Care amiche e cari amici di Barba Sofia, benvenute e benvenuti al terzo appuntamento con la rubrica I dieci film più niciani della storia del cinema. E oggi parleremo di Fight Club di David Fincher, film del 1999 tratto da un romanzo esplosivo e corrosivo di un autore altrettanto esplosivo e corrosivo, quale è appunto Chuck... Chuck Palahniuk. Dal romanzo di Chuck Palahniuk Fight Club, David Fincher realizza un vero e proprio capolavoro della storia del cinema, un vero e proprio gioiello della storia del cinema, un film che diventerà ben presto iconico, un cult movie che influenzerà la cultura pop di fine millennio e di inizio millennio.
Dunque a cavallo tra il novecento e il duemila esce questo film destinato proprio a diventare un po'un'icona. dei tempi. Siamo nel mondo post-muro di Berlino, siamo nel mondo della globalizzazione trionfante e dominante, siamo nel mondo in cui Asiatto scoppierà una delle prime rivolte dei cretino global contro la globalizzazione liberista che è tutto mercifica. Ebbene in quel contesto, nel 1999, Fincher realizza...
Questo film, film con due attori appunto bravissimi, con due attori strepitosi, con due sex symbol, con Edward Norton che ha già realizzato American X-Stories, grande grande pellicola, e Brad Pitt con cui appunto Fincher ha già realizzato Seven e soprattutto un Brad Pitt che ha già fatto grandissimi film quali... sette anni in Tibet e poi era presente nell'Avvocato del Diavolo, era presente giovanissimo in Tell Me Louise, un giovane attore che si sta affermando come grande, grande attore erede della scuola dell'Actor Studio, veramente americano. Con Kevin Spacey aveva fatto David Fincher Seven, con Morgan Freeman aveva fatto Seven, con Brad Pitt aveva fatto Seven, ora David Fincher realizza.
con Edward Norton e Brad Pitt, Fight Club. Fight Club è appunto un film cult, che influenza la cultura pop di fine millennio, è un film iconico, con attori strepitosi, con atmosfere coupe, è un film di atmosfere anche violente, è un film iperviolento, perché le scene di battaglia, di combattimento corpo a corpo, sono estremamente dure e sanguinolenti. È un film... Sublime, è un thriller che va oltre il thriller, è un thriller che diventa più che mai film filosofico, film metafora della condizione umana, film metafora della condizione dell'essere umano nella società che Bauman di lì a poco avrebbe definita liquida precaria, che sta definendo in quegli anni liquida precaria, la società del capitalismo globale, la società della finanza.
la società di Wall Street, nel film di Oliver Stone, e in futuro di The Wolf of Wall Street, la società dunque della finanza, la società della speculazione, del nuovo capitalismo, di un capitalismo finanziario che sembra divorare il vecchio capitalismo industriale. Vieni in quel mondo liquido, precario, di merci, di globalizzazione, in quel mondo appunto rapido, veloce, in quel mondo della borsa, della speculazione, e ambientato questo thriller che, vi ripeto, volta il thriller presenta metafora, della condizione umana, diventa un film indagine sull'esistenza umana, diventa un film che indaga appunto la condizione dell'uomo, indaga l'identità dell'essere umano. È un film degno dei grandi maestri del sospetto, quali appunto Marx, Schopenhauer, Nietzsche, Freud, i grandi maestri del sospetto, coloro che già nell'ottocento hanno messo a nudo le ipocrisie, le falsità. della società borghese, della società industriale, della società capitalistica, della società appunto dell'apparenza.
Un film che può rientrare all'interno del panteo dei maestri del sospetto, un film che ci porta dentro una realtà di globalizzazione e di conflitto dentro la società dell'uomo consumatore, del consumo ergo sum. Il protagonista del film, interpretato da Edward Norton, è un uomo anonimo. E'un uomo anonimo, e arriviamo a Nice, è l'uomo di fatto annullato, è l'uomo nichilista, è l'uomo anonimo che dunque potrebbe in realtà anche essere una donna, può essere un nero, un bianco, può essere un abitante della provincia, può essere anche un abitante della città, in questo caso un uomo urbano, un uomo cittadino, ma può essere qualunque uomo.
