Transcript for:
Analisi del film e del dibattito

Nelle sale adesso c'è un film che si chiama La zona di interesse, non so se qualcuno di voi l'ha visto e si è aperto un dibattito su questo film perché proprio sul piacere, perché c'è questo senso che i film debbano un piacere nel senso debbano provocare piacere agli occhi dello stile spettatore, però questa idea del cinema come guilty pleasure, un anglesismo, è molto contemporanea, non credo che in passato tutti i film fossero fatti con quello scopo. non è detto che un film debba piacere in quel senso lì, nel senso più superficiale del termine, i film possono essere anche, magari risultare duri, complessi, ma l'importante è che aprino un dibattito interiore sia con le altre persone con cui hai visto il film e che ti lasciano qualcosa, quindi è chiaro che Non credo in niente non è un film fatto per compiacere il pubblico, perché altrimenti... Insomma mi sembra abbastanza evidente, però spero che possa aprire un dibattito e siamo qui per questo.

e? Francesco per aver ospitato il nostro Allora, oggi regali agli ospiti e a chi ha ospitato gli ospiti, quindi ringraziamo Francesco. Ringraziamo formalmente tutti e tutte per essere qui questa sera, è molto importante per noi.

Ringraziamo nuovamente gli ospiti, a cui farei nuovamente un applauso. Possiamo cominciare con il dibattito. Allora, io direi di passare la parola a Sebastiano, che ha avuto l'idea di proiettare il corto, oltre alla rassegna, anche di proiettare...

questo corto e scusate mi sono ero ancora fermo alla volta scorsa portate pazienza era un film anche l'altro era più un corto era un mediometraggio in realtà scusate la gaffa passo la parola a sebastiano un applauso per sebastiano Io non ho molto da dire, ma dato che anche l'altra volta ci hanno detto parlate un attimo voi, fate un'introduzione, non lo so, poi vi lasciamo tutto il tempo che volete. Boh, io sono super fan di questo film, l'ho visto a treviso, super. sono stato super preso da questo è bellissimo avervi qui anche avervi conosciuti grazie, va bene, adesso basta ringraziamenti, basta applausi e non voglio fare un'analisi del film posso solo magari condividere la mia esperienza che è per quello che vale ovviamente senza dilungarmi troppo senza niente oltre il film in sé che per me ripeto è molto valido è molto bello da mille punti di vista è stato bello entrare in una sala e vedere un film fatto nello stesso paese dove vivo quindi in questo bel paese che insomma che in In qualche modo mi sono sentito rappresentato, diciamo, e non solo dalle tematiche, ma anche da un linguaggio che comunque sto iniziando a capire e che parlo con i miei amici, parliamo un po'questo linguaggio. E anche nella sperimentazione e l'innovazione di ciò, non lo so, ho sentito una vicinanza.

anche da spettatore film che poche volte ho avuto, quindi vi ringrazio ancora per questo. Io avrei moltissime domande da farvi, che magari vi ho fatto anche prima, quindi non voglio rubare tempo agli altri, però forse una che è interessante per me, che ho già sentito ma forse è interessante da sapere, è come è nata soprattutto la scrittura di questo film che dicevi da la parte musicale. Questa secondo me è una cosa molto peculiare. Mi taccio per sempre.

Sì, allora intanto... E'molto bello questo posto che sembra un po'tipo uno studio televisivo col pubblico mi ricordo quando sono stato da Marzullo era tipo che tipo al mio cognome ma non siamo parenti no quello che hai detto è molto bello il fatto che tu hai parlato come ragazzo italiano ti sei riconosciuto nel film ed è una cosa che mi ha mosso nel mettermi a fare Non credo in niente, quindi mi fa molto piacere questa cosa e penso come te, c'è bisogno di fare cose che avvicinano... insomma, perché fare un film italiano? Gli Stati Uniti nel cinema, come nella musica, come su praticamente ogni prodotto culturale fa la voce grossa, è un po'il paese dominante in occidente e quindi qual è la ragione per la quale una persona deve andare a vedere un film italiano?

probabilmente perché il film italiano parla alle persone in una maniera più profonda almeno agli italiani rispetto a quanto possono fare i film americani questa cosa avviene anche per esempio nella musica un testo in italiano parlerà sempre in maniera più incisiva rispetto a un testo statunitense comprendono diciamo molto pochi e io non trovavo diciamo nel cinema italiano più recente questa componente per cui per me era importante fare qualcosa che un film che buona parte del pubblico soprattutto quello magari coetaneo più giovane o anche mentalmente più aperto potesse trovare diciamo vicino ecco Pensare io sono come quelle persone o mi sono sentito come quelle persone o parlo come quelle persone, mi vesto anche come quelle persone. Quindi quello che hai detto mi fa molto piacere. Detto questo non so altro che aggiungere. Il processo sì è complesso perché è un film fatto molto di pancia.

Mi sono fatto guidare dall'intuito e ho abbandonato tutti i processi diciamo empirici che ho studiato, che ho imparato, che sono alla base del cinema classico e ho cercato strade diverse, meno battute per costruire un film e diciamo con un linguaggio che non sapevo quale sarebbe stato fino in fondo, quindi proprio un progetto sperimentale. è anche rischioso da questo punto di vista. In questo senso la scrittura, perché poi comunque il cinema si basa sulla scrittura, anche se può non essere quella classica in tre atti, adesso sto parlando in maniera magari un po'troppo tecnica, però qualcosa bisogna scrivere e sì, la musica era un elemento strutturante della narrazione, perché la musica... ha un livello di astrazione al pari del lato visivo, delle immagini, che è più immediato.

La musica basta sentirla per coglierne il senso e la profondità. Nel momento in cui la musica si dà ai nostri sensi, arriva a cogliere l'obiettivo più di quanto non possono fare magari le parole o un testo scritto che non fa altro che girare intorno al punto. insomma raramente riesce a raggiungerlo e quindi ho cercato di delegare alla musica proprio nella sua concezione astratta le cose più profonde che volevo comunicare con questo film dall'altra parte la scrittura diciamo è imperniata su una ricerca nella scrittura dei dialoghi che potessero essere quanto più simili a come si parla nella realtà, poiché trovo che il cinema italiano non abbia una grande tradizione in termini di dialoghi perché il cinema che è grande, il cinema italiano grande, quindi degli anni 50-60, è un cinema tutto doppiato.

