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Riflessioni sull Ascesa al Monte Ventoso

[Musica] cari amici Bentrovati quarta video lezione della mia serie su Petrarca oggi dedicata alla cosiddetta Ascesa al Monte Ventoso si tratta di una lettera che fa parte dell'epistolario latino dell'autore Tra poco lo vedremo meglio ed è giustamente celeberrima perché è uno dei passi in cui più chiaramente Petrarca attraverso verso la tecnica del monologo interiore e dell'auto analisi mette in luce Quello che noi comunemente conosciamo come dissidio interiore Oltre ad altri aspetti della sua sensibilità e personalità che avremo modo di evidenziare leggendo alcuni passi la lettera esattamente fa parte della raccolta chiamata familiares 24 libri contenenti Ben 350 lettere questa che stiamo per leggere è la prima del libro quarto tutte indirizzate a destinatari reali Ecco appunto a chi è destinata la lettera si tratta di un frate amico di Petrarca Dionigi da Borgo San Sepolcro Quindi come il nome vi suggerisce un Toscano è Borgo San Sepolcro attualmente provincia di Arezzo Petrarca Lo conobbe ad Avignone fu il suo confessore e fra l'altro attenzione questo particolare non casuale fu anche colui che regalò al poeta la copia delle Confessioni di Sant'Agostino libro sacro per Petrarca che egli portava sempre con sé come vedremo anche nel corso di questa escursione sul Monte Ventoso E a proposito di Monte Ventoso quello che noi conosciamo come titolo di questa lettera e con il quale essa è presentata in tutte le antologie scolastiche non è il titolo originale che è invece de curis propris in latino cioè sui propri affanni e come stiamo per vedere il titolo originario petrarchesco è molto più adatto a descriverne il contenuto Ecco il contenuto si tratta del resoconto di una gita di una escursione su un monte Cele per la sua altezza e qui incomincia la lettera Monte Ventoso un luogo reale non immaginario il mon ventou in Provenza 1911 Met Petrarca come scrive nelle prime righe della lettera da anni aveva agio di ammirare dalla sua residenza di valchiusa questa vetta ma non aveva mai hai preso l'iniziativa un bel giorno Invece il 26 aprile 1336 Petrarca riesce a trovare la motivazione impetus eh scrive in latino per organizzare finalmente l'escursione la lettura di un passo di Tito Livio in cui il grande storico latino racconta della scalata di Filippo il macedone sul monte Emo in Tessaglia Ecco e qui abbiamo il primo dei tanti riferimenti a autori e personaggi dell'antichità classica che incontreremo nel corso di questa lettera e questo è importante perché come vi ho già spiegato nella lezione sul preumanesimo petrarchesco egli aveva sempre a modello di di comportamento di etica di estetica e di valori i grandi classici Soprattutto quelli latini e in questo anticipa un gusto che sarà tipicamente umanistico Oh Quali sono le primissime domande che ci facciamo quando decidiamo di organizzare una gita sicuramente dove vado e quando ci vado e questo lo abbiamo già stabilito Poi di solito ci chiediamo con chi ci vado e la stessa domanda se la fa anche Petrarca sentite quanto nella sua capacità di analizzare la psiche dell'essere umano è straordinariamente realistico e moderno quando dovetti pensare a un compagno di viaggio nessuno dei miei amici meravigliati pure mi parve in tutto adatto questi era troppo pigro quello troppo vivace questi troppo fiacco quello troppo Svelto di questo mi spaventava il silenzio di quello la parlantina di questo mi deprimeva la fredda indifferenza di quello l'iperattività tutti i difetti che in casa si sopportano Ma che in viaggio divengono troppo pesanti Beh e lo trovo Gustosissimo questo passo nella sua verità no a chi di noi non è mai capitato di andare in vacanza o semplicemente in gita con le persone sbagliate tu ti alzi presto l'altro vuole dormire fino a di modo che vivendo sempre in un talento di stare insieme crescesse il disio ho citato due versi di Dante e non a caso nel sonetto Guido io vorrei che tu e Lapo ed io anche la lighieri fa una gita in barca immaginaria però in questo caso e sogna di portare con sé un ristretto Cenacolo di amici IP selezionati Insomma l'unica persona degna che alla fine viene in mente a Petrarca è il fratello Gherardo L'unico con cui si sarebbe sentito in vera letizia fratello ed amico e così il viaggio può incominciare i due fratelli partono da casa e arrivano a sera a malos Sen questo ameno Borgo Alle falde del monte e la mattina dopo con due servi iniziano L'ascesa sono di buon umore e pieni di energia ma la via è scoscesa e sassosa e dopo l'entusiasmo iniziale ci si scontra con la fatica ed è a questo punto che incomincia a delinearsi l'antitesi di grande momento tra lui e il fratello io soprattutto che mi arrampicavo per la montagna con passo più faticoso Mentre mio fratello per una scorciatoia lungo il crinale del Monte saliva sempre più in alto io più fiacco scendevo giù e al lui che mi richiamava e mi indicava Il cammino più diritto Rispondevo che speravo di trovare un sentiero più agevole e che non mi dispiaceva di fare una strada più lunga ma più Piana pretendevo così di scusare La mia pigrizia e mentre i miei compagni erano già in alto Io vagavo tra le valli senza scorgere da nessuna parte un sentiero più dolce pretendevo così