Buonasera, questa sera se rimanete con noi vi proponiamo un bellissimo viaggio in compagnia di Wolfgang Amadeus Mozart. Mozart ebbe infatti una vita densissima di avvenimenti, una vita anche molto breve lo sappiamo. perché morì quando aveva soltanto 36 anni. Per lui si adatta bene il detto genio e sregolatezza. Sarà l'esplorazione di un personaggio straordinario che sin da quando ero bambino ha sballordato dito le corti di tutta Europa, che ha lasciato, lo sappiamo, un'importa profonda nella musica di tutti i tempi.
Per fare tutto questo ci vorremmo di ricostruzione, di film e dello sceneggiato di Marcel Bluval, che ci consentirà di seguire passo a passo la vita di Mozart. Ma che ti succede? Stai cambiando tutto.
Lo faccio apposta. Non se ne accorgono nemmeno. Ma che ha quella gente? Non amano la musica. Fallo per me Wolfgang, per tuo padre.
Suona giusto. Quella gente, io la detesto. Va detto che a quel tempo i musicisti erano considerati suonatori da strada, equiparati a dei saltimbanchi. Praticamente non esisteva il diritto d'autore così come lo conosciamo oggi. Gli incassi erano molto...
Magri e i compositori erano sempre pieni di debiti e quindi per risolvere i loro problemi, per trovare un lavoro, una sistemazione, dovevano sottoporsi ai poteri. Conosceremo naturalmente anche... Anche il Mozart un fan prodige, un genio capace di scrivere un'intera opera in tre settimane senza neanche una cancellatura sullo spartito.
Vedremo la sua vita sregolata, i suoi successi, i suoi amori, le sue impertinenze e anche i suoi insuccessi. Su Mozart è uscito qualche anno fa un celebre film, Amadeus, che ha vinto addirittura otto premi Oscar. Il regista...
Minos Forman ha ricostruito il personaggio di Mozart seguendo una propria interpretazione. Ma soprattutto ha creato per il film uno straordinario personaggio di grande forza e fascino, il compositore italiano Antonio Salieri. È un musicista presso la corte di Vienna che ha nei confronti di Mozart un rapporto di odio e amore. Lo ammira perdutamente per la sua genialità, ma è anche perdutamente per la sua felicità.
assolutamente invidioso della sua genialità che lo sovrasta e lo oscura. Così organizza un tranello per impossessarsi di una composizione di Mozart e farla apparire come sua. Vedremo come sono andate le cose in realtà sulla base dei documenti che si possiedono. Se si guarda il periodo in cui è vissuto Mozart, ci si rende conto che fare il musicista a quel tempo era tutto un'idea. tutt'altro che facile, e ancor meno fare il compositore, perché bisognava con la musica guadagnarsi da vivere ogni giorno 365 giorni l'anno, scrivendo musiche che solo pochi capivano e apprezzavano, viaggiando da una parte all'altra per trovare committenti o mecenati e vivendo in condizioni disagevoli e avendo per di più a che fare con dei personaggi spesso presuntuosi e arroganti.
I musicisti a quell'epoca svolgevano un ruolo analogo a quello di tanti altri artisti che lavoravano a corte, cioè quello di creare prestigio per il signore di turno. Per fortuna ogni tanto qualcuno di questi mecenati era anche un intenditore. Capitava infatti ogni tanto che fosse lui stesso un musicista dilettante, ma a volte di buon livello. In questi casi il compositore riusciva a trovare un interlocutore in grado di capire le sue esigenze e permettergli di esprimersi al meglio. In altri casi invece questo non avveniva e allora nascevano in comprensione anche liti, che avremo modo di vedere nel corso del programma, e che mostrano la personalità forte e indipendente di Mozart.
Per capire meglio l'ambiente in cui Mozart si muoveva e lavorava, cos'era? erano in particolare le corti europee a quel tempo, entriamo un attimo nell'atmosfera, tornando indietro di oltre due secoli. Le regge delle grandi capitali europee erano solitamente un complesso di edifici in grado di ospitare parecchie migliaia di persone, avrebbero potuto raccogliere la popolazione di un'intera città.
Mentre la popolazione fuori dai cancelli viveva in una diffusa povertà, qui tutto splendeva e tutto ruotava intorno alla figura del re, signore della vita al castello, nonché depositario dei privilegi che potevano essere elargiti ai nobili ospiti. Io, io solo comando qui. La vita della società di corte non era affatto tranquilla.
Gli scandali, gli intrighi, la competizione per il rango e per il favore del re non cessavano mai. Ognuno poteva danneggiare l'altro e tutti dipendevano dal sovrano. Tutto ciò si rifletteva nella stessa struttura delle residenze all'interno della corte. Le abitazioni e gli arredi normalmente presenti nelle case aristocratiche, a corte erano infatti ingigantiti, anche in corrispondenza del valore riconosciuto alla famiglia a cui erano assegnati.
E il cerimoniale, la cosiddetta etichetta, fuori da ogni motivazione utilitaria, aveva in realtà il compito di dare un'adeguata rappresentazione dello sfarzo della vita di corte. E'in questo mondo pieno di contrasti che Mozart nasce a Salisburgo il 27 gennaio del 1756 e qui comincia il breve cammino della sua vita. La sua è una famiglia di musicisti perché il padre Leopold è... compositore ed è un violinista di ottimo livello.
Anche la sorella è una promettente pianista. Il padre è anche autore di un trattato fondamentale sulla tecnica della viola, quindi è un artista, un uomo di talento. anche per quanto riguarda la pedagogia musicale.
Il suo ruolo nell'educazione del giovane Amadeus è determinante perché la genialità non basta averla, bisogna poi che gli stimoli, che l'ambiente la facciano emergere dal profondo. Seguiamo quindi la vita di colui che molti considerano oggi il più grande musicista di tutti i tempi, un percorso che si interrompe bruscamente a soli 36 anni, Wolfgang... E'qui, in questa antica casa del centro storico di Salisburgo, che Leopold e Anna Maria Mozart mettono al mondo sette figli.
Due soli però sopravviveranno, Nanner e Amadeus. L'appartamento si trova al terzo piano e il giovane Mozart per anni percorre questi scalini rincorrendo la sorella e facendo sberleffi e scherzi, come era nel suo temperamento. Questa era la cucina di casa Mozart, non è molto cambiata nel tempo, più o meno.
è rimasta come era. Qui si cucinavano i cibi, si preparavano delle vivande abbastanza pepate perché a quel tempo non c'erano i frigoriferi e quindi bisognava riempire la carne in particolare di spezie. Non c'era corrente e l'acqua bisogna andarsela a prendere sotto alla fontana oppure al pozzo e portarla ogni volta su come pure la legna da ardere e la legna anche per la cucina. Il fuoco però era Era un rischio ogni volta in casa, gli incendi erano frequenti ed era molto difficile domarli, quindi bisogna stare molto attenti.
Comunque di notte la braccia rimaneva accesa, coperta dalla cenere, per poter far ripartire meglio il focolare il mattino seguente. Queste sono le stanze dell'appartamento, oggi sono senza arredamento tranne qualche quadro originale. I soffitti sono molto bassi e qui dovevano continuamente rimbalzare le note di questa famiglia in cui tutti suonavano.
E'stato conservato il piccolo violino originale che Mozart suonava da bambino. Infatti sapeva suonare non soltanto il plavicemolo ma il violino, la viola e l'organo. Per avere un'idea dell'arredamento della casa di Mozart, in un appartamento adiacente sono stati riuniti vari mobili, alcuni dei quali appartenuti a vicini di casa e amici. Queste per esempio sono le sedie del medico di famiglia.
L'arredo è di qualità, la famiglia Mozart non era ricchissima, però era abbastanza agiata e soprattutto il padre Leopoldo teneva a mantenere. un certo decoro. Forse è proprio questa l'impressione che avremmo avuto entrando a casa Mozart a quel tempo. Qui c'è un grande letto d'epoca.
Ci sono due particolari interessanti che mostrano quali erano i disagi del tempo, per esempio lo scaldino che serviva a rendere meno gelide e umide le lenzuola e poi il vaso da notte, a quel tempo non c'erano servizi igienici e la produzione notturna doveva poi essere restituita alla natura il giorno dopo. Ma torniamo per concludere nell'appartamento di Mozart. Qui è conservato un bellissimo fortepiano da concerto. ma anche l'originale del ritratto incompiuto di Mozart, un suo violino e lo strumento originale sul quale Amadeus ha creato alcune delle sue composizioni più celebri, come il flauto magico.
E da questi tasti che sono uscite, una dopo l'altra, molte delle migliaia e migliaia di note che rappresentano oggi uno dei grandi patrimoni dell'umanità. La vita di Mozart è intimamente legata a questo strumento, il clavicembalo. Quando il padre cominciò a portare in tournée il piccolo Amadeus insieme alla sorella, doveva trascinarsi ogni volta dietro anche lo strumento.
ingombrante e delicato. Attenzione! Fate attenzione, un clavicembalo non è un barile! Mio Dio, che gente! Oh, che orrore, babbo!
Il piccolo sta male? No, no, no, è il trombettiere che è calante. Che cos'è un clavicembalo? Che ne so, ma pesa come un quarto di manzo.
Posso sapere i vostri nomi per registrarli? Vice maestro di cappella Leopold Mozart e famiglia. Musicisti?
Sì. Ma non gli cambierete mica la lenzuola a questi saltimbanchi! Il padre prepara un comunicato nel quale si annuncia l'arrivo di un enfant prodigio. Il piccolo Mozart e la sorella si esercitano in camera.