Nel neorealismo per esempio gli attori dicevano dei numeri durante le riprese poi in sala di doppiaggio gli si attaccavano delle battute e via discorrendo altrimenti si ricalcano un po'i dialoghi presi dai film americani che però non sono naturali, messi in bocca agli attori italiani Per me era un grosso punto interrogativo, ho cercato di costruire dei dialoghi che sembrassero quanto più improvvisati, ovviamente non sempre era possibile al 100%, però è stata un po'quella la ricerca e poi non so il risultato, decide il pubblico se è andato a buon fino o meno. Quindi formalmente vi chiediamo, vi è piaciuto il film? Facciamo per alzata di mano così capiamo.

Che figata! La domanda era... Vi è piaciuto il film Non credo in niente? Posso dire una cosa?

Assolutamente Nelle sale adesso c'è un film che si chiama La zona di interesse Non so se qualcuno di voi l'ha visto Il primo film citato questa sera Si è aperto un dibattito su questo film, sul piacere, perché c'è questo senso che i film debbano provocare piacere agli occhi dello spettatore. Però questa idea del cinema come guilty pleasure, è molto contemporanea, non credo che in passato tutti i film... fossero fatti con quello scopo, ecco, non è detto che un film debba piacere in quel senso lì, nel senso più superficiale del termine.

I film possono essere anche, magari risultare duri, complessi, ma l'importante è che aprino un dibattito interiore, sia con le altre persone con cui hai visto il film, e che ti lasciano qualcosa. Quindi è chiaro che Non credo in niente non è un film fatto per compiacere il pubblico, pubblico perché altrimenti mi sembra abbastanza evidente però spero che possa aprire un dibattito siamo qui per questo esatto se qualcuno vuole dire qualcosa è liberissimo di farlo sapete come modalità insomma basta alzare la mano e qualsiasi domanda ben accetta uno che rompe il ghiaccio ecco allora All'inizio ho trovato il film molto esoterico, io con i film così di solito mi perdo, è un po'un labirinto, a volte mi perdo e mi arrabbio un po'perché mi sono perso, ma dopo da anche quello che mi hai detto... Ma bestemmi anche?

Io? Ah perché tipo questa zona si bestemmia molto? No, no, io impreco parecchio, ma non bestemmio. Non è vero.

Scusa, scherzo. Poi da quello che hai detto, devo dire che ho trovato un po'l'uscita da questo labirinto, quindi grazie per avermi fatto uscire dal labirinto. Comunque era un bel labirinto perché tutti e tre...

e qui sembrerà una paraculata ma non importa io la dico lo stesso avete sette state tutte e tre la parte migliore di questo film secondo me tra la recitazione e la regia e la fotografia quindi grazie però non lo diremo agli altri anche le musiche erano carine carine Un momento marketing. Mi sono posto delle domande del fatto che anch'io sono sulla soglia dei 30 anni, avevano mandato un film la scorsa settimana e forse mi ripeterò in questo caso, però lo stesso sulla soglia... è un'età che di solito si dice quando finisci la scuola devi chiederti che cosa farai, quando raggiungerai 20 anni ti chiederai cosa farai, 25 ti chiederai cosa farai, io sono sulla soglia dei 30 anni e a volte mi chiedo ancora che diavolo farò, anche se il lavoro ce l'ho, ho una passione.

ce l'ho, un hobby ce l'ho e tutto il resto ma io non credo che sia uno svantaggio chiedersi costantemente che cosa si vuole fare da grandi potrebbe anche essere un modo per reinventarsi per migliorarsi, nascere ogni volta come una persona nuova la mattina quando ti svegli o alle 5 il pomeriggio non so, c'è gente che si sveglia anche alle 4 comunque e il Quindi questo film dovrebbe essere più un'esortazione ad andare avanti, a non fermarsi su un punto fisso e continuare a camminare, anche se si è persi un labirinto, si può imprecare, si può bestemmiare appunto, ma è un viaggio. E mi è piaciuto molto quel riferimento sulla zona di interesse che io conosco bene il regista. Uno dei miei film preferiti è di Glazer, quindi...

Quale? Under the Skin. Ah, bello.

Ottimo. Quindi io... Mi sono perso, non mi ero perso. Spero di ritrovare. Esatto.

No, quindi lo vedi come un'esortazione a continuare, dicevi. Sì, anche il fatto che lei da hostess si reinventi come Paninara. È giusto, è corretto. Anch'io volevo fare...

No, potrei farlo. Cosa, volevi fare i Marchetti? No, no, il Paninaro. Ah, il Paninaro. Io da bambino volevo fare l'archeologo.

Poi... Una serie di vicende mi hanno portato a voler diventare regista, adesso voglio diventare regista, scrittore, sceneggiatore e tante altre cose. Io voglio sperimentare l'arte in generale, perché per me l'arte è importantissima.

e voglio esplorarla quanto più possibile voglio fare il navigatore in questo mare labirintico insisto, col labirinto, scusate avrei una domanda in questione al film il blu cosa rappresenta? io lo chiederei scusami se non ti rispondo io ma il direttore della fotografia che è accanto a me Scusate, chiedete il significato del blu nel film. Per voi.

Per me? Ok, sento il blu come se fosse il colore che ti porta in un stato melancolico, in un stato in cui sei calmo e non pensi a... Ok, quindi penso che il blu comunque ricordi un senso di melancolia ma anche di calma e che quindi ti porti in uno stato in cui tu contempli il film e lo guardi così com'è.

E'stato un film molto importante, diretto da Krzysztof Kieślowski, con lo stesso nome, Blu. Era parte della trilogia. Era Blu, Red e White.

Quindi questo film, chiamato Blu, raccontava la storia di perdere una persona importante. Quindi c'è una trilogia di film a blu, rosso e bianco che mi hanno ispirato con la scelta dei colori di questo film. Il blu racconta la storia...

Il blu è quando senti la melancolia per perdere le persone importanti. Il blu ricorda ovviamente la perdita di qualcuno, quindi sempre ritorna la malinconia. Sì, e quello che è più importante è che c'è il sentimento quando siamo seduti nel luogo blu, per esempio.

diventare calmi e come i colori influiscono sul nostro comportamento, sul nostro come stiamo agendo e certo quindi il colore blu ovviamente ha come tutti i colori hanno un'influenza su come noi ci sentiamo quindi pensiamolo l'idea di sederci in uno stanzo di vedere anche una stanza tutta blu inevitabilmente ci porta a provare delle emozioni molto profonde Era tutto blu perché lì volevamo dare un po'il senso di come se loro stessero un po'affogando nella loro vita e quindi abbiamo deciso di farla tutta blu, cioè una decisione estrema, insomma guardando il posto perché già il posto di base, che è un posto vero, un negozio di pesci, era già abbastanza blu però l'abbiamo caricato al massimo proprio per dare questo senso quasi di... di annegamento no? e anche loro si ruotano attorno a questo negozio quasi come se fossero risucchiati da un mulinello e quindi insomma questa era un'aggiunta a quello che ha detto Casper ci sono altre domande?

