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Kant e la critica della ragion pura

nelle elezioni scorse abbiamo cominciato a parlare di kant abbiamo presentato la sua vita e qual è il suo metodo di lavoro il suo cosiddetto criticismo dopodiché abbiamo iniziato ad affrontare lo studio della critica della ragion pura la prima delle sue grandi opere oggi proseguiamo nell'intento analizzando meglio quali sono le parti di questa opera iniziando a vedere la prima di queste parti l'estetica trascendentale andiamo a cominciare [Musica] come sempre un buon caffè serve se si vuole affrontare canta queste ore tarde della sera è però diciamo che oggi in effetti abbiamo un discorso abbastanza complesso da fare ma anche tutto sommato lineare quindi penso che se affronteremo con la giusta misura gli argomenti che abbiamo davanti potremmo capire comprenderli abbastanza bene insieme o almeno questo è quello che spero in primo luogo dobbiamo prima di tutto prima di vedere come canta divide la critica della ragion pura affrontare un discorso preliminare che riguarda le facoltà della conoscenza che pertanto sono tre quando noi conosciamo i fatti secondo canti mettiamo in campo progressivamente da diverse capacità tra i diversi modi di affrontare la conoscenza meglio ancora appunto tra i diversi ha facoltà che sono la sensibilità l'intelletto e la ragione la sensibilità è ovviamente quella più elementare quella che coinvolge i nostri sensi e che però non coinvolge solo i nostri sensi come vedremo tra poco perché assieme ai sensi lavorano anche due forma priori quelle di spazio e di tempo questa sensibilità ha solo il compito di raccogliere i dati che arrivano dall'esterno e diciamo così inizialmente immagazzinare il compito invece di pensarli cioè di formulare dei pensieri a partire da questi dati spetta all'intelletto la seconda di queste facoltà quindi la sensibilità raccoglie l'intelletto potremmo dire rielabora come vedremo questa rielaborazione messa in campo dall'intelletto agisce tramite delle forme a priori molto particolari che sono le categorie che sono quindi fondanti nel rapporto tra nelle idee e l'intelletto infine come vi ho detto esiste anche una terza facoltà della conoscenza che è la ragione sulla quale ci soffermeremo alla fine della nostra analisi della critica per ragion pura e sulla quale dire molte cose per ora possiamo anticipare che la ragione è quella facoltà con cui tramite cui meglio ancora cerchiamo di spiegare la realtà che abbiamo davanti in maniera globale parlando di tutto un certo ambito d'indagine questa ragione che cerca di spiegare globalmente la realtà agisce come vedremo soprattutto tramite tra idee fondamentali che sono le idee di anima di mondo e di dio ma di questo parleremo più avanti intanto soffermiamoci per il momento sulle parti della conoscenza sulle facoltà della conoscenza cui corrispondono delle precise parti della critica della ragion pura l'opera infatti si divide principalmente due grandi sezioni che sono chiamate dottrina degli elementi e dottrina del metodo ora noi della dottrina del metodo non ci occuperemo sappiate che esiste ma non abbiamo tempo e modo di approfondire e invece ci soffermeremo maggiormente sulla bottiglia degli elementi che è la prima parte di quest'opera questa dottrina degli elementi si suddivide a sua volta in due grandi sezioni che vengono chiamate estetica procedimentale e logica trascendentale questa seconda parte la logica trascendentale a sua volta si divide in altri due sotto parti che sono chiamate analitica trascendentale e dialettica atroci mentali alla fine i nomi che dovete ricordare con particolare attenzione sono tre e sono appunto le tre sezioni principali l'estetica trascendentale l'analitica trascendentale e la dialettica trascendentale come avrete già notato forse tra i sezioni che naturalmente corrispondono alle tre facoltà della conoscenza di cui parlavamo prima infatti la dottrina della sensibilità trova spazio nella estetica trascendentale la prima di queste tre parti la dottrina invece dell'intelletto trova spazio nella analitica per scegliere