Il 15 del mese corrente il signor Leopold Mozart arriverà in città con i suoi due bambini prodigiosi. prima di proseguire per la Francia e l'Inghilterra. Il pubblico di Francoforte avrà il piacere di apprezzare il talento portentoso di sua figlia di 12 anni e quello di un bimbo di 8 anni, suo figlio, che è il più grande musicista di tutti i tempi nel violino e nel clavicembalo. Che cosa ne pensi?
e c'è solo da sperare che ritorni di buon modo. Perdonate. Potrei almeno incontrare il mio collega, il maestro di cappella Iommelli.
Allora, Iommelli vi ha ricevuto? E come l'ha trovato il piccolo? Caro mio, un miracolo! Incredibile, incredibile che un bambino tedesco possa avere questo talento, questo fuoco, questo spirito!
E poi ha fatto di tutto per impedirci di suonare alla presenza del principe. Ma perché? Ha paura di perdere il posto?
Che io glielo porti via, capisci? Uno stipendio di 4.000 talleri, casa in città, casa in campagna, la legna, il carbone... E quell'altro? Quello va a caccia!
Crede d'essere a Versailles, un giorno ci saremo noi nella vera Versailles. Nannerl, per favore, alzati. questi italiani che ci prendono tutto tutti i posti i charlatani caraglie vogliono soltanto soffocare la musica tedesca che vi hanno fatto babbo che vi hanno fatto niente niente niente non mi ascoltare è un mistero che mistero che la musica italiana possa essere così bella nonostante sia fatto dagli italiani. Gli italiani nel 6-700 erano effettivamente dappertutto, il loro talento musicale era grandissimo, l'Italia era la patria della musica.
però era necessario farsi sentire nei salotti giusti. I salotti erano importanti per farsi notare, ma le persone veramente interessate alla musica e competenti erano poche e c'era il rischio di faticare tutta una serata per niente. A proposito di...
No, no, no, non lo so, da stamattina mi è stata raccontata già tre volte. Non conosco niente di questo. Ma Mozart era troppo speciale per passare inosservato e... E qualcuno a un certo punto cominciò a accorgersi di lui.
Piccolo mio, ma lo sapete che quando suonate toccate il cuore? Come vi chiamate piccolino? Mozart, signora.
Wolfgang Mozart, per servirvi, è mio figlio. E Marianna, mia figlia. Ah, dei piccoli tedeschi?
Siamo di Salisburgo, sì signora. La principessa de Contici ha fatto l'onore di invitarci. I miei bambini hanno già suonato davanti alle loro maestà imperiali e reali.
Ah, suonate ancora bambino mio, suonate ancora. Mozart a 4 anni suonava il clavicembolo, a 6 anni dava dei concerti in pubblico e a 8 anni era già un virtuoso. Anche oggi esistono degli affam prodigi. Qui siamo proprio a Vienna presso un'associazione che intende scoprire e valorizzare i giovanissimi talenti che giungono qui da ogni parte del mondo.
Credo che se continuerà su questa strada, questa ragazza diventerà una grande pianista. Oggi però è molto diverso dai tempi di Mozart. Sicuramente è una grande differenza a tempi di Mozart in quanto naturalmente sono molto più bambini che vogliono studiare musica, che vogliono diventare musicisti di professione e sono molto meno mecenati. Oggigiorno sono i genitori che devono aiutarli. Signore e signori, se lo desiderate, mio figlio, che vi ricordo ha soltanto otto anni, vi suonerà un'altra variazione sullo stesso tema, ma questa volta, questa volta con la tastiera coperta.
Mozart amava stupire il pubblico con queste trovate che in realtà non presentano particolari difficoltà. Un altro dei suoi numeri, col quale riscuoteva l'applauso, era quello di suonare con le mani intrecciate dietro la schiena. È una cosa di grande effetto, ma non molto difficile. Chiunque con un po'di allenamento riesce a farlo.
Una cosa molto più difficile era naturalmente improvvisare al clavicembalo delle variazioni. C'erano persino delle gare di improvvisazione. Buonasera, professor Zaccagnini. Quindi c'erano queste gare di improvvisazione tra i grandi musicisti del passato?
Sì, molte ce ne sono state. Una è celebre, quella del 1708 a Roma, organizzata dal cardinale Ottoboni, che mise a confronto Handel e Domenico Scarlatti, impegnandoli sia nell'organo sia nel clavicembalo. Nell'organo Handel non ebbe, diciamo così, rivali, ma nel clavicembalo Scarlatti se la cavò, bisogna dire. Abbiamo visto che Mozart aveva questa grande facilità a improvvisare.
Anche Beethoven era un grande improvvisatore. Assolutamente, sì. I migliori improvvisatori di quel periodo erano Mozart, Clementi, Beethoven. A seguire Liszt, Liszt è stato un gigante, non solo appunto della composizione, ma anche dell'improvvisazione. Liszt per esempio in occasione di alcuni concerti faceva questo giochino, faceva mettere in un cestino dei bigliettini in cui i vari spettatori mettevano, scrivevano un tema o il titolo di un'aria o quello che fosse, dopodiché lui ne pescava uno a caso e si lasciava andare appunto.
Non è vero. viaggiavano sia su dei temi liberi che anche su variazioni di temi di cose nostre. Sì, assolutamente. All'impronta quello che era, era.
Tutto questo poi si è perso. Nell'Ottocento e oggi ancora meno. Sì, si ricorda ancora Ferruccio Busoni all'inizio del Novecento, che ancora era ad uso a questa pratica, ma poi sia perché i gusti sono cambiati, sia perché anche i musicisti, gli esecutori, non sono più in grado di fornire queste prove, allora...
Perché a quel tempo erano... a dimenticare che questi grandi del passato erano al tempo stesso grandi esecutori, pianisti in particolare, ma al tempo stesso compositori. Quindi per così dire componevano in tempo reale.
Sì, c'è il caso clamoroso di Bach che riusciva a comporre in tempo reale una fuga a quattro voci, cosa per cui oggi uno studente di conservatorio direbbe... L'unica cosa che è rimasta oggi in questa linea è quella del jazz, cioè i musicisti improvvisano su dei temi e quindi hanno... La cosa particolare di Mozart era che l'improvvisazione la faceva già da piccolo, perché sin da piccolo era un compositore.
Babbo, voglio scrivere delle sonate per la signora de Tess. Tenete, babbo, è per voi. Ne ho già scritto un movimento. Sapete, non è mica difficile. È come quella del signor Schaubert che abbiamo sentito al concerto.
Il piccolo è un compositore. È dotato. Più che dotato.
Questa sera, direttamente a tavolino, mentre tu dormivi, ha composto un andante di sonata perfetto, compiuto, con la modulazione alla dominante al punto giusto, il ritorno al tema, la mano sinistra, e l'ha scritto senza un errore straordinario. Anna Maria, incredibile per la sua età, sarebbe stato difficile per chiunque. Anna Maria, io credo che Wolfgang abbia più che del talento. Ma perché ne sei così sconvolto, Leopold?
Perché è migliore di me, ma cerca di capire. Non è solamente un virtuoso, non è solamente un buon musicista, forse diventerà, sì, diventerà un genio. Mozart aveva anche un altro dono molto rarissimo.
Quello che si chiama l'orecchio assoluto. Se per esempio io suono una sola nota, sapreste dire che nota è? È un mi, un sol, un fa.
un fa diesis, magari calante, era un fa diesis. Molti grandi musicisti non saprebbero dirlo, è una capacità che non ha nulla a che fare con la creatività musicale, ma che mostra che nel cervello di Mozart c'era anche questo, tutto era predisposto per la musica. Le note in questo modo diventano come delle facce riconoscibili, ognuna con la propria personalità. Dopo i primi successi per il giovane Mozart, Mozart cominciano le tournées, tournées che nel corso degli anni lo porteranno in giro in tutta l'Europa. Da quel tempo si viaggiava poco e con difficoltà, ma Mozart passò gran parte della sua breve vita vagabondando, viaggiando, col risultato di trascorrere 14 dei suoi 36 anni di vita lontano da casa.
Ecco dove si elenca. In ognuna di queste città viene ricevuto a corte e suona alla presenza di... i re e i principi. Queste città e queste corti erano il centro del mondo artistico, qui si creavano i successi e qui i compositori potevano trovare le adeguate protezioni per svolgere il loro lavoro e fare carriera. Ma cosa voleva dire per un musicista vivere a corte?
Bene, recchiamoci in uno dei grandi palazzi che hanno ospitato Mozart a quel tempo, il Palazzo Imperiale di Vienna. Ecco il palazzo di Schoenbrunn. Questa è la scenografia imponente che accolse Mozart. Naturalmente molte cose sono cambiate da allora, ci sono state alcune modifiche architettoniche, ma insomma ci dà un'idea dell'atmosfera che respirò Mozart durante la sua permanenza. Bisogna dire che Mozart venne almeno due volte qui a Schönbrunn e la prima quando aveva appena sei anni per suonare proprio di fronte all'imperatrice Maria Teresa d'Austria e lo fece proprio qui in questo salone degli specchi con le decorazioni in oro e lo stile rococon.
Gli specchi sono uno di fronte all'altro per dare l'illusione di un corridoio immaginario. In questa scenografia Mozart tenne il suo primo grande concerto e una volta terminato, come scrisse il padre orgoglioso, saltò in grembo a sua maesta abbracciandola e sbaciucchiandosela per Benino. La vera artefice di questo palazzo in effetti fu proprio Maria Teresa d'Austria e quando si entra nella grande galleria si percepisce chiaramente la grandiosità della vita corte sotto il suo regno. È lunga più di 40 metri e larga quasi 10 metri. dieci e ha tanti specchi posti proprio di fronte a grandi finestroni e questo certo per dare una maggiore luminosità alla sala, ma soprattutto per dare l'impressione che sia ancora più grande.
