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Sintesi della filosofia di Platone

Parlando con studenti universitari che stavano preparando esami abbastanza corposi di storia della filosofia, mi sono accorto di un'esigenza che forse è abbastanza diffusa. Quella di avere, oltre ai video molto ampi che di solito faccio per spiegare i filosofi e a volte anche i periodi storici, c'è forse bisogno anche di video un po'più sintetici. Non tanto per studiare i vari pensatori, perché per studiarli e capirli ci vuole il dovuto tempo, ma per il ripasso finale. Per scorrere gli argomenti e a ripeterli mentalmente può essere utile un video che sintetizzi e faccia un po'il punto su un grande autore. Oggi iniziamo a fare qualcosa del genere perché tenterò di spiegarvi tutto Platone in un'ora. Ho dedicato molti video a Platone, ce ne sono diversi per diverse ore, ho fatto un conto, dovrebbero essere circa otto ore di video per spiegare quasi tutto a Platone, ma oggi provo a fare un'estrema sintesi di queste otto ore di video, che comunque vi indicherò in descrizione, in un'ora. Andiamo a cominciare. Musica Un soso di caffè nella solita tazza con scritto andiamo a cominciare, con me ci sono come sempre Topolino, Tostoi, Batman e Dan Drey, mi chiamo Ermanno Ferretti, su internet noto anche come Scrip, sono un insegnante di storia e filosofia degli superiori e da circa un anno e mezzo sto realizzando su questo canale. delle video spiegazioni di storia, di filosofia, di educazione civica, a volte approfondimenti sui libri, a volte approfondimenti sui film che seguono il programma che si fa alle superiori e a volte anche quello che si affronta all'università. E proprio come vi dicevo nella prima messa, per venire incontro alle esigenze di vari studenti universitari con cui ho interloquito in questi mesi, oggi proviamo a fare un video mostro, diciamo, un video mostruoso perché tenteremo di spiegare tutto Platone in un'ora. Chiaramente non riusciremo a parlare di tutto quello che c'è da dire, farò una selezione, farò una sintesi, quindi per capire in dettaglio vi ricordo che ci sono i video più lunghi, c'è la playlist in descrizione e vi consiglio caldissimamente di seguire quello, studiare sul libro, prendervi il dovuto tempo. Ma per il ripasso finale, per appunto ripercorrere le varie tappe di questo percorso, all'interno di Platone forse questo video può essere utile. Ho con me un cronometro che mi sta tenendo compagnia e perché mi sono diviso le cose da dire e i tempi per poterle dire, quindi andiamo a partire e partiamo ovviamente dalla vita e dalle opere di Platone. Platone è un atenese, filosofo greco, vissuto probabilmente tra il 427 e il 347 a.C., esponente di una famiglia aristocratica, proviene da una famiglia importante di Atene, è imparentato anche con Crizia che è stato un aristocratico esponente dei cosiddetti 30 tiranni che hanno dominato brevemente l'Atene dopo la fine della guerra del Peloponneso e quindi è di estrazione importante. di famiglia e anche lui stesso avversa la democrazia che si è imposta negli ultimi decenni d'Atene. È l'Atene che sta uscendo dal periodo di Pericle. Pericle è morto durante proprio la guerra del Peloponneso, che ha perso anche in parte la sua forza, il suo prestigio, e quindi che sta attraversando un momento di crisi, di crisi anche abbastanza pesante, democrazia che ha in parte fallito, aristocrazia che tenta di ritornare in auge. Questa crisi è una crisi politica? che sta segnando l'inizio della decadenza per Atene dopo aver troccato il suo apice ma è una crisi in parte anche sociale e filosofica direi e Platone proprio si inserisce all'interno di questa crisi perché Platone inizia a far filosofia in seguito a un avvenimento che lo segna per tutta la vita e che segna in parte anche Atene il fatto che nel 399 a.C. quindi quando Platone ha circa 28 anni viene processato e condannato a morte il maestro di Platone che si chiama Socrate grande filosofo, avversario dei sofisti che per Platone rappresenta davvero un punto di riferimento imprescindibile. Questa morte di Socrate, Platone la imputa alla presenza dei sofisti, al relativismo dei sofisti, secondo lui è colpa loro se Socrate è stato condannato ingiustamente, è colpa di chi ha diffuso ad Atene l'idea che non esista una verità assoluta, ma che esistano tante verità, che esistano... Tante verità quanti sono i punti di vista e che non ci sia una ragione suprema ma che ci siano tante diverse ragioni e anzi che il più bravo a parlare è il più bravo a parlare. possa aver ragione. Platone è completamente contrario a questa visione? è completamente contrario a quello che è accaduto a Socrate e da lì muoverà i passi. Lui infatti inizialmente voleva non tanto fare il filosofo ma diventare un uomo politico, ma decide di convertirsi in un certo senso alla filosofia proprio in seguito alla morte di Socrate che lo segna. Visto che Socrate è stato condannato ingiustamente e che è stato condannato a causa di idee sbagliate che si sono diffuse ad Atene, io proverò a rimediare a queste idee. Quindi, verso i trent'anni, inizia a dedicarci alla filosofia, biograficamente non ha una vita particolarmente intensa. Diciamo che l'evento maggiormente significativo è quando si sposta in Sicilia, in particolare a Siracusa, perché lì prova a mettere in atto le sue idee politiche. Lui è un filosofo che inizia a pensare a un sistema politico che possa rimediare agli errori di Atene, che possa superare i limiti e le difficoltà di Atene e prova a metterlo in pratica, non tanto ad Atene. dove l'ambiente non permette di avanzare proposte di questo tipo, ma a Siracusa dove lui ha tra l'altro dei contatti. Si sposta a Siracusa, prova a mettere in testa a persone vicine al tiranno locale le sue... sue idee ma finisce male viene arrestato viene incarcerato venduto come schiavo e quindi finisce molto molto male rientrerà poi ad Atene e presto rinuncerà a questi propositi piuttosto ad Atene fonderà una sua scuola che lui stesso chiamerà Accademia, il nome deriva dal luogo in cui si trovava, che avrà tra i suoi allevi anche Aristotele, futuro grande filosofo, che certo non sarà sempre d'accordo con Platone. Per quanto riguarda gli scritti, noi abbiamo tanti scritti di Platone, praticamente tutti, 34 dialoghi, alcune lettere e l'Apologia di Socrate che è il primo scritto di Platone che è dedicato interamente al processo affrontato da Socrate. Questi scritti sono quasi tutti. come avete capito, in forma di dialogo, cioè vengono scritte sulla pagina i vari personaggi che interloquiscono tra loro, che dialogano tra loro, come se fosse quasi un copione teatrale. Perché questa scelta? Perché Platone tenta di rimanere almeno in parte fedele all'insegnamento del suo maestro Socrate. Socrate non aveva mai voluto scrivere perché riteneva che la filosofia si dovesse fare dal vivo, concretamente parlando e discutendo con gli altri, senza mai fissarla su carta, perché fissarla voleva dirle... dire quasi vederla morire perché il pensiero finiva per fissarsi lì e non evolversi più e allora Socrate non scriveva ma Platone Si distacca in parte perché decide di scrivere, ma tenta comunque di replicare sulla pagina scritta lo stile dialogico di Socrate. E quindi c'è questo stile un po'particolare. Scrive vari dialoghi, ne vedremo alcuni, ne citeremo alcuni, il più famoso di tutti è La Repubblica, ma molto spesso, oltre a questo botta e risposta tra i personaggi, vediamo che in questi dialoghi ci sono anche dei miti. Platone spesso fa ricorso a miti, cioè... racconti, leggende, storie narrative che gli servono per introdurre certi