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La vita e il genio di Leonardo da Vinci

Buongiorno, oggi facciamo una lezione un po'particolare, parliamo di Leonardo da Vinci, ma se fossimo stati in classe io l'avrei fatta in questo modo, vi avrei chiesto di farmi delle domande perché io oggi voglio interpretare per voi l'artista Leonardo da Vinci, quindi avrei chiesto a voi di assecondare le vostre curiosità e cercare di capire insieme quali sono le cose importanti da conoscere di questo incredibile artista. Allora... Facciamo finta che io veda qualcuno che alza la mano e gli do in modo immaginario la parola. Allora, la prima domanda che sicuramente sarebbe arrivata dai miei ragazzi sarebbe stata dove sei nato, quando? Raccontaci qualcosa della tua famiglia e della tua storia. Allora, io sono nato il 15 di aprile del 1452 in un paesino a Vinci. in una frazione periferica di Vinci, un piccolo paesino appunto tra Firenze e Siena, per darvi l'idea anche oggi insomma in Toscana, nel luogo che in quegli anni era il luogo di elezione per la cultura. Ma quando si parla di me, quando si parla di Leonardo, è facile usare nei miei confronti parole a volte un po'forti, no? Si dirà quante volte sentirete definirmi... genio. Ecco, vi vorrei proporre altre parole che invece avrebbero potuto essere usate e in parte sono state anche usate nella mia vita, ovviamente adeguando il linguaggio alle parole del 400, a quello del 400 quindi, per descrivermi. Perché io sono un figlio illegittimo, avrebbero potuto chiamarmi un bastardo, visto che mio padre era un uomo... Era un ricco notaio, si chiamava Ser Piero, era un ricco notaio toscano, riconosciuto, ma le donne con cui si è sposato più volte, ha avuto più mogli, tutte morte, molte morte prematuramente, non riuscivano a dargli un figlio. Non so se per questo motivo o per qualche altro motivo, fatto sta che sono nato come figlio illegittimo da mio padre, Ser Piero, il notaio, e donna Caterina, una contadina, una donna povera di una classe sociale quindi che era sicuramente non onorevole avere in casa per il notaio. Eppure verrò... Quando ero soltanto piccolo piccolo verrò strappato dalle braccia di mia madre e verrò portato a crescere nella casa di mio padre che nel frattempo si era sposato con questa albiera degli amadori che appunto non riuscirà a dare figli e che morirà prematuramente ma che mi ha cresciuto come una madre. Resta il fatto che questa donna Caterina mia madre la madre vera resterà una sorta di personaggio. nebuloso, una presenza assenza nella mia vita, vi vorrei raccontare qualcosa di lei tra un pochino. Quindi nasco come illegittimo, potreste anche accusarmi di omosessualità. Durante la mia vita nel 1476 sono stato coinvolto in un processo Per sodomia io insieme a altri due ragazzi di buona famiglia fiorentina, molto in vista queste famiglie, siamo stati accusati di avere sodomizzato, quindi usato pratiche sessuali relative al mondo dell'omosessualità, nei confronti di un ragazzo che ci ha accusato pubblicamente. All'epoca la sodomia era un crimine molto grave. Gli storici dell'arte vi racconteranno che siccome erano coinvolti in questo processo anche questi personaggi illustri, figli di personaggi illustri, siamo stati non assolti ma come dire perdonati. Perché si attesta che il crimine c'è stato, ma c'è stato una sorta di perdono nei nostri confronti. Quindi questo attesta che io appunto ero omosessuale, della mia omosessualità. parlerà anche un personaggio molto illustre molti secoli dopo perché Sigmund Freud dedicherà un libro a un mio ricordo di infanzia si intitola proprio così il libro un ricordo di infanzia di Leonardo da Vinci tramite il quale lo psicanalista, il celebre psicanalista formulerà una sua ulteriore teoria relativa alla mia sessualità. Il terzo nome, il terzo appellativo che potreste usare nei miei confronti è quello di straniero. Perché sì, sono nato toscano, mi sono spostato più volte in giro per l'Italia, in particolare dal 1482 io mi sposterò a Milano. Ma finirò la mia vita, verrò chiamato. nel 1516 a vivere e lavorare in Francia ad Amboise presso il re di Francia Francesco I, quindi poteva essere considerato anche uno straniero, quindi state attenti quando usate parole a sproposito per colpire direttamente o indirettamente, che sia uno scherzo oppure che sia la verità una persona, perché io Leonardo da Vinci avrei potuto davvero essere attaccato. sotto molti punti di vista. Vi voglio raccontare ancora qualcosa della mia personalità. Era una persona molto, abbastanza scontroso, ero, diciamo che facevo molta fatica a