Abondano gli stucchi in bianco e oro e gli affreschi sul soffitto che mostrano la sovrana. Qui avvenivano i grandi balli, i grandi pranzi, i ricevimenti alla luce di pentoloni. Pensate 4.000 candele, immaginate i vestiti, gli ori, il lusso sfrenato. Questa sala è chiamata sala delle cerimonie perché qui avvenivano gli eventi più importanti per la famiglia imperiale, come per esempio i matrimoni, i battesimi e ci sono molti quadri alle pareti.
Tra l'altro uno rappresenta proprio Maria Teresa d'Austria. Non era una bella donna, ma era una donna con una tempra fortissima, pensate che ebbe 16 figli in appena 20 anni. Ma il quadro che ci interessa qui è un altro, è quello seguente, rappresenta la famiglia imperiale assieme alla corte. che assistono ad un'opera teatrale. Ci sono decine e decine di persone e sono tutti ritratti veri, di persone reali e si possono ammirare le acconciature, i gioielli, i vestiti.
Ma c'è un dettaglio che è straordinario. C'è un bambino, è Mozart. Ha appena sei anni ma è già considerato un enfant prodigy.
Lo si vede assieme al padre, Leopold, che era venuto con l'arcivescovo di Salisbury. E non è il solo quadro dove Mozart appare, ce ne sono almeno altri tre in questa sala e ogni volta è vestito come un piccolo adulto. In realtà a molte di queste cerimonie lui non partecipò affatto, ma venne dipinto per espresso volere delle cose che non era di lui. l'imperatrice, a testimonianza dell'affetto che aveva per lui e soprattutto dell'eccezionalità del personaggio e della sua età.
Tuttavia si aveva lo stesso status dei domestici, si dormiva nei loro settori, si mangiava sempre, si beveva insieme a loro, con la stessa uniforme, anche se ci si chiamava Mozart. Il fatto è che sul momento mi è toccato trovare un altro garzone di scuderia, capite? Eh già, perché Gustavo, da quando si è fatto male, l'hanno messo al mantice dell'organo del signor Haydn. Ah, Mozart, il signor Haydn, il nostro nuovo maestro di cappella.
No, andiamo, non vi farà concorrenza, ha il contratto soltanto per quest'anno. Babbo. Cosa? Non mi piace il vestito che portate. Quale vestito?
Questo qui. Ma quando si era famosi e con molto talento, cioè proprio come Mozart, si poteva avere la soddisfazione di essere ascoltati e applauditi in bellissimi teatri come questo che si trova proprio all'interno di Schönbrunn. Era il teatro privato degli Asburgo, il teatro barocco più antico di Vienna.
Fu voluto da Maria Teresa d'Austria e per generazioni qui si tennero gli spettacoli e i concerti più attesi dalla corte viennese. E nel 1786, a seguito di una precisa richiesta dell'imperatore che poi sedette proprio qui nel palco più importante del teatro, Wolfgang Amadeus Mozart salì su quel palcoscenico laggiù e incantò tutti con il suo estro e la sua abilità. Mozart si esibisce davanti a Luigi XV in questa splendida reggia, un magnifico complesso che Molière aveva definito un castello incantato, costruito per celebrare la grandezza dei reggiani. re di Francia.
È talmente grande che poteva ospitare diverse migliaia di persone, tra servi, dami di compagnia, paggi, cortigiani, soldati, maggiordomi, medici, oltre naturalmente al re. e alla sua famiglia. È appunto con Luigi XV che Versailles raggiunge il suo massimo splendore.
Si organizzano fastosi ricevimenti, tornei, appuntamenti mondani, ma anche piccoli concerti dei talenti d'epoca che si esibiscono per il diletto del re e dei suoi nobili ospiti. La ricompensa per questa esibizione fu una preziosa tabacchiera. A quel tempo infatti era di moda annusare tabacco, cioè con due dita si inseriva un po'di polvere di tabacco nelle larici e si aspirava.
La tabacchiera si era spesso trasformata in un oggetto prezioso, d'argento, anche d'oro, con delle gemme, con delle incisioni, degli smalti, eccetera. Quella che il re regalò a Mozart era d'oro ornata di diamanti, di grande pregio, ma anche poco utile per chi doveva trovare continuamente i soldi per l'esistenza quotidiana. Quindi questa preziosa tabacchiera... fu presto venduta dal padre per pagare i debiti.
I continui spostamenti per i concerti e per le esibizioni naturalmente comportavano viaggi lunghi e scomodi e una vita faticosa specialmente per un bambino. La sorella, di poco più grande, accompagnava sempre Amadeus e spesso eseguivano dei pezzi a quattro mani. Anche la sorella era un'enfant prodigio.
Babbo! Gli è già successo, non è niente. I nerfi!
Abbiamo una medicina a casa. Presto, una carrozza! Questi strani malesseri, dovuti forse anche alla fatica dei viaggi, creano allarme e sono forse anche il segnale di una salute fragile. Ho fatto un altro salasso ma il sangue è ancora infetto. Queste febbri cerebrali sono ribelli e bisogna avere la costituzione forte di un uomo per riuscire a cavarsela quando ci si ammala.
Non ci date una prescrizione? In Germania abbiamo... sì, ci sono delle poverizie...
Il piccolo Amadeus però si riprende presto e le tournee continuano. Intanto Mozart cresce, non si può rimanere per sempre un fan prodige e cresce anche la sua maturità musicale. Wolfgang? Vieni qui, vieni qui subito. Piccolo?
Adesso vedrai. Mettiti qua. 4 piedi e 6 pollici.
No, fa guardare me. 4 pollici. Ho detto 6. Già, ma dimentichi che porta i tacchi. Ma insomma, non vorrai mettere in dubbio quello che dico io? Sono 6?
No, 4. Nel Settecento, per ogni artista, arrivava un momento quasi obbligato, quello del viaggio in Italia. Perché? Chi vuol capire cos'è l'arte, deve andare nella terra dell'arte, scrisse Goethe.
E infatti l'Italia era in quel tempo il paese in cui ogni pittore, scultore, architetto o scrittore andava per conoscere e onorare i grandi del passato. passato. Il viaggio in Italia, insomma, rappresentava per l'intellettuale del 7-800 una sorta di specializzazione, un completamento della formazione culturale e della propria visione del mondo. Si trattava quindi di soggiorni molto lunghi e approfonditi, come quello di Goethe, che durò addirittura due anni, e dal quale scaturì un magnifico diario di viaggio di ben 600 pagine. Lo scrittore tedesco conobbe Roma, che dichiarò di amare moltissimo, ma anche Firenze, Venezia, Napoli e la Sicilia.
Standal poi fu letteralmente folgorato dalle bellezze italiane, tanto da definire il nostro paese il suo più grande amore. Lo scrittore francese, indiscusso progenitore del moderno turista colto, è stato anche il primo a descrivere lo sciocche estetico talvolta vissuto dal viaggiatore alla vista dell'opera d'arte, quel turbamento a tutti noto come sindrome di Standal. Tutti e quattro non era possibile, anche a me dispiace molto, è un lungo viaggio, in quattro sarebbe costato troppo.
In Italia si fa musica dappertutto e là i musicisti sono rispettati, sono stimati, amati, veramente. Avremo lavori su commissione, forse persino un'opera. Credete che sarà possibile? In Italia tutto è possibile. Come si viaggiava a quel tempo?
Beh, forse molto peggio e molto meglio di quanto si pensi. Vediamo come si viaggiava su una carrozza. Quanto vorreste per salire su una di queste bellissime carrozze che risalgono ai tempi di Mozart e partire per un bel viaggio?
Beh, a noi sembrerebbe un sogno, ma se sapessimo realmente come si viaggiava a quell'epoca, le cose cambierebbero molto. Infatti queste non sono delle carrozze da viaggio, ma da cerimonia, quindi venivano usate solo in pochissime occasioni, durante delle grandi cerimonie. sempre in tratti molto brevi, solitamente in città.
Per i viaggi lunghi invece si adottava un altro tipo di carrozza, una carrozza da viaggio, una diligenza come questa. Le ruote erano in legno con dei cerchioni in ferro, quindi qualsiasi buca o urto non veniva assorbito da questo tipo di ruota. queste ruote come per esempio fanno i nostri pneumatici di gomma, ma al contrario tutto veniva trasmesso in modo secco alla carrozza e per questo esisteva un sistema efficace, abbastanza complesso, di balestre di ferro unite a delle cinghie. Lo scopo era molto semplice, da una parte assorbivano questi urti, questi dissestamenti della strada e dall'altra tenevano tutta la cabina separata, isolata dal carro. La facevano in un certo senso galleggiare, ma questo voleva dire inevitabilmente che durante tutto il viaggio la cabina ondeggiava ed ondolava.
E dentro come si stava? Proviamo a scoprirlo. Per salire c'erano delle scalette che bisognava ogni volta tirare in un'altra direzione. E poi, una volta saliti a bordo, ci si sedeva uno di fronte all'altro, a volte quattro, a volte sei persone, ma niente sedili anatomici, questi erano semplicemente imbottiti con della paglia, quindi col passare del tempo diventavano lisi, sfondati, non doveva essere molto comodo. E quando faceva caldo, aprire le finestre voleva dire ricevere tutta la polvere addosso, perché si viaggiava su degli sterrati, quando c'era troppo sole si tiravano su delle ante, delle specie di...
di persiane ma voleva dire non avere più luce praticamente. Le carrozze da viaggio e le diligenze erano l'equivalente dei nostri treni, c'era una vera e propria rete che vi permetteva di andare un po'ovunque in Europa. Tendiamo a scordarlo ma i nostri bisnonni tutto sommato viaggiavano ancora un po'come degli antichi romani perché quello che colpisce è la nentezza dei viaggi.