tale la seconda di queste tre parti e infine la teoria della ragione è andato trina della ragione trova spazio nella dialettica atroce netta come vedremo questa tripartizione delle parti dell'opera e ripartizione della delle facoltà della conoscenza ha un suo ulteriore corrispettivo nella ripartizione che kant fa delle varie discipline se vi ricordate in origine infatti abbiamo detto che lo scopo ultimo della critica della ragion pura è quella di verificare se le forme di conoscenza sono possibili valide e fino a che punto sono eventualmente valide ma abbiamo anche detto che queste discipline sono in particolare tre la matematica la fisica e la metafisica infatti lo scopo di cannes sarà quello di verificare se sulla sensibilità si potrà fondare la matematica e quindi parlando di estetica trascendentale parleremo anche di matematica dopo di che proverà vedere se sull'intelletto si può fondare la fisica e infatti quando faremo un'analitica trascendentale parleremo anche di fisica e infine prono a vedere se sulla ragione si può fondare la metafisica e di questo parleremo quando tratteremo l'ultima parte importante della critica radio c'è ancora che appunto la dialettica trascendentale prima però di addentrarci in queste parti su cui staremo anche un bel po conviene spiegare il significato di una parola che come avete visto ricorre spesso in questi titoli che è la parola trascendentale allora normalmente in filosofia quando si parla di trascendentale estesa ci pensa a qualcosa che trascende l'esperienza sensibile cioè che sta potremmo dire al di sopra del nostro piano della fises che non si confonde col nostro mondo ma che come dio si pone al di là al di sopra del nostro mondo kant però intende la pallonata occidentale con un significato diverso e si richiama in particolare all'origine medievale del termine per lui trascendentale significa infatti ciò che è relativo alle proprietà universali comuni che erano moro importi che ho volato per dire che per lui trascendentale non è tanto ciò che sta al di sopra dell esperienza come dicevamo prima ma ciò che sta prima dell'esperienza che trascende l'esperienza nel senso che la precede cosa vuol dire quindi trascendentale se è qualcosa che viene prima l'accidentale significa relativo a ciò che è a priori che lasci mentale vuol dire quindi a priori quando parliamo di estetica trascendentale intendiamoci estetica intesa nelle sue forme york analytic atroce natale analitica studiate in particolare per quanto concerne le sue forme a priori dialettica touch e mentale elettrica studiata in particolare nel riguardo delle sue modalità e delle sue forme ap rio ora ha detto questo fatta questa ampia premessa è il momento di iniziare a parlare dell'estetica 13 mentale la prima di queste tre importanti sezioni nella critica della ragion pura allora anche qui siamo di fronte a una parola strana trascendentale l'abbiamo in realtà già spiegata ma estetica non è una parola che risolto torriano quando parliamo di conoscenza quando parliamo di museologia e soprattutto quando parliamo di matematica infatti cante intende la parola stessa estetica in senso poco tradizionale o meglio più tradizionale di quello a cui siamo abituati perché anche in questo caso lui si richiama a l'origine etimologica della parola all'originale greco per il quale estetica significava sostanzialmente senza offrirono quindi la l'estetica di kant ma tanto lo studio del bello in questo caso vedremo che si occuperà del bello nella critica le giudizio ma in questo caso quando parla di estetica non si riferisce al bello si riferisce alla sensazione non a caso le strade gatto occidentale studi alla prima facoltà della conoscenza che abbiamo detto la sensibilità che non è altro che la sensazione anche gli interisti erano partiti dalla sensazione erano stati convinti che il primo fattore importante per la nostra conoscenza forse ciò che ci arrivava dei sensi fino a arrivare ad arrivare in certi casi a degli estremi come quelli di berkeley per il quale solo la sensazione esiste e non esiste nulla di reale fuori di noi ma riprendendo in parte quello