Buongiorno e benvenuti a questo nuovo appuntamento di Educazione Digitale. Oggi parleremo di economia circolare, il tema è proprio quello di una strada verso la sostenibilità all'interno del progetto Circular eSchool che organizziamo insieme ad Enel X. Cosa si intende con economia circolare? Perché è così importante? All'interno di questo incontro avremo l'opportunità quindi di capire come sfruttare i vantaggi dell'innovazione nelle varie fasi di produzione e di vita del prodotto o di un servizio e cercheremo anche di contestualizzare questi bisogni e queste esigenze anche dal punto di vista della sostenibilità, quindi dal punto di vista climatico, ma anche sociale, anche istituzionale, vedendo alla fine come l'economia circolare può essere una risposta concreta ai bisogni.
di oggi. Diverse le case history che andremo ad affrontare, che ci verranno raccontate da Giorgia Rizzi che è qui con me e che è del team Innovability e Sustainability di Enel X. Parleremo con lei di input sostenibili, di riciclo, di riutilizzo, di piattaforme di condivisione e di estensione del ciclo di vita del prodotto e anche dei servizi. Partirei quindi Ponendo una domanda velocissima a Giorgia, visto che quello che fa è molto particolare.
Che cosa si fa nel team Innovability e Sustainability? Questo può essere molto interessante per i nostri ragazzi collegati. Allora, intanto buongiorno a tutti.
Il team di Innovability in sé vuol dire Innovation più Sustainability, quindi è un'unità che si occupa. di innovazione e sostenibilità, che sono due concetti molto interconnessi, non c'è una senza l'altra. Io nello specifico mi occupo di sostenibilità, siamo un team di otto persone e il nostro obiettivo è quello di rendere le nostre soluzioni più sostenibili da un punto di vista sia ambientale, quindi di economia circolare, e un punto di vista sociale, quindi aumentando l'inclusione sociale e l'accessibilità delle soluzioni. Allo stesso tempo offriamo anche dei servizi alle altre unità volte proprio a aiutarle a rendere il loro business più sostenibile anche attraverso partnership esterne quindi collaborazioni. Ad esempio abbiamo lanciato degli osservatori con le università per misurare la sostenibilità e la circolarità di aziende in determinati settori, quello della moda insieme all'università Bocconi e quello del cibo insieme all'università di Roma 3. Noi ci occupiamo proprio di rendere in modo innovativo, quindi trovando soluzioni innovative, collaborazioni innovative, start-up che fanno determinate attività, cerchiamo di migliorarci sempre, migliorare le nostre soluzioni che possono passare da mobilità elettrica, pannelli fotovoltaici.
servizi per la casa, abbiamo moltissime soluzioni e il nostro obiettivo è fare in modo che abbiano un'impronta ambientale più bassa e che siano accessibili a tutte le categorie di persone. Quindi questo è un po'l'obiettivo del nostro team. Grazie Giorgia, questo ci segnala come al di là delle professioni più tradizionali stiano nascendo tutta una serie di skills molto particolari e quindi...
Mi rivolgo naturalmente a tutti gli studenti collegati, che come sempre sono tantissimi. Preparatevi perché il mondo di domani avrà sicuramente bisogno di professioni innovative, quindi è importante essere anche multidisciplinari in questo. Ma prima di lasciare la parola a Giorgia per raccontarci queste case history, farei partire un video, una video intervista a Nicola Tagliaferro che è capo del Global Sustainability di Enel X proprio sull'economia circolare prego la regia di far partire il video Salve benvenuti nella prima lezione digitale oggi parliamo di pianeta e di cosa dobbiamo fare per rispettarlo per salvarlo per salvaguardarlo e lo facciamo con Nicola Tagliaferro ciao Nicola Ciao Jacopo Ciao a tutti, ciao ragazzi. Nicola è il responsabile della sostenibilità di Enel X, Enel X azienda che appunto si occupa tra le altre cose di sviluppare soluzioni sostenibili nel rispetto appunto del nostro pianeta e una serie di soluzioni di situazioni che poi Nicola ci racconterà meglio quest'oggi.
Ma facciamo un passo indietro, problemi ambientali, inquinamento, gas serra, rifiuti, insomma tanti problemi che mettono in pericolo il nostro pianeta. sono fondamentalmente all'ordine del giorno e non è solo il nostro pianeta a essere in pericolo ma l'intero ecosistema e quindi anche noi. Noi stessi da un po'di anni a questa parte siamo anche la causa principale di questo inquinamento.
Quindi spiegaci meglio un po'qual è questa panoramica tema ambiente Nicola. Sì, in effetti per anni abbiamo prodotto tantissimi beni, cose che tutti i giorni utilizziamo e consumiamo. Pensate a... agli elettrodomestici, alle auto, mobili, oggetti di abbigliamento, tutto quello che è legato alla vita di tutti i giorni e li abbiamo prodotti non pensando a cosa sarebbe successo alla fine della vita di tutti quanti questi oggetti.
E ad oggi infatti ci ritroviamo con un problema molto grande legato alle discariche, legato proprio a dove smaltire. tutti quanti questi oggetti, ma abbiamo anche un altro problema che è quello legato al poco utilizzo di molti di questi oggetti. Cioè a volte abbiamo prodotto dei prodotti, abbiamo consumato tantissime materie prime, energia e poi alla fine questi prodotti non sono stati utilizzati durante la vita utile.
Basta pensare alle auto che abbiamo per più dell'80% parcheggiate in garage oppure fuori dai luoghi dove lavoriamo. Passiamo la giornata. Inoltre, bisogna... pensare anche all'energia che è stata utilizzata per produrre questi oggetti, che in passato è stata caratterizzata ovviamente dall'utilizzo di fonti fossili, cioè dal petrolio o dal carbone, che ovviamente emettono, quindi durante il processo di combustione, quella CO2 che finisce in atmosfera e che genera il surriscaldamento globale, con tutte le conseguenze che poi conosciamo e sappiamo cosa porta. perché ad oggi siamo in effetti pagando proprio quindi gli effetti di questo surriscaldamento globale.
Solo per darvi un'idea, basta pensare che i rifiuti che sono stati prodotti da tutte le nostre città nel 2018 ammontano a circa 30 milioni di tonnellate. Questo è giusto quindi un piccolo esempio che vi dà l'idea di come i nostri rifiuti poi chiaramente quindi impattano sul nostro ecosistema. perché il problema è proprio trovare dove poi collocare senza avere poi un danno questi rifiuti. 30 milioni di tonnellate?