Per andare da Roma a Milano ci volevano non le nostre sei ore ma parecchi giorni, a seconda delle stagioni e delle condizioni della strada. No, a pensare Per starci bene non era poi così bello viaggiare a quel tempo in carrozza e lo ha sottolineato lo stesso Mozart, scrivendo delle righe molto eloquenti a un amico. Questa carrozza mi faceva uscire l'anima, la sedia era come la pietra e non pensavo di poter portare il mio sedere fino a Monaco, un sedere diventato rosso come il fuoco.
Mozart ha un incontro importante a Bologna nel corso di questo viaggio con un teorico emozionale. e musicista di fama, padre Martini, un uomo che gli dice cose che gli rimarranno impreste per tutta la vita. Tu sei come il camaleonte, che prende il colore della stoffa su cui lo si poggia. Tu cerchi di piacere, è un modo di sentirsi sicuro, ma è anche la tua debolezza.
Ho ascoltato il tuo concerto dai pallavicini, è soltanto mondanità. Ma, reverendissimo padre maestro, vedete mio padre mi ha detto che... Figliolo, non ascoltare nessuno. Neppure mio padre?
Nessuno. E questo è un punto molto importante, non solo per Mozart, ma per qualunque artista, cioè la ricerca dell'arte oppure la ricerca del consenso. Noi oggi diremo la ricerca dell'audience, torneremo su questo punto. Tanto Mozart comincia a essere conosciuto non solo più come fenomeno da baraccone, è cresciuto sia fisicamente che musicalmente e comincia ad affrontare delle rappresentazioni molto più impegnative. La guerra sempre, però non va in pace, non va in apia, genio altero, perché tenda il mondo intero a imponare la libertà, il volando di libertà, di libertà.
Guardate! Il genio non ha bisogno di studio, è sufficiente che si mostri, che risplenda, che tuoni, mio piccolo Zeus, in ginocchio davanti a te. Mozart sta entrando sempre più nel mondo del teatro, dove i successi e gli insuccessi sono determinati dalla fluttuazione.
del pubblico e quindi dal giudizio che il pubblico dà della sua musica. Per chi deve dunque scrivere e comporre? Per se stesso o per il pubblico?
Deve scrivere per il proprio piacere o per riempire i teatri? Per suo padre non ci sono dubbi. Quello che la gente vuole adesso è la melodia. Su cento persone che ci ascoltano ce ne saranno dieci che capiscono quello che facciamo. Gli altri...
Gli altri sono asini, con lunghe orecchie. Ma sono queste orecchie lunghe che fanno il pubblico, sono queste orecchie che bisogna sollecitare. E per questo la tua musica deve essere piacevole. Piacere, Wolfgang, bisogna piacere, altrimenti si finisce in miseria. È questo che vuoi?
Beh, certamente no. Allora vieni, rientriamo. Professore Zaccagnini, aveva ragione il padre di Mozart a dire al giovane Mozart queste cose? Aveva ragione anche perché la situazione allora richiedeva un impegno, uno sforzo da parte del compositore di andare incontro a certe esigenze del pubblico. Il pubblico di massa, basti pensare al teatro, in cui il compositore, verso la met à del XVIII secolo, era sostanzialmente annichilito dalle esigenze dell'impresario, dai capricci delle prime donne e quindi quello che doveva scrivere sostanzialmente...
aveva dei margini molto ristretti. C'era già il problema dell'audience allora. Assolutamente. L'auditore era il botteggiatore.
Sì, soprattutto la parte dell'impresario che era quello che produceva lo spettacolo. Mozart per quanto riguarda le sue opere, fermo restando che non ritengo che ci siano delle opere minuscole di Mozart, in alcuni casi ha dovuto un po'cedere ai gusti locali. Quando per esempio andò a Parigi, scrisse delle opere, sinfonie, un concerto per flauto e arpa, diciamo che possiamo definire un po'in stile francese, che andassero appunto incontro. a gusti particolari però anche in questi casi c'era sempre lo zampino del grande come disse una volta non esiste un Mozart minore ma vediamo un po'Mozart oggi quanto ancora è quanto incassa, come va al botteghino Mozart Se Mozart fosse vivente, oggi sarebbe sicuramente l'autore più gettonato, come si suol dire, del mondo.
Non possiamo sapere i dati relativi ai suoi diritti veri perché... I diritti d'autore scadono 70 anni dopo la morte dell'autore, ma si può intuire la mole del suo lavoro e dei suoi proventi dalla vendita dei supporti, cioè dei cd, su 10 milioni di dischi. di musica classica il 10 per cento cioè un milione e di mozart addirittura superiore alla vendita di betone in italia inferiore di poco a giuseppe verdi ai popolari italiani solo in italia quindi mozart guadagnerebbe circa 2 milioni di euro e nel mondo supererebbe addirittura i guadagni dei più famosi gruppi pop e rock rock come i Beatles.
Mozart è anche l'autore straniero più presente sulle scene del teatro lirico italiano. Nel 2003, per esempio, le rappresentazioni delle sue opere, come Le nozze di Figaro, in testa alla classifica, e Don Giovanni, hanno superato quelle di autori nostrani come Bellini e Donizetti. Pensare che 200 anni fa moriva Mozart sepolto in una fossa comune, proprio perché gli mancavano i diritti d'autore.
L'ironia della sorte vuole che appena due anni dopo in Francia nascesse il riconoscimento del diritto d'autore, che è il sacro santo prodotto dell'intelligenza dell'uomo. Nel 1779 Mozart, dopo un lungo viaggio, ritorna a Salisburgo, dove aveva ottenuto un posto fisso presso l'arcivescovo assieme al padre. L'arcivescovo è un personaggio importante, ha una sua corte principesca e dà lustro alla propria immagine facendo lavorare presso di sé artisti e musicisti.
Mozart ha ormai 23 anni, ma non è cresciuto nel comportamento. È rimasto un ragazzo impertinente, sempre con la voglia di scherzare e fare sberlezzi. La disciplina gli pesa.
Inoltre ha poca stima per il pubblico che lo ascolta. A cominciare dallo stesso arcivescovo. Io piaccio, ed è questo che contano. Le orecchie ad asino sono contente. Ebbene, continuerò così, a scrivere le mie musichette per contesse.
E con grande piacere, sì, lo faccio. Faccio con immenso piacere. Padre, il Prince Parcevescovo non mi lascia... Non potete mai andare via, lo sapete bene.
Vi ha già rifiutato due tournée. Bisogna proprio che ve lo mettiate in testa. Il Gramofti non mi ama affatto.
E da lui non aspettiamoci niente di buono. È il prezzo da pagare per sopravvivere. La mano sinistra non va...
Lo stipendio bisogna guadagnarselo dando lezione a bambine senza talento e facendo salotto con la nobiltà. Signor Mozart, venite, il tè è pronto. Sì, arrivo. occasione di ripartire per un'altra tournée e qui succede un piccolo dramma. Il nuovo arcivescovo non è affatto d'accordo su questa richiesta e inoltre non tollera il comportamento del giovane Mozart.
Signor vice maestro di cappella, sapete che vostro figlio comincia a mandarmi in bestia? Lo trovo arrogante, indisciplinato. negligente nel suo servizio. L'ho nominato concertmeister per averlo a mia disposizione, per scrivere la musica come l'intendo io, non quelle cose alla maniera tedesca, che non mi piacciono.
Voi siete suo complice. Ma vostra grandezza... Che c'è ancora? La mia richiesta. Amadeus decide allora di dare le dimissioni, ma la sua lettera viene respinta e l'arcivescovo licenzia entrambi, lui e anche il padre.
Che cosa significa? Hai capito perfettamente, vuol dire che siamo stati messi alla porta! Non solo te, ma anch'io. Coloredo ci sbatte fuori tutti e due. Oh signore Dio!
Licenziati, mandati via, buttati per la strada! Ma padre, io... Tutto ciò che abbiamo costruito, tutto quello che ho messo in piedi in trent'anni, crollato in un attimo per colpa sua! Trent'anni!
Parola! fermi la schiena, a ingoiare, a patire per assicurare la vecchiaia a tua madre e a me, e ora tutto spazzato via, annullato, volevi la nostra morte, ebbene l'hai ottenuta, sei contento? Dove vai Leopold?
Dall'arcivescovo, a tentare di di salvare il salvabile, a gettarmi ai suoi piedi. Padre, ditegli tutto quello che volete, ma vi prego di grazia, non umiliatevi. Supplico vostra grandezza serenissima di volermi perdonare.
Vi terrò, ma vostro figlio è licenziato. La sua lettera era insolente. Al mio servizio, signor vice maestro di cappella, c'è una sola strada, o si obbedisce o si viene licenziati. Essere licenziati a quel tempo rappresentava un grosso problema. Non soltanto ci si trovava in mezzo a una strada, ma c'era poi molta difficoltà a trovare un nuovo lavoro senza referenze.
I musicisti di corte erano praticamente come dei dipendenti con lo stipendio ed erano equiparati al personale di servizio, un po'come i cuochi, i camerieri, i cocchieri. E vestivano la loro stessa divisa. Va detto comunque che i compositori italiani erano particolarmente ricercati, godevano di ottima fama tutta la musica italiana. italiana del resto era in quel momento un vero punto di riferimento l'italia aveva prodotto musicisti e compositori come paesiello piccini gli ommelli della musica italiana veniva apprezzata quel tempo soprattutto l'opera che consentiva di fare della musica un vero spettacolo tutte le notazioni in italiano andante allegretto allegro non troppo crescente crescendo, diminuendo, eccetera, diventarono di uso corrente in ogni lingua europea.