Un passaggio di testimone. Allora intanto vorrei dire a lui che io ho il doppio, più del doppio della sua età e ancora mi domando che cosa voglio fare da grande. Allora più che una domanda volevo farvi complimenti. Il film mi ha commosso, l'ho trovato un film romantico, il romanticismo delle fragilità. L'ho pensato così.

E trovo che sia un film molto bello, mi ha incuriosito molto il modo di usare la fotografia, ogni volta c'era un momento di reale, le inquadrature erano verticali, erano orizzontali, ogni volta che si sognava le inquadrature andavano di oblique, si muovevano, molto bello. E c'è un momento... Volevo chiedervi perché è in cui lei canta, canta dietro questa specie di tenda di perline in cui c'è questo... Tra l'altro avete detto che il film è tutto girato in pellicola, ci sono i momenti che sembrano digitali, è una bravura forse del fotografo che ingrandisce al punto tale da sgranare, ma anche il montaggio è molto bello, complimenti.

E c'è questa scena che tu canti e c'è questa ombra dei fili della luce, momento magico. Perché? Cioè, volevo chiedervi che cosa stanno a indicare quei... quell'ombra di quella strada che corre come se fosse da un'altra parte e tu canti dietro questo mare di luce, questa cascata di luce. Una scena stupenda che mi ha veramente commosso.

Eh, questa era la domanda. Che cosa vuol dire, che cosa sono quei fili del telefono e quella strada che corre? Allora io ti posso dire quelle che erano le intenzioni.

Allora il suo personaggio, come tutti i protagonisti del film, con le parole, che ce ne sono tante, non riescono a comunicare però. E quindi il suono, la fattispecie, riesce a esprimere quello che ha dentro soltanto cantando. E quindi in quella canzone, il ritornello è il titolo anche della canzone, è So Many Roads che dice quante strade che posso prendere e quindi per questo abbiamo messo una proiezione di tralicci che danno un senso di profondità come tu puoi incontrare magari in una strada e hai ragione questa luce, questo fascio di luce, in quel momento lì Lei è molto viva perché riesce attraverso la musica, attraverso l'arte, a essere presente, a essere viva, a essere luminosa, a essere ottimista anche, mentre la vita reale non le dà questa possibilità. Tanto è vero che subito dopo quella scena in cui lei canta si incontra al bancone. del pub con il receptionist e chiede se il receptionist l'ha sentita cantare e lui dice di no e c'è una certa indifferenza, nel senso noi spettatori del film l'abbiamo vista cantare, l'abbiamo sentita ma sembra che intorno a lei nessuno l'abbia sentita, questo è un po'rappresentare il sentimento del personaggio perché il film ha un po'questo tono realistico, di verosimiglianza Cioè non è certo un film di fantascienza.

Però quello che ho voluto fare è cercare di riportare un po'il punto di vista a quello dei personaggi, quindi è come loro si sentono, loro si sentono che nessuno li vede, nessuno li sente, e quindi nel momento in cui cantano si sentono vivi e presenti. nel momento in cui questa cosa viene a meno e ritornano alla vita vera si sentono invisibili e poi posso interpellare anche Demetra visto che è l'interprete quello che pensi, come l'hai pensato tu l'attrice Non saprei cos'altro aggiungere, lui è il regista e mi sento un po'inibita a parlare dopo che ha parlato lui. Non lo so, è una scena fondamentale per il personaggio, però penso si sia capito.

momento in cui lei veramente riesce ad esprimere quello che sente quello che pensa che appunto non riesce a fare a parole e sto ripetendo le stesse cose che hai detto tu ci ormai è stato detto così e approfitto finché Ho questo oggetto in mano, poi mi taccio per sempre. Tu hai detto che è un film scritto. E anche qui è fantastico, perché la spontaneità della recitazione, per lo meno dei personaggi, è tangibile. Ci sembrano momenti di improvvisazione pura. O avete trovato, o hai trovato, o avete trovato dei attori veramente bravissimi, oppure deve aver lasciato qualche spazio di improvvisazione.

Allora... perché allora bravi, bravi perché tutti dal paninaro a te, al meccanico incredibile, all'amico marocchino extracomunitario, o quelli del bar o quelli del ristorante sono veramente tutti molto molto reali, spontanei, contribuisce tantissimo la fotografia, contribuisce molto il fatto che il film sia sempre girato di notte o in situazioni buie. è ovvio che il buio riporta una distanza ravvicinata alla realtà, cioè l'impossibilità di vedere oltre, adesso potrei dire una serie di puttanate, ma me ne sto zitto, per cui complimenti, non so cosa dire altro che questo.

Allora, di solito in un film si lavora al contrario, cioè l'attore si fa il setup, la fotografia della scena e l'attore deve entrare nel meccanismo che è stato preparato per lui. Quindi per esempio questa è la luce, l'attore deve andare in quel punto preciso e dire la battuta, come la scena nel provino. e questo ovviamente compromette tantissimo del lavoro dell'attore questo film è stato fatto al contrario cioè prima ho lavorato con loro, con gli attori per capire come interpreti, come sentivano la scena e cosa avevano bisogno di fare nella scena e poi io insieme a Casper abbiamo deciso come capturare il loro lavoro quindi è un film che come obiettivo aveva quello di di ascoltare gli attori, gli interpreti, anche perché loro ci hanno messo tantissimo in loro stessi, all'interno dei personaggi, molto sentita. E quindi volevamo creare un film che fosse molto umano, che sembrassero alla fine frammenti di vita vera. Il film è molto frammentario, come dice poi la frase di Bauman che ho messo all'inizio, che siccome rappresenta molto bene, è un po'come un manifesto programmatico del film.

E... Questo era uno degli obiettivi del film, dare spazio agli attori che spesso sono visti come teste parlanti, primi piani di facce che dicono le battute, io invece volevo riprendere persone che parlano, non attori che dicono le battute. E'una domanda al regista sulla scrittura del film.

