ciao sono patrick cieli e voglio salutare agatino finocchiaro è fabrizio arias opening food e ringraziarli per i bei commenti di apprezzamento che mi hanno lasciato oggi vediamo in cinque punti il capitolo 22 il capitolo è strutturato in due parti la prima parte è dedicata agli nominato che decide di recarsi in visita dal cardinale federigo borromeo giunto in visita pastorale al paese nella speranza che il cardinale possa porre fine al tormento interiore che lo ha torturato durante la notte la seconda parte invece è una lunga digressione dell'autore riguardante la biografia del cardinale federico borromeo il narratore invita il lettore a saltare questa digressione e ad andare direttamente al capitolo successivo qualora il lettore sia interessato solamente ed unicamente alle vicende del romanzo la biografia di federico borromeo e ricca di elogi e fa apparire i cardinali in una luce positiva ed edificante per questo motivo molti critici hanno accusato manzoni di aver fatto un elogio eccessivo e stucchevole del cardinale dando forma ad una biografia leziosa e svenevole simile quasi ad un racconto agiografico manzoni in realtà voleva rappresentare la vita di federico in modo tale che potesse apparire come un esempio di una vita spesa in favore del prossimo di una vita illuminata dalla grazia ed al vans per raggiungere tale scopo manzoni distorce parzialmente la verità e traccia un ritratto del cardinale in cui prevalgono le luci mentre le ombre sono allusivamente sottaciute tra gli errori dal cardinale vi è certamente quello di aver creduto che la peste fosse causata dai genitori come dirà il narratore nel capitolo 32 mentre ho messo l'altro errore del cardinale ossia il suo coinvolgimento in alcuni processi di stregoneria manzoni non giustifica tali errori nonostante fossero causati in parte dalla cultura dell'epoca in cui ha vissuto il cardinale semplicemente manzoni si limita a fare nei loro confronti una velata allusione la positività del ritratto del cardinale federigo borromeo è spiegata da manzoni stesso l'autore infatti per esplicita missione dice che l'elogio di borromeo voleva essere un fulgido esempio di quelle virtù che erano così rare nell'epoca in cui visse il cardinale in federigo borromeo infatti possiamo trovare tutte quelle virtù e sono diametralmente opposte a quei vizi così frequenti nel secolo in cui visse in federigo borromeo ritroviamo infatti l'umiltà contrapposta all orgoglio nobiliare la frugalità contrapposta allo sfarzo la cura per l'igiene contrapposta sudiciume del secolo del seicento la cultura contrapposta all ignoranza e infine la morale contrapposta l'inosservanza delle leggi propria di molti uomini del potere del tempo manzoni dunque provo una sincera ammirazione per quest uomo che seppe distinguersi con le sue virtù in un'epoca di tale decadenza e federigo borromeo già durante la sua vita aveva fama di tanto è vero oggetto per il popolo di autentica venerazione è assolutamente errata quell'interpretazione che vede nell'elogio del cardinale borromeo un'esaltazione da parte di manzoni del ruolo della chiesa nel romanzo dei promessi sposi infatti sono frequenti quei personaggi appartenenti alla chiesa che non sono per nulla lodevoli tra questi ricordiamo dona voglio la monaca di monza o il padre provinciale dei cappuccini tutti i personaggi che di certo con la loro presenza e le loro azioni non esaltano il ruolo della chiesa inoltre nel capitolo 22 l'autore raccontandoci la biografia del cardinale ci racconta che il cardinale stesso era solito rimproverare in maniera brusca e burbera quei preti che peccavano di avarizia è che non facevano bene il loro mestiere e nei capitoli 25 26 vedremo il cardinale borromeo all'opera mentre sgrida dona al buio per non aver fatto il proprio dovere i motivi dell'elogio del cardinale borromeo in questo ritratto vanno invece ricercati nella visione politica paternalistica di manzoni infatti manzoni credeva che la società dovesse essere guidata dall aristocrazia non dalla borghesia in quanto la borghesia era preda