Bene, buonasera. Questa sera ci aspetta un percorso, come dire, duretto, eh? Voi direte, anche ieri sera non era uno scherzo, ma questa sera lo scopo della Seconda Guerra Mondiale non è una storia allegra. Le uniche note allegre le mette la partecipazione dell'Italia. qualunque cosa uno possa pensare di Mussolini, Galeazzo Ciano eccetera l'unica nota di commedia in quelle settimane abbastanza drammatiche l'hanno messa loro, come vedrete dunque, come è scoppiata la seconda guerra mondiale?
E'stato scritto che in realtà la seconda guerra mondiale è scoppiata nel 1919, quando è stato firmato il trattato di Versailles. Il trattato di Versailles che ha messo fine alla prima guerra mondiale. prima guerra mondiale creando un'infinità di insoddisfazioni e di frustrazioni. Voi vi ricordate che perfino l'Italia, che pure ha avuto Trento, Trieste, si è mangiata il Sud Tirolo, però non era contenta. anzi da noi si diceva la vittoria mutilata.
Perfino l'Italia vincitrice è sprofondata poi quasi nella guerra civile, la dittatura, come conseguenza di quella guerra finita male. Figuratevi i paesi che hanno perso. La Germania che ha perso è uscita dalla prima guerra mondiale, dal trattato di Versailles, frustrata, con la sensazione di aver subito un'ingiustizia.
Quale ingiustizia? Intanto la Germania aveva dovuto cedere dei territori a un nuovo paese. Il trattato di Versailles ha creato tanti nuovi stati, tra cui la Polonia.
E la Germania ha ceduto alla Polonia, ha dovuto cedere alla Polonia un grosso pezzo di territorio abitato da tedeschi e per di più si sono create delle situazioni ingestibili. C'era una città, oggi non importa più niente a nessuno, è Gdonsk in Polonia, è dai tempi di Lech Wałęsa che non ne sentiamo più parlare, ma all'epoca invece se ne discute moltissimo. un grande porto, una città tedesca importante, si trova sul confine tra la nuova Polonia e la Germania. Tutte e due la rivendicano.
I vincitori di Versailles decidono di fare una città libera, indipendente, né tedesca né polacca. La città di Danzica è tutta abitata da tedeschi che vorrebbero stare con la Germania, ma non gli viene permesso. E in Germania comincia immediatamente un movimento di opinione, un po'paragonabile a quello che succedeva prima della guerra in Italia, Trento, Trieste, l'irredentismo, i fratelli separati. In Germania si batte, Danzica, Danzica è tedesca, Danzich ist Deutsch, Danzica è tedesca e non ce l'hanno data.
È una vergogna, bisognerà tornarci su un giorno. Ma poi ci sono altri problemi che sono nati dalla fine dell'impero austro-ungarico. L'impero austro-ungarico è stato sciolto, sono nati tanti stati nuovi, l'Austria, l'Ungheria, la Cecoslovacchia. Con tanti problemi, l'Austria è piccola.
abitata da tedeschi. La maggioranza di loro avrebbero voluto, vabbè visto che è finita come è finita, entriamo a far parte della Germania, siamo tedeschi anche noi in Austria, ma i vincitori non hanno voluto, l'Austria deve essere indipendente. E poi la Cecoslovacchia è lo stato dei cechi, degli slovacchi, ma in quelle regioni, al tempo dell'impero austriaco, abitavano un sacco di tedeschi, cioè di cittadini austriaci di lingua tedesca. Adesso si ritrovano cittadini cecoslovacchi, ma loro non si sentono cecoslovacchi. Quindi ci sono questo insieme di problemi creati da Versailles e che di per sé sono anche problemi comprensibili.
Sono problemi di minoranze all'estero in gran parte. parte. Io stasera dovrò parlare per un po'delle cause remote della seconda guerra mondiale.
Io avrei voluto dirvi benissimo, siamo al 10 agosto del 39, succede questo, lo faremo, ma prima bisogna parlare un po'di queste cause remote perché sennò non capiamo. niente. E allora le cause remote sono poi queste che vi ho detto.
Una Germania che esce frustrata con una serie di rivendicazioni verso la Polonia per Danzica, verso l'Austria perché gli austriaci sono tutti tedeschi e non si capisce perché non devono far parte della Germania, verso la Cecoslovacchia per i tedeschi che vivono lì e si sentono discriminati. Nel 1933 in Germania vincono le elezioni i nazisti e va al potere Hitler. E Hitler va al potere con un programma che comprende tante belle cose, ma la cosa che i tedeschi forse sentono di più è dobbiamo rivedere il trattato di Versailles. Dobbiamo rivedere l'Europa uscita da Versailles.
È un'Europa ingiusta, è un trattato iniquo. La Germania ha subito e non è giusto. Dobbiamo ritornarci su, modificare i confini. Ecco la storia di come è scoppiata la seconda guerra mondiale e in fondo è la storia di una doppia illusione. Una è l'illusione delle grandi potenze democratiche, l'Inghilterra, la Francia L'illusione che si potessero anche dare delle soddisfazioni a Hitler, perché in fondo Hitler aveva ragione su certe cose.
L'illusione che si potesse dire va bene, negoziamo, troviamo un accordo, danzica, ecco, senza provocare grandi sconvolgimenti. Un'illusione, come vedremo. L'altra illusione è l'illusione di Hitler che invece sia possibile riprendersi tutto e anche qualcosa di più e trasformare di nuovo la Germania nella grande potenza d'Europa senza che nessuno si opponga sul serio. L'illusione delle democrazie, l'illusione delle democrazie occidentali, la Francia, l'Inghilterra.
C'è un momento in cui il fatto che loro si illudono viene fuori proprio evidente. Ecco, la nostra storia di stasera, alla fine ho deciso di cominciarla in questo giorno, il 19 novembre 1937. Mancano meno di due anni allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Lo sappiamo noi, loro non lo sapevano. Il 19 novembre del 1937 il ministro degli esteri inglese, Lord Halifax, va a Berlino. Incontra Hitler.
E a Berlino il ministro inglese Lord Halifax esprime simpatia per le rivendicazioni tedesche. Perché in Inghilterra c'è ormai una generazione che dice sì, in fondo a Versailles abbiamo esagerato, alla Germania abbiamo imposto... delle cose ingiuste.
In fondo si può capire che i tedeschi chiedano delle revisioni. Halifax dice a Hitler che l'Inghilterra capisce le vostre rivendicazioni verso la Polonia, verso l'Austria, verso la Cecoslovacchia. E col tempo sono anche possibili delle modifiche, dice Lord Halifax a Berlino, purché in modo pacifico e senza provocare sconvolgimenti. Lord Halifax dice anche un'altra cosa a Hitler. La Germania è il baluardo dell'Europa contro il bolshevismo.
Perché non dobbiamo dimenticarci, per capire come ragionano loro in quegli anni, che c'è anche quest'altra cosa. In Europa, all'est, c'è un convitato di pietra che si fa finta che non esista, se ne parla il meno possibile, l'Unione Sovietica. C'è l'Unione Sovietica dove nel 1937 ormai c'è Stalin al potere.
Noi sappiamo che Stalin ha messo nel cassetto la rivoluzione mondiale, ma loro non lo sanno. Per loro l'Unione Sovietica, per loro, per i politici occidentali, per loro l'Unione Sovietica è ancora il paese neanche dei comunisti, dei bolshevichi, dei rivoluzionari pericolosissimi. È un paese da tenere alla larga.