argomenti filosofici, a volte anche proprio per sostituirsi alla spiegazione propriamente razionale e filosofica. Ma vediamo le fasi della produzione filosofica di Platone. Parleremo di tre fasi. La prima è la giovanile di cui parleremo molto brevemente adesso poi arriva la fase della maturità poi arriva la fase della vecchiaia sui dialoghi del primo periodo diciamo poco perché dobbiamo essere sintetici sono quelli meno importanti della produzione di platone sono dialoghi scolastici scritti a stretto ridosso della morte di Socrate e quindi sono pesantemente influenzati dal pensiero di Socrate. Gli studiosi ritengono che questi dialoghi non manifestino ancora propriamente il pensiero maturo di Platone ma manifestano in realtà più le idee di Socrate che di Platone perché Platone è appena uscito dagli insegnamenti di Socrate quindi è molto legato ancora al mestolo. Sono dialoghi quasi tutti incentrati sul tema della virtù che era stato uno dei temi principali della riflessione di Socrate e sono dialoghi in cui sostanzialmente Socrate si confronta con i vari sofisti. Quindi sono dialoghi in cui certo si difende il pensiero di Socrate ma anche si attaccano pesantemente i sofisti. In realtà oltre ai dialoghi la prima in assoluto opera, ve l'ho già detto, è l'Apologia di Socrate in cui racconta il processo Socrate tramite la ringa difensiva che Socrate pronuncia durante questo processo. Poi seguono altri dialoghi a in grande velocità direi di citare sicuramente il Critone. Il Critone è un dialogo ancora risentato sulla figura di Socrate, quello in cui sostanzialmente Socrate decide di suicidarsi per fedeltà al suo pensiero, fedeltà alla sua vita, fedeltà alle leggi di Atene, in cui si presenta quindi la figura di Socrate come un uomo saggio. un uomo anche molto coerente, disposto a mettere a repentaglio la propria vita proprio per mantenere la propria coerenza. Poi citerei il Cratilo, che è un dialogo che in realtà non è sicuro che sia stato scritto nella fase giovanile, ma che la maggior parte degli studiosi ritiene un dialogo giovanile. È un dialogo incentrato sul tema del linguaggio, in cui si confrontano varie tesi, tra cui quella dei sofisti che viene pesantemente attaccata da Platone. Poi sicuramente c'è il... l'eutidemo che è un dialogo sull'eristica cioè sull'arte di confutare le ragioni avversarie ma poi soprattutto i due dialoghi direi più importanti di questa fase sono il protagora e il gorgia in cui platone presenta di fatto la visione della virtù di socrate per socrate la virtù è unica la virtù coincide con la sapienza quando si è sia la sapienza si hanno anche tutte le virtù e l'esercizio della virtù porta alla felicità quindi la morale di socrate esposta e anche contrapposta alla morale dei sofisti, quindi il pensiero di Protagora. al pensiero di Gorgia. In generale questi dialoghi, nonostante presentino il confronto tra Socrate e i suoi avversari, hanno la caratteristica di essere aporetici, si dice, cioè di non arrivare di solito a una conclusione netta. Hanno la caratteristica di lasciare un po'aperto il discorso, di non chiudere la porta a discussioni, a problemi. Problematicizzano tutte le questioni e poi non si arriva a... alla parola finale su una questione. Si risolvono alcuni dubbi ma c'è ancora spazio per camminare. Ora, nella fase della maturità sono contenute le principali dottrine di Platone, quelle che assolutamente bisogna conoscere e ricordare, anche perché servono poi per capire tanti filosofi che vengono dopo. Due sono le principali dottrine di cui parleremo, la dottrina delle idee con tutti poi i suoi correlati, le sue questioni che circondano la dottrina delle idee e la teoria dello Stato. Quindi prima l'aspetto ontologico, poi l'aspetto politico, che però non sono slegati, eh? Badate bene. Zottone, vi ho detto, inizia a fare filosofia perché è scosso da quello che è avvenuto a Socrate, è scosso dalla strada che sta in... interno a seguire Atene e vuole riformare lo Stato, vuole uno Stato diverso. La dottrina dell'idea che sembra non centrare nulla con lo Stato in realtà si lega profondamente alla dottrina politica, nel senso che ne costituisce di fatto la premessa. i discorsi che Platone fa parlando delle idee sono la base per poi costruire uno stato di un certo tipo e lo vedremo partiamo però da questa dottina delle idee attenzione le idee nel senso platonico non sono le idee a cui noi tendenzialmente pensiamo quando noi usiamo la parola idea intendiamo un concetto presente nella mente di ognuno di noi di uno di noi io ho l'idea di un frutto vuol dire l'immagine in un certo senso concettuale che mi faccio di quel frutto ecco per Platone idea non va usato in questo senso, non sono i concetti mentali. Le idee sono per Platone delle realtà esistenti, ontologicamente sostanziali, che si trovano in un altro piano della realtà. Cosa vuol dire? Come fa ad arrivare a tutto questo? Allora provate, l'esempio che faccio risolto è questo, provate a immaginare un triangolo. Se vi dico chiudete gli occhi e immaginate un triangolo, voi ve lo immaginerete fatto in un certo modo, un triangolo isoscele, scaleno, rettangolo, come vi pare. Ma questo triangolo avrà delle caratteristiche che sono comuni a tutti i triangoli, no? Ad esempio il fatto di avere tre lati. ad esempio il fatto di avere tre angoli, ad esempio il fatto che la somma degli angoli interni faccia 180 gradi, sono le banali regole della geometria euclidea, bene? Ora, chiunque immagini un triangolo, per quanto lo possa immaginare in maniera diversa, questo triangolo avrà determinate caratteristiche comuni, come se esistesse, al di là di come noi lo immaginiamo, un'idea di triangolo che è in un certo senso universale, che vale per tutti i tipi di triangolo, che vale per tutti gli ipotetici triangoli. Allo stesso modo se vi chiedo di immaginare una retta, di immaginare un rettangolo, di immaginare una piramide e così via. cioè al di là di come io mi immagino una cosa c'è il concetto di triangolo c'è il concetto generale assoluto indipendente da me di triangolo diretta di quadrato eccetera di cerchio per Platone è convinto che quando noi parliamo di triangoli, parliamo di rette, parliamo di rettangoli, di quadrati, di cerchi, eccetera, in realtà ci appelliamo, senza saperlo, a un'idea superiore, a un concetto sì, ma non un concetto della nostra mente, un concetto che esiste al di là della nostra mente, oltre la nostra mente, e che è eterno e che è innutabile. Questo lo... stabilisce Platone perché riflette sul modo in cui noi conosciamo. Quando noi ci guardiamo attorno, nel mondo in cui viviamo, usiamo i sensi per conoscere. La nostra fonte privilegiata di conoscenza nel mondo terreno sono i sensi. Io vedo, tocco, percepisco. Ma quello che vedo, tocco e percepisco vale per me? Non è detto che valga per gli altri. Allora, quando noi usiamo i sensi in questo mondo arriviamo a una forma di conoscenza che non è solida. Quella forma di conoscenza a cui arriviamo viene chiamata da Platone opinione. Opinione cosa vuol dire? Che a me pare una cosa, a lui pare un'altra. Ma chiaramente se a me pare, a lui pare, a noi pare, questa conoscenza è molto superficiale. Non è stabile, non è sicura. Non c'è accordo tra di noi. Non solo. Una cosa che a me pare vera oggi, un domani potrebbe non parermi più vera. Magari. un secolo fa non mi pareva altrettanto vera eccetera ok i sensi mi danno la conoscenza che è molto labile io oggi vedo marco tra cinque anni marco è cambiato e se non lo rivedo non posso dire di conoscerlo Quindi ci sono informazioni, forme di conoscenza, quelle che possiamo chiamare le opinioni, che