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Approfondimento su Aristotele e il Suo Impatto

veniamo su Aristotele che Dante come noto definisce il maestro di color che sanno cioè rispetto a coloro che sono sapienti c'è un sapiente dei sapienti che è Aristotele Dante Alighieri Siamo al culmine del Medioevo Questo sta già a significare che Aristotele ha insegnato ai sapienti per migliaia di anni cioè possiamo considerare ancora oggi valida la logica di Aristotele Aristotele è diciamo è stato superato nella zoologia solamente da Linneo il grande escogit datore della nomenclatura degli esseri viventi svedese del 700 non si è riusciti a scalzarlo dalla fisica fino ai primi del seic Cioè in tutto il medioevo e valso il principio IPS ed ixit lo ha detto lui si è considerato inutile ricorrere alle verifiche empiriche allo studio della natura faceva Fede il testo di Aristotele Aristotele è stato un grande filosofo come diremo tra poco ma è stato un grandissimo scienziato cioè tutte le scienze la fisica La Botanica la zoologia la biologia l'astronomia sono state influenzate da Aristotele che vi ripeto non è stato scalzato come punto di di riferimento fino ai primi del fino ai primi del 600 per la fisica fino al 700 per per la biologia Aristotele quindi è diciamo il culmine del sapere Greco però è anche il culmine della Paideia greca perché è vero che la Paideia è stata portata a compimento con la Repubblica di Platone però Aristotele ha avuto un'avventura incredibile Cioè è stato il Eh il maestro in qualche modo di Alessandro Magno quindi ha potuto diciamo mettere in pratica per certi aspetti i principi della Paideia su un individuo di eccezionale portata Eh allora appunto rapidamente gli elementi biografici Aristotele nasce nel 384 a.co quindi è di una generazione successiva a quella di Platone diventa un membro dell'Accademia platonica entra nell'accademia la scuola di Platone a 17 anni ne esce 20 anni dopo questo fatto è significativo Quindi lui si forma alla scuola di Platone il rapporto con Platone è un rapporto Tanto per cambiare diciamo di tipo contraddittorio dialettico Cioè lui nasce nell'ambiente dell'Accademia però a un certo punto recalcitra rispetto all'ambiente dell'Accademia uso questa espressione perché Diogene laerzio il grande biografo di tutti i filosofi Greci sostiene che Platone avrebbe detto ma questo non è certo che Aristotele era come un puledro di razza come un giovane cavallo di razza il quale menava calci da tutte le parti e arrivava a colpire con i suoi zoccoli anche la madre Cioè è un puledro sanguigno che scalcia da tutte le parti e colpisce anche la madre Ora Diogene laerzio Che vuol dire vuol dire che Aristotele a un certo punto critica e critica aspramente anche la quello che è stato il suo maestro ventennale cioè Platone quindi dopo 20 anni Aristotele si distacca nettamente da Platone e lo critica in maniera diciamo decisa Tra l'altro per proprio per collocare rapidamente i dati biografici in modo che dopo passiamo al al pensiero muore Platone nel 347 si sostiene che Aristotele abbia avuto a quel punto una rottura con l'accademia platonica perché gli viene preferito speusippo come scolarca come guida dell'Accademia Aristotele quindi se ne dist però diciamo dopo di questo distacco gli capita un un episodio diciamo di cui abbiamo detto molto singolare cioè riceve una missiva di Filippo di Macedonia il quale si trovava con il figlio Alessandro giunto a 13 anni di età secondo lo storico Romano latino Curzio Rufo Filippo di Macedonia scrive [Musica] ad Aristotele ho avuto l'avventura di avere un figlio maschio dagli dei però considero un'avventura ancora Maggiore che sia nato nell'epoca in cui ci sei tu Nel massimo del tuo splendore intellettuale quindi Te lo affido perché tu lo faccia diventare un grande sia per te sia per me ora sicuramente Alessandro è diventato un grande condottiero ha proseguito e esteso il regno l'impero macedone e diciamo un po' più controverso e se abbia proseguito anche diciamo abbia messo in pratica anche gli insegnamenti di Aristotele Però noi possiamo dire che questo insegnamento di Aristotele che è durato dai 13 ai 16 anni di Alessandro Magno sicuramente ha dato una impronta perché Alessandro Magno che è un personaggio veramente diciamo difficile collocabile perché veramente si merita il nome di grande è un un giovane che muore a 33 anni e diciamo in in 13 anni conquista cioè travolge l'impero persiano di Dario