La sopprimetto che io non sono un grande appassionato di cinema, quindi non mi intendo sicuramente di storytelling, quindi... È più una curiosità, perché non è una cosa che diciamo... Cioè, il film mi è piaciuto molto, e anzi, alcune parti, soprattutto lo scambio tra lei e il receptionist, quelle battute mi hanno spaccato, cioè, scritto molto bene, molto realistico, e la scrittura mi è piaciuta. Però è una cosa che mi ha rimasto... cioè, mi ha fatto un po'deluso, perché me l'aspettavo, e non so se è perché sono abituato a vedere molte serie su Netflix, in cui si susseguono, diciamo, appunto, scene in cui il personaggio ha...

alla sua vita, poi c'è il personaggio B e C e mi aspetto che dopo si intreccino invece qua sono dei binari che sono rimasti paralleli fino alla fine e mi aspettavo... cioè lei faceva un personaggio un po'diciamo molto introverso il tipo con la giacca rossa era ancora più taciturno e introverso coppia perfetta, si metteranno insieme, non lo so, si incontrano oppure l'altra coppia che magari... perché mi aspettavo che ci fosse il paninaro che collegasse tutti che alla fine si...

Però non c'è stata, volevo capire, so che magari tu ti occupi della regia, la scrittura è un'altra cosa No, no, no, anche la scrittura, la scritto io Hai fatto, ok, quindi hai scelto tu la storia, la mia domanda è perché, cioè hai pensato a questa cosa di collegare le cose oppure era partito così? Beh certo, è un po'diciamo... una decisione presa con coscienza nel senso se si incontrassero i personaggi probabilmente risolverebbero i loro problemi cioè nel senso che io Ho avuto la pretesa nel momento in cui ho pensato al film di cercare il più possibile di rappresentare un po'a livello anche un po'di Sineddo che attraverso i frammenti la mia generazione diciamo, la fase diciamo dai 20 e 30 anni della mia generazione che sono nato negli anni 90, però adesso senza troppo mettere i limiti ci si può rivedere anche in altre età, non è questo l'importante. e trovo che la nostra generazione sia una generazione che in questi anni sia stata molto poco unita, cioè molto poco società, molto più individui, molto più solitudine ed è anche effetto e causa dei problemi della nostra generazione che è una generazione iperconnessa perché comunque noi facciamo parte della rete. dell'epoca del mondo di internet quindi apparentemente siamo tutti molto connessi tra noi ma realmente siamo molto così distanti per cui ho giocato su questa aspettativa di tre linee narrative con personaggi in linee parallele che però poi alla fine non si incontrano perché nella realtà io penso che il mondo in cui viviamo di ti dice che è sconveniente unirti alle persone mandare avanti le relazioni per molto tempo e ti spinge sempre a avere un approccio individualistico alla vita questo è un po'il senso del motivo per cui non si incontrano però nonostante questo i personaggi in realtà si incontrano nel film e si incontrano quando c'è la musica quando ci sono i montaggi alternati e quindi loro sono insieme perché tutti provano le stesse sensazioni nonostante non si conoscono, nonostante abbiano vite completamente diverse, facciano dei mestieri diversi sono connessi dallo stesso tormento, dallo stesso stato d'animo ma non si incontrano fisicamente ok grazie ho colto io il finale quando il tizio che si mollano che va in stazione ci ripensa e torna indietro parte che non ho capito non sa finale aperto che io devo sapere come va bene grazie e poi ha detto benissimo la storia la storia b la storia c così funziona eh sì o va anche lui dal palinare magari chissà grazie grazie a te allora adesso proverò a l'ho tradotta con gol traduttore perché è una domanda per Casper, grazie allora ho visto che questa sera basta che si nascondi dietro il divano e sembra National Geographic o qualcosa del genere allora, la dico prima in italiano?

così allora, per la scelta di creare una determinata immagine è stata scelta un'estetica precisa da seguire su secondo uno stile, anche se personale, o c'è stata una ricerca costante e sul momento data dalla visione artistica del gruppo? Cioè, nel senso, capito per quello, nel senso che, perché io ho visto personalmente un'estetica dell'immagine e della creazione di tutte le immagini che c'erano, di tutte le inquadrature, di tutte le cose secondo uno stile che genericamente è personale, però non è detto. E quindi volevo sapere, è stato meramente stile suo?

O è stato uno stile suo che ha influenzato il gruppo e poi tutto il gruppo ha deciso? Questa è la mia domanda. Essendo appunto direttore della fotografia, penso che...

Ok, questa è una buona domanda. Ok, penso che sono la persona che è aperta alle persone, sono molto empatico e il mio stile è molto documentario. Quindi posso sentire le persone, le emozioni, e qualunque sia che sia, posso impostare la camera e trovare una maniera di filmarla.

Ok. Mi definisco quindi come una persona molto empatica e nasco come documentarista. Quindi quello che faccio è cercare di capire le emozioni, cercare di vivere le emozioni nel momento, dargli una forma e ascoltare quello che succede nello spazio. Sì, quindi queste condizioni che abbiamo avuto in questo film, le abbiamo filmate a budget, in locazioni random, a volte senza la legge, senza le permessi. Sì, esatto.

quello che io stavo vivendo e quello che tutti stavamo vivendo appunto se ne essi in condizioni più o meno favorevoli. poteva essere diverso o così doppiamente negativo, due, forse già la risposta c'era, perché tutto di notte? Terza cosa, le ambientazioni erano domandine proprio terra a terra, allora perché questo titolo così, è stato costruito come scenografia eccetera, poteva essere diverso o così doppiamente negativo, due, forse già la risposta c'era, perché tutto di notte? Terza cosa, le ambientazioni, sono luoghi trovati e utilizzati così o una parte è stata costruita come scenografia?

È stato girato in gran parte molto vicino a dove vivevo quando ho girato il film, quindi praticamente quasi tutto sotto casa ho fatto. E ho girato anche nell'appartamento dove vivevo all'epoca, quindi le case dei personaggi. personaggi, non so, quando loro sono sul letto e suonano o la casa del motociclista, in realtà era la casa dove stavo io, quindi conoscevo bene quei luoghi. e sono luoghi centrali anche di Roma anche se sembrano tipo periferia in realtà è un film ambientato nel centro di Roma a Trastevere praticamente e questo era molto interessante perché Roma nel cinema è stata sempre protagonista è stata inquadrata in mille modi però secondo me non è mai stata inquadrata così sembra Hong Kong e ogni riferimento non è casuale E l'altra domanda qual era? E la notte, perché la notte?

più a che fare con la tematica, perché la generazione giovane vive molto meglio di notte, poiché di notte il mondo rallenta e siccome i giovani, 30 anni in Italia sono giovani, in altre parti del mondo no, però i giovani non sentono la pressione di notte. e quindi possono vivere più serenamente, possono pensare, non sono attalagliati dalle frustrazioni che gli affliggono magari durante il giorno, dove il mondo va velocissimo, sempre più veloce e loro in questo mondo non sono protagonisti. E quindi ho voluto ambientarlo di notte per questo motivo e anche perché è un momento notturno della loro vita. Che è un momento, non è che vuole rappresentare la vita intera, perché proprio il fatto che non si veda...