dei propri interessi economici ed era miope nei confronti della politica e non dal popolo in quanto il popolo era guidato dagli istinti ed alla violenza l'unica classe in grado di guidare la società era appunto l'aristocrazia e il cardinale federigo borromeo è uno straordinario esponente di questa classe sociale in quanto il cardinale è dotato di una levatura morale eccezionale ed esercita il potere senza procurare o soprusi alle classi più povere per questo motivo manzoni fa del cardinale federico borromeo un ritratto così luminoso e positivo la figura del cardinale borromeo rappresenta un'eccezione nel sistema di personaggi del romanzo infatti il cardinale è l'unica figura storica che interagisce direttamente con i protagonisti influenzando le loro vite come ad esempio nella liberazione di lucia o quando il cardinale in seguito si interesserà del destino di renzo un'altra eccezione riguarda il fatto che federigo sia un personaggio potente e aristocratico ma virtuoso e dunque rappresenta una eccezione a quella regola secondo cui l'esercizio del potere costringe a commettere azioni malvagie e delittuose la terza eccezione è che ha la biografia del cardinale borromeo è dedicato quasi un intero capitolo è questo nell'economia del romanzo è un caso unico le informazioni sulla vita dal cardinale federico borromeo sono state tratte da manzoni da due fonti storiche di storia patria di giuseppe ripamonti è la vita di federigo borromeo di francesco rivola entrambe queste fonti ricordano l'incontro tra l'illuminato e il cardinale federigo borromeo ha il merito di aver fondato nel 1607 la biblioteca ambrosiana che nel 1609 fu tra le prime ad essere aperta al pubblico con una sala lettura questo è un evento assolutamente rivoluzionario per l'epoca in quanto nel seicento le biblioteche non erano aperti al pubblico i libri non erano esposti in scaffali visibili al pubblico bensì venivano tenuti chiusi negli armadi e come ci spiega il narratore era discrezione dei bibliotecari se farli consultare a chi veniva a chiederli la biblioteca ambrosiana e tutt'oggi una delle più prestigiose al mondo e contiene circa 35 mila manoscritti custodisce inoltre il codice atlantico di leonardo da vinci e numerosi autografi di vari autori tra cui petrarca boccaccio ariosto è lo stesso manzoni alessandro manzoni consultò più volte diversi volumi nella biblioteca ambrosiana il si documentò all'interno della biblioteca sulla storia del xvii secolo raccogliendo abbondante materiale per la stesura dei promessi sposi federigo borromeo è autore di un centinaio di opere tra latine italiane stampate e manoscritte conservate tutte nella biblioteca ambrosiana tuttavia nessuna di queste opere e ha dato fama letteraria e manzoni tratta questa questione velatamente con una certa ironia il narratore ci fa capire che queste opere sono state dimenticate in quanto presentavano al loro interno la vacuità propria del seicento i narratori immagina che il lettore potrebbe chiedersi il motivo di tali oblio letterario ma non dà una risposta esplicita dicendo semplicemente che il fornire tale risposta risulterebbe troppo lungo e prolisso e dunque rischierebbe di annoiare il lettore si tratta di un espediente che abbiamo già incontrato nell'introduzione dove manzoni diceva di non voler fornire ulteriori spiegazioni per rispondere alle eventuali critiche che gli sarebbero state mosse per le scelte linguistiche adottate nel suo romanzo l'autore giustificava il rifiuto di fornire tali spiegazioni con il desiderio di non annoiare il lettore l'ultima cosa da dire riguarda l'aneddoto sul cardinale borromeo che impedisce la monacazione forzata di una ragazza si tratta di un allusione alla vicenda di gertrude che abbiamo visto nei capitoli 910 e questa era una pratica molto diffusa nei secoli xvii e xviii una pratica a cui il cardinale aveva tentato di opporsi con questo concluso ti lascerò alcune domande che potresti incontrare in sede di verifica sul gruppo facebook iscriviti al canale e noi ci vediamo al capitolo 23 in bocca al lupo