che gli altri i ministri hanno già detto canta sottolinea fin da subito che la sensazione è che non certo senso una doppia faccia la sensibilità ha una doppia faccia perché questa sensibilità può essere contemporaneamente ma è passiva massima è abbastanza facile da spiegare perché noi di fatto quando vediamo tocchiamo percepiamo veniamo di fatto colpiti da delle sensazioni dalle impressioni da qualcosa di esterno che colpisce letteralmente i nostri sensi la luce colpisce l'occhio le onde acustiche colpiscono gli orecchi gli odori colpiscono il naso e lo fa forse meno facile da spiegare invece il lato attivo di questa sensazione perché canta e commento che si noi veniamo colpiti ci arrivano addosso queste questi stimoli diciamo così ma appena questi stimoli colpiscono i nostri organi di senso generano dei dati possiamo chiamarli anche così nei dati che la nostra mente non subisce solo passivamente ma che subito cerca di organizzare cioè cerca di strutturare in determinati modi questo se vi ricordate l'avevamo già detto quando abbiamo parlato del fenomeno del numero abbiamo sottolineato come il fenomeno non sia altro che la realtà vista attraverso le nostre menti e da esse immediatamente organizzata quindi non c'è solo un subire c'è anche un organizzare c'è un lato che potremmo definire appunto attivo questa sensibilità in particolare agisce tramite due sensi principali poi è vero che esistono i cinque sensi tradizionali ma prima ancora dei cinque sensi tradizionali cantine distingue due che chiama il senso esterno ed in senso interno il senso è stato ma non è altro che i sensi che usiamo tradizionalmente quelli che ci permettono di percepire la realtà fuori di noi il senso interno invece è la capacità di sentire percepire qualcosa che c'è invece dentro di noi nel primo caso processo esterno noi appunto percepiamo qualcosa di materiale fuori di noi e lo organizziamo secondo potremmo dire così la forma dello spazio che è proprio la forma tipica del senso esterno di fatti quello che vediamo attorno a noi nella nostra mente come percezione viene immediatamente spazializzato cioè viene disposto in uno spazio è tridimensionale consenso interno invece percepiamo il soprattutto il succedersi di alcuni stati interni dice kant e cioè la forma quindi di riferimento di questo senso interno non è tanto più lo spazio quanto piuttosto il tempo quindi come vedete questi due sensi senso interno e il senso esterno sono fortemente legati con due forme a priori possiamo già chiamarle così che avevamo già in parte visto che gli empiristi ma che canta fa decisamente decisamente su e lo spazio e il tempo due forme priori che secondo calci sono presenti in tutti gli uomini e costituiscono due modi permette cui gli uomini organizzano le percezioni che arrivano dall'esterno o dall'interno quindi detta in altri termini quando io apro gli occhi e vedo il mondo davanti a me bensì fisco dei dati che colpiscono agli occhi i dati viaggiano verso il cervello e una volta giunti alla mia mente diciamo così oggi che sappiamo più o meno come funziona tutto questo meccanismo una volta giunti alla mia mente se collocate vengono posati organizzati in una ragnatela spaziale e allo stesso modo quando io vedo delle cose a cadere le mette in successione non accollate che siano fuori di me o che siano dentro di me è uguale ne mette in successione e crea una sorta di ragnatela del tempo che è costituita dalla successione di queste fasi di queste percezioni potremmo dire questo già però ci fa notare un ulteriore cosa che non tutto si può rispondere nello spazio mentre tutto si può disporre nel tempo questa è una cosa che nota lo stesso camp e che lo porterà poi a fare trarre meglio ancora delle conclusioni molto particolari sul tempo quando parleremo delle categorie nell'analisi ca trascendentale perché dice che tutto si dispone nel tempo ma non tutto nello spazio proprio perché quando noi ci riferiamo a ciò che accade fuori noi ai fenomeni esterni questi fenomeni sono sempre spazializzato e tempo realizzati ma quando ci riferiamo però ai fenomeni interni come ad esempio ai