E ancora oggi gli spartiti utilizzano proprio queste varie notazioni italiane originali. Signor Mozart, i miei più rispettosi omaggi, signora Duchesse. Mio Dio, avete le dita gelate. Mozart dunque rompe con l'arcivescolo e parte per Manna e poi per Parigi. Ma questo viaggio non si rivela molto felice.
Anzi. Ecco il mio pianoforte. È carino, vero? È un regalo di mio suocero. Mancano due tasti al vostro pianoforte, signora Duchesse.
Lo so, ma con un talento come il vostro immagino che la cosa non abbia importanza. Immaginate che putiferio. Signor Mozart. Voi date lezioni alla mia giovane cugina Ginn?
Infatti, signora Duchessa. Devo andarci uscendo di qui. Portateli i saluti da parte mia.
Signore, ma insomma... Non signore la signorina, sono in campagna per una settimana. Ma come?
Avevo appuntamento per la lezione di composizione. Spiacente. Potevano avvertirmi perlomeno.
Non signore l'avrà dimenticato. Scusatemi. Sì?
Monsignore non ha lasciato il denaro per le mie lezioni? Ah, certo. Veramente, Monsignore non lo ha dimenticato. Tre Luigi. Come?
Ma, 24 lezioni fanno 7 Luigi. 7 Luigi, veramente? E'come se io non ci fossi, come se, come se non esistessi.
Come se fossi ancora l'enfant prodige, l'adorabile piccolo prodigio di sette anni Mozart, il divino piccolo Mozart. No madame, sono diventato adulto! Il compositore tedesco Wolfgang Amadeus Mozart.
C'è però un momento di entusiasmo in questo viaggio deludente. ed è la visita alla fabbrica di pianoforti Stein. Ha un bel suono, vero?
Ah, ma Stroestein, è incredibile! Quando penso a quei ferri vecchi di Salisburgo, oh mio Dio! Sembra che i miei strumenti vi piacciano.
signor Mozart. Come? Piacere? Ma piacere non è la parola esatta, sono dei gioielli, dei miracoli, dei violini, delle arpe celesti. Proprio in quegli anni stava avvenendo la rivoluzione del pianoforte, cioè si passava dal suono metallico del clavicembolo a uno strumento che permetteva di dosare l'intensità delle note e quindi permetteva possibilità musicali del tutto nuove.
A prima vista... Clavicembalo e pianoforte sembrano simili, la forma del mobile ad ala, la serie di corde disposte orizzontalmente come se si trattasse di un'arpa distesa, la tastiera con i tasti bianchi e neri. Eppure i due strumenti sono diversissimi, la loro musica inconfondibile. Il clavicembalo, strumento a tastiera a corde pizzicate, produce infatti sempre lo stesso suono cristallino e penetrante, poiché le corde vengono pizzicate ogni volta con la stessa intensità. intensità.
Proprio per questo motivo verso la fine del Settecento al clavicembalo fu preferito il piano forte nel quale le corde vengono percosse con forza maggiore o minore attraverso un sistema di martelletti collegati ai tasti. Il forte piano si situa tra i due ed è un piano forte complicato da congegni meccanici comandati manualmente o con ginocchiere e pedali. Anch'esso finì presto nel dimenticatoio, nei musei o nelle case di amatori e collezionisti, soprattutto perché i suoi martelletti rivestiti di pelle producevano un suono fiacco. Venne soppiantato dal suono robusto e modulabile del pianoforte, che rispondeva alla perfezione ai nuovi gusti musicali e alle esigenze di esecuzioni in grandi sale. Il ritorno di Mozart a Salisburgo dopo l'infelice soggiorno a Parigi e a Mannheim, durante il quale è anche morta la madre per un'infezione da tifo, non ha portato i frutti sperati.
Ritrova il padre che nel frattempo si è indebitato per finanziare questo viaggio. Tu sei partito con 300 fiorini che ho preso in prestito da Hagenauer, più 200 fiorini per coprire le tue scappatelle di Mannheim. Ma padre io... Sta zitto, ho fatto fronte alle tue spese di Parigi.
con una lettera di cambio di 110 fiorini, più 8 Luigi d'Oro, e cioè 88 fiorini, più, il mese scorso, 165 fiorini. 165 fiorini il mese scorso? I 15 Luigi d'Oro al corso del cambio, che hai preso in prestito dal signor Grimm, mi ha scritto chiedendommene la restituzione.
Immaginavi che te li avrebbe regalati per caso. E così, dopo 14 mesi di assalto, tu riporti 165 fiorini e 12 kreutzer. Insomma, per permetterti di correre dietro alle tue chimere, mi sono indebitato per 863 fiorini.
Non voglio morire lasciando solo debiti. E tua sorella nella miseria, per colpa tua è senza dote. Fortunatamente, l'arcivescovo è disposto a perdonarti. L'arcivescovo?
No, mai! Ora basta! Ora basta! A quei tempi per una ragazza rimanere senza dote era un grosso guaio.
Infatti Nannerle finirà per sposare un uomo di 50 anni con 5 figli. Per resto per lei essere la sorella di un genio... era stata un'esperienza molto frustrante. Sulla scena infatti gli apparsi erano sempre per il fratellino, tutte le attenzioni e gli elogi erano sempre per lui e ora anche la dote era andata in fumo, senza possibilità di recuperarla dal momento che Amadeus sarebbe sempre vissuto in mezzo ai debiti. E'a questo punto che Amadeus incontra quella che sarà la sua prima volta.
donna della sua vita. È la figlia del copista che trascriveva le sue partiture. Costanza.
Siete voi che vi occupate del cucito qui? Per forza. La mamma ha potuto accasare Aloisia perché aveva una bella voce. Io non canto bene, poi non sono carina.
Se mi permettete, non sono affatto di questo parere. Dite davvero. Costanza, lo abbiamo sentito, diceva di non ritenersi carina.
Ecco un suo vero ritratto che ci dà un'idea di com'era nella realtà. Ma com'era Wolfgang Amadeus Mozart fisicamente? Finora l'abbiamo visto. visto nello sceneggiato interpretato da un attore. Il regista è forse stato un po'generoso con lui, ecco infatti la descrizione che ne hanno fatto coloro che l'hanno conosciuto personalmente.
Molto basso, con una testa grossa, con un'altra testa grossa, con un'altra grossa su un corpo esile, un volto dal colorito giallastro butterato dal vaiolo, era miope, aveva occhi azzurri piuttosto sporgenti, una folta chioma e un naso robusto. Un'altra caratteristica erano le mani grassottelle e questo va un po'contro l'immagine romantica del grande pianista con le dita lunghe e affusolate. Sembra che in realtà...
quasi tutti i grandi pianisti abbiano avuto mani grassottelle con palme larghe e una grande apertura tra il pollice e l'indice. Mozart non era soltanto un grande compositore, ma anche un grande pianista, la sua tecnica era fortissima, aveva ben pochi rivali, soprattutto quando improvvisava. Con Costanza comincia una relazione che avrà nel corso degli anni dei momenti molto tempestosi. I problemi del resto iniziano a risolvere. si hanno subito perché i due innamorati vanno a vivere insieme senza essere sposati.
A quel tempo era una cosa che non si faceva. La signora Weber, l'eccellente signora Weber, vi ha trattato come se foste un figlio suo e voi ne avete approfittato per corrompere, per sedurre sua figlia. La carne della sua carne, un fiore d'innocenza, una minorenne. Potremmo adire alle vie legali.
Miserabile, non soltanto l'avete disonorata, ma l'avete compromessa dappertutto. In teatro, al prato. Questo mi dà il diritto di domandarvi quali sono le vostre intenzioni Quali sono le mie intenzioni, signor Torbart?
Beh, le mie intenzioni... Io ho per la signorina Costanza la più grande stima C'erano forse altri mezzi per dimostrargliela E anche il più grande affetto, credete? Questi, signore, sono discorsi che impegnano Se siete uomo d'onore, e io lo credo, anzi direi che ne sono sicuro, spero che non vi rifiuterete di metterli per iscritto.
Ecco, firmate semplicemente questo. Con la presente, io mi impegno a sposare la signorina Costanza Weber, entro un pezzo di tempo, e poi vi farò vedere. periodo di tre anni.
Se dovessi cambiare opinione, la vedova signora Weber riceverà da parte mia una pensione di 300 fiorini l'anno. 300? Avete disonorato la ragazza, dovete riparare. Che cosa state complottando? Ma io non ho bisogno di contratti per fidarmi del signor Mozart.
Se vuole sposarmi, voglio che lo faccia liberamente. È in questo periodo a Vienna che Mozart incontra Antonio Salieri, musicista italiano e maestro compositore a corte dell'imperatore. Sui rapporti tra Mozart e Salieri sono state fatte tante illazioni, sono nate anche alcune leggende.
Come dicevamo all'inizio, ne è nato persino un famoso film vincitore di ben otto premi Oscar, Amadeus. L'autore del film, Milos Forman, immagina che Salieri, invidioso, di Mozart e del suo genio, lo ostacoli in tutti i modi e cerchi alla fine addirittura di impadronirsi di un suo requiem, travestendosi da misterioso committente per poi presentarlo come proprio. Non ci sono riscontri di una vicenda del genere.
Salieri era un personaggio con ogni probabilità assai diverso da quello rappresentato nel film Amadeus, anche se è verosimile che vi fosse rivalità nei confronti di un giovane molto dotato che poteva... diventare un temibile concorrente. Sono venuto a commissionarle un lavoro.