non durano, che non ci danno una verità condivisa, che ci danno conoscenze molto molto fragili. Ci sono però altre forme di conoscenza che invece ci sembrano molto più semplici. solide. Pensate alla matematica, 2 più 2 fa 4, sia che noi ci vediamo bene, sia che noi ci vediamo male, sia che noi siamo calorosi o freddolosi, sia oggi sia 100 anni fa, 2 più 2 fa sempre 4. E allora, questo cosa vuol dire? Che esiste una forma di riconoscimento conoscenza più elevata dell'opinione che platone chiama scienza che quella che si basa non sui sensi perché i sensi appunto ci danno conoscenze troppo volubili ma su qualcos'altro sulla ragione sulla ragione che si attacca non alle cose che vediamo ma alle idee se noi ragioniamo nel triangolo facciamo un teorema sul triangolo il teorema di pitagore lo dimostriamo quando lo dimostriamo noi stiamo usando solo la ragione e stiamo ragionando non sul triangolo quello che abbiamo disegnato la lavagna ma su un triangolo ideale su un concetto astratto generale universale di triangolo Capite? Quindi noi sappiamo che esistono idee di questo tipo, idee platoniche, idee eterne, idee immutabili, idee che ci mettono tutti d'accordo, che 2 più 2 faccia 4 ci mette tutti d'accordo, che una persona sia carina oppure no non ci mette tutti d'accordo, capite? Perché? Perché la bellezza di una persona la giudichiamo con i sensi, la matematica la giudichiamo con la ragione. Allora la ragione quando funziona ci porta alla scienza e però non studia le cose sensibili, studia gli enti matematici. matematici cioè studia le idee che si trovano da qualche altra parte non qui nel nostro mondo ma evidentemente in un altro piano della realtà un altro piano della realtà che platone chiama iperuraneo una sorta di possiamo dirla così per proprio semplificarla al massimo una sorta di paradiso prendetela tra molte virgolette in cui ci sono queste entità le idee che sono eterne saranno lì per sempre sono immutabili non cambiano mai e sono perfette con la mente possiamo forse accedere a questo mondo dell'idea e lì possiamo arrivare a una conoscenza solida quindi abbiamo un dualismo, abbiamo due mondi il mondo sensibile, il mondo in cui noi viviamo in cui usiamo i sensi per conoscere e in cui arriviamo al massimo a una conoscenza che è opinione e poi c'è un altro mondo, l'iperurano, il mondo dell'idea che si trova da qualche altra parte, non sappiamo bene dove grazie a cui possiamo accedere solo con la ragione, cioè solo con la mente. Però la conoscenza dell'idea ci porta non all'opinione ma alla scienza e quindi anche alla verità. Capite? Dualismo, due mondi, mondo dell'idea e mondo scientifico. sensibile, due forme di conoscenza, scienza e opinione. Questo è il piano. Ora, c'è un rapporto però tra questi due mondi, il mondo di destra da una parte, il mondo sensibile sta da un'altra, ma c'è un rapporto, perché vi ho detto, immaginiamoci un triangolo e ragioniamo sull'idea di triangolo bene l'idea che sta nel mondo delle idee ma anche qui sulla terra ci sono dei triangoli anche qui sulla terra ci sono dei cerchi anche qui sulla terra ci sono dei segmenti e allora ebbene platone dice le cose che ci sono sulla terra imitano le idee che si trovano nell'iperuraneo sono copie come se l'idea fosse il modello perfetto e la cosa sensibile fosse la sua coppia per spiegare meglio platone introduce quattro tipologie di idee che si trovano nell'iperuraneo in ordine di importanza dalle più importanti alle meno importanti abbiamo le idee valori cioè ad esempio l'idea di bellezza l'idea di giustizia l'idea di bene, l'idea di verità e così via. Idee e valori. Perché per Platone esiste un'unica giustizia con la G maiuscola che si trova là sopra. Esiste un'unica bellezza con la B maiuscola che si trova là sopra. Quando noi diciamo una cosa è bella per me e non è bella per te, sbagliamo. Perché la bellezza è sempre una. Quando noi diciamo una cosa è bella per me e non è bella per te, sbagliamo. una cosa è giusta per me ed è sbagliata per te, sbagliamo, o è giusta per te un'altra cosa, sbagliamo, perché c'è un'unica giustizia. Idee, valori. Secondo gradino, idee matematiche, quindi la retta, il triangolo, eccetera. Terzo schermo, scalino su cui però platone manifesta intanto qualche incertezza idee di cose naturali tipo l'idea di albero l'idea di uomo eccetera quarto gradino idee di cose artificiali ad esempio l'idea di letto di casa e così via ora C'è l'idea di uomo e ci sono gli uomini. Nell'ipruraneo c'è l'idea di uomo. Qui sulla Terra ci sono tanti uomini che assomigliano all'idea di uomo, ma non sono perfetti come l'idea di uomo. L'idea di uomo è quella di un uomo perfetto, che ha tutte le caratteristiche fondamentali. Un'idea che non muta nel tempo, che è eterna, che è perfetta. Gli uomini mutano nel tempo. Io sono un uomo, ma invecchio, cambio, mi diventano i capelli bianchi e così via. Quindi non sono immutabile, non sono perfetto. l'idea di uomo è perfetta, quindi io assomiglio all'idea di uomo, infatti mi vengo chiamato uomo perché assomiglio a quell'idea, ma non riesco a replicarla perfettamente, questo vale per tutti gli uomini. Quindi c'è un rapporto di, possiamo dire, imitazione, Platone usa l'espressione mimesi, in altre occasioni usa anche altre parole per descrivere il rapporto tra idee e cose, parla anche di metessi e di parosia, metessi vuol dire partecipazione, cioè le cose sensibili partecipano. delle idee come se fossero spinte, trascinate ad assomigliare alle idee e la parousia invece presupporrebbe la presenza di una parte dell'idea dentro le cose come se dentro di me ci fosse una parte dell'idea di uomo. Ma Platone un po'oscilla su queste spiegazioni. La spiegazione più semplice è quella della mimesi. Le cose sensibili imitano le idee. Ora, attenzione, le idee stanno nei perulani e noi stiamo qua. Ma, vi ho detto, quando noi ragioniamo sul triangolo, dimostriamo il teorema di Pitagora, usiamo nella mente e pensiamo alle idee di triangolo. Ma come facciamo a conoscere le idee di triangolo che si trova in un altro piano della realtà, in un altro mondo, quando noi viviamo qui? Platone lo spiega tramite la dottrina della reminiscenza. dice questo le nostre anime sono immortali noi siamo fatti di anime e corpo Platone in questo è d'accordissimo con i pitagorici siamo fatti di anime e corpo il corpo è materiale è legato a questo mondo e tende anche a invecchiare e a un certo punto muore. L'anima invece non è mortale, l'anima è più vicina al mondo dell'idea che a questo mondo, è ingabbiata in questo mondo, è caduta, crollata in questo mondo ma tenderebbe a ritornare verso l'idea. Infatti, secondo Platone, quando il nostro corpo muore l'anima si eleva e inizia un cammino che la porterà a reincarnarsi perché platone sempre d'accordo con i pitacori si crede anche nella metempsicosi ve la ricordate la trasmigrazione delle anime gli anime passano da un corpo all'altro quando il corpo muore l'anima non muore sopravvive si reincarna Come succede questa rincarnazione? Beh, Platone dice, la nostra anima dopo la morte del corpo sale nell'iperuraneo perché torna verso il luogo in cui le compete. Arriva nell'iperuraneo e lì può scorgere le idee, può vederle, le vede, le conosce, però le vede abbastanza poco, quindi passa qualche tempo ma non troppo. Dopodiché l'anima precipita perché si deve reincarnare, quindi deve ricadere dentro un corpo umano, quindi cade da questo mondo, cade verso la terra, in un certo senso usa un linguaggio che è un po'mitico, metaforico, Platone nel parlare di questo, e cadendo... compie un salto così abissale, così lungo, così catastrofico, che dimentica