Cosa fanno di giorno? Ma lui dice, ma cavolo sono tristi, però vediamo solo le loro notti e la notte è il momento, il primo anno di andare a dormire, dove tiriamo le somme della nostra vita tutti i giorni e quindi questo è il motivo. Poi, la prima domanda qual era?

Il titolo. Il titolo viene da una scritta che ho fatto con una bomboletta su un muro quando vivevo a Modena, più di dieci anni fa. in centro storico, ero ubriaco, scritto sul muro, non credo in niente a caso e cosa è successo?

Che la gente ha iniziato a fare le foto con la scritta ed è diventata virale su internet e quindi ho detto, cavolo, in queste parole messe in questo ordine, in questa frase evidentemente c'è qualcosa che coglie un po'lo spirito di questo tempo e quindi ho detto Quando poi ho detto voglio fare un film così che parla un po'di quello che si sente in giro di questa vita che vivo, lo chiamo Non credo in niente e poi effettivamente visto la strada che sta facendo il film ha avuto un senso. Ho sentito tutte le ossa che si scoppiano Tra l'altro se cercate su Google trovate la foto del muro con la scritta Ma io penso che la cerchiamo anche subito Anche su Instagram Soltantemente abbiamo un proiettore E anche Luca Antonella la regia Un posto dal 2003 2012 non credo niente a Modena ma era riconducibile a tuo nome? no no assolutamente è censurato ma adesso vabbè mi sa dopo 10 minuti sì, sarebbe in prescrizione quindi posso dirlo non la trovo ma farò una ricerca più aperta perché poi quando è uscito il film l'ha buttata ovviamente giù ok, su Instagram o su Instagram trovi sicuramente va bene, in realtà posso occultare il danno io avrei due domande, non so se è troppo vai vai una per Alessandro e una per Demetra prima Demetra perché tu hai già parlato con me Ti lascio un attimo rifiatare.

Ecco, questa è la scritta originale. Scusa. Oddio, ma so che l'ho già vista questa immagine.

Tu la fai carabiniere? Vabbè, non so se vedete ma... Sì, vedete bene? Ti vede bene?

Non credo in niente, Rai Seguirà Ecco, forse qua si vede pure meglio Ah sì, cavolo Ashtag non credo in niente su Instagram Beh, riposiamo possiamo riportarli in auge chiediamo direttamente se si può ok ho due domande spero di far veloce lo premetto prima non vuole essere una domanda tipo come è stato interpretare questo personaggio non penso tu voglia rispondere a questa domanda però ho cambiato un po'questa domanda sentendo anche quello che ha detto lui perché all'inizio pensavo che fosse Cioè, questo è un film molto sporco da questo punto di vista, anche del montaggio, delle riprese e quindi... Però, da quello che ha detto lui, voi attori avete avuto molta libertà e anche molta possibilità di creare... Cioè, avevate molto spazio, anche inteso come spazio figurato.

Esatto. Cioè, dimmi se poi sto dicendo cose sbagliate. E il personaggio che interpreti te è... Soprattutto in alcune interazioni, secondo me, con il receptionist. Sì, è un personaggio che è sia tosto, diciamo, no?

Molto saccente o comunque che... No, c'è un po'questa cosa qui, secondo me, nell'interazione con lui. Però, in realtà, è un personaggio molto debole, molto fragile.

No, non debole, fragile e, non lo so, introspettivo. Ok, debole, sì. E c'è questa cosa qui, no? Questa...

che si vede anche nel montaggio. E quindi volevo chiederti, come... cazzo, l'ho chiesto, mi dispiace.

Come è stato interpretare questo personaggio? No, però... No, no, no.

No, avendo molta libertà... Però dovendo restituire quasi il contrario. Ok, sì, nel senso dovendo interpretare una... si sente? C'è la paranoia che non si sente perché senza microfono purtroppo la mia voce è debole appunto.

Dici interpretare un personaggio che comunque non è molto forte nella vita? Cioè nonostante... Dì all'impressione di esserlo è una persona molto fragile che non ha il coraggio di affrontare quello che pensa e quello che sente.

Scusa, e questa cosa qui che hai appena detto... Rapportata con la libertà di interpretazione. Non è stata una speculazione che stiamo facendo dopo il film.

Questa cosa si vede nel film, che avete e che hai restituito. Quindi c'è anche questa cosa. La mia domanda è su questo.

Ok, secondo me sì. Scusami comunque. No, di cosa? Secondo me, il fatto che avessimo libertà fino a un certo punto, nel senso che comunque la sceneggiatura c'era, la libertà è stata data dall'approccio di Alessandro, che era molto aperto ai suggerimenti, nel senso se la scena era scritta così, però se io ad esempio avevo un'idea o qualcosa da aggiungere, lui era molto aperto, era disponibile a metterlo.

all'interno della scena. Il personaggio, non so come l'avete percepito voi, secondo me è una persona che non è molto contenta della sua vita, non è molto a posto con se stessa e piano piano, grazie al rapporto con Receptionist, appunto riesce a diventare consapevole, diciamo, cioè non lascia il suo lavoro, guarda nuove possibilità, insomma. Il fatto di avere libertà è stato fondamentale secondo me, cosa che non succede spesso sui set, di poter aggiungere, parlare col regista, avere un regista che ha delle idee ben precise, che però è disponibile ad eventuali aggiunte.

C'è bello anche solo poter parlare del personaggio, perché spesso quando si girano delle cose c'è poco tempo, non c'è un vero interesse per la recitazione, c'è più interesse per la fotografia, per la composizione dell'immagine, che comunque è importantissima. Però veramente poter sentire che stai diciamo lavorando sul serio e lavorando a 360 gradi con qualcuno che valuta il tuo lavoro, che pensa che è importante la psicologia del personaggio cioè perché fa questo, perché fa quest'altro e non solo una testa parlante come diceva prima anche Alessandro che ripete le battute a caso. È un bel modo di lavorare, spero che sarà sempre più così e sempre meno in un altro modo.

