Oggi è il 25 aprile, oggi sono 80 anni dalla liberazione d'Italia. Ma liberazione da chi? Cosa è successo il 25 aprile? In questo video studieremo insieme il fenomeno della Resistenza Italiana, una pagina importantissima del nostro paese che ha creato l'Italia in cui viviamo oggi. E lo dico da subito, mi dispiace che ogni anno si cerchi di rendere questa festa sempre più divisiva e mi dispiace vedere che si parla di resistenza come la storia di alcuni e non come la storia di tutti noi. Questa festa esiste proprio per celebrare la libertà che tutti quanti noi abbiamo raggiunto e della quale godiamo tutti. Libertà di espressione, libertà di pensiero, libertà di libera associazione. Mi chiedo come possa essere considerato divisivo tutto questo. Ma torniamo alla storia, vediamo cos'è la Resistenza italiana. La resistenza, cito tre cani, è l'insieme delle attività politiche e militari di movimenti che durante la Seconda Guerra Mondiale, nelle zone occupate dall'esercito tedesco si opposero a questi invasori e ai loro alleati interni, nel nostro caso i fascisti. Italia e Germania, lo sapete senz'altro, furono alleate per gran parte della seconda guerra mondiale. Qui vi lascio anche il video sulla seconda guerra mondiale se volete ripassare qualcosa. E fin qui tutto ok. Mh, stiamo combattendo uno schieramento ben preciso, ma fino a un certo punto tutto cambia l'8 settembre del 1943, quando viene annunciato l'armistizio con gli americani. Le forze angloamericane, infatti, erano arrivate sul nostro territorio qualche mese prima. lo stavano via occupando sempre di più, partendo giù dal sud, dalla Sicilia, ma non solo, e piano piano sottraggono, liberano il nostro territorio dalle forze nazifasciste. Tanti supportano questa invasione americana, combattono con loro, è l'occasione per liberarsi finalmente, una volta per tutte dell'esperienza fascista dopo 20 anni di dittatura. Vedremo tante città insorgono, aprono le porte agli americani che arrivano. Vi faccio un esempio fra tanti. Napoli, dal 27 al 30 settembre del 1943 assistiamo a una vera e propria insurrezione popolare durante la quale militari e cittadini comuni liberano la città dalle forze nazifasciste consegnandola praticamente agli americani. Guardate, è bastato l'annuncio di un armistizio qualche settimana prima per far riemergere e far esplodere tutta quella rabbia nei confronti di un'alleanza, quella con i tedeschi, che evidentemente la popolazione non aveva mai accettato fino in fondo. Il Sud Italia in pochissime settimane viene liberato completamente. Immaginate a questo punto l'Italia spaccata in due. A sud gli americani, al centro nord i tedeschi. E guardate che questo è veramente un momento buio della nostra storia perché è una guerra nella guerra. è cioè una guerra tra due schieramenti che vengono a combattere tra loro sul nostro territorio, ma è anche una guerra civile tra parti dell'esercito e della popolazione che appoggiano gli americani da una parte e i tedeschi dall'altra. Mussolini era stato arrestato mesi prima, a fine luglio. Hitler lo libera, lo preleva dal Gran Sasso, lo porta in Germania e lo mette poi a capo di un nuovo regime, un nuovo regime fascista che dipende direttamente da lui. Sto parlando della Repubblica Sociale Italiana, anche conosciuta come la Repubblica di Salò. era proprio un nuovo ultimo e disperato tentativo di far risorgere l'esperienza fascista in un paese che ormai di fascismo non ne voleva più sentir parlare. Ecco, proprio in questo scenario nasce la resistenza. Qualche ora dopo l'annuncio dell'armistizio, l'8 settembre del 43, sei esponenti politici di tutti quei partiti che improvvisamente con la fine del fascismo erano rinati, formano il comitato di liberazione nazionale. Il CLN era proprio una struttura politica e militare che incitava la ribellione nei confronti delle forze nazifasciste e coordinava tutte le varie forze di resistenza presenti sul nostro territorio. nasce proprio come tentativo di coordinare e tenere insieme tutte quelle esperienze che spontaneamente stavano nascendo sul nostro territorio. Su tutto il nostro territorio. Infatti i gruppi eterogenei fatti da