Perciò la Germania di Herr Hitler, come dicono i diplomatici inglesi nei loro rapporti, lo chiamano sempre così, Herr Hitler, la Germania di Herr Hitler è, tutto sommato, col suo anticomunismo feroce, con tutti quei campi di concentramento in cui ha sbattuto i comunisti tedeschi, ecco, tutto sommato, è un paese utile. E così in Inghilterra, e così in Francia. In Francia, dove diversamente dall'Inghilterra c'è un forte partito comunista, c'è un forte partito socialista, c'è un governo di sinistra, il fronte popolare. Oggi ce lo siamo dimenticato, ma all'epoca il fronte popolare, altro che Hollande, aveva creato enormi illusioni e enormi paure in Francia. E in Francia c'è una classe dirigente industriali, generali, il clero, che di fronte a un governo comunista, ecco, ma meglio i nazisti, ma molto meglio.
meglio Hitler che Stalin è lo slogan delle classi dirigenti francesi in quel momento. Dunque Hitler percepisce che c'è un clima in cui si possono sperare delle cose, si possono fare delle cose, basta aspettare l'occasione. Si è molto discusso se Hitler ha programmato tutto. Fin dall'inizio aveva i piani precisi fino ad arrivare a invadere la Polonia. Sapete Woody Allen, quando sento Wagner non so perché mi viene subito voglia di invadere la Polonia.
Ecco, ma l'invasione della Polonia è soltanto l'ultimo atto. Si è molto discusso, Hitler aveva già deciso tutto fin dall'inizio. Forse no.
Negli anni Sessanta è uscito un libro famoso, Il libro famoso di uno storico inglese, Alan Taylor, il quale dice che in fondo Hitler, criminale come era, però in politica estera voleva delle cose normali, tutti volevano che il loro paese fosse grande, potente, anche Hitler lo voleva e aspettava le occasioni buone annusando l'aria. L'aria tirava buona. Aspettare le occasioni.
E anche crearle però le occasioni. Taylor non lo sapeva tanto, i documenti venuti fuori dopo lo fanno vedere. Hitler le ha create le occasioni. Comincia con l'Austria. L'Austria è un paese tedesco.
E quindi in Austria c'è un partito nazista, che vorrebbe l'annessione alla Germania e che prende ordini da Hitler. Hitler a un certo punto dà il via libera ai nazisti in Austria. Creare agitazione, attentati, terrorismo, disordine, assassini politici.
Finalmente a un certo momento, è il marzo del 38, Sono passati quattro mesi dalla visita di Lord Halifax a Berlino quando ha detto a Hitler beh in fondo si può capire le vostre ragioni. Passano quattro mesi. A Vienna il partito nazista austriaco fa il colpo di Stato e invita le truppe tedesche a entrare in Austria per garantire la sicurezza.
Il 12 marzo del 38 le truppe tedesche entrano in Austria. Si dice che l'esercito tedesco a quella data era così impreparato alla guerra che il 70% dei veicoli militari tedeschi che entrano in Austria si rompono prima di entrare a Vienna. Però all'estero nessuno reagisce. In Austria c'è l'entusiasmo popolare. Si fa un plebiscito che approva al 99% l'annessione alla Germania nazista.
Il cardinale di Vienna, Initzer, dichiara che i cattolici austriaci devono ringraziare il Signore e obbedire al nuovo governo, che ci ha liberati dalla minaccia comunista. E all'estero nessuno batte ciglio. In Inghilterra il Times di Londra scrive Ma in fondo è un po'come abbiamo fatto noi due secoli fa, quando la Scozia si è unita all'Inghilterra, sono cose abbastanza normali. La gente lo voleva.
Hitler prende nota, ha annesso l'Austria e nessuno ha reagito. Passano pochi giorni, ma davvero pochi giorni, ancora in quel marzo del 38, Hitler convoca il capo dei nazistici coslovacchi. Perché anche in Cecoslovacchia c'è un partito nazista nella minoranza tedesca dei Sudeti, si chiamano così, non mi ricordo mai perché, ma i tedeschi di Cecoslovacchia si chiamano i Sudeti.
Fra i tedeschi di Cecoslovacchia c'è un partito nazista che prende ordini da Hitler e nel marzo del 1938 Hitler dà il via, cominciare con la violenza di piazza, le agitazioni, il terrorismo. La Cecoslovacchia comincia a sprofondare nel caos, la stampa tedesca comincia una campagna. Campagna pesantissima. I tedeschi in Cecoslovacchia sono oppressi, sono una minoranza discriminata, oppressa. La polizia cecoslovacca, criminale, arresta, violenta, tortura.
I tedeschi in Cecoslovacchia soffrono, non si può sopportare. Gli ambasciatori inglesi a Berlino, a Praga... Su istruzioni del loro governo dicono, beh, ma in fondo i tedeschi non hanno mica tutti torti, si può capire. Ripetono che le rivendicazioni tedesche in fondo sono fondate, che il governo cecoslovacco che deve cercare di venire un po'incontro a quello che chiedono i tedeschi, non vogliano mica scatenare un'altra guerra, no? E quindi il governo cecoslovacco farebbe meglio a fare delle concessioni.
C'è un solo paese. che in quel momento quando i nazisti in cecoslovacchia cominciano lo stesso gioco che avevano fatto in austria c'è un solo paese che in quel momento prende una posizione pubblica e dice bisognerebbe che tutte le potenze si mettessero d'accordo per garantire la cecoslovacchia e l'unione sovietica e ovviamente non la sta a sentire nessuno perché la cecoslovacchia è il paese l'unione sovietica Il paese bolshevico, comunista, è fuori dal gioco. L'ambasciatore inglese a Mosca, in quelle settimane, manda un rapporto a Londra in cui conclude la Russia, cito, va considerata fuori della politica europea.
La Russia possiamo far finta che non esista. Notate ancora la fatica di prendere atto di come cambia il mondo. Loro continuano a parlare della politica europea, come se a fare la politica fossero ancora sempre l'Inghilterra, la Francia, ecco no, gli Stati Uniti non ci sono, il Giappone, l'Unione... niente. E ancora sempre la politica europea.
E la Russia non conta. Si va avanti per mesi con la Cecoslovacchia nel caos e la stampa tedesca che batte, batte, batte sulle sofferenze dei sudeti. E l'Inghilterra e la Francia che premono col governo di Praga dicendo «ma fate delle concessioni». Finalmente si arriva a settembre. La situazione è così pesante che il governo inglese e il governo francese decidono che bisogna costringere i cecoslovacchi a fare delle concessioni a Hitler.
Bisogna inventarsi qualcosa. Bisognerebbe inventarsi una conferenza, oggi si direbbe un tavolo di trattative, allora non si erano ancora inventati il tavolo e neanche il vertice. Bisognerebbe fare una conferenza, dicono loro.
Come facciamo a convincere Hitler a accettare un tavolo di trattative? Chiediamo a Mussolini, tanto sono amici. Gli inglesi e i francesi si rivolgono a Mussolini e gli dicono in sostanza, sintetizzo, senti un po'Hitler, se è disposto a fare un tavolo di trattative, non è possibile. a fare in modo che ci incontriamo tutti e ci mettiamo d'accordo per venire incontro alle richieste tedesche sulla Cecoslovacchia.
Hitler è d'accordo. Il 29 e 30 settembre del 1938 c'è quella pagina che poi è stata sempre deplorata come uno dei momenti bassi della politica europea, anche se almeno due dei quattro protagonisti erano in buona fede, la conferenza di Monaco. A Monaco di Baviera si incontrano Hitler, Mussolini, il primo ministro inglese Chamberlain, Neville Chamberlain. E il primo ministro francese, Dalladier. Almeno Chamberlain e Dalladier sono in buona fede.