tutto quello che ha visto nell'iperunanio. Quindi quando l'essere umano nuovo nasce, l'anima si incarna in un nuovo essere, nasce e diventa bambino, ovviamente l'anima non si ricorda più niente di quello che ha visto, e di fatto il bambino non sa quasi nulla. Però cosa accade? Che quando il bambino inizia ad apprendere le cose, che so, vede un albero, cosa accade in lui? Non è che vede un albero e lo conosce e impara a sapere cos'è un albero, ma vede un albero e quell'immagine dell'albero risveglia. in lui il ricordo dell'idea di albero che ha visto nell'iperuraneo. Come quando va a scuola la maestra gli spiega come funziona il triangolo rettangolo, la spiegazione della maestra non è che gli introduce nuovi dati nella mente, ma piuttosto risveglia in lui il ricordo sopito dell'idea di triangolo che lui ha già conosciuto, ma che ha dimostrato. Quindi conoscere e ricordare. Platone è un innatista, le conoscenze, le idee sono già presenti dentro di noi dalla nascita. E si tratta solo di farle riemergere, di farle venire a galla, di farle venire fuori. Conoscere e ricordare. Tra l'altro, fa notare questo Platone, tramite anche il mito della biga che vi anticipo, le nostre anime, vi ho detto, salgono lì per un anno prima di reincarnarsi, ma... passano più o meno tempo in questo iperunanio nel senso che le anime più sagge passano più tempo nell'iperunanio quindi vedono più cose le anime meno sagge passano meno tempo nell'iperunanio quindi vedono meno idee quando poi cadono chiaramente quelle anime che hanno visto più idee avranno più conoscenze da risvegliare le anime che ne hanno viste meno meno conoscenze da risvegliare e sulla base di cosa? si passa più o meno tempo? il mito della biga lo spiega perché Platone nel Fedro un dialogo molto famoso racconta questo mito della biga dice l'anima umana è simile a una biga alata cioè una biga un carro con due cavalli guidata da un carro da un'auriga che è il conducente con due cavalli uno bianco e uno nero quello bianco è molto ubbidiente quello nero è molto disubbidiente Sono tre queste componenti della biga perché tre sono le parti dell'anima. C'è una parte razionale nell'anima che è il conducente, c'è una parte irascibile, la chiama Platone, cioè la volontà, che è il cavallo bianco, c'è una parte concupiscibile, cioè la parte che più si lascia stuzzicare, prendere dalle passioni terrene, che è il cavallo nero. Chiaramente l'origa tenta di far volare la biga alata verso l'iperuraneo perché capisce che vedere l'idea è la cosa più saggia da fare, quindi tenta di guidare la biga là. Il cavallo nero è un'esplosione, Cavallo bianco che è obbediente, obbedisce, quindi segue l'indicazione dell'auriga e inizia a volare, battere le ali verso quella direzione, ma il cavallo nero è disobbediente, abbiamo detto, si lascia prendere dalle passioni, quindi scalpita, trascina, tenta di trascinare via la biga verso un'altra direzione. Se la mia anima è fatta in modo da avere la parte razionale molto forte, allora io avrò un'origa che riesce a contenere le bizze del cavallo nero e riesce ad arrivare all'iperuraneo. Se la mia anima è molto volitiva, ha una grande forza di volontà, allora il cavallo bianco riuscirà ad averla meglio e a trainarmi verso l'iperuraneo. Se però la mia anima è soggetta alle passioni, non riesce a contenersi, allora il cavallo nero sarà molto forte e avrà la meglio delle altre due parti. Quindi ogni anima riesce ad arrivare all'iperuraneo, ma qualcuno di noi può fare un'altra cosa. Alcune ci stanno di più perché magari ha forte l'auriga o ha forte il cavallo bianco, altre ci stanno meno perché magari hanno forte il cavallo nero e precipitano. In ogni caso dimenticano e poi ricordano. Tutto questo viene poi rinfocolato, reso ancora più solido in Platone dal cosiddetto mito di Er. Un altro mito in cui racconta di questo Er un soldato che muore, va nell'aldilà e poi ritorna però in vita e racconta quello che ha visto nell'aldilà. Cosa dice? Dice sostanzialmente che nell'aldilà le anime... possono scegliere in quale tipo di corpo reincarnarsi. Cioè possono scegliere se reincarnarsi in un uomo saggio o in uno meno saggio. Ovviamente le anime sagge scelgono la saggezza, le anime poco sagge scelgono magari il lusso, la ricchezza, altre cose. Chiaramente tutta questa protezione dell'idea che ho tentato di sintetizzarvi in pochissimo tempo ha lo scopo per Platone di rispondere ai sofisti. I sofisti avevano insegnato per molto tempo che non esiste una verità, ma esistono tantissime verità, che se si è abili con le parole si può far sembrare vera una cosa e poi far sembrare vera l'esatto opposto, si può far sembrare giusta una cosa e poi far sembrare giusto l'esatto opposto, Platone rifiuta tutto questo. Non è vero che esistano tante giustizie, tanti punti di vista, tante verità, esiste un'unica verità, un'unica giustizia, un'unica bellezza e sono l'idea di giustizia, l'idea di bellezza, l'idea di bene, sono là, sono degli assoluti questi. queste cose, no? Non dei relativi, esiste una giustizia con la G maiuscola e noi dobbiamo fare di tutto per cercare di conoscere le persone sagge che hanno vissuto saggiamente e hanno un'anima che riesce a salire nell'iperuraneo e a conoscere la vera giustizia. Le anime poco sagge no, capite? Detto questo Platone introduce anche una rotina dell'amore che in parte spiega nel Fedro anche col mito della biga ma poi soprattutto anche nel simposio, uno dei dialoghi più famosi di Platone. Il simposio invia dialogo in cui Platone immagina un convivio, una cena, come si usava a fare tra i greci, in cui alcuni invitati prestigiosi di Atene, alcuni intellettuali di Atene, discutono mangiando di un certo argomento, era d'uso fare così ad Atene. E Platone racconta una cena, forse anche realmente avvenuta, tra Socrate e vari altri personaggi, e il tema di questa cena è l'amore. A questo banchetto ognuno esprime la sua opinione dell'amore, ma tra i tanti che dicono qualcosa sull'amore... Particolamente importanti sono due dottrine. Quella che viene presentata da Aristotele, Aristofane, dramaturgo, commediografo atenese, tra l'altro avversario di Socrate, a cui Platone mette in bocca un mito molto famoso, è quello che dice Socrate. Cosa dice Aristofane? Aristofane racconta il mito degli androgini. E dice questo, in principio... Sulla Terra esistevano i maschi, le femmine e gli androgeni, cioè esseri che erano formati da corpo maschile e corpo femminile unito insieme, quindi ermafloriti, con entrambi i sessi in un certo senso. Questi androgeni vivevano sulla Terra, ma a un certo punto appunto fecero arrabbiare gli dèi e per punizione gli dèi li separarono da quel momento il corpo maschile e il corpo femminile si cercano perché non sentono la mancanza della propria metà dell'altra metà sentono l'uno la mancanza dell'altro cercano di costituire l'unità perduta quindi perché questo mito che senso ha l'amore è ricerca di completezza ricerca di ciò che ci manca il sentire la mancanza di qualcosa Socrate quando tocca a lui parlare riprende questo tema, lo amplia, raccontando il mito di Eros, dicendo, stiamo ragionando dell'amore? Bene, vediamo cos'è l'amore. L'amore è rappresentato spesso da Eros, e spesso Eros viene rappresentato come il fanciullo bello poffuto, eccetera, che scocca le frecce. Ma in realtà, dice Platone, Platone si riallaccia, Platone barra Socrate, si riallaccia a un altro mito, Eros è brutto. Eros è un semidio, secondo il mito raccontato da Socrate, che è figlio di Penia e Porus. Penia è la mancanza, è la mendicanza, è una mendicante, è chi prova mancanza per qualcosa. Poros è l'acquisto, è