sentimenti questi sentimenti o pensieri noi possiamo tempo realizzati ma non possiamo sempre spaziali star lì mi spiego meglio faccio un esempio allora voi sapete dire un pensiero dove si trova difficile un pensiero che avete avuto voi stessi dove si può trovare non sappiamo dire esattamente dove sappiamo di averlo avuto sappiamo magari anche quando lo abbiamo avuto e quanto è durato nella nostra testa ma non sappiamo dove era esattamente diciamo york che adesso ha detto nella nostra testa ma lo diciamo non perché lo percepiamo nella testa ma semplicemente perché siamo stati abituati a pensare che la parte di noi che pensa sia la mente cervello la testa appunto ma pensate agli antichi che pensavano ritenevano invece che pensare fosse il cuore oppure l'anima rifugia su tutto il corpo e non pensavano minimamente che fosse il cervello l'unica parte deputata al pensiero ora quindi come vedete ci sono delle cose che possono essere risposte nello spazio ma anche cose che non possono essere disposte nello spazio fenomeni che non possono essere spazializzato mentre tutti i fenomeni possono essere tempo realizzati per questo canta a ribadire che tra le due forme per i giorni di spazio e tempo il tempo è il medium veramente universale perché appunto si ritrova può lavorare con ogni fenomeni a questo punto abbiamo definito cosa c'è uno spazio e tempo le due forme a priori della sensibilità cioè le due forme priori che intervengono immediatamente ogni volta che io percepisco qualcosa io ricevono i dati e immediatamente automaticamente questi dati vengono immagazzinati in grande casellario formato da spazio e rare questo è per noi inevitabile secondo canto però finora noi abbiamo opposto questa definizione le abbiamo spiegate presentate ma non abbiamo ancora dimostrato che spazio tempo siano davvero presente in noi e siano effettivamente così configurate come kant e le ha descritte lo stesso kant si rende conto infatti che dovrebbe essere un pochino più convinte convincente e quindi cerca di trovare ben due modi per dimostrare che spazio e tempo hanno una caratteristica di essere a priori cioè di essere presente nella nostra mente fin dalla nascita di corrispondere a quelle venti colorate di cui parlavamo la volta precedente ora queste due dimostrazioni sono due esposizioni che vanno sotto il nome di esposizione metafisica e disposizione trascendentale partiamo dalla disposizione metafisica su cui un tempo si rimaneva a lungo analizzando la in ogni dettaglio c'è da dire che gli ultimi libri di testo quelli più recenti tendono invece in realtà a andar via un pochino veloci su questo discorso che è effettivamente a un po complesso da spiegare e anche da far cogliere a chi magari non è adesso al linguaggio di kant e anche al linguaggio della fisica del tempo però cerchiamo una via di mezzo cercherò di spiegarvelo maniera abbastanza veloci ma non troppo veloce in modo che cogliate almeno i punti salienti di questo discorso attenzione però se non di paris ricordi e di tutti non vi preoccupate l'europa perché il discorso effettivamente è complesso e però non è così indispensabile comprendere ogni singolo aspetto di questo discorso dell'esposizione metafisica appoggiate di comunque il libro riascoltate questo video più volte e caso ormai poi fate neanche le domande cercherò di chiarirvi di eventuali dubbi ora l'esposizione metafisica è quell'esposizione in cui camp e tenta di giustificare spazio tempo usando argomenti generali e teorici in particolare cercando di controbattere alle tesi su spazio tempo che ha letto bari cante erano ritenute quelle dominanti cioè camp ha proposto la sua visione di spazio tempo ma subito napoli ce so bene che altri la vedono in maniera diversa allora per dimostrarvi che ho ragione io vi dimostro che gli altri hanno torto quali sono questi altri cante ne individua tre in particolare tra i gruppi che lui chiama gli oggettivisti i concettualisti e gli empiristi partiamo da quest'ultimo gruppo degli interisti perchè quello che abbiamo studiato meglio che forse dovrebbe suonarvi più familiari in particolare la posizione degli