L'isola di Greta fu il centro di un'antica civiltà sviluppatasi lungo le coste nelle isole dell'Egeo, dal secondo millennio al 1400 a.C. Si possono distinguere tre periodi, quello antico, dall'epoca dei primi segni, nel quarto millennio fino al 2100, quello medio dal 2100 al 1580, nel quale il rame è stato sostituito dal bronzo l'economia è fiorente, e l'ultimo periodo, detto recente, che va dal 1580 al 1200. Agli inizi l'isola di Creta godette di prosperità e pace, che le consentirono di raggiungere grazie anche ai commerci, ricchezza e occudenza. In seguito alle invasioni dei popoli costieri della pesicna isola ellenica verso il 1400 a.C.
la potenza cretese declina e si afferma la supremazia di Micene, che governerà sul territorio europeo messo fino al 1100 a.C. La Carta Minoica è famosa per le realizzazioni fatte ad affresco nel palazzo di Cnosso. del 1500 a.C.
circa. Creta è il centro di un'arte raffinata che rimanda alla vita di corte. Intorno al 1750 a.C. i palazzi di Knosso e Festo furono distrutti, forse da un terremoto, e successivamente vivamente riedificati.
Le pareti interne dei palazzi erano affrescate. Il vivace gusto per le composizioni e colori ci fanno intuire l'indole della civiltà cretese, una civiltà felice, allegra, prospera e ormai. ottimista. Famosissimo è il salto del toro che descrive il salto che un atleta realizzava sulla schiera di un toro.
Questo gioco acrobatico si ricollega al culto del toro, simbolo di forza insieme celeste e tellurica. Il salto suggerisce una sequenza. Il primo momento è rappresentato da un personaggio femminile che fa leva sulle borna del toro per realizzare il salto. Al centro il salto, ma il personaggio è maschile. Infine il terzo momento è rappresentato da un personaggio femminile che allunga le braccia per controbilanciare la spinta all'indietro dopo aver compiuto il salto acrobatico.
Intorno al grande cortile rettangolare si disponevano circa 400 locali collegati da scale, corridoi, cortili più piccoli. Quanto è rimasto delle strutture fa ipotizzare l'esistenza di più piani. Il muro è un'esistenza di più. erano costruiti con blocchi di pietra e mattoni crudi, ma notevole era anche la presenza del legno.
Gli impianti idraulici erano per quei tempi molto avanzati. Gli interni erano illuminati con forte finestre, tutti i vari ambienti si concentravano intorno ai cortili. Le sale del palazzo erano decorate da dipinti orali. La particolarità dei palazzi è che essi non avevano fortificazioni e si trovavano presso il mare.
Seguendo l'andamento orografico del terreno attraverso terrazze gradinate, il palazzo di Knosso era probabile sede del potere civile, militare e religioso e di altre molteplici attività. La campagna di scavi condotta dall'archeologo inglese Sir Arthur Evans riportò alla luce i resti della struttura. che evocano un invidiabile stile di vita in cui funzionalità ed estetica avevano raggiunto un notevole equilibrio. I testi antichi, in particolare Plinio il Vecchio, citano cinque grandi edifici labirinto, il tempio funerario ad Avara presso il lago di Merida in Egitto, il palazzo di Knosso, il palazzo di Gortina a Sardegna, sud, sempre nell'isola di Creta, il palazzo nell'isola di Lemno e i cuniculi probabilmente un acquedotto che si dipannano sotto la città etrusca di Chiusi. La voce Labiurintos è stata anche accostata alla voce Elidia, attestata da Plutarco Labrus, asce, e in effetti un'asce bipenne appare come figlio nel palazzo di Knoss e sarebbe il simbolo della doppiezza del potere creatore e distruttore.
Il mito del minotauro che Minosse supplicò Poseidone, dio dei mari, di inviargli uno splendido toro bianco per mostrare a tutti la sua benevolenza. In cambio Minosse lo avrebbe sacrificato in onore del dio. Una volta arrivato il toro però l'animale era così bello che il re minoico di Creta decise di tenerlo per sé e sacrificò un'altra bestia, Poseidone, infuriato. Per vendetta verso l'infedele mortale, faceva innamorare la regina di Creta, Sifa e del Minotauro.
