo dire, controllori e controllati a vicenda. Ecco che allora il potere si contiene. Quando invece il potere viene affidato in una versione monodirezionale, Ecco che allora invece il potere si sfoga, si corrompe, diventa totalitario, la libertà scompare. Passiamo invece, il potere legislativo mostra questa spaccatura, quindi i nobili da una parte, la Camera invece del popolo, per i deputati del popolo dall'altra, che si contengono questo potere legislativo. Il potere esecutivo invece... Deve essere nelle mani di un monarca, perché questa parte del governo, che ha bisogno quasi sempre di un'azione istantanea, è amministrata meglio da uno che da parecchi, mentre ciò che dipende dal potere legislativo è spesso ordinato meglio da parecchi, anziché da uno solo. Quando si tratta di fare le leggi, più rappresentanti ci sono, meglio sarà. Quando si tratta di intervenire, invece, in maniera immediata, di far applicare la legge, Serve una forte decisione, una forte temperamento, serve una forte individualità. E questa la può dare solo il monarca, dice Montesquieu. Bisogna dunque, e qui parliamo della varia calmierazione, del vario controllo che esercitano i vari poteri l'uno sull'altro, leggiamo qualche riga sotto, bisogna dunque che sia il potere esecutivo a regolare il periodo della convocazione e la durata di queste assemblee in rapporto alle circostanze che gli sono note. Di che assemblee si sta parlando? Sta parlando dell'assemblea del potere legislativo. Cioè, il potere esecutivo deve avere delle leggi da applicare, deve avere delle leggi da emanare. Se l'assemblea, se il potere legislativo, per opposizione al potere esecutivo, dice qua Montesquieu, che non... si raduna in assemblea, non fa le leggi. Allora nasce un diverbio, cioè nasce l'anarchia. Uno stato senza leggi rende nullo anche il potere esecutivo del monarca. Ecco che allora, dice Montesquieu, è il monarca a decidere quando l'assemblea si deve radunare, è il monarca a decidere i tempi in cui l'assemblea deve emanare determinate leggi. Così l'assemblea non può opporsi in maniera subdola con questa sorta di assenteismo. E proprio l'assenteismo Montesquieu, dabile filosofo politico, cerca di impedire attraverso questo espediente. Se il potere esecutivo non ha il diritto di bloccare le iniziative del corpo legislativo, questo diventerà dispotico. Perché, siccome potrà darsi tutto il potere che potrà immaginare, agnietterà tutti gli altri poteri. Quindi il potere esecutivo, il monarca, può limitare il potere del Parlamento. Non bisogna però che il potere legislativo abbia reciprocamente la facoltà di bloccare il potere esecutivo, ma non viceversa. Il potere legislativo non può intervenire sulla azione del monarca, dice Montesquieu. Infatti... poiché l'esecuzione ha i suoi limiti per la sua stessa natura, è inutile limitarla. Oltre che il potere esecutivo si esercita sempre su cose del momento. E qui invece parliamo della divisione tra potere legislativo e potere giudiziario, quindi torniamo ancora al potere dei giudici, che forse è anche il più curioso e più interessante dal punto di vista di noi cittadini che siamo fuori dalle dinamiche più strettamente politiche. Il corpo legislativo, cioè il Parlamento che fa le leggi, Non deve avere il potere di giudicare la persona e in conseguenza la condotta di colui che eseguisce. Quindi non può giudicare neanche il monarca, non ha potere giudiziario sul monarca. E qui entra in gioco proprio l'immunità, quella che oggi nel nostro Parlamento viene chiamata l'immunità parlamentare. Nasce proprio qui, attraverso queste speculazioni di questi giuristi e filosofi. La sua persona deve essere sacra. Perché essendo egli necessario allo Stato, affinché il corpo legislativo non vi divenga tiranno, nel momento in cui fosse accusato o giudicato non ci sarebbe più libertà. Cioè se il monarca... Il monarca non può essere giudicato in un tribunale per dei crimini suoi personali. Questo perché? Perché ha l'immunità. Perché il monarca serve allo Stato, serve per il bene dei più. E quindi il potere legislativo non può condannarlo, non può, potremmo dire, colpire. colpirlo nella sua sfera personale, perché lui attraverso il suo corpo, attraverso la sua figura, ricopre una figura pubblica di utilità per lo Stato. Quindi, dice Montesquieu, si mette davanti il male minore, che è quello di preservare lo Stato dall'anarchia, di preservare lo Stato da un vuoto di potere che potrebbe ingenerare, potremmo dire un colpo di Stato, la caduta dell'anarchia, eccetera, eccetera. Quindi al regnante viene garantita l'immunità. I grandi sono sempre esposti all'invidia e se fossero giudicati dal popolo potrebbero trovarsi in pericolo. Qui sta parlando di come giudicare invece i nobili che sono esposti all'invidia del popolo. Avevamo parlato del potere giudiziario come quel potere che si esercita attraverso il giudizio dei propri pari, la giuria dei tuoi pari, ma i nobili, essendo che sono nobili, vanno giudicati da nobili. Bisogna dunque che i nobili non siano chiamati a comparire davanti i tribunali ordinari della nazione, ma davanti a quella parte del corpo legislativo che è composto da nobili. Ecco dunque la costituzione fondamentale del governo di cui stiamo parlando. Il corpo legislativo, essendo composto di due parti, l'una terrà legata all'altra con la mutua facoltà di impedire. Tutte due saranno vincolate dal potere esecutivo. che lo sarà a sua volta da quello legislativo. Questi tre poteri dovrebbero rimanere in stato di riposo e di inazione. E qui finisce questo capitolo 6. Quindi il potere è qualcosa di estremamente pericoloso e Montesquieu è un abilissimo pensatore che riesce a capire come il potere e la libertà vada fatta prosperare nel conflitto. tra diverse sferi di potere, nella distribuzione più equa possibile tra tre diverse sferi di potere in conflitto tra loro. Questo è, potremmo dire, uno dei passi più commentati, potremmo veramente parlarne per ore e ore e ore. Noi ci limiteremo a presentarlo così come ce lo presenta Montesquieu. Spero che la puntata ti sia piaciuta, ovviamente iscriviti al canale se ti piacciono questi tipi di contenuti, noi ci sentiamo. in una prossima lettura di testo. Intanto, grazie mille.