conquista l'India quindi allarga quasi i confini del del mondo conosciuto conquista Però anche l'Egitto Doma TS popoli riottosi a essere unificati in un impero unico ora Alessandro Magno è un grandissimo condottiero ha una specie di genialità innata per la conduzione delle degli scontri militari va rilevato anche il fatto che lui Insomma viene gli viene diciamo dato come come antenato Achille da una parte e Eracle dall'altra Cioè lui è già convinto di essere discendente da una schiera Divina e di eroi quando conquista l'Egitto i i sacerdoti egiziani gli dicono che figlio di ammone che è figlio del re del Sole che è un immortale ora queste affermazioni possono sembrare così insomma semplicemente leggendarie hanno una presa nella personalità di Alessandro Magno Alessandro Magno veramente stato detto da una parte è discepolo di Aristotele il quale insegna che la virtù sta nel mezzo come sapete come Vedremo Però nello stesso tempo non è proprio solamente un greco Si si impregna di cultura greca però la medietà la misura greca non le rispetta lui pensa veramente di essere destinato a un'impresa Divina e questo fatto è testimoniato anche dalla sua spericolatezza Cioè è incredibile il numero di ferite grav che Alessandro Magno ha riportato Alessandro Magno andava in battaglia con un Elmo con una piuma diciamo Bianca molto molto visibile in modo da essere punto di di riferimento per i suoi soldati andava nel punto della mischia che era più pericoloso e riceve diciamo tantissimi colpi riceve Si si getta Per primo per esempio nella presa delle Mura nemiche riceve una volta una una pietra immaginate una pietra in una battaglia di quell'epoca insomma sul collo che lo acceca per alcuni giorni perde una una parte dell'osso dello stinco riceve ferite veramente gravissime però ecco basti pensare noi siamo fortunati a Napoli abbiamo il mosaico della battaglia di Isso della prima battaglia contro Dario e appunto lui si si trova nel punto della Battaglia che è quello decisivo e per questo riesce poi addirittura proprio a travolgere Dario eh in maniera completamente impensata sovvertendo il rapporto di forze quindi Alessandro Magno è un grandissimo condottiero Però nello stesso tempo Aristotele gli ha dato l'impronta dell'universalità La ragione è universale i greci ci insegnano che tutti gli uomini sono dotati di ragione che si può creare una grande Polis diciamo di tutto l'ecumene di tutto il mondo conosciuto che oramai arriva fino all'india E allora Alessandro si adopera a mescolare diciamo le stirpi lui è macedone a un certo punto Deve subire le critiche dei suoi stessi comandanti perché arrivato a dominare la Persia adotta dei costumi anche degli abiti persiani proprio per dare il segno l'esempio della mescolanza delle abitudini dei costumi eccetera quindi cerca di dare al suo impero un'impronta universalistica anche il fatto di intrecciare le le stirpi lui per esempio prende 3000 giovinetti Persiani e li fa educare dai migliori maestri greci e fa insegnare loro per bene la lingua greca cioè cerca in tutti i modi di creare un'amalgama tra i popoli Però il problema è questo che a 33 anni muore muore per delle febbri malariche secondo altri muore avvelenato cioè muore Nel momento in cui ha unificato tutte le terre diciamo dalla dalla dalle coste dalla Grecia dall'Egitto fino all'india addirittura e sta cominciando quest'opera di omogeneizzazione e muore improvvisamente ripeto a 33 anni quindi però diciamo lascia l'impronta di un impero universalistico in cui tutti gli uomini tendenzialmente si riconoscono non membri di una tribù di un clan di un popo si riconoscono esseri umani in fondo apre la strada all'impero romano quindi dall'impronta universalistica della della ragione del logos Greco Allora Alessandro muore a 33 anni nel 322 per una diciamo una coincidenza dopo pochi mesi muore pure Aristotele muore quando proprio comincia a essere anche perseguitato perché venuto meno il suo discepolo prediletto e protettore le sorti diciamo di chi era stato amico di Alessandro cominci a tramontare e quindi muore anche Aristotele ora Ritorniamo al punto da cui siamo partiti cioè Aristotele trasmette un bagaglio culturale si direbbe oggi ad Alessandro Magno venendo dall'accademia platonica però Aristotele si da Platone ancora una volta si può ricorrere al famoso dipinto di Raffaello nelle stanze del Vaticano la scuola di Atene per identificare rapidamente la differenza fondamentale tra