interisti è più o meno quella di doc contro cui però carta appunto si scaglia la sosteneva se vi ricordate che nulla esisteva a priori nella nostra mente che la nostra mente era come una tabula rasa un foglio bianco in cui noi andavamo a scrivere tutte le informazioni che ricevevamo dall'esperienza infatti se vi ricordate loc era un anti nazista aveva criticato fortemente cartesio riguarda proprio alle idee innate ed era arrivato dire che anche spazio tempo non erano affatto innate spazio tempo però che derivavano dall'esperienza noi facevamo l'esperienza dei singoli spazi dei singoli tempi e poi combinando tra loro queste esperienze particolari arrivavamo a crearci leader generale dello spazio e l'idea generale del tempo talts pensa però che locke abbia torto perché lo dice perché se davvero spazio tempo fossero derivati dall'esperienza allora vorrebbe dire che noi dovremmo linea teorica essere in grado di fare esperienza anche senza senza tirare in ballo spazio e tempo cioè detto in altri termini se spazio e tempo sono dei derivati qualcosa che abbiamo compreso ricavato con la nostra mente dall'esperienza allora c'era all'inizio almeno un'esperienza che noi facevamo senza avere ancora in mente lo spazio per te e dovremmo poter essere in grado di replicare un'esperienza di questo genere cioè aprire gli occhi all'improvviso guardarci attorno e percepire le cose senza immediatamente organizzarle in uno spazio e in un tempo ma possiamo davvero farlo possiamo guardarci attorno senza percepire lo spazio percependo meglio quello spazio ma non immagazzinando organizzando in un concetto ad esempio tridimensionale di spazio possiamo guardare le cose escludendo il tempo dalla nostra percezione secondo camp nou non è possibile non è possibile fare esperienza escludendo l'idea di spazio e l'idea di tempo questo per kant è la prova che spazia tempo non possono derivare dall esperienza ma devono precedere un esperienza e quindi essere a priori dopodiché canto se la prende con i cosiddetti oggettivisti in due campione in un certo senso è il grande fisico isaac newton a cui in realtà canta è abbastanza vicino lo critica adesso ma le sue posizioni non sono poi così distanti come potrebbe sembrare da quelli di newton cosa sosteneva newton xmm newton diceva che spazio e tempo erano sostanzialmente degli assoluti a sé stanti cioè delle realtà universali oggettive che però esistevano indipendentemente dall uomo cioè anche se non ci fosse stato più alcun uomo sulla faccia della terra spazio e tempo come assoluti avrebbero continuato ad esistere canta al contrario come abbiamo già visto pensa che spazio tempo è vero che siano qualcosa di oggettivi ma presenti nella mente umana solo degli a priori della mente umana e si vuol dire che fuori dall uomo non esistono non esistono i concetti di spazio e tempo e concetti di spazio tempo sono mori dell'uomo di organizzare le esperienze d'altronde come abbiamo detto in un esempio che abbiamo fatto l'altra volta noi possiamo anche non essere sicuri che gli altri esseri viventi gli animali percepiscano lo spazio e il tempo come non lo percepiamo potrebbero avere un l'idea di spazio bidimensionale quadridimensionale e questo non cambierebbe la natura dello spazio come noi lo percepiamo su questo penso che khan sarebbe abbastanza d'accordo spazio tempo come forme come oggettività come concetti assoluti sono qualcosa di puramente umano allora come fa kant a criticare la posizione di newton fa un discorso un pochino complesso da capire ma spero di spiegarvelo abbastanza bene allora anche qui fanno sorta di dimostrazione per assurdo cioè accetta perderà la posizione del suo avversario e quindi dice ammettiamo che sia vero quello che sostengono gli oggettivisti cioè anche spazio tempo siano degli assoluti a sé stanti che esistono al i fori dell'uomo dei come dei contenitori c'è poi vengono via via riempiti dai dati dai vari spazi dai vari tempi che esistono nel mondo indipendentemente qualche l'uomo le misure oppure no dal fatto che esistono spazi e tempi che vanno a riempire queste casette ora se queste caselle fossero