Da questa unione mostruosa nacque il Minotauro, che aveva corpo umano e coda, testa e pelliccia di toro. Ma soprattutto era estremamente violento. dominato com'era dalla sua parte ferina. La civiltà minoica reggeva la propria economia essenzialmente sul mare e probabilmente possedeva una flotta poterosa che le assicurava la sua sicurezza.
Ciò potrebbe spiegare l'assenza di Mura. Qualcuno ha ipotizzato che Creta potrebbe essere stata governata dalle donne attraverso un matriarcato poco velicoso che rendeva inutile la costruzione di Mura. Il Minotauro era una belva setata di sangue, responsabile dell'uccisione nei nove anni di sette vergine e di altrettanti fanciulli inviati in ostaggio dagli Atenesi. Teseo si offrì spontaneamente d'essere incluso tra le vittime fuori solteggio.
Barcato a Creta ebbe da Arianna, innamoratasi di lui, il famoso filo. Imparò come districarsi delle antiriviene e l'abilito e uccise il Minotauro. Il labirinto ha originariamente la forma di un grigoro.
I babilonesi disegnavano nelle tavolette lo schema del groviglio degli intestini. Nella forma del labirinto, il nome labirinto fu quindi dato a disegni di meandri spirariformi. Per quanto riguarda la forma del labirinto, il nome labirinto è stato disegnato da un'esplosione di un grigoro. concerne l'area culturale della Mesopotamia, il labirinto, o meglio la spirale, ma il significato è lo stesso, rappresenta le viscere delle vittime sacrificate.
Come ha notato Paolo Sant'Arcangeli, si possono ritrovare tracce di spirali in molte culture. A Creta e sulle altre isole, la spirale è il segno della fertilità. Originariamente, quindi, probabilmente, è il simbolo del ventre femminile.
Le vediamo spesso disegnate sulle brocche per l'acqua e l'acqua è ugualmente un simbolo della fertilità. Lo stile Camares che si affermò tra il 2000 e il 1700 a.C. che deriva dal nome dell'uomo dove sono stati ritrovati centinaia di uomini. reperti, la grotta di Camares. Di questi più antichi i vasi risalgono addirittura a un secolo prima della costruzione dei primi palazzi cretesi.
Questo stile presenta nelle decorazioni sui vasi dei motivi geometrici, rettilinei o curvilinei, come ad esempio dei cerchi o delle spirali. La dea dei serpenti è una dea della civiltà minoica, riferibile ad attuali rituali della fecondità. Figura ricorrente della scultura minoica, è spesso in maiolica di altezze varianti tra i 29 e i 38 cm.
Sono state reperite nella camera sotterranea del tesoro dei santuari centrali del palazzo Icnosso del Medio Minoico. La statuetta ha il tipico abito a falde ricadenti, bloccato ai fianchi da un elemento a sella, che sembra essere un'altra statua. sarebbe realizzato in stoffa più pesante.
Uno stretto corpetto che comprime e lascia scoperti i seni. Questo elemento, con i seni scoperti, è tipico delle sacerdotesse. Cinge anche la parte superiore delle braccia.
Le mani della dea stringono due serpenti. Il serpente era un simbolo di energia vitale e rigenerazione, un'entità benevola, non malefica. Il suo letargo stagionale, soprattutto la sua muta, rappresentano il perenne ciclo della grande madre, che mostra a coloro che la vogliono ascoltare come la vita si trasformi lentamente in morte, e la morte in nuova vita.
Malzer Serpente simboleggia anche con il suo cambio di pelle la trasmigrazione dell'anima da un corpo che cessa di vivere ad un altro concepito nel ventre. Ben diverso significato assunse nel mondo ebraico cristiano, non si limitò ad essere apportatore di vita, ma assunse tutte quelle caratteristiche di essere satanico, un investigatore diabolico nel paradiso terrestre, negazione della vita immortale, nel nuovo testamento il demonio e la trasmigrazione. chiamato l'antico serpente.
