Dante Alighieri è considerato il sommo poeta della letteratura italiana e mondiale.
Inizio della "Divina Commedia": "Nel mezzo del cammin di nostra vita..."
Nascita e Famiglia
Nasce nel 1265 a Firenze e muore in esilio a Ravenna nel 1321.
Perde la madre, Donna Bella degli Abati, all'età di 10 anni.
Vive con il padre Alighiero di Bellincione e la matrigna Lapa di Chiarissimo Cialuffi.
A 12 anni, viene destinato al matrimonio con Gemma di Messer Manetto Donati, con cui avrà tre o quattro figli: Pietro, Jacopo, Antonia, e forse Giovanni.
Formazione e Prime Opere
Intorno al 1283, inizia a dedicarsi alla poesia e stringe amicizia con Guido Cavalcanti.
Incontra Beatrice per la prima volta a 9 anni e nuovamente a 18 anni.
Scrive la "Vita Nova" dedicata a Beatrice.
Nel 1290, dopo la morte di Beatrice, si dedica agli studi filosofici e legge opere di Boezio e Cicerone.
Probabile prima opera: "Il Fiore" (data incerta).
Vita Pubblica e Politica
Nel 1289, partecipa alla Battaglia di Campaldino: vittoria dei Guelfi.
Si iscrive all'Arte dei Medici e degli Speziali (1295) e inizia la carriera politica.
Si schiera con i Guelfi Bianchi, meno facinorosi.
Eventi Politici
Nel 1300, costretto a mandare in esilio Guido Cavalcanti.
Nel 1301, viene inviato a Roma da Papa Bonifacio VIII.
Condannato all'esilio perpetuo da Firenze (27 gennaio 1302) senza prove certe.
Periodo di Esilio
Prime tappe dell'esilio: Forlì, Verona, Corte dei Malaspina.
Non soddisfatto della vita di corte; desidera tornare a Firenze.
Opere scritte in questo periodo: "De vulgari eloquentia" e "Monarchia".
La Divina Commedia
Scritta tra il 1304 e il 1321, rappresenta l'opera più importante di Dante.
Racconta un viaggio spirituale attraverso i tre regni dell'oltretomba, culminando nella visione di Dio.
Rappresenta un passo avanti nella lingua volgare italiana.
Ultimi Anni e Morte
Si sposta a Verona nel 1312 e a Ravenna nel 1318.
Muore di febbre il 14 settembre 1321 e viene sepolto a Ravenna nella Chiesa di San Francesco.
I suoi resti non tornano mai a Firenze.
Conclusione
Dante riflette sui versi finali della "Divina Commedia" nei suoi ultimi momenti, esprimendo la connessione tra amore divino e il suo desiderio.