Su questo è difficile avere dubbi. Loro hanno un incubo, come tutta la generazione che ha visto la prima guerra mondiale. Come tutta la generazione che ha visto il macello della prima guerra mondiale, i politici di quegli anni hanno in mente, quando c'è una crisi, hanno in mente una cosa sola. Tutto, ma non una nuova guerra. Mai più una guerra, nessun costo!
O se preferite, la pace a qualunque costo. Qual è il qualunque costo? Ebbè, se la Cecoslovacchia deve cedere un pezzo di territorio alla Germania, pazienza, meglio questo.
Monaco sono Inghilterra, Francia, Italia e Germania che si riuniscono per decidere quale pezzo di Cecoslovacchia sarà ceduto alla Germania. I cecoslovacchi sono fuori della porta che aspettano di sapere cosa viene deciso. E la conferenza di Monaco decide.
Tutto il pezzo popolato da tedeschi, i sudeti, viene ceduto alla Germania. Hitler prende nota. Non solo non mi hanno ostacolato, mi hanno addirittura aiutato a prendermi un pezzo di Cecoslovacchia.
E qui, come dire, appunto l'ho detto, io non so, è difficile parlarne perché da un lato viene da dire, come si è detto per 50 anni, ma che tragedia dei politici di quel livello. Però quelli erano politici, come dire, di primo livello, che non hanno capito cosa stava succedendo. ed erano in buona fede. Chamberlain torna a Londra, è stato poi sbeffeggiato fino ad oggi per questo suo ritorno a Londra da Monaco, Chamberlain torna a Londra, già mentre scende la scaletta dell'aereo Sventola il foglio con gli accordi. Voi capite, ci sono i fotografi, la folla, tutto intorno.
Chamberlain sventola il foglio e dice alla folla. Ve lo traduco direttamente, il discorso di Chamberlain alla folla quel primo giorno, scendendo dall'aereo da Monaco. La sistemazione del problema cecoslovacco, che adesso abbiamo raggiunto, secondo me è solo l'inizio di una sistemazione più ampia, in cui tutta l'Europa potrà trovare la pace.
Siamo 11 mesi prima del... lo scoppio della seconda guerra mondiale, ricordiamocelo. Chamberlain dice, questa mattina ho avuto un altro incontro col cancelliere tedesco, Herr Hitler, e qui c'è il trattato che porta la sua firma e la mia. Noi consideriamo il trattato segnato ieri notte come il simbolo del desiderio dei nostri due popoli di non andare mai più in guerra l'uno contro l'altro. Miei cari amici, il primo ministro britannico è tornato dalla Germania portando la pace con onore.
Io credo che sia la pace per il nostro tempo. Andate a casa e fatevi una bella dormita tranquilla. Questo è il discorso di Chamberlain alla folla di Londra, tornando da Monaco.
La politica di Chamberlain ha un nome preciso che poi è diventato nel gergo della politica inglese lo rivedremo domani sera parlando della signora Thatcher è diventato una brutta parola appeasement la pacificazione, la pace costi quel che costi e l'appeasement oggi effettivamente è scioccante, non si rendevano conto, no non si rendevano conto L'ironia tragica di questo è che loro erano disposti a tutto pur di non far scoppiare la guerra. E'il risultato che l'hanno fatta scoppiare. Ben inteso, Hitler era bravo, Hitler era abilissimo a menare il camperlaie e a ingannare gli interlocutori. A Monaco Hitler dice a Chamberlain Ecco, questo sentite, questo lo riferisce a Chamberlain, sembra.
Dice, ho parlato con Hitler. Parlando con grande sincerità, Hitler mi ha detto che questa era l'ultima delle sue ambizioni territoriali in Europa. E l'ha detto Hitler, era così sincero. Quindi, dormite sonni tranquilli. Ma Chamberlain non è...
Chamberlain e Dalladier non sono gli unici che si fanno... a parte Mussolini, che anche lui ci crede. Ma ci crede perfino la Polonia. La Polonia, ricordiamocelo, sarà poi lei la vittima quando scoppia la guerra, la Polonia quando si fa la spartizione della Cecoslovacchia decisa a Monaco, ne approfitta e si prende anche lei un pezzetto di Cecoslovacchia.
Polonia è un paese militarista, governato dai colonnelli, una mezza democrazia autoritaria, feroce nazionalista, anticomunista al massimo. In quel momento i polacchi sono convinti che con Hitler si può fare amicizia, tanto siamo anticomunisti tutti. Chi è più anticomunista di Hitler? Noi polacchi, ancora di più. Quindi i polacchi in quei mesi, fine 38, inizio 39, credono di essere amici di Hitler.
E Hitler, il 30 gennaio del 39, mancano sette mesi allo scoppio della guerra mondiale, Hitler quel giorno al Reichstag, al Parlamento tedesco, dice l'amicizia fra Germania e Polonia è uno dei fattori rassicuranti nella vita politica dell'Europa. Il ministro degli esteri polacco, Beck, va a Berlino a fine gennaio del 39, anno degli incontri con Hitler, in cui Beck non nasconde che certo alla Polonia piacerebbe allargarsi verso l'Unione Sovietica, prendersi un pezzo di Ucraina, lì ci sono minoranze polacche e in fondo in futuro si potrebbe anche parlarne. Nel frattempo, mentre si fanno questi bei discorsi, gennaio, febbraio, marzo del 39, la Cecoslovacchia si sfascia. Ha perso tutta la fascia abitata dai tedeschi, ha perso il grosso delle sue industrie, ha perso le sue fortificazioni di confine.
A questo punto la Slovacchia vuole diventare indipendente. È una vecchia storia, voi lo sapete, poi è successo. Attualmente è indipendente, si è separata.
La Cecoslovacchia sprofonda, sta per essere invasa dall'Ungheria. A un certo punto Hitler decide di liquidare il problema. Il 14 marzo del 1939 Hitler ordina al presidente cecoslovacco, Aja, di venire a parlargli a Berlino. Il presidente cecoslovacco obbedisce.
Arriva a Berlino e all'alba del 15 marzo Hitler lo informa che l'esercito tedesco sta per entrare in Cecoslovacchia per mantenere l'ordine e che il presidente cecoslovacco deve firmare un foglio dove dice che l'ha chiesto lui. sarà rasa al suolo dalla Luftwaffe. Il presidente Acha prima ha un infarto e poi con i medici che lo tengono sveglio firma la richiesta di intervento tedesco. Il 15 marzo i tedeschi invadono la Cecoslovacchia.
Nel mondo nessuno interviene. prende nota. Neanche stavolta è intervenuto nessuno. Però, voi direte era ora, Chamberlain comincia a pensare che forse non ci si può fidare di Hitler, dopo tutto. Due giorni dopo Chamberlain parla alla Camera dei Comuni, 17 marzo 39. Vi traduco il discorso di Chamberlain, il quale evidentemente dice delle cose che proprio non vorrebbe dire, si sente, è una sintassi.
Dice Chamberlain Ma non ci viene in mente inevitabilmente questa domanda? Ma se è così facile scoprire buone ragioni per ignorare delle garanzie date in modo così solenne e così ripetuto? tutto.
Ma allora che affidamento possiamo fare su altre garanzie che ci verranno dalla stessa parte? Questo è l'ultimo attacco contro un piccolo Stato oppure sarà seguito da altri? Non è che questo è un passo nella direzione di un tentativo di dominare il mondo con la forza? Chamberlain evidentemente spera che gli dicano no, stai tranquillo, no, però il dubbio comincia a venire.