Mamma mia sono veramente tante! Ebbene sì, Iachi, questa è proprio l'economia lineare, cioè un'economia che vede l'utilizzo di risorse, che sono quindi materie prime ed energia, immessi all'interno dei processi produttivi che creano i nostri prodotti, la realizzazione poi di questi prodotti. e alla fine della vita di questi prodotti la discarica. Ok ma questi prodotti poi dove vanno a finire?
Cioè discarica sì ma poi? Sì in effetti una parte di questi prodotti per certi versi finisce fortunatamente in discarica quando parliamo di discariche autorizzate. Molti di questi prodotti o parte quindi di questi prodotti purtroppo finisce nell'ambiente dove per parti...
di prodotti si intendono anche solo pensate agli imballaggi, alle buste di plastica, quindi a tutto ciò che poi occorre al prodotto per arrivare fino a... al cliente e poi questi prodotti che poi finiscono quindi nell'ambiente impiegano tantissimi anni poi per decomporsi basta pensare quindi che per un chewing gum quindi occorrono ben cinque anni mentre ad una busta di plastica non biodegradabile quindi le vecchie buste di plastica possono quindi servire fino a 450 anni mamma mia 450 anni per un sacchetto di plastica se penso quanti sacchetti ho utilizzato quanti sacchetti usiamo quanti sacchetti sicuramente ho usato tutti voi tutti i giorni ma quante chewing gum quanti altri prodotti appunto che che ci metterebbero anni e anni per essere smaltiti sarebbe fantastico invece se oltre a a smaltire quello che si può smaltire ci fosse un modo per riutilizzare tutto ciò che non si riesce a smaltire la cosa fantastica è che in realtà non è fantascienza, questa cosa si può già fare e un rifiuto che potenzialmente è dannoso per la terra, che potenzialmente ci metterebbe appunto centinaia di anni per essere smaltito può in realtà diventare qualsiasi altra cosa utile e adesso Nicola ci spiegherai un po'come si fa a fare questa cosa qui beh è un qualcosa che non è molto lontana un po'anche proprio quindi da... quello che ultimamente soprattutto i ragazzi hanno iniziato a sentire ed è principalmente cambiare le nostre abitudini di consumo e essere più vicini all'ecosistema e all'ambiente in cui viviamo perché il nostro mondo così com'è va salvaguardato e chiaramente dobbiamo farlo con piccoli gesti quotidiani e soprattutto però cambiando radicalmente il sistema economico e cioè passando da un'economia di tipo lineare, in cui, come dicevamo prima, prendiamo le risorse necessarie, le utilizziamo per produrre i beni e poi le buttiamo in discarica, trasformare questo concetto invece in un concetto di tipo circolare.
Un concetto circolare ci permette di intanto scegliere meglio i nostri prodotti sin dall'inizio, le materie prime che utilizziamo per costruire i nostri prodotti, cioè usare energia rinnovabile, usare... prodotti già con materiali riciclati oppure biodegradabili, inserirli all'interno di un processo produttivo dove l'energia è importante, quindi che sia un'energia di tipo rinnovabile. e quindi non da fonti fossili e poi quindi alla fine di vita quindi del prodotto poter poi riutilizzare quel materiale o attraverso diciamo così proprio direttamente quindi il materiale e quindi riutilizzare questi materiali e riciclarli per costruire altri prodotti oppure addirittura trovare delle vie alternative di utilizzo di questo prodotto che in una seconda vita potrebbe ad esempio soddisfare un bisogno totalmente diverso. Ok ok quindi se tutti noi in qualche modo...
In qualche modo facciamo la nostra parte e seguiamo quest'idea di circolarità, quindi a differenza dell'economia lineare, invece di partire da un materiale per poi sostanzialmente buttarlo via, partiamo da un qualcosa e continuiamo a riutilizzarlo sostanzialmente all'infinito, possiamo concretamente avere un impatto... positivo su tutto il pianeta insomma parlando di economia circolare come funziona cioè come si si si definisce quali sono diciamo i principi dell'economia circolare gli a chi hai toccato un punto molto importante e cioè hai parlato di principi sui quali si basa l'economia circolare è importante parlare di principi perché non è un qualcosa di solo teorico, ma è un qualcosa che si basa su dei modelli di business veri e propri, dove il sistema economico può funzionare e generare così anche del profitto che poi può essere reinvestito nuovamente all'interno di modelli sostenibili. e circolari, perché ricordiamoci che quando parliamo di circolarità parliamo anche di sostenibilità ambientale, quindi le due cose chiaramente sono estremamente collegate.
E i principi sui quali si basa l'economia circolare sono cinque. Il primo principio è sicuramente quello legato all'utilizzo delle materie. in input che noi mettiamo all'interno dei processi produttivi. Per cui, come dicevamo prima, scegliere delle materie che ad esempio provengano da prodotti reciclati, quindi biodegradabili, o che le energie sono delle energie di tipo rinnovabile, per cui l'energia solare, l'energia eolica, l'energia geotermica, l'energia che proviene quindi dall'acqua, quindi l'energia... importantissima che in Italia ad esempio quindi in particolare è una delle nostre principali fonti di produzione da energia rinnovabile e questo è sicuramente il primo principio che è un vero e proprio business model perché ci sono tantissime aziende che ora vivono e prosperano sul mercato sia nazionale che internazionale proprio mettendo in pratica questo tipo di business model.
Il secondo principio è un principio forse tra i più innovativi quelli che stiamo vivendo in questi ultimi anni, ed è quello del prodotto come servizio. Ed è un po'un cambio epocale perché noi non dobbiamo più vedere al prodotto come un qualcosa che dobbiamo possedere noi in via esclusiva. Questo purtroppo genera quelle inefficienze di cui abbiamo parlato prima, come ad esempio il poco utilizzo di un'autovettura durante la sua vita utile. Se invece noi iniziamo a pensare... a non più possedere un prodotto bensì solamente ad utilizzarlo come servizio possiamo anche in quel caso condividerlo eventualmente anche con altri soggetti alla fine del periodo che abbiamo deciso di utilizzarlo.
Ci sono tanti marchi anche quindi noti come ad esempio marchi legati all'illuminazione dove non si compreranno più nel futuro lampadine ma si acquisterà un servizio di illuminazione. La stessa cosa quindi vale per i mobili per cui è un qualcosa che in futuro stravolgerà tanto le nostre vite e questo incentiverà i produttori a realizzare dei beni più durevoli ed è questa la ragione che il prodotto come servizio è ed entra tra i modelli e i principi dell'economia circolare. Abbiamo poi il terzo principio che è quello dello sharing, quindi della condivisione e su questo i ragazzi in particolare stanno veramente dando un esempio estremamente importante a noi adulti perché per primi sono loro quindi ad utilizzare il car sharing, il bike sharing, quindi lo scooter sharing, che ormai quindi nelle grandi città è diventato normale, anzi è proprio molto più semplice quindi anche dal punto di vista dei parcheggi utilizzare questo tipo di mobilità.