Non so se ho risposto alla tua domanda, probabilmente no, però forse non l'ho capito. Grazie. Un'altra cosa volevo chiedere, che in realtà mi interessa molto, mi interessa molto anche tu, mi interessa molto tutto di questo film. Io sto continuando a scivolare su...

no. La strada l'ho fatta io comunque. Sì, è vero, è vero. e il montaggio di questo film mi piace molto c'è stato un montatore?

una mostrice? molto bravo questo avvalorano ancora di più la mia teoria no no no però c'è una teoria di fondo per me le mostrici... vabbè Questa è una curiosità, cioè, quanto di questo film, perché io penso che, cioè penso, penso anche tu, il montaggio fa grandissima parte del film. Non in questo film, ma in generale, secondo me.

In generale nel cinema? Sì. No, non era questa la domanda però, scusami, scusami. Però, però, sì. No, era, mi sono fermato nel momento sbagliato.

Quanto della struttura anche narrativa di questo film? l'avete fatta nel montaggio? cioè nel senso era scritto così? mi sto esprimendo veramente male mi dispiace la domanda è pertinente mi stai salvando ma perché?

no no veramente guarda ti assicuro il film è stato scritto a scene slegate. Questo immaginavamo. Quindi c'era un pacco di scene in ordine casuale.

Tanto è vero che per me il film in realtà era così, cioè nel senso non avevo l'idea poi di farlo uscire a scene sgangherate, però quando poi l'ho girato e avevamo fatto anche magari le prime bozze di montaggio, io se veniva qualcuno che volevo mostrare il film lo facevo vedere così saltando da una scena all'altra e qui si mi diceva, me lo stai facendo vedere a pezzi. però per me il film è questo proprio perché volevo dare questo senso di frammentarietà che non si capisce cosa sta prima cosa sta dopo perché è un po'come un influente poi è chiaro che certe scene Bene, una volta che sono state girate, per esempio è normale che la scena The Receptionist, che c'è alla fine con lei, in cui arrivano a un climax della loro linea narrativa, probabilmente starà più alla fine del film rispetto che all'inizio. Quindi in questo senso quei passaggi sono venuti abbastanza naturali, però le scene di fatto sono scene autoconclusive, quindi io penso che l'ordine è abbastanza indifferente.

Ma c'era un ordine interno, inconscio, che è un ordine più musicale. Quando io l'ho scritto, ho scritto delle scene che erano un po'con i dialoghi, un po'allegre. barra comiche un po'molto drammatiche un po'con la musica un po'col silenzio un po'ferme un po'con la macchina in movimento un po'in interni, un po'in esterni e quindi poi montare il film è stato dare un ritmo quindi alternando questo tipo di scene tra loro c'è sempre un po'c'è un ordine, sì, è un po'tipo le montagne russe questo è venuto abbastanza naturale però poi la montatrice ovviamente avendo diciamo un occhio da fuori con più razionalità ha trovato un ordine che a mio avviso è corretto e funziona comunque in un film che diciamo non ha una linea narrativa predefinita quindi vabbè questo è un po'la sostanza del racconto, ma ha anche generato magari delle cose che non c'erano in sceneggiatura. Però voglio raccontare invece una cosa che era scritta così.

All'inizio del film i due musicisti, il pianista e la violinista, vengono presentati con una grande lite in cui si mandano a fanculo, si ribaltano i cassonetti e subito dopo si baciano. e la montatrice pensava che fosse un errore e quindi aveva distanziato le scene tantissimo ma quella era la scena che era scritta così perché praticamente in quella maniera io volevo raccontare la loro relazione cioè che un giorno è amore e un giorno è lite e furiosa che tutte le relazioni sono sull'orlo del fallimento nella loro storia in maniera particolare quindi vabbè era un film abbastanza schizofrenico in questo senso grazie Grazie, grazie che c'è un altro... Oddio!

Sono due? Il primo che alza la mano vince? Ok. Mi dispiace. Allora, io volevo chiedere al regista se puoi o se vuoi indicare dei modelli di registi che pensi ti abbiano ispirato per questo film, perché allora per me...

Questo film a me ha ricordato molto Fallen Angels, però diciamo in un'accezione positiva di ricordo, nel senso quasi di allusione, per cui poi mi è sembrato che questo film abbia una vena autoriale molto ben presente e che si percepisca. E quindi sì, volevo chiedere se vuoi, se ci sono stati, se pensi ci siano stati dei registi che ti abbiano particolarmente ispirato. Sì, allora...

Sono partito dai registi che nella storia del cinema hanno realizzato dei film in condizioni produttive complicatissime, quindi bassissimo budget, pochissimo tempo, pochissimi mezzi. e nella storia del cinema il più recente che ha avuto grande successo internazionale è Wong Kar Wai, che ha fatto tra gli altri film Fallen Angels. E poi ci sono anche altri registi come Cassavetes, che è un padre del cinema indipendente, che invece è americano, che era un attore che ha fatto...

il film di Polanski non mi viene il titolo Rosemary Baby esatto quindi era un attore di Hollywood molto famoso che però non si sa per quale follia sin da subito ha voluto fare i suoi film in maniera totalmente indipendente rischiando i suoi soldi personali lui insieme alla moglie Gina Rollands facendo dei film in cui gli attori erano il fulcro del film non tanto diciamo la narrazione diciamo da scrittura di sceneggiatura diciamo di scene causa effetto ma era proprio come ho visto recitare gli attori nei film cassa vetes francamente non ho visto nessun altro film e quindi ho preso spunto in questo da cassa vetes e poi diciamo il primo vero regista indipendente della storia del cinema occidentale e rossellini che italiano che diciamo apportato portato la macchina da presa nei luoghi, insomma nelle strade e penso ci abbia insegnato tantissimo. E quindi questi tre sono stati i principali, ma anche ovviamente Fellini, Fellini che è tante cose, però soprattutto Roma di Fellini, che è un film molto conosciuto, che però mi ha dato qualcosa, penso, per fare questo film. E anche un po'i vitelloni, che magari è un film un po'... un po'più classico, un po'più facile anche da guardare.