Dunque un uomo anonimo, annichilito, l'uomo cammello di Nice, l'uomo che ha sopportato... portato, il peso della vita, ma questa vita lo sta schiacciando e questa vita appunto non ha più un valore in sé, ogni valore è caduto. È un uomo dunque anonimo, un uomo nichilista, è un uomo appunto che non ha volontà, è un uomo che subisce, è un uomo che è corroso, è corrotto dall'Apollinio. dalle regole, dalle norme, un uomo che sta al suo posto, un uomo che obbedisce, un uomo apatico, l'anonimato sociale, quel vuoto che tutto divora e il protagonista è divorato da questo vuoto. Ogni tanto però prova del disagio, cerca, cerca di aprirsi, cerca di capire se può uscire da quella condizione che lo schiaccia ed è in quel momento che fa un incontro e incontra Tyler Durden, incontra una sorta di divinità.
un uomo libero in un mondo appunto di uomini anonimi, di uomini annichiliti, in un mondo vuoto, annichilistico, Tyler Durden è di fatto un superuomo, è il superuomo niciano, è l'Ubermensch, è dunque l'uomo divino, è la divinità umana, è l'umanità divina, è un uomo appunto... libero, forte, è la volontà di potenza niciana, è l'uomo che si crea degli orizzonti, è l'uomo che va oltre la doxa, oltre l'opinione, ma non è un uomo che va oltre la doxa perché accetta una verità, trova una verità, ma perché fonda la verità. perché crea la verità. Tyler Durden è dunque l'Ubermensch niciano, perché va al di là dei valori, va al di là dell'Apollinio, va al di là delle norme, va al di là dell'anonimato sociale, va al di là dell'essere cammello, dell'essere immerso nel luoto, va al di là forgiando i valori, si fa volontà di potenza.
Tyler Durden dice sì alla vita, il suo dire sì alla vita è l'emblema dell'Ubermensch, è l'emblema della volontà di potenza. è l'emblema di colui che costruisce gli orizzonti, di colui che plasma la realtà, che forma la realtà, che non subisce la realtà. Dù Tyler Durden è un'esplosione, è dinamite, Tyler Durden è tutto quello che il nostro protagonista invece non riesce ad essere, appunto anonimo, quasi senza volto, senza personalità, è quell'Apollinio.
luminosità che poi diventa grigiore. Tyler Durden invece è il buio, è il dionisiaco, è l'infinito. E Tyler Durden introduce di fatto nel mondo del combattimento Edward Norton.
Tyler Durden è interpretato da Brad Pitt. E dunque abbiamo Edward Norton e Brad Pitt che si uniscono ed entrano all'interno di questo Fight Club. Edward Norton è trasportato dentro questo club, club di uomini che... si picchiano, qua il film diventa anche un film edonistico dionisiaco edonistico corpi, muscoli, combattimento sangue, un baccanale sono delle feste quasi orgiastiche perché quel combattimento è quasi un orgasmo quelle botte, quel sangue diventano un orgasmo, cioè diventano vita le botte sono vita, la violenza è vita, attenzione il film qua è estremamente pericoloso tant'è che gli zuc...
zucconi di turno interpreta tutto il film come macismo, scontro tra palestrati, il mondo degli ariani, ipotetiche avanguardie fascistoide. Il film non è nulla di tutto ciò perché questi uomini che si picchiano sono la metafora di un conflitto interiore che viene messo in scena con un conflitto ovviamente fisico. Ma le botte, la violenza, il dire sì alla vita e accettare la vita, la violenza, le botte sono l'equivalente dentro la filosofia niciana del pastore, del pastore, in così parlo Zaratustra nella visione dell'enigma, del pastore che azzanna la vita, emblemizzata, simboleggiata dal serpente. che è un animale circolare, dunque l'eterno ritorno del sempre uguale, viver la vita come se stesse sempre a ritornare, il serpente è emblema di una vita circolare, il pastore stacca la testa al serpente e accetta la vita. Le botte, la lotta, lo sconto del Fight Club sono l'eterno ritorno niciano, sono la circolata del tempo, sono il dire sì alla vita, sono accettare la vita in tutta la sua drammaticità, in tutta anche la sua violenza, sono il contrario della fuga.
dell'animato, dunque quello scontro fisico non è uno scontro fisico che è l'emblema del combattimento, è l'emblema di un conflitto interiore, dunque il conflitto fisico, le botte, il combattimento, i pugni, i calci sono metafora della lotta. che l'uomo deve fare per diventare Übermensch, sono la metafora della trasformazione, del diventare leoni, perché Tyler Durden è nichilismo attivo, è il leone, è il leone che aggredisce il drago, il drago è la vita, il leone che aggredisce il drago, e il drago è appunto... la vita della sua totalità, dell'eterno ritorno.