Poi abbiamo l'allungamento, il quarto principio è l'allungamento della vita utile. di un bene e anche in questo caso un esempio tipico è quello della rigenerazione. Pensiamo già alla rigenerazione dei telefonini, è solo un esempio che ci permette di capire come prolungando la vita utile di un bene facciamo in modo che non c'è bisogno di produrre un nuovo telefonino, bensì si può utilizzare quindi un telefonino perfettamente rigenerato e addirittura in garanzia.
E infine il quinto dei principi dell'economia circolare è quello del riciclo. riuso e questo quindi è forse quindi il modello più vicino a noi quello che associamo di più quando parliamo di economia circolare però ricordiamoci che è solo uno di questi cinque modelli bisogna metterli in atto tutti e cinque e bisogna fare in modo di arrivare al quinto modello quello del riciclo e del riuso solo alla fine quando prima della discarica abbiamo utilizzato il nostro prodotto al massimo, l'abbiamo utilizzato il più possibile, nella modo diciamo così più efficiente e siamo quindi così giunti quindi alla fine al riciclo e al riuso, quindi riutilizzare e rimettere all'interno del processo produttivo i materiali che, seguendo tutte le logiche dell'economia circolare, avremmo già da un punto di vista del design strutturato, quindi in modo corretto, in modo da rendere facile per chi dovrà disassemblare. questo prodotto e poi riciclare le singole componenti lo potrà fare in maniera semplice e con questo ci sono diciamo così quindi un po abbiamo riassunto quindi tutti e cinque i modelli dell'economia circolare ok perfetto quindi per farla in breve primo punto partire da materie prime rinnovabili secondo punto invece che focalizzarsi sul prodotto trasformare il prodotto in un servizio terzo punto trasformare questo servizio in un servizio che è di fatto condiviso come per esempio il car sharing appunto tutte quelle cose dove si condividono spazi piuttosto che prodotti quarto punto aumentare il più possibile la durata di vita di un prodotto e quinto punto alla fine di tutto quanto riciclarlo e sostanzialmente ripartire poi con un altro ciclo con un altro primo punto di un qualche altro servizio prodotto ma capire questa cosa su un prodotto mi sembra molto facile sulle macchine sulle macchine che vengono condivise sugli uffici condivisi come funziona invece per esempio l'energia circolare cioè come possiamo definire un'energia circolare invece allora sull'energia ci sono diversi punti di vista allora sicuramente un tipo di energia circolare è quella legata al primo principio dell'economia circolare, cioè quello proprio quindi dell'input sostenibile, utilizzare energia che derivi chiaramente da fonti naturali, quindi da fonti rinnovabili come il sole, l'acqua, il vento, il calore, è sicuramente...
il punto di partenza per cui tutta l'energia che viene generata, che viene utilizzata dovrebbe provenire da queste fonti. Ovviamente non è però l'unico concetto legato all'energia circolare perché ad esempio c'è anche il concetto di efficienza energetica che abbatte e riduce quelli che sono i consumi a monte perché non basta che questi consumi provengano da fonti rinnovabili per poi poterne usare di nuovo in maniera migliore. indiscriminata per cui la logica dell'efficienza energetica sempre in ambito di energia circolare è una logica che mira tantissimo quindi proprio a ridurre il più possibile l'uso dell'energia ovviamente cercando di raggiungere lo stesso risultato dal punto di vista del prodotto e poi abbiamo anche un altro processo che è quello dell'elettrificazione cioè lo spostamento dei consumi da fonti fossili invece c'è a come ad esempio può essere l'autovettura è il classico esempio dove noi ad oggi utilizziamo benzina diesel per poter portare diciamo si guidare e viaggiare un domani lo spostamento invece di questi consumi a consumi quindi elettrici quindi ci può invece quindi portare a ridurre l'utilizzo di fonti fossili e dallo stesso tempo fare in modo che le nostre auto siano poi ricaricate da fonti rinnovabili più efficienti perché saranno le grandi centrali a fornire le colonnine che poi andranno a caricare le autovetture bene bene grazie Nicola per questa infarinatura generale sicuramente alcuni dei temi che hai toccato li approfondiremo nelle prossime lezioni quindi sicuramente dobbiamo stare sempre più attenti a vedere quali prodotti quali servizi e quali situazioni rispettano appunto questa idea di circolarità io spero che voi iniziate a fare più attenzione d'ora in avanti io per primo sto cercando di essere sempre più circolare non è facile ma se tutti ci impegniamo possiamo fare veramente molto quindi ci vediamo nelle prossime lezioni e buona circolarità a tutti ciao grazie ciao a tutti Eccoci, devo dire che Nicola ha fatto un'esposizione molto ampia, quindi abbiamo visto i cinque principi, qualche classe ha già iniziato a fare domande e come sapete avete una chat dedicata per questo e la redazione poi le sintetizza in modo tale che io le possa porre ai relatori.
Più di 1500 sono quelli collegati, Giorgia quindi adesso tocca a te raccontarci un po'di Case History. Prego. Ok, buongiorno a tutti.
Allora, io vorrei iniziare un attimo riprendendo in mano il contesto da cui è partito anche Nicola nel video che avete sentito, partendo proprio dal concetto di cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici in realtà sono sempre esistiti nella storia del pianeta, però ora stiamo vivendo un periodo particolare. perché dagli ultimi circa 150 anni è un cambiamento anomalo proprio perché è stato causato in parte anche dalle attività dell'uomo. Ed è proprio per questo che l'epoca in cui stiamo vivendo viene nominata antropocene. Infatti dal 1975 il tasso di riscaldamento del pianeta è stato di circa un grado e mezzo, due gradi per decade, che sembra poco ma in realtà è moltissimo.
E negli ultimi 30 anni, pensate, sono stati rilasciati in atmosfera più gas serra di tutti quelli che sono mai stati prodotti nella storia dell'umanità, che hanno poi causato appunto questo innalzamento e anche un'instabilità del clima, che riusciamo a vedere anche quotidianamente nelle notizie che ci circondano. E infatti ci sono degli studi fatti proprio dalle istituzioni che si occupano di studiare i cambiamenti climatici, che dicono che se noi continuiamo così... rischiamo di arrivare a un aumento delle temperature che diventerà insostenibile per l'uomo, causando rischi per la vita, perché ci saranno i migranti climatici più di quanti non ce ne sono adesso, ondate di calore, quindi molte parti del pianeta diventeranno invivibili. Perché vi dico questo?