qualcosa di esterno a luogo di esistente di per se queste caselle potrebbero essere piene ma essendo caselle potrebbero anche essere vuote ora una casella vuota un modo di organizzare le cose che però non ha cose da organizzare può esistere una modalità organizzativa senza nulla da organizzare nel mondo esisterebbe la risposta di canta e no nella mente umana si nella mente umana una modalità organizzativa prima di dati continua a esistere è una predisposizione della mente a raccogliere i dati organizza che i dati rimini o che non arrivino cambia poco la modalità organizzativa a rimane presente ma fuori dell'uomo questa modalità organizzativa senza i dati non ha senso non esiste non è nulla perché una modalità ha bisogno di una mente per esistere altrimenti in assenza di dati si scioglie come neve al sole potremmo dire non esiste per questo dice canta newton a in fondo intuito qualcosa di vero che spazia tempo siano delle realtà oggettive ma non ha capito che sono presenti nella mente umana che sono un elemento a priori dell'uomo infine kant se la prende con i concettualisti e in particolare con l'hiv altro grande filosofo che non aveva preceduto che era stato anche contemporaneo di newton 6 ricordate se la prende con l'hiv nice perché leibniz e questi concettualisti ritenevano che spazio tempo fossero dei concetti che l'uomo astraeva dall'osservazione di molti casi particolari molti spazi e molti tipi apre però con un processo estrattivo arrivava a definire i concetti punto concetti di spazio e tempo tante critiche anche questa posizione perché ritiene che invece spazio tempo siano presenti in maniera molto più veloce di quanto l'astrazione non consentirebbe e quindi noi spazio tempo li abbiamo in mano tra intuitivamente nel momento stesso in cui facciamo esperienza con questo cante ritiene di aver sostenuto la sua esposizione metafisica di aver demolito dal suo punto di vista le posizioni riesce avversari e quindi di aver fondato spazio tempo come forme a priori però come vi dicevo all'inizio oltre all'esposizione metafisica account sfide anche una esposizione che lasci mentale cioè un secondo discorso per dimostrare la validità dei suoi concetti delle sue idee riguardo spazio e tempo questo secondo il discorso è quello in cui canta introduce la matematica che come abbiamo detto proprio nell'estetica trascendentale viene studiato perché la matematica perché la matematica che si basa su geometria e aritmetica è strettamente legata alle forme a priori di spazio e di temi d'altra parte geometria aritmetica vengono definite dal canto scienze sintetiche a priori per eccellenza vi ricordate quello che abbiamo retto riguardo ai giudizi sintetici a priori e all'esempio in particolare che abbiamo fatto che era un esempio aritmetico cento più sente uguale 12 adesso quel esempio ci torna utile geometrie rhythm etica infatti secondo caso sono scienze che aumentano la nostra conoscenza e quindi sono sintetiche ma sono anche a priori perché appunto non si basano sull'esperienza sensibile ma su alcune modalità già presenti dentro e noi e adesso lo va a dimostrare la geometria infatti su cosa è fondata la geometria cos'è tra giovani e allo studio di figure nello spazio geometrico quindi alla base della geometria se l'idea a priori di spazi l'aritmetica d'altra parte su quando si basa l'aritmetica si basa sui numeri ma i numeri cosa sono sono delle successioni che so insieme dei numeri naturali cos'è è la successione di vari numeri secondo una certa regola l'insieme dei numeri dei reali è la successione arrivare i numeri secondo una regola diversa da quella precedente cioè alla base della rhythm etica dei numeri c'è alla successione e la successione l'idea di successione si fonda sull'idea a priori di tempo per che cos'è il tempo una successione di diversi istanti ora vi sarà quindi è piuttosto chiaro che se se la geometria si fonda sullo spazio e se l'aritmetica si fonda sul tempo allora la matematica che è l'insieme di geometria e aritmetica e fondata sulle forme a priori è un prodotto tipico delle forme priori della sensibilità e quindi se