Penso, non credo in niente, un po'il contro vitelloni, cioè nel senso il vitelloni ai giorni nostri. La cosa strana è che i vitelloni, non so chi l'ha visto, però lo dico lo stesso, avevano il terrore di sposarsi, di essere destinati a una vita predefinita, oggi il terrore è il contrario, che non si riesce, c'è paura di non avere un lavoro, di non fare la famiglia. Quindi un po'...

un po'il contrario Wong Kar Wai per me è stato fondamentale perché ho fatto un corto prima di questo film che ho girato in Cina e ho usato un approccio molto più classico invece, c'è una sceneggiatura ben precichisa con gli storyboard e mentre ero in Cina mi sono trovato in una grande difficoltà perché comunque è un paese completamente diverso dal nostro, dove c'è comunque un regime di fatto che governa e quindi insomma era andato lì abbastanza all'avventura e non potevo fare quello che mi ero preparato e quindi ho scoperto... che si possono fare anche i film facendosi guidare dagli istinto e ascoltando quello che succede intorno a te e questa cosa l'ho trovata molto più bella di quello che facevo prima magari a tavolino e allora lì un po'diciamo mi sono aperto a nuove prospettive e siccome mi trovavo in Cina e poi tra la parte delle riprese in Cina e poi ho fatto delle altre riprese in Italia ci sono stati dei mesi in cui ho conosciuto Wong Kar Wai e quindi sono entrato dentro proprio perché mi trovavo in quel paese dentro i suoi film mi sono sentito vicino in qualche modo e quindi i suoi film in questi anni mi hanno parlato molto e niente l'ho trovato interessante perché trovo che Non so chi conosce Wong Kar Wai qui. Chi? Chi di voi?

Beh pochissimi rispetto... Beh è una percentuale alta però. Sì, no, però nel senso è un po'diciamo un ponte e... particolare perché comunque parliamo di film girati in Hong Kong 30 anni fa cercare di riprendere il filo del discorso che ha iniziato lui e riportarlo a Roma 30 anni dopo in un contesto... completamente diverso e soprattutto è uno dei pochi esempi di cinema fatto diciamo girato in pochissimi giorni con pochissimi mezzi con un'altra anche struttura narrativa e quindi per me è stato diciamo la base proprio dell'approccio artistico produttivo insieme Sì, sì, sì.

Beh, è proprio... Io volevo fare un film che avesse questa estetica... underground.

A me piace molto, ecco. l'immagine è molto patinata perfetta è un po'una cosa da cui io fuggo ma secondo me tante persone della mia generazione un po'scappano perché siamo nati con il digitale che è 12k vedi i pori della pelle vedi cose che non serve vedere e quindi dobbiamo tornare indietro per trovare un'immagine che sia poetica invece il digitale ci offre un'immagine che è iper definita iper realista che però col cinema tendenzialmente c'entra poco volevo solo fare un'altra domanda su sulle intenzioni dei dialoghi quando si fanno più verbosi perché prima appunto dicevamo e cosa che condivido e almeno io mi sono piaciute molto di più le parti dove si parlava di meno, mi sono sembrate proprio i momenti molto più belli del film. Però questo appunto volevo chiederti se invece i dialoghi dove invece le parole abbondano molto di più, se siano stati scritti proprio con l'intenzione di creare questo effetto oppure no?

Sì, anche perché non mandano avanti la storia diciamo, quindi hanno un po'l'effetto del suo, cioè sono musica anche i dialoghi nel senso sono rumore. non riescono a dire niente con le parole è un po'un controsenso però è così infatti c'è il meccanico che è un po'il personaggio più che porta di più questo discorso che parla molto verboso che però infatti l'ho messo accanto a uno che non parla praticamente mai però entrambi non dicono niente fatto se è questo non hanno le non hanno le parole per poter comunicare quello che vuoi che è che vogliono dire grazie grazie Eeeh... Questo ragazzo qui, per il scorso era intero e cavato E'vero, posso dire, oggi non è replicato Si cambia forma ogni volta, è uno sciolico di venerdì sera Ti sta bene il maglioncino bianco?

Grazie, grazie, grazie, lo diamo a mamma Brava Ma non so, forse è giustamente sottovalutato il bianco E'vero, sottovalutato Sarà una domanda un po'per tutti e tre. Faccio una piccola premessa. Non amo le domande di gossip, comunque in generale quando si parla di un artista tendo a voler fruire su... di quello che produce e non interessarmi di altro però mi sono reso conto più andavo avanti scoprire determinati film mi viene in mente l'ultimo di miyazaki tipo che c'è nella forma ma se tu tu conosci l'autore, conosci quella che è la sua vita, ti racconta molto di più.

Quindi volevo farvi una domanda che può andare bene per tutti e tre, che vuole essere cosa avete raccontato di voi all'interno di questo film? Cioè, cosa c'è di voi in questo film e... Tanto per fare la solita domanda che si fa nelle interviste, cosa vi piacerebbe raccontare invece nei prossimi progetti?

Se magari avete già in mente qualcosa, se volete fare uno spoiler per Genze... Forse dopo qualcosa... No, no, facciamo!

Sono le solite domande... Lo spoiler lo facciamo. Allora, parto io e... Di me...

non c'è nulla di preciso all'interno del film ma sicuramente le sensazioni che provo nei personaggi le ho sentite anch'io probabilmente continuerò a sentirle anche in futuro a fasi alterne perché comunque parliamo di cioè il film alla fine è una messa in scena che deve ricreare ed evocare una sensazione più che raccontare una storia diciamo con inizio, svolgimento e fine grazie Quindi sono sensazioni che mi sono molto note, le ho vissute per parecchio tempo, in diversi momenti e probabilmente, come ho detto prima, tornerò a viverle. Però, devo dire, rispetto ai personaggi, io nello specifico sono abbastanza fortunato perché volevo fare regista, bene o male. Molto di quello che mi ero prefisso di fare sono riuscito a farlo, ho fatto un film, però questo non significa che io sia la misura con cui valutare la mia generazione, cioè intorno a me il sentimento e le situazioni che ho visto sono quelle che ho messo poi dentro il film, almeno le più significative.

E quindi fanno parte anche di me, perché di amici che lavorano nei ristoranti a nero, trattati in quella maniera, ne ho tanti. Le scene che ho messo in scena sono ricalcate da scene che ho visto con i miei occhi, anche più volte. Per cui sì, sono cose che sento molto e che ho preso anche dagli attori che hanno interpretato poi il film. e talvolta scambiandole, cioè prendendo cose della vita di un attore, mettendola a un altro personaggio proprio per cercare di calarsi nei panni degli altri anche, no? E faccio poi rispondere loro.

E'una buona domanda. Cosa mi aiuta a fare questo film? Penso che ci siano certi tipi di personalità. Puoi essere un perfezionista o puoi essere buono.

In questo film ero buono. Non ero perfetto. Perché non c'era tempo di essere perfetto. Ma in qualche modo questo... Buono è perfetto.

traduco per gli altri penso che comunque nella vita ci siano sempre due strade percorribili l'essere perfetti o essere abbastanza e in questo caso qui io ho dato il mio abbastanza e per me questo abbastanza è stato perfetto così perché è quello che volevo fare ed è quello che sono riuscito a dare e appunto in quello che ho dato ho cercato di mettere me stesso, la mia personalità e questo è il prodotto che ho creato ok Wow! Penso che un attore mente sempre moltissimo di se stesso dentro un ruolo, anche perché non puoi fingere perché sei tu fisicamente. Puoi fingere fino a un certo punto, però alla fine metti sempre te stesso. Per quanto sia molto diverso da me il personaggio, perché siamo quasi diametralmente opposte.