Non per spaventarvi sicuramente, ma perché l'importante è capire che stiamo in un periodo di urgenza, che è necessario fare qualcosa e farlo. al più presto. Questo però sicuramente lo sapete già perché infatti il coinvolgimento dei cittadini e delle persone negli ultimi anni ha visto un aumento incredibile, soprattutto tra i giovani.
Pensate che sono nati tantissimi movimenti di attivisti e giovani che vogliono far sentire la loro voce proprio per chiedere alle istituzioni e alle aziende di fare qualcosa di concreto, che sono poi gli esempi di cui parleremo tra pochissimo. Il più famoso, forse lo conoscete, è il Fridays for Future, che è nato dall'attivista svedese Greta Thunberg e oggi, pensate, che conta più di 14 milioni di persone che fanno parte di questo movimento e cercano di sottolineare l'urgenza della questione. Le istituzioni, però, fortunatamente, stanno iniziando a fare qualcosa.
Cioè, hanno iniziato a fare qualcosa, non sono ferme, anzi. e principalmente agiscono su due livelli. Il primo è fissare degli obiettivi per mitigare il cambiamento climatico e il secondo invece è quello di investire dei soldi su attività che possono appunto migliorare la sostenibilità.
Vi faccio un esempio diciamo il più importante che è la COP26 di Glasgow, una conferenza sul clima delle Nazioni Unite che c'è stata nel 2021 e che c'è ogni anno. che riunisce più di 200 paesi intorno all'obiettivo comune, cioè quello di mantenere le temperature globali entro un aumento massimo di un grado e mezzo rispetto all'epoca preindustriale. Quest'anno tra l'altro, cioè l'anno scorso, c'è già stato un grande successo, un grande traguardo, che è stata la partecipazione di Stati Uniti a Cina, che gli Stati Uniti con Trump non avevano più partecipato e questi due paesi sono...
i più grandi emettitori di CO2, quindi è fondamentale che partecipino a questo tipo di conferenze. E da questo è emerso anche un accordo, una strategia, per la prima volta anche per ridurre l'utilizzo del carbone, che come diceva anche Nicola prima, è il combustibile fossile più inquinante, fondamentale per raggiungere gli obiettivi. Nonostante questo però l'accordo è stato giudicato insufficiente sia dagli attivisti di cui vi parlavo prima che proprio da alcuni paesi partecipanti che non sono stati soddisfatti di ciò che è stato raggiunto.
Quindi il lavoro è ancora moltissimo da fare, c'è ancora tantissimo da fare e per questo le istituzioni, i governi stanno ancora lavorando. Prima di passare agli esempi concreti volevo un attimo parlarvi del ciò a cui siamo esposti noi tutti i giorni, soprattutto appunto le fasce più giovani. Noi siamo riempiti di informazioni da tutte le parti, immagino che tutti voi abbiate uno o più social network, Instagram, TikTok eccetera e vi trovate sommersi di informazioni velocissime, nuove da tutte le parti, quindi è molto difficile capire a che cosa credere, come filtrare, dove informarsi. E questo vale un po'per tutto. Però per la sostenibilità è particolarmente importante perché uno è un concetto abbastanza, diciamo, sembra un concetto astratto, quindi si fa fatica a capire di cosa si parla.
E allo stesso tempo è un tema di cui si è iniziato a parlare negli ultimi anni tantissimo, quindi la comunicazione su questi temi è cresciuta in maniera esponenziale. Quindi è molto importante, la credibilità è molto importante. La credibilità vuol dire appoggiarsi a delle fonti che siano appunto credibili, quindi che abbiano dei fondamenti scientifici, delle metriche, che utilizzino dei dati, eccetera.
Questo è per evitare il fenomeno del greenwashing. Il greenwashing, semplicemente, ve lo dico in parole molto semplici, è quando un'azienda o un'istituzione dice io sono sostenibile, faccio questo e quest'altro, in realtà nella pratica poi non c'è nulla di concreto, quindi è parlare, diciamo, senza poi fare qualcosa di concreto per migliorare la propria impronta. E questo è un rischio grandissimo, che proprio per il fatto che adesso la sostenibilità è esplosa e tutto... tutti parlano di questo, si fa fatica a capire chi davvero faccia qualcosa di concreto e chi no. E quindi per questo è importante affidarsi a delle fonti autorevoli e diciamo credibili.
Ok, adesso passiamo alla parte magari più interessante per voi, quindi quella dei casi dell'economia circolare. L'economia circolare avete già sentito nel video di cosa si tratta, non voglio ripetermi troppo. Però diciamo che è una leva molto importante che abbiamo a disposizione, che le aziende soprattutto hanno a disposizione per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
In pratica bisogna passare dal modello lineare, il modello economico lineare che abbiamo nella nostra quotidianità, che è quello di produci, consuma e getta via. Dobbiamo invece passare a un modello circolare, quindi alla fine della vita dei prodotti e delle risorse si rimettono. all'interno del ciclo e le parole chiavi sono quindi riciclo, recupero, condivisione come avete già sentito. E'qui che anche l'innovazione è un concetto fondamentale, per questo che da noi sono insieme innovazione e sostenibilità. Quando parliamo di economia circolare ci sono i cinque pilastri che avete visto nel video e adesso ho preparato per ciascun pilastro tre esempi concreti di casi di aziende.
Ho cercato di scegliere degli esempi con cui possiate immedesimarvi, quindi magari prodotti che già conoscete, brand che conoscete, che utilizzate nella vita quotidiana. Ci sono anche alcuni esempi un po'più legati al mondo del business per farvi vedere un po'comunque le due facce della medaglia. Però ecco, ho cercato di scegliere degli esempi facili da comprendere e soprattutto da vedere anche giorno per giorno. Allora, la prima dice come conciliare il fatto che si continua a produrre prodotti ad obsolescenza programmata con l'esigenza di riutilizzarli?
Penso che sia una delle problematiche che avete... ogni giorno all'interno del vostro team. Partiamo da questa, a ognuna dedichiamo magari uno spazio piccolo, però riusciamo a dire qualcosa a tutti.
Sì, allora, in realtà su questo poi c'è anche un esempio interessante dopo, nel senso che purtroppo tante aziende continuano con l'obsolescenza programmata per un motivo molto semplice, quello economico, perché hanno bisogno che dopo X tempo i consumatori tornino e gli comprino un nuovo prodotto. Questo è un po'parte del fenomeno del greenwashing, perché appunto ci sono aziende che magari dicono di essere sostenibili, però poi nella pratica continuano a produrre prodotti. a obsolescenza programmata, quindi comunque è un tema che va risolto, che va affrontato e allo stesso tempo però ci sono delle soluzioni che possono cercare di intervenire su questo per favorire poi il riutilizzo e il riciclo che sono legate appunto alla modularità del prodotto.