il dio della presa, dell'acquisizione. Allora, se Eros è figlio di Penia e Poros, vuol dire che Eros è figlio di sentir la mancanza di qualcosa e cercare di prendere quella cosa. Infatti Eros è brutto, è brutto ma cerca la bellezza, è brutto ma ha sete di bellezza. E in questo senso Eros può essere considerato insieme a Penia. simbolo della filosofia perché la filosofia per Platone è questo scoprirsi ignoranti scoprirsi non sapienti e però cercare di colmare questa lacuna cercare di sapere è un messaggio anche molto socratico no la filosofia è una forma d'amore se l'amore è sentire la mancanza di qualcosa cercare di colmare questa mancanza allora la filosofia è la forma più alta d'amore perché è sentire la mancanza della sapienza e cercare di colmare questa mancanza Eros è filosofo Come vi dicevo però, l'obiettivo di tutte queste teorie, l'amore, le idee, eccetera, è poi giungere a una radottrina politica. E adesso ci arriviamo, perché Platone, soprattutto nella Repubblica, che è il suo dialogo più importante, quello che gli assume il suo pensiero politico, e non solo, tenta di delineare la forma di uno Stato perfetto, di uno Stato ideale. Uno Stato che possa garantire la giustizia, perché l'obiettivo è quello. L'Atene di Socrate non ha garantito la giustizia perché Socrate è stato processato ingiustamente. Ma noi dobbiamo creare uno Stato che invece garantisce questa. questa giustizia e come si può fare come si può raggiungere questa giustizia platone dice perché uno stato sia giusto deve in un certo senso imitare la giustizia dell'uomo seguitemi prima vi ho detto che secondo il mito della biga l'anima umana è tripartita è formata da tre parti parte razionale parte irascibile parte concupiscibile e l'uomo è saggio quando la parte razionale guida la parte irascibile obbedisce la parte concupiscibile non crea troppi problemi sostanzialmente così che un uomo diventa saggio e così con uomo può arrivare a vedere le idee è certo che l'anima di un uomo può arrivare a vedere le idee allora se questo è vero per gli uomini è vero in parallelo anche per gli stati perché anche gli stati presentano in grande quello che l'uomo presenta in piccolo nell'anima l'uomo presenta tre facce tre parti parte razionale parte riuscibile parte concupiscibile ma anche lo stato presenta tre classi fondamentali secondo peltoni deve essere divisa la popolazione in tre classi fondamentali la prima classe è quella dei governanti che corrisponde nella tripartizione dell'anima alla parte razionale. I governanti chi sono? Sono le persone più razionali che ci sono. Ovviamente tutte le persone che fanno parte dei governanti hanno un'anima formata da parte razionale, parte irascibile, parte concupiscibile, ma in loro la parte razionale è più forte delle altre, è preponderante, riesce ad averla meglio. L'auriga domina il cavallo bianco e domina il cavallo nero. Quindi sono persone molto razionali. Questi governanti, chi saranno? Chi è che è molto razionale? Platone dice che i filosofi sono quelle persone che hanno la parte razionale molto forte. Queste persone che riescono a dominare le passioni, gli istinti, che decidono per il meglio e che dentro all'anima guidano la biga, devono guidare anche lo Stato. Infatti i filosofi devono governare. La prima classe, la classe dei governanti, ha il compito di governare, di gestire la politica. La seconda classe è la classe di quelli che hanno particolarmente sviluppato la parte irascibile dell'anima. no? per quelli che corrispondono al cavallo bianco. Il cavallo bianco, vi ricordate, è molto ubbidiente, forte, vigoroso e obbedisce agli ordini dell'auriga, cioè della parte razionale. Allora, nello Stato, chi saranno questi componenti della seconda classe? Saranno quegli uomini e quelle donne, ubbidienti, volitivi, fedeli alle loro idee, che magari non sono poi così razionali, non hanno questa genialità razionale, ma sono capaci di tenere dritta la barra, diciamo così, non si fanno prendere da... dagli sfizi, dalle passioni, dalle paure, ma tengono l'obiettivo chiaro e volano come cavallo bianco verso una direzione molto chiara. Questi sono i guerrieri, sono quelli che devono avere le armi, a cui vanno affidate le armi e devono avere il compito all'interno dello Stato di proteggere lo Stato. Se qualcuno attacca devono difendere lo Stato, se c'è da fare guerra devono attaccare, obbedendo ovviamente ai governanti, cioè obbedendo ai filosofi. come nell'anima il cavallo bianco ubbidisce effettivamente all'aurica. Terza classe, quelli che hanno il cavallo nero particolarmente forte, quelli che hanno una parte concupiscibile particolarmente forte, cioè quelli che non hanno abbastanza razionalità e abbastanza spirito volitivo da potersi contenere, quelli che non sono in grado di governare né di difendere lo Stato in pratica, cioè tutti gli altri. I filosofi governano, i soldati difendono la patria, tutti gli altri fanno parte. parte della terza classe sono i cosiddetti lavoratori produttori vengono anche chiamati in certe traduzioni cioè tutte le persone che non hanno qualità specifiche e che quindi non possono governare non possono difendere la patria faranno altri lavori faranno i contadini faranno i commercianti faranno tutto il resto ma non governare non difendere la patria è chiaro che il sistema che già così si delinea un sistema antidemocratico ad atene ogni cittadino aveva diritto di proporre delle leggi votare eccetera qui no no solo i filosofi possono proporre leggi votare eccetera tutti gli altri sono fuori esclusi i lavoratori che sono nell'ideale di platone la stragrande maggioranza della popolazione non possono non hanno voce in capitolo non votano non eleggono non hanno nessun diritto politico capite devono solo fare il loro mestiere lavorare le decisioni le prendono altri le prende chi è capace le prende chi è meritevole le prende chi ha le caratteristiche psicologiche cioè legate all'anima per governare tutti gli altri fuori è un sistema che potremmo definire quasi aristocratico, ma in realtà non è neppure aristocratico, è sofocratico viene a volte chiamato o noocratico, nel senso che a dominare la sapienza. Il potere non è dato al figlio del potente, al figlio del ricco, al nobile, il potere è dato a chi ha la razionalità, capite? Cioè è una forma di meritocrazia estrema. Chiaramente l'appartenenza alle tre classi quindi non è un fatto ereditario, non dipende da chi sei figlio o da quanti soldi hai in banca, dipende solo dalle tue capacità. Paradoxalmente un lavoratore può essere anche ricchissimo ma non aver voce in capitolo imponibile. politica perché non c'entra nulla la ricchezza con le decisioni decisioni politiche vengono prese solo da chi è capace da chi è meritevole questo l'ideale di platone tra l'altro per portarlo a compimento platone prevede per il numero di classi un tipo di vita molto particolare La terza classe, quella dei lavoratori, vive normalmente, hanno una famiglia, hanno le loro proprietà private eccetera, ma le prime due classi devono invece essere condotte a uno stile di vita diverso, che viene chiamato di solito comunismo platonico. Cioè in pratica queste due classi non hanno proprietà privata e non hanno famiglie tradizionali. Non hanno proprietà privata perché vivono in una comunanza dei beni che è necessaria se si vuole evitare che queste persone siano corruttibili secondo Platone. per evitare che proprio abbiano la tentazione di farsi corrompere e accumulare beni, non possono possedere nulla. Non possono però neppure avere dei partner fissi né avere dei figli fissi, tra virgolette, nel senso che Platone immagina che i