dialogare con le persone del mio tempo, cercate di capire che cosa voglio dirvi. Io ero un grande sperimentatore, un grande studioso. Di me si potrebbe dire che ero più uno scienziato che non un artista. Lo testimoniano tantissimi i miei disegni, la vostra insegnante poi vi farà vedere alcuni dei miei disegni e vedrete che io usavo il disegno non soltanto come uno strumento preparatorio in vista della realizzazione di opere d'arte, cioè se voi pensate al disegno pensate a una tecnica espressiva. o quantomeno a uno studio preparatorio per la realizzazione di un dipinto o di una scultura. Non è così o non è soltanto così. Nel mio caso il disegno era uno strumento che io impiegavo per conoscere la realtà, perché per me era fondamentale riuscire a guardarmi intorno e capire come la realtà funzionasse. Avevo proprio una logica sperimentale. che in fondo porrà le basi per quella che diventerà la scienza empirica del 600, di un secolo dopo. Vi ho dato la mia data di nascita, vi do quella di morte, 1519, l'anno scorso, l'anno appena terminato, è stato il cinquecentenario della mia morte, quindi mi sono state dedicate mostre, non finire, eventi, spettacoli, di tutte e di più. Quindi vi dicevo, io ero prevalentemente uno scienziato e gli stessi disegni li impiegavo perché... conoscere la realtà. Certo potete trovare disegni di anatomia ma potete trovare anche disegni che al di fuori dell'anatomia, al di sotto dell'anatomia in realtà andavano a studiare la formazione dei muscoli, la presenza dei tendini, addirittura gli scheletri umani. Io infatti sarò il primo artista a effettuare delle autopsie autorizzate chiedendo appunto l'autorizzazione alla chiesa perché non volevo ovviamente profanare dei cadaveri tutt'altro io avevo bisogno però di capire come funzionasse il corpo umano ci sono dei bellissimi disegni ad esempio che ho realizzato che mostrano la formazione del feto del bambino nel feto nel corpo di una donna e all'epoca erano davvero disegni avveniristici tenete presente che molti dei miei disegni anatomici sono stati impiegati a lungo per secoli anche nei trattati nei manuali di anatomia perché si sono rivelati assolutamente corretti ecco una cosa che vorrei dirvi di me io mi definivo omo senza lettere questo perché? perché non avevo voluto imparare a leggere il greco antico Con la mia capacità di studio, con la mia intelligenza, posso dirlo senza umiltà, avrei davvero potuto imparare il greco facilmente. Ma non volevo essere costretto a leggere quello che i greci avevano già scritto sulla natura. In particolare non volevo ricorrere alle teorie di Aristotele, Ipse Dixit. l'ha detto Aristotele, l'ha detto lui. Questo era il modo che all'epoca anche gli scienziati impiegavano per spiegarsi il funzionamento del mondo. C'erano due possibilità che gli scienziati all'epoca, ma anche nel secolo appena successivo, il 600, in parte anche il 700, almeno all'inizio, che gli scienziati dovranno impiegare. A cosa mi sto riferendo? I due punti, i due testi fondamentali, i due... corpus di testi da cui partire erano da un lato appunto i testi antichi quelli greci in particolare i testi aristotelici dedicati alla allo studio della natura Aristotele ad esempio diceva che i fiumi sgorgano in cima alle montagne perché l'acqua sale dentro la montagna per arrivare a sgorgare e scendere, quindi una sorta di ciclo continuo. Un po'improbabile ci fa sorridere oggi, vi farà sorridere oggi, ma all'epoca era quello che si riteneva corretto. La seconda fonte per gli scienziati era la Bibbia. Il testo sacro era il testo a cui riferirsi per capire come funzionasse appunto il mondo e le cose naturali del mondo. Vi faccio anche in questo caso un esempio. La Bibbia sostiene che l'età storica geologica della Terra è di 6.000 anni. Lo diceva 2.000 anni fa, lo dice anche oggi. 6.000 anni erano gli anni considerati il tempo. della storia, della formazione del mondo, della terra. Ecco io se osservavo la stratificazione delle rocce questa tempistica mi sembrava troppo breve per cui lascerò qualche annotazione in cui osservando, perché io osservavo la natura spesso disegnavo, tagliavo, sezionavo, riflettevo, misuravo perché avevo bisogno di avere risposte, ma risposte a misura d'uomo, cioè non testi antichi o testi sacri. Questo era appunto il grande impedimento, ma anche il mio modo di avvicinarmi a quella che poi diventerà davvero la scienza moderna, la scienza empirica. Vi aggiungerei qualcosa che ritengo magari già conosciate di me, vi racconteranno appunto di questo mio carattere solitario, prima mi dicevo burbero, non esattamente