la matematica si basa sulle forme a priori che sono presenti in tutti gli uomini sono quelle lenti che tutti abbiamo allora la matematica necessariamente ha le medesime caratteristiche delle forme a priori cioè è a priori è universale è necessaria ed è valida per tutte le menti pensanti valida quindi attenzione ma valida fino a che punto valida dove questo dobbiamo chiederci perché la matematica abbiamo detto si fonda sulle forme a priori e le forme a priori se vi ricordate quello che abbiamo detto l'altra volta ci aiutano a plasmare il fenomeno cioè il mondo come noi lo percepiamo le forme a priori mi ricordo nella metafora che abbiamo usato sono le lenti colorate lo spazio il tempo non sono altro che lele i dati che dicevo sono il mondo visto attraverso le lenti cioè il mondo azzurro la matematica potremmo dire in questo grande esempio è la scienza dell'azzurro studia le diverse gradazioni d'azzurro fonda su di esse la propria conoscenza ora se tutto questo è vero ci sono due conseguenze importanti da sottolineare prima conseguenza noi il mondo lo percepiamo tutto colorato d'azzurro cioè lo percepiamo che è fenomeno ma il fenomeno cos'è il mondo filtrato lo spazio tempo quindi quando diciamo che precedono il fenomeno stiamo dicendo che percepiamo il mondo secondo uno sguardo matematico cioè che percepiamo il mondo tramite spazio tempo ciò tramite la geometria e tramite l'aritmetica cioè la realtà ci si presenta tra virgolette in modalità matematiche potremmo dire vi ricordate quando abbiamo fatto galileo galilei e cosa diceva galileo della matematica se vi ricordate galileo sosteneva che la matematica era la lingua in cui dio aveva scritto il mondo aveva scritto la natura qui con kant c'è un'idea radicalmente diversa da quella di galileo la matematica non è il mondo la lingua in cui dio ha scritto il mondo la matematica è la lingua attraverso cui noi vediamo il mondo è una cosa molto diversa il che vuol dire che il mondo potrebbe non essere affatto matematico potrebbe non seguire in fondo alle regole della matematica noi lo percepiamo solo tramite questo sguardo matematico ma il mondo potrebbe essere anche diverso la così e questo è la differenza che già abbiamo sottolineato tra fenomeno il mondo per me il mondo tra virgolette matematico e il nome lo il mondo inconoscibile il mondo che non possiamo conoscere nessun caso che non sappiamo se matematico oppure no quindi la matematica in ultima istanza è una forma di conoscenza valida si chiede camp la risposta è sì ma solo fino a un certo punto perché la matematica è sicuramente una scelta affidabile abbiamo detto che è sintetica a priori addirittura ci permette di conoscere sempre più cose funziona bene è solida è sicura ma riguarda il mondo fenomenico cioè ci permette di conoscere solo la realtà come noi la conosciamo come noi la percepiamo non si permette di conoscere la vera realtà delle cose quantomeno non sappiamo se ci può permettere di conoscere questa vera realtà delle cose se ci può permettere di giungere all o meno quello che sappiamo è che funziona a livello fenomenico come vi dicevo è come se fosse la scelta delle lenti la scienza dell'azzurro la scelta che studi al mondo dopo che è passato attraverso le forme attraverso le lenti come prima delle lenti questo mondo per ora lo possiamo sapere quindi la matematica è una scienza possibile sì valida si fino a che punto nel campo fenomenico e con questo cult alzare sciolto la prima grande questione che si proponeva di affrontare cioè fondare la matematica a vedere se la matematica è una forma di conoscenza affidabile e fin dove a chi da nel sateca trascendentale sostanzialmente si conclude qui nella prossima lezione vedremo invece come carta prosegue il discorso studiandola una litigata occidentale su cui il discorso si fa ancora più complesso e soprattutto più ampio e più lungo perché ci sono molte cose da dire ma di questo parliamo nella prossima lezione e per ora il nostro discorso è concluso e ascoltate il video appoggiatevi come sempre al libro di testo se avete bisogno fate domande e ci rivediamo prossimamente [Musica]