figli vengano tolti alle coppie subito appena nati e allevati in comune, in modo che le coppie non possano avere preferenze. se ti viene entrato il figlio subito e viene messo in comunità tu sai che tuo figlio è uno di quelli ma non sai quale e quindi vuoi bene a tutti in ugual modo e ti curi di tutti ma poi soprattutto anche le coppie non sono stabili perché Platone vuole che i filosofi ad esempio si accoppino tra loro non per amore l'amore è un sentimento da gente passionale, da gente che si fa trascinare dal cavallo nero i filosofi che sono razionali disdegnano queste passioni vadano più al bene superiore quindi anche al bene dello Stato quindi si accoppiano per far figli ma con lo scopo di fare figli validi per lo stato il che vuol dire che l'accoppiamento dei filosofi ha come finalità la nascita di nuovi futuri possibili filosofi di bambini che saranno razionali come i genitori E come si fa quando ad esempio si hanno dei cavalli di buona razza e si vuole che anche i figli siano di buona razza? Molto spesso si fanno accoppiare i propri cavalli con vari partner diversi perché si aumenta la probabilità di avere meno tale genetiche e più vantaggi. Così anche tra i filosofi, cioè i filosofi devono cambiare partner di volta in volta e accoppiarsi con altri filosofi diversi per sperare di dare vita a figli sempre migliori per il bene dello Stato. può funzionare? Secondo Platone sì, a patto che ovviamente i filosofi vengano ben educati e siano pienamente coscienti del loro ruolo. Noi di fatto in uno stato del genere abbiamo tutto il potere ai filosofi, sono loro a decidere tutto. I guerrieri ubbidiscono ai filosofi, i lavoratori ubbidiscono perché non hanno nessun potere, hanno la virtù della temperanza, dice Platone, cioè la capacità di stare al proprio posto, ma tutto è in mano ai filosofi. Senza nessun meccanismo di controllo, non ci sono leggi che limitano i poteri dei filosofi, Non ci sono tribunali che possono giudicare i filosofi, non ci sono costituzioni che ne possono limitare la volontà. I filosofi sono davvero pieni di potere, come comunità, come gruppo. Ma allora cosa evita, cosa fa sì che i filosofi governino bene ed evita che i filosofi usino male il loro potere? Beh, secondo Platone la garanzia del fatto che i filosofi useranno bene il loro potere sta nell'educazione che i filosofi hanno ricevuto. È fondamentale per Platone proprio l'educazione. i filosofi di fatti devono essere educati a un piano di studi molto rigoroso che prevede molta matematica perché per Platone la matematica è la disciplina più importante subito dopo la filosofia e l'abbiamo detto anche prima parlando dei triangoli un corso di studi che dia spazio anche a alcune discipline che sono comunque legate alla matematica come la musica, l'astronomia, eccetera la geometria e così via e poi alla fine solo dai 30 anni in poi si potrà finalmente fare filosofia filosofia per 5 anni, dai 30 ai 35 anni, e poi un lugo praticantato dai 35 ai 50 anni. Si diventa filosofo solo a 50 anni, cioè sono in età molto matura, segno che bisogna essere saggi, posati, rigorosi, razionali, e quindi si ha una grande responsabilità, si ha un grande potere, ma si ha anche una grande responsabilità. Questo piano di studi è estremamente legato all'idea di Platone, vi ho detto prima che le idee e i valori sono le più importanti, poi al secondo piano ci sono le idee matematiche. Infatti, come vi ho detto, la matematica è la disciplina che prepara alla filosofia proprioideotica, la filosofia studia le idee e i valori, le idee di bene, le idee di giustizia, eccetera. La matematica studia le idee matematiche. Tutto questo trova poi sintesi nel famosissimo mito della caverna, che è il mito più famoso di Platone raccontato proprio nella Repubblica. In questo mito si racconta di uno schiavo che è incatenato all'interno di una caverna insieme a tanti altri schiavi ed è lì fermo dalla nascita e vede solo quello che le ombre... ombre che si dipannano sul fondo della caverna perché è rivolto verso il fondo della caverna a un certo punto questo schiavo riesce a liberarsi scappa fuori ma vede che nella caverna c'è un fuoco capisce che quelle che vedeva erano ombre ma poi finalmente riesce a uscire all'inizio uscito all'aperto non riesce a guardarsi attorno perché con gli occhi che non sono abituati alla luce poi un po'alla volta si abitua guarda per terra vede le cose riflesse nell'acqua poi alza gli occhi e si guarda attorno e infine vede il sole visto il sole capito tutto, capito che la caverna è un brutto mondo, una brutta realtà chiusa, angusta, fallace, invece fuori c'è la vera realtà, decide di tornare dentro per avvertire i suoi amici, per avvertire i suoi compagni di prigionia. Torna dentro, fa fatica ad arrivare perché quando passa dalla luce all'ombra ci vede poco, arriva dai suoi compagni e dice venite scappate con me fuori c'è un sacco di roba che non abbiamo mai visto bellissima, i compagni non gli credono, Gli chiedono di indovinare quali ombre vengono rappresentate sul fondo della caverna, lui che non ha ancora abituato gli occhi non si vede bene, non riesce a indovinare e alla fine i compagni di prigionia si stufano, non gli danno ascolto e forse addirittura lo uccidono. Qual è il significato di questo mito? Lo schiavo rappresenta il filosofo che riesce a spezzare le catene che lo tengono incatenato a questa vita riesce a scoprire che questo mondo è una caverna, cioè è un'imitazione, un'ombra della verità, riesce a uscire fuori dalla caverna, cioè arrivare al mondo vero, il mondo delle idee, e lì vede che ci sono realtà perfette, appunto, le idee, prima vede le cose, riflessi nell'acqua, idee matematiche, poi vede le cose attorno, idee e valori, poi vede il sole che rappresenta l'idea di... di bene. Quando però il filosofo tenta di ritornare alle sue compagne di prigionia, cioè dagli altri uomini, per raccontare loro quello che ha visto e per liberare anche loro, non viene ascoltato e anzi forse può venire addirittura ucciso da queste compagne di prigioniere quello che in fondo è avvenuto con Socrate. Faccio notare alcune cose prima di passare a... L'ultima parte della vita di Platone, perché ormai la fase matura l'abbiamo quasi completata. Prima cosa, nel corso di studi dei filosofi, di preparazione dei futuri filosofi e governanti, manca una disciplina che invece in Grecia era assolutamente ritenuta molto molto importante. Manca la disciplina di Platone. l'arte, si studiava l'astronomia, la musica, almeno un certo tipo di musica, la matematica, la filosofia, ma non l'arte, non la poesia omerica, non la scultura, la pittura eccetera. Perché? Beh, Platone lancia ciascaglia una pesante accusa contro l'arte l'arte secondo platone è diseducativa è negativa va evitata perché porta varie motivazioni ma la più importante è il fatto che l'arte non ci avvicina all'idea ma ci allontana dalle idee in fondo cosa fa un artista quando disvinge un quadro fa una scultura eccetera imita qualcosa che vede un dipinto di un paesaggio è l'imitazione di un paesaggio ma come vi dicevo la nostra realtà sensibile un paesaggio concreto è a sua volta l'imitazione di un'idea un albero è l'imitazione dell'idea di albero quindi se io faccio un quadro dove dipingo un albero questo dipinto è un'imitazione dell'albero che a sua volta è l'imitazione dell'idea di albero quindi il dipinto è imitazione di imitazione il dipinto non mi avvicina all'idea di albero ma mi allontana perché è distante due gradi dall'idea paradossalmente l'albero reale è molto meglio del dipinto perché è più vicino all'idea quindi l'arte va evitata, l'arte è negativa