Che lavoro? Una messa da morto. Riprenderemo questo discorso nell'ultima parte del programma, proprio a proposito del Requiem e del suo misterioso committente.
Quello che invece è molto probabile è che Mozart incontri... entrando Salieri abbia discusso con lui dell'uso della lingua italiana nell'opera. Insomma Salieri, voi che siete un grande musicista, vi verrebbe mai in mente di comporre un'opera su un libretto scritto in tedesco, come vuol fare Mozart? Insomma, non ha senso. L'opera può essere cantata solo in italiano.
Con il suo ratto dal serraglio il vostro Mozart... Ecco, perdonatemi l'espressione, il vostro Mozart ci sbatterà il grugno. Oh, ecco l'autore del libretto. Almeno è un'idea nuova, no? Rosenberg?
Se dopo secoli è ancora nuova, vuol dire che non è buona. Permettete? Prego.
E'un'idea patriottica signori, un'idea progressista. Va detto che Mozart parlava abbastanza bene l'italiano, lo aveva praticato nei suoi vari soggiorni in Italia, così come aveva imparato il francese e anche un po'di latino. Comunque che l'opera fosse in tedesco o in italiano poco importava. L'importante era che il pubblico venisse a vederla, perché in quel momento Mozart aveva un assoluto bisogno di un successo popolare. È incredibile.
900 fiorini a tre giorni dal concerto, non si era mai visto. Sapete quanto hanno fatto Fischer e Richter la settimana scorsa? Appena 400. E sono in due.
E guardate la lista. Il principe Auresberg, il principe Lobrovitz, il principe di Liechtenstein, gli esterasi al gran completo. Date qua.
Il principe von Auersperg, von Auersperg, von Auersperg, è il principe di Lichtenstein, di Lichtenstein, di Lichtenstein. C'è perfino l'imperatore. Von Trattner, Lady.
Io e mia moglie siamo venuti a prenotare per il concerto di Mozart. Ma benissimo, scrivete. E anche la Contessa Blackstein-Brocki. Signora Contessa, onoratissimo.
State a sentire. Ogni qualvolta io compongo, faccio due parti distinte Con la M minuscola la musica che possono capire tutti Tanto il cocchiere che la contessa Blechstein-Brocki Non credo che ce la farò ad aspettare il giorno del concerto Con la M maiuscola, la musica per gli intenditori, quella che amate voi, quella che amo io Se mi limitassi a quella con la minuscola, mi vergognerei di me stesso E smetterei di scrivere E solo con la maiuscola, beh, credo che finirei col dormire sotto i ponti Insomma, con la minuscola e la maiuscola insieme, si ha il successo e perde più la stima. Oggi noi la musica possiamo ascoltarla direttamente alla radio o riascoltarla con i dischi, o magari suonarla, comperando uno spartito. A quel tempo non esistevano né dischi né la radio. Questo vuol dire che non si aveva l'occasione come oggi di sentire uno spartito.
stesso brano a volontà. Le occasioni erano poche, bisognava ricordare le musiche ascoltate. Mozart aveva una memoria musicale straordinaria. Una volta trascrisse a memoria, perché era vietata la diffusione fuori dal Vaticano, il miserere di Allegri, ascoltato una sola volta nella Cappella Sistina. Solo per certi brani di successo esistevano delle copie stampate a partire da incisioni su rame.
rame, solitamente destinati alle signorine di buona famiglia. Il compositore riceveva una piccola percentuale sulle vendite. Al museo Bodoni di Parma sono conservate ancora oggi alcune matrici e punzoni in rame dei caratteri musicali dell'epoca di Mozart.
Per Bodoni la tipografia era un'arte. e stampare la musica quasi una forma di pittura. Bodoni si era molto interessato ai caratteri musicali che arricchivano la gamma dei suoi caratteri il Testino, il Garamone, il Silvio o la Palestina. La vedova di Bodoni scrive nella sua prefazione al manuale tipografico pubblicato postumo incise i caratteri musicali superando le grandi difficoltà che si incontrano nell'intaglio. Due sorti ne offrì al pubblico, una in cui si stampano prima le linee e di poi in una seconda tiratura le note, l'altra in cui le note e le linee si imprimono in un sol colpo.
Questa seconda tecnica è molto più complicata. I tratti perpendicolari. orizzontali e obliqui si devono incontrare esattamente e produrre un tutto perfetto.
Il museo Bodoni è l'unico museo al mondo che conserva punzoni e matrici di uno stesso stampatore. Vediamo qui l'esempio di un carattere musicale di Bodoni, una chiave di violino. I caratteri bodoniani continuano ad essere impiegati, in parte modificati, nella moderna grafica. Sono praticamente gli stessi disegnati nel 1781, l'epoca di Mozart. Molti grandi musicisti vissero all'epoca di Mozart.
I musicisti all'epoca non avevano molte occasioni di incontrarsi, ma Mozart ne conobbe comunque alcuni. Anzitutto Franz Josef Haydn. I due compositori furono molto amici, suonando spesso insieme a casa di conoscenti comuni. Mozart conobbe anche Muzio Clemente. col quale diede vita a un celebre duello musicale sfidandolo al pianoforte.
Paisiello fu in assoluto il musicista italiano che Mozart conosceva meglio. Per le sue opere Mozart trova a un certo punto un librettista d'ingegno. genio Lorenzo da Ponte, un veneto che si chiama in realtà Emanuele Conegliano. E a questo punto entra Cherubino.
Che c'è? No, va tutto troppo in fretta. Troppo in fretta? Sì, è troppo precipitato.
Perché? Perché Figaro è geloso. È un prete scappato dal suo paese a causa di uno scandalo e è diventato poeta di corte a Vienna per l'opera di Ciccio. Un uomo con una vita avventurosa che finirà a New York dove sarà il primo insegnante di italiano alla Columbia University.
Con Mozart sta discutendo della riduzione a libretto d'opera delle Nozze di Figaro di Beaumarchais. Susanna ebocca il suo amore, vieni non aspettare. Sì, ma in quel momento...
Sì, insomma, qualcosa del genere, ecco. Avete finito? Vi porto una grande notizia. Sì? L'opera...
che doveva essere messa in scena per l'inaugurazione, è stata ad un tratto ritirata. È una magnifica occasione, ma bisogna far presto. Salieri ha finito la sua nuova opera e ha già domandato un'udienza all'imperatore. Mi sono informato.
L'udienza di Salieri e Sarti avrà luogo fra una settimana, ma io ve ne faccio tenere una per dopo domani. Ma diavolo, potremmo mai fare in tempo? Va bene, anche meglio.
Voi darete quindi all'imperatore la gradevolissima impressione che sia lui a commissionarla. Dunque c'è in vista un incontro con l'imperatore d'Austria, Giuseppe II. L'imperatore è un amante della musica, è lui stesso un musicista dilettante. Si tratta... È stata di un incontro molto importante perché c'è in giro aria di censura.
Il soggetto dell'opera non piace per niente. È la storia di un nobile beffato da un paio di plebei dal cervello fino. La commedia originale di Beaumarchais conteneva già semi rivoluzionari e c'era corte preoccupazione per i fermenti libertari che stavano percorrendo in quel momento l'Europa. Si era alla vigilia.
della rivoluzione francese e proprio la figlia dell'imperatore d'Austria, Maria Antonietta, avrebbe tra l'altro pagato con la testa, diria poco, le conseguenze di questo radicale rivolgimento politico. La censura quindi si era inasprita. Signor Daponte, mi sorprendete?
Voi sapete bene che io ho proibito questa commedia? Vostra maestà mi permetterà, molto umilmente, di insistere su questo punto. Io non sto parlando della cosa... commedia, io parlo dell'opera.
Non riesco ad afferrare la differenza. È fondamentale. Il soggetto sarà lo stesso.
Oh, il soggetto, il soggetto è un parolone, diciamo un punto di partenza, tutt'al più diciamo uno spunto. Togliamo le spine e resta la rosa. E poi c'è la musica, con la musica la parola perde il suo potere allusivo, l'aggressività scompare. Perché vostra maestà possa giudicare, abbiamo proceduto a qualche...
Saggio, qualche... qualche campione, ecco, campione Bravo Mozart, bravo, avete superato voi stesso. Signor Daponte, per il testo ho fiducia in voi e amerei non dovermene pentire.
Appena la partitura sarà terminata, farete iniziare le prove. E se ho ben capito, non manca molto. 35 anni, grande ammiratore del musicista, fu uomo deciso e sovrano riformatore. Educato ai principi dell'illuminismo francese, promulgò un editto di tolleranza destinato a porre fine all'esodo di protestanti e ortodossi fino ad allora perseguitati. Introdusse un'organizzazione amministrativa e burocratica uniforme e fortemente centralizzata, riuscendo così a mantenere la coesione tra le diverse etnie che componevano l'impero austro-ungarico.
Ma soprattutto stabilì l'uguaglianza fra le classi sociali e mitigò le pene carcerarie, sopprimendo la tortura e la pena di morte. Uomo di cultura fine e di ampie vedute, abolì la servitù della gleba e favorì l'espansione economica dell'impero, incoraggiando l'agricoltura, l'industria e il commercio. C'è un piccolo paradosso. Mozart doveva frequentare per il suo lavoro principi, re e imperatori. Eppure, essendo povero, si doveva vestire da ricco, doveva indossare degli abiti costosi e anche delle parrucche all'ultima moda.
Eccoci! come ci si vestiva a quel tempo nelle corti europee. Erano abiti molto preziosi che richiedevano lunghe lavorazioni a mano molto accurate. Qui dalle maniche pendevano dei pizzi destinati poi molto spesso a nascondere delle deformazioni delle articolazioni delle dita dovute a un eccesso di acidi purici.
