Salve a tutti ragazzi! Dopo esserci occupati dell'età della restaurazione, oggi inizieremo a parlare del risorgimento. Ma che cos'è il risorgimento? Con questa parola si indicano le vicende attraverso cui l'Italia divenne uno stato unitario.
Il nome Risorgimento fu coniato da Camillo Benzo, conte di Cavour, uno dei protagonisti di questo periodo storico, il quale fondò un quotidiano e lo chiamò appunto il Risorgimento. Il Risorgimento inizia in Italia con i moti del 1820 e 21 e del 1830 e 31. Il loro fallimento stimolò molte riflessioni sulle ragioni dell'insuccesso. Tutti erano d'accordo che bisognasse liberare l'Italia dallo straniero ed unirla in un unico Stato.
Sì, ma come? Con una rivoluzione o con la diplomazia? E l'Italia doveva essere uno Stato accentrato o federalista?
Una monarchia o una repubblica? Queste riflessioni portarono a tre principali ipotesi. C'era chi avrebbe voluto un'Italia repubblicana, chi un'Italia federalista e chi un'Italia monarchica.
Il più importante rappresentante del movimento liberale moderato, cioè di chi proponeva una monarchia con diritto di voto limitato, fu Camillo Benzo, conte di Cavour. Cavour proveniva da una nobile famiglia piemontese. Egli rivestì importanti incarichi politici per il regno di Sardegna, fino a diventare primo ministro nel 1852. Cavour era convinto che solo il Regno di Sardegna fosse in grado di realizzare l'unità d'Italia, poiché era un paese libero, cioè non sottomesso all'Austria, come lo erano tutti gli altri stati italiani.
Per questo motivo, egli avviò in Piemonte una serie di riforme che fecero diventare questo stato un modello per l'Italia. Realizzò canali di irrigazione per sviluppare l'agricoltura, Costruì la rete ferroviaria più estesa d'Italia, incentivò il commercio con l'estero, avviò accordi diplomatici con Francia e Inghilterra, cercando di guadagnarsi il loro sostegno come alleati per combattere gli austriaci. In Italia, infatti, nessuno stato possedeva un forte esercito e l'appoggio diplomatico delle grandi potenze europee era fondamentale per mettersi contro un nemico. così forte come l'Austria.
Il genovese Giuseppe Mazzini invece non era affatto monarchico e voleva fare dell'Italia una repubblica democratica. Egli era profondamente convinto che l'Italia dovesse diventare indipendente, unita e repubblicana. Mazzini inoltre fu il primo a sostenere l'idea che l'unità politica e l'indipendenza dell'Italia dovevano essere una conquista di tutto il popolo, dovevano venire dal popolo.
Mazzini iniziò la sua attività come carbonaro ma dopo aver partecipato ai moti del 1830 che come sappiamo erano falliti si convinse sempre più che le insurrezioni avevano successo solo quando riuscivano a coinvolgere l'intera popolazione. Infatti era stato proprio questo l'errore della carboneria. Nel 1831 Mazzini fondò una nuova società segreta per diffondere le proprie idee, la Giovine Italia, a cui seguì la Giovine Europa. Il compito degli iscritti era quello di fare propaganda tra i ceti popolari, cioè di reclutare gli operai e gli artigiani delle città, di istruirli e di indurli alla rivoluzione.
Sui contadini Mazzini non faceva nessun affidamento poiché troppo ignoranti ed estranei alla vita politica del paese. Tra i democratici italiani troviamo anche Giuseppe Garibaldi, un giovane avventuroso che, come Mazzini, aspirava ad un'Italia unita, repubblicana e democratica. Egli fu soprattutto un uomo d'azione, infatti partecipò ai moti organizzati tra il 1833 e il 1834 dalla giovine Italia, in Liguria, Piemonte, Savoia e Romagna. Essi purtroppo fallirono tutti e Garibaldi, fuggito da Genova dopo i moti del 1834, si rifugiò in Sud America, dove combatté per molti anni. a fianco dei rivoluzionari democratici.
Ma a qualcun altro piaceva l'idea dell'Italia come repubblica. L'economista milanese Carlo Cattaneo, infatti, lanciò l'idea di una repubblica federale, formata dai vari stati italiani. Sull'esempio della Svizzera e degli Stati Uniti, che erano appunto una federazione di stati.
Cattaneo sosteneva il federalismo perché era consapevole delle profonde differenze esistenti tra le varie regioni italiane. Egli era contrario alla monarchia dei Savoia, che giudicava uno dei governi più reazionari d'Italia. Vincenzo Gioberti, sacerdote piemontese, propose invece ai sovrani italiani di associarsi in una confederazione di stati autonomi con a capo il pontefice. Il suo movimento fu chiamato neo-guelfo, cioè dei nuovi guelfi. Vi ricordate che nel Medioevo i guelfi erano sostenitori del Papa?
L'idea di Gioberti però si dimostrò irrealizzabile, poiché il Papa, essendo a capo di tutta la Chiesa Cattolica, non poteva diventare capo di uno Stato in particolare. Tuttavia il neo-guelfismo riuscì ad avvicinare molti cattolici, spaventati dall'ateismo e dall'anticlericalismo, della rivoluzione francese all'ideale dell'indipendenza italiana. Gli ideali risorgimentali, soprattutto i più progressisti come quelli di Mazzini e dei democratici, ebbero scarso seguito tra le masse popolari. L'idea dell'indipendenza nazionale si diffuse molto lentamente e soprattutto grazie all'entusiasmo suscitato dalle imprese di Garibaldi.
L'iniziativa dei vari moti insurrezionali organizzati nella prima metà dell'Ottocento in Italia era partita da gruppi ristretti di borghesi e di nobili. Solo successivamente vi partecipò anche il popolo delle città. I contadini invece rimasero sempre estranei a tutto ciò. Il 1847 fu un anno particolare per l'Italia. A Roma fu eletto Papa Pio IX che, simpatizzando per i liberali, varò alcune riforme in favore della popolazione.
La stessa cosa fece in Toscana il Granduca Leopoldo II. A Torino, intanto, era finalmente salito al trono Carlo Alberto, che nel 1847 aveva concluso col Papa e col Granduca di Toscana un accordo per l'abolizione delle dogane, di circolare liberamente tra i tre stati. Tutte queste riforme fecero ben sperare i patrioti italiani che entrarono in fermento, creando preoccupazione negli austriaci. La parola risorgimento era sulla bocca di tutti e il momento della lotta era davvero molto vicino.
In questa lezione avete conosciuto i protagonisti del risorgimento italiano e i loro ideali, Cavour, Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, Gioberti, Carlo Alberto. Presto saprete come si è realizzata effettivamente l'unità d'Italia. E per scoprirlo vi do appuntamento alle prossime video-lezioni.
Grazie per la vostra attenzione.