Una soluzione all'obsolescenza programmata può essere quella di… di produrre dei prodotti modulari o comunque di cercare di poi sostituire solo delle componenti per fare in modo che il prodotto duri di più. Dopo abbiamo un esempio, adesso ve lo anticipo magari, un esempio di Apple che ovviamente, come sapete tutti, se avete degli iPhone, gli iPhone dopo un certo periodo iniziano a non funzionare più, non vanno più gli aggiornamenti, eccetera, eccetera. Apple cerca un po', diciamo, di contrastare questa cosa che continua a fare Ha lanciato questo robot che si chiama Daisy che riprende gli iPhone vecchi e li scompone, quindi toglie i materiali, ricicla poi i materiali, il ferro, l'oro, l'alluminio eccetera e prende delle componenti per poi fare riciclarle o riutilizzarle.
Quindi diciamo una stessa azienda che produce dei prodotti ad obsolescenza programmata cerca poi di mitigare un po'questo problema. trovando anche delle soluzioni per poi riprendersi indietro i vecchi prodotti che non funzionano più e scomporli e riutilizzarli. Di per sé l'obsolescenza programmata però non dovrebbe più esistere in un mondo ideale, si dovrebbe cercare di risolverlo alla radice e fare in modo che costruendo dei prodotti modulari si possa estendere la vita utile il più possibile.
purtroppo non siamo ancora in un mondo ideale, quindi quello che si cerca di fare è cercare poi di trovare delle soluzioni per perlomeno riciclare le componenti. Grazie Giorgia, collegato a una delle ultime cose che hai detto, le classi dicono, sì, ma come riconosciamo realtà che fanno greenwashing? Ecco, questa è una sfida molto difficile, molto difficile anche per gli esperti del settore. Per fortuna ci sono degli strumenti che vengono a nostro soccorso, a nostro aiuto.
Per esempio, quando parliamo di aziende, ora è nato, ci sono tantissime aziende che si occupano di rating ESG. Questo vuol dire, tra virgolette, giudicare le aziende sulle loro performance ambientali, sociali e di governance, che sono un po'i pilastri della sostenibilità. Quindi è possibile trovare informazioni sulle aziende, quindi delle ricerche fatte da analisti che si occupano proprio di questo e allo stesso tempo l'altra cosa fondamentale è cercare dei dati concreti, quindi non basta magari affidarsi alla pubblicità o allo slogan che dice siamo green, ma ciò che bisogna fare poi è andare a vedere per esempio il bilancio di sostenibilità.
Il bilancio di sostenibilità è il documento più... importante che un'azienda pubblica, se lo pubblica perché non è obbligatorio per tutti, sulle proprie performance di sostenibilità e quindi per capire se davvero un'azienda è sostenibile come dice bisogna andare nei dati, quindi affidarsi alle metriche, ai dati concreti e numerici che dimostrano che davvero stanno facendo qualcosa e non tanto alle parole. L'importante è cercare di affidarsi.
a fonti autorevoli che possono appunto essere queste agenzie di rating piuttosto che testate importanti e allo stesso tempo andare a vedere sotto nei documenti che pubblica la società se c'è qualcosa che davvero sostiene quello che poi dicono nelle pubblicità ad esempio. Non è un lavoro semplice assolutamente, infatti il fenomeno del greenwashing è un problema. Perfetto, quindi abbiamo comunque la possibilità di... verificare un aspetto quantomeno oggettivo.
Allora, come avrai visto, ne stanno arrivando in continuazione di domande, però non voglio bloccare troppo la tua esposizione. Te ne farei solo una, che è una costante di quasi tutti i nostri eventi, devo dire. Ovviamente i ragazzi dicono che la sostenibilità e la circolarità Imporranno nuove figure professionali specializzate, tu ne sei ovviamente un esempio chiarissimo, quindi che tipo di competenze sono necessarie? Allora, questa è una bella domanda. Tra l'altro avevamo fatto qualche tempo fa un webinar sullo stesso tema, perché stanno crescendo tantissimo le richieste del mercato per le figure professionali e allo stesso tempo anche l'offerta educativa sta crescendo molto.
Le università hanno sempre più corsi legati a queste tematiche. In realtà, lavorare per la sostenibilità e l'economia circolare non vuol dire solo un tipo di lavoro, è molto ampio lo spettro, perché si parte. Sia da lavori più tecnici, più ingegneristici, che si occupano magari proprio di sviluppo di nuovi materiali sostenibili, piuttosto che legati all'energia, quindi tutti i lavori legati alle rinnovabili, quindi diciamo figure più tecniche, più di ingegneria, le definirei, fino anche a, è importantissimo, le figure di project management, quindi magari con un percorso più di economia o di management. C'è bisogno anche di tante figure che poi si occupano proprio di definizione della strategia, quindi un po'quello che facciamo anche noi, di cui mi occupo io, quindi io ho studiato economia e management e quello che facciamo è quello di cercare delle soluzioni nuove, innovative, collaborare con le aziende, con le nuove start-up, gestire dei progetti di sostenibilità.
E allo stesso tempo… Noi collaboriamo anche con queste figure più tecniche. Quindi lo spettro è molto ampio e anche le opportunità di lavoro sono molto ampie. Oltre alle competenze, anche le opportunità in termini di aziende, perché si passa da start-up super innovative, molto di nicchia, a multinazionali, come può essere Enel, che hanno delle funzioni molto ampie di sostenibilità. Pensate che in Enel non c'è una figura di sostenibilità.
ma ciascuna delle aziende del gruppo Enel all'interno dei team di sostenibilità ed economia circolare formati da persone con competenze diverse. Quindi lo spettro è molto molto ampio e le richieste stanno crescendo moltissimo, sia in termini educativi che in termini proprio poi di posti di lavoro. Grazie. L'elemento dominante è anche un po'l'ibridazione, direi, quindi riuscire ad avere... Anche competenze diverse, non solo quelle specialistiche.
Ti lascerei a questo punto la parola Giorgia per procedere con le varie case history, le domande le teniamo magari verso la fine a questo punto anche perché ho lasciato quelle che richiedono un po'i consigli su che cosa possiamo fare noi, però magari vediamo anche qualche esempio nel frattempo. Prego Giorgia. Ok. Adesso vi faccio vedere un pilastro alla volta, tre esempi.