La controprova arriva subito. I tedeschi hanno invaso la Cecoslovacchia il 15 marzo. Dieci giorni dopo, il 26 marzo, Hitler presenta al governo polacco la richiesta di annettere la città libera di Danzica.
I polacchi rifiutano. Hitler parla al Reichstag. Fine aprile del 39. Tre mesi prima, nello stesso posto, Hitler ha detto che l'amicizia fra Germania e Polonia è uno dei fondamenti rassicuranti della politica europea.
Tre mesi dopo, questo di Danzica è forse il problema più doloroso per la Germania. Io pensavo che la sua soluzione pacifica avrebbe contribuito ad allentare definitivamente la tensione in Europa. Il governo polacco ha rifiutato la mia offerta. Mi dispiace moltissimo di questo atteggiamento incomprensibile del governo polacco.
A partire da quel momento, a Danzica, sul confine fra Danzica e la Polonia, cominciano i conflitti, gli incidenti, le sparatorie. A Danzica si formano milizie naziste, fuori c'è la dogana polacca, incidenti tutti i giorni. Però stavolta...
Il governo inglese e il governo francese stanno cominciando a pensare che forse è il caso di fare qualcosa. Cosa? L'Inghilterra e la Francia propongono ai polacchi di negoziare un trattato di alleanza. E anzi, Chamberlain si spinge fino a garantire ufficialmente che anche se il trattato non è ancora firmato, se la Polonia fosse attaccata da qualcuno, chissà chi, ma se fosse attaccata da qualcuno, l'Inghilterra e la Francia sono pronte a difenderla, la Polonia.
Oh, tenete conto, oggi col senno di poi uno dice era anche ora. Cos'altro vuoi fare? Ma all'epoca far digerire questa cosa all'opinione pubblica è difficilissimo. All'epoca l'opinione pubblica in Inghilterra e in Francia dice Danzica.
E noi dovremmo fare la guerra per Danzica. Sui giornali escono i titoloni. Morire per Danzica?
No! Tuttavia il governo francese e il governo inglese, impavidi, avendo scoperto che forse di Hitler non ci si può fidare, nell'aprile-maggio del 1939 fanno anche un'altra cosa inaudita. Cominciano a vedere se non si può fare una qualche forma di accordo con l'Unione Sovietica. E cominciano un negoziato che durerà molti mesi per vedere se si può fare un accordo di difesa militare nel caso che ci fosse una guerra.
La storia di questa trattativa è una storia triste e deprimente perché perché uno dice beh magari l'avessero fatto questo accordo, invece si vede che non lo vuole fare veramente nessuno, hanno tutti paura gli uni degli altri. Quello che si vede è un dato che sembra oggettivo, perché si basa sui telegrammi che partono e sulle risposte. Ogni volta che l'ingresso Inghilterra e la Francia fanno una proposta ai russi, i russi rispondono il giorno dopo. Poi passano settimane, settimane, settimane e finalmente gli inglesi e i francesi fanno il passo successivo, i russi rispondono il giorno dopo. E si va avanti così, con questo negoziato che si trascella.
Cina. Però intanto Stalin prende nota. Questi mi stanno chiedendo di negoziare.
Ma ci credono o mi vogliono tirare dentro e poi al momento buono mi mollano a occuparmene io della Germania? Stalin prende nota e decide che non si può rischiare. Sta negoziando con l'Inghilterra e con la Francia un accordo militare, ma gli inglesi e i francesi sembrano molto tiepidi.
Stalin fa sapere ai tedeschi che anche se i loro paesi sono nemici, uno è comunista, l'altro è... però hanno degli interessi commerciali. Forse aprire un negoziato per un accordo commerciale fra Germania e Unione Sovietica potrebbe anche essere una buona idea. I tedeschi ci stanno. E quindi comincia questa situazione che attraversa tutta l'estate.
Stalin, senza che nessuno lo sappia, sta negoziando contemporaneamente con l'Inghilterra e la Francia su un tavolo e con la Germania su un altro, stando a vedere cosa succede. E l'Italia? L'Italia è amicissima della Germania nazista.
Il 22 maggio 39 firmano il patto d'acciaio fra l'entusiasmo della stampa, amicizia indefettibile fra i nostri due popoli. Ma in realtà Mussolini è preoccupato. E'preoccupato perché i nazisti gli hanno garantito che non vogliono fare la guerra per il momento, ma lui comincia a non essere più così sicuro.
E la prima cosa che dobbiamo avere ben chiara, non sempre lo si dice così chiaramente, anche se insomma è ben noto e documentato, Come mai Mussolini non è tanto sicuro? Perché l'Italia in quel momento è completamente priva di risorse. L'Italia ha fatto la guerra d'Etiopia e ha fatto la guerra di Spagna all'interno dell'Italia. intervento in Spagna a fianco di Franco. È andato tutto bene, la guerra d'Etiopia è un trionfo.
Anche in Spagna è andata abbastanza bene. Ma le guerre costano delle cifre terrificanti. La guerra d'Etiopia e la guerra di Spagna vogliono dire che nel bilancio italiano c'è una voragine, non c'è più un soldo per niente, specialmente non c'è più un soldo per armi moderne. Ora, il caso vuole che in quegli ultimi anni, siccome tutti hanno capito l'aria che tira, tutti i paesi stanno sperimentando nuove armi.
In tutti i paesi stanno mettendo in produzione dei caccia di nuova concezione, lo Spitfire, nuovi carri... riarmati, gli armamenti che andavano bene fino a due o tre anni fa stanno invecchiando rapidamente. L'unico paese che non ha i soldi per farlo è l'Italia. Mussolini lo sa, anche se poi ogni tanto preferisce dimenticarselo, ma lo sa in quel momento, nell'estate del 39, ha una preoccupazione, che ai tedeschi non venga in mente di fare la guerra. Ai primi di agosto Ciano scrive nel diario, sapete, Galeazzo Ciano, ministro degli esteri, genero di Mussolini, che poi sarà fucilato cinque anni dopo, dopo il processo di Verona, ma questa è un'altra storia.
Ai primi di agosto Ciano, il nostro ministro degli esteri, annota nel diario, è venuto il momento di vedere come stanno le cose, il gioco è troppo grosso, perciò Ciano vola in Germania. L'11 agosto incontra il suo collega, il ministro degli esteri tedesco, von Ribbentrop. Ciano è mandato da Ribbentrop con l'incarico di spiegargli che fare una guerra in quel momento sarebbe una follia, non bisogna assolutamente farla. Ciano chiede a Ribbentrop, ma tutta questa storia che state sollevando sulla Polonia, cos'è che volete?
Volete Danzica? Ribbentrop gli risponde, ormai non più, vogliamo la guerra. Sono a un ricevimento, sono tutti lì con le coppie di champagne in mano. Ciano freme dalla voglia di dire ai suoi collaboratori quello che gli ha appena detto Ribbentrop, ma sono lì a ricevimento. Tutte queste cose le scrive poi Ciano nel suo diario.
Finalmente passa vicino a uno dei suoi collaboratori, Ciano, e gli fa all'orecchio, siamo alle botte. Dopodiché Ciano parla ancora con Ribbentrop e Ribbentrop gli dice sì faremo la guerra alla Polonia, ormai è deciso, la schiacciamo la Polonia. E dice ma l'Inghilterra, la Francia?
E Ribbentrop gli dice vedrai non interverranno. E la scommessa, come nel 1914 per chi di voi c'era ieri sera, e la scommessa non interverranno, salvo che stavolta, sapete che la storia si ripete prima tragedia e poi farsa, stavolta fanno la scommessa davvero, nel senso che Ribbentrop dice a Ciano dai scommettiamo. Scommettiamo che non intervengano.