militari, da civili, da donne, da studenti, da giovani accomunati dall'opposizione al nazifascismo e dal desiderio di libertà, si univano, come vi dicevo, vedevano in questa lotta la possibilità di liberarsi della dittatura che li aveva tenuti soggiati per 20 anni e di liberarsi anche di una guerra orribile e insensata. che distruggeva il loro paese. Li chiamiamo partigiani, eh, significa letteralmente chi parteggia, chi prende posizione. Il termine, quindi, oggi sta proprio a ricordare tutti quei combattenti armati che non erano ufficialmente soldati, non facevano cioè parte di un esercito regolare, ma combattevano per la propria nazione contro i tedeschi che ormai dopo l'armistizio vengono considerati degli occupatori, degli invasori. E questi partigiani crescono sempre di più. dare dei numeri molto difficile, però sembrerebbe che fossero circa 10.000 soltanto nel 1943 per arrivare a più di 100.000 nel 1945. E in che modo combattevano per il nostro paese? In che modo diedero una mano agli americani che nel frattempo invadevano il nostro paese città per città? Ecco, le unità partigiane operavano spesso in contesti montuosi, rurali, spesso anche in città, lo vedremo. Ma non essendo un esercito ufficiale non potevano esporsi troppo o darsi un'organizzazione di un certo tipo, ma non ne avevano nemmeno né gli strumenti nell'esperienza e quindi, come spesso succede, conducevano azioni di guerriglia, sabotaggi, imboscate, attentati contro i tedeschi e contro i republichini, cioè i fascisti, quelli che erano rimasti con la Repubblica di Salò fedeli all'esperienza fascista. Questi gruppi chiaramente vivevano quindi in modo segreto, nascosto, perché farsi catturare significava morire e sceglievano anche nomi di battaglia molto suggestivi per sé e per i propri gruppi, per le proprie brigate, nomi che avevano a che fare con personaggi storici di un certo rilievo o per esempio con personaggi tratti da romanzi, eh da storie popolari, erano organizzati in brigate spesso legate proprio a dei veri e propri partiti antifascisti. Cioè questi gruppi, queste brigate spesso venivano coordinati da quei partiti che erano scomparsi durante il ventennio fascista. Erano stati sciolti, soppressi, cancellati e ora improvvisamente avevano la possibilità di riemergere. E quindi c'erano le Brigate Garibaldi, quelle comuniste, le Brigate Giustizia e Libertà legate al partito d'azione, le Brigate Matteotti, quelle socialiste. Ma non solo, c'erano anche molte bande autonome di liberali, di monarchici, di cattolici. Vi faccio un esempio, le Brigate Osoppo si legavano direttamente a questo nuovo partito della Democrazia Cristiana. Capirete da soli, quindi, e questa è una cosa importantissima per capire il fenomeno della resistenza, che non fu una lotta dei comunisti contro i fascisti. Spesso si tenta di relegare la resistenza a un'esperienza di parte relegata a una particolare ideologia e un particolare partito, quello comunista e non espressione di tutti. La resistenza fu esattamente il contrario, fu proprio l'espressione della pluralità del nostro paese. Fu il riemergere, fu l'esplodere prepotente, improvviso di tutte quelle esperienze politiche che erano state brutalmente oppresse durante il ventennio. Improvvisamente l'Italia con la resistenza si riscopre composita, non un blocco compatto fascista come Mussolini aveva voluto farci credere. Tra i partigiani, quindi, ci sono anche i cattolici, i socialisti, i liberali. Smettiamola di associare la resistenza al solo mondo comunista perché è una strumentalizzazione, una falsità. Vi dicevo comunque che la Resistenza operava soprattutto in contesti montuosi, rurali, eppure ci sono tanti episodi legati anche a delle grandi città. Roma la capitale è proprio un esempio che dobbiamo citare perché diede proprio filo da torcere ai nazisti. Qui i partigiani organizzarono un famosissimo attentato, l'attentato di via. Siamo nel marzo del 44 e questo attentato causò la morte di 33 soldati tedeschi. Un ordigno, infatti, venne fatto esplodere al passaggio di una colonna di soldati tedeschi in marcia. Questo attentato fece infuriare Hitler che decise di rispondere con una delle rappresaglie più violente della storia d'Italia. 