Il nome. Il nome è una parte variabile del discorso, cioè una parte che può cambiare forma, che indica persone, animali o cose. Per analizzare il nome in modo completo è necessario considerare molti aspetti.
Ripassiamoli insieme. Innanzitutto occorre distinguere i nomi comuni, che si riferiscono a persone, animali o cose in modo generico, come gatto, Dai nomi propri, che cominciano sempre con la lettera maiuscola e indicano una persona, un animale o una cosa in modo preciso. Ad esempio, Silvestro. Il mio gatto si chiama Silvestro. I nomi, poi, possono essere di genere maschile, gatto, o di genere femminile, gatta.
Attenzione, alcuni nomi, come ad esempio nipote, hanno la stessa forma al maschile e al femminile. Il nipote, la nipote. Quando un nome indica una sola persona, un solo animale o una sola cosa, è singolare.
Gatto. Quando indica più persone, animali o cose, è plurale. Gatti.
Attenzione, esistono alcuni nomi, come ad esempio foto, che hanno la stessa forma al singolare e al plurale. Questi nomi sono detti invariabili e per distinguere il numero dobbiamo controllare l'articolo. La foto, le foto.
È importante saper distinguere un nome concreto da un nome astratto. I nomi concreti indicano qualcosa che si può percepire coi cinque sensi, ad esempio tavolo o fiore. Mentre i nomi astratti indicano elementi che non possiamo percepire coi cinque sensi, come allegria o fortuna. I nomi sono primitivi quando non derivano da altri nomi, ad esempio fiore.
Sono derivati invece quei nomi che derivano da altri, come fioriera, che deriva da fiore con l'aggiunta di una particella finale detta suffisso. I nomi primitivi possono essere modificati con suffissi anche per diventare nomi alterati. Librino, ad esempio, indica un libro piccolo. Si parla in questo caso di alterato diminutivo.
Librone indica invece un libro di grosse dimensioni. Si parla in questo caso di alterato accrescitivo. Libretto indica un libro grazioso. e ben curato.
Si parla in questo caso di alterato vezzeggiativo. Libraccio indica infine un libro vecchio, rotto e rovinato. Si parla in questo caso di alterato dispregiativo.
Esistono poi dei nomi formati dall'unione di più parole. Sono detti nomi composti. Il nome salvagente è composto da due parole, un verbo, salva, e un nome, gente.
Infine, ricordiamo di distinguere i nomi collettivi, cioè quei nomi che al singolare indicano un gruppo di persone, animali o cose. Ad esempio, il nome greggie è collettivo perché nella sua forma singolare indica un gruppo di pecore. I nomi non collettivi sono detti invece individuali.