dall'arte deve cedere il passo alla filosofia probabilmente platone insiste molto su questo punto perché vuole fare della filosofia la nuova disciplina principale del corso di studi della formazione dei futuri governanti mentre nel mondo greco molto spesso questo ruolo era detenuto dall'arte c'è da dire poi che platone si rende ben conto che questo modello di stato che ha delineato non trova realizzazione corrispondenza nella realtà non ci sono stati così nella realtà stati in cui ci sono sono le tre classi divise, il potere in mano ai filosofi, eccetera. Molto spesso gli stati concreti sono molto diversi. Questo perché, secondo Platone, gli stati concreti rappresentano delle degenerazioni rispetto allo stato perfetto, rispetto allo stato ideale. Cioè, è come se avessero preso l'idea di Platone e l'avessero peggiorata in un aspetto e così si sono concretizzati gli stati concreti, reali. Ad esempio, lui fa proprio una gerarchia degli stati. Esiste, prima di tutto... dalle varie forme di degenerazione la timocrazia, poi esiste l'oligarchia, poi esiste la democrazia, poi esiste la tirannide, queste sono le quattro degenerazioni dello Stato. La timocrazia è quella forma di governo in cui a comandare sono gli ambiziosi, quelli che desiderano gli onori, l'oligarchia è quella forma di governo in cui invece a comandare sono i più ricchi, quelli che vogliono il denaro, La democrazia è una forma di governo in cui certo c'è democrazia, quindi il potere condiviso, ma in realtà ognuno fa ciò che vuole secondo Platone, quindi non c'è una direzione comune per il bene collettivo, ma ognuno spinge per i suoi interessi personali. infine il più ultimo il più basso e ultimo grado di degenerazione è la tirannide che è una forma che deriva dalla democrazia in cui il potere in mano ovviamente a un tiranno questo per chiudere la pagina dedicata alla maturità passiamo all'ultima parte della produzione di platone la fase della vecchiaia in questa fase platone riprende le dottrine che aveva già esposto nella fase della maturità e le revisione in un certo senso complice il fatto che tanni insegna dell'accademia e che dentro l'Accademia riceve anche ovviamente delle obiezioni, delle critiche, delle domande, Platone si rende conto che alcune teorie che lui ha elaborato non sono perfette, hanno dei difetti, hanno delle aporie, si dice, cioè delle parti di ragionamento che magari non tornano, non sono chiare, non risolvono del tutto il problema e quindi tenta di risolvere le questioni. In particolare ci sono alcuni dialoghi che si concentrano su alcune aporie, alcune inesattezze, alcuni problemi. relativi alla dottrina delle idee e citerei in particolare il teeteto, il sofista e il parmenide, meglio ancora, teeteto, parmenide e sofista, nel senso che nel teeteto e nel parmenide Platone individua i problemi più importanti e nel sofista tenta di rispondere a questi problemi. Quali sono i problemi più importanti in cui incappa la dottrina delle idee? Direi sostanzialmente tre problemi per farla breve, per ridurre la questione. problema è questo, abbiamo detto che il rapporto tra idee e cose è difficile da definire, abbiamo parlato di mimesi, di metessi, di parousia. Ad esempio con la parousia abbiamo detto che dentro alle cose c'è una parte dell'idea. Ebbene, ma se fosse vero questo allora vorrebbe dire che le idee sono tante, perché vorrebbe dire che dentro ad ogni albero c'è almeno in parte l'idea di albero, ma allora non sarebbe un'unica idea di albero. esisterebbero milioni di idee di albero perché sarebbe l'idea di albero che si trova nelle prurane e poi quella parte di idee di albero dentro all'albero X, all'albero Y, sarebbero tantissime ma se le idee sono uniche come fanno ad essere anche moltiplicate? questo è un primo problema da risolvere. Secondo problema, quello più complicato di tutti da spiegare, spero di farcelo in breve, è il cosiddetto argomento del terzo uomo. Dice questo. Noi siamo abituati a pensare, secondo la routine dell'idea, che esista un'idea di uomo a cui corrispondono gli gli uomini concreti di questo mondo, quindi un insieme di uomini a cui corrisponde l'idea di uomo. Ma allo stesso modo io potrei creare un ulteriore insieme composto da tutti gli uomini concreti più l'idea di uomo e a questo insieme più grande dovrebbe corrispondere un'ulteriore idea, l'idea dell'idea di uomo. Ma a sua volta potrei fare un insieme ancora più grande, comprendente gli uomini concreti, la prima idea di uomo e l'idea dell'idea di uomo. A questo insieme più grande dovrebbe corrispondere un'ulteriore idea, l'idea dell'idea dell'uomo. dell'idea di uomo e così via. Si rischia una moltiplicazione di idee all'infinito, senza più limiti e anche questo genera ovviamente una pauria, una contraddizione, un assurdo. Quindi anche questo è un problema da risolvere. Terzo problema è il confronto con Parmenide, per questo uno dei dialoghi intitolato proprio a Parmenide. Ricordate Parmenide? L'essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere. Famosa affermazione da cui Parmenide ricavava alcune considerazioni. Ad esempio che l'essere era immobile, che l'essere era immutabile, che l'essere era umano. unico, vi ricordate? Platone non è del tutto d'accordo con Parmenide perché lui ha detto che esistono le idee, queste idee costituiscono il vero essere perché il nostro mondo è un'imitazione, è una copia, ma il vero essere sono le idee e però le idee non sono un'unica entità, sono molteplici, c'è l'idea di bene, di giustizia, di triangolo, sono tante queste idee magari non tantissime, non bisogna farle diventare infinite ma sono un certo numero, sono molteplici ora, com'è possibile che l'essere sia molteplici? come sta dicendo Platone con la rotina delle idee, e però mantenere in vita, mantenere fede alla logica parmenidea, perché secondo la logica, come l'aveva delineata Parmenide, di essere ce ne può essere uno solo. i problemi posti nel sofista e nel parmenide che poi scusate nel teteto e nel parmenide che poi nel sofista trovano soluzione come fa platone a risolvere a tutti a rispondere a tutti questi problemi ce la fa tramite una nuova dottrina che è la teoria dei generi sommi cioè lui dice attenzione quando detto che il rapporto tra idee e cose e il rapporto di imitazione non sono stato preciso in realtà dobbiamo pensare al rapporto tra idee e cose similmente a come funziona il rapporto tra lettere e parole Allora, noi nel nostro alfabeto greco, ma vale anche per l'italiano oggi, abbiamo un certo numero di lettere, che non è infinito, sono 21 lettere nel nostro alfabeto, credo, se ho contato bene. Questo numero limitato di lettere ci permette di però contare... queste lettere in moltissimi modi diversi, tanto è vero che abbiamo migliaia e migliaia e migliaia di parole, e poi possiamo coniugare i verbi in una marea di altri modi, insomma di parole ne vengono fuori uno stravento, partendo pur da solo una ventina di lettere Allora il rapporto tra cose e idee funziona in maniera simile. Le idee sono un certo numero limitato, ma le idee si combinano e di fatto le cose sono frutto della combinazione di più idee. Cioè non è che c'è l'idea di albero, scusate, l'albero concreto e l'idea di albero e basta, ma c'è l'albero concreto e c'è l'idea di vegetale, l'idea di essere vivente, l'idea di albero eccetera, che si combinano insieme a formare quell'ala. a meglio a relazionarsi con quell'albero concreto questo permette di saltare più e pari alcune delle obiezioni esempio quella della moltiplicazione delle idee l'idea sono quelle sono numericamente finite e però permettono di spiegare una gran varietà