Se vinco io mi dovete regalare un bel quadro rinascimentale italiano. Se vinci tu ti regalo una collezione di armi antiche tedesche. Ma vedrai, vinco io, non interverranno. Faremo la guerra e non diventerà una guerra mondiale. Perché la Francia e l'Inghilterra non oseranno intervenire.
Finisce la cena di gala, finisce il ricevimento, i brindisi, tutto. Ciano torna con gli altri suoi collaboratori all'albergo. Brucia dalla voglia di raccontargli tutto.
Sono in albergo, gli viene il dubbio che forse i tedeschi hanno messo dei microfoni nella stanza. Allora si chiudono in bagno e chiusi in bagno, Ciano racconta ai suoi collaboratori che i tedeschi ormai hanno deciso di fare la guerra. E qui comincia il conto alla rovescia. 12 agosto, il giorno dopo l'intervista di Ciano con Ribbentrop, sabato 12 agosto, oh è ferragosto! Questa guerra come la prima scoppia in piena estate.
All'epoca non ci sono ancora tante ferie ma un po'ci sono, a ferragosto la gente va via. Sabato 12 agosto, per esempio, Milano si svuota. Mezzo milione di persone prendono il treno per andare al mare.
Quello stesso giorno arriva a Mosca la delegazione franco-inglese, finalmente dopo mesi che ne parlano, mandano una delegazione a Mosca per negoziare un trattato. I sovietici sono molto delusi. La delegazione è fatta di un generale francese e un ammiraglio inglese, personaggi di secondo piano.
I russi gli chiedono, ma avete pieni poteri per firmare un trattato? Questa cosa mi ferma un secondo. Questa cosa dei pieni poteri è importantissima per capire gli scambi diplomatici di quest'epoca, in cui per carità c'è il telefono, c'è il telegrafo, l'aeroplano, però poi avere sul posto uno che può firmare è una cosa che tutti considerano fondamentale.
I sovietici chiedono, siete venuti a trattare? Benissimo, c'è urgenza, avete pieni poteri? E il generale francese e l'ammiraglio inglese rispondono no.
Voi ci dite e noi riferiamo. I sovietici rimangono molto delusi. Lo stesso giorno il governo sovietico fa arrivare un invito a Berlino.
Sarebbe bene che Ribbentrop venisse a Mosca, perché abbiamo da parlarci. Domenica 13 agosto, piena estate, vacanze, la mostra del cinema a Venezia, Maria Bellonci vince il premio Viareggio con Lucrezia Borgia. Quello stesso giorno Hitler telefona a Mussolini. E'proprio così come ti ha detto Ciano.
Faremo la guerra alla Polonia. Al primo incidente attacchiamo. Non solo. Hitler spiega. Siamo a metà agosto.
I miei generali hanno calcolato che per sconfiggere la Polonia ci vuole un mese e mezzo. Sei settimane massimo. Ora, a metà ottobre arriva l'autunno, in Polonia le strade e gli aeroporti diventano inutilizzabili per il fango. Quindi entro metà ottobre bisogna aver finito.
Ci serve un mese e mezzo, quindi entro fine agosto noi attacchiamo. Mussolini e gli altri in Italia sono allibiti. Ciano annota nel diario.
Ci hanno ingannato e mentito. Lunedì 14 agosto, clima vacanziero, c'è il festival di Salisburgo. Hitler, che è in montagna, va al festival di Salisburgo, il ratto dal serraglio di Mozart.
A Mosca i russi incontrano la delegazione anglo-francese e mettono le carte in tavola. Vogliamo fare un accordo per difendere la Polonia? Va bene!
Però noi vogliamo la garanzia che si fa sul serio, che i polacchi lasciano entrare le truppe russe su territorio polacco se c'è la guerra. Sono in buona fede, sono in mala fede, stanno già pensando di mangiarsela la Polonia. Oppure pensano sul serio che se si deve fare la guerra bisogna farla sul serio.
Non si sa. Intanto dicono questo. Cosa rispondono l'ammiraglio inglese e il generale francese? Non è di nostra competenza, noi dobbiamo riferire. Riferiremo a Parigi e a Londra, vedremo.
Quello stesso lunedì 14 agosto, Ribbentrop decide che l'idea dei russi, che lui vada a Mosca, è una buona idea. Ci andrà. Martedì 15 agosto, Ferragosto. Il generale francese ha scritto a Parigi, i russi vogliono per firmare l'accordo la garanzia che i polacchi in caso di guerra li lasciano entrare.
Bisogna chiedere ai polacchi. Il ministro degli esteri francese Bonnet cerca l'ambasciatore polacco. Dov'è secondo voi l'ambasciatore polacco a Ferragosto?
Al mare. E al mare lo fanno tornare a Parigi. Gli dicono, concedete il passaggio di un'ambasciatore polacco.
I russi in caso di guerra contro la Germania, l'ambasciatore dice, devo chiedere a Varsavia, ma secondo me diranno di no, perché dei russi abbiamo ancora più paura che dei tedeschi. Il ministro francese Bonnet avverte l'ambasciatore polacco guardate che a noi risulta che Hitler ha dichiarato che liquiderà la Polonia in tre settimane l'ambasciatore polacco risponde, questo è importante per capire anche lì il clima e com'era questo regime polacco, l'ambasciatore polacco risponde sarà la Polonia a invadere la Germania fin dai primi giorni Mercoledì 16 agosto, Ribbentrop scrive a Mosca, vengo, è la prima volta che mettono per iscritto che farà questo viaggio per firmare un trattato con i sovietici. A Berlino i tedeschi cominciano a preoccuparsi di una cosa, chi di voi c'era ieri sera mi scuserà, la storia a volte si ripete, i tedeschi si dicono, e l'Inghilterra cosa farà? Perciò al Ministero degli Esteri convocano l'ambasciatore inglese e gli dicono ma non è che voi appoggiate la Polonia, eh?
Lo vedete che pazzi sono questi polacchi, le provocazioni, la minoranza tedesca in Polonia è oppressa, è tutta colpa dei polacchi che non sono gente ragionevole, ma voi inglesi non sarete mica disposti ad aiutare dei pazzi, vero? L'ambasciatore inglese risponde che se i tedeschi si sono fatti questa idea si sbagliano di grosso, che non hanno capito niente della mentalità inglese e che non c'è ombra di dubbio che se la Polonia è attaccata l'Inghilterra la aiuterà. Giovedì 17 agosto, sulla frontiera fra Germania e Polonia si moltiplicano gli incidenti, sparatorie, sconfinamenti.
La stampa tedesca scatena una campagna, ricordate la Cecoslovacchia l'anno prima? La stampa tedesca scatena una campagna, terrore polacco contro la minoranza tedesca, arresti, omicidi. A Mosca arriva la risposta di Ribbentrop, sono disposto a venire a firmare un accordo.
Venerdì 18 agosto. Come sapete Mussolini e Ciano sono terrorizzati perché l'Italia non è pronta a fare la guerra. Ma la linea ufficiale che viene dettata alla stampa italiana ovviamente è tutt'altra. Abbiamo fatto il patto d'acciaio.
La stampa italiana ha ordini precisi. In questa crisi i tedeschi hanno ragione. Perciò vi leggo alcuni titoli dal Corriere della Sera del 18 agosto.
Le tragiche responsabilità delle democrazie, naturalmente democrazia è una brutta parola nell'Italia fascista, che hanno scatenata e sorretta la protervia polacca. L'incrollabile fermezza dell'asse contro il bellicismo ammantato di ipocrisia degli accerchiatori, dove gli accerchiatori sono appunto le demo-pluto-giudocrazie Francia-Inghilterra... sovietica che assediano i popoli.
