Ciao sono Patrick Sheriff e oggi parliamo del primo capitolo dei Promessi Sposi cinque cose da dire su questo capitolo prima di continuare Se vuoi semplificare il tuo studio Ti informo che ho pubblicato due libri sui Promessi Sposi il libro con la copertina Azzurra ti offri riassunti per sequenze di tutti i capitoli aiutandoti a conoscere la storia completa in maniera precisa e veloce il libro con la copertina gialla Invece ti metti a disposizione le descrizioni e le analisi di tutti i personaggi e la spiegazione dei temi di ogni capitolo aiutandoti così a preparare verifiche e relazioni sull'argomento trovi i link in descrizione e nel primo commento e capitolo è strutturato in 6 macro sequenze la prima la terza e la quinta sono sequenze descrittive o digressioni storiche la prima sequenza Infatti descrive i luoghi in cui avviene la vicenda La terza è dedicata a una digressione sui bravi e sulle grida mentre la quinta è dedicata la descrizione del contesto storico e sociale in cui vive Don Abbondio Queste sono sequenze dal ritmo narrativo lento e pacato mentre la seconda la quarta e la sesta presentano un ritmo più vivace più animato ne sono delle vere e proprie scene nella seconda vediamo la passeggiata di Don Abbondio il suo incontro Quei bravi nella quarta Viè il dialogo tra don Abbondio E bravi mentre nell'ultimo ovvero Nella sesta viene il dialogo tra don Abbondio e Perpetua la seconda cosa da dire riguarda l'ambientazione e il tempo ricercatori ambientata Come si evince dalla descrizione in uno dei borghi del territorio di Lecco Manzoni non cita mai una nomina mai con precisione il paesino in cui avviene la vicenda Ma noi basta sapere che si tratta di un borgo situato in questo territorio riguardo il tempo invece Manzoni è molto preciso e dice che è la passeggiata di Don Abbondio avviene il 7 novembre 1628 il terzo punto riguarda la figura di Don Abbondio il cui carattere e Psicologia sono descritti da Manzoni in vari modi durante la sua passeggiata dal modo di camminare di scalciari ciottoli che incontra lungo il cammino dal modo in cui tieni il breviario e si guarda intorno abbiamo che don Abbondio una persona pacata tranquilla e soprattutto abitudinaria abituata a fare ogni giorno sempre le stesse cose e questa sua quotidianità viene stravolta Dai Bravi che riguardano per lui un evento straordinario nella banalità della sua esistenza il carattere di Don Abbondio è un carattere pauroso e questa sua paura questo timore verso il prossimo e la società che lo circonda traspare non solo dal dialogo Ma già da prima nel modo in cui reagisce alla vista dei bravi in quanto subito si guarda intorno alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare Cerca una via di fuga a destra a sinistra e poi immediatamente fa un esame di coscienza per vedere se abbia o meno mancato di rispetto a qualche potente Mazzoni stesso Dopo un incontro ci dice che la filosofia di vita di Don Abbondio era quella di una neutralità disarmante cioè Don Abbondio quando due si scontravano non si schierava mai dalla parte di nessuno e se proprio era costretto a schierarsi si schierava dalla parte del più forte sempre per più famoso dell'altro contendente che guardava come a dire se fossi stato tu più forte mi sarei schierato volentieri dalla tua parte e pensiamo un attimo ancora al dialogo tra i bravi e don Abbondio quando gli viene detto non devi fare questo matrimonio lui subito dice io lo devo fare perché il mio dovere Se dipendesse da me non lo farei fa intendere questo Cioè si presenta come uomo che non ha una propria volontà ma che fa le cose in quanto inserito in un sistema più grande di lui inserito all'interno di una gerarchia in cui deve render conto al vescovo al cardinale all'arcivescovo e dunque lui non ha potere decisionale Inoltre nel momento in cui bravi paiono Non credergli lui ancora insiste dice a me non viene nulla in tasca dal celebrare questo matrimonio non ci guadagno niente quindi vi è un continuo giustificarsi e un continuo sfuggire da parte di Don Abbondio alle sue responsabilità questa psicologia del debole e vigliacco e giustificata da Manzoni e dal fatto che don Abbondio viva in una società violente in cui il più debole finisce sempre per essere sconfitto e Manzoni lo Paragona un vaso di terracotta che viaggia insieme a dei vasi di ferro dunque Don Abbondio E sì un pauroso via Acqua ma allo stesso tempo è costretto ad essere tale per poter sopravvivere all'interno di questa società un altro tratto che evidenzia il carattere timoroso di Don Abbondio e che lui sceglie di farsi prete fin da giovane non tanto per vocazione religiosa quanto perché aveva capito che non essendo ricco né appartenente a una famiglia potente Questo era l'unico modo per sopravvivere in questa società il quarto punto che andiamo a vedere riguarda il linguaggio i quattro personaggi incontrati il primo capitolo I due bravi Don Abbondio e Perpetua ciascuno di essi è dotato di un proprio modo di esprimersi mentre all'interno dell'intero capitolo ci imbattiamo in tre diversi registri linguistici il primo il registro di Don Abbondio che è più formale rispetto a quello dei bravi o di donna Perpetua mentre il secondo registro è quello del narratore che più attento alle espressioni È più accurato e preciso l'ultimo registro infine è quello delle grida riportate da Manzoni che sono riportate espresse con linguaggio del 1600 l'ultimo punto ovvero il quinto riguarda l'ironia manzoniana che è possibile rintracciare in alcune parti di questo capitolo a cominciare dalla descrizione in cui Manzoni dice che nel territorio di Lecco aveva sede una guarnigione spagnola i cui soldati erano protagonisti di violenze furti e crimini e descrivere questi crimini Manzoni utilizza l'ironia in quanto dice che i cittadini erano fortunati di avere questi soldati i quali insegnavano la modestia le donne accarezzavano le spalle e gli uomini e infine non facevano faticare i contadini nelle vigne in quanto loro stessi andavano nelle vigne e si mangiavano l'uva con questo ho concluso iscriviti al canale Lasciami un commento Fammi sapere cosa ne pensi e in bocca al lupo