di cose nel nostro mondo riguarda parmenide la si risolve dicendo che sostanzialmente la logica parmenide è scorretta perché platone ritiene che quando io dico che ad esempio socrate non è atenese non intendo dire che socrate non esiste ma intendo dire che Socrate esiste in maniera diversa dall'essere ateniese. E infatti Platone dice che se io combino le idee, mi rendo conto che posso creare delle mappe, che lui chiama mappe dicotomiche, secondo cui da un'idea se ne riparano altre due, altre due, altre due a cascata. e però questo vuol dire che si può percorrere in un certo senso la scala delle idee da idee più particolari a idee più generali e si può arrivare alle idee più generali di tutte che sono cinque cosiddetti cinque generi sommi che afferiscono a tutte le cose perché tutte le cose sono in relazione con questi cinque generi superiori sommi che sono l'essere, l'idea e la vita identico, il diverso, il movimento e la quiete. Ora, quando dico che Socrate non è atenese, sto dicendo che Socrate è diverso dall'essere atenese, cioè sto disgiungendo due idee. Non sto dicendo che Socrate non esiste, sto dicendo che l'idea di Socrate e l'idea di atenese non vanno assieme. Punto. Poi Socrate era atenese, è un esempio stupido. Socrate non è spartano. Sto disgiungendo l'idea di Socrate e l'idea di spartano. Però non ho detto che Socrate non esiste, ho solo detto che non è in relazione con quell'idea. Risolto il problema. Concludiamo con gli ultimi dialoghi. Citerò il filebo velocemente. il timeo, il politico e le leggi. Sono dialoghi in cui Platone rivede negli ultimi politico e le leggi soprattutto la dottrina politica, negli altri il mondo delle cose sensibili in maniera direi più pragmatica e soprattutto fortissimamente influenzato dal pitagorismo più ancora che prima. Nel senso che Platone si rende conto intanto che certo l'iperuraneo deve essere il punto di riferimento ideale, dobbiamo vivere cercando l'iperuraneo eccetera, ma in fondo che il bene si può realizzare anche su questa terra almeno in parte, ne parlano il filebo in particolare dove sembra dire che L'uomo, anche qui, tra le cose sensibili, può raggiungere il bene a patto che si appelli agli ideali di misura stabiliti dai Pitagorici, al numero, alla misura, alla limitazione delle passioni, all'accontenimento delle passioni. in modo armonioso, direi numericamente armonioso. Il tema in parte ritorna anche nel Timeo, che è un dialogo cosmologico perché parla della creazione del mondo e racconta un mito, un racconto che lui definisce verosimile, secondo cui all'inizio c'era la materia in forma, il caos, la materia c'era da sempre ma era ancora disordinata e a quel punto è intervenuto un ente divino chiamato Demiurgo che era intelligente, amante del bene. ben intenzionato, che ha preso questa materia in forme e l'ha plasmata imitando le idee, creando le cose. Ha creato la montagna imitando l'idea di montagna, ha creato l'albero imitando l'idea di albero e ha messo dentro a tutte queste cose che plasmava l'anima del mondo, un principio spirituale che continua a plasmare le cose da dentro. Quindi il demiurgo non è un creatore, solo un ordinatore, ma ha ordinato le cose per il bene. C'è uno scopo nel mondo, c'è uno scopo in quello che fa il demiurgo ed è portare verso il bene. Gli uomini che si trovano a vivere in questo mondo quindi devono cercare le idee delle cose che hanno fatto il dentro alle cose, in un certo senso l'anima del mondo dentro alle cose, e devono cercare di capire anche il messaggio che il demiurgo lancia, perché il demiurgo continua a comunicare con gli uomini tramite gli astri. Gli astri sono stati anch'essi generati, plasmati dal demiurgo, e il modo in cui si muovono, il modo in cui girano attorno alla Terra, è segno dei messaggi che il demiurgo ci manda. E quindi l'astronomia diventa una disciplina importantissima, lo era già in parte prima, ma... ora ancora di più, sempre disciplina che comunque ha un valore quasi matematico. Inoltre nel Timeo Platone racconta anche il mito di Atlantide, Celleberrimo e così via. Nel politico e nelle leggi applica questi nuovi concetti fortemente pitagorici anche alla cura dello Stato. Nel politico sostiene che il buon politico deve essere un tessitore, cioè uno che riesce a far stare insieme le varie parti della società. Nelle leggi, che è l'ultimo dialogo... di Platone, riprende proprio i temi della Repubblica. Vi ricordate che nella Repubblica abbiamo detto che bisognava dividere lo Stato in tre classi sociali eccetera. Qui Platone rinuncia ad alcuni aspetti più estremi della sua dottrina politica, ad esempio rinuncia alla tripartizione in classi, dice lasciamo perdere le tre classi sociali, lasciamo perdere il comunismo, rinuncia anche a quell'idea dell'abolizione della proprietà privata per le prime due classi, di abolizione della famiglia tradizionale per le prime due classi perché ritiene che siano alla fine poco fattibili. Però mantiene in vita molti altri aspetti, ad esempio mantiene in vita l'idea che lo stato sia più importante dei cittadini, il cosiddetto statalismo, l'idea cioè che prima venga il bene collettivo e poi solo molto dopo il bene personale, il bene individuale. stato deve essere quello di comunque replicare in terra l'ordine del cosmo questa religione che lui su cui insiste deve essere una religione anch'essa astrale quindi si richiama quanto detto nel timeo il demiurgo comunica con gli astri e allora la religione deve badare agli astri una religione astronomica una teologia astrale importantissima e quindi c'è sempre un legame non solo con il timeo ma in generale col pitagorismo come il cosmo è ordinato e armonico grazie alla matematica così anche lo stato deve essere tra virgolette reso armonico tramite rapporti matematici stanciti poi dalle leggi e così via e questo ci permette e chiudo di passare all'ultimo discorso brevissimo che è quello delle dottrine non scritte. C'è stato un ampio dibattito nel novecento partendo da alcuni accenni di Aristotele riguarda il fatto che forse Platone ha scritto una parte delle sue dottrine ma altre le ha lasciate non scritte, forse tante, forse poche, forse decisive, forse non decisive, c'è ampio dibattito. La maggior parte dei commentatori pensa che non siano poi così. decisive delle dottrine non scritte, ma ci sono anche altri che invece dicono che erano il vero fulcro del messaggio platonico. Cosa sappiamo? Sappiamo abbastanza poco. Quel poco che sappiamo è che forse in queste dottrine non scritte Platone aveva pensato che le idee di cui aveva tanto parlato in realtà non erano il principio delle cose ma derivavano anche se da un principio ancora più alto ancora più nascosto ulteriore e questo principio sarebbe stato un principio duale e dichiara ispirazione pitagorica cioè ci sarebbero stati prima ancora delle idee che sarebbero anzi derivate da queste l'uno e la diede che corrispondono in qualche misura a ciò che originava alla dicotomia vi ricordate da pari dispari tra limitato illimitato meglio ancora dei pitagorici. Basta, questo era Platone in un'ora, ci sono stato è quasi un miracolo spero che apprezziate lo sforzo forse ho parlato molto in fretta per cercare di dire tante cose, ma è un ripasso quindi ascoltatelo come un ripasso in descrizione trovate il link alla playlist completa su Platone per approfondire molto meglio anche perché sono video divisi in capitoli per ascoltare alcune parti trovate i link al social network alla newsletter, alle playlist un sacco di roba, guardateci e ci vediamo presto per nuovi altri video di storia e filosofia educazione civica. Ciao alla prossima!