Partiamo dagli input sostenibili, che è il primo. Qui le definizioni le avete già sentite prima, però in pratica si tratta di utilizzare degli input di produzione che siano sostenibili, nel senso che o sono rinnovabili o biodegradabili, oppure sono stati riciclati. Quindi non utilizzare una risorsa una sola volta, questo è un po'il concetto chiave.
Il primo esempio che vi faccio è quello di Patagonia, probabilmente la conoscete. Patagonia è un'azienda che si occupa di abbigliamento sportivo ed è conosciuta proprio per il suo animo sostenibile. L'esempio che vi porto è quello di un materiale specifico, si chiama Net Plus ed è un materiale prodotto dalle reti da pesca riciclate.
In pratica Patagonia collabora con un'azienda che sul territorio sudamericano, nello specifico in Cile, raccoglie, smaltisce, pulisce e poi lavora le reti da pesca abbandonate per produrre questo filamento, che è un materiale nuovo che si chiama appunto NETPLUS, che poi utilizza per produrre i propri vestiti, i propri cappi d'abbigliamento sportivo. Vedete subito i vantaggi di questa cosa. Da una parte tiene fuori dal mare e dall'oceano un sacco di tonnellate di reti da pesca, loro dicono circa 150 tonnellate ad oggi. E allo stesso tempo anche un rivolto sociale, perché le comunità di pescatori che abitano sulle rive in Cile hanno una nuova fonte di sostentamento, perché vengono impiegati dall'azienda per raccogliere e lavorare le reti da pesca. Quindi questo è un primo esempio molto semplice di come un input può diventare sostenibile, quindi sostituire un filamento di plastica vergine con questo materiale che viene dalle reti da pesca.
Faccio poi altri due esempi. Il primo di questa slide che vedete sulla sinistra è dell'azienda Novamont, che probabilmente non conoscete, però sicuramente conoscete il Mater B. Il Mater B è un materiale conosciuto per la propria biodegradabilità e compostabilità, che viene utilizzato principalmente per sostituire le plastiche monouso. Quindi l'applicazione più... comune che avete sicuramente utilizzato e toccato è quella dei sacchetti della spesa quando andate al supermercato e non avete i vostri sacchetti riutilizzabili vi danno dei sacchetti in mater B questo materiale è anche in linea con la direttiva europea sulle plastiche monouso che non possono più essere utilizzate quindi anche qui si sostituisce un materiale poco sostenibile con un'alternativa biodegradabile e compostabile con un impatto inferiore sull'ambiente L'altro esempio è quello di Lavazza, la famosa azienda di caffè, e nello specifico ha fatto questa linea per gli uffici, che ha input sostenibili a perché oltre ad avere il caffè in sé, che è un caffè biologico e certificato dalla Rainforest Alliance, che è un bollino per il caffè sostenibile, Allo stesso tempo anche le capsule sono compostabili, quindi queste capsule se vengono trattate nel modo corretto, quindi se vanno al compost, si biodegradano in 180 giorni e quindi non rimangono nell'ambiente.
Quindi ha messo insieme la VAXA sia l'input del caffè che della struttura, quindi delle plastiche, scegliendo entrambe alternative sostenibili per creare questa nuova linea. Questi tre esempi sono molto semplici e molto facili perché tutti voi probabilmente li avete usati nella vostra vita quotidiana, ma dimostrano molto facilmente come si può sostituire un materiale vergine o potenzialmente poco sostenibile con un'alternativa con la stessa qualità, le stesse caratteristiche di efficienza e efficacia, però con un'impronta minore sull'ambiente. Passiamo adesso alle piattaforme di condivisione.
Qui c'è un dato che volevo darvi che mi sembra interessante. In pratica se noi nella nostra casa utilizziamo circa l'80% degli oggetti solo una volta al mese, è pochissimo questo, quindi ci sono una quantità di prodotti inattivi o sottoutilizzati che è spaventosa e questa cosa non è sostenibile ovviamente come potete immaginare. Quindi le piattaforme di condivisione cercano di sfruttare le nuove tecnologie per collegare domanda-offerta e fare in modo che uno stessa risorsa, una stessa soluzione venga condivisa tra più persone, in modo che venga utilizzata di più volte.
L'esempio più famoso di tutti, delle piattaforme di condivisione, è Airbnb. Airbnb è una piattaforma che unisce... le persone che viaggiano e quindi hanno bisogno di un alloggio con persone che hanno una stanza, una casa da mettere in affitto anche per periodi brevi.
Ad oggi è presente a più di 6 milioni di annunci ed è presente in 180.000 città e semplicemente connette viaggiatori e cosiddetti host in modo che quindi le stanze per esempio... che magari sarebbero rimaste vuote, invece vengono utilizzate e portano anche una fonte di reddito ovviamente a chi le affitta. Quindi si condivide l'appartamento piuttosto che la stanza. Per questo esempio ne ho portato anche uno un pochino più appunto come vi anticipavo legato al mondo del business, per cambiare un po'. Si tratta di un'azienda che si chiama Flow2.
È un'azienda che praticamente ha sviluppato una serie di piattaforme di condivisione dedicate alle aziende, che mette insieme aziende dello stesso settore o con bisogni comuni e gli permette di condividere risorse, oggetti, persone, anche infrastrutture, attrezzature, eccetera, in una sorta di mercato chiuso. Qui ci sono due esempi. Uno si chiama FarmSwap ed è un mercato chiuso per i farmacisti.
quindi tra di loro i farmacisti di una certa zona attraverso questa piattaforma possono scambiarsi medicinali, attrezzature mediche eccetera. Invece ce n'è anche un'altra che si chiama WeLink che è per le imprese di costruzione, le imprese edili. Quindi un esempio può essere che un'impresa ha bisogno di un certo tipo di attrezzatura per un cantiere specifico che magari è un'attrezzatura che costa moltissimo oppure che gli servirà solo quella volta e poi mai più.
Invece che acquistarla va su questa piattaforma, scopre che c'è un'altra azienda idile che già ce l'ha e semplicemente l'affitta. Quindi se la scambiano è una stessa risorsa, viene utilizzata più volte senza che ci sia bisogno di acquistarne due. Quindi ovviamente poi diminuiscono anche i rifiuti.
L'ultimo esempio invece torniamo a un esempio molto quotidiano che è BlaBlaCar. BlaBlaCar è una piattaforma di carpooling che mette insieme le persone che hanno bisogno di fare dei viaggi, stessi viaggi. In pratica se tu hai una macchina e per esempio devi andare da Milano a Torino, tu puoi mettere l'annuncio su BlaBlaCar Le persone che hanno bisogno di fare lo stesso viaggio si uniscono alla tua auto e così potete condividere sia il costo della benzina che il costo del pedaggio e ovviamente il vantaggio ambientale è chiarissimo perché magari 5 persone che devono fare lo stesso viaggio alla fine utilizzano un'auto soltanto.