A quel tempo si mangiava troppa selvaggina, c'era molta gotta in giro. Questo è invece un abito originale del Settecento di un gentiluomo e si rimane veramente colpiti dalla finezza, dalla qualità delle decorazioni tutte ricamate a mano. Questi due invece erano due abiti che sono stati utilizzati durante la lavorazione del film Amadeus. Ricordate la scena in cui Costanza e Mozart si rincorrono e finiscono sotto un tavolo? Questo era l'abito.
Anche quest'altro abito è stato utilizzato per varie scene del film, in particolare per la scena in cui Costanza si spoglia. Quindi è una occasione per capire anche cosa c'era sotto, cosa dava questa... linea svasata all'abito.
Ebbene, guardando sotto si trova una specie di cestello fatto con delle canne di bambù tenute insieme da dei nastri. Naturalmente rimane un problema con tutte queste cose. queste gonne e sottogonne.
Come si faceva a quel tempo a fare quelle cosine là? Non piangrai, parfallone amoroso, notte e giorno intorno girando, delle belle pur d'alba e di fuso, andarci se tu ad un giro d'amore. Le nozze di Figaro vanno finalmente in scena e lo spettacolo è un successo. Mozart in quel periodo è in piena attività creativa e anche attratto dagli ideali umanitari e di fratellanza della massoneria di cui entra a far parte e compone un'opera di ispirazione massonica, il flauto magico, che ottiene un grande successo.
Ah padre, è troppo bello E'arrivato tutto lo stesso giorno, il triunfo della mia opera, il mio compleanno e il carnevale Tutti gli dei mi hanno dato appuntamento Non bere troppo Ah ma è festa padre, è festa Ma paghi tu. Il principe mi ha pagato bene, state tranquilli. Posso permettermelo, posso permettermelo. Pozzar, pozzar.
Sì, sì, vengo. Pozzar, pozzar. Nella gestione economica ci sono alti e bassi, soprattutto bassi. Costanza non gli è molto d'aiuto perché lei stessa non è una buona amministratrice.
La loro è una vita sregolata dove i momenti di euforia si alternano alle preoccupazioni per i debiti. Il problema di fondo è sempre... sempre lo stesso Non basta fare della bella musica, bisogna che il pubblico venga a teatro e che paghi il biglietto. A quell'epoca non esistevano sovvenzioni statali, era l'impresario che si assumeva il rischio e se il pubblico non veniva era un disastro.
In un caso vi furono pensate soltanto 17 prenotazioni, in un altro addirittura una sola prenotazione. Solo 17 prenotazioni. Cosa rimproverano ai miei quartetti, questi viennesi, eh? Dite. I più gentili dicono che c'erano errori di stampa e gli altri che non erano di loro gusto.
Se volete la mia opinione è una musica troppo complicata per la gente di qui. Mozart e Costanza hanno intanto avuto una bambina, Teresa. Un amico ha loro prestato una casa di campagna perché la piccola sta male e ha bisogno di aria buona, ma anche qui sono perseguitati dai creditori.
Volkan! Cosa c'è? Il proprietario! Eh?
Il proprietario! Quale proprietario? Ne avete tanti che bisognerebbe dargli un numero.
E'quello dell'ultimo appartamento. Vuole i suoi 250 fiorini e sembra di cattivo umore. Ehm, degli... No, niente da fare, io non gli parlo.
Beh, baci tu, ti prego. No. Ma io posso essere molto sgradevole, su, su.
250 fiorini! E io che credevo che i musicisti fossero persone bestie. Ladri siete, ladri!
La piccola Teresa poco dopo muore. Già l'anno prima era morto un altro figlio piccolo. La sfortuna si accanisce. Dei quattro figli che Amadeus e Costanza avranno insieme, uno solo sopravviverà.
Ho fatto quel che ho potuto La mortalità infantile a quel tempo colpiva impietosamente Morivano anche molte madri di parto Alla fine del Settecento la medicina poteva fare ben poco per combattere malattie e infezioni Le morti bianche erano un'esperienza comune C'è una cosa interessante nel modo di comporre di Mozart e che non si coglie semplicemente ascoltando la sua musica, e cioè la perfezione della scrittura. Scriveva di getto, praticamente senza correzione. Qui abbiamo...
alcuni manoscritti di Beethoven e di Donizetti e si vedono varie correzioni. In alcuni casi la scrittura è tormentata con rifacimenti, con correzioni. Gli spartiti di Mozart invece nascevano perfetti.
La musica era già tutta nella sua mente e la mano non faceva altro che trascriverla sulla canva. A Salisburgo, nella seconda casa abitata da Mozart, è conservata la più ricca collezione di suoi documenti originali. Questi documenti sono custoditi in un locale blindato sotterraneo, protetti da una porta d'acciaio simile a quella di un cavò.
La signora Jeffrey, che gestisce questo piccolo tesoro, ci accompagna in un locale dove l'aria è tenuta. costantemente a 16 gradi con 60 per cento di umidità qui sono conservate alcune delle cose più interessanti signora geffret in realtà poi voi avete tantissimi documenti quanti qua Qui abbiamo circa 600 lettere di Mozart, della famiglia Mozart e circa 100 pezzi di musica. Quindi un valore inestimabile.
Un valore inestimabile, sì. Siamo molto felici che una televisione venga per la prima volta a filmare questi tesori inestimabili. Ma nessuno è venuto qui.
Grazie signora. Allora io cercherò di spiegare i nostri spettatori. quello che lei mi ha raccontato su questi documenti. Ecco, qui vediamo per esempio le prime cose scritte da Mozart.
Questa è una sua composizione scritta quando aveva otto anni. In realtà il piccolo Amadeus componeva già molto tempo prima. Queste pagine sono state scritte quando aveva sette anni, ma sono state trascritte dal padre. Questa invece è una pagina da lui scritta all'età di 11 anni. Qui c'è un altro documento molto interessante, è l'unica pagina rimasta della famosa Marcia alla Turca, è la sequenza finale.
Qui vediamo invece alcuni fogli che mostrano, come dicevamo, la perfezione della scrittura di Mozart. Non c'è una correzione, tutto è scritto di getto. E qualcuno ha calcolato in proposito che se non avesse avuto questa scrittura così immediata...
non avrebbe fatto in tempo nei suoi 36 anni di vita a scrivere tutto quello che ha scritto. Oggi le sue partiture, le sue opere messe una sopra l'altra superano i due metri e mezzo d'altezza. più di questo soffitto.
Ma qui c'è un'altra cosa interessante. È il frammento di una composizione di Mozart riapparsa solo qualche anno fa. La possedeva un anonimo collezionista americano ed è stata venduta all'asta da Christie a Londra nel 1996 per l'equivalente di 180 milioni di lire.
In queste vetrine ci sono alcune curiosità del Mozart personaggio, anche alcune cose scherzose come era nel suo temperamento. Per esempio in questa lettera la sorella si è divertito a scrivere la data e il suo nome al contrario. Se la si ricompone si può leggere addio Wolfgang Mozart. In quest'altra c'è una frase beffarda in italiano riferita a una duchessa che proprio non sapeva danzare. Se fate l'amore come ballate, povero duca.
Ultimo documento, una lettera a un amico per chiedergli che cosa ha fatto. cosa, ma dei soldi naturalmente. La sua vita è stata segnata da debiti, da padroni di casa che reclamavano l'affitto, da conti da pagare. Per sua fortuna Mozart, come dicevamo, era anche molto rapido nel comporre. e riusciva a far fronte a impegni di lavoro incredibili, come quella volta che gli fu ordinata un'opera, La Clemenza di Tito, il 16 agosto per andare in scena tre settimane dopo, il 6 settembre.
Una facilità che andava di pari passo con il suo carattere giocoso, ma anche irriverente, cosa che gli procurò non pochi nemici. Questo Hassler ha il talento di una salsiccia e pretende di essere allievo di un allievo di Bach il povero Bach si rivolterà nella tomba e qui a Dresda va bene questo il principe elettore fortunatamente è stato gentile ieri sera quanto gentile? una tabacchiera con 200 ducati, gli affari si mettono bene Siete preoccupate per lui?
E'un genio Si, quando suona Ma dentro una carrozza vi assicuro è davvero insopportabile Sempre ad agitarsi, a gesticolare Voi capite durante i viaggi non avrete mai visto un'altra l'abitudine di scarzare con i valetrenieri il settecento fu un periodo straordinario non solo per la musica con una schiera di compositori ma anche per gli strumenti a quell'epoca i grandi liutai costruivano dei dei capolavori di inestimabile valore e alcuni di questi strumenti sono giunti sino a noi. Questo è il Museo Stradivariano di Cremona che raccoglie molti violini d'epoca di amati Stradivari e Guarneri. Quello che il conservatore Andrea Mosconi sta ora suonando è uno Stradivari del 1715. E qui sono conservati molti oggetti legati alla straordinaria liuteria del tempo, come queste sagome che servivano per modellare i violini.
Una di queste porta ben evidente la firma di Stradivari. Ed eccolo qua, rappresentato in un famoso quadro, mentre crea strumenti nel storo. Le fasce laterali invece vengono ottenute piegando a caldo dei listelli molto sottili.
Nella fase finale c'è una pena e un'asticella che serve da un lato a rinforzare il piano armonico ma soprattutto a trasmettere le vibrazioni lungo il violino. Le due parti sono collegate tra loro da un'altra piccola asticella chiamata anima che serve a trasmettere invece le vibrazioni verticalmente tra il piano armonico e il fondo. Il manico viene lavorato a parte, come pure il ponticello che deve essere inserito in un punto particolare.