La lotta diventa metafora del scrivere la propria vita, la lotta diventa la metafora dell'essere creatore di valore, fondatore di valore, la lotta diventa la metafora dell'essere di fatto un dio, di trasformarsi in un altro uomo, in una divinità, mentre crepuscolano gli dèi, gli dèi della conformità, della luce, dell'inealità, della forma, gli dèi della metafisica, di Platone, di Aristotele, di Cartesio, di... Hegel, mentre tramonta tutta quella pollinità grigia che ha tolto lo spirito vitale, che ha trasformato i valori vitali in valori antivitali, mentre tramonta tutto quello deve emergere un mondo nuovo. El Fight Club è il mondo nuovo che emerge non di uomini muscolosi e palestrati, ma di uomini che devono interiormente diventare forti.
L'Ubermash niciano non è l'Ubermash muscolo. Certamente il film può anche essere visto nell'ottica dei rischi che può portare l'Ubermash, dei rischi che può portare un altro uomo che si crede poi sopra gli altri e pensa di usare la forza o morale o la forza fisica per dominare gli altri. Quella lettura la possiamo dare perché poi l'Ubermash nella storia a volte è... anche andato nelle mani di invasati credendo di essere degli oltre uomini hanno fatto della violenza contro gli altri l'emblema dell'onoressia superiori, ma Nietzsche ci parla di un altro uomo che è in lotta contro l'inichilismo, l'inichilismo è il male oscuro che divora, è l'anonimato, quella lotta è una lotta dove c'è il sangue, dove c'è la vita. dove c'è lo spirito vitale, dove c'è la lotta al nichilismo, dove il nichilismo da passivo si fa attivo, e Tyler Durden è dunque il nichilismo attivo.
Ed Edward Norton ha tirato fuori il Tyler Durden che c'è in sé. Perché alla fine del film scopriamo che Edward Norton è bretto. Pizzo, in realtà la stessa persona. Ecco dunque che c'è in noi la possibilità della trasformazione da cammello a leone, in noi c'è la possibilità di diventare volontà di potenza, c'è la possibilità di diventare divinità, c'è la possibilità di andare al dia del crepuscolo, c'è la possibilità di riempire il vuoto, di colmare il vuoto, ma di colmarlo non con la mediocrità, con l'apollinio, con l'obbedienza, con l'essere degli yes men o degli yes women, ma con l'essere dei lottatori.
Perché la vita è una battaglia. perché la vita è una battaglia di senso, perché la vita è una battaglia per dare il senso alla vita stessa, perché la vita senso in sé non ce l'ha. Ecco il nichilismo che ha tutto a nulla. E in quel momento Tyler Durden è di fatto la trasformazione dell'uomo, l'uomo da grigio, da mediocre, da anonimo, l'uomo da passivo, da essere senza volontà, dall'essere appunto schiacciato dalla vita, diventa autore della sua vita, diventa creatore della sua vita, diventa artista della sua vita.
La lotta è un'opera d'arte. Lottare creazione, lottare forgiare, lottare divino in quel film perché è la nostra lotta contro il nulla. Finale incredibile perché Tyler Durden dentro ha maturato una vera e propria rivoluzione, la rivoluzione completa quando verrà fatto saltare tutto.
il mondo Pollini, il sistema di potere rappresentato dalle banche, dalle grandi corporation, ed è un finale esplosivo, perché Tyler Durden che nasce da Edward Norton, quel Brad Pitt che nasce da Edward Norton, quel Brad Pitt ha un progetto, ha un progetto che però alcuni vorrebbero anche interrompere e dunque c'è il dualismo, Edward Norton-Brad Pitt, una lotta interiore, distruggere. accettare, distruggere, riformare, rivoluzionare, riformare quale compromesso e mentre tutta questa scena veramente va porta a uno scontro la città esplode mentre c'è il protagonista ormai attorcigliato in se stesso che di fatto si sta trasformando e ogni trasformazione implica dolore e lacerazione ma è tutto questo la città è in fiamme e l'aurora ecco l'ultima scena che vi faccio È l'aurora, è l'alba nuova che sorge dal tramonto degli idoli, che sorge dopo la notte, la notte di tempesta, la notte di lacerazione, la notte di lotta, di sangue. Dopo lo scontro del tutto, dopo il trionfo di Polemos, dopo dunque una conflittualità che ha fatto saltare tutto, filosofia come dinamite, sorge un nuovo sole.
Ma quello non è il sole della metafisica, quello non è il sole ingannatore. Quella nuova alba che sorgerà dalla città in fiamme sarà l'alba dell'Ubermensch.