E anche lì c'è anche un risvolto sociale inteso come economico per le persone che permette un risparmio e quindi rende più accessibile il viaggio a tutti. Ok, quindi vabbè, come vedete da questi esempi, le piattaforme digitali, quindi la digitalizzazione, torna un po'a questo concetto, aiuta a sfruttare il bene al massimo ed evitare gli sprechi. Passiamo poi al prodotto come servizio. Il prodotto come servizio è un po'un'alternativa al tradizionale acquisto e possesso, quindi compro un oggetto, è mio e lo utilizzo.
Perché si passa invece a un modello diverso dove invece che acquistare un bene si paga una sorta di tariffa, una sorta di affitto per utilizzarlo in un certo periodo. Qui ci sono alcuni esempi interessanti, il primo è quello di Signify, Signify non è altro che la parte di Philips che si occupa di illuminazione e loro hanno lanciato questo servizio per le aziende. dove vendono l'illuminazione come servizio.
Quindi invece che l'azienda che si acquista magari 10.000 lampadine per illuminare il suo capannone, semplicemente paga un abbonamento all inclusive a Signify che arriva, gli installa tutte le lampadine con la tecnologia LED ovviamente, sensoristica, quindi massima efficienza energetica e poi quando ce n'è bisogno viene e fa anche i servizi di manutenzione, assistenza, sostituisce in caso ci siano guasti. Quindi in pratica l'azienda non deve fare quell'investimento iniziale che gli sarebbe costato moltissimo e allo stesso tempo ha un servizio di massima qualità pagando una tariffa mensile e avendo anche in cambio tutta la parte di assistenza. Quindi vedete che i vantaggi sono abbastanza palesi diciamo.
Passiamo poi a altri due esempi, anche qui ce n'è uno un pochino più legato al mondo del business che è questa Complease. Questa è molto particolare perché loro fanno solventi e si sono inventati anche qui questo modello prodotto come servizio. Quindi invece che vendere semplicemente la vernice o il solvente alle aziende di cui hanno bisogno, anche loro offrono un pacchetto all inclusive che include sia una consulenza iniziale, per aiutare l'azienda a scegliere che tipo di solvente ha bisogno, e poi tutte le prestazioni, quindi la posa del solvente, l'assistenza tecnica, il ritiro delle scatole vuote, eccetera. E quindi anche qui l'azienda semplicemente paga una tariffa annua o mensile in base alle esigenze e ha in cambio il servizio tutto completo legato ai solventi. Per finire vi porto invece un esempio passando dai solventi a qualcosa di un po'più interessante, un esempio di Ikea.
Questo è un esempio che mi piace molto, Ikea nel 2021 ha testato in sei mercati il nuovo business chiamato arredamento come servizio. Praticamente invece che acquistare semplicemente i mobili, in questi mercati le persone possono affittarli. Quindi il target principale è quello dei giovani, quindi universitari oppure lavoratori giovani, diciamo, con i primi lavori, perché hanno ovviamente un po'meno potere d'acquisto e allo stesso tempo sono molto più mobili, perché magari abitano con dei coinquilini, poi cambiano casa, vanno in Erasmus, eccetera.
Quindi il fatto di avere dei mobili diventa un peso, perché bisogna poi magari traslocare, trovare a chi venderli oppure buttarli, eccetera. Quindi con questo servizio le persone possono semplicemente affittare i propri mobili e quando poi devono traslocare, Ikea se le riprende indietro. Vedete che qui è molto chiaro il vantaggio anche legato al fine vita, perché non è più il consumatore che poi deve gestirsi questi rifiuti anche ingombranti e difficili da gestire, ma è l'azienda stessa che ha le risorse, le competenze poi per riciclare e per riutilizzare che mantiene il possesso di questi beni.
Quindi alla fine della vita sarà l'azienda che le gestisce nel miglior modo possibile e quindi si evita una mala gestione poi a fine vita di questi prodotti. Vado avanti col penultimo, l'estensione della vita utile. L'estensione della vita utile è quello un po'più semplice, un po'più autoesplicativo. Si tratta di rendere la vita utile dei prodotti il più lungo possibile, quindi fare in modo che un prodotto mantenga il proprio valore economico e le proprie funzionalità il più a lungo possibile, quindi aggiornando il prodotto, rilavorandolo. sistemando delle parti, sostituendole, un po'si lega al concetto di cui abbiamo parlato prima dell'obsolescenza programmata.
E qui c'è un esempio che è un'azienda formata da BMW e Alba, una joint venture chiamata Encory, e loro sviluppano delle soluzioni per il ricondizionamento. e la rivendita di parti di veicoli, quindi garantiscono al cliente un costo minore e praticamente vendono dei pezzi di ricambio e installano dei pezzi di ricambio in modo da prolungare il più possibile la vita poi delle auto, dei beni. Philips fa una cosa simile, di cui abbiamo parlato prima per l'illuminazione, loro si occupano anche di attrezzature mediche e hanno lanciato questa linea molto bella che si chiama Diamond Select. praticamente sono solo attrezzature mediche rinnovate o ricondizionate.
Loro rinnovano i sistemi di imaging, che quindi può essere dalla radiografia, ecografia, eccetera, e li offrono a un prezzo attrattivo. Quindi anche qui la cosa interessante è l'accessibilità, perché ospedali che magari non si potevano permettere quel macchinario così avanzato, adesso col fatto che è un macchinario ricondizionato e il prezzo è sceso circa del 20%, dicono. possono accedere a questo e quindi anche questi ospedali possono avere accesso a queste tecnologie.
E per ultimo invece ho portato un esempio leggermente diverso, ma sempre legato a questo concetto, ed è quello di iFixit. iFixit è una comunità, una comunità online, per le riparazioni. Praticamente mette insieme sia dei tecnici che semplicemente consumatori che possono scambiarsi consigli e istruzioni su come riparare oggetti di tutti i tipi, quindi da elettrodomestici, componenti, abbigliamento, un po'qualsiasi cosa. Quindi l'obiettivo di questa piattaforma è fare in modo che le persone imparino a riparare i propri oggetti invece che buttarle e quindi estendergli ovviamente la vita utile. Quindi anche qui prossima volta se vi si rompe qualcosa, se andate su iFixit, può essere che troviate le istruzioni per aggiustarlo nel modo migliore.