Però questa sensazione che lei prova, comunque io quando ho cominciato a girare il film avevo 25 anni, queste sensazioni di incertezza, di... domandarsi se stai facendo quello che veramente vuoi fare, perché poi alla fine quello che il mio personaggio fa è fare un lavoro tutti i giorni senza domandarsi fino a un certo punto nel film se effettivamente è quello che vuole fare. Se effettivamente ha provato prima a fare quello che voleva fare, motivo per cui a un certo punto si mette a suonare al pianoforte o a cantare o a suonare alla chitarra, all'armonica, cioè cose che non è come gli altri personaggi che vogliono veramente fare qualcosa, che hanno un sogno ben chiaro, tipo il ragazzo che vuole fare l'attore o i ragazzi che hanno fatto il conservatorio, quindi effettivamente già sapevano che volevano suonare. Lei secondo me non aveva veramente idea di cosa fare e si è ritrovata a fare la hostess. E a un certo punto nel film si domanda se effettivamente questa cosa che sto facendo mi rappresenta, cioè io sono fatta per fare questo e penso sia normale a 25 anni, forse anche prima, probabilmente anche dopo, chiedersi se effettivamente sei fatto per fare questo e credo che quello che io ho messo nel film sia proprio questo, questo domandarsi, temo eternamente se...

Quello che fai ti rappresenta e sei il tuo obiettivo in questa vita, ecco, questo credo. No, no, zero spoiler però. Ah beh, questo si può fare tipo verso la fine.

Non lo so, vediamo. Non è un dito accusatore, cioè... Semplicemente un...

No, è solo per dire, qualcun altro vuole fare un'altra domanda? Mannaggia... Soddisfatti o rimborsati, ragazzi, ogni film a Gen Z è gratuito, quindi... Cioè, voglio dire, eh, voglio dire...

Sì, un applauso! Bisogna dire rimborsati o... C'era una domanda? Nostra? Sì, io sì, io sì, io sì, sì, volevo fare...

Avevo una domanda per voi. Opi. È rivolta un po'a tutti e tre, diciamo. Ed è, c'è qualche aneddoto divertente? Qualche fan fact?

ma uno non può fare queste domande che viene subito no, dietro magari qualcosa di particolare che è successo se volete raccontarci qualcosa per piacere, siamo tutto orecchio al momento adesso ridiamo allora te ne racconto tre vai vai quando abbiamo girato in stazione dei treni c'era aspetta c'era il coprifuoco quindi praticamente noi arriviamo là con la macchina da presa senza permessi è come se ci avessero la bandierina catarifrangente arrestateci e quindi sono arrivati i poliziotti ci hanno cerchiato così e hanno detto è moci dovete far vedere che avete girato e noi abbiamo detto ma è in pellicola non si vede dobbiamo sviluppare prima e quindi noi siamo andati in tilt ma che vuol dire perché dice che in pellicola e mentre discutevano così noi ce ne siamo scappati era un deterrente altra roba sempre le stazioni però in metro questo è un film metropolitano che ci sono i film metropolitani però tipo i più famosi sono a New York la metropolitana nel cinema italiano non esiste praticamente se ci fate caso non c'è quasi mai nei film perché è impossibile girare in metro metro e stadi ma è impossibile noi abbiamo chiesto i permessi e quindi abbiamo girato lo stesso perché questo era lo spirito del film e fortuna ha voluto che c'era gli europei, Italia-Spagna che poi l'Italia ha vinto gli europei quindi nessuno se ne fregava un cazzo non c'era nessuno ai tornelli nessuna in stazione e quindi ci andò bene il problema è che dovevamo girare l'inquadratura continuamente perché c'erano le persone con la maglia dell'Italia grazie non poteva stare bene nel film e poi un'altra che posso raccontare siccome ho girato pochissimo, 12 giorni un film piccolo viene girato in 25-30 giorni quindi fate un paragone però non solo ho girato così poco ma anche in tre fasi distinte nell'arco di otto mesi e quindi tra una fase e l'altra io ho paura che un attore morisse, cambiasse mestiere e a un certo punto c'era un attore che non farò il nome, protagonista, che aveva beccato no, no, aveva preso, e sono contento di questo, un altro film con un ruolo principale quindi sembrava che non potesse venire alle riprese del mio la notte prima mi sono messo a riscrivere il copione che lui era morto tipo nel film si è detto no è morto adesso faccio un'altra cosa poi alla fine è venuto no ho usato quella che c'era prima ho fatto una cosa inutile però questo era un po'lo spirito cioè queste tre cose che vi ho detto sono state un po'lo spirito battagliero del film c'è molto basato su quello che succedeva ah in questi 12 giorni uno è saltato perché è venuto un bifraggio il torrente proprio in strada io ero aperto a dire vabbè se piove giriamo che piove ha distrutto tutto e quindi è stato un film così molto all'arembaggio rubato una bellissima esperienza Grazie, grazie mille Gli ho appena detto non roviniamo questo momento Infatti sto sudando Allora Ci siamo Ci siamo, siamo in chiusura? Chiedo conferma Chiediamo alla regista Siamo in chiusura Allora come ad ogni chiusura Certo facciamo lo swan però la facciamo esatto allora partiamo con la formula o pi dammi una mano che certo allora se vi è piaciuto non credo vedo in niente, amerete Fallen Angels. Uno. E questo è il suo take.

E gli altri due... Agli altri. I prossimi film di Alessandro Marzulli.

Un film? Ok... Drop the Bomb Hai detto Fallen Angels, vero? Sì Shine Kang Express Se posso dire una cosa?

Sì, esatto, dillo tu. Cosa? Sì, che questa situazione è veramente per me inaspettata, per tutti noi, ed è bellissima, e quindi vale tanto, continuate a venire qui, invitate... altre persone perché quello che stanno facendo questi ragazzi è fantastico quello che state facendo voi io da parte mia ho già invitato altri registi e che verranno sicuramente dato disponibilità quindi può dire diventare veramente un bel punto di riferimento proprio a livello nazionale quindi veramente ho girato tutta l'Italia, abbiamo girato tutta l'Italia non ho mai visto una situazione come questa Che gaso!