Platone e Aristotele perché come sapete Raffaello dipinge tutti i grandi filosofi Greci come se fossero coetanei in un porticato al centro incedono uno vicino all'altro Platone Aristotele Platone indica il cielo la trascendenza l'iperuranio il mondo delle idee e invece Aristotele indica la terra Ora Raffaello genialmente ha accolto la differenza tra i due la differenza Qual è per Platone l'essenza delle cose quello per cui le cose sono quello che sono sta fuori delle cose stesse sta nell'idea e l'idea è al di là delle cose sensibili ci sono le azioni giuste oltre tutte le azioni giuste c'è la giustizia ci sono le cose belle al di là di tutte le cose belle c'è la bellezza che stanno al di là di di tutte le cose belle di tutte le azioni giuste cioè stanno trans oltre sono trascendenti ora invece Aristotele alla idea platonica sostituisce In un certo qual modo la forma Cioè lui sostiene che ciò per cui una cosa è quello che è cioè la sua forma così la chiama lui è interna alla materia non è altro che la forma che assume un determinato nucleo di materia quindi forma e materia sono inscindibili la forma cioè l'essenza di una cosa sta all'interno della cosa stessa è immanente ora Aristotele quindi si Insomma si si pone a questo punto agli antipodi apparentemente rispetto a Platone e diciamo critica aspramente il maestro e lo critica prendiamo il punto Diciamo più semplice proprio a partire da una riflessione che aveva fatto lo stesso Platone Il tardo Platone diciamo nel Parmenide nel dialogo Parmenide aveva si era posto il problema del rapporto tra le idee e le cose non è che lo scopre Aristotele il problema Platone già l'aveva colto e aveva elaborato il famoso argomento del terzo uomo che viene sviluppato da Aristotele però in chiave non di problematizzazione delle idee ma di demolizione del mondo delle idee cioè dice Aristotele Platone per spiegare l'individuo per spiegare Socrate un essere umano concreto ricorre all uomo in sé all'uomo con la u maiuscola all'uomo in universale perché Socrate è Socrate perché Socrate è uomo Qual è l'essenza di Socrate l'umanità l'umanità con la u maiuscola è la perfezione dell'uomo e l'idea di uomo che vive nel mondo intelligibile quindi per spiegare diciamo l'uomo sensibile Socrate si fa ricorso all'uomo intelligibile L'uomo in sé l'uomo con la u maiuscola ora Ripeto Proprio seguendo però le tracce di Platone dice Aristotele fatta questa affermazione si complica indefinitamente la realtà invece di di spiegarla la si rende più complicata per quale motivo perché bisognerà eh immaginare un rapporto tra l'individuo Socrate e l'uomo con la u maiuscola cioè tra l'uomo empirico l'uomo con la u minuscola diciamo così Tizio Caio Sempronio Socrate e l'uomo con la u maiuscola l'idea di uomo la perfezione l'essenza di uomo ci dovrà essere un rapporto ora se noi chiamiamo come Ama fare Aristotele che come diremo tra poco fonda la logica diciamo formalizza le cose se noi chiamiamo Socrate con la lettera A e l'uomo con la u maiuscola con la lettera B ci troviamo due termini A e B ma tra A e B ci sarà un rapporto che sarà C questo rapporto sarà di somiglianza di uguaglianza di disuguaglianza di esclusione di ostilità di maggiore di minore comunque di estraneità ci può essere anche appunto semplicemente un rapporto di estraneità però se io ho due cose A e B io inevitabilmente ho C cioè la relazione tra A e B e allora Aristotele come devo dire sta alla base del famoso detto Non c'è due senza tre cioè posti i due termini necessariamente se Porre un terzo termine se io metto avanti a me A e B devo dire che poi c'è c che è la relazione tra A e B però Aristo a questo punto dice questo tipo di ragionamento può proseguire all'infinito perché se adesso mi trovo a B e C tra A e C ci sarà un altro rapporto che sarà D tra a e e tra B Scusate e c ci sarà un altro rapporto che sarà e quindi ognuno di questi rapporti darà luogo ad altri rapporti e Questo naturalmente può proseguire all'infinito Aristotele vuol dire che Platone invece di spiegare il mondo delle cose sensibili ha prolungato all'infinito la difficoltà di afferrare questo mondo se prendete le citazioni che vi sono state consegnate Voglio leggere un un punto in cui Aristotele è molto polemico Dunque vediamo la cosa essenziale quella più forte a pagina 2 la terza citazione dice quelli che pongono come causa le idee e naturalmente si tratta di Platone e dei platonici quelli che pongono come causa le idee Cercando