Lo sapete, questa storia la sappiamo in Italia. Quello stesso venerdì 18 agosto il governo polacco deve decidere se si fa l'alleanza con l'Unione sovietica ma concedendo il passaggio alle truppe sovietiche. Il governo polacco dice di no. Non abbiamo accordi militari con l'Unione sovietica e non desideriamo averne.
Qui c'è anche un famoso commento che è diventato poi proverbiale di un generale polacco, il quale dichiara «Con i tedeschi rischiamo di perdere la nostra libertà, con i russi perdiamo la nostra anima». Perciò nessun accordo. Sabato 19 agosto, a Mosca arriva la notizia che i polacchi non vogliono l'accordo con la Russia. Perciò il negoziato si arena. Il ministro degli esteri sovietico, Molotov, Scrive a Berlino dicendo, allora a questo punto venga Ribbentrop.
Vogliamo vederci il 26 o il 27? Domenica 20 agosto, telegramma di Hitler a Stalin. Tenete conto che è la prima volta nella storia che un capo di governo occidentale scrive personalmente al capo del governo sovietico. Fino a quel momento l'Unione Sovietica non ha mai scritto a Berlino.
sovietica era come un paese di appestati, con loro si parlava solo indirettamente, sotto banco. Il primo telegramma di un governante occidentale a Stalin è di Hitler, il quale il 20 agosto gli dice «sono contento che avete accettato di vedere Ribbentrop, ma perché il 26-27? Facciamo prima, facciamo il 22 o il Lunedì 21 agosto.
Mussolini e Ciano si rompono la testa per cercare un modo di evitare la guerra. Gli viene in mente di fare come l'anno scorso, una bella conferenza a Monaco, una conferenza internazionale in cui ci si mette tutti d'accordo. Perciò telefonano a Berlino per parlare col ministro degli esteri von Ribbentrop e proporgli questa bella idea.
Dal diario di Ciano. Ribbentrop non si fa trovare. Finalmente nel pomeriggio Ribbentrop risponde e dice adesso non posso discutere di queste cose, sono in attesa di un importante messaggio da Mosca. Quel giorno, in effetti, il 21 agosto, Stalin riceve il telegramma di Hitler alle 3 del pomeriggio e alle 5 del pomeriggio risponde «Certo, facciamo prima. Ribbentrop può venire a Mosca anche dopo domani, il 23, e firmiamo un patto di non-aggressione fra Germania e Unione Sovietica».
Oh, fermiamoci su questa cosa. È una decisione cruciale, una di quelle che hanno contribuito fortemente a far succedere quel che è successo. È una decisione assolutamente imprevista e scioccante.
Su questo bisogna essere molto chiari perché, vabbè, vi dico una mia opinione, qualcuno non sarà d'accordo, ma da molti anni ci hanno fatto il lavaggio del cervello dicendoci che i totalitarismi sono tutti uguali, che l'Unione Sovietica di Stalin e la Germania di Hitler erano la stessa cosa. E allora anche il loro accordo sembra meno strano. La realtà è che per allora, per la gente di allora, è uno shock immenso.
Perché la Germania nazista e l'Unione Sovietica comunista appaiono come i due paesi più contrari e nemici che ci siano. E lo sono. È una prova del cinismo, dell'astuzia. e della freddezza straordinaria sia dei nazisti sia di Stalin e del suo gruppo il fatto che facciano questo accordo da cui il mondo rimane esterrefatto Stalin ha deciso che gli inglesi e i francesi sono troppo molli non lo vogliono l'accordo perciò lo faccio con i nazisti alla faccia loro perché io ho bisogno di essere sicuro Vi aggiungo una piccola cosa, questa è una cosa che pochi sanno, magari anche molti di voi non la sanno. Un piccolo pezzetto del contesto di quei giorni, quando Stalin decide che visto che le cose stanno andando molto male, come dice Ciano, siamo alle botte, ecco Stalin decide che ha bisogno assoluto di sicurezza, anche a...
costo di fare il patto col diavolo, tanto poi non lo manterremo il patto, ma per il momento ci serve. Qual è il piccolo pezzetto di contesto che all'epoca nessuno conosce e anche oggi pochi si ricordano? In quegli stessi giorni l'Unione Sovietica sta combattendo una guerra segreta e non dichiarata col Giappone in Mongolia. In Mongolia, che è una repubblica comunista alleata dei sovietici, è confina col manciuco cinese occupato dai giapponesi.
Nell'estate del 1939 è in corso una guerra in piena regola che coinvolge interi corpi d'armata. Una guerra che alla fine farà 70.000 morti e feriti, ma che i due governi sono d'accordo di non rivelare al mondo. E il mondo non viene a sapere niente, figuratevi i confini tra la Mongolia e la Manciuria.
È una guerra in piena regola perché i giapponesi dalla Cina stanno sconfinando in Mongolia, i mongoli chiedono aiuto ai sovietici, i sovietici vengono. Poi, fra parentesi, la guerra la stravincono i sovietici, che sono al comando di un generale che poi diventerà famoso, Zhukov, che arriverà anche a Berlino fra sei anni. Zhukov sbaraglia i giapponesi e sta succedendo in quei giorni. L'attacco di Zhukov scatta il 20 agosto.
Il 21, con la battaglia in corso, Stalin decide facciamo il patto con la Germania, perché comunque almeno un confine ce lo dobbiamo garantire. Quel giorno stesso la notizia viene resa pubblica. Mussolini e Ciano sono sconvolti, come tutto il mondo, dall'accordo fra Germania e Unione Sovietica. Sono sconvolti ma anche ammirati. Sono forti questi tedeschi.
Il diario di Ciano. Non c'è dubbio che i tedeschi hanno fatto un colpo da maestri. La situazione europea è sconvolta.
Poi Ciano fa una considerazione astuta. L'Inghilterra e ancora di più la Francia sono pieni di comunisti. Come faranno adesso con tutti i comunisti che hanno in casa a fare la guerra contro la Germania che è amica dell'Unione Sovietica all'improvviso? E poi c'è la conclusione di Ciano che vi cito perché comunque è emblematica del linguaggio e del livello morale del regime.
Ciano conclude nel suo diario. Conviene attendere e se possibile tenerci pronti a fare anche noi la nostra parte di bottino. Martedì 22 agosto, Hitler convoca i generali e dà gli ultimi ordini per la guerra.
Dice il momento è quello buono. E'come nel 14, ricordate? Il momento buono, dobbiamo farlo adesso. Ma la cosa interessante è che Hitler non si è riuscito a fare il momento buono. riferisce alla preparazione degli eserciti no hitler ha in mente un'altra cosa è un discorso famoso questo di hitler ai suoi generali del 22 agosto hitler dice la guerra dobbiamo farla il prima possibile finché ci sono io perché non ci sarà mai più un leader in germania col mio potere il mio seguito Ma io posso essere fatto fuori in qualunque momento da un traditore o da un idiota?
E'la cultura politica di Hitler, no? Che è tutta legata al terrorismo politico, all'omicidio politico. E'normale, può succedere.
Quindi, finché non mi hanno ancora ammazzato, facciamola questa guerra. E poi l'altra cosa che dice Hitler è e anche finché c'è Mussolini. Perché finché c'è Mussolini ci possiamo fidare dell'Italia.
E'l'unico uomo che ha i nervi saldi in Italia. Quando non ci fosse più lui... Si illude, si fida ancora, perché Mussolini in quel preciso momento ha già deciso che lui si chiama fuori, ma Hitler si illude ancora sul suo vecchio amico.