Signori, sua maestà l'imperatore Giuseppe II è morto. Mozart, che ha molto guadagnato ma anche molto scialacquato, è di nuovo al verde e pieno di debiti. Ho freddo.
Il fuoco è spento, ci vorrebbe della legna. Non ce n'è più. Beh, allora vado a prenderla. Con quali soldi? I bottegai non ci fanno più credita.
Ma a un certo punto riceve una visita inattesa. Shikanator? Ah, in persona.
La situazione non è brillante, vero? Neanche la mia. E se ne uscissimo tutti e due? Ascoltate Mozart, le mie ultime tre opere non hanno funzionato ma io so il perché.
Devo mirare più in alto, più in alto. Mi ci vuole uno spettacolo che sia un avvenimento sensazionale. Ebbene questo... Siete voi nel mio teatro. Mozart in un teatro privato.
Eccola provata. Sì, avete il denaro? Abbastanza per darvi un anticipo. No, non parlavo di questo.
Ma del denaro per montare un vero spettacolo su una vera scena. Il mio teatro ha un'attrezzatura straordinaria. Ci sono macchine, ci sono botole.
Dovreste vederle le mie botole. Gli attori entrano e escono e nessuno capisce come. E'praticabile, alti come il boccascena.
Io posso fare di tutto. All'epoca di Mozart il teatro era qualcosa di ben diverso da quello che oggi. La buca dell'orchestra non esisteva, i musicisti prendevano posto qui in platea, insieme alle classi povere che spesso dovevano affrontare delle resse per entrare.
che non disponevano di poltrone ma soltanto di semplici panche. Invece nei palchi si accomodavano i nobili, i quali si dividevano i posti in base a degli accordi prestabiliti. la rappresentazione chiacchieravano, fumavano, facevano anche incontri galanti e consumavano pasti completi lasciando a volte cadere i resti del cibo sulla testa dei spettatori in platea. Il teatro veniva illuminato con candele e lumi a petrolio posizionati in blussuosi lampadari che a volte si facevano calare dal soffitto e per realizzare dei rudimenti elementali effetti speciali sulla scena, per esempio un sole che sorge o per fissare una luce su un punto particolare della rappresentazione si usavano dei fuochi veri, naturalmente con un pericolo di incendio, tanto che una parte del personale del teatro era attrezzata con dei recipienti pieni d'acqua per intervenire in caso di bisogno. Cosa fai qui?
Wolfgang? In piena notte? Che cosa...
Mozart, malgrado tanto lavoro e tanti successi, è ancora molto giovane, ha solo 35 anni, ma è arrivato quasi alla fine dei suoi giorni. Un male si è impadronito di lui, non si capisce bene cosa sia. Lui stesso descrive i suoi sintomi.
Costanza non sto bene. Non so cos'è ma... Ho come una specie di vuoto qui in mezzo al petto.
Mi fa male continuamente. Giorno e notte sale, mi prende la gola, non so cos'è. Non riesco più a lavorare. È più forte di me.
Si inserisce a questo punto un episodio famoso e mai ben chiarito, un misterioso personaggio vestito di nero che gli offre una somma considerevole perché gli scriva una messa da Requiem. Che cos'è? Ho visto la morte, Costanza.
Cosa? Il messaggero della morte. Al pater. Un uomo in nero. Mi ha ordinato un requiem.
E'un attacco di pazzia, un'allucinazione! E va bene, se è un attacco di pazzia, bisogna lasciare che passi. Il medico ha detto che è stanco, che non bisogna contrariare. Ah, bene, allora... E io che fine faccio in questa storia?
Se il mio teatro chiude io vado fallito. Wolfgang dice che l'uomo... Ma quale uomo in nero?
Ancora ci credete? L'uomo in nero non esiste! Io ne vedo altri di uomini in nero che si profilano all'orizzonte. Sì, gli ufficiali giudiziali!
Sono in casa del signor Mozart? Sì. Lui c'è?
No, ma io sono sua moglie. Sono venuto a portare al signor Mozart l'anticipo che abbiamo stabilito per... per quella requiem. Ecco.
Vogliate dirgli da parte mia che lavori con suo comodo. Non c'è fretta, può prendersi tutto il tempo di cui ha bisogno. Buonasera signora, buonasera signore. Ma chi era questo personaggio?
Uno sconosciuto che voleva dedicare un requiem a una persona cara scomparsa o magari a se stesso per i propri futuri funerali coinvolgendo un celebre compositore? dà molto importanza alla cosa, anche perché è molto preso da altri lavori che devono finire in gran fretta. Ma malgrado sia uno sforzo estenuante, viste le sue condizioni di salute, accetta anche questa commissione.
per far fronte ai suoi detti. Mi guardi come se io non esistessi nemmeno. E voi?
Voi mi discutete ogni virgola del flauto magico. E'per lui che volete abbandonarmi, vero? Mozart, Mozart, lo dico per il vostro bene. Rifiutate.
Impossibile, ho già detto di sì. Avete accettato? Sì. Il flauto magico va in scena L'impresario è felice per il successo Un bicchiere di vino per il signor Mozart Allora, va sempre bene in teatro?
Ah, sì, sì, sì La sala è piena tutte le sere Tutti ne parlano, è l'avvenimento dell'anno Avete superato i brutti momenti. Non so cosa ho questa sera, non mi sento bene. Diner, avvicinatevi, vi prego.
Prendete, Diner, il mio bicchiere. Brindate alla mia salute, Diner. E'il tuo amore Le cause della morte non sono mai state chiarite, forse una malattia renale, secondo altri invece una febbre infettiva o addirittura un avvelenamento. Sono gli ultimi momenti di vita di Mozart. Nel famoso film Amadeus, il regista Milos Forman come dicevamo prima, formula un'ipotesi fantasiosa, ma che ha una sua notevole forza narrativa, e cioè che il misterioso personaggio che è venuto a chiedergli un requiem, altri non sia, che è un personaggio che ha un'ipotesi fantasiosa, ma che ha una sua notevole forza narrativa, e cioè che il misterioso personaggio che è venuto a chiedergli un requiem, altri non sia, e Salieri, il compositore italiano alla corte di Vienna, invidioso del suo talento.
Salieri aveva fatto di tutto per intracciarlo, per impedire la sua carriera a corte, e ora aveva messo in moto una macchinazione diabolica, cioè carpirgli una composizione per poi presentarla come sua. Nel film di Foreman è proprio Salieri che porta a casa Mozart quando si sente male e negli ultimi momenti di vita si fa dettare quella parte del requiem ancora incompiuta. Ecco quei momenti molto forti e drammatici.
Adesso trombe e timpani, trombe in re. No, no. Che sentire? No, non capisco. Trombe in re, due la in ottava, al primo e al terzo quarto.
No, si vanno con l'armonia Si, si, si E'un'ipotesi avvincente Percato che non sia vera, non c'è infatti alcuna prova di una tale macchinazione di salieri, anzi c'è la prova del contrario. Professor Zaccagnini, oggi si sa chi era questo misterioso committente? Sì, senza un po'di dubbio, era il conte Franz Fallang.
von Walzeg, il quale commissionò a Mozart questo requiem per poterlo spacciare per suo e dirigerlo in occasione del primo anniversario della morte della moglie, cosa che avvenne puntualmente. Il conte mandò un suo uomo di fiducia, Ignaz Leutgheb, a casa di Mozart, il quale consegnò 225 gulden come anticipo, altrettanti ne avrebbe dati alla consegna della partitura. E Mozart sapeva che poi sarebbe stato firmato da un altro? Sì, lo sapeva senz'altro, il prezzo si contemplava anche.
Anche il silenzio. Questo requiem era incompiuto e quindi fu completato poi da un allievo, un amico di Mozart, Schussmayr. Sì, Frank Saver Schussmayr, allievo di Mozart, amico forse più della moglie di Mozart, di Costanza.
Nel senso, per esempio, che nel luglio del 91, cioè di quell'anno, Costanza ha detto alla luce il sesto figlio, al quale fu imposto il nome Frank Saver, appunto come quello di Schussmayr. E gli studiò se ne accettavano. accertato che al momento del concepimento, settimana prima, settimana dopo, Mozart non stava con costanza. D'altra parte anche Mozart aveva altre relazioni che secondo alcuni possono avergli provocato il corso di guerra, forse un avvelenamento, è una delle ipotesi.
È una delle ipotesi, infatti, che Mozart sia morto per avvelenamento, ha procurato da un marito tradito che non era gradito l'alieson della morte. moglie con Mozart. Diciamo che quest'ultima fase del rapporto tra Mozart e Costanza è stato certamente molto tormentato, ma soprattutto Costanza non si è dimostrata molto affettuosa nei suoi confronti in quest'ultimo momento.
Né negli ultimi mesi, né si è dimostrata una vedova inconsolabile dopo, nel senso che si sa che ruppe la maschera funebre di Mozart e peraltro commentando era veramente brutta e nemmeno degnandosi di andare al cimitero e porre una croce sul luogo dove Mozart è stato. Mozart era stato sepolto. Quindi è proprio per questo che noi non sappiamo dove Mozart è.
Anche per sua vita, sì. Mozart muore il 5 dicembre del 1791, a soli 36 anni. Viene sepolto. in una fossa comune assieme ai poveri. A casa, in un cassetto, vengono trovati in tutto soltanto 60 fiorini.
Il suo corpo è andato perso, come quello di Leonardo, di altri grandi, ma Ma rimangono le sue musiche che continuano a vivere e a circolare tra noi con la stessa freschezza di quando sono uscite dalle sue dita, ma soprattutto dalla sua mente.