burbero, ma diciamo un po'chiuso perché facevo fatica a comunicare con il mio amico. ambiente culturale, tenete presente che io poi mi formerò, non vi ho ancora detto, ma nel 1469, quando avevo 17 anni, entrerò nella bottega di Andrea del Verrocchio a Firenze e voi sapete che in quell'esatto momento, in quella stessa bottega a Firenze, stava studiando un mio celeberrimo collega, Sandra Botticelli. Ecco, io e Sandro Botticelli eravamo le personalità più distanti che si possano immaginare. Ci detestavamo, apertamente. Ma non per una questione di carattere. Proprio per una questione pittorica, direi. Proprio per una questione concettuale, teorica. Sandro Botticelli riteneva lo studio della natura totalmente ininfluente, non interessante. Ma come, potreste dirmi? Ma se ci ricordiamo che nella primavera che aveva dipinto... dipingerà più di 190 specie diverse di fiori come se fosse un grande catalogo della natura certo ma era un catalogo astratto non era, non sono così non è così che appaiono i veri prati fioriti ecco a me non interessava l'apparenza del fiore che lui disegnava o dipingeva perfettamente nelle sue opere a me interessava capire come funzionassero i fiori, come i fiori riuscissero a crescere, come dalle radici la linfa vitale riuscisse ad arrivare fino al cuore del fiore, farlo sbocciare e così via. Quindi per questo nostro modo diversissimo di intendere della natura noi ci detestavamo, anche perché Sandro Botticelli faceva parte di quella che era la cerchia culturale della mia epoca, cioè la cerchia medicea e cioè la cerchia neoplatonica. Immaginatevi, io che avevo bisogno di aprire, sezionare, capire. tagliare, sporcarmi le mani. Avevo a che fare con una cerchia che invece riteneva che il nostro mondo, il mondo reale, fosse una coppia imperfetta del mondo perfetto, dell'iperuragno, il mondo delle idee, il mondo ideale. Vi ricorderete che Botticelli impiegava tantissimo le linee di contorno. Io no, ma questo ve lo racconterò quando parleremo di pittura. Quindi entro alla bottega del Verrocchio. siamo nel 1476, imparo quello che c'è da imparare, ma questo ambiente culturale, certo il maestro Verrocchio mi ha insegnato tantissimo, la grazia, questi due personaggi femminili con queste dita così affusolate, così raffinate, ma era ancora un uomo del 400, io pur avendo vissuto a cavallo tra 4 e 500 ero già proiettato nel secolo nuovo, ma le mie idee rischiavano di essere davvero. troppo moderne, troppo rivoluzionarie e anche rischiose. Rischiose perché le mie annotazioni rischiavano di andare contro quelle che erano le verità accettate dai testi sacri. la chiesa voi sapete cosa era successo a Girolamorso a Bonarola chi si opponeva alle verità della chiesa rischiava di entrare, di essere processato dalla santa inquisizione e magari di essere addirittura arso vivo, come era capitato a lui per altri motivi, ma insomma questo era il rischio culturale, allora ecco che vi voglio raccontare qualcosa che forse conoscerete Di me vi racconteranno appunto che io ho annotato, ho scritto decine, centinaia di pagine, migliaia di pagine con i miei appunti, disegni, annotazioni, appunti. Ecco, vi diranno che io scrivevo da destra verso sinistra. Dovrei farlo da questa parte perché voi lo vedete dalla parte opposta. In senso contrario allo scrivere alla scrittura comune ci sono alcune motivazioni per cui questo accadeva. La prima è romancino e quindi per non sporcare. il foglio con l'inchiostro mentre scrivevo, io scrivevo la parola ribaltata per comodità. La seconda motivazione è di tipo prettamente caratteriale, ero molto geloso di quello che io annotavo, scrivevo, osservavo il volo degli uccelli, osservavo appunto la formazione delle nuvole che portava all'esplosione della pioggia. osservavo la formazione delle rocce, annotavo di tutte di più, avevo progetti di ogni tipo ed ero molto geloso dei miei testi, delle mie osservazioni. Queste mie pagine verranno poi nominate in seguito i codici, i famosi codici di Leonardo. Oggi sono dispesti nei musei del mondo e hanno un valore inestimabile. Lo avevano anche per me perché erano i miei diari. Vi parlerò tra poco anche di qualcosa di... curioso relativo a questi diari. Vi do l'ultima possibilità per spiegarvi perché io scrivessi da destra verso sinistra, beh l'avete già intuito, in questo modo i miei testi rimanevano assolutamente impossibili da decifrare, almeno a colpo d'occhio, almeno una prima occhiata e questo mi metteva, mi avrebbe messo al sicuro da qualunque possibile intruso, da qualunque possibile curioso che magari avrebbe potuto accusarmi di eresia.