Mercoledì 23 agosto viene annunciato sulla stampa mondiale l'accordo fra Germania e Unione Sovietica. Corriere della sera. L'accordo tedesco-sovietico, il grandioso successo politico dell'asse, ha spezzato la torbida manovra degli accerchiatori democratici.
Stupore e smarrimento nei paesi antitotalitari. Antitotalitari è una brutta parola, ovviamente. Noi siamo totalitari, l'ha inventata Mussolini, la concezione dell'essere un paese totalitario.
Quegli altri mollaccioni francesi, loro sono antitotalitari. La Polonia è sempre il Corriere della Sera del 23 agosto. La Polonia dovrà cercare la sua salvezza trattando rapidamente con la Germania. La Polonia sta cominciando a cedere, a pensare che forse un accordo anche con l'Unione Sovietica, anche col diavolo, si potrebbe fare, ma è tardi. Quel 23 agosto Ribbentrop vola a Mosca e firma il patto di non-aggressione, che viene reso pubblico.
E firma anche il protocollo segreto, che non viene reso pubblico evidentemente, in cui la Germania e l'Unione Sovietica si accordano per spartirsi la Polonia. Hitler riceve l'ambasciatore inglese quel giorno, perché l'unica preoccupazione che gli rimane è ma l'Inghilterra cerchiamo di tenerla fuori comunque. Hitler riceve l'ambasciatore inglese e gli dice, gli parla di questi orrori che i polacchi stanno commettendo contro la minoranza.
tedesca in Polonia. Qui c'è un piccolo dettaglio che potevo sopprimere come tanti altri ma anche stasera non ho avuto il coraggio di sopprimere troppi dettagli. Dovrò tagliare corto perché sto perdendo troppo tempo ma comunque Hitler è una conversazione morbosa questa di Hitler con l'ambasciatore inglese sugli orrori che i polacchi stanno commettendo contro i tedeschi. Hitler gli dice mi risultano anche molti casi in cui dei tedeschi sono stati castrati dai polacchi.
L'ambasciatore inglese nel suo rapporto a Londra dice per puro caso ero a conoscenza di uno di questi casi, di un caso l'epoca il tedesco in questione era un maniaco sessuale che è stato trattato come meritava Herr Hitler mi ha risposto che lui conosceva sei casi, non uno solo, e vanno avanti così. Hitler gli dice anche, questa cosa con la Polonia è l'ultima. Io sono un artista, non un guerriero.
Se sistemo questa cosa con la Polonia mi ritiro dalla politica e mi dedicherò all'arte. L'ambasciatore riferisce a Londra. Venerdì 25 agosto. Hitler ordina l'attacco per domani. Poi riceve una lettera di Mussolini in cui Mussolini per la prima volta gli dice la verità.
L'Italia non è pronta a fare la guerra. Però non ha il coraggio di dirgliela proprio tutta. Quindi Mussolini a Hitler dice guarda che ora come ora noi non potremmo fare la guerra.
Avremmo bisogno di grosse forniture di materie prime. Se la Germania ce le può garantire... Hitler ci rimane male, però ci casca.
Decide di rinviare di qualche giorno l'attacco alla Polonia. Intanto chiede a Mussolini ma esattamente quali forniture di materie prime vi servono? Sabato 26 agosto.
Mussolini e i capi di Stato Maggiore delle Forze Armate italiane si riuniscano a Palazzo Venezia per stendere la lista delle materie prime da chiedere alla Germania. I generali sono stati imbeccati da Ciano. Nel fare questa lista, nessun criminoso ottimismo. Cioè, voi capite, andateci giù pesanti. Fanno la lista.
Ve la leggo. Sei milioni di tonnellate di carbone. Per capirci, è la produzione italiana di due anni. Due milioni di tonnellate di acciaio, la produzione italiana di un anno.
Sette milioni di tonnellate di oli minerali. Un milione di tonnellate di legname. E poi rame, nitrato di sodio, sali potassici, gomma, toluolo, trementina, piombo, stagno, nichelio, molibdeno, tungsteno, titanio.
Venti tonnellate di zirconio. La lista è passata alla storia come la lista del molibdeno. La spediscono all'ambasciatore italiano a Berlino, Attolico.
L'ambasciatore Attolico la porta a Ribbentrop. Ribbentrop guarda la lista e dice ma entro quando vi serve tutta questa roba? Dramma, perché a Attolico non hanno detto niente, lui non ha istruzioni. Però ha capito l'aria che tira, perciò improvvisa.
Subito! E'stato calcolato che ci volevano 17.000 treni per mandare tutta quella roba in Italia. Ribbentrop va da Hitler e capiscono... finalmente mangiano la foglia, hanno capito, l'Italia non ci sta, starà fuori. E va bene, pazienza.
Hitler scrive a Mussolini e gli dice, va bene, anche se l'Italia non può entrare in guerra, noi faremo da soli. Ci basta che l'Italia non lo faccia sapere che resterà fuori. Se non lo sbandierate troppo, a noi ci aiuta già. E poi Hitler dice un'altra cosa, una piccola cosa, ma è indicativa del futuro. Dice, potreste aiutarci mandando degli operai italiani in Germania?
E qui, in questo modo così, in sordina comincia quella che sarà poi una lunga storia, no? E fa proprio vedere come cambiano le cose. I tedeschi di colpa hanno aperto gli occhi, dell'aiuto militare dell'Italia non ci si può contare, invece i lavoratori sì. Comincia lì tutta la storia dei milioni di italiani che prima saranno convinti e poi costretti a andare a lavorare in Germania. Domenica 27 agosto in Germania viene introdotto il razionamento, tessera per i generi alimentari.
Lunedì 28 agosto, l'Inghilterra e la Francia pensano ancora che forse si potrebbero convincere i polacchi a trattare e insistono col governo polacco, andate a chiedere ai tedeschi esattamente cosa vogliono e vediamo di parlarne. Martedì 29 agosto. In Italia scatta il divieto di circolazione per le automobili private, l'austerità nei ristoranti, nei menù si può mettere una sola pietanza, o carne o pesce, ma una sola.
L'ambasciatore inglese va da Hitler per vedere se è possibile davvero ancora all'ultimo momento un negoziato. L'ambasciatore inglese scrive a Londra, Hitler questa sera non era simpatico, è stata un'intervista, un incolloquio tempestoso. Continuava a dire che lui desidera l'amicizia inglese, più di qualunque cosa al mondo, ma non può sacrificare gli interessi. essi vitali della Germania. Però Hitler ha detto, comunque se voi mi garantite che i polacchi davvero sono disposti a trattare, va bene, che mi mandino un emissario da Berlino domani con pieni poteri e possiamo ancora trattare.
Mercoledì 30 agosto. In Italia vengono sospesi i campionati del mondo di ciclismo a Varese. Esce il divieto di vendita del caffè ai privati, anche al bar, divieto di bere la tazzina, tutto il caffè riservato alle forze armate. In Francia è sospesa la circolazione dei treni, evacuano lo zoo di Vincennes per mettere in salvo gli animali. si cominciano a costruire ripari antiaerei e a distribuire maschere antigas alla popolazione, perché loro erano sicuri che la guerra sarebbe cominciata con tremendi bombardamenti aerei sulle città a base di gas asfissianti.