di cogliere le cause degli esseri reali Ne introducono altrettanti di nuovi Cioè per spiegare una cosa devono introdurre un'altra cosa come se uno dovendo contare degli oggetti credesse di non poterlo fare Finché sono pochi e di riuscirvi aumentandone il numero come vedete è un'affermazione anche un po' ironica insomma cioè si si dice c'è l'uomo Socrate Poi c'è l'uomo in sé ma quest'uomo in sé non è altro che un secondo uomo è una moltiplicazione si pensa di spiegare Socrate Aumentando il numero eccetera l'origine del loro errore sta in ciò che essi non sanno dire In che consistano tali sostanze incorruttibili al di fuori di Quelle particolari e sensibili essi le pongono quindi identiche per la specie a quelle corruttibili che noi conosciamo e quando dicono L'uomo in sé il cavallo in sé altro non fanno che aggiungere alle cose sensibili l'espressione in sé Io penso che questo sia uno dei brani proprio più drastici contro Platone cioè e addirittura ripeto ironico vale a dire aggiungendo la dicitura in sé Platone pensa di cavarsela e di spiegare le individualità sensibili Ora invece dice Aristotele bisognerà cercare nelle cose stesse il fondamento della realtà cioè noi dobbiamo cercare la sostanza l'essenza o sostanza della realtà ora la sostanza è letteralmente quello che sta sotto Quello che sta alla base dice Aristotele con una famosissima frase che viene poi reinterpretata fino a Heidegger diciamo nell'epoca nostra si può usare la parola essere in molti modi prendiamo l'ultima citazione della prima pagina dice Ma sebbene la parola essere si usa in tanti sensi è evidente che l'essere principale è l'essenza in quanto significa sostanza Cioè lui dice Io posso dire Socrate è uomo Socrate è Greco Socrate è anziano Socrate è intelligente ma al di là di tutti questi che lui chiama cioè l'intelligenza la grecità l'anzianità io la prima cosa che devo ipotizzare è di dire che Socrate è quindi praticamente l'essere si predica in molti modi Io posso dire che Socrate è questo quello quello e quell'altro Ma soprattutto devo dire che Socrate è quindi l'essere è prima di tutto la sostanza ci deve stare una specie di base qualche cosa che sta sotto l'essere Greco l'essere intelligente l'essere anziano qualche cosa che sta sotto su su cui si appoggiano tutti questi accidenti cioè tutte queste qualità Allora vediamo come dice Aristotele poniamo che uno domandi se il camminare l'essere sano lo stare seduto e similmente qualche altra cosa di tal fatta sia o non sia un essere nessuno di essi esiste in sé per natura né può essere separato dalla sostanza Cioè non posso dire che esiste il camminare esiste l'essere sano c'è qualcuno che cammina qualcuno è camminante uno è sano quindi nessuno di essi esiste in sé per natura né può essere separato dalla sostanza se Dunque di quelli Diciamo che sono a maggior ragione sarà un essere chi cammina chi sta seduto Chi è sano quelli intanto appaiono reali in quanto vi è qualcosa di determinato che fa loro da sostrato cioè ripeto l'intelligenza l'anzianità l'essere Greco eccetera hanno una qualche cosa di determinato che fa loro da sostrato che fa loro da base cioè una sostanza tale Appunto è la sostanza o individuo il quale appare in tale categoria Senza di esso nessuno direbbe è buono è seduto Ci vuole qualcuno che sia buono ci vuole qualcuno che sia seduto Ora è chiaro che soltanto in grazia di questa categoria esiste ciascuno di quegli altri esseri così che l'essere primo ossia non uno o un altro modo di essere ma ciò che è semplicemente sarà la sostanza quindi la sostanza che cosa sarà sarà l'individuo a cui possono inerire a cui si possono aggiungere tutte queste note il fatto che cammina che suona che parla che è intelligente che è stupido eccetera eccetera eccetera Ci vuole come sostanza l'individuo la sostanza è l'individuo quindi siamo agli antipodi rispetto a Platone per Platone la sostanza l'essenza sono le idee universali per Aristotele la sostanza è l'individuo individuo proprio nel senso letterale del termine che non si può dividere perché se si potesse dividere ci sarebbe qualche cosa di più sostanziale di più basilare Allora la sostanza è l'individuo Che cos'è particolarmente caratterizzato dall'individualismo perché le cose inerti si possono una trave di legno si può spezzare Si si riduce in mille schegge un macigno si spezza si riduce in schegge eccetera ma invece l'organismo è individuo dall'organismo non si può l'organismo non