335 italiani vengono fucilati alle fosse ardeatine per vendicare quei 33 soldati tedeschi in un rapporto quindi di 10 italiani per ogni tedesco ucciso e tra loro ci sono non solo militari partigiani ma anche cittadini e detenuti comuni. Nonostante questi brutali episodi di rappresaglia, ce ne sarebbero tanti altri da citare, ne cito solo uno, per esempio, la strage di Marzabotto, comunque la resistenza unita alle forze angloamericane eh continuano ad avere i loro risultati. La stessa Roma il 4 e 5 giugno del 44, quindi qualche mese dopo la strage delle fosse erdeatine, viene liberata definitivamente. Gli americani entrano in città accolti dalla popolazione in festa e l'Italia è spaccata in due sempre di più. Tra l'altro a nord c'è la linea gotica, insomma non si riesce a passare facilmente al nord. Eppure si procede ad agosto del 44 viene liberata Firenze, il 21 aprile del 1945 viene liberata a Bologna. Ecco quindi che ci avviciniamo a questa data fatidica del 25 aprile e dobbiamo dire una cosa, il 25 aprile è innanzitutto una data simbolica. Non è che il 25 aprile improvvisamente siamo tutti liberi, il fascismo è finito, la guerra è finita, finisce tutto. Questa data diventa simbolo dell'intero processo di liberazione perché in questa giornata il CLN da Milano proclama l'insurrezione generale del Nord Italia. Il Nord Italia era ancora in mano ai nazisti, ai fascisti e viene chiesto a tutte le forze partigiane di attaccare in modo decisivo per liberare le grandi città. Milano, Torino, Genova, Venezia, proprio in questi giorni, attorno al 25 aprile, come era successo già ad altre città italiane che abbiamo nominato, vengono finalmente liberate. L'esperienza della Repubblica Sociale al Nord, la Repubblica di Salò, è finita. Il fascismo è finito. Mussolini prova a scappare in Svizzera, viene catturato proprio dai partigiani e viene giustiziato il 28 aprile. Digli a poco cadrà anche la Germania e finirà la guerra in Europa. C'è da dire che a livello militare tutta la differenza l'hanno fatta le forze angloamericane. Questo è innegabile. La resistenza però servì a mostrare ai nazi fascisti e al mondo intero che l'Italia non era un paese che semplicemente in modo passivo veniva conquistato, ma era un paese che approfittava dell'arrivo delle forze angloamericane per liberarsi e questo permise all'Italia di presentarsi ai tavoli di pace non come un paese semplicemente sconfitto, ma come un paese che aveva combattuto per la sua libertà. Abbiamo dimostrato all'Europa, al mondo intero che sapevamo batterci per la nostra patria e questo fu decisivo nell'immediato dopoguerra. Tanti personaggi che avevano fatto la resistenza divennero personaggi di spicco della nostra primissima e neonata repubblica. Contribuirono attivamente a scrivere la nostra Costituzione e a ribadire proprio lì nella nostra Costituzione che l'esperienza fascista era un'esperienza che non doveva mai più riproporsi. Dal mondo della Resistenza vengono tantissimi nomi di grandi italiani e grandi italiane senza mettersi a fare l'elenco dei nomi, ora ne cito uno per tutti, Mil De Iotti. prima donna presidente della Camera aveva partecipato alla resistenza con il ruolo di staffetta. Quei valori di libertà sono ancora la base della nostra identità repubblicana e democratica. sono quei valori per cui noi oggi siamo anche liberi di criticare giustamente alcuni aspetti della resistenza, ma appunto questa libertà l'abbiamo ottenuta anche grazie ai partigiani, non di certo grazie ai fascisti che libertà non sapevano proprio cosa significasse. E vi lascio citando quello che oggi è il vero e proprio simbolo della resistenza italiana, cioè la canzone Bella Ciao. Bella Ciao è una canzone popolare che parla di libertà, parla dell'oppressione della dittatura, parla della guerra e parla anche della nostra capacità di combattere per la libertà. E guardate che studiando la resistenza capiamo fin da subito che questa non è una canzone di un particolare partito politico. Questa è la canzone simbolo di tutti quelli che credono nell'importanza della libertà. E quindi buon 25 aprile a tutti. M.