Quel giorno, mercoledì 30 agosto, il ministro degli esteri inglese, Lord Halifax, lo stesso che due anni prima diceva a Hitler, beh ma in fondo le vostre rivendicazioni sono comprensibili. Quel giorno, 30 agosto, Lord Halifax scrive all'ambasciatore inglese a Berlino, dice i tedeschi vogliono un plenipotenziario polacco a Berlino oggi. Ma è irragionevole, lo devono capire anche loro. L'ambasciatore inglese gli risponde.
Avevo fatto la stessa osservazione a Herr Hitler ieri sera. Mi ha risposto che si può volare da Varsavia a Berlino in un'ora e mezza. A questo punto gli inglesi, disperati per evitare la guerra, cominciano a fare pressioni pesanti sul governo polacco. Non dovete provocare i tedeschi.
Basta con questi giornali polacchi che scrivono articoli contro la Germania. Basta con la campagna antitedesca. Mandate subito un plenipotenziario a Berlino per discutere. L'ambasciatore inglese torna da Ribbentrop e gli dice stiamo facendo il possibile, stiamo cercando di consigliare il governo polaco che faccia la pace, che faccia un accordo. Ribbentrop gli risponde all'ambasciatore inglese mi sembra che i consigli degli inglesi finora abbiano avuto maledettamente poco effetto.
L'ambasciatore inglese gli risponde e lo riferisce a Londra. Gli ho replicato che ero stupito di udire un simile linguaggio in bocca a un ministro degli esteri. A questo punto c'è una nuova commedia, però un po'una commedia nera, alla tedesca. Ribbentrop gli dice, sì, noi avevamo preparato le condizioni per un accordo con la Polonia, sono queste. E l'ambasciatore inglese riferisce a Londra dicendo, a questo punto Herfon Ribbentrop ha cominciato a leggermi questo lunghissimo documento, in tedesco, velocissimo.
Io siccome pensavo che dopo me l'avrebbe dato, non sono stato tanto ad ascoltare. Quando ha finito glielo ho chiesto, sono le condizioni per la Polonia per fare l'accordo. Ribbentrop mi ha detto, ah no, è troppo tardi, doveva arrivare ieri il plenipotenziario polacco. L'ambasciatore inglese gli dice ma non potreste consegnarlo all'ambasciatore polacco a Berlino? Ribbentrop dice mai, non lo convocheremo mai.
L'ambasciatore inglese gli dice ma e se chiedesse lui di essere convocato? Ribbentrop dice beh in quel caso potremmo anche vedere. L'ambasciatore inglese a Berlino scrive a Londra quella sera dicendo questo colloquio con Herfon Ribbentrop, estratto estremamente sgradevole. Durante tutta la serata Herfon Ribbentrop ha scimmiottato Herr Hitler al suo peggio. 31 agosto gli inglesi dicono ai polacchi mandate un plenipotenziario a Berlino o almeno mandate il vostro ambasciatore a bussare che gli diano le condizioni per il negoziato i polacchi rispondono noi non mandiamo l'ambasciatore sarebbe troppo umiliante a mezzogiorno e 40 di quel 31 agosto Hitler firma l'ordine di attacco per la mattina dopo all'uno del pomeriggio i polacchi ci ripensano Senza dirlo agli inglesi, ordinano all'ambasciatore polacco a Berlino, Lipski, di andare da Ribbentrop e chiedere quali sono le condizioni per un negoziato.
Lipski va da Ribbentrop. Gli dicono, ma lei ha i pieni poteri? No, non li ho.
Allora no, abbiamo niente da dirci. E lo rimandano via. Quella sera...
C'è il famoso incidente di Gleiwitz. L'incidente di Gleiwitz è una cosa curiosa, è curiosa soprattutto per questo motivo. Dopo tutto questo che vi ho raccontato, una persona di oggi non crederebbe che i tedeschi avevano bisogno di un pretesto per dichiarare guerra alla Polonia.
Invece vogliono un pretesto e i servizi segreti tedeschi, al comando di Heydrich, l'hanno già preparato il pretesto. Heidrich, lo sapete, Reinhard Heidrich, pezzo grosso dell'SS, capo dei servizi di sicurezza, che sarà poi ammazzato, giustiziato, quattro anni dopo, dai partigiani cecoslovacchi a Praga. Heidrich ha preparato un commando già da due settimane. A Gleiwitz, che è una stazione radio tedesca vicino alla frontiera polacca, sono in attesa 12 uomini dei servizi segreti tedeschi, con divise e documenti polacchi, pronti a entrare in azione appena il momento giusto.
La mattina del 31 agosto è il momento giusto. Heydrich manda al commando la parola d'ordine. La nonna è morta. Il commando entra in azione in divisa polacca, in territorio tedesco, attaccano la stazione radio di Gleiwitz, sparano, si impadroniscono della radio, trasmettono un comunicato farneticante, come si diceva da noi ai tempi delle BR, in polacco, e poi se ne va. lasciandosi dietro un morto in divisa polacca.
Quindi c'è stata l'aggressione polacca in territorio tedesco. I tedeschi hanno il diritto di invadere la Polonia e cominciano poche ore dopo all'alba del primo settembre. Ma nel frattempo...
nella notte Lord Halifax, ministro degli esteri inglese il quale spera ancora che i tedeschi siano sinceri che si possa davvero aprire un negoziato con i polacchi ed è preoccupato perché questi stupidi polacchi non vogliono mandare l'ambasciatore non sa che è già andato il giorno prima l'ambasciatore polacco e l'han buttato fuori Lord Halifax ancora nella notte sul primo settembre manda al suo ambasciatore a Berlino e a Varsavia Grazie Il telegramma forse più insulso che un governo britannico abbia mai mandato. E cioè dice, ma non vedo perché il governo polacco non vuole fare delle difficoltà. Il suo ambasciatore, l'ambasciatore polacco, dovrebbe accettare questo documento del governo tedesco.
Un rifiuto da parte loro sarebbe gravamente frainteso dall'opinione pubblica. Il governo di sua maestà è pronto a fare tutto per aiutare una mediazione. E all'ambasciatore a Varsavia dice, ma andate, dite al governo polacco che il loro ambasciatore è tedesco. deve andare da Ribbentrop subito per salvare la pace.
Quella sera l'ambasciatore inglese a Varsavia risponde a Lord Halifax. Il vostro telegramma è stato decifrato alle 4 di stamattina. Il signor Lipsky, l'ambasciatore polacco, A Berlino era già stato dal ministro degli esteri tedesco alle sei e mezza ieri.
In considerazione di questo fatto, che è stato seguito dall'invasione tedesca della Polonia stamattina all'alba, è chiaramente inutile che io esegua le vostre istruzioni. Passeranno ancora due giorni prima che l'Inghilterra e la Francia si decidano a dichiarare guerra alla Germania nella speranza Stavo per dire la speranza disperata e la stanchezza non si può dire ma insomma nella speranza folle e ingenua come dire in buona vede che si possa ancora evitare questa catastrofe. Nel frattempo, in Italia, Mussolini è tranquillo.
Hitler ha accettato che noi stiamo fuori, e quindi stiamo a vedere, aspettando, come dice Ciano, di vedere se possiamo fare anche noi la nostra parte di bottino. Naturalmente però alla stampa italiana le veline non dicono questo. La stampa italiana deve dire qualcos'altro, quindi chiudo con il Corriere della Sera del 1 settembre. Le proposte di Hitler per Danzica.
Leali, ragionevoli, eseguibilissime, lasciate stoltamente cadere da Varsavia e da Londra. Inghilterra e compagni inchiodati alle loro tremende responsabilità. La conscia saggezza e la moderazione tedesca di fronte alla cieca intransigenza delle altre parti in conflitto. E questi sono i giornali che leggevano i nostri padri in questo nostro felice paese nel 1939. Grazie.