si può separare non si può dividere quindi per Aristotele la sostanza è l'individuo ovvero l'organismo è stato detto che Aristotele è un grande filosofo della vita e infatti questo è vero perché l'altro grande problema che lui si pone è quello del del divenire tutto è continuamente Vitale tutto è continuamente in movimento la sostanza è data da organismi che stanno quindi da individui che stanno continuamente in movimento Allora per precisare la sua dottrina e Come'è fatta la realtà la realtà è fatta da cose individuali che si muovono cioè che praticamente cambiano quindi di ogni cosa si può predicare che è come ha detto Parmenide dell'essere però ogni cosa è anche in mutamento indivenire come ha detto Eraclito ora le cose da che cosa Sono caratterizzate al fatto di essere individui di essere qualche cosa di non confondibile con gli altri di essere perfettamente identificati lui usa una parola specifica l'individuo quindi l'essere è sostanza la sostanza l'individuo l'individuo è organismo l'individuo è sinolo da siun Greco olos tutto totalità l'individuo è una totalità organica di materia e forma quella che Platone ha chiamato ideas separandola dai corpi e la forma che hanno i corpi quindi le cose sono sinolicka Aristotele alla materia associa Una nuova dimensione la potenza alla forma associa l'atto e questo gli permette di spiegare il divenire cioè Aristotele sostiene che ogni cosa è se stessa però potenzialmente si può trasformare in un'altra cosa non in un'altra cosa qualsiasi ma in un'altra cosa specifica Scusate l'esempio banale L'uovo di gallina è un uovo di gallina attualmente ha raggiunto una certa forma è un certo sinolo però Potenzialmente è un pulcino E il pulcino È potenzialmente una gallina la ghianda è ghianda attualmente in atto c'ha la forma di Ghianda però Potenzialmente è una quercia Quindi tutta la realtà è fatta di sinolicka però la materia è potenza Cioè è possibilità di svilupparsi la forma è atto è quello che attualmente è la configurazione la conformazione la forma che una cosa ha preso in questo momento attualmente Quindi tutte le cose sono forma e materia potenza e atto A questo punto come devo dire Aristotele ha la chiave del divenire tutto è fatto di materia tutto è fatto di Potenza tutto quanto tende a trasformarsi Cioè a cambiare forma e a diventare da quello che è un'altra cosa in atto quindi mentre Parmenide come vi ricorderete aveva escluso il divenire Perché l'essere è e il non essere non è invece per Aristotele il divenire è possibile il divenire è passaggio da una forma di essere a un'altra forma di essere è un passaggio dalla potenza all'atto E allora a questo punto Aristotele come dire edifica la In fondo la concezione della realtà che è passata nel Medioevo e che sta pure nei libri di scuola elementare quella che teniamo che teniamo pure noi in mente cioè Esistono i regni della natura esiste una sorta di piramide la realtà è una specie di gerarchia ordinata alla base di tutto c'è la materia pura priva di forma al vertice c'è Dio come atto puro come forma pienamente compiuta ai livelli intermedi ci sono il regno minerale vegetale animale umano Cioè tutta una serie di [Musica] sinolicka materia apparentemente in forme Ha comunque una forma al vertice c'è Dio Dio è atto puro è forma pura Perché Dio deve essere definito in questo modo perché Dio se non fosse atto puro se non avesse sviluppato tutto se avesse una potenza praticamente avrebbe un'imperfezione cioè avere una una potenza una possibilità significa non essere già attualmente qualche cosa Il bambino è potenzialmente adulto ma vuol dire che manca di qualche cosa manca della maturità dell'adulto cioè la potenza implica sempre una mancanza Allora Dio non se deve essere concepito come la perfezione non può avere qualche cosa in Potenza in Dio non c'è la potenza ma la potenza è materia quindi in Dio non c'è materia Dio non è materiale è forma pura è atto puro Ma se in Dio non c'è la potenza Non c'è neppure il movimento perché il movimento abbiamo detto è il passaggio Scusatemi se forse sto andando troppo in fretta il ma ci stiamo capendo cioè il il movimento è il passaggio dalla potenza all'atto la potenza però implica l'imperfezione Dio è atto tutto sviluppato e forma tutta sviluppata se in Dio ci fosse potenza Dio sarebbe imperfetto e sare in Dio non ci sta nessun passaggio alla potenza all'atto Perché Dio ha già sviluppato tutto in atto allora Dio a questo punto è immobile