Nel 1908 proprio in prossimità del palazzo fu scoperto un altro labirinto a spirale, il cosiddetto disco di Festo, un disco in terracotta dove sono incisi a spirale sul fronte e sul retro 241 simboli simili a geroglifici, un vero e proprio rompicapo archeologico non ancora deciferato. A Creta e a Micene i tentacoli attorcigliati a spirale del polpo sono in relazione alla spirale. Il polpo è un simbolo antichissimo, lo ritroviamo refigurato ad esempio su questo ornamento in oro della Micene.
nel 1600. Oppure, su questo vaso minoico in terracotta del 1500 a.C., Polpo è un messaggero dell'abisso, un'immagine di quell'altro mondo scuro e profondo che ha sempre e da sempre spaventa, ma anche affascina l'umanità. Ritorno al 1350 a.C. i micenei della Grecia continentale invasero e soggettarono questa regione, portando con sé un nuovo modo di vivere, una nuova scrittura e uno stile di vita più militarista, che durò per circa un secolo e mezzo, finché tutto crollò, poco dopo il 1200 a.C. misteriosamente.
L'architettura micenea è quella che rimanda più di altre a un'immagine di forza, che si ricollega direttamente alla civiltà che ha avviedo origine. Gli Achei, guerrieri per tradizione e temperamento, furono costretti ad abbandonare le loro sedi concentrate nell'Argolide, regione molto ossa del Peloponneso. Per la Seminore, spostando sulla terraferma il centro della cultura egea, divennero esperti marinai, capaci ad avventurarsi su rotte lontane per fini commerciali.
Contrariamente ai Cretesi, i loro maggiori centri erano fortezze, costruite su alture. Le imponenti mura delle città che sorsero quando le minacce dall'esterno aumentarono progressivamente. Micene e Tirinto vantarono mura possenti, denominate ciclopiche, fatte di pietre, in parte squadrate e in parti rettagolari sovrapposte. Il tesoro di Atreo, sul fianco della collina di Panagizza, a circa 500 metri dalla cittadella di Micene, è una tomba a pianta circolare, con una volta ad andamento conico e un'entrata a un'altra.
tratta lungo un corridoio scoperto, sempeggiato da ciclopici blocchi in pietra, perfettamente squadrati. Edificata verso il 1250 a.C., un periodo che gli archeologi indicano come tardo e ladico, impressiona già dall'enorme collina che ricopre l'intera struttura funeraria. Il triangolo di scarico al di sopra dell'architrave doveva trovarsi tra due semicolonne più piccole.
Una tomba a tolos dedicata alle sepolture regali è realizzata attraverso alcune grandi pietre di cerchi concentrici sovrapposti, poste fino a chiudere completamente la sommità dell'ambiente e successivamente ricoperto di terra. Il corridoio lasciato libero fra due pareti di pietra conduce all'accesso della tomba. All'interno, in un piccolo ambiente antico, scavato accanto al grande vano con la cupola, era collocato il sarcofago del re.
Una pseudocupola è una struttura circolare composta da anelli, generalmente di pietre, disposti orizzontalmente e posti uno sull'altro, in modo che l'anello superiore esulti più piccolo di quello sottostante, fino alla sommità, dove può restare un foro, detto oculus, oppure una pietra di chiusura a coperchio. L'anello superiore risulta quindi aggettante rispetto al sottostante che funge da mensola. Questa sequenza di elementi costruttivi crea una falsa cupola.
La resistenza strutturale della pseudocupola È data dalla portata del singolo anello e quindi si affida semplicemente alla gravità senza sfruttare l'effetto arco della vera cupola. La Porta dei Leoni costituì uno dei barchi della muraglia micene, formata da quattro monoliti e rassurmontate da una lastra lapidea, a forma triangolare, nel quale erano scolpiti due leoni che fronteggiavano una colonna. La maschera di Ramelon La maschera non vuole riprodurre fedelmente le fattezze del defunto cui fu destinata perché si tratta della rappresentazione stilizzata di un volto Osserviamo infatti che la forma del viso è costruita in modo rigorosamente simmetrico rispetto a un asse verticale che passa per il naso. Altri due assi orizzontali attraversano gli occhi e la bocca.
La forma degli occhi, del naso, delle orecchie, della bocca, dei baffi e della barba appaiono fortemente semplici. semplificate, nonostante la schematicità con cui ha disegnato il volto l'artista, ha saputo comunque esprimere con efficacia il carattere forte del guerriero raffigurato, esaltandole la nobile e eroica fissità di fronte al mistero della morte.