Quindi è una piattaforma molto utile e molto carina per chi vuole cimentarsi un po'nel fai-da-te. Finisco con l'ultimo, che è un po'quello più famoso quando si parla di economia circolare, il recupero e il riciclo. Qui c'è un esempio di cui avevo già anticipato, quello di Apple che ha lanciato questo robot chiamato Daisy che disassembla gli iPhone, praticamente recupera i materiali di valore alluminio, rame, oro eccetera e aiuta anche a ridurre i rifiuti elettronici pericolosi.
Quindi l'obiettivo è proprio di smantellare uno stesso prodotto invece che buttarlo, recuperare tutte le varie componenti ed eventualmente riutilizzarle. Finisco con gli ultimi due esempi, questi sono esempi che sicuramente conoscete, le aziende sicuramente conoscete. Partiamo da Nike, Nike ha sviluppato una nuova linea che si chiama Nike Grind e praticamente è una gamma di materiali riciclati che utilizzano per fare sia scarpe e abbigliamento ma anche superfici sportive come per esempio quelli dei campi d'atletica, quindi i pavimenti dei campi d'atletica, utilizzando i loro scarti di produzione.
i loro prodotti invenduti e i prodotti vecchi che vengono riportati dai consumatori. Quindi loro recuperano tutti questi materiali vecchi, li riciclano e fanno questa nuova gamma di materiali per poi fare le pavimentazioni o altri prodotti. E infine c'è Barilla che invece che farlo internamente fa una collaborazione, loro collaborano con Favini che è un'azienda di carta e recuperano i residui di crusca.
che era quella che non può più essere utilizzata per fare la pasta, la riciclano insieme alla cellulosa e creano questa nuova carta chiamata carta crusca, che viene anche utilizzata per il packaging proprio di Barilla, quindi la riutilizzano anche nella loro catena come packaging dei pacchi di pasta. Quindi qui vedete come si chiude un po'il cerchio, perché siamo partiti dalle reti da pesca e materiali riciclati e torniamo un po'a... creare nuovi input sostenibili partendo dai propri rifiuti o dal proprio materiale inutilizzato. Quindi si chiude un po'il cerchio e dal recupero e riciclo torniamo un po'agli input sostenibili.
Grazie Giorgia, ci hai dato tantissimi spunti diversi e sono piaciuti così tanto che vedo che un docente chiedesse poi se possiamo rendere disponibili queste slide, se possibile le metteremo quindi nell'area live insieme naturalmente anche alla registrazione di questo evento come sempre, stessa area dove potete scaricare anche gli attestati di partecipazione per tutti gli studenti che hanno partecipato. Prendiamo gli ultimi due minuti per alcune risposte veloci. Due le sintetizzerei in questo modo.
Un docente chiede che consigli possiamo dare ai ragazzi per dare un contributo reale verso l'economia circolare e collegato a questo invece uno studente dice ma con i social... possiamo in un qualche modo contribuire? Quindi questi due elementi. Allora, sì, parto da quello del come si può avere un contributo reale. Mi leggo un po'al concetto di consumatore circolare, perché adesso i consumatori, quindi tutti noi, stiamo un po'diventando più consapevoli.
Quello che dobbiamo fare, è legato anche al concetto del greenwashing di prima, e cercare di fare delle scelte consapevoli nella nostra quotidianità. Quindi informarci, adesso ci sono molte informazioni a disposizione, sia sulle etichette dei prodotti che in generale facendo delle ricerche online, e anche sui social appunto, quindi anche collegandomi all'altra domanda, c'è molta più trasparenza, molta più informazione disponibile, e possiamo fare delle scelte consapevole, sia quando parliamo di acquistare, quindi magari prediligere un certo tipo di azienda ma anche un certo tipo di prodotto che può essere alimentare, quindi magari scegliere alimenti da fonti biologiche, allevamenti sostenibili eccetera, che poi anche nelle nostre scelte quotidiane, quindi decidere di prendere magari un mezzo pubblico oppure una bici o un'auto elettrica piuttosto che un'auto. oppure utilizzare anche gli esempi di cui ho parlato prima alcuni degli esempi sono accessibili anche a noi per esempio quello di Ikea ma non è l'unico ci sono anche aziende che affittano anche i vestiti magari per le grandi occasioni invece che acquistare un vestito che poi non si utilizza mai più si può affittare oppure utilizzare servizi come BlaBlaCar mettere a disposizione anche la propria auto se qualcun altro ne ha bisogno quindi ci sono tante cose che si possono fare nella quotidianità sia in modo semplice sia poi cose magari un po'più strutturate che adesso sicuramente magari crescendo quando uno ha anche più potere d'acquisto magari decide di installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto e alimentare parte del proprio consumo da fonti rinnovabili.
Quindi se uno va ad analizzare i vari pilastri dell'economia circolare vedrà che ci sono tantissime cose che nella quotidianità si possono fare. senza stravolgere la propria vita e allo stesso tempo una cosa fondamentale che si lega anche a quella dei social è l'educazione e la consapevolezza. Noi abbiamo il potere di influenzare in qualche modo, cercare di influenzare in qualche modo gli altri.
I giovani possono, che sono persone tendenzialmente più consapevoli su questi temi perché molto più esposte delle altre generazioni, possono parlare con i propri genitori, con i propri conoscenti. dell'importanza di queste tematiche, aiutare a orientare le scelte. Stessa cosa sui social, si può scegliere a chi dare ascolto, chi seguire e allo stesso tempo utilizzarli per diffondere dei messaggi importanti. Ci sono sempre più anche influencer che cercano, da una parte ci sono influencer che magari danno dei messaggi sbagliati, utilizzano per esempio il jet privato per fare delle tratte minuscole e quindi lì uno può scegliere consapevolmente di...
non seguirli o di non dare adito a questa cosa. Oppure si può scegliere invece di seguire delle pagine di informazioni, vi faccio un esempio, c'è Will, non so se lo conoscete, su Instagram che è una pagina molto innovativa di giornalismo giovane che parlano tantissimo di tematiche legate al cambiamento climatico, cercano di fare informazione su questo e quindi seguirli sicuramente accresce la propria conoscenza su questi temi. Quindi oltre alle azioni nostre è importante diffondere il messaggio e coinvolgere un po'tutti e far capire che siamo tutti parte di questa cosa, dobbiamo tutti fare qualcosa e non è un problema lontano da noi come può sembrare invece.
Grazie Giorgia, hai trasferito sicuramente tantissimo entusiasmo, purtroppo il nostro tempo si è concluso, vi ricordo che il prossimo evento è il 30 di marzo e parleremo di Smart Cities e di Smart Home. Ringrazio quindi Giorgia, ringrazio Nicola che abbiamo visto in video e vi attendo quindi per il prossimo incontro del 30. Grazie a tutti e alla prossima. Grazie a tutti, arrivederci a tutti.