di scusare la mia izia Ecco questa affermazione è importantissima perché ci dà la chiave per l'interpretazione allegorica di questo passo Petrarca è combattuto fra il desiderio di raggiungere la vetta la meta della gita che però richiede determinazione e forza di volontà e il richiamo della via più facile che però non porta a nulla e anzi lo allontana dal suo obiettivo e così tra le Risa di mio FR fratello e nel mio avvilimento ciò mi accadde tre volte o più deluso se devo spesso in qualche Valletta E lì mi imponeva riflessioni di questo genere oh Inizia qui una sequenza importante il primo monologo interiore Petrarca avviando una conversazione con se stesso riflette sul suo errore e si domanda il perché di un comportamento così poco costruttivo e ancora una volta a dargli una risposta soccorrono i suoi Amati classici questa volta il turno di Ovidio che in una sua lettera scrive Volere è poco Velle parum est cpias o portet è necessario volere fortissimamente e forse già lo saprete un bel po' di secoli dopo Vittorio Alfieri avrebbe scritto volli Sempre volli fortissimamente vli è la forza di volontà la determinazione una parola chiave che ci introduce al tema della accidia petrarchesca la carenza di volontà la fiacchezza della volontà che egli stesso accusa più avanti nella lettera e anche in bellissime pagine del secretum Dunque rinfrancato dalle parole di Ovidio Francesco in un empito di volontà riesce a raggiungere la vetta più alta dove colpit dall'aria insolitamente leggera e dallo spettacolo grandioso rimane come istupidito e dopo essersi ripreso dallo stupore del panorama l'autore si lascia andare a nuove riflessioni un secondo monologo interiore importantissimo per il suo contenuto Egli infatti volgendo lo sguardo in lontananza riesce ad intravedere le Alpi italiane e Rivà così con la mente ai suoi anni giovanili lasciandosi andare a quello che capita di fare spesso anche a noi adulti un bilancio della propria vita oggi mi dicevo si compie il decimo anno da quando lasciati gli studi giovanili hai abbandonato Bologna Quanti e quali sono stati nel frattempo i cambiamenti della tua vita così tanti che non ne parlo del resto non sono ancora così sicuro in porto da rievocare le trascorse tempeste troppi sono ancora gli interessi che mi producono incertezza ed impaccio ciò che ero solito amare non amo più mento Lo amo ma meno Ecco ho mentito ancora lo amo ma con più vergogna con più tristezza Finalmente ho detto la verità nel campo dei miei pensieri si intreccia una battaglia ancora oggi durissima e incerta per il possesso di quel doppio uomo che è in me Ecco il famoso dissidio interiore Più chiaro di così non lo avrebbe potuto scrivere con grande lucidità e anche con grande severità Petrarca legge a fondo nel suo animo fa un esame di coscienza dall'esito poco confortante e giunge alla conclusione che c'è ancora molto da lavorare questo si dice con parole po ma proprio questo momento psicologico Prelude all'illuminazione ancora ancora una volta suggerita da un libro il sole sta declinando È tempo di ridiscendere quando a Francesco viene in mente di dare un'occhiata alle Confessioni di Sant'Agostino che porta sempre con sé e guarda caso a che pagina lì si apre era il decimo libro vi gettai lo sguardo e vi lessi e vanno gli uomini a contemplare le cime dei Monti I vasti flutti del mare le ampie cor enti dei fiumi L'immensità dell'oceano il corso degli Astri e trascurano se stessi stupi lo confesso avrei dovuto imparare da tempo che niente è da ammirare tranne l'anima di fronte alla cui grandezza non c'è nulla di grande soddisfatto oramai E persino sazio della vista di quel Monte rivolsi gli occhi della mente in me stesso e da allora nessuno mi udì parlare per tutta la discesa non potevo certo pensare che tutto fosse accaduto per caso sapevo anzi che quanto avevo letto era stato scritto proprio per me Ecco e a questo punto anche noi capiamo che la lettera di Petrarca più che il racconto di un fatto reale è l'allegoria di una conversione intima dalla natura allo spirito anche noi capiamo Insomma che un po' come nella commedia dantesca la vetta il perdersi nelle vallette il fatto che petrar non riesca a seguire la via più dritta ma più faticosa Come fa il fratello sono tutti elementi pieni di sovr sensi simbolici che richiamano ad una realtà interiore Ecco quello che personalmente mi piace di più e che sento più vicino e attuale è l'allegoria della Vetta come falsa meta Petrarca arriva alla vetta alla tanto agognata cima del monte e scopre che è tutto sbagliato che non è quello che doveva cercare Beh è straordinaria la modernità l'attualità di questa conclusione sentite cosa scrive la filosofa tedesca Marta Nus paum A proposito dei tempi moderni stiamo inseguendo i beni materiali che ci piacciono e ci danno sicurezza e conforto quelli che lo scrittore filosofo indiano Tagore chiamava il nostro rivestimento materiale ma sembriamo aver dimenticato le capacità di pensiero e immaginazione che ci rendono umani e che ci permettono di avere relazioni umanamente ricche invece di semplici legami utilitaristici e questo è esattamente l'appello che Petrarca fa a se stesso la riscoperta della interiorità di una vita più autentica e degna di un essere umano e di legami interpersonali più veri e sinceri n